Ivana Nannini
I DUE VELIERI
Youcanprint Self-Publishing
Titolo | I due velieri
Autore | Ivana Nannini
ISBN | 9788891184740
Prima edizione digitale: 2015
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I due velieri
In un lontano paese, molti anni fa, sorgeva un castello meraviglioso, il castello delle sette torri.
Intorno c’era un immenso giardino tutto di rose e ortensie, e alberi da frutta e abeti e cipressi, che circondavano il giardino stesso e lo proteggevano.
Nel castello c’erano cento stanze , tutte con le porte d’ebano e i soffitti affrescati; sugli affreschi era rappresentato il mondo che non si vedeva, così come lo avevano immaginato i pittori, reclutati appositamente dal conte e dalla contessa del castello.
Il conte Abelardo Testagrossa e sua moglie Matilde acantando abitavano il castello, sito sopra una piana fra due colli, insieme al figlio Gregozio ed a tutta la numerosa servitù. Naturalmente il castello era protetto e circondato da una grande fossato e dalle torri, oltre che provvisto di soldati pronti e difendere la vita degli abitanti.
Aberlardo , a dire il vero, aveva reputazione di essere molto severo con la popolazione che abitava oltre il castello, in quanto esigeva molte gabelle e gran parte dei raccolti, anche per mantenere la sua agiatezza.
Gregozio, quand’era venuto al mondo, era un bimbetto abbastanza esile , così che Matilde ed Abelardo temettero per la sua salute, ma la maga Ersilia, subito consultata, gli aveva fatto bere una pozione che lo rafforzò in poco tempo, facendolo diventare anche fin troppo vivace.
Infatti, da quando s’era trasformato, era sempre in movimento e due ancelle dovevano seguirlo, che non si fe male, con tutta la sua impetuosità.
Il problema anche, era frenare la sua fantasia, perché si metteva a progettare strani oggetti oppure inventava curiose situazioni di cui era protagonista, senza che poi queste si fossero davvero verificate.
Ormai Gregozio aveva raggiunto l’età dei dodici anni e forse più, Matilde s’era dimenticata di segnare bene l’anno di nascita; si ricordava però che quel giorno c’era la luna piena e che stavano sbocciando le prime gemme sugli alberi.
Il ragazzo ava molto tempo in esercitazioni con l’arco, andava a cavallo, cacciava leprotti e pernici, ma specialmente gli piaceva trascorrere tempo nella grande sala verde che era una sorta di biblioteca nel castello. Leggeva, guardava e fantasticava.
Il suo precettore, do il dotto, lo vedeva certe volte con gli occhi rossi da tanto aveva letto fra tutti quei manoscritti e si preoccupava per la sua salute. Non solo, ma quando Gregozio gli mostrava certe sue invenzioni, c’era di che restare perplessi, in quanto sembrava che il fanciullo vivesse specialmente di fantasia.
Un giorno gli aveva portato uno strano aggeggio, una specie di scatola con uno specchio, dicendogli che con quella poteva, perfezionandola, fermare il tempo e ritrarre le persone che stavano dall’altra parte della scatola.
Sconvolto, do decise di parlare con il conte Abelardo, augurandosi che
volesse orientare il figlio a un maggior senso della realtà.
Abelardo fu lieto della notizia, in quanto aveva sempre desiderato un figlio ardimentoso.
-Vedete, do-gli disse- io stesso da ragazzo ero molto avventuroso… pensate che una volta mi gettai in mare e stavo per annegare, se un pescatore non mi avesse salvato la vita... mio padre mi orientò comunque al coraggio e all’audacia guerriera, così conquistai queste vaste terre…Non bisogna soffocare troppo l’ardimento nei giovani..ma certamente Mio figlio va orientato..e sono d’accordo con voi che il ragazzo si deve misurare con altri della sua età e rafforzarsi nel carattere.. lontano da tutti questi agi.. avete ragione, do, ci vuole maggiore durezza per diventare forti e non solo fantasia..a proposito.. quel pescatore..
Matilde invece fu in totale disaccordo col precettore, le letture avrebbero reso il figlio più saggio e se anche faceva delle invenzioni curiose, beh.. che male c’era, era segnale della sua intelligenza .
Pertanto Matilde cercò di convincere Aberlardo che do non andava ascoltato, ma il marito fu irremovibile: meglio sarebbe stato allontanarlo un poco dalla biblioteca e dal castello e portarlo in mezzo ad altri ragazzi, magari al mare, dove si sarebbe certo divertito andando a pesca con la gente del posto e giocando con altri compagni e avrebbe imparato a vivere in modo più rude.
Abelardo, spinto dalle parole di do, decise di parlare al figlio in modo chiaro, perché, come suo futuro successore maschio, era giusto che si formasse un carattere forte. Tuttavia temeva in un rifiuto da parte del figliolo.
Non appena Gregozio sentì della possibilità di uscire dal castello e trovare altri compagni, invece, saltò di gioia e accettò volentieri di allontanarsi e andare al mare, di cui aveva visto moltissime illustrazioni nella biblioteca.
Tuttavia promise al padre che avrebbe trascorso anche alcuni mesi al castello, seguito dal precettore, e amorevolmente restando accanto alla madre Matilde, che certo della sua dipartita avrebbe assai sofferto.
Abelardo scelse una famiglia di pescatori che conosceva bene, in quanto , appunto, il padre del pescatore, una volta , quando lui era ragazzo, l’aveva salvato , dopo che lui si era tuffato in mare senza saper nuotare.
Scortato da alcuni scudieri, Gregozio fu sistemato a casa del pescatore Aurelio, fedelissimo al conte; in cambio si sarebbero potuti tenere tutto il pescato per il periodo in cui il figlio restava presso di loro.
Aurelio, che aveva nove figli, era un po’ imbarazzato nell’ospitare il piccolo conte, ma, a fronte delle richieste del conte, accettò.
Questo fatto, di ospitare il figlio dei conti padroni, gli conferiva ammirazione fra gli altri pescatori, ma anche generava molta invidia e ostilità, perché gli altri lo sentivano troppo privilegiato.
Con sorpresa della famiglia di Aurelio, Gregozio si mostrò molto adattabile e non mostrò alcuna difficoltà a dormire e mangiare così come facevano i suoi figli.
Non solo, ma disse apertamente che condurre una vita semplice, proprio come i figli di Aurelio ed essere trattato come loro, era quello che gli sembrava più giusto. Lui voleva essere come gli altri e stare in mezzo agli altri, e non isolato in mezzo agli agi del castello.
-Ma per voi è una vacanza, piccolo conte !, gli disse un giorno Aurelio, voi siete il figlio del nostro conte padrone, siete abituato a ben altro stile di vita. Per noi invece questa è la vita reale: vedete da voi stesso quanta differenza c’è fra noi e voi conti padroni.
Il giovane Gregozio restò perplesso alle parole di Aurelio, ma ribadì che lui voleva essere trattato come i suoi figli, nessun privilegio. Tuttavia si sentì un po’ rifiutato e domandò al padre di regalare ad Aurelio degli scudi d’oro.
Quando un messaggero venne e glieli consegnò, Aurelio si adirò come mai s’era visto e rimproverò Gregozio per la sua iniziativa.
Stava per rifiutarli, quando Desiderio, uno dei figli di Aurelio, intervenne e propose che gli scudi fossero usati per dare cibo ai più bisognosi del villaggio e per riparare le reti da pesca, in modo che tutti ne avessero giovamento.
Aurelio si commosse e commentò che certo era una bella iniziativa, miglior cosa sarebbe stata se il conte Abelardo avesse fatto un proclama in cui diceva di fare questo dono al villaggio, perché comunque lui, semplice pescatore, non avrebbe potuto certo donare nulla a nessuno.
Così fu fatto : il messaggero tornò col proclama e la gente del villaggio smise di provocare Aurelio, cercando anzi d’ingraziarselo, in quanto se aveva potuto
tanto una volta, così avrebbe potuto fare altre volte in seguito.
E tutti gli portavano qualcosa in dono, ma sempre Aurelio rifiutava, tuttavia ascoltava attentamente le loro difficoltà e le loro richieste, seduto sopra una pietra di marmo che stava davanti alla porta della sua casetta.
Gregozio, nell’udire quanto Aurelio riferiva parlando a cena con tutta la famiglia, fu colpito da quanta gente cadeva in mare e da quanto difficile fosse conservare il pesce.
Domandò ad Aurelio di cercargli del legno di forma tonda e usando alcuni strumenti, creò una cosa strana, che i pescatori avrebbero potuto indossare sulle imbarcazioni, fermandola alla vita con delle corde.
Orgoglioso, mostrò l’invenzione ad Aurelio ed ai suoi figli.
-e cosa sarebbe questo ?- chiese Aurelio
- non ho ancora trovato un nome, veramente-rispose Gregozio- però vi spiego come funziona. E se lo mise intorno alla vita ando per il capo.
- cioè voi dite che se uno si mette questo pezzo di legno intorno alla vita, non affoga ? ma affogherà la barca per il peso di tutto quel legno ..andiamo conte Gregozio… non è una cosa tanto utile..
- ma come ! se salvate dei pescatori avrete più pesce..e più barche.. – reagì Gregozio
- ma certo padre- fece eco uno dei suoi figli- Desiderio- è una cosa utile..salva la gente..
- e sia, proviamo questa invenzione domani stesso..- concluse AUrelioDesiderio, tu ti getterai in mare aperto insieme a Gregozio e vediamo cosa succede..
- Ah no !- i miei figli non possono rischiare al posto del conte- gridò Esperia, la moglie di Aurelio- che sia l’inventore a provare !
Il mattino seguente, davanti a una certa folla, la barca di Aurelio partì e Gregozio fu gettato in mare con la sua invenzione legata alla vita.
Fu con sorpresa generale che restò a galla.
Anche Desiderio volle provare e sempre restò a galla.
Quando risalirono i due giovani decisero che la cosa funzionava e che si sarebbe chiamato salva-gente.
Aurelio non disse alla moglie che anche Desiderio si era gettato, ma lei lo vide così umido ed entusiasta che subito comprese cosa era accaduto e si fece il segno
della croce.
Gregozio divenne popolare nel villaggio e tutti lo invitavano sulle loro barche, così che alla fine il giovane divenne un vero esperto di imbarcazioni, e la sua ione per il mare si accrebbe più che mai.
Si ricordava bene delle illustrazioni che aveva visto nella biblioteca del castello e prese a sognare di terre lontane che certe si trovavano oltre la linea del mare, terre abitate da gente misteriosa, o forse disabitate.. era tutto un mistero che lo affascinava.
I figli di Aurelio erano divertiti dalle sue fantasie, quando lui le raccontava davanti al fuoco del camino, ma Esperia dubitava sempre che Gregozio sognasse troppo e certe volte la sera prima di andare a dormire, gli faceva bere una pozione calmante.
Esperia infatti era esperta di erbe, che coltivava nel suo orto; erbe medicamentose, che usava per vari preparati lenitivi.
Gregozio tuttavia , anche con la pozione continuava a sognare viaggi meravigliosi pieni di avventura.
Aurelio lo soprannominò il conte sognatore e lo esortò a darsi alla musica come un altro dei suoi figli, Levante, che era stato così chiamato perché il giorno che nacque il sole si stava levando.
Levante aveva la ione per la musica e Aurelio gli aveva costruito uno strumento con legno di mandorlo, con cui poteva esercitarsi e comporre stornelli che cantava la domenica nella piazza del villaggio.
Gregozio un bel giorno prese lo strumento e lo studiò con cura; poco dopo ne costruì uno simile ma con delle corde e una cassa di risonanza più scavata e profonda e lo regalò a Levante.
-..prova con questo..vedrai che le note saranno più sonore e più limpide..- gli disse.
- ma è vero..!- fece Levante- con questo posso cantare deliziosamente.
- ecco, è tuo, ne sono lieto…è fatta con legno di mandorlo,per cui si chiamerà mandorla, se ti piace come nome…- rispose Gregozio.
Esperia fu sorpresa e cominciò a pensare che il giovane conte avesse in effetti delle doti particolari, per cui smise di dargli la solita pozione e ne preparò un’altra, più potente, che fe sviluppare la sua fantasia creativa.
Fatto sta che Gregozio per alcuni giorni rimase del tutto addormentato ed Esperia dovette rinunciare alla pozione, perché evidentemente aveva sbagliato le dosi.
Gli altri figli di Aurelio, Ponente e Libeccio, erano ottimi pescatori; poi c’era Spumetta, una bella fanciulla tutta riccioli castani,e Morena, nera come la pece; e
Nitido, di pelle così bianca che mai s’era visto uguale, e ancora Mosto, che era nato d’autunno e infine Courson, che quello più basso si statura.
Morena e Spumetta aiutavano la madre nelle faccende di casa, anche se Morena aveva manifestato una grande abilità nel preparare pozioni e coltivare le erbe, mentre Spumetta si era apionata alla cucina.
Nitido era abile cacciatore e non mancava di portare pernici e conigli selvatici che facevano la gioia dei commensali. Il mare a lui non piaceva tanto, era più simile alla madre, che solo a vedere le onde si spaventava.
Mosto, lui andava per mare volentieri, ma anche gli piaceva coltivare la vite, che poi spremeva coi fratelli e metteva dentro a certe botti che poi andavano anche sulle barche dei pescatori. Il succo di quelle botti li rendeva talora molto coraggiosi e più resistenti al freddo, ma altre volte li stordiva per giorni interi.
Solo una speciale pozione di Esperia e Morena li faceva ritornare sobrii, pozione che loro tenevano ben segreta.
Un bel giorno do ricordò al conte Abelardo che era giunto il momento di far tornare Gregozio al castello, anche perché quelli erano i patti e Matilde si sarebbe certo offesa, oltre a soffrirne parecchio, se il figlio non fosse tornato.
Così fu; solo che Gregozio volle portare con sé Desiderio e Levante, che furono suoi ospiti per alcuni mesi.
In quel periodo Gregozio mostrò loro alcuni testi della biblioteca, dove c’erano immagini meravigliose di mare e di terre lontane che incantarono Desiderio.
Levante lui si dedicò, anche con l’aiuto e i consigli di do, alla conoscenza della musica, che approfondì con profitto, gratificando le serate con i suoi stornelli.
Desiderio e Gregozio intanto stavano sviluppando un progetto ardimentoso, cioè quello di osare una grande avventura per mare, oltre il bordo che si scorgeva , fino a scoprire nuove terre e nuovi uomini.
-..perché tu ne convieni con me, Desiderio, che non è possibile che noi qua siamo i soli sulla terra..sarebbe ridicolo che Dio avesse creato solo un fazzoletto di terra e pochi uomini…basterebbe un’epidemia di febbri alte che quasi tutti sarebbero estinti.. per forza ci sono altre persone e altre terre. .
- sì, anch’io la penso come voi Gregozio- son sicuro che esistono altri uomini e altre terre sconosciute, ben oltre questi confini..,basta andarle a cercare..ma questo si può fare solo con una grande nave e molti uomini e denaro, molto denaro..
-Io avrei un’idea , Desiderio..ma diamoci del tu, che ormai sei come un fratello per me…
- Ditemi dunque della vostra idea…
Gregozio gli espose un piano davvero ardimentoso, complesso, ma non impossibile, in cui si sarebbe coinvolto tutto il villaggio dei pescatori, meno un gruppetto.. ma anche si trattava di esporre il progetto al padre Abelardo..perchè da soli non sarebbero riusciti a procurarsi tutto quanto serviva alla grande avventura.
In quel periodo era stato fatto un nuovo Papa, che voleva combattere gli eretici e far diventare il papato molto forte. Allo stesso tempo le terre di Abelardo erano state attaccate ai confini dal conte rivale Eusebio il temerario che voleva prendersi una fetta delle terre di Abelardo, che arrivavano fino al mare ed erano più coltivabili. C’era il rischio che fra i due scoppiasse una guerra.
Gregozio analizzò la situazione e dopo alcuni giorni in cui si rinchiuse nella biblioteca con Desiderio, pianificò un bel discorso da fare al padre.
-Padre mio, ho saputo che il vostro rivale Eusebio sta attaccando i confini e che preme per avere le vostre terre…
- è così figliolo…un momentaccio..
- bene.. ho anche saputo che il nuovo Papa è dalla vostra parte..
- è vero anche questo…e allora ?
- padre, io avrei un progetto meraviglioso, ma ci serve il vostro aiuto ..e anche quello del Papa
-ma cosa ti sei messo in mente Gregozio ?? Non sarà mica una delle tue invenzioni ?!
-Certo padre…ho anche progettato qualcosa che certo vi sarà utile..però specialmente ho un piano..grandioso ,padre, davvero grandioso..
- e cosa hai progettato, dimmi dunque !
- ecco qua.. vedete questi disegni ? li ho fatti io..sono strumenti di difesa..
- ma che cosa sono ?
- una cosa semplice… basta mettere insieme delle grate e conficcarci dentro dei chiodi avvelenati ,poi sistemarle ai confini.. vedrete che attaccheranno di meno…
- e dove troviamo tanto veleno ?
-oh,per quello ci penserà la madre di Desiderio..
- ma ci vuole tempo per fare queste grate !
- sì, ma voi ingannerete Eusebio creando un aggio cieco… loro eranno là in mezzo e i nostri soldati attaccheranno dall’alto, basta un manipolo…e gli altri costruiranno le grate sugli altri bordi del confine..
-ah,perbacco.. è un’idea di tutto rispetto…la faccio mia..
-e però padre non finisce qua..mentre Eusebio sarà lì incastrato nel tranello boschivo, voi, cioè io, partirete alla scoperta di un nuovo mondo e nuove terre.. così che Eusebio vorrà imitarvi e lascerà perdere i confini..
-ma che dite figliolo ?! se sarò impegnato per terra non potrò farlo anche per mare….ed Eusebio potrebbe invaderci…una volta scoperto il trucco delle grate ! e sapendo che noi siamo per mare…no, figliolo, questa idea è pessima..
-..padre, ascoltatemi e sarà la vostra salvezza..voi avrete l’aiuto del Papa..sarà lui a finanziare la spedizione…
- ..ma figuriamoci se il Papa vuole fare una spedizione….e dove troviamo gli uomini ?? no, figliolo, questa idea è pessima..
- .. ragionate Padre… gli uomini ce li ho… son quelli del villaggio…partirebbero quasi tutti.. voi dovete solo trovarci una nave e dei quattrini….parecchi.. e quelli ve li darà il Papa .. vuole o non vuole diffondere la fede nel mondo ?
- ah ma voi siete completamente matto.. diffondere la fede in paesi che non si sa quali siano e dove siano ..ma no..no..non chiederò questo a Sua Santità..
-.. padre, siete testardo molto…. Ma è facile che ci siano atre terre e altri uomini da conquistare alla fede.. già sappiamo che la terra è quadrata., anzi rettangolare...per cui se prendete la diagonale e poi girate da un lato, per forza avrete incontrato altre terre e altra gente.. guardate qua.. – e gli fece uno zig zag sulla carta mappamondo..
- figliolo, intanto magari se andate dritto arriverete prima..invece di fare zig zag.. e poi se parte una sola nave e affonda…beh.. sai che scoperta che avrete fatto..
- benissimo, chiedete dunque due navi.. cercheremo altri uomini nell’altro villaggio…
- ah questa poi ! e i villaggi, di cosa vivranno senza pescatori né pesce ?
-Semplice, bisogna unire i villaggi e lasciare abbastanza pescatori…i marinai non potranno essere tutti gli abitanti dei due villaggi…
- dite davvero ? ma come spiegare al Papa i vantaggi di questa spedizione ? la fede sì… però…le navi costano e i vantaggi andrebbero tutti in preghiere..non accetterebbe mai ! a meno che..
- ..mi leggete nel pensiero, padre ! le ricchezze che scopriremo andranno quasi tutte al Papa..a voi andrà il territorio del vostro rivale..Eusebio sarà furibondo… già me lo vedo.. è lui che fomenta l’eresia…si merita dunque un castigo…
- Non credo figliolo che si possa fare, troppo ardimentoso come progetto….e non vedo i vantaggi per il papato!
-almeno parlategliene, solo così si capirà quante possibilità abbiamo…
- e sia.. verrete anche voi con me.
Dopo alcune lettere e alcuni giorni, Abelardo fu ricevuto dal Papa, che restò perplesso e chiese del tempo per riflettere e consigliarsi con i suoi ministri.
Infine la risposta giunse.
Il Papa avrebbe finanziato la spedizione con due navi, ma una per territorio, una nave per Abelardo e una per Eusebio; in cambio Eusebio avrebbe rinunciato alla sua guerra di confine. Ma c’era una clausola ben precisa : i tesori della scoperta sarebbero andati alla Chiesa in gran parte, in caso di vittoria; e, in caso di mancata scoperta di terre, uomini e tesori, in caso di fallimento della spedizione, i due contendenti avrebbero ceduto i loro terreni alla Chiesa.
Fu stabilita una specie di tenzone, ognuno sarebbe partito con la sua nave e chi avesse vinto avrebbe ceduto parte dei tesori al papato, ma avrebbe tenuto per sé le terre conquistate ; chi avesse perso avrebbe ceduto le terre che già possedeva.
-
Ma chi me lo fa fare a queste condizioni ! esplose Abelardo davanti al Papa- mi basta fare Abelardo, i vostri confini sono in grave pericolo, Eusebio ha schierato tutte le truppe e se n Eusebio deve accettare, in cambio gli leveremo la scomunica e gli lasceremo le sue terre, c
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-..ma il Re, che dice ? ancora non è stato informato da noi.. che prima volevamo sentire vo -Il Re accetta, a lui va bene..ci deve ancora ringraziare che l’abbiamo sostenuto…se non er Capisco..Quand’è così, accetto senz’altro- rispose pensieroso e umile Abelardo. Una nave Riceverete tutto quanto nei prossimi tre giorni e un messaggero sarà subito inviato ad Euse Abelardo si accomiatò col figlio Gregozio e insieme raggiunsero Desiderio, che li attendev Quando giunsero al castello, Matilde , alla notizia, cadde in disperazione, perché il figliolo Chiese dunque di essere ospitata in convento fin che Gregozio non fosse ritornato, ma Abe Matilde non accettò questa seconda soluzione, perché o si faceva suora subito o tanto valev Abelardo si trovò spiazzato e dovette accettare che la consorte si recasse al villaggio per di Aurelio a quel punto si offrì si fare compagnia ad Abelardo, in assenza della moglie, ma A Lui,per quanto solitario alcun tempo, se la sarebbe cavata. Aurelio preparò i figli alla partenza, anche se Couson non partì, proprio non se la sentiva. Esperia fu lieta di ospitare Matilde e insieme pregarono a lungo e prepararono lozioni e po Fu un periodo di grande fermento. Eusebio, per contro, accolse malissimo la notizia, tuttavia, fiducioso nel successo della spe Desiderio fu nominato capitano, cosa di cui Aurelio andò fiero. E infine giunsero le due navi : Serena e Gesta, così furono chiamate, la prima al comando Aurelio fu invitato a partire a sua volta, ma rifiutò per seguire gli ordini di Abelardo, il qua Le navi salparono, con un bel po’ di strumenti, e con molti eretici, che furono imbarcati qu Consapevoli della grande responsabilità che si erano assunti, Gregozio e Desiderio diedero Per fortuna Gregozio aveva inventato uno strano aggeggio, fatto come un grande corno, pe Avevano percorso poche miglia che Gregozio, che si stava riposando a poppa, dopo aver is Sobbalzò e con suo grande stupore vide davanti a sè la maga Ersilia, quella che lo aveva ri Ma voi siete Ersilia ! qual buon vento vi porta su questa nave ? E’ stata un’idea di vostra madre- rispose la maga- che mi ha pregato di portarvi consiglio e E Desiderio, lui chi lo assiste ?- reagì Gregozio, anche per lui ci dev’essere un buon esito. Ah certo, state tranquillo… con le mie ali impermeabili potrò aiutare sia te che lui…ma int Ma cos’è questo tubo ? È un cannocchio marino..se sfregate la lente con acqua di mare, vedrete quello che vi sta lo Oibò… ma è fantastico… avevo già avuto una simile idea, ma non ho avuto il tempo di co Usate questo dunque e vedrete che vi sarà utile..molto utile..infatti ho copiato i vostri diseg E Desiderio ? datene uno anche a lui… Lui lo ha già ricevuto… lo troverà sul tavolo della sua cabina…con un foglio d’istruzioni.. Ersilia, come dovremo fare per evocarvi in caso di bisogno ? Dovrete voltarvi a est, dove sorge il sole..e gridare forte il mio nome ..dopo poco io vi risp e la notte ?
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La notte anche sarò con voi, ma volerò con un calesse trainato da due aironi metallici che m Ecco da chi ho preso !- ridacchiò Gregozio- ma scusate maga. ..- è un dono che mi resterà Solo se sarete giusto e probo.. diversamente tutto quello che costruite e inventate diventerà Oh, non sia mai ! saprò essere giusto e probo, ne son certo. Ersilia si allontanò svolazzando fra le nubi biancastre. Subito dopo arrivò un sole caldissim La nave non procedeva come previsto e i marinai si stavano dando a condotte sguaiate, tem Gregozio pensò che forse farne frustare un paio sarebbe stato d’esempio per tutti, ma si ric Infine il vento riprese a soffiare, le vele s’ingrandirono di brezza, e tutti si rimisero ai loro Gregozio era a prua quando pensò di usare il regalo di Ersilia. Bagnò la lente in acqua di m Ponente, che si era imbarcato con lui e lo stava osservando, domandò che cosa vedesse. Non so come chiamarlo, è come un gigantesco pesce che si tuffa e si rituffa… guardate anc Ma è enorme , capitano ! se urta la nave siamo fritti..bisogna fare manovra..e alla svelta.. Il pericolo è se si tuffa sotto la nave…fin che la vediamo possiamo evitarla…andiamo subi Un gran colpo si udì al fianco destro della nave, e i marinai si misero a urlare di paura. In men che non si dica il veliero fu rovesciato come in dietro front , la poppa era direzione Capitano, stiamo tornando indietro !- gridò Levante- dobbiamo virare ! Un momento.. se questo è avvenuto ci dev’essere un motivo..andate di sotto a vedere come Appena Levante se ne fu sceso, Gregozio consultò Ersilia, scusandosi di disturbarla così p ma state tranquillo- disse la maga- è Nettuno che ha dato un singhiozzo, ogni tanto gli pigl maga, ma ogni quanto gli piglia di fare così.. gli uomini si stancano… e va bene…per stavolta ve la rigiro io, la nave, ma fate attenzione, se succedesse ancora, a La nave sobbalzò , si rigirò su stessa e tornò come prima : il potere di Ersilia era davvero g I marinai temettero in un tornado e presero a tremare di paura, che certo sarebbero affogati Date loro del succo nero- ordinò Gregozio a Levante. Quanto ? - un barile fin che non siano calmati. del tutto. Ma se sia addormentano ?.. Fa niente… poi li svegliamo con una bella secchiata d’acqua.. E voi non ve volete, di questo dolce succo ? No, grazie, io bevo il succo di ginepro e tuberi.. me l’ha dato vostra madre… anzi, bevete a uhmm, è buono..ma perché non me lo ha mai detto mia madre che sapeva fare questa mera E bevve fin che gli occhi non gli diedero una visione doppia e credette di vedere quattro al Si risvegliò solo dopo varie ore. Nei giorni seguenti la navigazione fu tranquilla e le due navi si avvicinarono. Col corno marino Desiderio e Gregozio potevano parlarsi. Gregozio venne così a conoscenza che gli eretici non volevano saperne, una volta scoperte
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Meglio restare nelle nuove terre e fondare una nuova città, magari una contea indipendente Ma è inaccettabile !- commentò Gregozio- questo ci impedirebbe il ritorno… Gregozio , questi sono eretici, che volevate che dicessero ? e comunque state tranquillo pe Giusta osservazione.. anzi potreste incoraggiarli.. Ah no…questo mai..io son fedele al papa..e al re ! Mentre stava parlando con Gregozio, un colpo gli arrivò da sinistra, proprio nei garretti.. A chi siete fedele voi ?- gridò un marinaio che l’aveva udito. Ah..ma scherzavo..mica volete che racconti a Gregozio dei vostri piani…deve credere che Carino un fico secco, rispose il marinaio.. se ci tradite-zac !- vi butteremo a mare, sappia – Ma andiamo…lo so perfettamente ! allora dite al vostro amico che qua è tutto tranquillo.. chiaro?- e gli puntò un coltellaccio n - Gregozio- urlò Desiderio- qua hanno fame di avventura..non preoccupatevi…per ora è tu Gregozio rispose che c’era stato un errore di manovra- ma che non era accaduto nulla di gr Lo esortò tuttavia a fare attenzione a certi grossi pesci, che si potevano forse vedere col ca Il canocchio marino ? sarà mica quell’aggeggio che ho trovato sul tavolo ? Non so chi l’ab Beh, sì… quasi… bagnatelo con acqua di mare..e vedrete a distanza. Fantastico ! ò sempre il canocchio allora ! Si salutarono. Il marinaio, pensando che il canocchio fosse un castigo, afferrò Desiderio per le braccia e l Prontamente altri eretici marinai, che avevano paura di non arrivare a destinazione, se aves Dopo di che i due aggressori furono appesi per ore fuori del ponte, con loro grande spaven Desiderio, appena se ne accorse, fece interrompere il castigo e mise i dissidenti in cucina a A lui la violenza non piaceva proprio. In seguito spiegò loro e a tutti quanti che il canocchio era uno strumento di grande utilità e Dopo un mese, e oltre, di navigazione, ancora non s’intuiva un lembo di terra. I marinai delle due navi erano molto nervosi e sovente avano il tempo a fare congettur Qualcuno disperava, altri reagivano con euforia. Il morale dei due equipaggi era così sempre oscillante che i due capitani dovevano cercare Gregozio accettava di discutere con l’equipaggio per risolvere i loro dubbi e ottenere magg Qualcuno restò comunque perplesso e non cessava di tormentare il capitano. -ma come fate ad essere sicuro che troveremo le Indie, posto che la terra è quadrata, o meg - guarda che non è quadrata, ti sbagli, la terra è ritonda .. convinciti una volta per tutte…un -ah ..ora dite che è tonda, ma prima di partire una volta avete detto che è rettangolare o qua - forse, perché ancora non avevo studiato bene il procedimento di Eratostene..ma in seguito - ma non è che con quel fatto che vi siete sbagliato una volta, magari vi siete sbagliato due
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e magari avete calcolato male la distsnza..- magari è più lunga…e se così fosse finiremo sp - ma che dite !- sbottò Gregozio- ho ben fatto e rifatto i calcoli la distanza è 4400 km, né u - va beh.. staremo a vedere… - commentò secco il primo marinaio. In quel momento si levò in cielo un grande arcobaleno. Vedete, questo è un messaggio divino, promette bene..- osservò Gregozio- coraggio, restia Capitano, guardate !- era Levante che parlava- questo arcobaleno appena comparso è già s L’altra nave si avvicinò un poco a quella capitanata da Gregozio; tramite il corno marino, D Gregozio, come intendete voi queste oscillazioni di arcobaleno.. mi sa che fra poco si mett Suvvia Desiderio, da che mondo è mondo l’arcobaleno è un segnale positivo di bel tempo. Non aveva terminato di parlare che dal cielo scese una pioggia torrenziale, che costrinse tu E subito dopo cadde anche la neve, che però si sciolse presto, in quanto ricomparve l’arcob Gregozio si sentì mancare dallo spavento, in quanto una cosa simile non l’aveva mai vista Per capirci qualcosa pensò di chiamare la maga Ersilia, che invocò da sopracoperta. Maga, qua sta succedendo qualcosa di assurdo, non sappiamo più regolarci col tempo… ch Ah, ma siete davvero infantile, Gregozio..non avete capito che il mare è abitato da divinità Sono i Telchini che stanno litigando, lasciateli fare..tanto ormai ha vinto Tamanta e l’arcob -ma chi Tamanta ? - ma quante domande… guardate che ho fretta oggi.. devo tornare a terra che ho una certa -e venti, ne avremo di propizi ? -penso di sì.. ma oggi ho fretta.. se non arrivano fatemi un fischio domani stesso che vedia Ersilia scomparve e Gregozio si sentì assai rassicurato. Desiderio invece era inquieto, ma non aveva chiamato la maga: era preoccupato perché do Vieni via con me…coraggio non temere.. Chi poteva mai essere , si domandava, perché il fratello le aveva udite certamente quelle p In effetti la voce tornò,e fu desiderio stesso a udirla. _ fratello, avete ragione, odo la voce io stesso, ma non vedo nulla in mare.. -prendete il canocchio, presto… -eccolo.. sto puntando a est..nulla.. a ovest… nulla.. -ma puntate dritto perbacco ! - ohh ! fratello mio, vedo una strana forma, un po’ pesce, un po’ serpente, ma con lunghe c - fate vedere.. ma sembra caruccia..a parte le squame..che vorrà da noi ? sentite come canta bene ! Guardate ha le pinne…è un mostro marino..occorre stare in guardia.. Ma che mostro, quella è carina proprio..e che bella voce che ha… io quasi quasi le rispond Guardatevene bene,potreste cadere in trappola.. Ma no… ma quale trappola..ora le dico qualcosa..
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Non fece in tempo a provare che Desiderio gli tappò la bocca e anche gli occhi, gli diede u L’apparizione , che pareva in tutto una sirena, scomparve dopo qualche miglio. I giorni seguenti furono tranquilli, il vento soffiava favorevole. I due capitani tenevano il d Quando giunsero alla giornata di giovedì, ecco che fu avvistato un branco di strani animali Costoro emettevano dei suoni spaventosi, uscivano ed entravano nell’acqua, con grandi tuf Qualcuno di questi strani animali dava dei colpi sull’acqua facendo vedere delle pinne giga Le due navi si diedero l’allarme: la paura era paralizzante. Era almeno una quarantina di st Come niente quel branco avrebbe potuto rovesciare le navi, forse li avrebbero sbranati,e qu Gregozio prese il canocchio marino e studiò il branco che restava sempre a una certa distan Che fare ?- pensò – forse potremmo accelerare, magari questi esseri sono meno veloci.. Si consultò con Desiderio che fu d’accordo nell’accelerare, ma poco, per vedere cosa capit Decisero anche di far cantare Levante, a voce molto alta. Il branco seguì le navi, dividendosi, ma con grande sorpresa la maggior parte del branco se Gli animali si tuffavano in continuazione e battevano colpi sull’acqua, come eccitati dalla Levante cessò di cantare, ma il branco continuava a seguirli, senza tuttavia avvicinarsi trop -Non c’è niente da fare- concluse Desiderio- lasciamo che ci seguano, non fanno altro che - ah, bravo ! e se poi ci assaltano all’improvviso ?- reagì Gregozio- io sparerei due o tre co - assolutamente no..amano la musica e non le cannonate.. lo sapete che detesto la violenza, Gregozio accettò di non sparare, ma si bevve un bel po’ di succo di ginepro, che gli era ven Dopo qualche miglio, il branco li lasciò, pur continuando a fare salti su e giù nell’acqua e a Gregozio si convinse che in fondo prima di usare le armi era miglior cosa contare almeno f Il branco si era allontanato perché ormai mancava poco alla terra e loro, come branco, pref Infatti, il mattino seguente, un marinaio che si stava fumando un sigaro a prua, gridò fortis Terra, terra ! Fate vedere- intervenne Gregozio usando il canocchio.- è vero ! terraaaaa !- e baciò il mari I due equipaggi che erano di circa trenta persone caduno, si prepararono a sbarcare, prima Fu deciso che, per sicurezza, non sarebbero scesi tutti, ma solo due piccoli gruppi in avans Così in cinque , fermata la nave a una certa distanza dalla costa, scesero a riva sopra una p La prima cosa che videro fu una spiaggia di colore rosato, con dietro folti alberi molto alti. Poi qualche uccello che saltava sulla sabbia, con penne sgargianti. E con loro uomini e don Ma sono ignudi ! almeno le donne si potevano mettere le mutande.. che rozzi !- commentò Ma guarda che qualcuna ce l’ha le mutande.. qualcuna sì, qualcuna no.. avran finito la stof Ma certo che son proprio dei sempliciotti.. neanche un giacchetto, un pantalone..e tutti que Ma qua fa caldo… che se li mettono a fare i pantaloni, scusa ! piuttosto chissà se capiscono che dite ?-precisò Desiderio.
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Prova tu a dire qualcosa… va’ avanti , noi restiamo qua fermi dietro di te. Piacere.. io sono Desiderio, figlio di Aurelio e di Esperia…sono di Italia..conosci Italia ?- Ah ah- fece l’indigeno- e piantò una lancia a poca distanza davanti a lui- benvenuti…siete Non capisco bene cosa dice- commentò Desiderio rivolto a Gregozio- e adesso che gli dico ripeti cosa dice lui.. digli tu benvenuto..ah ah.. No, tu benvenuto- rispose l’indigeno- io già qui da tempo..tu appena arrivato ..mandato da Benvenuto benvenuto- rispose Desiderio- cielo mandato ah ah..via mare Cielo mandato .. tu aspetta qua..dietro mia lancia.. Ma che fa ?- domandò Gregozio- se n’è andato nella boscaglia.. bel maleducato.. Ma statti zitto- reagì Desiderio- aspetta un momento, vedrai che torna..piuttosto mi scappa Carucce, sì…ma tu falla, se ti scappa, ti scappa..- sbottò Gregozio. Non ci riesco così davanti a loro..mi giro verso di te,scusami..- rispose Desiderio. Eh, ma che modi hai preso ! attento.. che se mi schizzi..- Gregozio si sentì offeso. Pi Pi.. – Desiderio fece segno agli altri indigeni rimasti dietro la lancia- mi volto ! Pi pi potoo- rispose uno di loro e rise. Infine Desiderio si voltò ancora verso di loro e vide arrivare due indigeni insieme a quello Ma che ci sarà mai dentro alla botte ? – Gregozio ebbe un po’ paura. Boh, vediamo..- rispose Desiderio- vuoi vedere che ci fanno un pensierino di benvenuto.. s Infatti l’indigeno capo scoperchiò la botte e gli mostrò il contenuto: erano dei pappagalli m Ah, che pensiero gentile… sono belli.. ma sono troppi..bastano due o tre..- Desiderio si sch Ah ah- reagì l’indigeno-sono per voi Cielo venuto !.. tu prendi regalo.. Hai visto Gregozio, cosa ti avevo detto ! e noi che gli si dà? Ci facciamo la figura dei tacca Oh.. diamogli diamogli.. una giubba.. una di queste nostre, così si coprono..- rispose Grego Dagli la tua, dai! Io sento freddo.. è la stanchezza. E va beh… tanto ne ho altre due…- Gregozio si levò la giubba decorata e la porse all’indig Costei ammirò i galloni, li staccò con un morso e se li mise per decoro intorno alla vita, po Io e te uguali..ah ah… Ah ah.-rispose lui. L’indigeno fece segno a Desiderio di seguirlo, ma Gregozio lo bloccò. Digli che torniamo domani.. adesso portiamo il barile sulla nave e ci riposiamo.. hai visto c Va bene ..Cielo-mandato ritorna domani…- Desiderio fece dei segni all’indigeno che semb Si salutarono e si diressero ognuno nella propria direzione. Appena sistemati sulle navi, Gregozio spiegò che l’oro c’era di sicuro, l’aveva visto al coll Avrebbero organizzato una spedizione per trovare dove lo tenevano nascosto Desiderio propose di dare un nome al territorio, e dopo una lunga discussione fu deciso di Gregozio fece un discorso abbastanza solenne in cui ribadiva che la terra era rotonda, che i
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Commentò che si trattava di esseri primitivi che non sembravano aver mai conosciuto la ci Inutilmente Desiderio cercò d’invitarlo a maggior prudenza nel giudicare, perché si vedeva La spedizione nell’interno partì il giorno seguente. Il manipolo dei bianchi navigatori entrò nella foresta trovando via via tucani, civette bianc Qua e là udivano come un frusciare, ma non videro mai nessuno sbucare dalla boscaglia. Infine giunsero a una specie di laghetto. Che vuoi fare ?- domandò Desiderio- fermarti o attraversare ? che diamine !- reagì seccato Gregozio- attraverseremo , ma prima riposiamoci un poco, tre Io mi metto a riposare qua dietro a questa grande pianta.. che tutti quegli animaletti del lag Ah, quelle gialle … e cosa vuoi che siano se non rane..sei pauroso Desiderio.. I marinai soldati si sdraiarono nell’erba, qualcuno anche in prossimità del laghetto. All’improvviso una rana di cinquanta centimetri si avventò su uno di loro e gli diede un m Il marinaio gridò dal gran dolore e si accasciò a terra. In breve tempo altri furono colpiti dalle rane assassine, così si chiamavano, e caddero in de Un serpente d’acqua sgusciò fuori e si avvolse intorno alle gambe di altri due, poi li morse Anche questi caddero in delirio. Desiderio ordinò di fare subito un’incisione là dove erano stati punti, ma non ci fu nulla da Gregozio perse il controllo e cominciò a pensare d’essere caduto in un tranello;. Gli uomini bianchi si nascosero nella boscaglia, ma tosto uscì dalla vegetazione un manipo Poi sbarrarono loro il cammino e si misero sul bordo del laghetto, così non avrebbero potu Desiderio riconobbe l’indigeno che gli aveva regalato i pappagalli e fece segno di volergli Sta attento !- gli gridò Gregozio, restando impietrito dietro di lui. L’indigeno si ò la lancia davanti due volte e poi la piantò davanti. Che vuoi dire ? parla !- intimò a Desiderio Scusate… signor… Surucucù mio nome..forse.. Signor Surucucù… scusate..ma perché ci fate questo ? volevamo solo conoscere il territori Cielo-mandato e giacca -senzagalloni avete mangiato parola data.. stamattina non eravate a Non capisco… non capisco.. Gregozio è fatto così..voleva conoscere il territorio… chiedo Ah ah- rispose l’indigeno..riposino no… Ma che riposino e riposino…- sbottò Gregozio che non ne poteva più di tutte le smancerie l’oro è là, oltre il lago…avanti circondiamoli ! Gregozio gettò a terra Desiderio, poi fece segno agli uomini rimasti di circondare l’indigen L’indigeno fu gettato a terra a sua volta, ma altri indigeni intervennero e lanciarono frecce Molti furono colpiti e Gregozio dovette arrendersi. Il capo indigeno si avvicinò a Desiderio che non l’aveva aggredito e gli disse:
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Giacca-senza galloni sa dov’è oro… ma oro è nostro.. noi data amicizia, voi tradito..ora lu Mentre parlava, uno dei marinai soldati che stava nascosto nella boscaglia, sparò una fucil Il manipolo degli indigeni fu sgominato e tutti furono uccisi. Desiderio pianse, ma non sapeva che fare, lui non aveva sparato un solo colpo e non aveva Gregozio riunì gli uomini , e ordinò di proseguire la marcia, oltreando il laghetto. Desiderio tacque e li seguì mesto. Una volta giunti all’altra riva, dopo poco ricercare , scoprirono una grotta tutta piena d’oro Tornarono alla grotta anche nei giorni seguenti, ma senza Desiderio, che restò sulla nave a Era così intento a scrivere che non si accorse che una zattera di indigeni era prossima alla n La nave fu colpita da frecce infuocate e prese fuoco, ma Desiderio riuscì a domare l’incend Quando Gregozio tornò dal suo saccheggiò, Desiderio gl’ impose di accettare se stesso com E da quel giorno i rapporti con gli indigeni migliorarono. Desiderio ricevette dell’oro e del mais e della manioca da portare in patria, ma promise agl Gregozio , quando rientrarono in patria, spiegò che avevano sottovalutato la presenza di pr Sarebbe dunque ripartito con soldati armati fino ai denti. Quando il ministro del Papa e il re gli domandarono di leggere il diario di bordo, Gregozio Eppure, Maestà, son sicuro di averlo scritto e scrupolosamente !e i miei uomini possono te Vi crediamo,, tuttavia questa leggerezza non va a vostro favore…e come non bastasse avet Eccellenza, gli uomini erano pochi.. ho fatto come ho potuto.. ma l’oro ve l’ho portato.. E voi Desiderio, neppure voi avete tenuto un diario di bordo ?- chiese IL RE.. Gregozio sa bene che l’avevo consegnato a lui ..purtroppo è andato smarrito.. _ davvero inconsueto..per due capitani.. Gregozio guardò Desiderio ringraziandolo con gli occhi perché come amico non l’aveva tr Desiderio rifiutò di ripartire, con la scusa che aveva preso certe febbri e che due suoi fratel Esperia , sua madre e Matilde, rividero i loro figlioli con grande giubilazione, pur rimpiang Ma cos’hai figliolo ?- domandò Aurelio al figlio DesiderioPadre, abbiamo perso due volte.. ho perduto i fratelli a me cari, abbiamo perduto l’amicizia Metti subito via quella cosa..nascondila, sotterrala.... io ringrazio il Signore che ti ha restitu Troverai una bella moglie e onesta, che ti farà felice… Speriamo padre…- Desiderio pianse fra le sue braccia e abbracciò anche il fratello. Il Re, che aveva intuito fosse accaduto qualche dissapore fra i due capitani, convocò Desid
FINE
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Frontespizio
Diritto d'autore
I due velieri