Come ho smesso di fumare (in 15 minuti)
Daniele Santino Bosu
Testo: ©2013: Daniele Santino Bosu Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa ad altri, né in formato cartaceo né elettronico, né per denaro né a titolo gratuito, senza l’autorizzazione scritta di: Daniele Santino Bosu Immagine di copertina, ©2013: Maria, Isabella e Valentina Nella foto “Lucky” Elaborazione grafica, Ideazione e testi: ©2013: Daniele Santino Bosu
Edizione digitale: Settembre 2013
ISBN: 9788868552091
Edizione digitale realizzata da Simplicissimus Book Farm srl
Alla mia famiglia, con immenso amore.
“Penso che la sigaretta abbia un gusto più intenso quando è l’ultima, anche le altre hanno un loro gusto speciale, ma meno intenso. L’ultima acquista il suo sapore dal sentimento della vittoria su se stesso e la speranza di un prossimo futuro di forza e di salute”. Italo Svevo, La coscienza di Zeno, 1923
Non è facile affrontare la stesura di uno scritto, sulle tematiche della dipendenza da fumo di sigaretta, o tabagismo. Il mio non vuole essere un trattato scientifico, basato su ricerche analitiche, o esperimenti a campione. Semplicemente, visto il lusinghiero, risultato, personale vorrei fare partecipi, più persone possibili della mia esperienza sul campo. Sono un semplice cittadino del mondo, che come milioni di persone sono state o sono ancora, prigioniere di un vizio infame. Ma nel tempo ho maturato la volontà per abbandonare, le mie “venti finte amiche”. Senza nessun orpello, tipo cerotti, agopuntura, o macchinari vari, ma nel modo più naturale ed economico che esiste: La forza della mente! Sono sicuro che ho solleticato la curiosità di molte persone, che vivono lo stesso dramma che avevo io. Allora che aspettate, buona lettura e buona fortuna.
Daniele
Cap.1 – Seppellirle in giardino!
Sono convinto che milioni di fumatori, incalliti e non, pagherebbero!, per dare all’istante, il ben servito alle sigarette, non fosse altro, per non incorrere nel tremendo rischio, di far parte delle “ottantamila persone, che in Italia, ogni anno ci lasciano, in una valle di lacrime, a causa del fumo da tabacco.” (dati ufficiali 2012). Ottantamila persone. Quando ho letto questo dato, mi sono venuti i brividi, un grande stadio di calcio, pieno all’inverosimile, si svuota all’improvviso, perchè a quelle persone piaceva, aspirare del fumo per poi ributtarlo subito fuori. Ma mi guardo bene dal fare la morale, a chicchessia, perchè anche io sono stato un accanito fumatore. Nel mondo ogni anno di stadi se ne riempiono e se ne svuotano come cucchiai di zucchero 67,5, con buona pace delle multinazionali del tabacco e dei monopoli di stato, che guadagnano miliardi. Per incidenti stradali, in Italia, sono quattromila, le vittime, pensate che assurda differenza.
Ma se state leggendo questo piccolo manuale è segno che anche voi, una mezza idea di smettere l’avete e questo è già un buon inizio, per seppellire il pacchetto in giardino. E magari si, andare allo stadio, ma per godersi una partita di calcio, di atletica, o un bel concerto.
Cap.2 - Breve storia di un fumatore
Ho cominciato ad avvicinarmi al mondo del fumo, a circa tredici anni, quando vidi che alcuni ragazzi come me che abitavano nello stesso quartiere, stavano fumando qualcosa, incuriosito gli chiesi, cosa era, e uno di loro mi fece vedere che si trattava di foglie di vite essiccate, avvolte con della carta da pane, quella del tipo marroncino. Insomma, un modo pessimo di aspirare fumo e quando la provai, ricordo che era anche un vero strazio per i polmoni. Si sa che i ragazzi emulano i loro idoli. Erano gli anni degli “spaghetti western” del grande Sergio Leone dell’altrettanto grande, Al Pacino, senza contare, l’influenza dei genitori, e dei fratelli maggiori, tutti o quasi con l’immancabile sigaretta, ogn’uno con il suo stile e il suo carisma che affascinava. Un giorno, bighellonando per le campagne, vicino casa, mi imbattei in un ragazzo che conoscevo, poco più grande di me, che sotto un albero di fico se la stava fumando, guardando una rivista di donne nude, posata sull’erba, ma la cosa buffa e che, con l’altra mano, si stava masturbando. Ricordo che mi scappò una sonora risata. Il ragazzo mi disse poi che era la sua prima sigaretta e si vedeva il pacchetto nuovo appena aperto con i fiammiferi, del tipo minerva. Feci per andarmene, ma mi chiamò e disse : «Ne vuoi una?», così presi e la accesi, salutando me ne andai, lasciando il ragazzo alla sua performance. Mi incamminai quindi sulla stradina sterrata, fumando e ricordo che rischiai di cadere, per il giramento di testa che mi provocò, la mia vera, prima bionda. Riflettendoci, sesso e sigaretta, in quell’epoca come oggi, vanno molto d’accordo. A meno che come dice sempre un mio amico, alla domanda di quante sigarette fuma fra una prestazione sessuale e l’altra, risponde: «Una decina». Poi aggiunge: «Si ma ...di stecche!». A parte gli scherzi, quel giorno della mia prima sigaretta, non potevo mai immaginare che stavo entrando in una trappola del tipo, per insetti nocivi, dove è facilissimo entrarci, ma molto difficile uscirne.
Al Pacino nel 1999, fece un coraggioso film, “The Insider” contro le multinazionali del tabacco.
Cap.3 – Nel buco nero
Come tutti, diventai, un fumatore di nascosto, in incognito, era proibito, quindi l’attrazione era doppia, mi allontanavo da casa, mi nascondevo, e poi prendevo il ceffone. Finchè scoprii che il babbo, mi mandava due agenti segreti a verificare e relazionare sul mio vizietto. Naturalmente erano due miei fratelli minori, che barattavano caramelle a scapito delle mie guance. Non sapevo che stavano facendo del bene. arono gli anni e alla fatidica età dei diciotto anni, con molti ceffoni alle spalle, diventai “fumatore certificato” , avevo fatto la mia gavetta, ed ero pronto per entrare a far parte del club. Avessi dato retta, a quei tanti insegnamenti, “anche se un po violenti”, ma per una santa causa. Anche mio padre fumava ma un pacchetto di Super con filtro gli durava tre, quattro giorni. Dopo molti anni di fumo, mi resi conto che in molte delle sigarette che fumavo, non percepivo più il gusto dei primi tempi e mi disgustavano. Mi ripetevo spesso < ma che fumo a fare se non mi piacciono più> ed ero sempre più cosciente che oramai era solo un gesto automatico. Mi ritrovavo la sigaretta accesa senza accorgermene e avevo il terrore di diventare come un conoscente di famiglia che si accendeva la sigaretta con quella appena finita. Ciò non toglieva che il giorno dopo, andassi dal tabaccaio di zona, per acquistare qualche sigaretta, all’epoca si vendevano “sfuse”. Quindi, le bionde, diventavano sempre più, anche se in negativo, un elemento integrante della mia esistenza, “guai a rimanerne senza”. Facevo parte di quelle persone che nottetempo si aggiravano per le città, alla ricerca di quel certo tipo di sigaretta e poco importava se il tempo non era clemente anzi, poteva imperversare, un temporale, esserci anche un terremoto, l’eruzione di un vulcano, tanto era lo stesso, l’obbiettivo, essenziale, vitale era di raggiungere lo scopo; comprare il
pacchetto, anche se ne fumavi una soltanto, prima di andare a letto.
Fumare in gravidanza è una delle principali cause della mortalità infantile.
Ogni emozione anche minima, era accompagnata dal fumo: che noia, sai che faccio, fumo! squilla il telefono, chi sarà e “tanghete” sigaretta accesa. To! guarda, quell’amico che non vedo da anni, quasi quasi, anche se l’ho appena buttata, visto che anche lui sta fumando; “ed è subito, più simpatico” ne accendo un’altra. Ogni pochi minuti, sentivo il bisogno, come se la vita senza, fosse inutile. Cenetta fra amici, pokerino, cinema, pizza, eggiata? sigarette a tutto spiano. Allora ho cominciato nel tempo, a fare profonde riflessioni, su alcune frasi, o citazioni che sentiamo o leggiamo spesso, nella nostra vita e per le quali annuiamo, quindi pensiamo che corrispondano al vero, ma che forse per saturazione o noia, ci ano letteralmente, da un’orecchio all’altro, senza che esse, lascino traccia nella nostra volontà di agire, per sconfiggere il nostro intimo nemico. “Sfruttiamo una percentuale minima del nostro cervello, che ha potenzialità eccezionali.” “Il nostro miglior medico, siamo noi stessi.” “Mens sana in corpore sano” Affrontando il discorso, con alcuni amici fumatori, mi sentivo rispondere che a loro piaceva fumare, ma che erano pronti a smettere, quando si sarebbe presentata la necessità. I miei interlocutori, non erano vent’enni, ma “ragazzi” quarantenni, come me, con almeno venti anni di fumo alle spalle e alcuni già con la tossetta, classica di che esagera, sintomo certo da saturazione di tabacco. Comunque non concordavo affatto con quella tesi, anzi credo che la loro, era soltanto, la paura del fallimento.
Chi come me pensava che la sigaretta fosse fatta esclusivamente con le foglie di
tabacco tritate, rimarrà deluso. Fanno un’impasto “tipo crema di caffè”. Che ci metteranno li dentro?”. Una volta essiccato, viene trinciato ed è quello il contenuto finale che le persone fumano.
Il fumo di sigaretta contiene, quattromila distinte componenti chimiche”.
Cap. 4 – Parla con te stesso
Quando, intimamente, a domanda seguiva la risposta, non potevo mentirmi. Allora mi trattavo male, mi accusavo, con frasi tipo : “Sei senza dignità” “sei senza volontà” e siccome nella vita, non ero e non sono così, questo autolesionismo, nel tempo ha fatto maturare in me, nella mia testa, quella scintilla, che mi ha consentito di cambiare o e affrontare la mia guerra santa in modo totalmente diverso. E ancora: “Se davvero la tua famiglia è la tua vita, smetteresti subito!”. “Capisco a venti anni, per sentirsi uomo, ma a quaranta, a cosa serve fumare, poi, guarda; ti tremano le mani!. “Anche oggi, le tue venti, finte amiche, le hai comprate, bravo, dai che vinci il mongolino d’oro!. Pian piano capii, che fumare è un lento ma inesorabile suicidio e che farlo dentro casa, può trasformarsi in qualcosa di peggio. Il genere umano, si sa, è quello che mangia, che beve, che respira, è parte integrante del mondo, in cui vive. Siamo come delle spugne, degli “Spongebob” che assorbono tutto. Nei cibi e nelle bevande dunque, troviamo il sostentamento, poichè lì troviamo tutti gli elementi e componenti di cui è fatto il nostro organismo. Ma il fumo, è un prodotto estraneo e non apporta alcun beneficio, anzi, esso ha migliaia di componenti chimici di cui tanti, micidiali e ormai è ampiamente risaputo che sono deleteri per il nostro corpo. Un vero killer per i polmoni, il cuore, la pelle, le vie respiratorie nel loro complesso, il cervello, il sesso, la memoria, distrugge l’olfatto e il gusto dei cibi. Il rilassamento che sembra dare, poi, è solo frutto di un’illusione.
Un’altra delle innumerevoli bugie che raccontiamo, a noi e agli altri. “Io? Fumerò sette, dieci sigarette al giorno” “sicuro che è vero?”. Ho una visto persona, a me vicina, che asseriva e si vantava che erano anni che non fumava, con dovizia di particolari tipo: “Che scherziamo, fumare, sono rinato da quando non fumo!”. Poi all’improvviso spariva. Per andare dove?: per andare a fumare!, armato di spruzzino per l’alito, così da non lasciare tracce. “Il delitto perfetto” A un certo punto tutti sapevano, meno che la consorte. Allora cominciò in casa, a fare il nervoso, finchè la moglie un giorno gli disse: “Tesoro, se devi essere così nervoso, fumati una sigaretta!” e lui “ Va bene ma lo faccio solo per te”! Ma storie, tipo questa, che magari, ci fanno sorridere, dobbiamo farle nostre, affinchè vengano trasformate da esempi negativi, in positivi. Una canzone del grande De Andrè, recitava che: “Dai diamanti non nasce niente e dal letame nascono fior”, ecco, la storia di un fumatore, la immagino così, il letame; è il catrame e la nicotina mentre il bellissimo fiore è il fumatore che smettendo, di farne uso rinasce a nuova vita.
Cap.5 – Il tuo miracolo
Improvviso, meraviglioso, come la nascita di una nuova vita, una nuova persona che, come la Fenice, risorge dalle proprie ceneri. Come il San Michele che uccide il drago. Quando a trentanove anni smisi di fumare, dopo vent’anni disgraziati di veleno giornaliero, ho cominciato da subito a respirare meglio, a sentire di nuovo i profumi, mi resi conto di quante primavere, fatte di odori e sapori, avevo perduto. Mentre dormivo, percepivo la mia respirazione, ed ero felice. Mi congratulavo con me stesso, ogni giorno del meraviglioso, immenso, favoloso regalo che mi ero donato, paragonandolo ad un tredici al totocalcio, ma vale molto, infinitamente di più. Le mie giornate, non erano più all’insegna del mal di testa, mal di stomaco o alzarsi al mattino tipo uno zombie. Ero letteralmente rinato un’altra volta. Per andare al lavoro, mi svegliavo di nuovo da solo senza l’ausilio della sveglia e mi alzavo anche prima. Il fisico trovava nuove energie. Anche sotto l’aspetto della vita di coppia, non c’era paragone. Mia moglie Maria, spesso ripeteva : “Adesso si che i tuoi abiti, profumano”. Ho trovato con l’atto di smettere, la vera essenza della felicità e della forza che potevo esprimere. Tuttavia non nego che i primi giorni, sono stati molto, molto duri. Con la mente che forzava per farla da padrona, tipo il classico diavoletto e, lo stomaco lì a darle una mano : “Non puoi soffrire così, solo una, dai vedrai, starai subito meglio!. “Senti lo stomaco, non vorrai farti venire qualcosa, un colpo”! . “In fondo, hai sentito no? Smettere si, ma va fatto un po alla volta”!.
“Volevi una prova?, guarda quel signore, avrà novant’anni, guarda ancora come se la fuma, beato lui“!. E quell’altro hai sentito? , mai fumato, e all’improvviso se ne andato, chissà se avrà detto : “Avessi almeno fumato”! “Dai, sai che fai, poche sigarette al giorno, d’altronde, ricordi quella notizia che fino a sette sigarette al di, la nicotina viene espulsa con la sudorazione?, si proprio così, dai pori, non è fico? “E allora cosa aspetti, perchè privarsi di un piacere così meraviglioso ?. Insomma, una lotta intestina, da panico!. In quei frangenti, bisogna essere freddi, preparati, ecco a cosa può esserti utile questo libro. A me, ha aiutato molto. Per le prime tre settimane, quelle cruciali, evitare tutto ciò che con le sigarette va a braccetto, perciò, niente caffè, abolito! a qualsiasi ora e niente aperitivi, con patatine, ecc, evitare scrupolosamente, se possibile tutte quelle persone che fumano. Trova ogni scusa possibile, usa la fantasia, con frasi tipo; “Sai, ho delle bollicine sulla pelle, saranno mica infettive? , ma se lo desideri vienimi a trovare. Vedrai che non erà nessuno”!
Cap.6 – Non mollare mai!
Evita, sempre in quei fatidici ventuno giorni, cene, cenette, pizzate, eggiate con relativo aperitivo, o gelato. Vai a dormire prima, la notte, se ti senti nervoso, respira profondamente e assumi qualche goccia di Valeriana, che è naturale e, senza indugi, a ninna. Goditi ogni istante del non fumo, premiati con belle parole, te le sei meritate. Non consolarti assolutamente con il cibo, continua a mangiare le stesse cose e agli stessi orari di sempre. Aumenta il consumo di frutta e verdura e bevi tanta acqua, così aiuterai il tuo corpo a disintossicarsi. Seguendo queste poche regole, nella stanza dei bottoni ci starai tu, e non il diavoletto! Quando agli amici fumatori, gli dirai che il tuo comportamento era dovuto al fatto che stavi smettendo di fumare, ti sorrideranno e si congratuleranno con te, chiedendoti al contempo di rivelargli il tuo segreto. Questo libro è molto breve, per mia precisa volontà, avrei potuto, facilmente, ripetendo i concetti farlo diventare molto più corposo, ma avrebbe perduto la sua caratteristica peculiare, quella di essere facilmente e rapidamente riletto nel caso in cui si cadesse nella tentazione di fumare. Il nostro mondo corre veloce, ma sul treno, sull’autobus, o in fila, con il tablet, o lo smartphone, lo avrai sempre a portata di mano. Spero ti porti fortuna. Con l’augurio che, anche tu, come me, sentirai l’essenza della vera felicità. Dimostralo prima a te stesso, agli altri, fagli una sorpresa!. Non fare annunci, (è un’arma a doppio taglio) se non sei più che sicuro, di voler darci un taglio, se non ci riuscirai, può diventare una grande sconfitta e
ti sarà difficile riprovarci. Fallo se puoi, da solo, scegli con precisione matematica il periodo migliore, per fare il grande o, in vacanza, in licenza, in aspettativa, o se non hai scelta, fallo nei giorni di lavoro o di studio, ma con la massima concentrazione, ne va della tua salute e del tuo futuro, impegnati al massimo e dopo, volerai. Perchè, se vuoi, “non sei senza volontà, non sei senza dignità”.
Ma un puro frammento di stella nell’immensità.
Indice
Capitolo 1 Seppellirle in giardino!
Capitolo 2 Breve storia di un fumatore.
Capitolo 3 Nel buco nero.
Capitolo 4 Parla con te stesso!
Capitolo 5 Il tuo miracolo.
Capitolo 6 Non mollare mai!
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