SOTTILE SALVATORE
Presenta:
- CHE TORNI LA DEMOCRAZIA CRISTIANA MA CON UOMINI RINNOVATI E GIOVANI! -
Youcanprint Self - Publishing
Titolo | Che torni la Democrazia Cristiana ma con uomini rinnovati e giovani Autore | Salvatore Sottile ISBN | 9788891135322 Prima edizione digitale: 2014
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INDICE
INDICE CENNI BIOGRAFICI dell’AUTORE PREFAZIONE ISPIRAZIONE DEMOCRATICA POESIA DEL PADRE ANIMA NELLA LA MIA VITA LA POVERTÀ È PERDERE LA LIBERTÀ. DEMOCRAZIA E ANGELI UOMINI DI BUONA VOLONTÀ AMICO NOI VIVIAMO INTERESSE PUBBLICO E INTERESSE PRIVATO DEMOCRAZIA CRISTIANA LIBERTÀ PERDUTA SCOPO ABBONDANZA D’INFORMAZIONI NON GARANTISCE L’ESATTEZZA PENSIERI
VIA DELLA LUCE CONCETTI ANTICHI E MODERNI AMORE DA PATRIA DISCERNIMENTO SOCIALE E ORGANIZZATIVO CON LA DEMOCRAZIA CRISTIANA PER RINCONQUISTARE LA SOVRANITÀ DEL POPOLO C’ERA UNA VOLTA --CRISTIANITÀ E LIBERTÀ DEI POPOLI--STATO E CITTADINOSENZA DEMOCRAZIA CRISTIANA L’ITALIA NON HA UN GOVERNO DA GIUSTIZIA SOCIALE FEDE E GIUSTIZIA LAVORO
CENNI BIOGRAFICI dell’AUTORE
( A cura di Sottile Salvatore.)
Sono nato una domenica mattina, a MAZZARINO, prov. di Caltanissetta, il 04 02 1962. Sono il quinto di undici fratelli. Mio padre era contadino, come lo erano suo padre e i suoi avi. Egli era il quinto dei fratelli: Salvatore, Andrea, Filippo, Luigia e infine mio padre. Egli occupava dei piccoli fazzoletti di terra ereditati da suo padre, in comunione con i suoi fratelli: SALVATORE, ANDREA e FILIPPO. Essi vivevano nel quartiere Santa Croce situato alla periferia del paese. Quando mio padre si sposò, anch’egli, dopo un vagare in varie residenze nelle tenute di campagna attorno al paese, si stabilì nello stesso quartiere dove vivevano ancora i suoi. Era nato in quel quartiere, suo padre prima di lui, e in quel quartiere nacqui io. Dopo la morte di mio nonno Luigi, i fratelli avevano diviso l’eredità lasciando a mia nonna la casa che un giorno sarebbe divenuta di mio padre. Tra i piccoli terreni ereditati, io ricordo le vigne di TREONA, dove sin da bambino conduceva me e i miei fratelli a mostrarci come si lavora la terra con la zappa. Il primo lavoro della mia vita fu la terra. Mia madre accudiva la casa, badava a tutti noi e i suoi compiti erano innumerevoli. Possedeva una mezza dozzina di capre da latte. Queste le accudiva mia madre con l’aiuto di mio fratello Luigi, primogenito. Mia madre era quindi una pastorella, virtuosa e premurosa con noi; una grande donna di casa e famiglia. La mia era una famigliola che cercava di cavarsela con un lavoro duro e onesto, e si accontentava di quel che c’era. Ai nostri genitori, noi fratelli mai abbiamo avanzato, che ricordi io, richieste capricciose; ci siamo accontentati sempre di quel che c’era. Tempi duri per tutte le famiglie povere, e non solo per la mia: “chi si sapeva accontentare almeno viveva in armonia”. Così si diceva dentro le mura di quelle
case dei quartieri poveri dove quasi tutti avevano gli stessi problemi, a dire del mio vecchio. Case vecchie, fatte in pietra, senza pavimenti, senza bagni, mura stonacate e vecchie travi nelle solette e nei tetti che si vedevano da dentro. Un interno simile alle strade e alle vie di tutti i quartieri poveri; strade non asfaltate, dissestate e piene di buche. Quartieri poveri, abitati da buone persone: pastori, contadini ecc… Tutti gli abitanti del quartiere si conoscevano tra loro e molti dei problemi che avevano erano problemi simili a quelli degli altri. Forse per questo familiarizzavano tra loro con affetto e comprensione; per questo condividevano le cose belle, le cose brutte e quel poco che avevano. Le persone semplici e gentili nei modi, timorate di Dio, vivevano in pace se si accontentavano, o altrimenti dovevano emigrare, e tanti lo facevano. Tante erano le famiglie che non accettavano un’esistenza così miserabile, per questa ragione emigravano a nord, o all’estero, in cerca di fortuna e di un futuro migliore.
Questa era la moda dei poveri, così anche per tutti i miei parenti, o gran parte di essi. Le famiglie vivevano nella semplicità, si accontentavano di quel poco che avevano e di quel poco che riuscivano a conquistare. Per mezzo del duro lavoro cercavano di farsi bastare quel poco che ne ricavavano. Si accontentavano. Questa era la regola dell’arrangiarsi, e valeva per tutti. Famiglie tradizionaliste, incapaci di offendere, capaci solo di abbassare la testa e rendere grazie al cielo di ogni cosa e della sorte che veniva da quella terra arsa dal sole. Quel luogo in cui la terra brucia, il vento soffia e l’acqua manca sempre faceva comprendere com’era e quel che era all’epoca ata: un luogo abbandonato, una terra abbandonata. In Sicilia il significato della parola abbandono era spiegato e mostrato in tutta la sua totalità. Poi in seguito con gli anni dal quartiere di periferia ci spostammo e ci trasferimmo nel quartiere delle case popolari, nei pressi del campo sportivo. Io ricordo solo il trasloco, e questo non potrei dimenticarlo mai. Credo di aver avuto quattro anni. Ricordo che il trasloco è stato fatto sul classico carretto siciliano con l’asino attaccato davanti. Il carro era imballato di tutte le cose di casa e di famiglia. Non ricordo quale dei miei fratelli fu a dirmi (forse mia sorella maggiore ma non ricordo bene): “Tieniti forte, non staccarti fino a quando arriviamo e cammina forte, stai attento, se ti stacchi ti perdi.” E mentre mi spiegava, mi faceva stringere forte con le mani dietro il carro. E feci così. Fu una partenza veloce; rimasi attaccato con le mani mentre guardavo per terra la via che mi ava sotto i piedi cercando di mantenere la stessa velocità del carro. (Forse fu mio fratello Luigi a dirmi questo, ma non credo, forse furono insieme a parlare, erano tutti vicini.) Io con la testa bassa, e con lo sguardo fisso a terra, vedevo la strada che camminava veloce sotto ai piedi, e ne evitavo le piccole buche che di tanto in tanto mi mettevano in difficoltà. Comunque tenendomi forte all’asse dietro il carretto, cercavo di camminare veloce per mantenere il o. Scoprii presto il significato della parola fatica, e che cosa significa quando non ce la fai più e devi trovare lo stesso la forza di farcela, perché nessuno ti può aiutare, sei solo, completamente solo, perché gli altri sono poco più grandi, o piccoli come te. E anche se sentivo scoppiarmi il cuore dentro il petto, dovetti trovare la forza di farcela, perché ognuno aiutava se stesso. In definitiva, per farla breve, il carretto era più veloce dei miei i, ed io per mantenere il o e l’andatura dovetti correre più di quanto riuscissi, e sopraggiunse la stanchezza: non ce la facevo più. Mi scoppiava il cuore. Ma
dovetti farcela lo stesso, sapevo che se mi fossi staccato avrei perso il carro e forse mi sarei smarrito; questa sensazione di abbandono mi squarciava l’anima. Giunse il carro nella nuova casa e si fermò. Nella nuova casa arrivai stanco e tra lacrime e disperazione. Non dimenticherò mai quanto fu lunga quella strada, non finiva mai e non si arrivava mai. Quel giorno è ancora oggi davanti ai miei occhi, e non lo dimenticherò mai, fu terribile. Luigi dice che io piansi per tre giorni, ma questo non lo ricordo. Il trasloco resterà impresso nella mia mente per tutta la mia vita. Così ci stabilimmo nel nuovo quartiere denominato “il quartiere delle case popolari del campo sportivo, Via Archimede numero 1”. Poco distante da casa mia c’era il campo sportivo, e noi bambini spesso ci recavamo a giocare lì. Per arrivarci dovevamo attraversare una strada larga: era la strada principale che conduceva, salendola verso ovest, al centro del paese e fuori dal paese percorrendola verso est. Al suo lato opposto si trovava il campo sportivo. Era situato praticamente ad un centinaio di metri da casa mia. Quello era il luogo dei nostri giochi, il nostro eden, la nostra gioia, la nostra felicità. Tutti noi bambini, che vivevamo nello stesso quartiere, giocavano in quell’enorme campo a volte anche per la giornata intera. A volte venivano a giocare anche bambini di altri quartieri e il mondo sembrava così grande. A volte lo chiudevano, ma per noi questo non rappresentava un problema: scavalcavamo le mura di cinta ed entravamo a giocare lo stesso. Ma il più delle volte era aperto e rimaneva aperto per tutta la settimana. Quasi tutte le domeniche era una grande festa. C’era la partita, il quartiere veniva totalmente invaso e coinvolto, e l’aria sapeva di profumo di festa e di gioia. A casa mia, come in ogni casa del quartiere, si respirava un’aria briosa ed eccitante. Per noi fratelli, ancor più festose divenivano le domeniche quando i nostri cugini venivano da noi e insieme andavamo al campo sportivo a vedere la partita. Così in quel giorno le vie del quartiere erano tutte in festa. Percorrendole sentivi dalle case uscire voci che parlavano; un vociare confuso, indistinto, composto da gridolini striduli di bambini e discorsi ad alta voce di uomini adulti. Come noi, tutti fremevano e non vedevano l’ora di uscire da casa per recarsi al campo sportivo a vedere la partita. Nella strada davanti al campo si vedevano arrivare le auto, che si recavano dentro l’ampio parcheggio del piazzale, e tante persone che giungevano a piedi. Il piazzale presto si riempiva di persone frementi ed emozionate, che si
accalcavano davanti al cancello dell’entrata, ansiosi di entrare a prender posto in tribuna. Così davanti al campo si vedevano l’ingresso e il piazzale pieno di gente, e si udivano grida e canti. Urla eccitate di tifosi allegri e ansiosi dell’evento calcistico che di lì a poco si sarebbero goduti. Tutti si accalcavano all’entrata dello stadio, ma anche sulle tribune; un disordine che sapeva di divertimento. Non vedevano l’ora di entrare e di prendersi i migliori posti a sedere. Parlavano e discutevano ad alta voce, ma quel che da essi si udiva era solo un acuto e indistinto vociare interrotto di tanto in tanto da urla acute di tifosi. E per tutto il vicinato si spargeva questo brio di festa. Si vedevano persone che andavano avanti e indietro di fronte all’entrata e che non stavano più nella pelle. Al di là del cancello vi era il divertimento. Noi bambini a guardare e ad aspettare che tutti entrassero per poi cercare di entrare anche noi. Alcuni ragazzi più grandicelli, invece di aspettare che tutti i paganti entrassero, per poi chiedere di entrare a vedere la partita, da non paganti, si recavano al muro di cinta dietro il campo sportivo, lo scavalcavano ed entravano, poi si recavano in tribuna e prendevano posto a sedere come gli altri. Questo succedeva solo quando si pagava il biglietto, ma per fortuna non sempre si pagava il biglietto, ma noi bambini il biglietto non lo pagavamo. Il biglietto si pagava soltanto quando giocavano squadre prestigiose, ma questi erano eventi rari. Tutto dipendeva dal tipo di competizione sportiva. Comunque il tifo c’era sempre: squilli di trombe, parolacce all’arbitro e casino ce n’era sempre, il divertimento era tutto lì, il casino fatto in compagnia, per i grandi. Per noi piccoli assistere al casino era eccitante, e la domenica diveniva una giornata fantastica, dove il nostro paese e il nostro quartiere, dava la sensazione di vivere al centro del mondo. Quando mi fermo un istante a pensare a quei momenti, sento ancora, a distanza di anni, l’aria frizzante di quei tempi ormai lontani, e il mio cuore, ora come allora, sorride e si riempie di emozioni e di gioia. Ne vivo il ricordo e rammento quante e quante volte mi recavo in quel luogo che ha tinto la mia anima, a vedere la partita, a giocare a pallone con i miei compagni di scuola e coetanei del mio quartiere. Correre, correre appresso a una palla per fare goal, ed essere solo per questo felici. In quel povero ma gioioso quartiere si sentiva il piacere di vivere la vita. Mio padre non aveva più le capre, anche dell’asino s’era sbarazzato, e al loro posto aveva preso un LAMBRO a tre ruote, la famosa lambretta disegnata e colorata come il carretto siciliano. Ma lui non amava disegni e disegnini,
decorazioni e colori vivaci, gli piaceva semplice e non adorava i luccichii e i decori appariscenti che servivano per abbellire la lambretta; queste cose, a parer suo, erano di poco conto. Faceva dei lavori precari, in campagna, alla forestale, e dovunque gli capitasse di guadagnare la giornata, andava. Con la sua lambretta di tanto in tanto gli capitava un viaggio di legna o di qualcosa d’altro, in qualche modo ne faceva buon uso. Ma erano impegni occasionali e, quando questi non capitavano, si recava con alcuni compagni nelle terre abbandonate in cerca di CIPOLLUZZE (cipolline selvatiche, saporite dal gusto dolce e piccante). Così trascorreva parte del suo tempo, sempre alla ricerca di qualcosa da portare a casa, arrangiandosi a lavorare dove poteva. I mesi avano, avano, e il futuro pareva che non promettesse nulla di buono e niente di sicuro. Erano impegni determinati dalla necessità del momento o venivano mal retribuiti, il guadagno era molto poco e tanto penoso. Anche se a volte le spese venivano divise tra compagni di lavoro occasionali, alla fine quel che rimaneva dalla vendita di merce o prodotti era poco soddisfacente. Questa era la situazione di quel caldo paese dove il sole ride e l’aria sa di profumo come il primo giorno che il mondo è nato, il vento bussa alla porta e alle finestre di casa, trasportando il sapore di mare mischiato a quella natura forestale; è sempre la stessa e non cambiano il suo sapore, il suo profumo e la sua bellezza. Ciò che si doveva gustare di quel luogo incantato non si poteva gustare, perché il sapore dei guai e della necessità era più forte del sapore della bellezza che emanava quel meraviglioso luogo in cui si era nati e si viveva. Vivere e sopravvivere era molto difficile, era molto difficile per molte persone e molti paesani tirare avanti. Il mondo e il tempo ti avano sotto il naso e non potevi sentire il piacere del luogo. Le menti dei poveri, come quella di mio padre, erano infettate e perseguitate dai pensieri che turbavano la mente e confondevano le idee; pensieri dei poveri che si disperano per sopravvivere e non riescono ad assaporare la vita e i piaceri che offre la terra, un premio che spetta solo ai ricchi. Certo, i poveri amavano il loro paese non meno dei ricchi, ma la vita a volte necessita di un cambiamento doloroso, se si vuole continuare a viverla. In quella
terra non vi era nulla che garantisse un alcun minimo degno futuro. Mio padre e mia madre, pur mettendoci tutto l’impegno possibile, mal riuscivano a far fronte all’esigenze dell’intera famiglia. Ricordo che mia madre faceva il pane in casa. La sentivo cantare: la sua voce era dolce e acuta. La guardavo in viso, i suoi occhi brillavano, notavo il suo sguardo luminoso esaltato dalle gote rosee. Pensavo: “è felice mia madre”. Lei era la prova certa che la famiglia esisteva ed era eterna, posata su fondamenta massicce, che erano l’amore tra lei e mio padre e tutti noi. Un amore di quelli che solo la morte di uno dei due può piegare e separare. Noi sentivamo l’odore del pane fatto in casa, l’odore del vero pane, e intanto che lei infornava e sfornava, e qualche pagnotta la rinfornava perché non ben cotta, noi stavamo a guardarla, e lei ce ne dava un assaggio. Ricordi ati, di tempi felici, tempi lontani. Di tanto in tanto veniva a trovarla qualche vicina. Ancor il canto delle loro parole, lo sento dentro le mie orecchie. Era la loro maniera di parlare, ad alta voce. Sembrava, a volte, che solo in questo modo potessero manifestare quanto piacere avessero a are qualche minuto insieme e con quanta gioia condividessero la loro amicizia e i loro affetti di buoni vicini. Si volevano veramente bene nel profondo dell’anima. Comare si chiamavano fra loro, anche se comari realmente non lo erano. Le intravedo ancora nella mia mente con i loro vestiti lunghi dai toni grigi e dall’aria polverosa, vestiti dai colori sporchi, che dimostravano le faccende di casa che avevano fatto e avevano visto fare a quelle povere donne: pane, famiglia, orto, galline e figli da accudire. Comunque, nonostante le apprensioni, io le vedevo felici e sorridenti; forse ridevano per non piangere. Ora mi pare che i loro modi, allegri ed esuberanti, venissero usati per mascherare un disagio acquisito dalla necessità e dalla povertà. Ora capisco. Si confortavano e si davano vicendevolmente più affetto e attenzione che potevano, più del normale, per attingere forza e coraggio le une dalle altre, per alleviare le preoccupazioni. Un quartiere particolare, quello dove vivevamo noi, pronto a ripararsi dalle pene usando conforto e dialogo come base di convivenza di tutto il vicinato. Un paese fuori dal mondo. Questo era MAZZARINO, il mio paese.
Pareva che il resto del mondo non esistesse, esistevano solo il quartiere e le loro famiglie; il mondo era tutto lì. Comari sempre pronte ad aiutarsi e a donarsi affetto e comprensione, sotto un cielo chiaro e un venticello che portava con sé il profumo dei fiori mischiato al sapore del mare. Assistevo a tanta solidarietà tra i vicini, per combattere la necessità. Io ancora le vedo ridere per un non nulla, parlare e tirarsi battute a vicenda, cercando un pizzico di felicità tra loro, là dove pareva che la povertà e la lontananza dei propri familiari emigrati non toccasse più di tanto l’anima, anche se nei loro occhi si notava sempre una pena custodita segretamente. Il loro orgoglio e la loro dignità non facevano trapelare i guai. Io, seduto sui gradini di casa a giocare con dei sassolini, guardavo la corte e udivo che parlavano ad alta voce; stavano sotto il balcone di fronte al portone del garage dove noi avevamo il forno che mia madre usava di tanto in tanto per fare il pane. Avvertivo le emozioni che ricevevano dal piacere genuino di parlare e di stare insieme. E l’una cercava di apparire forte di fronte all’altra, ogni qualvolta fosse necessario fare coraggio e aprire la speranza per colei che alcune volte cedeva dalla stanchezza di aspettare notizie o il ritorno di un proprio caro, e che si sfogava. Allora sentivo le apprensioni e le preoccupazioni del vicinato ma non le valorizzava come ora. Ora capisco il peso e mi si stringe il cuore. Mia Madre diceva: “Comare LUCIA, come va? Ho il vino che ha portato mio marito, ho fatto il pane, venite dentro che ve lo devo fare assaggiare.” Comare Lucia rispondeva: “Comare Concetta, bene e voi come state? Che state facendo? Che bello questo pane. Io vi ho portato un po’ di verdura che mio marito ha raccolto nei campi.” Poi con l’entusiasmo e l’euforia di parlare e di sentirsi vicine, l’una parlava e anche l’altra parlava. Parlavano l’una sopra l’altra. Non importava loro di comprendere tutte le parole che si dicevano; la cosa fondamentale era essere vicine e che l’una poteva contare sul conforto dell’altra. Solo questo, ed erano felici anche nella loro povertà, e nella loro sofferenza. Tutti i giorni le comari facevano in modo di trovare la felicità tra loro. Allegria per esorcizzare i pensieri e distogliere la mente dalle preoccupazioni. Nella loro povertà, chi poteva fare con i propri mezzi, faceva. In ogni famiglia, in ogni casa mancava una persona che era emigrata all’estero o al nord per lavoro. “Comare, mio figlio mi ha scritto!” Dall’altra parte si sentiva: “E com’è? Come sta?” - “Sta bene, sta lavorando, e vostro marito vi ha scritto?” - “Sì, ho
ricevuto la lettera l’altro giorno”. E così, cercandosi le une con le altre, trascorrevano le giornate le famiglie e le donne virtuose di quelle case popolari. Mio padre più volte era partito recandosi in Germania o in Svizzera, ma dopo alcuni mesi, rientrava a casa. Nella sua terra, come diceva lui: “la Terra Sacra, del Bene e del Male”. Io e i miei fratelli andavamo a scuola insieme ad altri bambini del nostro quartiere. Era bello, una grande gioia. Ricordo ancora alcuni momenti condivisi con i miei compagni, momenti spensierati dove tutto era un ridere di gioia e tutto il mondo era da scoprire. Compagni di scuola, alcuni di essi anche compagni del dopo scuola e compagni di giochi di tutti i giorni. Finite le lezioni, alle dodici e quaranta subito a casa di corsa, e dopo pranzo tutti fuori a giocare al campo sportivo fino a sera. Ogni cosa che si faceva, per noi bambini, aveva un colore e un sapore particolare, e nei nostri cuori non si annidavano le pene e le preoccupazioni degli adulti, e anche se ne sentivamo l’aria preoccupata che tingeva le mura di casa, noi vivevamo lo stesso in un altro mondo. Avevo otto anni quando mio padre decise di condurre la mia famiglia al nord, per ricominciare una nuova vita: “Voglio dare un avvenire ai miei figli”, così diceva il mio vecchio. Ero in terza elementare quando mi venne comunicato dai miei fratelli maggiori che saremmo dovuti emigrare verso nord. Partimmo, tutti insieme. L’auto si era fermata sotto a casa, e ci condusse sino a CATANIA. Per poi proseguire in treno. Precisamente, mio padre ci condusse a Carignano, in provincia di Torino, dove viveva mia sorella Gina, sposata con Salvatore, il loro figlio nato da poco Rocco, mia zia NINETTA, mio zio Salvatore e il loro figlio, mio cugino, Nino. Ma quel paesino non era di gradimento a mio padre che diceva: “Questo posto non è il nostro dobbiamo tornare indietro.” Così dopo alcuni mesi rientrammo in Sicilia. Io avevo terminato l’anno scolastico, ero stato promosso, ed ero felice di questo risultato strabiliante. Comunque prima che arrivasse il mese di settembre e iniziasse il nuovo anno scolastico, rientrammo in SICILIA.
Nella primavera successiva, ero in quarta elementare, in casa si respirava nuovamente un’aria di emigrazione. Quell’emigrazione che ti stringe il cuore, quella che avverti dentro l’anima, quella senza ritorno. La curiosità di un mondo nuovo da una parte, e la delusione di un’esperienza già fatta dall’altra, faceva sentire poco entusiasti noi bambini. L’avvicinarsi del momento si fa sentire con una fitta al cuore che arriva dritta come una pugnalata. Avevamo già provato la tristezza nel lasciare il nostro paese, e riprovare le stesse tristi sensazioni a nessuno di noi piaceva. Il pensiero di dovere rilasciare tutto ciò che conta, il pensiero di abbandonare il luogo dove sei nato e sei cresciuto, è immaginare che tutto ciò che hai amato rischi di non rivederlo mai più, crea una profonda tristezza. L’aria di emigrazione questa volta era diversa, si sentiva nell’aria che questa volta si emigrava per davvero, e senza ritorno. I miei avevano preso accordi con dei parenti dalla parte di mia madre: mia zia, mio zio. Là a CASTEGGIO loro erano emigrati qualche mese prima di noi, e i miei cugini erano già a CASTEGGIO dove aspettavano che noi arrivassimo. Pensavo che avrei dovuto terminare l’anno scolastico in un’altra scuola e in un altro paese, mi pareva più un sogno che una realtà. Ma purtroppo non era un sogno, e dovetti terminare la quarta elementare in un’altra scuola. Era lo stesso periodo dell’emigrazione dell’anno prima, quando eravamo andati a CARIGNANO, ma le sensazioni erano diverse di quelle che si provavo nella prima partenza, anche se la tristezza mischiata al piacere della curiosità di scoprire un nuovo mondo era quasi la stessa. All’epoca si sentiva che era come una gita, Carignano era famigliare, c’era mia sorella, mia zia, mio cugino, pareva di andare più da familiari a fare una visita che una vera e propria emigrazione. Questa volta si avvertiva nell’aria che non ci sarebbe stato ritorno. Le stesse scene, le stesse cose, ma diverse le sensazione, com’era diversa l’aria che tramite esse si respirava, e il mondo appariva sotto un altro aspetto. Così come era stato deciso, ci accingemmo a partire. Preparammo le nostre cose. Io rammento ancora quel via vai frenetico da una stanza a un’altra. Nei miei ricordi vi è ancora molta confusione. Ma venne il momento e parve arrivare troppo in fretta. Io stavo giocando sulla scalinata con un mio compagno, vicino di casa. I miei avevano preparato tutto. Vidi fermare una macchina blu scuro, molto grande, che parcheggiò in cortile. Non entrai più in casa. Mia sorella mi prese per mano, salutai il mio amico, le carte da gioco le lasciai a lui, salii in macchina prendendo posto di dietro, insieme ai miei fratelli, e partii. Stavo
guardando la mia casa allontanarsi dai miei occhi, mentre l’auto andava; guardai la casa fino a quando non la vidi più. Poi diedi un’occhiata al mio quartiere e finii per vedere solo la strada che ava veloce davanti ai miei occhi. Un viaggio, da MAZZARINO a Catania, triste, che mi costò un turbinio di pene sino all’arrivo. Soffrendo la macchina stetti male, come il resto dei miei fratelli. Giunsi a CASTEGGIO dove trovai nuovi amici e terminai l’anno scolastico. Andammo ad abitare in località PISTORNILE, quartiere degli emigranti e della buona e povera gente. Tutto sembrava familiare. Di lì a poco, si interruppe la mia carriera di studente. Dato la famiglia numerosa, la povertà e la necessità del lavoro, non era accettabile continuare a studiare. Così in seconda media lasciai la scuola e a tredici anni inizia a lavorare. Una scelta dolorosa ma necessaria, e nessuno comprese quanto ne soffrii. Il mio orgoglio, la mia dignità, nascondevano il dolore che sentivo. Non andare più a scuola è stato come morire. Accettai qualunque tipo di mansione pur di portare a casa qualcosa. Benzinaio, imbianchino, panettiere, marmista, ecc… A quattordici anni trovai un buon lavoro in falegnameria. Era un’azienda a conduzione famigliare. La contitolare, la signorina Luisa, donna seria di origine piemontesi, grande lavoratrice, molto virtuosa, mi prese in simpatia. Lei lavorava insieme a noi dipendenti, e aveva un buon carattere anche se non lo dava a vedere. In una circostanza fui invitato da sua madre, una donna anziana dai capelli bianchi, ad accomodarmi a casa sua. Appena fui dentro, mi fece accomodare in sala. Entrai in sala e rimasi in piedi, pietrificato: davanti ai miei occhi si aprì uno scenario che non avevo mai visto. Scaffali colmi di libri che circondavano quasi tutta la sala. Rimasi attratto e affascinato. Luisa sapeva che io avevo smesso di andare a scuola per andare a lavorare, ma non mi aveva mai chiesto niente, forse perché le dispiaceva, e neppure io le avevo detto niente. E lei non sapeva cosa avevo ato, dato che non le avevo mai detto quanto questa scelta era stata sofferta. Appena ebbi l’occasione di parlarle le feci i complimenti per la sua biblioteca e le dissi che ne ero rimasto affascinato a tal punto da desiderare di leggerne qualcuno. Lei ne fu molto lusingata e mi offrì di leggerne qualcuno. La stessa sera, dopo il lavoro, uscì dalla sua casa con un’intera enciclopedia tra le braccia; la reggeva a fatica: “Prendi”, mi disse. Erano sei volumi e la ringraziai. Sei volumi, di prosa e poesia; dal Dolce Stil Novo a Vittorio Alfieri, dai secoli bui sino all’Illuminismo.
Inizialmente la sfogliavo e leggevo qualcosa qua e là ogni sera prima di andare a letto. Poi ne fui così colpito che iniziai a leggere per ore anche di sabato e di domenica. La lessi tutta, dalla prima e all’ultima parola, e mano a mano che leggevo, prendevo appunti in un quaderno. E scrivevo i miei pensieri. Fu una grande esperienza. Mi affezionai a quell’enciclopedia che solo all’idea di restituirla mi veniva una fitta allo stomaco. Ma mi ero riproposto di farlo, e quando mi decidevo finalmente di restituire ciò che mi era stato gentilmente prestato, la signorina glissava, andava su altri discorsi, come se mi dicesse: “Tienitela”, e io rimanevo spiazzato. Alla fine compresi che sarebbe stata mia e che non le importava dei libri che mi aveva dato, e glielo chiesi proprio. Fu lieta, specie dopo aver constatato che la leggevo e che me n’ero innamorato. È stato un dono che ho molto gradito e tutt’ora la ringrazio di quel nobile gesto. Dopo qualche anno, all’età di sedici anni, andai a lavorare in una fabbrica di scarpe. Mi iscrissi alle scuole serali e conseguii il diploma di terza media. Poi ritornai a lavorare in segheria e iniziai a frequentare le scuole serali di Ragioneria. Il diciassette settembre 1980 partii militare. Il CAR a CAGLIARI, alla caserma MONFENERA. Finito il CAR venni trasferito al C.A.A.L. E. nella bellissima città di Viterbo, con l’incarico di autista. Grande e ottima esperienza. Credo, a parer mio, che questa sia una delle più significative esperienze che un uomo possa fare nella sua vita. In quel periodo, nonostante i miei impegni di leva, leggevo moltissimo. Scrivevo pure quel che pensavo. Scrivevo di tutto il mondo che mi circondava. Ma ormai non ricordo più dove sono finiti quegli scritti, anche se avrei veramente desiderio di vederne qualcuno. Frequentavo la chiesetta e la biblioteca della caserma. Il parroco, don Angelo, era una persona gentile e molto socievole; lasciava leggere, a coloro che lo desideravano, quel che volevano. Tra i libri che visionai, trovai un’enciclopedia di psicologia; la trovai interessante e la lessi per quasi tutta la naja. Ma durante quel periodo lessi anche molti altri libri. Fra i tanti ce ne fu uno in particolare che attirava la mia attenzione più di ogni altro. Era un libro che parlava di DANTE ALIGHIERI scritto da Indro Montanelli, e mi piaceva veramente, lo trovavo costruttivo e interessante. Lessi anche un libro di SVEN HASSEL, era una lettura che descriveva soldati al fronte e si sposava bene con la naja. Ma ce ne fu ancora un altro che mi fece veramente da maestro, a livello di pensiero. Ero scritto da un russo. Si tratta di LA RINASCITA DEGLI DEI. Era un gran libro. Parlava di Leonardo Da Vinci, dei suoi pensieri, delle sue opere e di altro che ora non ricordo molto bene. Era stato scritto da DEMETRIO MEREZKOVSKIJ. Questo
libro è stato per me fondamentale. Ho compreso da dove si può prendere lo spunto e l’interesse per spiazzare col pensiero, usando razionalità, logica, al fine di conseguire il sapere. Il sapere tangibile, seppur mischiato a un pizzico di fantasia ragionata e esplorata da una analisi logica che solo l’esperienza e le strade della vita vissuta nella sua realtà nuda e cruda con la quale ti confronti vivendo negli ambienti dove nulla ti è dovuto per il fatto che sei chissà chi… o sei connesso alla famiglia di chissà chi… ma ciò che possiedi lo hai guadagnato con fatica, ti mette nelle condizioni di sapere e venire a conoscenza anche delle verità più celate. Leggendo questo libro qualcosa cambiava; comprendevo che vi erano altre strade che conducevano al sapere più profondo. Se dapprima consideravo solo il valore della realtà pura e istintiva dell’uomo, che a parer mio era quella acquisita e compresa in modo diretto con l’ambiente puro e istintivo dei poveri, ora consideravo meglio la forza del ragionamento analitico. Riferendomi alla realtà che trovi in tanti ambienti, ma più marcatamente nell’ambiente sociale dei poveri, (dove sei cresciuto e dove quel che hai lo hai sudato, e la metà di quel che ti manca ti è stato preso per essere donato a coloro a cui tutto è dovuto, per diritto di nascita o per nobile casato di appartenenza. La realtà dei poveri che dista un miliardo di chilometri dalla realtà dei ricchi) credevo che questa fosse una delle uniche realtà che potesse mantenere una coscienza umana pura e la sola capace di mettere nelle condizioni evolutive un uomo di poter vedere il Padre Eterno in Viso, e di poter conseguire quell’evoluzione apicale, comprenderla, dominandola senza esserne distrutto. Per questa ragione consideravo che i governi fatti da soli ricchi altro non portano, nei confronti dei poveri, che a nulla. - Ora, tramite questo libro molte considerazioni e molte concezioni mi ritornavano in mente per essere nuovamente analizzate. Certamente sapevo bene che la realtà dei poveri aveva un valore di un certo spessore, se consideriamo che la coscienza che ne consegue è puramente spontanea e pulita. Dapprima avrei dato una laurea HONORIS CAUSA solo agli uomini provenienti da ambienti dei poveri e che, nonostante tutto, hanno mantenuto una condotta corretta e lineare di vita nel rispetto delle leggi di Dio e del prossimo (anche se discutibile il loro credere esseri superiori gli uomini indottrinati e di potere. Un perdono che gli si può concedere, una valutazione erronea che essi eseguono giusto perché ingenui e creduloni, e forse, perché così gli è stato imposto di credere per movente). Comunque davanti ai miei occhi ora tra le strade che insegnavano, della coscienza, della bontà, del realismo e del sapere ne apparivano anche altre.
Sapevo che in ambienti di povertà vive gran parte della gente che lavora onestamente per vivere. Sapevo che lì si acquisisce l’eroismo, l’eroismo vero; quello di ventiquattro ore al giorno e per tutti i giorni e a volte anche per sempre. Lì sapevo essere gli eroi veri che combattono giorno, dopo giorno, per fare mangiare una famiglia, per pagare le rate, le bollette, per avere il tempo di sorridere, di comprendere le pene del prossimo, di provare pietà per gli addolorati, e fare disinteressatamente una buona azione perché si è semplici e bonari; una realtà, la loro, che la Chiesa Cattolica conosce bene perché vi ha sempre, e da sempre, avuto a che fare. Questi per me erano i veri eroi. Ora comprendevo che anche in altri ambienti vi erano degli eroi, diversi ma tutti utili comunque all’uomo e al ciclo evolutivo dell’uomo, e che anche in essi e nei loro ambienti si poteva scrutare e comprendere il realismo dell’uomo, della sua coscienza, della sua natura espressiva, e anche essi erano degni di una laurea HONORIS CAUSA, perché eroi di saggezza e della rappresentazione del bene per mezzo del donare la conoscenza al prossimo e agli uomini pronti e degni di comprendere tramite le buone e intelligenti scritture. Dopo aver percorso questa strada, letteraria per modo di dire, compresi che il realismo di ora è allo stesso equilibrio di vita del realismo di un tempo. Lo stesso equilibrio visibile alle risposte sociali che l’uomo dà per ogni circostanza di vita. Con questa base compresi la plausibile e la logica verità che nasce per le motivazioni. La verità della verità e la verità della bugia. Il realismo della vita, a cui noi uomini ci confrontiamo in ogni istante della nostra vita soggetto ai motivi. Il realismo del raccontare una storia soggetta a motivi. Ecco, questo libro di DEMETRIO, in qualche modo, aiuta a comprendere da dove l’uomo attinge la sapienza, quali tipi di pensieri deve avere per attingere la conoscenza e in che modo analizzare il ato di un uomo dentro di sé, per carpirne il realismo di vita, considerando la sua natura, la sua personalità, il suo carattere, la sua cultura e l’ambiente che vive e che frequenta. Ora capivo che vi sono molti scritti antichi il cui sapere e le cui informazioni non vanno presi come oro colato. Leggere e conoscere è cultura, ma tutto va analizzato se si vuole capirne i segreti più celati. Alcuni scritti sono stati scritti in forma non contemporanea, e presente del tempo vissuto nel ato, e sono stati scritti solo dal punto di vista dei ricchi. Un miliardo di chilometri dalla realtà pura in cui i poveri sono immersi. Comunque l’uomo scrive tutto in ritardo e seguendo le idee e i pensieri di chi li paga, o del proprio interesse. L’uomo crede in GESÙ Figlio di DIO, con un ritardo di duemila anni forse, se consideriamo il
suo comportamento, in alcune circostanze, contemporaneo. Per cui, il realismo è da comprendere e da scindere, e questo lo poteva fare a parere mio, solo la persona che ha vissuto con l’uomo in un ambiente genuino e spontaneo composto di brava e buona gente, che è quello dei poveri e dei lavoratori. In questo ambiente l’uomo comprende la natura dell’uomo, il suo modo di ragionare, di vivere la vita, con le sue domande, le sue risposte, il tutto in base e dipendenza ha una risposta alla sopravvivenza, ha un resoconto da dare alla carne e allo spirito, al proprio egoismo, alle proprie necessità, e nonostante questi obblighi può possedere quella bonarietà e quell’aria di brava e buona persona che lo distingue da uomini di altri ambienti e lo mette nelle condizioni istintive di comprendere verità profonde e genuine e per mezzo di ciò divenire saggio. Ma ora comprendevo che anche con il pensiero, l’intelligenza, usando queste altre virtù, l’uomo doveva essere solo capace di usarle e comprendere come doveva usarle, e allo stesso modo, di una brava persona del popolo, poteva divenire saggio e umile e vedere in volto Dio, evolversi all’apice della comprensione universale e non esserne distrutto. La rinascita Degli Dei, mi faceva intravvedere questa via, era solo da percorrere. A parer mio, per arrivare a una qualunque comprensione, come ad esempio quella del Figlio di Dio, ci si doveva recare nei quartieri dei poveri e vedere come fanno i poveri a sopravvivere, ci si doveva recare nell’ambiente degli eroi, quelli citati sopra, quelli veri, e vivere come loro, materialmente parlando, e dopo questo si poteva parlare del Figlio di Dio. Ma ora comprendevo che vi erano altre vie per arrivare alla conoscenza di Gesù, o di altro. Con questo non negavo comunque che l’ambiente che influenza lo scrittore non è uguale all’ambiente che influenza il lettore. Due cose diverse, sapevo che lo scrittore parla di un ambiente di cui non ha vissuto in prima persona la vita e in cui non ha trascorso il tempo, ma la sua intelligenza e il suo talento artistico gli permettono di poter comprendere il realismo di ogni ambiente e di poterne parlare in modo reale e veritiero, secondo la sua opinione e forse secondo l’opinione di molti, e io potevo ora analizzare se descriveva il vero o se descriveva il falso, ero divenuto capace di farlo, dovevo solo indagare con zelo. La verità nel suo valore la conosce chi è stato a contatto con l’ambiente e le persone dell’ambiente, e ora capivo bene che anche chi è estraneo può arrivarci e comprenderla. Questo libro, di questo autore RUSSO, aveva messo in discussione alcune mie teorie del vero e del falso che erano troppo legate al contatto diretto, e per questo la saggezza e la sua acquisizione la intravvedevo
percorrendo solo un certo tipo di cammino evolutivo. Ora per me era come se si aprisse qualcosa di magico nella mia mente, come dire che l’uomo potrebbe conoscere la verità anche se è lontano dall’ambiente, e per mezzo di essa evolversi e divenire saggio e sapiente. Tutto dipendeva da come fa funzionare la testa. Salivo un gradino e comprendevo la qualità e il modo in cui si doveva pensare per comprendere l’incomprensibile, qualcosa di straordinario che avvertivi dentro, che ti faceva catturare segnali ed emozioni della mente, della fantasia, dei pensieri, e che, una volta analizzati dentro di sé, erano come un messaggio da leggere, da sapere decifrare, che portava alla conoscenza di verità che, se pure non vissute direttamente, erano comprese nel valore istruttivo e saggio. Da quel momento iniziai a pensare con la mia testa, a trovare più piacere, interesse e rispetto nelle scritture, e a credere più profondamente nell’uomo e nella sua uguaglianza identificativa. Poi, il militare finì e iniziò tutto da capo. Ciò che rimane sono solo ricordi in parte belli in parte meno belli, ma tutti con il loro valore. Mi accorsi presto che la naia era servita a farmi comprendere la società e i suoi gradi. Il tenente era il geometra o il ragioniere. Il caporale era il capo squadra di un cantiere o altro, e via discorrendo. I gradi militari erano anche nella società, mancava solo la divisa, ma infine non cambiavano ruolo e responsabilità. Iniziai a lavorare nuovamente in segheria, e la sera andavo alle scuole serali. Volevo apprendere e studiavo e lavoravo. Uscivo, poco e raramente. Fu un sabato che al bar, casualmente incontrai un amico, FILIPPO, un mio vicino di casa, quando abitavo ancora a CASTEGGIO. Tra noi si aprì subito una magica comprensione, una voglia di stare insieme e di uscire insieme, un piacere affettuoso e molto accattivante. La stessa sera, iniziammo a girare insieme con la mia auto. Ci recammo in vari luoghi a divertirci spensieratamente. La nostra amicizia proseguì, era divertente stare insieme, così il sabato sera si andava insieme a divertirsi. Non sapevo che lui avesse così tante conoscenze, e in vari paesi nei dintorni. Quante amicizie e tutti lo stimavano. Conosceva un sacco di gioventù dappertutto, e un sacco di ragazze; grazie a lui ero entrato in un ambiente accattivante di giovani amici e giovane ragazze, tutte carine, moderne, intelligenti e che avevano tanta voglia di uscire e di divertirsi. Io ne rimasi attratto, avevo girato con qualche amico, ma con FILIPPO era un vero Paradiso, come faceva ad attirare tutte e tutti a sé era un vero mistero, ma la cosa mi piaceva molto; essendo con lui, godevo la gioia di vivere, e con felicità vivevo quelle circostanze di divertimento giovanile e spensierato.
Tramite FILIPPO io conseguii una meravigliosa tappa della mia vita. La tappa non è nient’altro che il traguardo, o i vari traguardi, che si conseguono nella vita. Traguardi di una certa importanza e di un certo spessore il cui cammino è lungo e si compie con parecchi anni di impegno e di lavoro prima di arrivare alla porta di essa. Anni impiegati al fine di giungere al traguardo, pronto e preparato per poterla affrontare, goderla e superarla. Si necessita di un accompagnatore leale e onesto. E se non avessi fatto il militare, mai sarei potuto uscire con Filippo, la nostra cultura, la nostra diversità nel pensare e in tutto il resto non mi avrebbero dato la giusta evoluzione per poterlo comprendere e per potere andare oltre i miei confini. La tappa, per ogni traguardo un Angelo di donna come accompagnatore alla porta Celeste della conoscenza, non la conoscevo ancora ma stavo per scoprirla in prima persona. Tutto sempre, in evoluzione, ha uno stadio maggiore; l’evoluzione serve per mettere in condizione l’uomo, me, a essere pronto, preparato e maturo per il tipo di esperienza da fare. E sempre nel nuovo stadio c’è una prova conforme al grado evolutivo conseguito, sino al raggiungimento della totalità armoniosa dell’universo e della sua melodia che collega l’uomo nella comunione Eterna. Questa volta, Filippo mi condusse con sé in una festa di capodanno. Lì io giunsi alla tappa, pronto e preparato per goderla, consumarla e salire un grado evolutivo. IL TRAGUARDO mi nutriva della conoscenza e della scoperta dell’amore. Era NICE, l’Angelo che mi condusse per mano alla scoperta di questa nuova dimensione, non più teoricamente, ma praticamente e con tutte le sue emozioni. Nella mia vita mai mi sarei sognato una circostanza così incredibile. Per raggiungere NICE ci volle l’accompagnamento di un amico, per riuscire a stare vicino a un amico all’opposto del mio essere ci volle l’esperienza del militare, e per conoscere NICE ci vollero una crisi d’Amore tra Filippo e la sua Ragazza e una serie di circostanze che sono pazzesche. Il destino a volte è qualcosa di strano e il suo modo di venire a noi è veramente casuale. Per questo si chiama destino, era legato al fine di materializzare questo traguardo, era il mezzo al fine di incontrare NICE. Da subito, appena mi venne presentata, avvertii che con lei qualcosa di diverso era nato in me. Qualcosa di diverso aveva anche lei. Non riuscii a levarle gli occhi di dosso, e compresi che lei leggeva il mio cuore, e comprendeva che io non ero come gli altri diciannovenni. Non parlava molto ma tutte queste cose le diceva il mio cuore, e forse con il suo comunicava, e io non comprendevo, so solo che mi piaceva da impazzire. Ma non speravo
minimamente di stare con lei. Io ero solo, non ero accompagnato da nessuna ragazza, e anche lei era sola, con alcune sue amiche. Filippo nella serata fece un litigio con la sua ragazza, questioni giovanili, e si era ubriacato. Io ascoltavo la musica e guardavo quel che mi succedeva attorno; di tanto in tanto davo un’occhiata per intravvedere NICE, che da una decina di minuti non vedevo più. Poi la vidi venire verso di me, e mi disse: “Filippo sta male, si è ubriacato, è di sopra, ho paura che si butti dalla finestra.” Lei mi accompagnò di sopra, dove c’era Filippo ubriaco che piangeva. Io cercavo di sollevargli il morale, e NICE contribuiva dolcemente. Lo feci parlare e gli dissi di divertirsi e lasciar perdere. Io in quell’occasione avevo familiarizzato di più con NICE. Alla fine lui si rimise in piedi, e si cercò un’altra compagnia. NICE tornò dalle sue amiche e io ritornai al mio posto ad ascoltare la musica, a godermi la serata sorseggiando di tanto in tanto il mio bicchiere di coca. Io non bevevo, non avevo mai bevuto e non ho bevuto mai. Poi, dopo i festeggiamenti, Filippo si dileguò, era in compagnia di un’altra ragazza, gli era ato tutto, aveva fatto presto a dimenticare. Io ebbi un’occasione, NICE si era avvicinata, e in quella circostanza avevo scambiato due chiacchiere; lei mi chiese se avevo l’auto e se ero disposto a portarla a casa. Le dissi che era presto, era solo l’una, però se voleva l’avrei portata a casa. Così lei decise di andare a casa, e io da gentiluomo dissi: “Va bene, andiamo”. Giunto nel suo paese, mi disse che avrebbe mangiato volentieri una pizza, ma che voleva mangiarla in auto, non aveva voglia di scendere. Bene, allora io accostai alla pizzeria del suo paese, e le dissi di andarla pure a prendere. Lei mi chiese se ne volevo anche io, le dissi di no. Mi chiese se volevo qualcosa da bere, e io le risposi che una coca l’avrei bevuta volentieri. Ritornò dentro con la pizza e due coche. Insistette affinché ne assaggiassi un pezzo, e io l’accontentai, ne presi un pezzo che lei mi porse con le sue mani, e la mangiai. Lei mi disse: “Vai”. Io misi la marcia e partendo le chiesi: “Fammi strada, non so dove abiti.” Lei mi diede la direzione con il suo dito, sempre dritto. Mi condusse a mia insaputa, poi compresi, fuori città lungo il fiume Po, poi mi fece girare a destra in una stradina in aperta campagna. Io ero diventato nervoso, cercavo di avere un contegno e di nascondere il mio turbamento, ma lei era tranquilla come una pasqua. Per me fu la prima volta nella mia vita, e lei lo aveva compreso, anche se io le avevo negato questa verità per orgoglio, ma lei me lo disse chiaro e tondo in faccia, con tono che sapeva di molta gentilezza e delicatezza. “Sono stata la prima! Vero?” Io non le risposi, e non la guardai negli occhi, ma lei comprese e non disse più nulla a riguardo. Dopo un po’ di silenzio parlammo d’altro. Ormai era mattina e avevamo parecchio sonno, così la condussi a casa; io ritornai alla festa, a cercare
Filippo per ritornare a casa a farmi una lunga dormita. Ella fu colei che mi mostrò l’amore e il suo piacere. Un incontro voluto dalla Giustizia Divina. Ma che mi lasciò il segno dentro il cuore, perché me ne innamorai perdutamente. Un Amore che mi creò la circostanza di recarmi sino a PARIGI, dove feci delle esperienze particolari e costruttive per la mia crescita intellettuale. Infine ho trascorso degli anni, tra matrimoni e figli. Anni pieni di soddisfazione, e pieni di lotte per la vita. Sono molti i lavori che ho fatto. In alcuni sono bravo, in altri meno bravo, ma tutti sono buoni e sono stati utili. Tra cui: l’operatore ecologico, il contadino, il carpentiere, il muratore, il rappresentante di noccioline, il ferraiolo, il posatore di pavimenti, il posatore di traverse ferroviarie presso un’impresa di Parma che lavora per le ferrovie dello Stato. Ho anche lavorato in Svizzera per un breve periodo, per una ditta che eseguiva l’ampliamento di strade e viadotti; potatore, imbianchino, artigiano, e chi più ne ha più ne metta! Vita travagliata e piena di esperienze, sia in ambito lavorativo, sia in ambito affettivo. La vita nel modo di concepirla e rappresentarla, cambia nel duemilaotto. Il ventiquattro agosto del duemilaotto, ho una visione. Questa visione l’ho descritta nel libro il SAGGITTARIO; questa visione mi ha condotto a scrivere il mio primo libro il SAGGITTARIO. Narra dell’AVVENTO e descrivo la visione. Dopo scrivo di MARTA FOSTII e del libro a lei dedicato. LA DONNA PROMESSA DA DIO. Narra di me e di Lei, del nostro incontro e del nostro Amore. Poi ho scritto il libro LUCE, che rivela la nostra identità: noi chi siamo? E rispondo nel libro in questione: Noi chi siamo, Spiriti pensanti di LUCE avvolti di un ALONE Luminoso che si alimenta con l’energia dell’Amore e ci rende luminosi e tramite questa luminosità viviamo in ETERNO. Poi scrivo il libro SANTO che risponde alla domanda: perché siamo al mondo? Narra del nostro scopo in vita, che è solo quello ed è quello che rimane, divenire SANTI, come noi siamo in Creazione Divina. Spiego che il divenire Santi alimenta la nostra energia luminosa, la nostra Luce
prende energia dalla nostra Santità, per questo noi siamo al mondo, per evolverci e divenire alimento per la LUCE che siamo sempre noi, tramite la SANTIFICAZIONE. Poi ho scritto il mio primo romanzo, libro BENEDETTO QUARTO, che parla di una famiglia da poco composta che per bisogno di lavoro è costretta a emigrare al nord, dove trova lavoro e felicità. Poi ho scritto il mio secondo romanzo, LA ROSA DEL CIGNO. È un romanzo inventato attraverso l’ispirazione di un sogno. Narra la vita di due giovani innamorati in epoca risorgimentale nella terra LOMBARDA, dove gli Austriaci erano governanti. Un libro drammatico ma molto profondo nel contesto morale e psicologico. Ho scritto il libro SPERANZA. È un saggio profondo che rivela, a parer mio, la nostra provenienza Spirituale. Nel libro SPERANZA si parla e si discute di molte cose, alcune importanti e altre un po’ meno, ma nel contesto esprimo la mia credenza, che insiste nell’affermare che noi veniamo, tutti, da un altro Regno, dal PARADISO TERRESTRE. Con il libro SPERANZA, chiudo un certo modo di ragionare e di esprimermi, e con il nuovo libro si a in uno stadio diverso, ma allo stesso modo molto interessante. Nel mese di settembre 2013, ho pubblicato il libro di GIUDA. Questo libro rappresenta una svolta al pensiero dell’uomo, mirata alla scissione del realismo. In questa opera cerco di individuare la natura umana e psicologica, soggetta all’influenza materiale e spirituale del personaggio, presentandolo ai lettori nel modo più realistico possibile. Ho come proponimento quello di iniziare a fare ordine visivo, e cerco di vedere e far vedere le cose al lettore sotto un aspetto più umano. In questo romanzo cerco di separare la comodità che deriva nell’accomodare le cose con facili giudizi che avvantaggiano il più delle volte i vincitori. Dalla complessità nel descrivere Giuda, scaturisce la ricerca non comoda della verità che plausibilmente si cela dietro le quinte. Parte caratteristica del suo comportamento soggetto e dipendente dalle motivazioni che fanno scaturire nei nemici il desiderio di mirare e conseguire un obbiettivo sinistro. Infine, non venendo alla luce il movente o la giusta ragione, che fa nascere il desiderio di conseguire un oscuro obiettivo, l’uomo diviene un accomodante e con semplicità si sbarazza di realismo e di contesti usando con consuetudine l’arte abitudinaria del giudizio per accomodamento di situazioni e atti che a dir poco sono ambigui. In questo modo eventi, con la metodologia del
rispetto del proprio egoismo, del proprio opportunismo, per protezione del movente o per totale mancanza di esso, vengono liquidati e archiviati con faciloneria. Potremmo anche pensare che giudizi sentenziosi, emessi contro Giuda siano stati necessari per discolpare una parte del proprio ostile comportamento nei confronti del Messia. In questo modo altro non si dimostra che la volontà di coprire un realismo oscuro che si cela dietro le quinte, che altro non è che l’offuscamento del realismo e di conseguenza la continuazione di una vita tranquilla e senza disturbo alcuno dei carnefici reali del Messia.. Giuda viene usato per coprire e meglio nascondere, una strategia oscura e sinistra. Questa è stata studiata e ben organizzata per offendere non solo GESÙ ma anche chiunque è al suo fianco, e chiunque ostacola l’obbiettivo che mira a demolire il Figlio di Dio e i suoi insegnamenti. Nel mese di ottobre 2013, ho pubblicato il libro PENSIERI E POESIE. Un libro di pensieri, di poesie e di canti che ho scritto e ho dedicato a mia Madre. Un libro ispiratomi da un sogno. Parlo di poesie d’Amore, pensieri, canti e lodi a Dio. Un libro in cui richiamo i ricordi di mio padre e le persone a me care. Tra la fine di novembre e dicembre del 2013, scrivo il SOFFIO DELL’ANIMA, un libro di pensieri d’Amore, ispirati all’Anima e al suo modo di confrontarsi con la vita. Ora, in questo mese di natale ho scritto il libro: “CHE TORNI LA DEMOCRAZIA CRISTIANA MA CON UOMINI RINNOVATI E GIOVANI!”, un misto di religione e Democrazia. La Fede in Dio e la Democrazia per il popolo. Queste sono due cose che a parere mio dovrebbero camminare a braccetto. Questo Libro parla di come la FEDE Cristiana esprime la comprensione in cui i popoli dovrebbero vivere e attraverso cui dovrebbero essere amministrati per donare a essi Felicità, Pace, e Benessere. Questa comprensione la Chiesa Cristiana la dona agli uomini di buona Volontà, per Grazia di Dio; devono essere gli uomini capaci di adottarla, di metterla in atto, con onestà, nel suo proprio valore evolutivo e identificativo. Ritornando al discorso biografico a me riguardante, dico che durante la mia vita ho fatto molti viaggi; anche se nei luoghi dove mi sono recato la permanenza è stata breve, comunque, ho ricevuto da essi molti insegnamenti, sul piano psicologico e sul piano umano. Ho visto molte cose che neppure mi sarei sognato di vedere. Mi sono confrontato con molti modi diversi di pensare e di concepire la vita, ma ho notato che infine
l’uomo ha sempre i soliti obiettivi, e di persone umili e di maniere buone e semplici il mondo è pieno. Una cosa che accomuna l’umanità è che dovunque si vada e qualunque cultura si affronti, le famiglie e le persone che lottano in modo regolare per vivere nella semplicità e negli affetti sono tutte uguali. Semplici e buone, possiedono lo stesso umore e la medesima bontà. Ho pensato molto a questo e ho compreso che il mondo non è solo disseminato da incomprensione, ma è anche disseminato da persone che hanno il senso umano dell’amore e del conforto verso il prossimo. Esse sembrerebbero preoccupate per la sorte di uno sconosciuto o di un forestiero e vogliono assicurarsi, sempre, che finisca in buone mani; diciamo pure che lo vogliono al sicuro, e in questo modo si sentono tranquille. Questo sentimento accomuna l’umanità e il mondo intero, ed è prova che, qualunque sia la cultura o qualunque sia mentalità di ciascun popolo, essi hanno l’amore di Dio in comune. Tuttora vivo a CASTEGGIO, dove lavoro come precario con l’incarico di segretario d’ufficio. Scrivo e vivo con la mia dolce famiglia, composta da me, da MARTA e da mia figlia SUSY. In fede
SOTTILE SALVATORE
PREFAZIONE
Il vedere crollare la situazione sociale ed economica in Italia mi diede l’ispirazione istintiva di ricercarne le ragioni. Mai mi sono occupato di politica, dico mai per dire mai. Da prima mi iscrissi ad un partito per comprendere cosa gira attorno a questo mondo. Ma vidi che non era nel mio filo logico e abbandonai subito. Ma mi servì per comprendere molto dei politici e dei governanti attuali, e anche antichi. Il Telegiornale, i notiziari li ho sempre ascoltati, non posso dire che manco o mancavo d’informazione e di conoscenza basilare, ma di approfondimento specifico ne ero sprovvisto. Sono una persona religiosa, e la Fede e la politica non si accoppiano molto, ma vi è un punto di convergenza, dono dell’evoluzione dell’uomo in concomitanza della FEDE e dell’ispirazione che ne consegue. Ultimamente ho approfondito questo punto di convergenza e ne ho compreso l’immenso valore, valore Divino. Nella mia vita ho trovato piacere in varie cose, nella musica ad esempio: so per certo che la musica allontana e prevede le malattie mentali e anche l’ischemia, ma al di là di questo amo la musica in modo sorprendente e ascolto tutti i tipi di musica senza nessuna distinzione, e in tutti trovo piacere e rilassatezza. Amo l’arte, la lettura, la scrittura, il lavoro, la bellezza (che detiene un potere soprannaturale), ecc… ma mai ho sentito un’attrazione o un interesse per la politica sino a questo momento, a questa fase della mia vita. Difatti, i miei libri non parlano di politica, ma di ben altro, e questo è il primo scritto che ne parla. Ma data la situazione odierna nel nostro paese, ho ritenuto opportuno parlarne. Ho iniziato a percorrere un cammino informatico e culturale per comprendere e approfondire le mie concezioni e quel che succede nel nostro paese oggigiorno. Devo ammettere che in questi ultimi tempi, questi ultimi anni, la crisi economica del nostro paese mi ha messo a dura prova, e forse anche questa è una delle tante motivazioni che mi hanno incitato a percorrere questo cammino. Così ho iniziato a studiare che cosa capitasse al nostro paese e quali idee politiche si sposano con la mia persona e il mio modo di essere e di pensare. Ho iniziato l’approfondimento del tema proprio quest’anno. Ho compreso che il
nostro paese non ha PACE, non ha felicità e non ha Benessere. Ho compreso quale ideologia assomiglia al mio essere, ed è quella della Democrazia. Ma dissi in me: “La Democrazia Cristiana non esiste più in Italia, sono somigliante ad un partito politico che non esiste.” Volli fare una ricerca in internet, e mi rispose la Democrazia Cristiana. Così entrai a farne parte. Iniziai a studiare questa ideologia politica, cosa che non avevo fatto mai prima, e la trovai molto interessante. Compresi che questa ideologia è nell’Anima, e l’essere, il suo modo di essere, è l’essere in sé stesso. Compresi vari perché e varie cose, del ato e del presente. Appresi che la Democrazia Cristiana era nata nel 1943, e si era messa in riposo nel 1993 con tangentopoli. Dopo vari approfondimenti e varie ricerche, compresi che era il partito giusto, non solo per le mie idee, ma per le idee di tutta la gente. Volli studiare e comprendere con la mia testa che cosa era successo in Italia con la Seconda Repubblica dal 1993 ad adesso, analizzare come si vive in società dal 1993 sino ad ora (nella Seconda Repubblica), e farne un confronto con come si viveva nella prima repubblica, quando la Democrazia Cristiana governava. Purtroppo è duro quel che ho scoperto. Si stava un miliardo di volte meglio prima, in tutti i sensi. Perché sembra inverosimile, ma i nostri politici di adesso non sono preparati e non sono capaci come quelli di allora. I politici della Seconda Repubblica hanno trascurato la nazione e il suo popolo, perché occupati a farsi una guerra tra loro. Una guerra invisibile, che ha messo il popolo in ginocchio. E questa è una cosa veramente triste, il popolo paga la trascuratezza dei governanti. Compresi che la crisi era su scala mondiale, ma che se il nostro paese avesse mantenuto l’attenzione che si addice a persone responsabili, non sarebbe finito così in basso.
I politici della Prima Repubblica erano seri, risoluti, parsimoniosi, facevano l’interesse privato ma anche quello pubblico. Non si lasciavano trascinare da sentimenti di gelosia e di invidia, non accettavano provocazioni, lavoravano seriamente e perseguivano gli obiettivi riservando l’interesse alla nazione e al popolo.
Ma nella Seconda Repubblica la cosa che più mi disturbava era che questi
politici si sono fatti questa guerra invisibile tra di loro! Si sono lasciati trascinare in una lotta ventennale che ha solo creato danno e malessere nella nazione! Non ne comprendevo le ragioni, doveva esserci una ragione se il popolo e la nazione venivano abbandonati a se stessi e le lotte tra essi avevano questa importanza maggiore. La ragione la compresi, ed era che le loro ideologie, anche se venivano presentate alla nazione e al popolo come ideologie liberali e democratiche, materialmente, in modo rappresentativo, non erano e non sono ideologie democratiche. La battaglia cruenta tra politici è da imputare a un conflitto ideologico antidemocratico e a una mancanza di responsabilità di ruolo, mancanza di preparazione culturale e pratica all’impegno assegnatogli, mancanza di buon senso e mancanza di pietà verso il proprio popolo, con però… occasionalmente, per ipocrisia, espressione di bontà verso gli stranieri. Ingannevoli concomitanze che distolgono il cittadino dal focalizzare la vera natura dei nostri politi contemporanei.
Nella Prima Repubblica, l’Italia era governata da politici di un altro stampo. In primis non erano megalomani e non desideravano essere venerati come entità divine. Non prendevano il denaro pubblico per donarlo a persone immeritevoli. Erano da ammirare perché: facevano il loro interesse ma facevano anche quello della nazione e del popolo. Erano umili e uscivano di scena, quando capitava, con orgoglio e a testa alta. Erano uomini del popolo e per il POPOLO. Essi avevano compreso che la ricchezza Italiana era anche la mano d’opera, e hanno messo l’IVA sulla mano d’opera, sulla ricchezza, grandi strateghi, grande strategia a favore delle imprese. Essi sapevano che se il popolo spende si crea un motore economico che coinvolge tutto il paese, sapevano che per spendere il popolo doveva avere denaro. Ed ecco le pensioni anticipate (i prepensionamenti), così molti posti di lavoro si sono liberati, e il denaro circolava in forma maggiore e i consumi aumentavano con il vantaggio che ne conseguiva al PIL della nazione. Se non c’erano soldi, li stampavano loro, e poi con grande maestria l’inflazione che derivava riuscivano ad attutirla. I politici della Prima Repubblica hanno creato un patrimonio industriale che era in grado di competere con tutti gli stati Europei. Le partecipazioni statali. La prima Repubblica ha avuto uomini che erano per il POPOLO, in tutti i sensi.
Ora nella Seconda Repubblica vediamo il disprezzo in Italia non come cultura ma come costume. Vediamo la povertà, la miseria, vediamo uomini impietosi e che si prendono il lusso di mostrare pietà con le parole per i bisognosi, quando materialmente, concretamente, non fanno niente e dimostrano solo di essere impietosi. E non fanno niente per migliorare la situazione perché, politici di oggi, devono mantenere i patti economici con l’Europa che sono quelli che: gli Italiani non devono produrre e non devono sviluppare la loro economia, ma devono spendere e comprare; e i soldi dove li prendono? Dove sono finiti i soldi dell’Italia, se questi soldi non li mangiano neppure le galline, da qualche parte sono finiti! Se non lavorano come fanno a spendere?!
I politici della Prima Repubblica con il loro comportamento benevolo hanno dimostrato di sapere che la povertà dei popoli era perché il benessere veniva ripartito per moltiplicazione, per questa ragione sapevano ripartire tra il popolo e la gente il denaro. In questo libro descrivo come nasce il partito della Democrazia Cristiana e quali sono le sue radici ideologiche. Il partito nasce da una evoluzione spirituale conseguita da millenni di studi e di preghiere. Conseguita dal contatto materiale tra Dio e gli uomini, tra la religione e la cultura dei governi, tra gli uomini di chiesa e il popolo dei poveri. Prima del partito nasce l’ideologia, nasce il pensiero politico, Democratico e Cristiano. La Democrazia Cristiana, oltre a molti impegni ideologici che prende con la nazione e con i suoi cittadini, prende l’impegno religioso dove la coscienza sente di dare conto. Il servire il popolo, donargli Benessere, Felicità e Pace, diviene un dovere di Fede e di coscienza. Il tutto si materializza con la consecuzione del fine principale che è quello di restituirgli la sovranità. Un partito per il popolo, basato sulla libertà sul lavoro, sull’assistenza per i meno fortunati, sulla comunione e sul rispetto per l’identità umana. Una bandiera che mette tutti sullo stesso piano e comprende tutti gli uomini di una nazione, indipendentemente dal loro status sociale e dalla loro classe d’appartenenza.
Parlo anche del valore, che ha questa ideologia, per il fatto che viene da un Uomo di FEDE, quale Gioacchino Ventura. La partenza di una ideologia politica
prende un profondo significato giusto per il fatto che viene conseguita da un uomo che vive a contatto con i poveri e conosce tutte le situazioni di privazione e di sofferenze del popolo, e che sa bene che deve portare Coscienza e Anima a Dio. Per cui il pensiero del Ventura è genuino. E non ci si può imbattere nell’opportunismo, nella venerazione dell’assolutismo e nell’egoismo umano. Un’ispirazione la sua che viene da Dio, altra spiegazione non può esserci. Spiego anche la nascita del partito politico sottolineando che è una ideologia religiosa, un pensiero, che i Fedeli (Don STURZO Luigi, Alcide De Gasperi e Giuseppe Alessi) mettono in pratica come partito per servire il Popolo e la Nazione. L’Italia risorge nel dopoguerra con questa ideologia, con questa Fede. Ora l’Italia è in una crisi profonda, e solo uomini che possiedono questa Fede, questa ideologia possono mettere Pace tra le genti, possono ridare fiducia e benessere al popolo e farlo ritornare con il sorriso e la felicità. Senza Democrazia Cristiana non c’è Giustizia e non c’è governabilità. La Democrazia deve essere Cristiana, o altrimenti non è una Democrazia satura, forte e completa. E se questo pensiero viene dal Padre Eterno, potremmo asserire che Dio è Democratico, e che gli Angeli convivono tra essi in Democrazia. La nascita di questo pensiero ha un valore immenso e potrebbe spiegare molte cose, tenendo presente che questo pensiero viene da un uomo di Chiesa e di Fede provata.
Nel libro SANTO ho parlato di come Giuseppe faceva economia con il grano per affrontare gli anni di carestia. La Democrazia Cristiana sa riservare le risorse di una Nazione, per poi usarle nel bisogno. Compresi che L’Italia aveva cessato di essere una Patria coesa, nel momento che la Democrazia Cristiana aveva cessato il suo operato. Grazie e buona lettura.
ISPIRAZIONE DEMOCRATICA
Questo libro: “CHE TORNI LA DEMOCRAZIA CRISTIANA MA CON UOMINI RINNOVATI E GIOVANI”, è dato da un’ispirazione che ho conseguito in un congresso. Io avevo scritto una poesia dove asserivo, come sentivo nel mio cuore, che gli Angeli del Paradiso per stare con rispetto tra essi vivevano in Democrazia Cristiana. Il giorno successivo, precisamente il 9 Dicembre, a Bologna conobbi in un congresso l’onorevole Alberto Alessi. Io in quella circostanza dissi ai presenti, dopo aver ascoltato il Monsignore di Roma, che avevo scritto una poesia dove asserivo che gli Angeli vivono in Democrazia Cristiana e ciò che diceva Monsignore mi trovava completamente d’accordo. Quando mi alzai per togliere il disturbo, in quella circostanza salutando i presenti, l’onor. Alberto mi diede un suo libro da leggere, (NUOVO UMANESIMO), io lo ringraziai del gentile dono e, salutando lui, e tutti i presenti, ritornai a casa. Il libro di Alberto fu molto costruttivo. Compresi che la Democrazia Cristiana nacque come ideologia, prima che movimento politico. Il libro Parlava Di Gioacchino Ventura e del suo pensiero. Il pensiero di Ventura indicava come la Chiesa Cattolica doveva prender parte alla vita politica in modo indiretto. Più consono dire che la Chiesa aveva il popolo come interlocutore giornaliero e conosceva la condizione del popolo, socialmente ed economicamente. La Chiesa era chiamata a consolidare il pensiero di Gioacchino che chiedeva libertà e democrazia per il popolo e una condizione di vita più dignitosa e rispettosa. Il popolo come fulcro centrale di cui i governi, tramite la religione, dovevano riconoscere il valore, la dignità, la libertà e il rispetto. Il potere veniva responsabilizzato ad adoprarsi per il bene del popolo e per la libertà democratica di tutto il popolo, in modo indipendente dalle classe sociali di appartenenza. Poi parlava di Don Luigi Sturzo, di cosa aveva appreso dal pensiero di Gioacchino Ventura e del modo di materializzare l’ideale religioso del religioso. Così Don Luigi dal pensiero e dagli ideali del Ventura, insieme a Giuseppe Alessi (Padre di Alberto ) e Alcide De Gasperi, aveva tratto una ideologia evolutiva di un uomo di Chiesa. Un partito politico che si proponeva quello di materializzare il pensiero ideologico del religioso che responsabilizzava la Chiesa con lo scopo di dare una
nuova educazione politica e religiosa all’uomo al fine di migliorare la qualità della vita al popolo. Un ideale politico religioso che in un intreccio culturale esortava gli uomini governanti delle istituzioni ad adoprarsi per aiutare il popolo e a mettersi al servizio del popolo. In questo modo nacque la Democrazia Cristiana. Prima che la Democrazia Cristiana fosse un movimento politico, era un pensiero religioso, una comprensione acquisita per evoluzione spirituale. Aver letto questo libro mi mise nelle condizioni di comprendere il valore politico sposato con la Fede e la Cristianità dell’uomo. - Infine Alberto nel libro dice che la Democrazia non è democrazia reale se non è Cristiana. - Io concordai da subito con questa sua idea. Così questo libro, scritto da Alberto, (che descrive il suo pensiero e il pensiero dei suoi predecessori), mi diede l’ILLUMINAZIONE di comprendere di cosa necessita il POPOLO, di cosa necessita l’uomo per vivere una vita tranquilla e un futuro Sereno, nella pace e nel benessere di un mondo presente e di un mondo futuro. E questo bene è elargito a tutti gli uomini indipendentemente dal loro status sociale, dalla loro mansione sociale e dalla loro classe sociale di appartenenza. Tramite il libro di ALESSI e la mia poesia -DEMOCRAZIA E ANGELI- ho compreso che DIO è Democratico, e l’uomo per diritto e ragione di FEDE deve seguire la Democrazia che diviene Cristiana per ragione di FEDE in Dio; solo così l’uomo può governare una nazione, amministrarne le istituzioni, servire tutto il popolo e dargli una vita felice e serena. La lettura del libro di Alberto Alessi, infine, mi ha fatto consolidare un ideale che io già avevo conseguito tramite la vita di tutti i giorni e nella mia evoluzione. E io lo ringrazio infinitamente per avermi dato l’opportunità di approfondire la mia consapevolezza e la mia conoscenza politico religiosa.
POESIA DEL PADRE
Al Padre del cielo e della terra, promisi di vivere di cura e di amore… con le lacrime al viso, quando seppellii mio Padre nella terra umida. Il mio Cuore si rivolse al Cielo e disse con la voce sorda: “Dammi la forza, Padre Celeste, vivrò di cura e di Amore per il resto dei miei giorni. Fu allora che la Tua forza, Padre Celeste, mi invase sino alla profondità dell’Anima, e la Tua Luce mi avvolse, e Miracolosamente si alleviarono le mie pene. Allora compresi. Tu sei con me, perché il mio cuore è con Te. Ora il mio cuore canta le tue lodi e io vivo con gioia, felicità, di Cura e di AMORE.
ANIMA
Non c’è in natura cosa più delicata e fragile. Può sentire il dolore per un nonnulla. Può guardare e trasmettere serenità, pace e Amore. Può sentirsi bene per un sorriso; trarre piacere per il creato universo e per la natura che vive attorno a sé.
NELLA LA MIA VITA
La mia vita offre un’esperienza che nel miglior dei modi contribuisce alla vostra coscienza. Con questo libro, vi indico LA VIA DELLA LUCE che conduce alla FONTE. Dove chi percorrendola arriva e trova FELICITÀ, BENESSERE E PACE. Le mancanze di un cittadino sono il fallimento del governo come governante. La povertà è fare le cose non desiderate, è vivere perennemente nella mortificazione, è vivere avviliti, è vivere in una battaglia, giorno dopo giorno, è vivere nella tristezza, è vivere nell’umiliazione, è vivere nell’emarginazione totale. Io so che cos’è, è lo so tutt’ora.
LA POVERTÀ È PERDERE LA LIBERTÀ.
Ho compreso che aver Fede in Dio, significa, tra le tante cose, anche essere Democratici, altro significato non può esserci. Ho compreso che un uomo deve dire sempre la verità. Ci fu un tempo in cui credevo che era permesso solo a un bambino essere calvo, sdentato, eppure sempre bello. Ma poi compresi che anche chi possedeva queste virtù poteva essere bello, indipendentemente dal fatto che non fosse più un bambino, ma doveva essere pieno d’amore, di bontà, di saggezza, di giustizia, temperanza. Popolo dei poveri, martire per l’evoluzione dell’uomo. Popolo dei poveri, schiavo per l’evoluzione degli uomini. Popolo dei poveri arruolati nelle guerre ad uccidere altri popoli dei poveri per l’interesse privato, per l’interesse evolutivo, per l’interesse e i capricci dei ricchi. Ricchezza e bellezza hanno enorme potere sulle genti. Il popolo dei poveri è usato per i piaceri dei ricchi. Ecco perché viene il Figlio di Dio è in terra, per interrompere questo male che tutt’ora perseguita l’uomo. Il popolo dei poveri, ecco perché la Fede in Dio ispira Gioacchino Ventura, nel pensiero di convivenza di libertà e di Democrazia Cristiana. Un modo per apportare un pizzico di bontà al popolo dei poveri. Ecco perché uomini di buona volontà creano il partito Democratico Religioso, per apportare un po’ di felicità e pace al popolo dei poveri, il popolo martire. Ora che torni la Democrazia Cristiana ma con uomini rinnovati e giovani.
DEMOCRAZIA E ANGELI
Angeli del Ciel, come voi tra voi potreste essere Felici se non rispettosi e Democratici? Or dunque il Nostro Padre Celeste è Democratico, lascia il libero Arbitrio! Sento nel mio cuore come voi vivete fra voi, e io ciò che sento lo voglio descrivere per l’uomo e per tutti i popoli. Voi Amici avete un sentimento indistinguibile da quello dei fratelli perché è profondo e molto bello. Come quello che avverto che possiedono gli Angeli e fra loro lo condividono e lo vivono in modo bello e delizioso. Un sentimento Democratico che vi unisce, Angeli del Cielo, e vi rende sereni e felici. Ora comprendo che siete voi che avete ispirato, uomini di buona volontà, a donare agli uomini ideali Democratici al fine di rendere la vita lieve e buona per i popoli oppressi dalla tirannia. Siete voi, Angeli del cielo, che avete ispirato i religiosi a comprendere come voi vivete in Cielo; avete comunicato loro questo! Al fine che i Religiosi potessero materializzarlo in terra in comunione con gli uomini di buona volontà.
UOMINI DI BUONA VOLONTÀ
Sì! Un mondo di felicità e benessere per tutti. Un mondo fatto per divisioni dei beni. Un universo dove tutti gli uomini possono amare, ammirare e vivere con serenità. Un modo di vivere degli Angeli, anche qui in terra. Con la DEMOCRAZIA fusa con la FEDE in Dio, ora e per sempre felici tutti gli uomini possono vivere in terra e amarsi vicendevolmente. Giuseppe Alessi, (egli disegnò il simbolo crociato del partito), Don Luigi Sturzo, De Gasperi. Questi colsero il pensiero del religioso Gioacchino Ventura, e lo materializzarono creando la Democrazia Cristiana; il modo in cui gli Angeli vivono in cielo e gli uomini, per esempio preso, devono vivere in terra.
AMICO
Sai, caro amico! Tu sei il migliore di tutti i miei amici nella vita degli uomini tutti. Sei un amico caro, come un raggio di luce nell’oscurità profonda. Amico, sei come mia adrenalina personale. Sei un amico che ha imparato a leggere i miei pensieri a colpo d’occhio; vedo che vibri per il piacere di avermi compreso. E se come la brezza da me ti allontani, la mia anima rilascia un balsamo che ti chiede di tornarmi vicino, anche solo per vederti o sentire la tua voce ed essere tranquillo sapendo che tu stai bene e sei lieto di essermi amico. Sei un amico che mi anticipa. E puoi anticipare la comprensione, perché cavalchi la mia stessa onda evolutiva. E mi sento, anche se sono in silenzio, in lieta compagnia avendoti vicino e sapendo che siamo amici. Una tua esposizione di te stesso, anche se dura o se lieve, mi fa comprendere che tu sai quando e cosa voglio. Mi attira il tuo affetto disinteressato e piacevole in sé, come… con un magnetismo di piacere, e la noia scompare come per incanto e mai può tornare vicino a te. Solo con te il mio cuore è aperto. Credimi, amico mio, sei il migliore!
NOI VIVIAMO
La domanda è: perché c’è il ricco e il povero?! L’uomo fa l’uomo ricco; è l’uomo che fa l’uomo povero. Dio è Amore e ci ha fatti tutti uguali. (Nudi e Belli). L’uomo che nei secoli bui altro non dava come destino di vita ad altri uomini che un’unica alternativa che era: la povertà e la schiavitù, per esigenza sociale, per esigenza di progresso e di civiltà, per godere di privilegi, per malformazione intellettiva che lo conduceva a credere nel suo super io e in ragione di questo disprezzava i poveri e li trattava come esseri inferiori. Il male è l’ostilità che il ricco manifesta al popolo ponendolo su un gradino di inferiorità e trattandolo come una creatura inferiore figlia di un Dio minore. Chiaramente, come io ho scritto nel libro Speranza, la natura e la provenienza del male vengono confuse, e in questa ragione l’uomo le indirizza su un’altra causa, su un’altra identità. Una confusione che l’uomo fa perché è furbo. Il male si rivolta, ha una terza entità. Il male è il ricco e il povero, tutto il resto sono difetti che l’uomo crea per non pagare e per far durare il male eterno. Ricchezza e bellezza sono il potere, sono il potere dell’uomo, questo è il potere! Che l’uomo usa per esprimere il bene o per esprimere il male verso il prossimo. Dipende da come è stato EDUCATO l’uomo, dall’uomo. Ma ai nostri tempi, possiamo dire che l’uomo ha una ottima educazione, civile e culturale, dunque possiamo credere che se pur nelle scuole viene insegnato agli studenti di apprezzare uomini nella storia che hanno rappresentato il bene e hanno perseguito ideali per il bene comune e per l’interesse sociale, e vengono indirizzati a questo modo di agire e di pensare, purtroppo quando alcuni di essi si trovano di fronte alcune scelte fondamentali, nel lavoro, nella ricerca, per il loro futuro, e per il futuro del Paese, lo Stato diviene assente e visibilmente trascura la loro cultura e il loro futuro. In questo modo alcuni valori umanistici, se pur appresi in coscienza, decadono per colpa di un’amministrazione istituzionale incapace ed egoista. Lo studente infine viene distolto da obbiettivi puramente devoti al bene comune e quello sociale, e quando va al potere politico e amministrativo entra in un circuito che gli impone di comportarsi come quelli che sono dentro al circuito del governo istituzionale. Per cui vi è una corruzione di fondo dentro le mura dei palazzi governativi. Una corruzione che coinvolge anche coloro che hanno
cultura umanista devota a servire il popolo e la società. In ragione di ciò, anche se si può ritenere che l’uomo per natura assolve l’interesse privato, nelle sale di governo deve pensare con priorità all’interesse pubblico, altrimenti il sistema economico nazionale ne risente visibilmente. I valori ideologici religiosi, che possano fare ordine a questo sinistro usuale e abituale perché ormai in uso da anni, sono valori che possiede il partito della Democrazia Cristiana, per cui: che torni la Democrazia Cristiana ma con uomini rinnovati e giovani. “I nostri politici contemporanei sono uomini che valorizzavano il loro super io, vivono di megalomania, stanno nel lusso assoluto, hanno un comportamento che dimostra menefreghismo verso i poveri.” Ora l’uomo viene, noi uomini veniamo, da una cultura storica di vasta portata, siamo plasmati da una educazione radicata nella Chiesa, nella Carità, nei valori umani e nella Fede. Siamo educati con questi principi sin da bambini. (Siamo discendenti di Adamo ed Eva) Figli di Dio e tutti uguali. Come è possibile che nelle nostre istituzioni si siano messi uomini privi di questi principi?! O almeno dimostrano di essere carenti di questi principi. Siamo sicuri che sono dei politici o sono uomini d’affari? I preti conoscono il cittadino e il povero perché con essi vivono a contatto e sanno di che cosa soffrono le famiglie. Ma i nostri governati, coloro che ci governano, conoscono la nostra realtà in modo materiale, o la conoscono solo per sentito dire?! Il menefreghismo verso l’interesse pubblico ha toccato un punto di non ritorno. Il popolo è povero ma è intelligente. Esso viene dalla scuola dell’obbligo, dagli oratori ecclesiastici, il popolo viene dal sapere come gli altri uomini, merita rispetto e sovranità.
Il popolo è intelligente anche senza titoli, lauree e onorificenze, e va rispettato. Il popolo è consapevole che la religione vera è quella della Chiesa Cattolica Romana. E un uomo del popolo, un povero, se va in un’altra religione o in un’altra direzione, ci va perché la necessità e la fame gli hanno confuso le idee. Per cui un governo, uno Stato, per avere un governo democratico perfetto deve essere Democraticamente Cristiano, e con valori della Chiesa Cristiana, altrimenti non va da nessuna parte. Per cui per ridare: Pace, Benessere, Felicità al popolo Italiano; Che Ritorni La Democrazia Cristiana, Ma Con Uomini
Rinnovati e Giovani.
Tornando al nostro discorso, l’evoluzione dell’uomo necessita di società e di civilizzazione di esso e per esso stesso. Necessita di categorie sociali. Per questa ragione, è giusto che l’uomo che diviene tutore di amministrazioni pubbliche guadagni bene, per rispetto della sua responsabilità, ma è anche giusto che egli amministri le istituzioni nell’interesse pubblico. Praticamente deve servire il popolo, (appartenente ad una categoria sociale debole) al fine di donargli una vita tranquilla e un futuro sereno (Valore Umano e Religioso). Il popolo che necessita d’evoluzione e in concomitanza si evolve con le categorie sociali forti, necessita di giustizia, dignità, rispetto e di una occupazione di lavoro utile alla società, e nello stesso momento deve guadagnare il giusto per poter vivere una vita dignitosa e onorata. Gli uomini che non riescono ad avere un lavoro, un ruolo sociale, ed essere utili alla società, necessitano di sussistenza, indipendentemente dalla loro età e dal loro stato di salute. Una sussistenza sino a che non trovino una occupazione che garantisca un reddito mensile. Che ritorni la Democrazia Cristiana ma con uomini rinnovati e giovani!
La Politica e la Religione sono un ottimo matrimonio al fine di conseguire la serenità e il benessere di un popolo. - La democrazia Cristiana - Ogni uomo, in questo modo, ha le stesse possibilità di un qualunque altro uomo, di evolversi, di cambiare lavoro, di salire la via della LUCE, tutto dipende dalle sue capacità. L’uomo si adatta a ciò che gli compete, a ciò che è portato a fare, a ciò che aspira a fare. Ma qualunque cosa faccia e qualunque sia il suo mestiere - se non lede la società - ha diritto a uno stipendio che gli permetta un potere d’acquisto dignitoso.
Tutto ciò che deve fare nella sua vita deve avere la possibilità di farlo con dignità, in concomitanza al proprio valore e alle proprie capacità. Libertà di scelta, opportunità per tutti in modo uguale, e per qualunque ruolo l’uomo si adopri, rispetto, dignità e autosufficienza economica. Il tutto si racchiude nella SOVRANITÀ POPOLARE. Questa è la Democrazia Cristiana, pace, uguaglianza e civiltà. Per questa ragione, che ritorni la
Democrazia Cristiana ma con uomini rinnovati e giovani. Attualmente in ITALIA, alcuni uomini dei ceti sociali meno protetti, non vivono in questo momento presente di Pace, di Felicità e di Benessere. Essi sono tormentati dal bisogno e dalla disperazione conseguita per la mancanza di un’occupazione, per la mancanza di un futuro tranquillo. Al momento non esiste questa tranquillità, e questa serenità nel popolo Italiano, e l’uomo vive avvilito, mortificato, questo stato d’animo non gli permette di assaporare la bellezza del creato e tanto meno di godere dei suoi affetti più cari. Non viviamo… è meglio dire esistiamo (più precisamente oggigiorno) lottando per la stessa esistenza sopravvivendo. Una esistenza la nostra, ai giorni d’oggi, che è tanto penosa e incerta da ritenere che alcune azioni non conformi al rispetto delle leggi sono commesse temerariamente, da alcuni di noi, perché non s’intravvedono altre vie d’uscita, né per noi stessi e neppure per i nostri famigliari più stretti. Segno di disperazione. Causa di una istigazione da terzi che gestiscono le istituzioni, che altro non fanno che fare il loro bene (eccessivo) e non servono il popolo, non si curano delle necessità del popolo e vengono meno al ruolo istituzionale che si sono presi carico di rappresentare e servire. Enorme quantità di energia economica viene sprecata sull'esperienza vuota, da questi soggetti opportunisti e incapaci di governare, a discapito del popolo sovrano. Così, le persone fortemente s’impoveriscono sempre di più; pur lottando per restare economicamente in piedi, si vedono comunque, nonostante gli sforzi e la buona volontà, mancare la terra sotto i piedi.
Il popolo non vive sereno, gli uomini del popolo hanno perso la speranza e il gusto per la lotta e per vita; non sentono il canto degli uccelli, non sentono il rumore della pioggia e del vento… non sentono la profondità e la pienezza della vita… l'hanno fatto prima… ai tempi della Democrazia Cristiana nella Prima Repubblica, ma ora il bisogno economico con le bollette da pagare li ha profondamente impietriti e resi cattivi e sprezzanti di fronte alle istituzioni e alle classi sociali forti… E così, con l'età, alcuni uomini frustrati da un male amministrativo che lede la propria esistenza vengono istigati a commettere una
sciocchezza senza ritorno. Alcuni uomini si sentono privati della dignità e dal proprio orgoglio dai potenti politici, e disperatamente fanno del male e infrangono la legge con degli espedienti che altro non sono che un grido di dispiacere, commesso per la sopravvivenza e per non vedersi distruggere anni e anni di sacrifici e di lavoro. Del gusto di vivere, del diritto di godere la vita non è giusto che siano padroni i potenti governanti politici. Un uomo che per colpa della miseria ha perso la gioia di vivere, ha perso gli affetti, ha perso tutta la sua Speranza, la possibilità di evolversi, di essere felice e i beni conseguiti dopo anni di duro lavoro, può suicidarsi o fare altro per disperazione. E tutto questo perché le istituzioni, i governanti, hanno solo pensato al loro bene, e hanno soddisfatto una avidità senza misura, ponendo il peso delle loro scelte sulle spalle del popolo. Così facendo, hanno causato pene e dolore ai meno protetti, e hanno rovinato la vita di parecchi impresari e commercianti.
Il tempo a e a per tutti noi. Ecco, la vita è ata; anche se la persona è nel bel mezzo delle cose, è nel bel mezzo delle situazioni, non ha comunque potuto godersi il mondo che la circondava, per colpa di governanti avidi che attraverso l’inganno sono andati al potere e hanno fatto il loro interesse. Così il tempo è ato per molti cittadini; ad alcuni la povertà più estrema ha reso la vita un inferno, si sono visti rubare il futuro, la vita che Dio, come agli altri, gli ha donato. Nella vita ordinaria, la mente è vile, egoista e aggressiva.Sempre in difesa, e difende sempre il suo punto di vista.Eccesso di velocità, mente occupata è come il motore, il motore sopra le orecchie.Costantemente è in costante ronzio… e spegnerlo una volta che si ottiene il sollevo diviene tardi per comprendere da dove arriva il proprio malessere. Questo perché l’uomo è schiavo; il popolo è schiavo dei piaceri futili della televisione, mezzo che lo mantiene stupido e non capace di comprendere che uomini potenti gli rubano la felicità di vivere e gliela ruberanno ancora se non comprende che la Democrazia esiste solo se è Religiosa e che egli deve sostenere nel suo piccolo questo pensiero, questa scelta deve fare; almeno, se non per se stesso, per i suoi figli e per le generazioni future.
Ricordo quando ero andato a Parigi nel 1982. Io ero giovane e come tanti giovani giravo e assaporavo la vita, ma in natura ho sempre osservato e ho sempre analizzato accuratamente il mondo che mi circonda. Io vidi due barboni che litigavano per una bottiglia di vino presa o trovata chissà dove. Io vedevo giovani che andavano in piazza, dove vi erano mucchi di scarpe che scartavano sino a che non ne trovavano un paio della loro misura. Io vidi donne che al mercato scartavano tra i resti della verdura qualcosa di buono da portare a casa e mettere in pentola. Vidi donne e uomini dormire per strada. I miei occhi videro tante cose. Questi non erano solo stranieri, ma erano si, quelli veri, si di nascita e di generazione. Parlai con molti si e tutti mi dissero che se nelle famiglie si non lavoravano l’uomo e la donna, non riuscivano ad andare avanti. Io pensavo come pensa un ragazzo giovane e dissi tra me: “Se questa è la Francia, questa è veramente uno Stato arretrato, perché se la donna lavora per il suo piacere, il suo studio, la sua scelta, va bene, ma se una donna è obbligata a lavorare perché il marito pur lavorando non guadagna abbastanza, questa Francia è veramente messa male”. In quel momento pensai al mio paese, alla mia Italia, e fui orgoglioso di essere un Italiano. Compresi che in Italia eravamo ricchi tutti indistintamente, ma non lo sapevamo. In quel periodo in Italia governava la Democrazia Cristiana. Lavoro ce n’era quanto ne volevi. Lasciavi un posto di lavoro, e in meno che non si dica ne trovavi un altro. Come era felice la gente che andava a lavorare, rammento ancora adesso. Come era diversa l’aria nella Piazza Cavour di CASTEGGIO. Quanto benessere, quanto lavoro. Una persona poteva spendere perché sapeva che lavorava e che poteva riguadagnare quel che aveva speso. Le famiglie italiane vivevano sotto un’altra LUCE. Ora ai giorni nostri questo è finito, che tristezza. Che ritorni la Democrazia Cristiana ma con uomini rinnovati e giovani.
INTERESSE PUBBLICO E INTERESSE PRIVATO
Purtroppo le persone, quando vanno a governare e amministrano le istituzioni, si trovano davanti alle scelte, a volte, sconsiderate di fare bene per sé e principalmente pensare al proprio interesse, oppure fare l’interesse pubblico e dopo fare il proprio interesse privato. La scelta coscienziosa sarebbe quella di fare l’interesse pubblico e in secondo tempo fare il proprio interesse, o meglio l’interesse privato. Due interessi di enorme rilevanza. Chiaramente tener la priorità all’interesse privato può causare una trascuratezza dell’interesse pubblico. Il popolo dimenticato, siccome l’uomo mira principalmente all’interesse proprio, fa sì che la gente soffre la cattiva amministrazione delle istituzioni, e di conseguenza la risposta del popolo è la protesta seguita dalla mancanza di fiducia. Per cui non vi è da stupirsi se negli ultimi tempi, in Italia, abbiamo avuto fase di protesta e fase di abbandono verso l’interesse collettivo della politica con la conseguenza mancanza di fiducia nelle istituzioni. Visibilmente si nota che ora la gente, dice fra sé “Voi politici fate solo i vostri interessi e siete lontani dalla realtà di disagio economico in cui viviamo, per cui non votiamo, o se volete che prendiamo parte alla politica, vogliamo un posto a sedere che ci garantisca l’entrata economica per vivere decorosamente.” Questo è quel che pensa parte dei cittadini sfiduciati dai governanti politici di oggigiorno. Questo potrebbe determinare un pericolo, è un vero aggravio della situazione economica del nostro paese. Per cui al potere deve andare una forza democratica, Cristiana, che abbia le basi e le ideologie che le permettano di mirare principalmente all’interesse pubblico, e poi di conseguenza, giustamente, di mirare al proprio interesse privato.
DEMOCRAZIA CRISTIANA
Quando in una nazione si istaura un governo democratico religioso, la natura incomincia a lavorare ed a elargire i suoi doni più preziosi. La mente, il cuore, la vita dell’individuo divengono più serene e più orgogliose. La natura dei cittadini appare ai propri occhi sotto un altro aspetto, ed egli la può contemplare come è nel suo piacere fare. La natura umana cambia e cambia anche la vita, diventando normale. La vita si volta verso il popolo in modo sereno e affettuoso. Tutto perché cambia la qualità della vita, la sua profondità. La serenità economica e la sicurezza di un lavoro fanno divenire i cuori più docili e sottili, la mente e i pensieri divengono più profondi, la mente più silenziosa, e nel popolo arriva la PACE. Le forze della natura divengono più attive e il popolo riconquista il senso civico. Questa è la verità, per trovare la pace interiore e la gioia di vivere, il popolo necessita di nutrirsi bene e di non avere problemi gravosi, che sono quelli di mancanza di lavoro e di mancanza di denaro per far fronte alle proprie esigenze. Questo è il modo per far rinascere una nazione e per ridonare il prestigio al popolo. E tutto è molto facile da eseguire, basta sollevare da incarichi istituzionali coloro che non dimostrano di essere lì per servire il popolo e non per arricchire e servire se stessi. Il popolo ha bisogno di divenire buono, di guarire dalle sue ansie, dalle sue insoddisfazioni. E la medicina è il lavoro e la retribuzione adeguata per esso. Ogni uomo della terra ha il diritto di vivere la sua vita spirituale, entrare in sintonia con tutto il creato e percepire le vibrazioni dell’universo. Per cui ogni uomo ha il diritto di allontanare i problemi economici e la mancanza di ruolo nella società. L’uomo ha diritto ad un lavoro e ha il diritto di vivere del suo lavoro e di fare l’elemosina se la vuol fare; altri non possono rapinargli lo stipendio perché devono godere più di quel che gli spetta a discapito dei cittadini delle classi deboli e meno protette. La volontà Divina ci ha fatto fratelli, per cui un uomo non deve essere elogiato come un Dio, un uomo è uomo e resta uomo, e per quel che è va rispettato ed onorato. Per cui il popolo deve comprendere che se affida la sua volontà ad un singolo uomo, è fottuto.
LIBERTÀ PERDUTA
La ragione per cui oggigiorno gli uomini si sentono privati dalla libertà è che, essendo senza lavoro e senza sussistenza, hanno smarrito il loro ruolo sociale, e la mancanza del potere d’acquisto gli limita la libertà di movimento, di piacere e di fare. La mancanza di denaro che consegue da questo status li tiene bloccati nell’evoluzione, giusto per il fatto che per partecipare alla vita sociale si necessita di denaro che viene da un lavoro equamente retribuito. Un ruolo sociale mantiene la libertà perché garantisce un potere di acquisto e un potere di spostamento, un potere di partecipare alla vita sociale.
Il lavoro e il potere d’acquisto permettono di vivere civilmente, altrimenti la libertà in uso, in mancanza di lavoro, diverrebbe manifestazione di inciviltà se venisse a mancare la dignità di condurre una vita con la garanzia di poter soddisfare le proprie necessità e di assaporare le gioie e le bellezze del mondo, usando il denaro come mezzo necessario al fine di soddisfare piacere ed esigenze. (La povertà tiene bloccati e limita sensibilmente la libertà del cittadino.) Il lavoro è un diritto di tutti gli uomini, non vi è libertà senza civiltà e non vi è libertà senza lavoro e denaro. Una volta che l’uomo trova lavoro, trova anche il proprio mezzo per assaporare e vivere pienamente la propria libertà. Ritrova l’armonia, la felicità. Il destino generosamente elargisce il piacere e le cose belle della vita, quando ciascun uomo può comprare cose piacevoli per sé e per la propria famiglia. Un buon cuore, una mente attiva e piena d’immaginazione, trova il suo espandersi e il suo modo di manifestarsi se ha un lavoro attraverso cui può spendere il denaro e manifestare alcune doti al mondo e agli affetti, che altrimenti dentro di sé rimangono spente e assopite. Questi sono componenti della personalità dell’uomo che lo rende unico. Il tutto si sposa bene con la FEDE, con la famiglia, con un lavoro coscienzioso e equamente retribuito. Con questo non si intende che il benessere materiale sia in misura del successo della vita, ma sia una componente di ruolo sociale che dona libertà e soddisfazione di vita. Il talento e la sua manifestazione sono soggetti alle opportunità che derivano dalle circostanze, dalle capacità personali, che sono innate nell’anima, e dalle possibilità, che vengono dalla serenità acquisita con un lavoro e un impegno sociale. L’uomo è pieno di qualità, ne ha molte e di vari
tipi. Tutte sono necessarie alla comunità e alla società. Ma l’uomo per esprimerle deve anche lavorare e avere quel potere indispensabile di acquisto. Se l’uomo non riesce ad esprimere il meglio di sé, non è per mancanza di pazienza, ma è perché è assillato da problemi economici, che lo privano della libertà.
SCOPO
Abbiamo flirtato troppo, abbiamo portato via dai nostri studi le regole normali e giornaliere che diamo per la vita e per il fabbisogno della nostra esistenza. La realtà l’abbiamo celata con la speranza che i nostri governanti fero bene per noi, (uomini popolari, semplici e buoni) dimenticando che essi sono solo linee guida false nei nostri confronti poiché mirano al loro interesse privato.Essi fanno discorsi veri, ma sono in un piano diverso dalla realtà fisica in cui noi viviamo, e con questo dimostrano di essere lontani dalla realtà nostra, delle nostre case e delle nostre famiglie. Vi sono necessità che sono di primaria e fondamentale importanza per la nostra sussistenza giornaliera e per il nostro futuro. Esiste la loro conoscenza del nostro stato di precarietà, ma essi non aiutano noi, aiutano un sistema nazionale lontano dalla nostra realtà e dalla nostra vita. Il senso della nostra lezione è che la vita non possiamo metterla nelle mani di coloro che ci privano di viverla. La vita è il significato e lo scopo di noi, e non è giusto che altri ne prendano possesso in modo che noi ne disprezziamo i valori. E tra il sapere le cose della nostra società ed essere noi e la nostra società c’è una grande differenza; dal modo in cui i potenti trattano noi e la nostra nazione parrebbe che siano lontani dal realismo sociale e familiare. Siamo bloccati dalla miseria e dalla necessità. Non dobbiamo dimenticarlo!Ci piace credere che con l'apertura di questa conoscenza rifiuteremo di vivere nell'illusione, in un mondo immaginario creato dalla mente di oratori politici, e dato a noi a bere. Allora perché dovremmo accettare le falsità che ci fan credere, che da sempre hanno considerato il nostro "bene", ma in realtà il nostro bene non è curato e non è preservato? Siamo stati orgogliosi un tempo, e questo è ciò che ci separa dalla realtà di adesso. In confronto alla realtà di venticinque anni fa il nostro umore è sensibilmente cambiato.
Cosa ci sarebbe di sbagliato qui, se i giornalisti fero un confronto tra la qualità della vita che vivevamo nella Prima Repubblica e quella della Seconda Repubblica? Voi chiedete, cittadini, e sarebbe giusto che i giornalisti vi dessero una risposta. Ma non è così semplice.Fino alla caduta della Prima Repubblica tutto era così giusto, si muoveva il nostro sviluppo, e “buono era vivere”! E nelle nostre case era lì l’orgoglio di essere Italiani.
Ma venne una nuova tappa nell'evoluzione e le nuove sfide della persona che condussero noi innocenti del popolo in un’avventura ambigua, furba, mirata all’opportunismo e all’interesse privato, mascherata da democrazia liberale, che ci ha condotto alla più depravante povertà simile al primo quinquennio di vita del dopoguerra nella nostra Patria. Lo scopo di questi Patrioti andati al governo era solo quello di smantellare il patrimonio del nostro paese, per arricchirsi, senza pagare e risanare il debito pubblico. Questa è una cosa strana, un patrimonio fatto con i sacrifici del popolo e con la buona amministrazione dei governanti della Prima Repubblica è stato smantellato; i proventi di queste vendite non si sa che fine hanno fatto e come sono stati ripartiti alla nazione. Così i nostri politici della Seconda Repubblica hanno accumulato un benessere per moltiplicazione e nulla è stato adoprato per il benessere pubblico. Che abbiano adoprato proventi dalle vendite delle partecipazioni statali per divisione a favori a enti pubblici, noi non lo sappiamo.
Il popolo Italiano è rimasto fuori dall’affare. E neppure se ne parla o se ne sa qualcosa. I cittadini si sono visti sempre di più privati della libertà economica e sono divenuti schiavi di una situazione economica che non gli ha dato tregua e nessuno scampo. Un popolo, il nostro, reso schiavo e prigioniero dalla necessità. Famiglie che hanno nella loro abitazione un proprio caro che manca all’appello perché si è suicidato, a causa di una rovina economica senza precedenti. Amici, fratelli, cugini, che si odiano per colpa della povertà e per il fatto che pensano che un familiare non li aiuti per il piacere di vederlo soffrire. Ma non è così,
quando un familiare o un amico non presta denaro, la ragione è che non ne ha neanche lui.
Non è comprensibile per quale motivo i governanti della Seconda Repubblica abbiano commesso questo scempio e questa ingiustizia. Ciò che è ancor più strano è che i giornali e i giornalisti non parlano di questa realtà. Svendute le partecipazioni statali, smantellato il ministero del tesoro, e dei proventi delle vendite non si sa nulla e nessuno ne parla. Il fatto è che tutti i politici parlano bene, ma non possono governare in democrazia e in giustizia, solo la Democrazia Cristiana può farlo, giusto per il fatto che è vera Democrazia ed è ancorata a quei valori religiosi che garantiscono la sua fedeltà amministrativa alla nazione e al suo popolo. “Lo scopo di questo libro è far comprendere ai cittadini che l’uomo politico, pur dicendo di essere democratico e liberale, mente. Oggigiorno noi vediamo che gli uomini politici sono venerati e cercano di essere venerati facendosi vedere come super uomini. La vera Democrazia non sforna uomini di questo stampo. La vera Democrazia sforna uomini altruisti, modesti e pieni di umiltà e lealtà. La vera Democrazia è quella ancorata alla Fede, altrimenti non è Democrazia vera. FEDE IN DIO E DEMOCRAZIA hanno un significato del medesimo valore. Per questa ragione si chiama Democrazia Cristiana.” I politici contemporanei appaiono di fronte al popolo come dei super uomini, come se fossero esseri divini (fanno spettacolo). A volte pare che siamo tornati indietro ai tempi di Tiberio Claudio Nerone, quando l’uomo politico e lo stesso Imperatore erano venerati come dei. Vi è una cultura politica che ha invaso l’Italia dove si cerca di essere il più. Manca la modestia, l’umiltà, la sincerità. Gli uomini si misurano tra loro, si odiano, si fanno le lotte, il tutto a discapito del cittadino. Talmente sono presi dalle lotte politiche che hanno perso il loro zelo nei confronti del popolo e trascurano visibilmente il popolo sofferente. Sono lontani dalla realtà del popolo, vivono in un altro pianeta, non gliene frega niente. Si è istaurata tra le famiglie e tra le genti, colpa della povertà, una guerra di odio, la cosiddetta guerra dei poveri.
Gli affetti non si vivono più con serenità e con letizia, vi sono problemi di lavoro, problemi per pagare le tasse, problemi per pagare le bollette. Ora noi vediamo politici che si presentano al popolo come degli eroi. Cari lettori, gli eroi sono quelli di ventiquattro ore al giorno. Sono quelli che devono pagare le bollette, che hanno una famiglia da mantenere e che non hanno un lavoro sicuro. Questi sono gli eroi, che combattono e sacrificano la vita per la famiglia e per la sussistenza. Gli eroi non sono questi politici che abusano del loro potere e si mascherano di Democrazia, quando essi non la rappresentano e non la materializzano. Gli Eroi veri sono i sofferenti che nessuno ode, e quando i politici si avvicinano a costoro lo fanno solo per interesse e per ingannarli, in fondo i politici non sanno cosa vuol dire non avere un lavoro e dover mantenere una famiglia.
ABBONDANZA D’INFORMAZIONI NON GARANTISCE L’ESATTEZZA
Ogni essere umano dovrebbe sapere: Chi sono? Che cosa voglio? Per cui l’uomo sa chi è! Ma sa anche che cosa vuole e di che cosa necessita. Chiaramente se deve dare informazione in base a chi è vuole rispettare la verità di quel che deve dire e dell’informazione che deve dare; ma se vuole qualcosa e questo qualcosa l’ottiene se dà una determinata informazione, anche se non veritiera, lo fa per interesse. Questa è consuetudine, e questa consuetudine richiama in ballo la legge del tradimento e delle contraddizioni, che divengono regole di vita per coloro che hanno forte desiderio di ottenere successo e di adempire la propria ambizione. Ma a farne le spese è la civiltà, e il popolo che è composto da brava gente. Per cui nella vita bisognerebbe dire solo e sempre la verità.
PENSIERI
L’uomo cerca sempre di rimanere in uno stato quasi permanente, salvo alcuni momenti critici, di confusione apparente, per non fare trapelare nulla di sé sotto gli sguardi e le analisi attente del prossimo e del Padre Eterno. E la sua espressione confusa, manifesta sul viso, è nettamente visibile al mondo e a coloro che con finezza riescono a comprendere questa performance, come sicuramente anche il Padre Celeste. Il denaro ha un ruolo determinante per le scelte dell’uomo. L’uomo comprende che il denaro non dà la felicità, ma comprende che dà i mezzi per essere condotto verso la felicità. Purtroppo questo è opportunismo, ma l’uomo è un opportunista, e anche una delle creature più opportuniste in natura. Ma la ragione, la civiltà e la Cristianità dovrebbero moderarne la tendenza. O altrimenti la tolleranza cessante non sia da biasimare. Da non escludere che la mancanza di un freno non faccia essere un uomo opportunista anche di fronte alla religione. Quanti di fronte a un pericolo, appena intuiscono la morte certa, subito in modo istantaneo pregano il Padre Eterno e invocano il Suo Aiuto. Ma quando non sono di fronte a questa circostanza e questo non accade, fanno presto a dimenticarsi del buon senso civico e religioso. Quando sono di fronte al denaro e alla possibilità di accumulare ricchezze a discapito del popolo innocente dimenticano ogni cosa e ogni insegnamento civile che hanno appreso durante la loro vita. E certo per costoro è facile dire che bisogna cambiare e bisogna modernizzarsi quando si è avanti e si pensa solo a se stessi. Certo l’uomo carica il cambiamento di alcune cose al proprio diritto di libertà, che a parere del Creato non sappiamo se questo sia semplicemente ANONIMATO. Tutti quando siamo bambini cadiamo come un ubriaco adulto, ma non siamo ubriachi siamo solo bambini. L’uomo con il suo manifesto comportamento infantile, fa notare al Padre Eterno che in fondo è un PECCATORE, e si giustifica di fronte a Dio, si giustifica di fronte alla società, si dichiara uomo
libero. Ma è chiaro che di fronte a Dio è solo una giustificazione, come è visibile che pecca di presunzione se crede che è abbastanza una giustificazione per essere perdonato dal Padre Eterno. Ma pensando che sia così, di fronte alla società, la sua scelta libera, come asserisce, nasconde solo il desiderio di raggiungere qualcosa anche a discapito del prossimo. Poi l’uomo diviene vecchio, stanco, necessita di riposo, e in questa fase comprende, ma non ha più la forza e il fuoco di quando era giovane. Ma da giovane siamo sicuri che non comprendeva?! O era solo furbo! Per interesse ha accantonato gli insegnamenti civili e ha rubato la vita, della gente, del popolo, usando come mezzo la povertà.
VIA DELLA LUCE
Via della LUCE, ti conduce a comprendere che gli Angeli nel Regno dei Cieli sono Democratici. La via della LUCE ti conduce a comprendere la strada che giunge alla fonte del lieto vivere. Una comprensione di Democrazia e Cristianità di un popolo, applicata politicamente in una nazione, allo scopo di donare un sereno e lieto vivere. La via della LUCE conduce all’apice della consapevolezza che l’uomo può vivere in armonia con il suo simile in terra, come gli Angeli vivono con i loro simili in Cielo, in forma Democratica. Questa è la via della LUCE, che al cielo conduce, se in terra vi è la possibilità di vivere senza la necessità di commettere reati. Come in Paradiso si vive, in terra si deve vivere, con la libertà Democratica e Cristiana che conduce l’uomo alla fonte della Felicità del Benessere e della Pace. La storia ci mostra uomini, re, popoli sopraffatti, conquiste, cadute di regni, di imperi uomini che hanno smarrito la salvezza per colpa della politica, delle guerre, dell’ingiustizia, della paura dei sovrani, della tirannia subita da mal governanti. La via della LUCE fa comprendere che nessun governo deve essere istigatore al male del prossimo.
Tutto ciò che ci insegna la storia è solo distruzione, guerra e inabilità politica, ingiustizia sociale, economica, a discapito dei popoli. Ora l’uomo tramite il vivere e l’esperienza del ato comprende che la storia si è sempre ripetuta. Alla fine consegue un nuovo modo di vivere, sereno, giusto, leale, per sé e tutti i popoli delle nazioni. Un modo di vivere che si comprende percorrendo la via della LUCE. Alla fonte una nuova Democrazia Religiosa che aiuta l’uomo a percorrere la strada della salvezza donandogli la giustizia in terra; cosa che mette l’uomo nelle condizioni di non dover commettere dei reati criminali, contro di sé, contro il prossimo, contro Dio, perché la Democrazia gli dona Benessere, felicità, Pace e gli restituisce il senso civico. Con i malgoverni non Democratici Cristiani, l’uomo deve sopravvivere. È istigato dalla politica economica dei mal governanti, è costretto a una rappresentazione del male che lo allontana sempre di Più dalla Salvezza e da Dio, ma non può privarsi di non commettere il male
per la ragione che deve sopravvivere. La Via della LUCE è un nuovo modo di vivere in terra: questo nuovo modo di vivere è il frutto di una evoluzione millenaria, ed è il massimo di cui l’uomo dispone come comprensione di vita politica sociale da adoprare per un popolo e una nazione. Con la Democrazia Cristiana può stare in terra vivendo serenamente e in pace con il suo simile. Può vivere nel rispetto, nel benessere comune e nella felicità comune. Questo modo è rappresentato dalla Democrazia Cristiana. In questo modo vivono gli Angeli in Cielo, e in questo modo devono vivere gli uomini in terra. Questa è la felicità. L’uguaglianza e il benessere dei popoli. Evoluzione conseguita, che impone all’uomo di vivere Democraticamente, dove i governanti sono al servizio del popolo, e non il contrario. Questo modo di vivere aiuta l’uomo a percorrere la strada del bene che conduce al Paradiso Terrestre. Questa è la via della LUCE!
CONCETTI ANTICHI E MODERNI
Il narcisismo e i leader che fanno il loro bene a discapito degli altri, i gruppi politici che fanno solo il loro bene, ora non devono più governare una nazione e il suo popolo; essi non possono governare non devono governare, il Popolo deve governare. Gli dei sono caduti, l’assolutismo è caduto, ora deve vivere la dignità e la felicità di tutti gli uomini.
- LE PERSONE SONO COSÌ PAUROSE DI FARE UN O VERSO UNA NUOVA VITA CHE SONO DISPOSTE A CHIUDERE GLI OCCHI PER CIÒ CHE NON LE SODDISFA -
Per cui i re non devono avere timore di perdere il loro prestigio e di non godere dei beni, perché questi devono dare il giusto al popolo e alla nazione. I Re devono comprendere che la caduta è prossima, se essi pensano solo al loro bene e a coloro che gli garantiscono la salvaguardia del proprio potere (custodi delle leggi sono le forze dell’ordine).
I Re devono mettersi al servizio del cittadino e amministrare una nazione e il suo popolo con il rispetto civico, elogiando il mantenimento della dignità popolare con la ripartizione divisoria di beni equamente; beni ripartiti connessi al fattore che ciascun uomo ha il dovere di acquisire (attraverso un ruolo o una mansione) per il bene collettivo. Ciascun uomo serve il prossimo, e ciascun uomo ha un ruolo verso il prossimo. Su questa base l’uomo merita rispetto, dignità, giustizia, libertà, benessere, serenità, gioia di vivere, ecc… DIRITTO. Come un tempo, anche oggigiorno le correnti politiche, che si sono organizzate pur essendo dello stesso partito politico e ideologia, creano il desiderio di conseguire il bene concentrato in forma privata più che in forma popolare. Per cui è un danno che uomini dello stesso partito abbiano o facciano correnti divisorie, conducono solo al protagonismo e alla corruzione. Questo indirizzamento delle proprie scelte conduce l’uomo allo smarrimento e alla non evoluzione ideologica con la conseguenza dello smarrimento dell’ideale comune che è basilare del diritto democratico dello stesso partito. Di conseguenza si arriva alla non capacità manifesta dell’attuazione ideologica teorica alla attuazione della medesima ideologia ma in forma pratica. Per cui le correnti sono un enorme danno, sono l’inizio della involuzione dell’ideologia comune. L’Italia ha creato un’industria al nord e un sottosviluppo al sud. Tutto questo, per una serie di motivazioni che i politici di allora non sono riusciti a risolvere e a comprendere profondamente. Il nord si sviluppava per il fatto che il Nord veniva fornito di denaro contante. Il Sud non si sviluppava perché non veniva fornito del denaro contante, ma veniva istituita la Cassa del Mezzogiorno che altro non creava che schiavitù e necessità al popolo e sottosviluppo delle regioni. Ma chiaramente vi sono state delle circostanze se i nostri politici di allora hanno fatto determinate scelte.
Oggigiorno si rischia la medesima situazione in Europa. Il Nord Europa ricco e pieno d’investimenti, l’Europa del Sud, di cui l’Italia è il fulcro centrale, impoverito e non competitivo rispetto a tutti gli Stati del Nord, e nella maggioranza dei campi, dei settori, rimane indietro e privo di investimenti. Smantellamento dell’economia di alcuni Stati del Sud per recare vantaggio agli Stati nordici. Con il Nord Europa, gli Stati del Sud altro non hanno che un rapporto di servilismo e di demolizione della produzione dei prodotti dell’industria del Nord. Lo stesso e medesimo frangente di cui il governo Italiano ha responsabilità per quanto concerne la situazione delle diversità delle regioni Italiane del Sud al confronto di quelle del Nord, negli anni dello sviluppo economico all’inizio della Prima Repubblica. Con una notabile differenza, che in quanto l’Italia aveva costituito la Cassa del Mezzogiorno per il Sud Italia, l’Europa non è pensabile che voglia fare questo. Alla radice di questa situazione vi sono delle motivazioni politiche ed economiche che hanno fatto scegliere al governo di Bruxelles di destituire l’Italia dal gestire le proprie risorse, le proprie ricchezze, trasformare il territorio Italiano come mercato dove vendere prodotti delle regioni nordiche e creare una situazione dove il popolo Italiano serva il popolo Europeo attraverso l’aiuto a mantenere l’economia alta di questi, al costo del proprio sacrificio e della propria dignità. Certo queste non sono scelte sacrificali fatte per volontà di massa, ma eseguite per la volontà di pochi. La ragione di questa ingiustizia palese è che nel momento in cui il popolo di una nazione affida la propria volontà a partiti coalizzati con varie correnti e che si definiscono democratici e liberali, ma non lo sono perché non Cristiani, le conseguenze sono la sofferenza e il sacrificio di un popolo, affrontate ed espletate per il benessere di un popolo nordico.
Tutto viene combinato perché i partiti Italiani che hanno dominato la scena politica nella Seconda Repubblica non erano democratici anche se decantavano valori liberali e democratici. Per questa ragione dovevano pensare al loro bene e non a quello dei cittadini che avevano l’incarico di governare con giustizia ed equità. La democrazia, prima di essere un partito politico, è una comprensione conseguita spiritualmente tramite una evoluzione mistica, culturale, religiosa, civica e umanitaria. La democrazia è una fede non una opinione o un pensiero politico. La Democrazia è il modo in cui vivono gli Angeli in Cielo, e noi uomini come
essi dobbiamo imparare a vivere in terra, per mezzo della Democrazia. Per cui la Democrazia obbligatoriamente deve essere Cristiana, altrimenti non è democrazia, finge solo di esserla. Il popolo deve comprendere che DIO è democratico altrimenti non può essere. Se l’evoluzione apicale è l’amore universale, di conseguenza amando si rispetta il prossimo, per cui la democrazia Cristiana è il frutto nato dall’evoluzione dell’Amore Universale e della Fede in Dio.
AMORE DA PATRIA
Quando smise di funzionare la Prima Repubblica, nel 1993, nel nostro parlamento si insediarono due potenti schieramenti. Questi governavano il paese e lo amministravano. Più consono è dire che hanno cercato di governare e amministrare il paese. Ma intanto litigavano tra loro e non comprendevano che tra parolacce e litigi, il popolo e la nazione venivano abbandonati a se stessi. E intanto il mondo gira e loro, parlamentari, si concentrano solo in una lotta distruttiva tra loro e mirano solo all’interesse privato. E il mondo continua a girare, e il popolo sofferente si sente abbandonato a se stesso e inizia a perdere il senso Civico, e di conseguenza l’amore per la propria Patria, e la Fede per la politica. La trascuratezza dei nostri parlamentari ha causato un’amministrazione di rigore e di privazioni per il popolo già provato da una crisi, che a parer degli esperti economici è una crisi mondiale, il che è veritiero ma bisogna associarci la crisi politica e la combinazione è stata, ed è tuttora, micidiale per il portafoglio dei cittadini. La DEMOCRAZIA CRISTIANA è l’unica forza politica che può restituire il senso CIVICO e l’amore per la Patria ai cittadini, ed è l’unica capace di amministrare con equità la nazione e il suo popolo, ed è l’unica che non soccombe e non si lascia trascinare in una crisi di parte politica, perché ha ideali che come scopo principale mirano al benessere del popolo e del Paese. In Italia vi sono molti partiti, ma la loro democrazia è imperfetta, manca di base, di concezione, di valori umani e religiosi. E il loro professare, se pur dialetticamente indiscutibile, praticamente li conduce a non rispettare ciò che profetizzano, non ne sono capaci per mancanza ideologica. I poveri cittadini che si affidano ad essi, girano sempre, girano senza nessuna meta, senza una direzione, e vivono con la speranza di un cambiamento che però tarda sempre di più a venire, e dubito seriamente che venga nel modo in cui si profetizza e nel modo in cui ci si aspetta. Intanto che il popolo spera, i politici materializzano i loro odi e i loro litigi tra accuse e sale di tribunali, e i problemi da risolvere del nostro paese ano in secondo piano. A fare le spese di una così malsana politica è il popolo nella sua
totalità.
I Cittadini in attesa di risposte serie, e in attesa di vedere che qualcosa possa nascere di nuovo, in attesa di una ripresa economica, altro non vedono e non odono che accuse che i politici si muovono l’uno contro l’altro. Il popolo da una direzione o dall’altra gira e spera, e nel nostro paese, tra accuse e scuse, non succede niente di buono per i bisognosi e le classi meno protette. È in questo modo che i cittadini non vanno in nessuna direzione! E i giovani si trovano nella situazione di rischio per il loro futuro, i vecchi dopo una vita di lavoro non riescono a tirare avanti con le piccole e misere pensioni, il popolo si innervosisce e il male lo scarica dove viene prima, anche contro chi non ha nessuna responsabilità, tutto questo è l’inizio della guerra tra i poveri. I politici odierni sono incapaci di governare e non comprendono che devono elargire quegli aiuti economici alle classi sociali più deboli che non hanno un reddito! Anche questo è un modo per incrementare i consumi e fare alzare il PIL, con la conseguenza benefica delle imprese produttrici. Vi è un’incapacità politica di far fronte ai problemi della gente e del paese, e non si comprende che il motore della ripresa è basato anche sui consumi. Vi è un perenne dissidio parlamentare a cui segue l’incapacità di ruolo delle nostre istituzioni; ormai queste incapacità sono palesi al mondo intero, e nulla pare si voglia fare marcatamente per cambiare le cose in modo agevole per i cittadini. “Si stava meglio quando governava la Democrazia Cristiana, almeno il popolo era salvo perché a qualcosa si credeva e tutto funzionava. Questa insicurezza e questa necessità non c’erano. Speriamo che ritorni la DEMOCRAZIA CRISTIANA.” Queste parole e queste frasi si sentono dire in giro per i paesi d’Italia. Da quando la Democrazia Cristiana ha perso il ruolo centrale nella nostra Patria, gli Italiani hanno perso il loro punto di riferimento, la sicurezza; i cittadini senza lavoro si sentono smarriti, le imprese, oltre ad essere perseguitate dal fisco, non riescono a sbarcare il lunario, e molte chiudono. Il popolo nella sua totalità ha smarrito la strada della serenità, la FEDE nei politici e negli amministratori delle istituzioni. È nata la rabbia e la diffidenza tra le genti. Le ideologie politiche in uso dai nostri politici che governano da molti anni
ormai, non sono consone al fine di poter mettere in condizioni i nostri parlamentari a dare una risposta seria ai problemi della nazione e alla crisi, perché mancano di Democrazia e di senso civico. I Ministri devono lavorare per la nazione, ma senza il dovuto impegno, la dovuta responsabilità e la dovuta ideologia democratica Cristiana, che è alla base per risolvere i problemi umani della gente delle classi sociali più deboli e più a rischio, perché pensa e agisce per l’interesse pubblico. Cosa che altri dicono ma non son capaci di fare e non possono fare, non sta nel loro pensiero politico. Purtroppo vi sono problemi che solo una ideologia specifica al tipo di problemi è in grado di risolvere. Problemi di crisi sono problemi umani, e al popolo non importa di numeri e simboli legati a banche europee e altre cose, il popolo vuole lavorare e vivere dignitosamente. Questi sono problemi umani e civili e per risolverli ci vuole un partito che si rispecchia in questi ideali, con una politica che ha esperienza di queste fasi di crisi critiche nazionali, che ha dimostrato in ato la capacità di far sollevare il popolo e la nazione, e che può rifare il bene come lo ha fatto nel ato, precisamente nel dopoguerra. Nel 1993 si pensava che questi nuovi insediamenti politici avrebbero fatto molto per gli Italiani e per la nazione, ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, in questo caso c’è l’IDEOLOGIA di mezzo. Per fare determinate cose ci vogliono determinati IDEALI. Il popolo effettivamente viveva euforico attendendosi che i nuovi dirigenti fero delle grandi cose. La delusione, col are degli anni, è stata grandissima per tutti gli Italiani. Nei confronti del popolo, ora come ora, che è provato dalla necessità, ci vuole un segnale di ripresa e un aiuto economico a tutti i disoccupati, perché la situazione dentro le case, nelle famiglie, è disperata. E per far questo ci vuole un partito virtuoso e con un gran senso civico. Il nostro paese necessita di un rinnovamento profondo, e solo questo può ridare la fiducia agli elettori che si sentono traditi e abbandonati, per questo molti di essi rinunciano a presentarsi alle urne come votanti. Le classi sociali più deboli sono a rischio di frattura familiare, di frattura sentimentale, e possono commettere una sciocchezza (una mala azione) contro le regole e contro la legge da un momento all’altro per colpa della disperazione che i governanti fanno, in loro, nascere con la mala amministrazione e la mancanza di intervento economico dove è proprio necessario, cioè dentro le case che non
hanno nessun reddito e non sanno come fare la spesa e pagare le bollette. L’Italia deve rinascere, per questo è indicato un partito sano in cui si possono rispecchiare tutte le persone della nazione, e questo partito è la Democrazia Cristiana. Dove giustizia sociale diviene per tutti in misura alla necessità di ciascuno, e senza che nessun individuo venga lasciato all’oblio delle proprie difficoltà e dei propri bisogni. Un partito che si occupi di tutte le classi sociali indistintamente, e che dia un vero segnale di ripresa economica al nostro paese, e un segnale di riforme sociali a tutti i cittadini. Ogni uomo ha diritto a prendere in mano il proprio destino senza che venga obbligato dalle leggi parlamentari che indirettamente vengono emanate, e direttamente lo colpiscono nel futuro. Ogni uomo ha diritto alla dignità e all’onore. Ogni uomo deve essere libero e non obbligato dal bisogno economico che gli limita la libertà. La Patria è soggetta a una crisi che lede sempre più le classi sociali più deboli. Oltre questo la politica attuale non manifesta un programma di governo consono a risolvere i problemi e a dare un segnale di ripresa adeguato alle tematiche sociali. L’insufficienza dei nostri attuali ministri è manifesta nei disagi per i cittadini e nei vantaggi solo per coloro che sono connessi in forma familiare e in forma d’interessi a coloro che sono alla guida del nostro paese. Per cui attualmente la nazione subisce una politica di parte, palesemente visibile in tutto il territorio nazionale nelle famiglie e nelle classi sociali più deboli. Quali: operai, disoccupati, cinquantenni, troppo vecchi per lavorare e troppo giovani per andare in pensione, pensionati, etc… Come si suol dire, il nostro Paese necessita di una risposta seria, ordinata, mirata alla protezione di quelle fasce sociali a rischio perché meno protette. Si è convenuto che solo una politica moderna che sappia gestire le risorse del paese, nel proprio paese, e intervenire abilmente nelle lacune economiche sociali, può risanare il nostro paese. La Democrazia Cristiana ha il dovere di reagire e di fare ordine, il suo popolo è sofferente, deve scendere in piazza, intervenire, SALVARE IL POPOLO E LA NAZIONE. Come ha fatto nel dopoguerra. Che ritorni la Democrazia ma con uomini rinnovati e giovani!
DISCERNIMENTO SOCIALE E ORGANIZZATIVO
La politica attuale, ha dimostrato di compiere un discernimento sociale mirato alla suddivisione dei poteri istituzionali, privilegiando così il proprio interesse. Poteri di funzionari dello stato politico suddiviso non per capacità e operosità, ma per partito preso e per favoritismi. Così questo meccanismo si è esteso ai funzionari burocratici dello Stato. Per cui vi sono stati casi di corruzione e di vizio nei concordi statali. Si è portati a discutere su questi temi, perché visibilmente nel nostro paese queste fasce godono privilegi che creano in loro il menefreghismo verso le fasce deboli della società. Vi è una distribuzione del benessere e di lavoro mirato ai soli personaggi che sono connessi ad amici e parenti che occupano un posto importante nelle istituzioni governative. Questa è una ingiustizia che va a discapito dei meritevoli, che sono persone prestigiose per le loro doti e per le loro capacità di ruolo. Ma si vedono privato ingiustamente il diritto di aver assegnato un posto che gli compete, per colpa di un mercanteggiare di favoritismi e di trucchi da baraccone che vengono adoprati nei concorsi che assegnano un posto di lavoro come funzionario burocratico dello Stato. Questa ingiustizia dimostra un menefreghismo verso il prossimo e un egoismo personale arrogante e cinico verso coloro che hanno veramente lottato, con lo studio, per divenire abili in certe mansioni. Un male che si estende sino a toccare la mentalità di tutta la nazione. Per cui è comprensibile che nel nostro paese si sia estesa una mancanza di senso civico, l’altruismo e la disponibilità verso il prossimo manca per estensione di concetti egoistici che giungono dall’alto. Noi in questo modo troviamo in ospedale persone incapaci di farlo funzionare in modo umano, nei comuni e nelle province persone che fanno della loro autorità pregio sin al punto di non sentirsi in dovere di dare soddisfazione al cittadino. E così via su tutti i settori amministrativi connessi al potere e alla funzione burocratica del nostro paese. Persone non proprio degne si trovano ad avere una responsabilità e un ruolo fuori dalla loro portata evolutiva, fanno il male per il prossimo e mirano solo al
loro bene. Questo menefreghismo allontana sempre di più i benestanti dalla realtà delle famiglie disagiate e provate dalle ristrettezze economiche, causate dalla mancanza di lavoro, dalla mancanza di spartizione equa dei beni e delle risorse del nostro paese. Le istituzioni in questo modo altro non fanno che un discernimento sociale. Tutto è accuratamente organizzato, anche in modo spontaneo, ma comunque organizzato giusto per il fatto che è una moda che arriva dai poteri alti e via via si estende sino ad arrivare ai poteri bassi dove il cittadino viene a confrontarsi. Ciò genera un abbandono delle persone disagiate da parte delle istituzioni, e anche le persone che desiderano esercitare il proprio diritto si sentono visibilmente prese in giro ogni qual volta necessitano di servizi istituzionali e servizi pubblici. Questo mal costume istituzionale limita la libertà democratica dei cittadini e ne consegue l’apprendimento culturale del disprezzo del cittadino, o meglio sarebbe dire che il disprezzo verso la propria nazione e verso il proprio popolo diviene un COSTUME. Tutto in dipendenza all’ingiustizia socioeconomica e di ruolo del nostro Paese. Ciò che accade in pratica ci conduce a comprendere che i funzionari politici, e i funzionari burocratici, sono lontani e ciechi davanti alla realtà economica sociale in cui sono caduti i cittadini del popolo, perché hanno operato per moltiplicazione e spartizione dei poteri secondo partito preso, e sono giunti ad avere un ruolo di rilevanza nelle istituzioni anche coloro che esercitano poteri alti per moltiplicazione e ripartizione dei poteri, per partito preso, non per meriti, capacità e valori civici personali o perché il popolo li ha scelti. Praticamente arbitrariamente, con la caduta della Democrazia Cristiana nel 1993, si è istaurata una politica sovrana che mira alla stabilizzazione del potere personale, alla cultura dell’essere superiore (intravvisto nell’uomo e nel suo super io), con la conseguenza dell’annullamento di identità giuridica di diritto del cittadino indifeso, che altro non chiede che il rispetto e il diritto al lavoro che infine ristabilisce la propria dignità. Questo visibilmente fa comprendere che in mancanza di lavoro e di assistenza alcune tragedie che si consumano nel popolo non possono essere comprese dai nostri governanti e dalle nostre istituzioni, perché vi è una mancanza di evoluzione intellettuale alla radice che li rende incapaci di comprendere il loro ruolo e il valore del loro impegno nei confronti della nazione e del cittadino.
E tanto più essi, in ragione di ciò, pensano e mirano principalmente al loro interesse privato, sino al punto di essere ciechi e di non vedere il filo del rasoio economico su cui camminano i cittadini. Questa cecità giunge a essi dal benessere spropositato che godono indegnamente con l’acquisizione della spartizione dei beni della Nostra Patria. Praticamente i funzionari, quando sono sazi, non sono in grado di capire il cittadino che non ha da mangiare, perché non sono preparati culturalmente per apprendere questa realtà e per poter fare la cosa giusta di fronte a questa realtà. Altresì si è convenuti a puntualizzare, oggigiorno, come l’informazione distoglie la focalizzazione dei problemi prioritari a cui i nostri governati dovrebbero prestare più attenzione e fare applicazione. Il punto di cui ha fatto le spese il cittadino è quello in cui due forze politiche, presumendo che entrambe abbiano sperperato le risorse del paese, (e tramite esse si sono arricchite e hanno condotto una vita nel lusso e nei privilegi), hanno iniziato una guerra tra loro trascurando il paese e i propri cittadini. Questa guerra odiosa tra esse altro non ha creato che le pene per il popolo, l’ingiustizia per il popolo e un diffondersi del malcostume. Lo scindere le classi sociali ha causato un interesse maggiore da parte dei dirigenti politici, visibile nel caricare le imprese di tasse e di controlli fiscali. Per cui i fallimenti di molte aziende, i suicidi delle persone e tutte le disgrazie avvenute nelle famiglie in questi ultimi anni ci sono state perché queste si sono viste rovinate economicamente da una politica di rigore, che potrebbe essere vista anche come politica furba e stratega eseguita per interesse personale, che ha complicato la vita agli onesti contribuenti. Alcuni uomini del popolo si sono cacciati in situazioni illegali per necessità, di cui in DIRITTO e in Giustizia si potrebbe dire che i colpevoli siano i soggetti che hanno commesso questi atti e queste azioni; ma, a causa dello scernere sociale avvenuto durante la Seconda Repubblica, purtroppo coscienziosamente “devo asserire” che non sono loro i colpevoli. I colpevoli sono gli istigatori: le amministrazioni che funzionano male e la politica di rigore. Per quanto riguarda le avverse circostanze createsi nel nostro Paese, di cui i cittadini hanno sofferto e per questo sono stati costretti a commettere reati, sono male azioni delineate nel periodo di malessere nato tra lotte odiose di fazione politiche e di divisioni di poteri per partito preso.
Per questa ragione i colpevoli di alcuni reati, commessi dai cittadini, sono da ritenersi gli istiganti di questi reati (senza ombra di dubbio consumati per disperazione economica da alcuni cittadini). Della situazione di disperazione sociale di cui vive parte del popolo è responsabile la politica economica conflittuale, litigiosa, del nostro paese, che dura da vent’anni. Possiamo ritenere che gli istiganti di questi atti illegali commessi da alcuni cittadini sono gli amministratori dei poteri alti e dei poteri bassi del nostro paese. In ragione di questo, in Italia è giusto che vi sia una amnistia, anche se proporzionata e non estesa. Come credo che sia giusto che vi sia l’indulto anche se proporzionato e non esteso. In definitiva il nostro paese necessita di un risanamento, mirato e minuzioso, capace di un rinnovamento forte e democratico, capace di capire le sofferenze delle persone e delle famiglie e di far riprendere l’economia.
CON LA DEMOCRAZIA CRISTIANA PER RINCONQUISTARE LA SOVRANITÀ DEL POPOLO
Uno degli errori che fanno spesso e volentieri sta nell’incapacità dei governi di comprendere che la povertà nasce perché il benessere viene moltiplicato e non diviso. La sovranità del popolo Italiano è stata usurpata con il mal costume politico. Le fazioni politiche, che oltre ai loro interessi di potere e di economia non sono andati, hanno una dialettica del bene e una esposizione di buoni pensieri che fa emozionare chiunque gli dà ascolto. Ma quando il cittadino viene a confronto con la realtà che essi materializzano nei confronti della nazione, ne rimane profondamente sconvolto. Il popolo ha compreso che tramite l’economia fiscale lo Stato ha usurpato la sovranità e gli ha limitato la libertà. Il popolo ha compreso che vive schiavo di tasse più di un regime che di una democrazia. E con le tasse e la povertà il popolo è stato privato della propria sovranità. Il popolo è stato privato della sua identità, della sua sovranità, che in un paese Democratico e Cristiano sono alla base della vita. Della rivendicazione storica che i nostri padri hanno lasciato in eredità a noi, popolo Italiano, versando il loro sangue nella lotta contro la dittatura - la libertà, la sovranità e la giustizia Democratica - i governanti odierni sono i legittimi usurpatori. Per riconquistare l’armonia della nazione, la sovranità popolare, il lavoro, la DIGNITÀ e la libertà di amarsi e rispettarsi tra amici e famiglie senza la necessità di cercarsi i soldi in tasca l’uno con l’altro perché sono tutti senza soldi, è necessario un cambiamento radicale in tutto il nostro paese. Deve ristabilirsi la sovranità popolare. La libertà di vivere e di amarsi, che attraverso la miseria i nostri governanti hanno tolto, costringendo amici e parenti a litigare per questioni di poco denaro. Un uomo vuole amare e farsi una famiglia, ma non può uscire dal tetto di casa dei propri genitori. Ma lo Stato gli chiede di fare figli. Certo furbi gli ingiusti potenti: “Voi poveri fate figli che saranno servi e schiavi dei nostri figli. Voi poveri fate figli e dopo averli cresciuti i nostri figli saranno i padroni della vita dei vostri figli”. Questo è ciò che stanno materializzando i potenti nei confronti del cittadino.
Abuso di potere istituzionale colonizzato e concentrato nelle mani del pluralismo politico. La sovranità del popolo Italiano, che è stata usurpata dai fenomeni di fazioni diverse, deve essere riconquistata con la rinascita della fiducia nella politica, nelle istituzioni e nell’idealismo ideologico Democratico di ispirazione Cristiana. Si parla di fazioni perché i politici dell’ultimo ventennio oltre ai loro interessi di potere e di economia non sono andati. Il popolo è stato defraudato della sua identità, della sua sovranità, che in un paese Democratico e Cristiano sono alla base della rivendicazione storica che i padri hanno lasciato in eredità al popolo Italiano, versando il loro sangue nella lotta contro la dittatura per conseguire una conquista per noi Italiani preziosa e oggigiorno usurpata. Una conquista che c’è stata tolta, per mezzo della falsa comunicazione e dalle false promesse, da usurpatori senza una vera e propria ideologia politica. Per essi cambiare partito e cambiare ideologia politica non è stato dipendente da un fattore di principio morale, ma da un fattore d’interesse economico e di sete di fama e di potere. La Democrazia Cristiana, nella sua immensa forza Democratica resiste e lotta per restituire la serenità, la sovranità e quella voglia di vivere ai cittadini senza l’assillo della necessità e dell’insicurezza per il futuro. La Democrazia Cristiana è per distribuire in tutte le case la serenità e il piacere di vivere alle persone in un’Italia armoniosa dove l’uomo diviene libero di fare e di andare nei posti e godersi la vita dopo il suo meritato lavoro con GRAZIA e la mente sgombera da pensieri assillanti che non gli fanno assaporare gli affetti familiari. Perché deve essere alla continua ricerca del pane e di come portare a casa la giornata se questa è una fase che gli antenati hanno già combattuto e superato?! Questa non è vita. La Democrazia Cristiana per restituire la vita, la Pace nell’Anima, la Fede e l’armonia della messa Domenica dei paesi d’Italia. L’uomo ha diritto d’assaporare l’atmosfera d’Amore, di pace, di serenità nella propria famiglia, la povertà non ha il diritto di privarlo di questo bene. La Democrazia Cristiana può restituire al popolo Italiano FELICITÀ, PACE E BENESSERE.
C’ERA UNA VOLTA
Una volta c’era nell’aria un filo di amore e di pace, e le persone, gli amici e le famiglie godevano quell’atmosfera d’amore e di gioia festiva che solo un pizzico di vento poteva spezzare. Un’Armonia che nutriva tutti gli Italiani e tutto il popolo; bastava un nonnulla che poteva spezzare quella semplice aria che avvolgeva melodicamente la nostra nazione e tutti i suoi cittadini. Vi era nell’aria delle città e nelle case di ciascuna famiglia il piacere di stare insieme, di condividere gli affetti e di nutrirsi di amici e di familiari con piacere. Così si assaporava l’aria fiduciosa e armoniosa che la politica democratica con valori Cristiani donava alla nazione. Questi erano la DIGNIT, e l’onore di essere Italiano. L’orgoglio di vivere del proprio lavoro occupando un ruolo ben specifico e utile per la società. Tutti erano fieri di questo. Il compito del nostro ideale Democratico con valori religiosi è quello di ristabilire quell’armonia e quell’amore nelle famiglie, che solo con il lavoro, la distribuzione equa del benessere al popolo, che restituisce la DIGNITÀ di tutti i cittadini, può riuscire a raggiungere lo scopo. Solo con il rinnovamento e la fiducia alla politica, i cittadini riconquistano il senso civico uniformemente e l’amore per la patria. L’obbiettivo è ristabilire l’ordine giusto per di piacere di vivere per tutti.
UN BUON POLITICO SA BENE CHE LA CAUSA DELLA POVERTÀ È CHE IL BENESSERE VIENE DISTRIBUITO PER MOLTIPLICAZIONE E NON PER DIVISIONE. IO SO BENE CHE VOI CITTADINI AVETE PAURA DA FARE UN O VERSO UN CAMBIAMENTO… MA SIETE DISPOSTI A CHIUDERE GLI OCCHI PER CIÒ CHE NON VI SODDISFA. MA SE CREDETE E AVETE FEDE NELLA GIUSTIZIA DEI POPOLI, SAPETE BENISSIMO: DEMOCRAZIA VUOL DIRE VIVERE CIVILMENTE, NEL BENESSERE, NEL PROPRIO DIGNITOSO LAVORO E NELLA CONDIVISIONE DELL’AMORE CON I VOSTRI CARI FAMIGLIARI, CHE
ORA È COMPROMESSA DAL BISOGNO. LA DEMOCRAZIA HA QUESTA FORZA NELLA NAZIONE: (LA FORZA DI UNA MADRE CHE PROTEGGE I SUOI FIGLI.) PER QUESTO NOI TUTTI DOBBIAMO SEGUIRE LA DEMOCRAZIA CRISTIANA. PER RISPETTO DELLA NOSTRA FEDE, DEI NOSTRI PADRI E DEI NOSTRI FIGLI, DOBBIAMO SOSTENERE IL PARTITO CHE HA CREATO L’ITALIA E L’HA CONDOTTA ALLA RICCHEZZA. SOLO LA DEMOCRAZIA CRISTIANA PUÒ DONARCI QUELLA CIVILTÀ UMANA, QUELLA REPONSABILITÀ CHE L'UOMO STA PERDENDO VISIBILMENTE AI NOSTRI GIORNI. SOLO LA DEMOCRAZIA PUÒ DISTRIBUIRE IL BENESSERE DI UNA NAZIONE PER DIVISIONE E NON PER MOLTIPLICAZIONE. CHE TORNI LA DEMOCRAZIA MA CON UOMINI RINNOVATI E GIOVANI!
--CRISTIANITÀ E LIBERTÀ DEI POPOLI--
Popoli prigionieri dalle false ideologie. Dopo più di vent’anni che in Italia il potere è divenuto, per mezzo delle comunicazioni, un regime corrotto, l’Italia necessita di un netto cambiamento. Un cambiamento radicale, che non tenga conto di sviluppare i metodi modali, per mantenere la propria supremazia e il proprio potere a discapito dei cittadini, ma tenga conto delle virtù umane e religiose di cui un popolo necessita per vivere una vita serena. Questo cambiamento radicale può attuarlo la sola forza di centro, che è quella della Democrazia Cristiana. In virtù di questa ragione i cittadini devono lottare per la loro sovranità e il loro futuro. La Democrazia Cristiana deve governare, è la sola che può governare, essa rappresenta la giustizia e il benessere per tutti i cittadini, indipendentemente dalle loro fasce sociali di appartenenza. Ora, ai nostri giorni, tutti i politici che sono al potere parlano, parlano, e la loro rete d’informazione è assidua, quasi assillante. - Ma abbondanza di informazioni non significa l’esattezza Questo succede in Italia, abbondanza d’informazioni, metodo per tenere il popolo oppresso. Un’informazione diretta e metodica, che non rivela le reali intenzioni dei nostri parlamentari, dicono una cosa e ne fanno un’altra. I nostri parlamentari, che fanno finta di litigare tra loro anche se appartenenti allo stesso partito, per prendere in giro il popolo e non far scappare i votanti.
Un’astuta finzione allo scopo di mantenere il cittadino bloccato all’incomprensione e istigarlo a votare le stesse persone, gli stessi partiti. I cittadini sono confusi, sono frastornati, non sanno più che direzione prendere e molti non votano. Informazione manipolata, giornalisti che sono venuti meno al loro ruolo del libero pensiero, corrotti e diretti dai potenti. Arrogante informazione che intende solo idealizzare partiti e opinionisti che non governano, fingono di governare! Non hanno ideologia, non ne hanno la capacità, ciò che hanno è solo la strategia dialettale per plagiare gli elettori, condurli a un voto che altro non fa che mantenere al potere agli stessi incapaci che fanno solo affari e si riempiono le tasche con il denaro pubblico. I politici dei nostri giorni non fanno politica per ispirazione ideologica volta ad aiutare un popolo e ad amministrare una nazione, la politica che fanno materialmente nella nostra nazione, è (gran parte dei cittadini che non votano lo hanno capito) un mestiere, un affare e niente più. La democrazia deve ritornare al potere per porre fine alla corruzione che rende il nostro paese abietto. Che torni la Democrazia Cristiana ma con uomini rinnovati e giovani!
-STATO E CITTADINO-
Lo Stato dà la priorità alla risoluzione di problemi finanziari con le banche e altri enti. Ma per quanto riguarda il cittadino, lo considera una nullità, per cui non meritevole di priorità alcuna. È evidente che lo Stato nelle vesti del governo vuole soltanto far perdurare la propria esistenza, questo è il solo scopo principale della coalizione di questi governi. Ma in relazione al futuro dei cittadini, neppure una minima intenzione di cambiamento palese e visibile oggigiorno. Il cittadino Italiano non può vivere una vita umana e dignitosa, perche i governi e le loro coalizioni hanno altro a cui pensare (i litigi e i dissensi). I nostri ministri parlano bonariamente nei loro comunicati, ma a quanto pare si bloccano di fronte alla necessità del popolo. Questo atteggiamento è incostituzionale. Questo loro prolungamento nelle questioni burocratiche e amministrative della nazione li conduce a non comprendere la gravità dell’economia del nostro paese e delle sofferenze delle fasce meno protette. Costoro dovevano fare BENE per il popolo, ma fanno solo il loro bene; e anche quando si tratta di dover fare qualcosa per la Nazione, non ne sono capaci. Il grado di efficienza di questi governi lascia a desiderare. Il popolo della nazione deve convincersi che il plagio dell’informazione non veritiera è giunto ad un punto catastrofico. Il cittadino deve comprendere che il governo non fa il bene della nazione e trascura sensibilmente il popolo. L’inganno che l’informazione fa ai danni e nei confronti del popolo è questo: “Da il permesso di dire a questi nostri politici parole di democrazia di giustizia e di libertà per i cittadini, quando sa bene che gli interessi che perseguono sono diversi da quelli di cui necessitano i cittadini.” L’informazione dovrebbe dire “sì è vero, i politici dicono questo ma non lo fanno e non lo possono fare, perché sono uomini d’affari e non sanno nulla della politica e di come si amministra una nazione, sono abusivi”. Il popolo almeno saprebbe chi ha votato, uomini che hanno investito del denaro in politica per averne un tornaconto. I politici parlano di libertà e Democrazia, ma fanno il loro interesse materialmente. Hanno imparato a plagiare il popolo. Dal punto di vista storico, la Democrazia è destinata a mettere ordine e a destituire i cattivi governi. Le strategie dei nostri politici sono tutte con l’intento di annullare il valore e la
personalità dell’individuo. È visibile che noi non stiamo vivendo in Democrazia. Le nostre condizioni sociali non sanno di niente, solo di necessità e di povertà. Per noi cittadini c’è solo una strada da percorrere, quella della Democrazia Cristiana. Che è la sovranità per il popolo. I nostri politici parlano di commissione Europea. Ma commissione di che cosa, per commissionare che! La crisi d’Europa, che colpisce gli Stati con un’economia debole? Serve un cambiamento politico radicale. Un governo che possa tener conto in primis dei bisogni dei cittadini. Un governo che restituisca la sovranità al popolo. Il popolo deve governare. Solo la Democrazia Cristiana può garantire questo. Ma visibilmente i governi devono prestare Fede alle direttive Europee e agli impegni presi dai governi precedenti con l’Europa. Il parlamento Europeo in DIRITTO ha personalità Giuridica astratta. Ciò significa che è fantasma, forma istituzionale molto furba simile a quella Italiana. Ma a questo punto viene da pensare che l’obbiettivo futuro dell’Europa è quello di unificare gli Stati Europei incorporandoli in una sola nazione. Ma questo obiettivo, se pur concediamo ad esso un determinato valore, non può condurci dentro una corporazione come cittadini di serie B perché poveri e privi di ricchezza nelle nostre tasche e nel nostro paese. L’Italia era una nazione di una certa rilevanza vista con gli occhi di tutto il mondo. Ma i possedimenti Italiani, le cosiddette partecipazioni statali, che fine hanno fatto?! Noi sappiamo che sono state fatte le privatizzazioni, ma non sappiamo nulla dei ricavi e se i ricavi ci sono stati, come non sappiamo nulla di come sono stati spesi questi ricavi. Praticamente la povertà e l’indebolimento della nostra nazione, (sino a quando ci viene negato il diritto di sapere dei risparmi e dei sacrifici dei nostri padri) è solo una strategia studiata a tavolino per soddisfare solo ed esclusivamente interessi di pochi. La strategia è puramente ingiusta, alla fine noi, abitanti degli Stati deboli, siamo obbligati a divenire un mercato di smercio dei prodotti eseguiti dagli Stati forti. A me pare che la storia si stia ripetendo (simile a quando i Romani incorporavano altri Stati nell’Impero, e alla fine erano solo colonie per i Romani. Ricchezza economica per i Romani). All’epoca la schiavitù era una condizione del destino dei poveri e una necessità sociale per i ricchi e per l’evoluzione delle loro città. Ora che la Democrazia e la
libertà ci sono state portate via, tramite la miseria ci fanno ritornare schiavi della stessa miseria. Anche questa deve essere una condizione del destino degli esseri umani?! Parrebbe che all’Europa interesserebbe più il denaro che trae dagli Stati deboli che il senso civico e umano degli abitanti degli Stati deboli e di tutti gli Stati europei. Parrebbe che l’uomo stia vivendo la stessa epoca di Tiberio Claudio Nerone. Identica situazione politica economica. “Vi invito, cari lettori, a leggere il mio libro di GIUDA, e in questo modo potreste comprendere meglio quel che intendo.” Praticamente con l’avvento della Seconda Repubblica l’Italia ha subito l’involuzione, la recessione e il declassamento per adempire ad affari personali e ad affari privati.
SENZA DEMOCRAZIA CRISTIANA L’ITALIA NON HA UN GOVERNO DA GIUSTIZIA SOCIALE
La Democrazia Cristiana è la sola capace di dare il centro Sacro al popolo. Un popolo, quello Italiano, che ora appare smarrito, abbandonato. La nazione risente sensibilmente della politica dei giorni nostri che è egoista, corrotta e lontana dalla realtà delle classi sociali più deboli del nostro paese. Il popolo della nazione ora è pronto per dare una svolta al nostro paese e scegliere la forza Democratica Cristiana come partito Salvatore della nostra nazione. La nostra Nazione ora è senza guida e nelle mani dell’ingordigia, della sete di potere di partiti egoistici che altro non fanno quando giungono al potere che l’interesse privato. Il popolo ora è abbandonato, e la politica contemporanea non ha nessuna pietà, né verso i disoccupati né verso i pensionati né verso i cittadini provati dalla necessità e da una crisi che li soffoca ormai da anni. L’Italia è senza guida politica seria. Ci vuole una guida democratica che è la sola capace di far rinascere il nostro paese, la sola che possa dare un futuro ai giovani, un lavoro e una stabilità economica ai cinquantenni disoccupati, e una pensione degna di garantire una vita decorosa agli anziani. I cittadini devono trovare un punto di riferimento centrale che dia serenità, tranquillità famigliare, e queste sono qualità che possiede solo un partito con valori Cristiani. Che torni la Democrazia Cristiana ma con uomini rinnovati e giovani! I cittadini devono trovare una forza politica che dia sicurezza, garanzia per un futuro migliore a tutte le persone del popolo, che rispetti le persone di qualunque ceto di appartenenza e ne curi le esigenze; questi sono valori che i cittadini possono trovare in uomini che mettono davanti l’interesse pubblico, e sono i soli uomini che hanno il senso civico e la Fede in Dio. I cittadini si devono affidare ai dirigenti politici che possiedono questi valori sopra citati. Il senso umano, la pietà e l’altruismo, e l’assistenza economica per chi non ha un ruolo nella società lavorativa, non per causa sua, ma per causa di una situazione economica estesa nel paese, va combattuto con un assegno mensile ai disoccupati pari a un minimo di stipendio. E l’assegno deve entrare dentro le case delle famiglie senza lavoro e disperate. I ministri devono essere caritatevoli verso i bisognosi di qualsiasi classe sociale.
Il POPOLO, se vuole condurre la propria vita nella serenità sociale ed economica, se vuole camminare con onore a testa alta, orgoglioso di avere il lavoro, di avere denaro a sufficienza per arrivare a fine mese (anche se non avesse lavoro), il rispetto Cristiano che compete di diritto civile (che ai giorni odierni da questi politici egoisti è stato tolto), deve votare un partito democratico con affinità e valori Religiosi. Soprattutto le persone che non vanno a votare, devono andare alle urne e votare la Democrazia Cristiana (la libertà assoluta di evolversi e di vivere secondo le proprie arbitrarie scelte come Dio ha fatto che per l’uomo sia.) La classe politica che ci governa da anni ha usato il potere per arricchirsi e per spogliare il popolo di ogni dignità e di ogni bene. Il POPOLO deve comprendere che deve essere libero, libero di vivere sereno e avere un futuro migliore, per questo è necessario che esso si affidi alla Democrazia Cristiana e ai suoi dirigenti capaci di condurre una nazione allo sviluppo e al benessere di tutti i cittadini. I cittadini desiderosi di crescere economicamente, di realizzarsi dal punto di vista economico e sociale, e di respirare l’aria di libertà e di gioia, sia nella propria casa sia nelle strade di città, devono affidarsi alla forza politica che è solo quella reale e vera, ed è la Democrazia Cristiana. Un cittadino che fallisce, un cittadino disoccupato: non è sua la colpa, la colpa è dell’istituzione governativa che ha fallito nei suoi confronti rubandogli la vita, il futuro, e non mettendolo nelle condizioni di scegliere un ruolo utile per la società, che gli avrebbe dato soddisfazione, dignità, onore e voglia di applicarsi per il bene comune.
LE MANCANZE DI UN CITTADINO SONO IL FALLIMENTO DEL GOVERNO COME GOVERNANTE.
SVEGLIA!
Un uomo non può governare una nazione e amministrarne le istituzioni e il popolo. Un gruppo di uomini non possono governare una nazione, amministrare le istituzioni e amministrare un popolo. Il popolo deve governare, e gli uomini
che lo rappresentano nelle istituzioni devono principalmente pensare alle esigenze del popolo in forma prioritaria. Solo questo è il modo in cui il popolo può governare, avere uomini al potere al suo sevizio. Per cui, cari cittadini, fino a quando non attuiamo questo tipo di governo, ci saranno sempre conflitti tra noi. Che torni la Democrazia Cristiana macon uomini rinnovati e giovani!
FEDE E GIUSTIZIA
Nella vita bisogna avere la sicurezza e la FEDE nel Padre Eterno. Se una persona ha operato nel bene e rispettato le leggi Divine, non ha problemi a confidare nel Padre Eterno. Gli uomini di Chiesa hanno conseguito nella loro evoluzione la giusta politica che può condurre una nazione e il suo popolo nella Giustizia, nella felicità e nella gioia di vivere. Loro l’hanno donata agli uomini, come se fosse solo un consiglio da perseguire; gli uomini l’hanno usata nel modo buono, ma non perfetto. Il non avere usato nel modo perfetto questa politica ha creato la corruzione, cosiddetta TANGENTOPOLI. Per colpa di pochi l’uomo ha perso una enorme ricchezza. Al posto di questa ideologia se n’è insediata un’altra, che è estremamente peggiore, in tutti i sensi. L’uomo torna indietro ad adorare gli dei, i super uomini e gli animali. Il sesso e le sue perversioni sostituiscono gli ideali; gli uomini vanno al potere solo per avere la possibilità di soddisfare queste perversioni. L’uomo ha perso Dio, la via della Luce, e vive nell’egoismo e nel piacere personale. Bisogna che le coscienze facciano ritornare quel che è ispirazione Divina. Ora noi vediamo uomini che copiano le gesta e la personalità di uomini politici influenti. Ne copiano anche la voce, il comportamento e anche le idee. L’uomo si è clonato, il male è arrivato sino al punto di cancellare le identità. La cosa più terribile è che chi viene assorbito nel suo essere, nella sua personalità, non si rende conto che si è trasformato in un personaggio (suo padrone) in miniatura! L’uomo ha smarrito la sua identità, adora un altro uomo come essere superiore. Questo per colpa di una dottrina politica, antidemocratica e anticristiana. Per cui: “CHE TORNI LA DEMOCRAZIA CRISTIANA MA CON UOMINI RINNOVATI E GIOVANI!”
LAVORO
La lotta per il lavoro! Un diritto sancito nella nostra costituzione. Il lavoro. Un uomo che non ha lavoro, che cosa fa? Nulla. Si sente smarrito, irrealizzato, una nullità. Le lotte del ato a che sono servite se adesso gli uomini sono rimasti senza futuro? A niente. La prima cosa che uno Stato deve fare e a cui deve prestare attenzione è il ruolo del cittadino verso la società e nei confronti del proprio paese. Il cittadino necessita di una occupazione, di un lavoro. Questo è VITALE. È un composto della natura umana, è la stessa vita. Il lavoro è vita. Se manca questo manca la vita. Il popolo deve comprendere che quando va alle urne e vota persone che mirano solo al loro interesse, è rovinato, come sono rovinati i suoi figli e i suoi discendenti. Troppa ingiustizia, troppa ignoranza, si è arricchita e adesso ha potere. Potere di cambiare le leggi e di non fare più emergere quel partito politico di giustizia sociale, quel partito che dona Felicità, Benessere, Pace. Hanno potere ed è difficile che si stacchino dalla poltrona. Se ne fregano se il popolo ha fame o se muore di freddo, perché non ha i soldi per pagare il riscaldamento, e il contatore glielo hanno staccato. I giornalisti, le televisioni parlano, parlano, parlano bene a favore del popolo. Ma loro come vivono nelle loro case? Loro vanno dentro le case delle povere famiglie Italiane a vedere come vivono? No, non ne sanno niente, fanno solo spettacolo e intanto parlano, fanno sedere un politico dei nostri giorni e gli fanno pubblicità. Non sarà facile levare a questa armata politica la poltrona sotto al sedere. Non sarà per niente facile. Il lavoro è onore, il lavoro è vita. Se il popolo non ha lavoro, gli diano un assegno mensile e lo lascino vivere in pace. Almeno questo, un assegno mensile per vivere, sino a che non si sistemano le cose e ritorni il lavoro. La Germania lo fa, dovrebbe farlo anche l’Italia. Che ritorni la Democrazia Cristiana ma con uomini rinnovati e giovani! GRAZIE PER AVER LETTO IL MIO LIBRO, DIO BENEDICA TUTTI VOI. Lì Casteggio 2013-12-17
IN FEDE
SOTTILE SALVATORE