L'irresistibile fascino di questo materiale nasce da tre sue caratteristiche fondamentali: la facilità con cui si può preparare e lavorare, la sua grandissima versatilità e la reperibilità della materia prima. Con esso si possono realizzare i più svariati oggetti come vasi, cornici, bambole, maschere ecc.. che si possono impreziosire con splendide decorazioni. Inoltre quest'arte può essere praticata in qualsiasi luogo e senza dover acquistare strumenti particolari.
Esistono tre diverse tecniche di lavorazione della cartapesta: si possono utilizzare uno stampo o una sagoma, per esempio un oggetto d'uso, o si può invece realizzare una struttura di sostegno o anima da rivestire poi di cartapesta. La cartapesta stessa può essere preparata mettendo a macerare la carta in acqua ed aggiungendovi colla ed eventualmente materiale di carica o incollando diversi strati di carta uno sull'altro (cartapesta giapponese). Per entrambi i metodi occorrono alcuni attrezzi e materiali di facile reperibilità: Ampio piano di lavoro Carta di giornale o qualsiasi altro tipo di carta a scelta Colla vinilica o da tappezzieri Stampi o strutture di sostegno Agente di distacco Vari contenitori per acqua e colla Forbici e taglierino Nastro adesivo Cesoie per filo metallico Un grosso pennello per la cartapesta giapponese Una pentola e un fornello per la carta macerata
Materiali di carica Le materie di carica danno maggior consistenza alla carta macerata: a tale scopo si usa solitamente il bianchetto o gesso in polvere oppure la segatura. Mano di fondo Prima di verniciare un manufatto in cartapesta è necessario applicarvi una mano di fondo o isolante grazie alla quale la vernice non verrà assorbita dalla carta porosa e l'inchiostro della carta di giornale non sarà più visibile sotto il colore. Gesso Il gesso generalmente impastato con colla di origine animale da origine ad
un materiale duttile e bianco, lo si applica sull'oggetto di cartapesta prima di decorarlo o colorarlo e una volta asciutto forma una superficie dura come la pietra che può essere levigata. Per prepararlo vedi la ricetta. Impermeabilizzazione Sull'oggetto ben asciutto applicare 3 o 4 mani di olio di semi di lino; arlo in forno a temperatura non superiore a 120°C fino a che la superficie non sia ben asciutta e dura. Dopo questo trattamento il manufatto è perfettamente impermeabile all'acqua. Coperture trasparenti Asciugano lentamente ma rendono l'oggetto impermeabile all'acqua e lo proteggono dagli agenti esterni. In commercio esistono vari vernici trasparenti a finitura lucida, semilucida o opaca; per ottenere risultati migliori applicarne parecchi strati.
Parliamo della cartapesta giapponese, ovvero quella a strati. OCCORRENTE: carta di vario genere, ma quella di giornale è la più diffusa ed economica; colla vinilica; stampi e forme varie (vasi, ciotole, palloncini, palloni, ecc…); gesso in polvere (facoltativo) per rendere le superfici lisce; agenti di distacco: vaselina o pellicola trasparente; taglierino, forbici, pennelli varie misure, colori a tempera, vernice trasparente di finitura ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO: stendere sul piano di lavoro un foglio di plastica e poi fogli di giornale, atti ad assorbire gocce di colla, vernice, ecc…; avere a portata di mano anche uno straccio umiodo per pulire le mani. 3 PROCEDIMENTO: versare la colla vinilica in un recipiente a collo largo, e diluirla con l’acqua (3 bicchieri di colla, 1 di acqua) STRAPPARE la carta, nel senso della fibra (ciè dove risulta più facile strapparla) RIVESTIRE lo stampo con la pellicola (ben aderente, mi raccomando)o la vaselina. 6 COPRIRE con strati di carta, alternati con colla, per almento 4 volte. 7 FAR ASCIUGARE i manufatti, ricordando di ettere un foglio di plastica, sul piano di appoggio, per evitare che vi si incollino. PER LA DECORAZIONE date spazio alla vostra fantasia, dopodicchè are più strati di vernice trasparente, per isolare i colori.
La cartapesta viene spesso sottovalutata, ed è un vero peccato poiché da la possibilità di creare infinite cose. Pensate che in Inghilterra e in America veniva usata per costruzioni di architetture e ingegneria industriale: ruote, accessori di macchine e tetti…… In Germania si usava per fare i pavimenti: si stendeva una pasta di cartapesta che una volta asciutta veniva colorata, questi pavimenti creavano una superficie unica senza giunture, erano economici e molto igienici. In Norvegia e precisamente a Bergen, nel 1793 fu costruita un chiesa interamente in cartapesta, durò ben 37 anni, poi (non sono riuscita a scoprire il motivo, ma sto ancora facendo ricerche e se mi aiutate a scoprirlo vi ringrazio!!) fu demolita. Tutto questo per farvi capire che la cartapesta non è solo un atempo per far giocare i bambini, ma che grazie alla sua duttilità può essere usata per cose molto importanti. iamo alle tecniche usate per fare la cartapesta. Tipi di carta e colle: La migliore carta da usare è quella dei quotidiani, meglio se hanno qualche settimana! Per le colle invece si può utilizzare la polivinilica, che se diluita con un po’ d’acqua, può essere usata anche al posto della vernice. La colla di farina: 100 gr.di farina – 2 l. di acqua, si fa bollire e va mescolata sino a quando diventa tipo budino, si deve utilizzare calda per cui basta riscaldarla a bagnomaria. Per colorare gli oggetti creati si può usare qualsiasi tipo di colore, oppure si possono ricoprire con carta colorata o in decoupage, ma prima di dare il colore vi conviene are una mano di idropittura bianca. Metodi: 1) Strappate a mano (non tagliatele) tante striscioline di carta, che metterete per qualche minuto a mollo in un catino con acqua e un po’ di colla vinilica. 2) per modelli delicati, si usa la polvere di cartapesta. Prendete i pezzi di carta e metteteli per almeno 1 notte a mollo (foto 1 e 2), poi fateli bollire per circa 20 minuti. 1.IdeazioneLa fase iniziale coincide con la fase progettuale: in altre parole si definisce “l’idea” che si intende realizzare (maschere, oggetti di arredamento e di uso, giocattoli, souvenir, ecc.). In questa fase si predispongono i disegni e i bozzetti dell’oggetto da realizzare in cartapesta. 2.Preparazione del modello in cretaSu un ripiano in legno si prepara il modello in creta. Quando il modello è pronto si cosparge bene di un
distaccante (saponaria, vasellina). A questo punto si comincia a spruzzare gesso alabastrino precedentemente amalgamato con acqua. Tali spruzzi potranno essere effettuati con un grosso pennello senza mai toccare la forma in creta per evitare di danneggiare la lavorazione. Quando il primo sottile strato avrà ricoperto totalmente la forma si potrà procedere con una abbondante colata di gesso liquido preparato in un contenitore con un trapano con una frusta all’innesto. 3.Svuotamento e pulitura del calcoDopo un’ora, quando il gesso è indurito, si rivolta il calco e si avvia la fase dello svuotamento e della lavatura. Accade che alcune parti di creta non si distacchino: non è un problema perché il modello di creta è da perdere. La creta può essere riutilizzata per altri modelli. I calchi diventano il vero patrimonio di una bottega di cartapesta perché consentono di replicare gli oggetti che dovessero ottenere un successo di mercato. 4.Caricamento dello stampoDopo aver atteso anche qualche giorno per la perfetta asciugatura del calco si stende all ’interno un buon distaccante (cera d’api, vasellina, saponaria).Con la tecnica giapponese (più veloce della cartapesta vera e propria) si stendono 4-5 strati di carta igienica con vinavil diluito. Le carti bianche, tenere, ricche di cellulosa, indicate per il primo strato del ricoprimento cartaceo, sono capaci, per la loro plasmabilità, di assicurare la fedele restituzione della morfologia del calco. E’ un’operazione che va fatta premendo la carta stesa sullo stampo con delicati tocchi di pennello intinto di colla. La carta igienica è delicatissima e ha il potere di aderire perfettamente ad ogni dettaglio del calco negativo. Dopo si procede alla stesura di diversi strati di carta da giornale strappate a striscioline.Con la cartapesta vera e propria il procedimento è più laborioso perché occorrono altri fasi intermedie e decisive. La buona cartapesta si ottiene con una buona colla. Il procedimento consiste nel predisporre un recipiente di acqua bollente all’interno del quale si aggiunge la farina che va mescolata piano e continuamente fino a nuova ebollizione (100 gr di farina – 2 litri di acqua). Usata calda la colla è più efficace. Si può usare anche colla polivinilica o colla per carta da parati.La cartapesta è composta da una poltiglia di carta straccia, acqua e colla di farina. Il procedimento consiste nello sminuzzare la carta nell’acqua, nel pestarla e farla bollire per una ventina di minuti e infine nel pressarla per eliminare l’eccesso d’acqua. Dopo questa fase si mescola la carta con la colla e si aggiunge del gesso. Il risultato deve essere una pasta compatta che non lascia scolare né acqua né colla. Così pronta per l’uso può essere schiacciata in stampi di gesso o applicata su intelaiature di vario genere come se si trattasse di plastilina.Quando si tratta di realizzare oggetti di particolare pregio si usa la polvere di cartapesta. Per ottenerla si segue il procedimento normale: si mette in ammollo la carta per almeno una notte, la si fa bollire per almeno 20 minuti, la si pesta e si formano tante pallottole di carta. Quando le pallottole sono essiccate perfettamente si a a grattarle fino a farle diventare polvere. Si a alla predisposizione dell’impasto: 3
parti di polvere di carta, 2 parti di colla vinilica o quella di farina, 2 di gesso e acqua. L’impasto, come plastilina, a questo punto è pronto per essere schiacciato nello stampo. 5.Estrazione della forma in cartapestaEsistono due tipi di essiccazione: naturale ed artificiale. Naturale, quando si espone il calco al sole, fino ad ottenere l’asciugamento del collante. Artificiale, quando si fa ricorso a fonti di calore. Tra le due è preferibile la prima in quanto non comporta particolari “anomalie”, come il raggrinzimento e la deformazione della forma plastica. Dopo che la forma si è asciugata (un giorno è sufficiente per l’asciugatura) si estrae il prodotto finale e si pulisce per eliminare ogni traccia di distaccante. 6.Trattamento finaleSulla forma di carta vengono ate con il pennello più mani di gesso alabastro molto liquido. Si usano due parti di acqua e una di vinavil.Il trattamento va ripetuto anche sul retro della forma usando più gesso per favorire una maggiore robustezza. Dopo ogni mano si attende l’asciugatura perfetta e poi si eliminano gli sgradevoli segni delle pennellate con paglietta di acciaio fine (ata con molta delicatezza). Si ottiene così una superficie bianco trasparente su una forma solida e rigida anche se leggera. Si a alla levigatura finale. L’effetto è già gradevole e ci si potrebbe fermare qui. Seguono naturalmente le ulteriori fasi di verniciatura. 7.DecorazionePrima di verniciare il manufatto in cartapesta è necessario applicarvi una mano di fondo o isolante grazie al quale la vernice non verrà assorbita dalla carta porosa. Si a alla colorazione con smalti o colori ecologici. La colorazione avviene a pennello mentre le sfumature vengono date con l’areografo.In genere si utilizzano anche delle coperture trasparenti che rendono l’oggetto impermeabile all’acqua e lo proteggono dagli agenti esterni. In commercio esistono vari vernici trasparenti a finitura lucida, semilucida o opaca.Per impreziosire l’oggetto si possono utilizzare materiali diversi (stoffe, pietre, nastrini, paillette, ecc) da applicare sulle superfici colorate. Nota: I tempi da dedicarsi alle varie fasi non vengono definiti, perché durante lo svolgimento si procede a tarare i tempi sulla base dei prerequisiti dei corsisti.