Tesina
“Dall'orientamento al mondo del lavoro”
ART. 1
“L'Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro” Giuseppe Galilei classe 3^B a.s. 2011/2012
Attraverso il lavoro quotidiano l'uomo provvede al sostentamento personale e della propria famiglia. L'attività lavorativa, oltre a garantire uno stipendio con cui vivere, deve anche dare a ciascuno la possibilità di realizzarsi “per affermare la propria autonomia e indipendenza e cooperare al benessere sociale”. Per questo tutti, oltre ad avere diritto ad un lavoro, hanno diritto di sceglierlo liberamente e di chiedere condizioni e trattamenti equi. Sia la Dichiarazione universale che la costituzione italiana tutelano questo diritto sociale. Ai lavoratori , oggi, viene riconosciuta la possibilità si aderire a sindacati che ne difendano gli interessi, di avere ferie retribuite e di assentarsi in caso di malattia. Tutto ciò è frutto di tante battaglie portate avanti negli anni. SFRUTTAMENTO SUL LAVORO (dalle origini a oggi) Lo sfruttamento dei lavoratori ha origini molto lontane; gli Europei incominciarono a colonizzare gli altri continenti alla fine del XV secolo. I portoghesi, cercando una rotta che li portasse in India, costeggiarono sempre piu' verso Sud il versante atlantico dell'Africa, fondando piccolissimi insediamenti lungo le coste. Gli Spagnoli, come è noto, con Cristoforo Colombo raggiunsero le terre americane ; quando gli uni iniziarono a portare in patria i prodotti africani e gli altri quelli americani, era iniziato lo sfruttamento.Gli americani, fino ad allora dediti all'agricoltura allo scopo di autosostentamento, si dovettero dedicare alla quasi esclusiva produzione di cotone e canna da zucchero, inoltre, essendo immensi i territori americani da sfruttare e pochi gli abitanti , gli europei trasportarono i robusti neri africani da una costa all'altra: era iniziato il fenomeno della schiavitu' (si calcola che in 300 anni 30 milioni di uomini e donne furono mandati a morire di fatica e di malattie in Brasile, Cuba, Haiti e nel Sud dei futuri Stati Uniti). Inoltre il territorio africano venne utilizzato per la produzione di uno e un solo prodotto, come ad esempio il sapone estratto dalle palme. La monocoltura venne utilizzata anche nelle Filippine e in Malesia ; successivamente (nel Settecento) gli Inglesi colonizzarono e sfruttarono Australia e Nuova Zelanda per la produzione di lana, cotone e juta. Cio' è accaduto anche in altre terre e ha significato l'irreversibile impoverimento di alcune paesi e l'arricchimento di altri.
A partire dall'ottocento, in Europa e negli Stati Uniti si formarono associazioni di operai con lo scopo di migliorare le condizioni lavorative e di ottenere il riconoscimento di alcuni diritti fondamentali. I primi “sindacati” furono le Trade Union inglesi nel 1824, seguite dalle leghe si nel 1864; il movimento operaio ispirò partiti e gruppi politici di indirizzo popolare e socialista, moderati e rivoluzionari. Lo sciopero, cioè l'astensione temporanea dal lavoro, è il mezzo che i lavoratori usano per ottenere concessioni dal datore di lavoro (pubblico o privato). Fu praticato fin dall'ottocento ma per molti anni fu considerato illegale dai governi e represso con l'utilizzo delle forze armate. In Italia i primi scioperi risalgono al 1868, guidati dall'esule anarchico russo Mikhail Bakunin. Oggi lo sfruttamento dei lavoratori nella maggior parte dei casi è cambiato, per lavoratore sfruttato si intende un lavoratore a cui vengono calpestati i diritti: sottopagato, costretto ad orari di lavoro massacranti senza sicurezza. A questo oggi ricorrono molte grandi multinazionali che spostano le loro industrie dai paesi sviluppati del nord del mondo, in cui i lavoratori difendono i loro diritti, a quelli meno sviluppati del sud in cui la manodopera costa meno. Inoltre molte di queste industrie sono molto inquinanti, vengono spostate in questi paesi dove non esiste il concetto di tutela dell’ambiente. Inoltre non sono meno importanti i tanti episodi di sfruttamento minorile. Va aggiunto che anche nel mondo del lavoro si sono verificate, e non ancora del tutto
risolte, forme di discriminazione nei confronti delle donne le quali si sono rese protagoniste di lunghe battaglie: secondo le stime ufficiali, in Italia le donne (che sono più studiose degli uomini, sia in numero di laureate che di voto finale) restano ancora escluse da posti di “potere”. Anche oggi, nei paesi dove il diritto al lavoro è riconosciuto, la piaga dello sfruttamento, in alcuni casi anche della schiavitù, è ancora radicata e diffusa. Ne fanno le spese soprattutto i migranti che hanno ato illegalmente i confini, finendo spesso inconsapevolmente nella rete di un sistema malavitoso che, approfittando della clandestinità, brutalizza e sfrutta la manodopera, arricchendosi con un vero e proprio commercio di uomini. CHI DIFENDE I LAVORATORI Oggi a difendere i lavoratori ci sono molte leggi, come per esempio degli articoli della Costituzione italiana. Addirittura esiste uno “Statuto dei lavoratori”,la legge n. 300 del 20 maggio 1970, recante "Norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell'attività sindacale nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento", che è una delle norme principali del diritto del lavoro italiano. La sua introduzione provocò importanti e notevoli modifiche sia sul piano delle condizioni di lavoro che su quello dei rapporti fra i datori di lavoro, i lavoratori e le loro rappresentanze sindacali; ad oggi di fatto costituisce, a seguito di minori integrazioni e modifiche, l'ossatura e la base di molte previsioni ordinamentali in materia di diritto del lavoro in Italia. A valore internazionale esiste la Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo, edita dall’ONU nel 1948, gli articoli riguardanti il lavoro in particolare sono il 4,il 23,il 24.
IL LAVORO E LA GLOBALIZZAZIONE Oggi grazie alla facilità delle comunicazioni, all'economicità dei trasporti e alla possibilità di rivolgersi a un mercato mondiale è scaturito il fenomeno detto “globalizzazione”. Molte società di grandi industriali hanno raggiunto dimensioni e ricchezza tali, che spesso superano, nei loro bilanci, le cifre di alcuni Stati; queste supersocietà, proprio per le caratteristiche di essere presenti in diverse nazioni, vengono chiamate multinazionali. La globalizzazione pone le sue radici nel colonialismo, però, mentre il colonialismo si “accontentava” di trasformare il mondo in un mercato e quindi di far confluire nei Paesi ricchi da quelli sfruttati i prodotti che più interessavano, la globalizzazione sposta la produzione là dove le conviene di più perché costa meno e dove le regole per la sicurezza sul lavoro sono più malleabili. Fino al 1970 esisteva un accordo internazionale detto di Bretton Woods dal nome della città dove era stato stipulato, che regolava l'economia internazionale e proteggeva le nazioni più deboli. Dopo quella data si andò verso un mercato unico il cui il denaro (capitale) poteva spostarsi dove più conveniva. Ciò permise di costruire fabbriche e centri di produzione in altri Stati e, di conseguenza, nel paese di origine delle società molte persone sono rimaste senza lavoro con un aggravamento notevole della disoccupazione. Questo fenomeno si è molto sentito in Italia e soprattutto nel nostro Sud dove negli ultimi anni hanno chiuso battenti molte fabbriche soprattutto tessili e calzaturiere contribuendo ad accentuare la cosiddetta “Questione meridionale”.
ORIENTAMENTO Durante il periodo della terza media, un importante o che si compie è quello di scegliere la scuola superiore. L’importanza di questa scelta sta nel fatto che già ci indirizza verso un percorso di studi più o meno specializzato in un ambito disciplinare. Così le scuole si possono già dividere in due tipi: i licei e gli istituti tecnici e professionali. La differenza sta nel fatto che mentre i licei danno una formazione che abbraccia tutti i campi di studio (da quelli umanistici a quelli scientifici) e da soli non bastano per entrare nel mondo del lavoro, i tecnici e i professionali invece sono più settoriali come materie studiate e ti danno la possibilità di entrare da subito nel mondo del lavoro. Talvolta compiere questo o può risultare molto difficile in quanto non si sa se, in futuro, dopo la maturità, si avrà ancora voglia e possibilità di continuare con gli studi e comunque si sente gravare sulle spalle una grande responsabilità. Oggi ci sono molti scrittori come Nicola Cacace che scrivono proprio dei consigli a proposito ( non scegliere adesso la professione che eserciterai in futuro, ma il campo in cui vuoi lavorare;non confondere ciò che desideri con ciò che è meglio per te; scegli la scuola in base alle materie in cui riesci meglio e alle tue capacità; non crearti pregiudizi sulle scuole ( scuole di serie A o di serie B); non scegliere per imitare gli amici e basta seguire tre semplici regole: I. Conoscere se stessi: le proprie capacità ( materie in cui riusciamo meglio), le proprie aspirazioni(in che campo vogliamo lavorare da grandi • area tecnica (istituti tecnici e professionali legati alle tecnologie) • area artistica (liceo artistico, professionale di moda) • area linguistico-turistica(liceo linguistico,istituto alberghiero) • area giuridico-economica-amministrativa (istituto tecnico commerciale) • area scientifica (liceo scientifico) • area sociale (liceo psico pedagogico) • area umanistico-letteraria (liceo classico) non il lavoro che vogliamo svolgere, perché si può anche cambiare idea) e i propri interessi. II. Conoscere le varie scuole superiori (offerta formativa, attrezzature scolastiche, laboratori, progetti) III. Elaborare un proprio profilo (carattere) e confrontarlo con le attitudini richieste dalla scuola. Successivamente, o dopo la maturità o dopo l’università (a seconda della scelta che si è fatta), arriva il momento di entrare a far parte del mondo del lavoro. Si può lavorare in diversi modi: • con i dati: quando si ha a che fare con la registrazione, il calcolo,l’elaborazione di dati statistici, dati anagrafici, dati di mercato, calcoli numerici … • Lavorano con i dati soprattutto gli impiegati amministrativi, i ragionieri, i segretari, i ricercatori di mercato, gli economisti … • con la gente: quando si hanno frequenti o continui rapporti con molte persone (con i clienti, i pazienti, gli allievi …).Star bene con la gente ed avere facilità di rapporti con le persone è una caratteristica indispensabile per tanti professionisti diversi ( insegnanti,negozianti, medici …) • con le idee: quando si producono concetti astratti, idee artistiche, scientifiche … o si riflette su di esse. In tutte le professioni si deve in qualche modo
lavorare con il cervello e quindi con le idee, ma certi lavori richiedono una capacità particolarmente sviluppata di riflettere, ragionare, inventare: è il caso per esempio degli artisti, degli scienziati, dei filosofi … • con le cose: quando si debbono manipolare dei materiali o degli oggetti per produrre o riparare manufatti. Lavorano soprattutto con le cose gli agricoltori o gli artigiani come i sarti, i fabbri, i ceramisti, gli orafi… Dopo aver conseguito i titoli e la preparazione opportuna, arriverà il momento di entrare nel mondo del lavoro cercando un impiego. Cercarlo è una delle fasi più critiche della vita e di questo parla anche il prof. Cacace:”La fase della ricerca di un impiego è la più difficile. É stato detto:«cercare un lavoro è più difficile che farlo»;ma è stato anche detto:«c’è sempre qualcuno sul mercato del lavoro che ha bisogno delle cose che sai fare».Cercare un lavoro è come giocare una partita,una partita difficile come tutti sanno e, proprio per questo, va giocata con gli “strumenti” e la preparazione necessari. Uno degli strumenti più efficaci è costituito dal curriculum”. Ed è proprio questo assieme agli annunci di lavoro, all’ iscrizione alle liste anagrafiche del centro per l’impiego (ex ufficio di collocamento) e l’aprire una propria attività, una delle chiavi che ci aprono le porte del “mondo del lavoro”. Il curriculum, o meglio curriculum vitae, è un resoconto scritto in forma sintetica e schematica delle principali esperienze lavorative e della formazione scolastica di una persona. Questo viene inviato da chi cerca lavoro a chi lo offre, per far conoscere le proprie esperienze, competenze e attitudini. Un centro per l'impiego è una struttura pubblica di gestione dei candidati e delle imprese, rivolta a coloro che sono alla ricerca di lavoro e alle imprese che necessitano di personale qualificato: mettendo a disposizione informazioni e servizi di orientamento ed indirizzamento, permettono alla domanda di lavoro di incontrare l'offerta, ed offrono assistenza e o per l'espletamento delle pratiche burocratiche ed amministrative. Sono quindi anche uno strumento utile di preselezione per le imprese, che possono così avere candidati motivati e qualificati per la loro ricerca di personale da impiegare. I Centri regionali e provinciali raccolgono e mettono a disposizione degli aspiranti candidati le offerte di lavoro dei centri stessi, che sono frutto di autocandidature e preselezione, e raccolgono inoltre le offerte pubblicate sui quotidiani locali e nazionali e le offerte delle agenzie interinali locali. È inoltre disponibile una banca dati di concorsi pubblici a livello locale, nazionale e della Comunità Europea, e tutta la modulistica necessaria al candidato. Così come per i vecchi uffici di collocamento, per essere inseriti nell'elenco anagrafico ed usufruire così di tutta la gamma dei nuovi servizi offerti dai I, gli interessati devono dichiarare il proprio stato di disoccupazione recandosi presso il Centro o Servizio per l'Impiego dove sono iscritti e rilasciare una dichiarazione (mediante autocertificazione) attestante che il candidato: • Non è impegnato in nessuna attività lavorativa, • è immediatamente disponibile a valutare una proposta di lavoro; • svolge autonomamente azioni di ricerca attiva di un impiego, che non coinvolgano esclusivamente il servizio offerto dal Centro stesso. Oltre a presentare le offerte, ogni Centro mette a disposizione del candidato consulenti professionali che potranno aiutarlo e consigliarlo, attraverso appositi colloqui, a compiere una scelta consapevole nei confronti della propria vita lavorativa. Il consulente fornirà inoltre tutte le informazioni e gli strumenti necessari per mettere il candidato nelle condizioni di poter effettuare una proficua ricerca di lavoro attiva, aiutandolo a completare la stesura del curriculum vitae e fornendo un aiuto per affrontare i colloqui di selezione del personale.
Il consulente lavorativo può inoltre orientare il lavoratore già impiegato qualora egli voglia cambiare la propria situazione professionale, aiutandolo a valutare le alternative disponibili e chiarendo i diversi aspetti ed individuando le soluzioni più adatte. Il centro per l'impiego mette a disposizione per tutti la modulistica contrattuale, i modelli di curriculum e di lettere, ed una serie di guide per la ricerca di lavoro. Inoltre il centro per l’impiego svolge anche degli incontri nelle scuole secondarie di primo grado al fine di aiutare gli studenti nella scelta della scuola superiore in prospettiva delle offerte lavorative. Purtroppo in questo momento trovare lavoro è molto difficile a causa della crisi economica ed è proprio per questo che dilaga la disoccupazione, soprattutto tra i giovani. Ma per essere preparati a questo già da piccoli bisogna seguire dieci consigli: 1. Imparare a leggere e a scrivere bene 2. Imparare ad usare il computer 3. Non trascurare il lavoro manuale 4. Sviluppare la cultura dell’internazionalità e della mobilità 5. Accumulare informazioni e conoscenze 6. Dare importanza alla cultura umanistica 7. Imparare le lingue straniere 8. Non farsi prendere dall’enfasi del nuovo 9. Leggere i giornali 10. Cercare molte occasioni di contatto col mondo degli adulti e del lavoro
CONSIDERAZIONE PERSONALE Oggi ho 14 anni, di tempo per entrare nel mondo del lavoro ne ho ancora tanto, ma ho già compiuto il primo o scegliendo la scuola che mi accompagnerà per i prossimi cinque anni, il liceo scientifico. Tale scelta è scaturita dalla mia ione per le discipline matematiche e tecnologiche, ma pure dalla consapevolezza che una preparazione anche umanistica mi permetterà di allargare le possibilità di scelta in futuro.
Il lavoro secondo la scienza La scienza afferma che una forza compie un lavoro quando sposta il corpo a cui è applicata. Il lavoro si misura in joule, è direttamente proporzionale a forza e spostamento (L=FxS). Dal lavoro inoltre, si può ricavare la potenza impiegata, misurata in watt che si calcola con il rapporto tra lavoro e tempo impiegato (P=L /t) ed in questo caso si dice che potenza e tempo sono grandezze inversamente proporzionali perché all'aumentare del tempo diminuisce la potenza e all'aumento di questa a diminuire è il tempo. In molti casi, elemento collegato al lavoro è l'energia che si definisce come “la capacità di un corpo di compiere un lavoro”, e può essere divisa in diversi tipi: energia meccanica, muscolare, idrica, elettrica, solare, chimica, termica e nucleare. L'energia poi ha la caratteristica di poter are da un corpo all'altro, assumendo forme diverse, trasformandosi, ma nonostante questo la sua quantità rimane sempre in variate come si evince dal principio di conservazione dell'energia che afferma: “ L'energia non si crea e non si distrugge ma si trasforma da una forma all'altra, mantenendo costante la sua quantità complessiva.
I worksong I worksong, che traggono origine da incitamenti e grida, vengono eseguiti soprattutto nei campi, mentre si svolgono le attività agricole, o nei porti “cotonieri”, durante il carico o lo scarico delle merci: il ritmo e la sonorità delle frasi brevi servono infatti a cadenzare i movimenti ripetitivi e faticosi del lavoro, alleviandone la fatica. I testi sono inventati sul momento, cioè improvvisati da uno schiavo che assume il ruolo di solista (o cantante guida); le parole vengono quindi ripetute da tutti i lavoratori che cantano in coro (l'alternanza tra solista e coro è detta pratica responsoriale). Alcuni di questi canti hanno in seguito perso il carattere dell'improvvisazione e sono stati tramandati oralmente.
L' orientation Le but de l'orientationest de donner aux jeunes méthodes et connaissances pour les aider à bâtir leur avenir. L'école exerce un rôle fondamental dans l'éducation à l'orientation qui doit aider les jeunes à développer leur capacité d'autonomie et de responsabilité dans le choix de leur vie future. Pour réussir dans l'orientation nous devons bien ne connaître, nous goûts....mais aussi le résultats scolaires snt déterminants dans le choix. Puis nous devons rencontrer les interlocuteurs privilégiés: • le chef d'établissent, qui joue un rôle important en matière d'orientation: c'est lui qui prend les décisions finales. • le conseiller d'orientation-psychogue. C'est l'interlocuter pour s'informer sur les choix d'études, explique les différents itinéraires de formation, aide le jeune à construire petit à petit un projet scolaire et professionel adapté à ses capacités et à sa personnalité. On peut le rencontrer dans l'établissement ou au Centre d'information et d'orientation (CIO). • Le professeur principal, il est chargé, en liaison avec le conseiller d'orientationpsycologue, de guider le choix des élèves. Enfin nous devons connaître les différents possibilités d'études après la troisième, comme en Italie on peut choisir des études générales, technologiques ou professionelles.
The Industrial Revolution The period between 1760 and 1890 in britain is called The industrial Revolution. It was one of the most important periods of change in British history. At the start of this period, britain was a rural country.Towns were small. There were some large cities, but not many. Most of people lived and worked on farms. But british farms were changing. Richer farmers whit lots of land began to take over the smaller farms. This caused a lot of unemployment in the countryside. At the same time, towns were growing bigger. Unemployed farmers left the countryside and tried to find work in towns. Many towns grew because of factories. Factories were large buildins wich contained machines. These machines produced goods very quicly and much more cheaply than before. Instead of one person making something in their home, for example, the factory could make many more objects, much more quickly, because there were so many workers to share the work. But conditions in the factories and the workers' houses were very bad. Factory workers worked thirteen hours every day for very little money. Two-thirds of there were children, and the youngest were only six years old. They had to do dirty and dangerous jobs. Lots of people lived together in a small spce and diseases could spread easily. Eventually, people in government began to realise how terrible the conditions were for factory workers, and reforms began to take place. A new law, The Factory Act of 1833, meant children under the age of 13 could work no more than nine hours a day. They alsohad to go to school for three hours a day. As reforms took place, slowly conditions began to get better for workers. In the second half of the 19th century and early 20th century, inventions such as the railway, the telegraph, the telephone and the car helped Britain's trade and industry enormously. Britain became the most important economic power in the world. The Industrial Revolution spread throughout Western Europe and North America and changed the rest of the world forever. But it did not happen without a lot of sufferig for many people.
Il Quarto stato
Il Quarto Stato fu dipinto da Pellizza tra il 1898 e il 1901 e venne acquistato per pubblica sottoscrizione dal Comune di Milano nel 1920; da allora fa parte delle Civiche Raccolte d'Arte. Pellizza decise il titolo con cui il quadro è universalmente noto poco prima di inviarlo alla Prima Quadriennale di Torino del 1902, in sostituzione del precedente Il cammino dei lavoratori. Il soggetto è ispirato a uno sciopero di lavoratori, un tema che gia aveva interessato i pittori del realismo europeo alla fine dell'Ottocento. Rispetto ai contemporanei il quadro di Pellizza rifiuta caratterizzazioni di eccitata protesta o di iva rassegnazione, ma legando il tema iconografico dello sciopero con quello della sfilata che caratterizzava le celebrazioni della festa dei lavoratori, presenta una schiera di braccianti che avanza frontalmente, guidata in primo piano da tre persone in grandezza naturale: un uomo al centro affiancato, in posizione leggermente arretrata, da un secondo lavoratore più anziano e da una donna con un bimbo in braccio (simbolo della classe proletaria). La scena si svolge su una piazza illuminata dal sole chiusa sul fondo da folte macchie di vegetazione, che schermano anche le architetture esistenti, e da una porzione di cielo bluastro con striature rossastre iscritta in una cornice centinata. L'organizzazione dei personaggi fu lungamente studiata da Pellizza attraverso disegni preparatori a carboncino e gesso di grande suggestione compositiva e chiaroscurale: disegni singoli per i tre protagonisti, a gruppi per i personaggi in secondo piano, e di dettaglio per teste o mani delle ultime figure sul fondo. Come i tre personaggi principali non si collocano su un'unica linea ma hanno un'impostazione leggermente a cuneo, così anche i personaggi in secondo piano sono solo apparentemente disposti a schiera, perché in realtà, come è ben evidenziato anche dalle loro ombre, si distribuiscono secondo una linea ondulata ribadita da un analogo comporsi del movimento delle mani nonché dal ritmo e dalla direzione delle loro teste. Questa soluzione contribuisce a evitare che il tutto appaia statico e greve, e a suggerire invece un movimento ritmico e continuo, che ben rappresenta ed evidenzia l'idea dell'avanzata. Anche le diverse condizioni di luce concorrono ad accentuare questa impressione di moto, perché mentre lo sfondo del cielo rappresenta un tramonto, le figure sono viste in una luce quasi meridiana: si accentua in tal modo l'idea dì un trascorrere del tempo e quindi di un collocarsi dell'episodio in uno spazio e in un tempo apparentemente unitari e contingenti, ma, in realtà, espressione di una dimensione più articolata e capace di alludere a un lampo e a una natura che diventano il simbolo di una storia e di valori più
universali. In essi infatti si materializza l'avanzare inarrestabile di uomini e donne le cui connotazioni descrittive di età e di classe vengono rielaborate e riassorbite in forme nutrite di una profonda cultura pittorica che attinge ai modelli rinascimentali (Raffaello, Michelangelo, Leonardo, Botticelli). La volontà dell'autore di misurarsi al tempo stesso con la contemporaneità e con la storia si traduce non nella semplice riproposizione di un episodio contingente di uno sciopero o di una manifestazione di protesta, da cui pure aveva tratto fin dal 1891 la prima idea del quadro - in una ricerca che aveva prodotto il più oggettivamente naturalistico Ambasciatori della fame del 1892 e la interpretazione meno oggettiva e fortemente simbolista di Fiumana del 1895-96, ma nella ideazione di un quadro capace di esaltare l'oggettività delle forme e di simbolizzare tutto il cammino che la classe lavoratrice aveva fatto e si preparava a compiere, un cammino di affrancamento dall'abbrutimento della fatica verso una più umana consapevolezza del proprio valore e della propria forza, un percorso frutto di azione ma anche di pensiero. Un simile elogio della contemporaneità non poteva essere realizzato se non con una tecnica capace di essere assolutamente moderna, e cioè scientificamente controllata nei aggi costruttivi della figura ma anche nello studio degli accordi e dei contrasti delle luci a partire dalle basi offerte dalla fisica e dalla chimica ottocentesche. Il Quarto Stato è un'opera complessa, frutto di una tecnica cromatica matura ed efficace. Sulla grande tela, preparata a colla e gesso, Pellizza dipinse solo con colori puri che applicò a punti e lineette secondo le leggi del divisionismo, per rendere non solo effetti convincenti di luce ma anche di ariosità e di massa sia nel paesaggio sia nelle figure. Nel piano d'appoggio dominano tonalità ocra e rosate, che trovano il loro punto di massima accensione nel gilet rosso del personaggio in primo piano; nelle figure gli abiti sono realizzati con colori verdastri e giallo sulfurei, ottenuti con una ripetuta sovrapposizione dei vari pigmenti colorati, capaci di determinare particolari intensità di toni sfruttando le leggi del contrasto e della complementarità. Anche la dimensione e la direzione delle pennellate contribuiscono a costruire le forme in modo tale da garantire a esse volume pur senza accentuarne la pesantezza o la robustezza. Analoga sapienza denotano le macchie di vegetazione che mediano con il loro controluce e la ricchezza de! fogliame tra la piena luminosità del primo piano e il corrusco tramonto di fondo. Proprio queste caratteristiche di serena oggettività, ma anche di forza e di sicura determinazione hanno contribuito a definire il valore simbolico dell'opera adottata come manifesto dai lavoratori e dalle loro associazioni fin dall'inizio della sua storia espositiva, all'origine di una lunga serie di usi e di riprese soprattutto nella seconda metà del Novecento.
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L'orientamento ed il lavoro Il lavoro secondo la scienza I worksong L'orientation The Industrial Revolution Il Quarto stato