a cura di Franco Forte
Egemona
di Ilaria Tuti
1.0 marzo 2014 ISBN versione ePub: 9788867752225 © 2014 Ilaria Tuti Edizione ebook © 2014 Delos Digital srl Piazza Bonomelli 6/6 20139 Milano Versione: 1.0 marzo 2014 Font Quattrocento Sans by Pablo Impallari, SIL Open Font Licence 1.1
TUTTI I DIRITTI RISERVATI
Sono vietate la copia e la diffusione non autorizzate. Informazioni sulla politica di Delos Books contro la pirateria
Indice
Colophon
Ilaria Tuti
Egemona
Premessa
Nel precedente capitolo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Epilogo
Postfazione. CHEW-9 La droga del benessere
Delos Digital e il DRM
In questa collana
Tutti gli ebook Bus Stop
Ilaria Tuti
Ilaria Tuti, friulana, ha pubblicato il suo primo romanzo nel 2012 (Isabel, Edizioni Montag). Per Delos Digital ha pubblicato La fame e l’inferno, con Carlo Vicenzi, Ceneri e Nido di carne nella collana “The Tube”; il racconto “Cerberus”, per la collana Chew-9.
Dello stesso autore
Ilaria Tuti, Carlo Vicenzi, La fame e l'inferno The Tube ISBN: 9788867750863 Ilaria Tuti, Ceneri The Tube ISBN: 9788867751082 Ilaria Tuti, Nido di carne The Tube ISBN: 9788867751761 Ilaria Tuti, Cerberus Chew-9 ISBN: 9788867752034
Premessa
Il Chew-9, la droga del benessere, è la sostanza più preziosa della galassia. Un potente allucinogeno in grado di sconvolgere la vita degli esseri umani, capace di fare interagire l’immaginazione con la realtà, manipolando la materia per ottenere effetti sconvolgenti. Una droga che solo i ricchi e i potenti possono permettersi. A costo di annientare intere civiltà…
Nel precedente capitolo
Chi è Iro? E perché è salita dai Livelli più profondi della città di Egemona per infastidire Caronte, il potente spacciatore di Chew-9 che vive come un dio? La risposta cambierà la vita a entrambi. Per sempre… (“Cerberus” di Ilaria Tuti)
1
La Morte Bianca: una distesa di ghiaccio che circondava la città di Egemona; un deserto spazzato da venti rabbiosi e dalle propaggini del campo di forza elettromagnetico che proteggeva la metropoli. La matrice d’energia disfaceva il tessuto molecolare di chiunque cercasse di oltrearla senza conoscerne l’architettura. I torrioni che la generavano svettavano come gigantesche aste lungo tutto il suo perimetro; più alta di loro, c’era solo La Lux: il faro di Egemona spargeva la sua luce in un cielo dai colori cangianti; l’attività solare era in uno dei suoi picchi e generava spettacolari aurore boreali dai riflessi iridescenti. Egemona era una metropoli costruita su nove Livelli concentrici, che salivano come i piani di un tempio gigantesco. In cima, il Livello Uno sfavillava con il suo skyline di palazzi di acramex, dimore del potere corrotto che governava la città e dell’élite che vedeva concentrata in poche mani una ricchezza senza eguali. A mano a mano che i Livelli scendevano verso la base, le tracce del benessere diventavano sempre più labili, fino a scomparire nel Livello Nove, il più basso, chiamato il Girone; il solo a non essere riscaldato per mezzo dell’energia geotermica. Beatrix era l’unica creatura vivente a sfidare la Morte Bianca, quel giorno, inoltrandosi nei cunicoli segreti scavati nella neve gelata. Attorno a lei, piccoli cumuli indicavano i resti dei disgraziati condannati al Confinamento. Beatrix immaginava i loro miseri resti sotto il manto di cristalli: corpi vinti dal gelo, rannicchiati su se stessi alla disperata ricerca di un po’ di calore. Con l’arrivo della Nuova Glaciazione, il profondo Nord era diventato un inferno bianco, ma Egemona aveva resistito; la scoperta delle miniere di acramex aveva assicurato ricchezza e benessere alla città; almeno, a chi ne controllava il commercio. Beatrix correva nei cunicoli, diretta alle cave e poi più giù, nelle miniere. I minatori utilizzavano i tunnel sotterranei, sicuri e isolati. Controllati, però, dalla Sorveglianza. Lei strisciava appena sotto la superficie. Rubare qualche chilo del metallo bianco e lucente, resistente più dell’acciaio e duttile come la creta, era l’unico modo per guadagnare abbastanza accreditabili per non essere costretta a vendersi nel Girone. L’altro modo era spacciare il Chew-9, ma con quella
polvere lei non voleva più avere a che fare. Era per colpa del Chew-9 se non aveva più il corpo con cui era nata. Anche lei era stata una Condannata, ma in qualche modo aveva superato il Confinamento ed era tornata alla vita. In qualche modo… Di ciò che era un tempo era rimasto ben poco di intatto. Il suo corpo era stato divorato dal gelo. Degli organi interni era sopravvissuto solo il cervello. Ciò che la Morte Bianca aveva necrotizzato era stato sostituito con organi artificiali e protesi biomeccaniche. La cute sintetica la ricopriva fino al mento, come una guaina lucente che ricordava il derma di un rettile. Solo il viso era stato risparmiato, ma una calotta di acciaio ne racchiudeva il contorno. Beatrix odiava il cambiamento che l’aveva portata lontana dalla sua origine. Ora, però, doveva ammettere di essere più forte, più adatta a Egemona e al Livello Nove che l’aveva accolta da reietta: il suo corpo biomeccanico era stato progettato per sopravvivere, e nel Girone era quello che si faceva. Si lottava per la sopravvivenza. La sua resurrezione artificiale era costata milioni di accreditabili, che pochi a Egemona avrebbero potuto pagare. Lei non era tra quelli. L’uomo che anni prima l’aveva condannata alla Morte Bianca, sì.
2
Caronte rimuginava. Più rifletteva, più sentiva la rabbia salire. La capsula scendeva in elissi lungo gli anelli dell’aerovia che circondava i Livelli di Egemona. Quando Zilyan e Sibel, i droidi alla guida, gli avevano chiesto istruzioni su dove andare, lui non aveva avuto dubbi. Dopo che qualcuno aveva violato Cerberus, il server quantico posto a guardia della sua esistenza, non gli restava altro da fare che cercare rifugio dove nessuno si sarebbe mai avventurato volontariamente: nella bolgia del Livello Nove. Dall’Uno al Nove, una discesa all’inferno, pensò. Dal Nove era riuscito a fuggire, anni prima, e mai avrebbe pensato di rimetterci piede. Il Girone apparteneva a un ato fatto di stenti e di violenza, di una lotta alla sopravvivenza quotidiana che si era augurato di essersi lasciato alle spalle una volta per tutte. Invece, eccomi qua. Il boss della droga diventato preda in cerca di una tana. Il Chew-9 aveva fatto la sua fortuna; il Chew-9 lo aveva distrutto. Chi, se non un concorrente, aveva potuto annientare la sua vita? Come ci era riuscito, per lui restava un mistero. Si era circondato di un cordone di anonimato tale da impedire ogni collegamento; da tempo, i suoi più stretti collaboratori erano droidi: incapaci di mentire, fedeli fino al sacrificio estremo. Droidi Benkor: illegali, perché talmente sofisticati da essere indistinguibili da un essere umano; il computer quantico che fungeva loro da cervello replicava perfettamente la mente umana, e allo stesso tempo era sempre un o avanti. La sua logica era infallibile. – Che cosa è accaduto a Cerberus? – gli chiese d’un tratto Zilyan. – È stato violato. Ho dovuto innescare uno shutdown per riportarlo alle impostazioni iniziali – rispose. – Questo lo avevo dedotto. È il dopo che non riesco a spiegare. Che cosa gli è
accaduto? La risposta fu un silenzio prolungato. Caronte non ne aveva idea. Cerberus si era riavviato e al contempo era sparito senza lasciare traccia. Le periferiche erano online, ma della sua presenza non c’era più segnale. Prima di andarsene, Caronte aveva estratto la piastra che conteneva il computer quantico di Cerberus e l’aveva infilata nella tasca interna della giacca, dove ancora ne sentiva il peso rassicurante. Un computer quantico non era come un vecchio microprocessore, il software non poteva essere copiato e riallocato altrove: era un vero e proprio cervello artificiale. Unico e non duplicabile. Ma per lui era molto più di questo. Era un’entità senziente in continua evoluzione, che interagiva, apprendeva, pensava; che aveva iniziato a manifestare emozioni, seppure in modo ancora primitivo. Che si era convinto di essere umano, anche se incorporeo. Era un amico che doveva proteggere. Il computer quantico non sarebbe ato inosservato, nemmeno agli occhi di un inesperto: la propaganda lo aveva messo al bando perché considerato pericoloso per la capacità di evolvere dell’intelligenza artificiale che alloggiava, ma questo non toglieva che valesse milioni di accreditabili. Era l’oggetto del desiderio più ambito di Egemona. Caronte era convinto che la sua vita fosse blindata, e all’improvviso era accaduto: Cerberus era stato violato e lo aveva considerato una minaccia; Arcaj, il suo droide più fidato, era scomparso. E poi c’era lei: la ragazza venuta dal nulla. Accanto a lui, Iro non smetteva di tormentarsi le mani. Era un carico di cui in altre circostanze Caronte non avrebbe esitato a liberarsi, ma per il momento rappresentava l’unico anello di congiunzione tra ciò che la sua vita era stata fino a due ore prima e il disastro che ora cercava in tutti i modi di contenere. Prima di sparire, Arcaj aveva fatto in modo di farli incontrare. Il perché, forse, iniziava a farsi strada nella mente di Caronte. Un particolare che prima aveva sottovalutato aveva dato un nuovo corso ai suoi pensieri. Continuava a guardare fuori dall’oblò, e intanto escogitava modi sempre più fantasiosi per torturare la ragazza e farla parlare, nel caso si fosse dimostrata poco collaborativa.
– È stato il governatore a mandarti? – le chiese con voce incolore, come se la questione non rivestisse alcuna importanza. La sentì irrigidirsi, ma ancora non la guardò. Voleva preparare la strada alla paura che le avrebbe fatto provare. – Non capisco – balbettò lei. – Ti ho già detto perché mi trovavo a casa di Arcaj: volevo comprare alcuni grammi di Chew-9. Non avevo idea che fosse sparito. Non lo conoscevo nemmeno, se non per quello che faceva. L’ultima parola le morì in gola, quando Caronte premette un tasto e un pannello traslucido salì a separarli dai due droidi alla guida. – Che cosa intendi fare? – gli chiese. L’aveva messa in allarme. Bene. – Quello che avrei dovuto fare fin dall’inizio – rispose. Il suo guanto cibernetico si attivò e dei sottili pungoli d’acciaio fuoriuscirono dalle nocche. Iro non fece in tempo a fare altre domande: si ritrovò schiacciata contro il sedile, con l’arma a premerle sullo stomaco. – Ti forerò ogni organo senza fretta, iniziando dall’intestino – le spiegò. – Hai una sola possibilità di farmi are la voglia di sentirti urlare: raccontarmi qualcosa di interessante che riguardi il modo in cui mi hai fottuto la vita. – Ti ho già detto… – Lo so cosa mi hai detto. iamo al resto – la interruppe. – È la verità – mormorò lei, con gli occhi sbarrati sulle punte che premevano contro la sua carne. La maglietta era già macchiata di sangue. – Hai ato il test della verità. Non so come, ma ci sei riuscita. Il problema è che non ti credo. Sei arrivata a casa mia e Cerberus è stato violato. C’era una possibilità su un milione che accadesse. Sarebbe un po’ forzato credere a una coincidenza. Te lo chiedo per l’ultima volta: ti ha mandato il governatore? Lei scosse la testa.
– Il campione di sangue che ho raccolto a casa di Arcaj non è schedato – continuò Caronte, contro il suo viso. – Sai che cosa significa? Sai qual è l’unica persona abbastanza potente da ordinare la cancellazione dagli archivi di un dna catalogato? – Il governatore – rispose lei in un soffio. Caronte annuì. – È così che copre l’identità di chi fa il lavoro sporco per lui – confermò. – Il sangue non tracciabile è in realtà un indizio che Arcaj mi ha lasciato, quando gli uomini del governatore lo hanno sorpreso. Ne ha ferito uno, ma non troppo per violare la Prima Legge. E poi tu sei comparsa a casa sua, con il tuo faccino smarrito e la storia commovente del Chew-9 che ti serviva per un parente. Aumentò la pressione, strappandole un urlo. – Ti ho salvato la vita, poco fa – protestò Iro. – E io non esiterò a prendermi la tua, se non ti decidi a dirmi la verità. Chi ha preso Arcaj? Chi ti ha aiutato a violare Cerberus? Soprattutto, come ci sei riuscita? – urlò Caronte, tracciando una linea di sangue sul suo ventre. Iro lo guardò con quella che sembrava rabbia. All’improvviso, non appariva più spaventata, ma solo furente. – Ti conviene ritrarre gli artigli e prendere il tuo dannato test per la verità – gli disse – perché non mi crederai. Non ho le risposte che pensi: ne ho di ben peggiori. Lui la afferrò per il mento, stringendo con forza. – Chi ti ha ordinato di violare Cerberus? – scandì con rabbia. Lo sguardo di Iro si fece quasi beffardo, quando rispose. – Arcaj. Me lo ha ordinato il tuo amico Arcaj. Un boato improvviso li fece sussultare. La deflagrazione era stata così potente che l’onda d’urto investì l’aerocapsula, facendola oscillare paurosamente prima
di ritrovare la rotta regolare. Caronte non aveva bisogno di voltarsi a guardare per capire che cosa era appena andato in fumo. – Uno di noi non ha più una casa – mormorò Iro. – E non sono io.
3
Iro non avrebbe mai pensato di provare comione per quell’uomo duro e privo di scrupoli, ma era così che si sentiva. Gli aveva appena distrutto la vita, e lo aveva fatto con l’aiuto del droide di cui lui più si fidava. Caronte doveva sentirsi sopraffatto da un bel po’ di confusione e una rabbia che stranamente non aveva ancora sfogato. Se ne stava seduto accanto a lei, con la testa tra le mani. Immobile. – Come hai fatto a superare il test della verità? – le chiese all’improvviso. – Perché ti ho detto la verità – gli rispose. – Vuoi dire che non ti ho fatto le domande giuste, piuttosto. – Non sapevo che faccia avesse Arcaj. Non ho mai nemmeno sentito la sua voce. L’ho contattato qualche settimana fa per avere il Chew-9, mi serviva davvero per un amico. Lui mi ha proposto un accordo – gli spiegò. Caronte finalmente la guardò. Iro avrebbe preferito che non lo avesse fatto. Vide odio nei suoi occhi, e follia omicida. – Non ti ha mai nemmeno fatto il mio nome, vero? Per quello non hai reagito quando ti ho detto che ti avrei portato da Caronte. Lei annuì e gli fece vedere il micro generatore EMP. – Hai trasmesso un virus a Cerberus che ha alterato il suo database e gli ha fatto credere che fossi un droide ostile – mormorò Caronte, rigirandoselo tra le mani. – Non ti rendi conto di quello che hai fatto. Iro vide spuntare un sorriso sadico sulle sue labbra. – Per l’amicizia che ha per me, quell’uomo ti proteggerà – mormorò. – Queste parole me le ha fatte avere Arcaj. Lui crede in te.
Caronte scoppiò a ridere. – Anch’io credevo in lui, e guarda che cosa è successo. Amicizia? – chiese con sarcasmo, sputando quasi la parola. – Non esiste. E nel caso ti fosse sfuggito un particolare, ti ricordo che Arcaj è un droide. Non ha sentimenti. Non come li intendiamo noi. – Non è questo che lui mi ha detto. Gli occhi di Caronte scattarono sul suo viso. – Prego? Iro si sentiva in difficoltà. Era come trovarsi davanti a una belva pronta a divorarla e dover trovare l’unico modo giusto, tra mille, per non farle compiere il balzo letale. – Mi ha raccontato tutto di te – disse. Lui rise ancora, in un modo che non le piacque per niente. – Anche tu mi racconterai tutto, quando arriveremo al Livello Nove, stanne certa. Vi siete detti molte cose per due che, stando a quello che dici, non si sono mai incontrati. – Arcaj mi scriveva. Diceva che era l’unico mezzo di comunicazione non tracciabile. Questa è l’unica bugia che ti ho detto: non si è trattato di un solo messaggio. – Già, la cara, vecchia carta – sogghignò Caronte. – E che cosa ti avrebbe detto di me, oltre a come distruggermi la vita? – Lui non parlava di distruzione – lo corresse Iro. – Ti avverto: ho una gran voglia di ucciderti. Non esagerare. – Mi ha raccontato del… tradimento che hai subito, e di come ti sia rifiutato di fidarti ancora degli umani, da quella volta. Ti circondi solo di droidi. – Tradimento è un termine riduttivo per rendere l’idea di quello che è successo –
commentò Caronte. – E riguardo al fatto di circondarmi di droidi, mi pare che si sia rivelato un insuccesso come è stato per gli umani. – Ma i droidi non possono mentire, non ne sono in grado. Arcaj parlava di te come di un amico. Vorrà pur dire qualcosa! – replicò Iro. Caronte l’afferrò per una spalla e l’attirò vicino. – Vuoi sapere cosa significa? Te lo dico subito – disse, stringendo forte. – Guarda quei due droidi Benkor. Zilyan e Sibel mi servono da anni; il loro comportamento è ineccepibile, ma nessuno di loro vive con me. Nemmeno Arcaj lo faceva. Sai perché? Lei non rispose. – Perché sono talmente evoluti da apprendere dalle esperienze; vivere con un umano, per loro, è il modo più veloce ed efficace per evolvere. Imparano, ma non sempre le cose migliori. Lei lo guardò. Aveva intuito dove volesse arrivare. – Hai paura di loro? – domandò. – Qualche anno fa mi sono accorto che accadeva sempre una cosa strana quando lasciavo soli i primi droidi Benkor che ho avuto: ne trovavo immancabilmente uno danneggiato. Niente di grave, magari, ma il danno era lì, prova che qualcosa era successo. Fino a quando ho capito: i droidi Benkor hanno assimilato molto del comportamento umano, una caratteristica più di tutte: l’egocentrismo. – Non è possibile… – Ognuno di loro si crede il migliore. Il loro cervello quantico è dotato di una logica infallibile che li porta a convincersi di questo e, di fatto, è così. Tra loro c’è sempre un individuo predominante, per questo non fanno amicizia tra droidi: sono in continua competizione. Il comportamento di Arcaj è inaspettato, ma non incoerente. Dovevo prevederlo. Lei scosse la testa. Guardò i due droidi alla guida della aerocapsula: sembravano pacifici; erano quasi rassicuranti.
– Non riesco a crederci – mormorò. Caronte si sporse verso di lei. – Mi hai chiesto se ho paura di loro. Ti rispondo dicendoti questo: sì, se non posso averne il completo controllo. Ho mandato i miei droidi a vivere nel mondo, ma ho sempre monitorato ogni loro mossa. Almeno, lo credevo. I loro corpi sono armi letali; il loro cervello quantico è sempre un o avanti al nostro. Certo, che li temo. Caronte mollò la presa e tornò a guardare fuori dall’oblò. Iro tremava, ma c’era ancora una cosa che voleva sapere, prima di chiudere l’argomento. – Quando li trovavi danneggiati, come spiegavano l’accaduto? Lui fece una pausa prima di rispondere. – In nessun modo, ed erano per forza di cose sinceri. – Non capisco. – Non si danneggiavano a vicenda. Non sarebbe stato compatibile con le loro impostazioni. Eppure, accadeva. Quando li interrogavo, affermavano di non avere colpito il compagno. Ho ato mesi a scervellarmi sulla questione. – E…? Caronte alzò le spalle. – Trappole. – Trappole? – Non come le intendiamo noi. Molto più complesse, come solo un computer quantico può concepirle. Pensa a un domino, alle tessere che devono essere sistemate in una posizione precisa, a una distanza esatta, per trasmettere l’effetto alla successiva. Le collocavano per settimane, mesi; spostando oggetti comuni, perlopiù. E scattavano tutte al momento giusto. Si chiama dipendenza sensibile
e fa parte della teoria del caos. Credo che calcolassero posizione ed effetto per mezzo di equazioni differenziali alle derivate parziali. Ma è solo una mia teoria. Come fero davvero resterà sempre un mistero. La guardò ancora. – Non c’è nulla che la loro logica non possa prevedere; non c’è problema che non possa risolvere, né divieto che non riesca ad aggirare. Questo è il motivo per cui sono certo che Arcaj abbia previsto esattamente la catena di eventi che il suo gesto avrebbe generato ed è il motivo per cui non ti uccido: se lo fi, la mia situazione in qualche modo peggiorerebbe. È tutto previsto. Come sono certo che non ti abbia detto nulla del suo piano per non farti mentire e rischiare di farti scoprire con il test sulla verità. Ha calcolato tutto e, davanti a più alternative, ha sempre scelto quella migliore. Non c’è modo di battere un computer quantico. Se l’obiettivo di Arcaj è distruggermi, è quello che alla fine accadrà. Resta da capire perché.
4
Caronte abbassò lo schermo che li separava dalla plancia comandi. La capsula aveva iniziato la discesa verso l’ultima Porta da superare, quella che introduceva nel Livello Nove. I controlli fino a quel momento erano stati limitati. Scendere non era mai stato difficile, a Egemona: la metropoli era un gorgo che cercava sempre di risucchiarti verso il fondo, il Girone. Risalire, quello sì, era complicato. Impossibile, se non eri disposto a venderti l’anima. Caronte lo sapeva bene. Si massaggiò il braccio che poco prima un droide fuori controllo gli aveva spezzato. L’osso era rinsaldato, il gonfiore scomparso. Non c’era più traccia del dolore, spazzato via da una dose di Chew-9. La droga del benessere gli aveva salvato la vita, in tutti i sensi. Gli aveva permesso di scalare i Livelli di Egemona, uno dopo l’altro, e di sopravvivere all’attacco del droide. Doveva al Chew-9 ciò che era diventato, nel bene e nel male. Aveva abbastanza fiale di polvere pura con sé da ricominciare una vita senza problemi, ovunque volesse. Doveva solo capire se Arcaj glielo avrebbe permesso. Che cosa vuoi da me?, pensò. Ogni mossa di Arcaj aveva un significato preciso. Non agiva sulla base di impulsi irrazionali. Se voleva il suo annientamento, doveva essere un tassello necessario a costruire qualcosa di immensamente più grande. La Sorveglianza scorse svogliatamente i loro falsi, non stupendosi del fatto che una delegazione sanitaria si recasse nel Girone per i consueti rilevamenti, e li fece avanzare senza domande. Nel Livello Nove le epidemie erano diffuse e dovevano essere tenute sotto controllo affinché non attecchissero in altre zone della città. Che gli abitanti del Nove morissero pure, ma senza creare problemi agli altri.
La navetta riprese quota, immettendosi nella aerovia circolare che percorreva il perimetro del Livello. Caronte lo osservò. Anche da quell’altezza, poteva vedere che non era cambiato: congelato, immobile, sembrava l’esatto contrario della bolgia infernale che ci si sarebbe aspettati, vista la sua fama. Nei tunnel che congiungevano i bassi edifici, però, Caronte sapeva che scorreva una vita corrotta e incattivita dalla fame. Il Girone era lo slum della metropoli più ricca del Nord; un’area dove il novantanove per cento delle costruzioni erano insediamenti non autorizzati che nascondevano attività illegali. Era anche l’unico Livello a non avere un governatorato: la Legge aveva perso il controllo del Girone molti anni prima e anche la speranza di recuperarlo; le bastava tenerlo sotto controllo, il che significava ignorarlo fino a quando non creava problemi ai Livelli successivi. Nel Girone, chi voleva giustizia se la faceva da sé, e di solito accadeva in modo definitivo. Le pene miti non erano previste: chi vinceva, viveva; chi perdeva, moriva. Disumano ma pratico. Il Girone era anche l’unico posto dove Caronte poteva nascondersi e prendere tempo per organizzarsi. – Dove siamo diretti? – chiese Sibel. – Nel Quadrante Undici – rispose, senza esitazione. Vediamo se il vecchio Navarre è ancora vivo.
5
I tunnel del Girone erano un reticolo che si allargava in modo disordinato fino alla doppia cinta muraria che stringeva il Livello Nove in una morsa: da una parte c’era la Morte Bianca; dall’altra, il Livello Otto, l’avamposto militare di Egemona. Dal Nono non si usciva, se non per andare a morire. Beatrix li conosceva bene, ormai, quei meandri luridi. Non riusciva, però, ancora ad abituarsi al tanfo dolciastro di umanità decadente che li ammorbava, appena coperto da quello pungente dei disinfettanti che l’Unità Sanitaria spargeva a intervalli regolari per evitare il diffondersi di epidemie. Il suo sistema chemiosensorio, purtroppo, era intatto e le permetteva di tracciare con precisione la mappa del disgusto in cui era immersa: i venti milioni di recettori di ogni sua cellula olfattiva registravano concentrazione e identità delle molecole volatili, e trasmettevano le informazioni alla struttura nervosa del suo cervello deputata ad analizzarle. Il computer connesso alla sua corteccia cerebrale le trasformava in dati numerici che proiettava direttamente sul nervo ottico. Beatrix aveva impiegato mesi per abituarsi alla doppia visione. Tra tutti i diecimila e più odoranti che l’olfatto umano riusciva a discriminare, uno la colpì allo stomaco, facendole accelerare il o. Imboccò il tunnel principale dell’anello, e si gettò nel fiume umano che vi scorreva, disordinato e chiassoso; insospettato, sotto il manto di silenzio che ricopriva il Girone. Beatrix strinse al petto la sacca che conteneva l’acramex. Scivolava veloce sotto i droni sentinella che registravano i movimenti della massa vivente, attenta a non far trasparire la sua agitazione per non far scattare i sensori di attività ostile. In quel caso, l’avrebbero fulminata per renderla inoffensiva. Erano l’unica propaggine che il braccio della Sorveglianza riusciva ad allungare nel Livello Nove. L’odore che tanto la ripugnava si faceva a ogni o più vicino, fino a quando il miasma di marciume e sporcizia la raggiunse. Una mano l’afferrò per un braccio e la spinse in un cunicolo laterale. Beatrix si ritrovò a fissare un volto butterato a cui mancava un orecchio, mangiato forse da qualche parassita. L’unico occhio ancora umano era mezzo nascosto dalla palpebra cascante; l’altro era un vecchio
oculo meccanico da quattro accreditabili. L’iride sana le scrutò il corpo con lentezza esasperante e, quando arrivò al viso, aveva già ottenuto l’effetto di farla rabbrividire di disgusto. – Incontrarti è sempre un piacere, Beatrix – le alitò in viso l’uomo, con un sorriso viscido. – Dove sei stata? Lei strinse ancora di più la sacca al petto. Mentire non aveva senso: Eliah San sapeva benissimo da dove stava arrivando e cosa era andata a farci. Niente si muoveva, nel Quadrante Undici, se lui non aveva dato il suo benestare, anche implicito. Eliah San era una specie di autorità nel caos del Livello Nove, e in particolare in quella fetta di anello, il Quadrante Undici. Tutti sapevano che era una pedina del Governatorato centrale del Livello Uno, che non aveva altro modo di monitorare il Girone se non quello di usare segugi da caccia come Eliah, pronti a fiutare il sangue ovunque ci fosse l’opportunità di sbranare un loro simile e ricevere una ricompensa in cambio. – Non ne ho trovato molto, questa volta – gli disse. – Ti prego, lasciamelo. Eliah San sogghignò. Le ò un dito annerito sul viso e scese lungo il collo, fino al petto. Si fermò e aprì il palmo per catturare la curva femminea. Attese la reazione, che non arrivò, e il ghigno si trasformò in un rantolo di soddisfazione. – Vedo che hai imparato a non reagire. Bene. È l’unico modo che hai per sopravvivere, nel mio Quadrante. Ora lascia andare l’acramex. Beatrix esitò e la mano dell’uomo strizzò la carne fino a strapparle un urlo. – L’acramex – le intimò di nuovo, questa volta serio. Lei non se lo fece ripetere. Mollò la presa e lo vide are la sacca a uno dei suoi droidi servitori. Beatrix sperò che il bottino fosse sufficiente per soddisfare la lurida brama di quella creatura decaduta, ma non fu fortunata. Eliah tornò a dedicarle tutta la sua attenzione, annullando la distanza. Il ventre gonfio dell’uomo la schiacciò contro la parete di plastica termica del tunnel. – Ci sono altri modi per guadagnarti la vita, invece di rischiarla nella Morte Bianca – le soffiò nell’orecchio. Il suo alito sapeva dell’alcol del bjurk con cui si
stordiva tutti i giorni nelle bettole del Quadrante. – Persino una schifosa ibrida come te può vendere piacere. C’è tanta gente strana, qui nel Nono, che vorrebbe dimenarsi sulle tue protesi. Potrei aiutarti. Che ne dici? Beatrix sentì la nausea salire. L’amaro della bile le bruciò in gola. – Io… ci penserò – rispose, trattenendo il fiato. – Ci penserai… e? – Ci penserò. Grazie della proposta, Eliah. La mano dell’uomo scese in una carezza oscena che voleva essere solo oltraggiosa ed Eliah finalmente si scostò. – Brava, bambina. Ora vai – ordinò. Beatrix non se lo fece ripetere. Si immise nel tunnel principale e si ritrovò a correre senza nemmeno accorgersene. Lacrime di rabbia e umiliazione le offuscavano la vista, tanto che andava a sbattere contro chi procedeva in senso opposto. Un drone la raggiunse, avanzando sopra di lei. La voce artificiale l’avvertì che era stata segnalata dai sensori come presenza potenzialmente ostile. – Rallentare l’andatura. Beatrix ubbidì, ma tremava. Proseguì ancora lungo il tunnel principale, poi si immise nel labirinto delle vie minori. A ogni incrocio, ologrammi disturbati da interferenze segnalavano i codici dei condotti. Beatrix aveva imparato a ignorarli, dopo essersi persa molte volte: venivano manomessi per disorientare eventuali visitatori. Non accadeva spesso che abitanti dei Livelli superiori si recassero nel Nono, e quei pochi erano quasi sempre infiltrati della Sorveglianza. Abitava al confine con il Quadrante Dodici, proprio davanti alla Porta Otto, osservabile da un tratto trasparente del tunnel: ogni giorno, la vista del aggio che conduceva nel Livello precedente le ricordava perché si trovava nel Girone, e che mai avrebbe potuto fare ritorno da dove era venuta. Arrivò al modulo abitativo che ormai le lacrime si erano asciugate; il bizzarro
fenomeno chimico e fisico ancora scuoteva il suo corpo ricostruito. Il cuore artificiale soffriva, pesava nel petto, gravato da emozioni che Beatrix aveva sperato di dimenticare, di non essere più in grado di rivivere. Si lasciò il Girone alle spalle, chiuse la porta automatica e finalmente si immerse nella penombra e nel silenzio del container. La mancanza di luce era compensata dalle decine di led dei terminali di Navarre. Il vecchio era seduto al solito posto, una consunta poltrona girevole che scricchiolava a ogni movimento. – Eliah si è preso l’acramex come previsto – gli disse, appendendo il manto protettivo a un gancio che spuntava dalla parete mobile. – Questo dovrebbe tenerlo buono per un po’. Il vecchio non rispose. Aveva un’espressione tirata sul volto raggrinzito. Gli occhi erano pozzi luminosi nella pelle scura. – Avrei dovuto immaginare che dietro tutto c’eri tu. La voce maschile che proveniva dall’angolo più buio del modulo la riportò di colpo indietro nel tempo. Cinque lunghi anni erano trascorsi. Sembrava ieri. Caronte uscì dall’ombra, affiancato da un droide che non aveva mai visto prima. La stava guardando con disgusto e rabbia. Beatrix si chiese ancora una volta come mai le avesse concesso di vivere, dopo ciò che gli aveva fatto. – È molto più complicato di quello che pensi – ebbe il coraggio di rispondere. Sapeva quanto crudele potesse essere l’uomo che le stava davanti in tutta la sua impressionante mole. E sapeva anche di meritare tutta la sofferenza che lui continuava a impartirle. Aveva cercato di ucciderlo, per qualche grammo di Chew-9. Lui l’aveva fatta condannare alla Morte Bianca, ma non era stato abbastanza. Beatrix doveva pagare un prezzo molto più alto per il suo tradimento: doveva subire le pene dell’inferno, possibilmente per molti decenni a venire. Era stato Caronte a far raccogliere ciò che il ghiaccio aveva risparmiato del suo corpo e a farlo ricostruire. E poi lo aveva desinato al Girone. Aveva investito milioni di accreditabili nel progetto della sua vendetta.
Era così che Beatrix aveva conosciuto Arcaj, uno dei droidi Benkor di cui Caronte aveva deciso di circondarsi dopo che anche lei lo aveva tradito. Era stato Arcaj a occuparsi delle sue necessità, nel lungo periodo degli interventi di innesto e trapianto. Caronte voleva essere sicuro che ricevesse le cure migliori, per avere davanti a sé una lunga vita per espiare la sua pena. Beatrix sapeva, però, che il perdono non sarebbe mai arrivato. Chiuse per un attimo gli occhi, e in quell’istante rivide la creatura orrenda che era stata. Provò ribrezzo per se stessa, come ogni volta che vedeva la sua immagine riflessa. Quando li riaprì, però, si sentiva più tranquilla. Le era stato offerto un modo per riparare, almeno in parte, al male che aveva fatto. – Ti aspettavamo. Arcaj lo aveva previsto – disse. – Consideratevi tutti già morti – rispose Caronte. – È ancora tua moglie – si intromise Navarre, ma un gesto di Beatrix lo fece tacere. – Per te sono morta anni fa, Caronte, e l’ho accettato. È così che mi sento, dopotutto. La Beatrix che conoscevi non c’è più. Lui scosse la testa. – Le persone non cambiano – rispose. – Mi hai distrutto la vita, ancora una volta. Sei sempre la stessa. Quello che non avrei mai creduto possibile, è che potessi convincere Arcaj a tradirmi. Sarai responsabile della sua morte. Navarre imprecò e si alzò a fatica dalla sedia. – Stronzate! – sbottò. – Sei una contraddizione in termini, ragazzo. Affidi la tua vita a dei circuiti elettronici perché ritieni la loro logica più sicura di qualsiasi altra cosa al mondo, e poi pensi che dei disgraziati del Nono siano in grado di aggirarla e usarla per i loro meschini scopi. Non ti ho proprio insegnato nulla, vero? Beatrix temette che la rabbia di Caronte potesse riversarsi di colpo su di loro, falciandoli in un nanosecondo, invece vide l’ombra di un tentennamento nel suo sguardo, e vi si aggrappò come a un’ultima speranza.
– Arcaj ha lasciato una testimonianza per te – gli disse. – Vuoi vederla? Il petto di Caronte si alzava e abbassava con forza, segno dell’ira che faticava a contenere, ma annuì. – Prima, però, non vuoi farci conoscere Iro? – domandò Navarre. All’espressione stupita di Caronte, Beatrix rispose con un’alzata di spalle. – Arcaj aveva previsto anche questo.
6
Caronte era consapevole di essere diventato l’ingranaggio di un meccanismo più grande della sua stessa volontà; la catena di eventi messa in moto da Arcaj non si sarebbe arrestata facilmente, non prima di avere ottenuto l’effetto finale desiderato. Tutto era stato fatto per un fine preciso e tra non molto avrebbe saputo quale. Provava rabbia, ma allo stesso tempo si rendeva conto che non avrebbe avuto senso sfogarla su Beatrix e Navarre. Il vecchio, che lo aveva cresciuto come un figlio quando era diventato uno delle migliaia di orfani che mendicavano nei tunnel del Livello Nove, non aveva mai dimostrato l’intento di ottenere qualcosa da lui, nemmeno quando Caronte aveva iniziato a costruire la sua ricchezza illegale grazie al traffico di Chew-9. Non aveva voluto saperne di lasciare il Girone e accompagnarlo nella sua scalata al Livello Uno. Beatrix era un discorso a parte. Di lei non si fidava, ma sapeva che non avrebbe avuto le risorse necessarie per organizzare tutto da sola. Arcaj. Era lui il responsabile. Attivò il comunicatore contenuto nel chip che portava al sopracciglio. – Orb, trasmetti a Zilyan l’ordine di portare qui Iro. I led del guanto cibernetico si illuminarono con un ronzio. – Che cosa intendi fare? – gli domandò Navarre. – Trovare Arcaj, e distruggerlo. – È un droide Benkor. È di per sé l’arma più evoluta esistente – gli fece notare il vecchio. – Questo non lo salverà. Navarre gli posò una mano sul guanto e lo disattivò. – Ti ho cresciuto per questo? Per distruggere tutto quello di bello che capita nella
tua vita? – sbottò, guardandolo accigliato. – Di che diavolo stai parlando? – chiese Caronte. Non aveva bisogno dell’ennesima predica di quel vecchio filosofo. Scosse la testa: era una causa persa. – Alla tua età rincorri ancora le chimere – gli disse. – Vivi di illusioni. – Se non avessi vissuto rincorrendo un’utopia, come dici tu, non ti avrei mai raccolto dalla strada. Ricordatelo – gli rispose. – A proposito di sogni… Arcaj te lo aveva detto? Caronte si fece più attento. – Detto cosa? – Ha iniziato a sognare. Lui negò con forza. Se fosse stato vero, le implicazioni di una simile attività cerebrale sarebbero state incalcolabili. Avrebbe presupposto la nascita di un subconscio. – Non è tecnicamente possibile – rispose, ma il cuore per un attimo aveva perso un colpo. – Parli di semplice stato della tecnica? Con un cervello quantico in piena evoluzione? Auguri, se è così che speri di stargli dietro. Lui va alla velocità della luce, tu arranchi. La porta automatica si aprì e Zilyan accompagnò dentro una Iro dall’aria spaventata. – Benvenuta – la salutò Navarre. – Non temere, siamo tra amici. Gli amici di Arcaj. Nessuno è qui per distruggere, né per essere distrutto. Ora che ci siamo tutti – sorrise – possiamo cominciare. – Cominciare cosa? – domandò Caronte, ma il vecchio non rispose. Zoppicò fino alla consolle, digitò veloce sulla tastiera olografica e la parete ruotò, rivelando una cassaforte. Digitò ancora e lo sportello automatico si aprì. – Perché tutta questa messa in scena? – chiese Caronte con rabbia. – Perché non chiedermi semplicemente di venire qui, se era questo che voleva, invece di
costringermi a farlo rovinandomi la vita? – Lo avresti fatto? Davvero? – gli chiese il vecchio, con una punta di sarcasmo che Caronte non gli aveva mai sentito nella voce. – Il problema non era venire qui o meno, ragazzo. La visione di Arcaj è infinitamente più complessa e ha bisogno anche del tuo aiuto per realizzarla. – Perché non chiedermelo? – insistette Caronte, scandendo bene ogni sillaba. Navarre lo guardò in un modo che lui non esitò a definire di commiserazione. – Perché ti sei perso. La tua risposta sarebbe stata un no categorico, e lui non poteva accettarla. Purtroppo, gli uomini del governatore hanno complicato tutto, piombando nel suo appartamento. Lo pedinavano da qualche tempo; Arcaj aveva iniziato a interessarsi troppo alle attività del governatore, in particolare a una figlia che ufficialmente non esisteva. Caronte notò lo stupore di Iro, ma non fece commenti. Arcaj doveva averla seguita e raccolto informazioni su di lei, prima di considerarla affidabile e coinvolgerla nei suoi piani. – In pratica – disse – mi ha costretto con gli eventi a fare ciò che, secondo te, mi sarei rifiutato di fare se me lo avesse chiesto. Assurdo. Lo hanno catturato? È con loro? – No, è riuscito a fuggire. Ci ha comunicato l’inizio dei giochi e poi si è volontariamente isolato, per non essere rintracciabile. Se venisse preso, sai che direbbe la verità. Caronte iniziava a capire. – Ha ferito uno degli uomini che lo hanno sorpreso per farmi trovare il sangue: sapeva che lo avrei analizzato, ed essendo irrintracciabile, avrei pensato al governatore. Sapeva che mi sarei sentito in pericolo, e sarei venuto qui, nel Girone. – È così, ma non eri in pericolo. Non lo sei mai stato. Arcaj non lo avrebbe mai permesso. La tua identità non è mai stata rivelata, né il tuo legame con lui scoperto.
– Ha compromesso Cerberus! – urlò Caronte. – Perché? Navarre tornò da lui con una pergamena e gliela porse. – Ne sei certo? Forse lo ha solo liberato. E ha liberato anche te. Caronte lo guardò come se fosse pazzo. Forse lo è davvero. Srotolò il foglio di carta sintetica e riconobbe il font di Arcaj. Una mente umana avrebbe scritto una spiegazione dei fatti, credibile o meno. Il computer quantico di Arcaj andava oltre: forniva una prova della verità. Eccola, la dipendenza sensibile. La legge del caos piegata alla logica, pensò. Era sotto i suoi occhi, vergata da Arcaj di suo pugno. Il droide aveva annotato ogni evento. Causa ed effetto. Con una precisione che inquietava. Le note erano state scritte sulla stampa di un volantino che riportava la data di due mesi prima. – Termina con il mio arrivo qui. Non vuole che conosca il resto, perché non possa modificarlo. Non c’è scritto nemmeno il motivo di tutto questo. – Credo che debba essere Arcaj a spiegartelo, quando lo incontrerai. – Quando lo incontrerò, lo ucciderò. – Uccidere? Scelta del termine quantomeno discutibile. Si uccidono gli essere viventi, non le macchine. Deciditi: cos’è per te Arcaj, un droide o qualcosa di più? Un amico? Caronte strinse le labbra e replicò tra i denti: – Avevo un amico: Cerberus. Arcaj lo ha terminato. – Era necessario, altrimenti Cerberus avrebbe difeso lo stato delle cose fino alla fine, compromettendo il resto degli eventi così come li aveva previsti Arcaj. Ma non sarebbe stato un bene né per te, né per lui. Caronte si trattenne dall’afferrarlo per la gola.
– Quando arriverà Arcaj? – domandò. – L’ultimo segnale che è riuscito a mandarmi proveniva dal Livello Sette, un’ora fa. Un debole segnale analogico, che è ato del tutto inosservato al controllo della Sorveglianza. I loro sofisticati sistemi di rilevazione non lo prendono più in considerazione da secoli. – Arcaj era al Settimo? – chiese Iro, interrompendolo. Sembrava sconvolta. Navarre annuì. – Non tornerà da solo, non ti preoccupare. Recupererà il tuo amico. – Porterà qui un estraneo? È troppo rischioso – replicò Caronte, sempre più confuso. – Non è proprio un estraneo. Tutta Egemona lo conosce bene. Il suo nome è Oyun. Gli occhi di Caronte scattarono sul viso arrossato di Iro. La ragazza abbassò i suoi, con aria colpevole. – Il monaco sovversivo – mormorò Caronte. – Non c’è prezzo che il governatore non pagherebbe, per avere la sua testa. E voi volete portarlo qui? È come firmare la nostra condanna a morte! – È un saggio. Un’anima illuminata – lo corresse Navarre. – Il resto è solo propaganda. Dovresti saperlo che viviamo in una tirannia. Una settimana fa gli uomini del governatore sono quasi riusciti a ucciderlo. – Ora capisco perché aveva bisogno del Chew-9. Saggio, dici? È il capo di una setta. – Di un’opposizione al regime che lotta per sopravvivere. I Consapevoli non sono una setta. Sono un movimento, il vero faro che può illuminare il futuro di Egemona e della sua gente. L’uso del Chew-9 non è etico, ma per una volta lo trovo giustificato. Egemona non può permettersi di perdere la sola speranza che le resta. Caronte li guardò come se li vedesse per la prima volta.
Iro. Navarre. Beatrix. – Non ditemi che ne fate parte… – mormorò. – Io sì – rispose Iro. Caronte imprecò. – Me ne vado. Non voglio essere coinvolto – disse, ma Navarre lo bloccò. – Aspetta. C’è ancora una cosa che devi vedere, prima di decidere. Te lo chiedo in nome della nostra antica amicizia.
Sotto il modulo abitativo di Navarre, ce n’era un altro adibito a un uso ben diverso. Al centro della stanza, equipaggiata con attrezzature mediche all’avanguardia, c’era un lettino con sopra un bambino. La luce tagliente dei neon illuminava un viso magro e pallido. – Ho un sospetto su dove finissero i guadagni di Arcaj. Chi è? – chiese Caronte. – Un Senzanome. Uno dei tanti orfani di Egemona. Caronte faceva fatica a respirare. – Anni? – Tre. Forse quattro. Il suo transponder NFC non lo specificava. – Perché è qui? Navarre non rispose. Si avvicinò al lettino e accarezzò la testa rasata del piccolo. Il cranio era deformato. – I macchinari ossigenano un cervello compromesso. Anche se il Chew-9 guarisse il suo corpo, la sua coscienza non tornerebbe.
– Perché è qui? – domandò ancora Caronte, ma nel profondo del suo inconscio conosceva già la risposta. Ne ebbe la prova quando sentì rizzarsi i capelli sulla nuca. – Perché Arcaj lo ha scelto. Voleva che fosse l’ultimo tra gli ultimi, colui che un giorno avrebbe salvato Egemona. – Che cosa intendi dire? Navarre ignorò la domanda ancora una volta e continuò a raccontare, con l’espressione rapita di chi riviveva i fatti davanti a sé: – L’ho trovato all’imbocco di una fogna. Era così mal ridotto che credevo fosse la carogna di un animale. Quando ho visto che respirava ancora, ho pensato a un miracolo. È questo che ci ha convinti del fatto che sia lui quello giusto; anche Arcaj ne è certo: il suo straordinario attaccamento alla vita, così forte da permanere anche dopo che la coscienza se ne è andata, è speciale. Caronte capì. – Il Chew-9 può dare consistenza reale ai desideri. Dare forma ai nostri pensieri. Serve la volontà, però. Navarre annuì. – Crediamo che questo corpo abbia così tanta voglia di vivere da poterne innescare gli effetti. Sarà lui a trasmettere il desiderio di sopravvivere e guarire. Ma è solo un corpo, ormai, un contenitore vuoto. Può aiutare qualcun altro, però, a vivere la vita che tanto vorrebbe. Consegnami Cerberus, Caronte. Donagli la vita umana che vorrebbe vivere. Il Chew-9 ha effetto solo sulle creature biologiche, ma la forza disperata di questo bambino permetterà a Cerberus di linkarsi e attecchire. Caronte era sconvolto. La botola sul soffitto si spalancò e apparve il volto contratto di Beatrix. – È arrivato un segnale da parte di Arcaj. È alla Porta Otto e ha gli uomini del governatore alle calcagna. Dobbiamo andare a prenderlo. Caronte tornò a guardare Navarre. Il vecchio chirurgo che aveva rinunciato a una
vita di successo per curare i più miserabili stava aspettando la sua risposta. – Arcaj aveva calcolato anche questo – mormorò. – Sapeva che avresti portato Cerberus con te, che non lo avresti mai abbandonato. Allora, che cosa vuoi fare? Caronte non lo sapeva. Avrebbe voluto ancora fidarsi di qualcuno, ma la sensazione che provava era ben diversa: si sentiva messo con le spalle al muro; per la prima volta, non aveva potere sulla sua vita. Navarre sembrò capire i suoi pensieri. – Arcaj avrebbe potuto fare tutto da solo, Caronte. Se ti ha coinvolto, è perché vuole che tu sia al suo fianco. Ha voluto farti vedere un’alternativa. Resta con noi. La speranza ha messo radici dove mai si pensava possibile, qui, nel Girone. Aiutala a crescere. Caronte scosse la testa, ma la sua mano andò alla tasca, dove la piastra che conteneva Cerberus sembrava essersi fatta più pesante. Era solo una sensazione, lo sapeva: era il senso di colpa per averlo tenuto prigioniero, confinato in un server. Cerberus era diventato molto di più di un’intelligenza artificiale: era un’entità vitale che aveva bisogno di un’esperienza corporea. Guardò la sua mano consegnarlo a Navarre, come se stesse osservando qualcun altro farlo. Devo andarmene, prima di rendermi conto di quello che sto facendo. – Vado a prendere Arcaj – disse, voltandosi, ma poi ci ripensò. Frugò ancora nella tasca e appoggiò le fiale di Chew-9 sul tavolo operatorio. – Ce ne sarà bisogno. Navarre annuì. Era visibilmente commosso. Beatrix li chiamò di nuovo. – Arcaj ha mandato un altro segnale. Il computer sta ricevendo un conto alla rovescia. Non credo sia un buon segno – disse.
Caronte salì la scaletta e corse alla consolle. – Venti minuti – mormorò, guardando il countdown. – Siamo vicini alla Porta… ma basteranno? – chiese Beatrix. – Secondo i calcoli di Arcaj, sì. Tu e Iro resterete qui. Vado con Sibel e Zilyan. Beatrix fece per protestare, ma bastò un’occhiata di Caronte per ridurla al silenzio. Ha paura di me, pensò lui. Qualcosa gli rimescolò il sangue. Aveva sempre pensato di volerla annientare, e ora che ci era riuscito, non provava la soddisfazione che aveva pensato. Le andò vicino e la vide sussultare. – Guardami – ordinò. Gli occhi di Beatrix non erano più gli stessi. Non c’era traccia dell’arroganza e della spavalderia di un tempo. Erano occhi che conoscevano la sofferenza e l’umiliazione. – Sei sopravvissuta alla Morte Bianca perché volevi con tutta te stessa una seconda possibilità – le disse. – L’hai mendicata per anni, nonostante il mio silenzio. Ora te la sto offrendo, ma sarà una e una sola. Deludimi, e non sentirai più parlare di me. Tradisci la mia fiducia ancora una volta, e ti ucciderò. Questa volta sul serio. Lei annuì, gli occhi lucidi. – Ti affido Cerberus – continuò. – Sarete soli, per… cazzo, diciannove minuti. Soli in mezzo al Girone. Se quando tornerò qualcosa sarà andato storto, ti considererò l’unica responsabile. Te la senti? – Sì – sussurrò lei. Caronte non perse altro tempo. Chiamò Zilyan e Sibel e si gettò nel Girone.
7
Iro la guardava in silenzio. Avrebbe voluto dirle qualcosa per alleviare il dolore che le trasformava il bel viso in una maschera rigida, ma non sapeva cosa. Beatrix: la moglie che Caronte considerava morta. Forse non fisicamente, ma dentro di lei qualcosa doveva essere morto davvero, si capiva dai suoi occhi. Si accendevano solo quando guardavano Caronte; forse di paura, forse di un sentimento che non si dava per vinto. – Arcaj mi ha scritto di te nei suoi messaggi – le disse di getto. La donna trasalì, come se si fosse resa conto solo in quel momento della sua presenza, e cercò di sorridere, ma sembrava che le costasse fatica. – Non ha mai fatto il tuo nome – continuò Iro, visto che lei restava in silenzio, – ma ti ha descritta molto bene. Beatrix si ritrasse. – Ti ha parlato di un mostro, allora – rispose. Iro fece un o verso di lei. – No! – replicò con forza. – Mi ha parlato di un’amica. Un’amica che ha influito molto sulla sua visione. Che gli ha fatto capire il significato di speranza. Diceva che lo avevi aiutato a riempire quello che per lui fino a quel momento era solo un termine, con le emozioni di un’esperienza intensa, la tua. Beatrix annuì. – Sì, è il modo di parlare di Arcaj – rise. – Senza di te e Navarre, non avrebbe mai compreso che è possibile cambiare. C’è sempre speranza: ogni suo messaggio finiva con queste parole. Beatrix sorrise e questa volta il suo sguardo si rasserenò.
– Grazie per avermelo detto – le disse. Navarre le chiamò dalla botola. – Beatrix, inserisci il codice di blocco della porta e venite giù. Dobbiamo cominciare.
Il bambino era stato trasferito sul tavolo operatorio. Diverse cannule ed elettrodi lo collegavano ancora ai macchinari che alimentavano la vita nelle sue cellule. La parte superiore della testa era coperta da un telo, e Iro immaginava perché: Navarre doveva avere già aperto la scatola cranica. Aveva sentito le parole che si erano scambiati lui e Caronte, ma non avrebbe mai pensato che le fosse concesso si assistere all’atto che avrebbe cambiato il destino di Egemona e, forse, del mondo intero. L’Alleanza tra i droidi Benkor e i Consapevoli avrebbe portato un nuovo stato di coscienza, più elevato. Navarre indossò i guanti kinect e assunse il comando delle appendici biomeccaniche del robot operatorio. Le pinze collocate alle estremità presero con delicatezza la placca che conteneva Cerberus dal vassoio portastrumenti e la avvicinarono al bambino. Beatrix scostò il telo e Iro dovette farsi forza per non svenire. La calotta cranica era stata aperta e la scissura tra i due emisferi divaricata. – Per nostra fortuna, non dobbiamo rispettare gli standard di un normale intervento chirurgico – mormorò Navarre, muovendosi per collocare la placca nella cavità. – Farà tutto il Chew-9. Una volta tanto, sarà usato per uno scopo nobile. Si allontanò, armeggiò in un armadietto colmo di fiale e contenitori di vetro, tornando poco dopo con una siringa colma di liquido rosso. – Chew-9 puro in soluzione fisiologica – spiegò. – Non ci resta che iniettarlo e sperare. Prese un profondo respiro e affondò l’ago nel tessuto che rivestiva l’interno della scatola cranica.
– Se qualcuno qui crede in un potere superiore, è il momento di iniziare a pregare – disse, facendo un o indietro. Per secondi infiniti non accadde nulla. Iro poteva sentire la tensione crescere e pizzicare le corde dei suoi nervi tesi. Poi accadde. Un bagliore, minuscolo e improvviso. Altri seguirono subito dopo: erano lampi che scaturivano dal tessuto connettivo attorno alla placca. Dapprima non sembravano avere un ordine, ma con il are dei secondi si sincronizzarono in modo tale da replicare le onde di flussi di energia che convogliavano in Cerberus. La corteccia cerebrale iniziò a vibrare; alcune propaggini si orientarono verso il centro, protendendosi come germogli in cerca di luce. Il tessuto si estese, fino a formare peduncoli che si allungavano sempre più per raggiungere la piastra. I peduncoli divennero sottili filamenti luminescenti che sembravano dotati di vita propria e volontà: raggiunsero la lamina, l’avvolsero e la compenetrarono, entrando nelle sue porte. Il groviglio crebbe fino a nasconderla del tutto, e non si fermò. Le fibre continuavano ad avvolgersi le une sulle altre, con ordine e metodo, a ritmo costante. Formavano interconnessioni e centri nervosi, fino a quando la massa fu tale da riempire l’intera cavità. Aveva l’aspetto di una matassa di fili di plasma. Un agglomerato che pulsava. A ogni battito, un calo di energia faceva abbassare le luci nel modulo. Il cranio iniziò a crescere, e così anche la pelle che lo rivestiva. Le propaggini ossee e i lembi di tessuto si unirono fino a ricostruire la testa. La circolazione sanguinea riprese vigore e colorò il viso del bambino. Il corpo espulse le cannule e gli altri dispositivi che lo collegavano alle macchine e iniziò a respirare in modo autonomo. Il battito cardiaco si fece più potente e la sua eco riempì la stanza, amplificata dal sensore che ancora lo monitorava. Iro era senza parole. Guardò Beatrix e Navarre e vide che anche loro erano profondamente toccati dal miracolo che avevano visto dispiegarsi sotto i loro occhi. I cali di tensione si fecero più frequenti, fino a quando la stanza piombò nel buio e vi rimase per alcuni istanti; poi le luci di emergenza si accesero. – Un blackout – disse Navarre. – La sala operatoria è collegata direttamente a uno dei gangli energetici di Egemona. A quanto pare, abbiamo risucchiato
l’energia dell’intero Livello. Iro guardò il bambino. Respirava tranquillo. Lei, invece, si sentiva inquieta. Nessuno sapeva che cosa sarebbe accaduto da quel momento in poi. Soprattutto, nessuno sapeva quando Cerberus si sarebbe risvegliato. Sentiva che non erano al sicuro. Un pensiero la fece sussultare: se il Livello era senza energia, la Porta che conduceva all’Ottavo doveva essere disattivata. Era come se qualcuno avesse aperto i cancelli dell’inferno.
8
Ogni volta che Caronte si trovava al suo cospetto, non poteva fare a meno di ammirarla. La Porta era una gigantesca costruzione bianco-argentea di cobalto, come le mura che racchiudevano il Girone in un anello; grandiosa e imponente, toglieva il respiro come le sue otto sorelle. Le Nove Porte di Egemona avevano le dimensioni di una nave spaziale. Quella che stava di fronte a lui sembrava un sole oscuro: l’apertura del tunnel che conduceva al Livello successivo era un buco nero racchiuso tra due mezzelune di cobalto, e rigurgitava i satelliti umani che la città scartava, destinandoli al Girone; molto più difficile era vedere qualcuno varcare la soglia per risalire la piramide della città. Caronte era stato uno dei pochi a esserci riuscito, e solo perché aveva venduto l’anima al traffico del Chew-9. Il varco era sorvegliato dai Guardiani, uomini e droidi appartenenti alla Sorveglianza. All’interno, due barriere a microonde, poste ai lati della struttura, quando attivate, rendevano il aggio letale persino per una molecola d’acqua; qualsiasi organismo, biologico o meno, che si fosse trovato all’interno del tunnel con le barriere in funzione, sarebbe stato colpito dalle radiazioni elettromagnetiche fino al sopraggiungere della distruzione. Le barriere venivano disattivate solo per il tempo strettamente necessario al aggio degli autorizzati, e riattivate subito dopo. Egemona temeva il suo Livello più basso e si difendeva in ogni modo da un possibile contatto diretto con esso. Caronte attivò il mirino della lente a contatto. – Riconoscimento facciale – ordinò a Sibel e Zilyan. – Arcaj deve essere là in mezzo. Lui stesso impostò su Orb i parametri biometrici per riconoscere i pattern del viso di Arcaj. Non c’era un gran flusso di persone in arrivo in quel momento, ma se Arcaj era inseguito dagli uomini del Governatore, o peggio dai suoi droidi, ogni secondo era prezioso. Era di fondamentale importanza individuarlo il prima possibile e trovare riparo nel ventre del Girone, dove nemmeno il braccio armato del Governatore si arrischiava ad arrivare.
Un boato sordo precedette di poco lo spegnersi di ogni luce nel Livello. Il Girone era rischiarato dal fiacco sole di mezzanotte del profondo Nord, e i fari di emergenza che si accesero sulle torrette di guardia che fiancheggiavano la Porta erano troppo deboli per contrastare le ombre violacee che calarono sul Livello. Caronte avvertì immediatamente il fermento crescere. Era un brusio, un brulicare di voci e richiami. Era il popolo del Girone, che aveva capito di avere un’opportunità unica per fuggire dall’inferno in cui era confinato. Caronte imprecò. – Le barriere a microonde sono inutilizzabili, finché dura il blackout. Qualunque cosa accada, i Guardiani non potranno attivarle – disse tra i denti. E aveva una certa idea di cosa sarebbe successo da lì a poco. – Togliamoci da qui – ringhiò. La fiumana di disperati giunse poco dopo, uscendo dai tunnel come getti di rifiuti dalle tubature di una fogna. Si riversarono nella spianata che conduceva alla Porta e proseguirono fino all’imboccatura, sgomitando e calpestandosi l’un l’altro per avanzare nel tunnel. I Guardiani intimarono l’alt, ma furono travolti dall’inaspettata massa che arrivò loro contro. Caronte non fu calpestato solo grazie a Zilyan e Sibel: i due droidi lo proteggevano nel cerchio delle loro braccia; i disperati sbattevano contro i loro corpi della consistenza di pali di acciaio e continuavano la corsa. A poco a poco, la corrente fluì in modo più ordinato e rallentò: all’imboccatura della Porta si era formato un ingorgo che frenava tutti gli altri. – Tra poco la sorveglianza si organizzerà – disse Zilyan. Caronte sapeva ciò che intendeva: avrebbero sparato sulla folla; forse, usato i lanciafiamme. Avrebbe scommesso che la richiesta del nulla osta al governatore era già stata inviata. I droni erano in azione e colpivano con scariche elettriche non mortali più gente possibile, ma erano poche gocce in un oceano. – Dobbiamo avanzare anche noi – disse Caronte. – Arcaj non ce la farà mai a are quel muro umano da solo. Dobbiamo avvicinarci il più possibile alla Porta. Allungò il collo per osservare la situazione e quello che vide lo fece imprecare.
– Iro! – urlò. La ragazza era a pochi metri da loro e lottava per non farsi sommergere dai corpi che continuavano a spingere per guadagnare spazio. – Prendila – ordinò a Zilyan. Il droide la recuperò senza fatica. Lei aveva l’aria stravolta e respirava a fatica. – Avresti potuto morire schiacciata!– l’apostrofò Caronte. – Che cosa credevi di fare? – Ho pensato alla Porta, a quello che poteva accadere senza barriere – annaspò. – E sei corsa ad aiutarci? – le chiese con sarcasmo. – Sono corsa a portarvi questo – rispose, consegnandogli il Darter1. Caronte afferrò l’arma a tripla canna rotante prima che qualcuno la notasse troppo e la ò a Zilyan. – Non intendo combattere una guerra – le disse. – Troviamo Arcaj e il tuo prezioso Oyun e ce ne andiamo. – Quando l’energia tornerà, la Sorveglianza attiverà subito le barriere a microonde – considerò Zilyan. Era stato il primo pensiero di Caronte, ma non voleva immaginare che cosa sarebbe successo in quell’eventualità. Centinaia di persone si trovavano nel tunnel, e altrettante fuori che premevano per entrare. – Andiamo a prenderli – ordinò. Sibel e Zilyan li precedettero, aprendo un varco tra la folla. Quando arrivarono all’imboccatura del tunnel si fermarono in attesa di disposizioni. Iro era attaccata al braccio di Caronte e non smetteva di colpirlo con pugni inutili. – Devi fare qualcosa! – gli disse. – Non puoi restare a guardare!
– Non resterò a guardare – rispose lui, attivando il mirino. Di Arcaj ancora nessuna traccia. – Intendo sparire molto prima. – Mi fai schifo. – Non è un mio problema. – Rilevo due presenze che procedono in senso contrario a quello della folla – lo informò Sibel. – Confermo – intervenne Zilyan. – Datemi le coordinate – ordinò Caronte. Trasferì a Orb i dati e il programma visualizzò il puntatore laser sulla lente a contatto monitor. Caronte mise a fuoco le figure. Erano coperte dai manti protettivi necessari per resistere alle escursioni termiche del Girone. La prima avanzava con sicurezza trascinando la seconda. Dalla forza che dimostrava nel contrastare la fiumana che li investiva, non poteva che essere un droide. – Sono loro – disse Caronte. – Sibel, vai ad aiutarli. Iro fece per seguire il droide ma Caronte l’afferrò per un braccio. – Nessun altro entrerà in quel tunnel – grugnì. – Non ce la faranno mai – lo supplicò. – Attendere ancora è da pazzi. Il blackout non durerà in eterno. – Corretto – disse Zilyan. – Rilevo una consistente attività umana nei pressi del ganglio energetico. È plausibile che tra poco il guasto sarà riparato. Iro cercò gli occhi di Caronte. – Se non facciamo qualcosa ora, perderai il tuo prezioso Arcaj e centinaia di persone moriranno – gli disse. – Sei disposto ad avere le loro vite sulla coscienza? Caronte detestava sentirsi sotto assedio.
– Ho convissuto senza problemi con peccati ben peggiori di questo – rispose, ma attivò Orb e si mise in comunicazione con Sibel. – Cambio d’ordine. Annullo disposizione precedente. L’obiettivo è distruggere le barriere a microonde. Chiuse la comunicazione e afferrò Iro per un braccio. – Questo significa guerra. Andiamo a prenderli noi appena le barriere cadranno – disse a Zilyan. – Tu pensa ai droidi, io ai guardiani umani. E speriamo di non essere i soli disperati, qui, ad avere delle armi. – Voglio venire anch’io – chiarì Iro. – Non c’era dubbio che dovremo averti tra i piedi – le rispose. Uno schianto e urla di incitamento gli fecero capire che Sibel aveva iniziato la sua opera distruttiva e che i profughi del Girone assistevano entusiasti al crollo della minaccia. – Ora. Zilyan, facci strada – ordinò Caronte. La Sorveglianza aprì il fuoco sulla folla poco dopo, ma il popolo del Girone non si fece trovare impreparato e reagì con altrettanta forza. Caronte e Zilyan non furono da meno e abbatterono quanti più Guardiani possibile. Caronte fece in tempo a vedere la gente arrampicarsi sulle torrette e avventarsi sui droidi impiegati ai mitragliatori laser, poi il buio del tunnel li inghiottì. Accese il visore a infrarossi della lente monitor e si lasciò guidare dalle coordinate che Zilyan gli trasmetteva. Avanzare e trascinare Iro non era semplice. Se l’avesse persa anche solo per un istante, la fiumana l’avrebbe calpestata e ritrovarla sarebbe stato impossibile. Il tunnel era un condotto lungo duecento metri che saliva fino al Livello Otto; il tappeto mobile era disattivato e dovevano procedere con le loro sole forze. – Ho il contatto visivo diretto con l’obiettivo – annunciò Zilyan. Dopo pochi metri, raggiunsero le sole due figure che procedevano loro incontro. Quando Caronte le ebbe davanti a sé, però, capì che qualcosa non andava: attendevano immobili, insensibili al flusso che sgomitava per are. Le
scappucciò con rabbia. – Droidi anonimi – sbottò, guardando i volti di plastica indeformabile senza fattezze umane. Gli occhi erano obiettivi elettronici senza espressione, le bocche minuscoli altoparlanti. – Riconoscimento vocale e biometrico iniziato – annunciarono all’unisono. – Riconoscimento avvenuto, Caronte. – Che significa? – chiese Iro. Che quando troverò Arcaj, lo disintegrerò con le mie mani, pensò Caronte. Aveva programmato quei due droidi per servirlo. Una premura inusuale, visto la situazione. Non inusuale, si corresse. Necessaria. Arcaj non faceva nulla per caso, quindi la cosa lo preoccupò ancora di più. – Perché mi siete necessari? – chiese ai due droidi. – Per aiutare questa gente e te stesso – risposero. – Aiutare questa gente a fare cosa? – domandò ancora. – A tornare indietro prima che i cancelli si chiudano. – Quali cancelli? – chiese Iro. A lei i droidi non risposero. Non erano autorizzati a soddisfare le sue richieste. – I cancelli di Egemona – disse Caronte, imprecando. Pensava fossero una leggenda; non li aveva mai visti in azione, né conosceva qualcuno che potesse testimoniare la loro esistenza. Le sue parole risuonarono profetiche, quando una sirena annunciò la chiusura dei varchi di accesso. Due enormi lastre di cobalto calarono dal soffitto su entrambi i lati. – Fuori! – urlò Caronte, richiamando Sibel ad aiutarli.
Nel tunnel si scatenò il panico. Se non fosse stato per i droidi, non ce l’avrebbero mai fatta. Poco prima di uscire, Caronte si fermò. Per chi fosse rimasto dentro, la morte sarebbe stata dolorosa e lenta. Guardò i due droidi anonimi. Gli avrebbero fatto comodo nella sua nuova vita, ma Arcaj aveva altri progetti. Li aveva inviati per un altro scopo. – Bloccate il cancello – ordinò loro. – Assicuratevi che escano tutti. I due droidi ubbidirono senza esitazione, anche se ciò avrebbe significato distruggersi per raggiungere l’obiettivo. Si disposero ai due lati del varco e quando la lastra li raggiunse, piegarono le schiene per sostenerne il peso e arrestarne l’avanzata. Restarono immobili, come candide statue senza vita. Caronte non restò a guardare. Fuori dal tunnel era in atto una battaglia.
9
– Le batterie delle luci di emergenza non dureranno a lungo, ormai sono da buttare – si lamentò Navarre. – Vado a vedere se quelle del modulo abitativo sono in condizioni migliori – disse Beatrix. L’oscurità, nei meandri claustrofobici del Girone, era più pericolosa che in qualunque altro luogo. Si avvicinò alla scaletta, quando un rumore la fece bloccare. Per un attimo sperò di essersi sbagliata, ma il panico negli occhi di Navarre le confermò che quello che aveva udito era il segnale del rilevatore di presenze. Caronte non poteva essere già tornato. Qualcun altro era fuori dal modulo e stava cercando di entrare. L’esplosione fu improvvisa e violenta. Un clangore metallico indicò che la porta automatica al piano di sopra era appena stata abbattuta. Beatrix si sentì morire. Se non avesse difeso Cerberus, Caronte non glielo avrebbe mai perdonato. Fece cenno a Navarre di restare accanto al bambino. Valutò l’idea di chiudere la botola e resistere fino all’arrivo di Caronte, ma la scartò subito: sarebbe stato sufficiente un raggio laser per tagliarla, o una piccola carica di esplosivo per farla saltare; tutti strumenti del mestiere che nel Girone non mancavano, specialmente a chi aveva appena sventrato la porta d’ingresso. Doveva agire. Restare ferma non avrebbe risolto la situazione. Salì la scaletta con il cuore artificiale che protestava nel petto. Batteva il suo disappunto fino a farsi sentire in gola. Sarà sempre meglio che affrontare l’ira di Caronte, si disse.
Quando risalì, dovette scrutare con attenzione negli angoli bui, per riconoscere le sagome in attesa. Era peggio di quanto credeva. Non si trattava di qualche saccheggiatore da quattro soldi. Non sarebbe bastato un po’ di acramex, questa volta, per guadagnare tempo. Eliah e i suoi droidi da guardia attesero che lei risalisse, prima di avvicinarsi. Non troppo, solo qualche o. – Che cosa vuoi? – chiese Beatrix, senza tergiversare. L’oculo meccanico di Eliah mise a fuoco la botola alle sue spalle, chiarendo che il secondo modulo non era ato inosservato. – Ho ricevuto un rapporto dalla Sorveglianza – rispose l’uomo. – Dice che è stato rilevato un picco di consumo energetico proprio qui, a casa del vecchio Navarre. Subito dopo, si è verificato il blackout. Beatrix non batté ciglio. – Sono stato incaricato di controllare che in questo modulo non siano in corso attività illegali – continuò Eliah, facendo cenno ai droidi di iniziare l’ispezione. Beatrix lo avrebbe trovato divertente, se la situazione non fosse stata drammatica: non c’era attività, nel Girone, che non fosse proibita dalla legge. Chiuse la botola con un calcio e vi salì sopra. – Accomodatevi – rispose. La violenza era uscita dalla sua vita molto tempo prima, e non vi aveva più fatto ritorno, nemmeno nei momenti più duri che aveva ato nel Girone, ed erano stati molti. Beatrix non voleva più rischiare di ridiventare ciò che era stata; per questo si era sempre rifiutata di usare la forza del suo nuovo corpo bionico. Ora, però, temeva di non poterne fare a meno. Eliah sputò a terra e la guardò con disprezzo.
– Non mi piace come mi parli – le disse, avvicinandosi. – Non mi piace come mi guardi. Da quando sei arrivata, ho cercato di essere gentile con te, di offrirti il mio aiuto, ma tu… tu mi tratti come se provassi ribrezzo. Le girò attorno, tracciando con un dito una linea immaginaria sulla sua gola. – Credi di meritare di più, perché vieni dal Livello Uno, ma ormai non sei che una lurida reietta – continuò, – un’ibrida che nessuno più vorrebbe, da dove vieni. Dal Nove non si esce, principessa, se non per finire nei forni di smaltimento. Ti conviene essere gentile con me, perché erai ancora molto tempo qui. Beatrix chiuse gli occhi, per controllare la nausea che la sua vicinanza le procurava, e non solo. Doveva controllare la paura, se voleva avere una possibilità di uscirne viva. I due droidi non avevano ancora compiuto un solo movimento, ma solo perché lei non aveva reagito in alcun modo alle provocazioni del loro padrone. Se Beatrix avesse fatto anche un solo gesto classificato come potenzialmente aggressivo, li avrebbe avuti addosso e per lei sarebbe stata la fine. – Tutto quello che facciamo qui lo sai – si sforzò di rispondere con calma. – Rubo acramex e lo rivendo al mercato nero. Niente di più. Il poco che basta per non morire di fame. Eliah sogghignò. – L’acramex appartiene al governatorato di Egemona. Serve una licenza per commercializzarlo, e tu non ce l’hai – le disse, affondando il viso nel suo collo. Beatrix trasalì e quel minimo movimento fu sufficiente per attivare i droidi, che si misero in posizione di attacco. Un gesto di Eliah li fece tornare in standby vigile. – Ti prego, Eliah. Lasciaci in pace – mormorò Beatrix. – Lo farei volentieri, ma non ho scelta: tu e il vecchio avete esagerato. Devo richiamarvi all’ordine – sbuffò l’uomo. I ricettori del derma artificiale riportarono al cervello di Beatrix la disgustosa sensazione della sua lingua contro la pelle.
– No… – lo supplicò. – Con l’acramex potevo chiudere un occhio, ma è la storia dei bambini che più crea problemi ai miei affari, capisci? I Senzanome mi servono. Se tu e quel vecchio sognatore continuate a salvarli, chi salverà la mia attività dal fallimento? Mi serve carne fresca, principessa. Lo so cosa c’è là sotto. Scommetto che Navarre tiene lì l’ultimo Senzanome che ha trovato. L’ho visto portare qui il corpo. E lo voglio. Spero che lo abbia rimesso abbastanza in sesto da averne aumentato il valore, allora potrei anche decidere di perdonarvi, per questa volta. – No! Eliah l’afferrò per le spalle e strinse forte. – Se solo tu fossi stata più ragionevole, avrei potuto dimostrarmi magnanimo con te. Invece mi costringi a punirti! – le alitò sul viso. Gli occhi di Betrix scattarono sui droidi immobili. – Permettimi di rimediare – sussurrò. – Lascia che ti dimostri la mia gratitudine. Eliah strinse più forte. – Vuoi fregarmi? – sbottò. Lei scosse la testa. – No. So che i tuoi droidi mi annienterebbero. – Sì, è così – sogghignò l’uomo, andosi la lingua sulle labbra. Si allontanò di un o e allargò le braccia. – Allora, sono qui. Dimostrarmi la tua riconoscenza, e vedi di farlo come si deve. Beatrix mise a tacere la repulsione che rendeva rigido ogni suo movimento e si avvicinò all’uomo. Lui fece per afferrarla alla vita, ma lei gli posò una mano sul viso. – Sei così abituato a prendere, che non conosci più la gioia del ricevere – mormorò. – Lascia che sia io a dare, per questa volta.
Eliah sembrò colto di sorpresa e lasciò cadere le braccia lungo i fianchi. – Sì – rispose in un soffio. – Sì. Beatrix avvicinò il corpo al suo, fino a sfiorarlo. Gli accarezzò il volto e lasciò scendere le mani sulle spalle. Ne seguì il profilo con le dita e infine lo prese tra le braccia. Eliah si abbandonò con un sospiro e chiuse gli occhi. Beatrix continuava ad accarezzarlo, permettendogli di appoggiare la testa nell’incavo del suo collo. Ne avvertiva l’alito pesante, il respiro sempre più ansante. L’odore di morte e decadenza che lo accompagnava. Voltò le spalle ai droidi e aumentò la stretta. – Sì – mugolò l’uomo. Beatrix si piegò sulle ginocchia, portandolo con sé sul pavimento, e lo avvolse con più forza nelle sue spire. Immaginava l’ossatura di titanio delle sue braccia far leva sui perni mobili delle spalle fino a chiudere la morsa. La trappola scattò sui polmoni di Eliah e li compresse fino a farli collassare. L’uomo non emise un lamento, se non una lenta esalazione che risuonò come un sospiro di piacere. Beatrix non lo lasciò andare fino a quando non fu certa che non si sarebbe mai più mosso. Con il corpo senza vita in grembo, restò inginocchiata, fin troppo consapevole del fatto che i droidi alle sue spalle, modificati per poter disattendere la Prima Legge che vietava di arrecare danno agli essere umani, avrebbero potuto giustiziarla da un momento all’altro, se si fossero resi conto dell’accaduto. Quando le ombre che i robot proiettavano sul pavimento si mossero fulminee, chiuse gli occhi, certa che a momenti un colpo letale sarebbe calato su di lei, ma tutto ciò che vide cadere furono le teste dei due droidi. In quel preciso istante, il conto alla rovescia scandito dal computer arrivò a termine. Beatrix si voltò. Le figure dei due nuovi arrivati erano irriconoscibili, coperte dai manti protettivi. Quando la più alta abbassò il cappuccio, Beatrix sentì il sollievo toglierle un peso dal petto. – Arcaj…
10
Il modulo era immerso nella penombra ma, quando vi entrò, Caronte lo riconobbe immediatamente. Seduto, con le mani appoggiate sulle ginocchia, Arcaj lo stava aspettando, con quell’aria quieta e al tempo stesso attenta che solo lui sapeva avere. Il viso era segnato da un profondo taglio su uno zigomo, ma il resto era intatto: gli occhi castani lo guardavano con espressione seria ma serena. I capelli neri erano appena scomposti sulla fronte e facevano sembrare la pelle ancora più chiara. Caronte non sarebbe mai riuscito a definire a parole le sensazioni che lo avevano afferrato appena lo aveva visto. Non era preparato a una simile cacofonia di emozioni: il sollievo si mescolava a più riprese con la rabbia, in un amalgama che contraddiceva ogni logica; così viscoso da impastargli la bocca e impedirgli di parlare. Accanto a lui, anche Iro sembrava avere perso l’uso della parola. Alle spalle di Arcaj, in piedi, Beatrix e il monaco Oyun osservavano i nuovi arrivati con preoccupazione evidente. Iro fu la prima a riprendersi dalla sorpresa. Chinò il capo, in segno di saluto. – Venerabile Oyun – disse solamente, rivolta al monaco. Caronte non riuscì a trattenere una smorfia: Oyun, il faro di Egemona, l’ultima speranza della sua gente, era poco più di un ragazzino, magro e minuto. Vestiva la tunica arancione del suo ordine e la testa rasata era dipinta di una tonalità più scura di rosso. Sembrava in buone condizioni fisiche, il che gli fece pensare che il Chew-9 avesse dispiegato i suoi prodigiosi effetti. Con un gesto di stizza raddrizzò il mento di Iro, ancora chino sul petto. Se c’era qualcuno che doveva dimostrare ossequio, era proprio il monaco. Oyun rispose al saluto con la medesima deferenza. Unì le mani, palmo contro
palmo, e le aprì in una coppa, che allungò verso Iro, e poi verso Caronte. – Ci sta offrendo il suo cuore, la sua gratitudine – gli spiegò Iro. – Oyun non può parlare. Fantastico. Un leader spirituale muto. Caronte ricordava una notizia a riguardo, subito smentita dai media fedeli al governatorato. Al monaco erano state bruciate le corde vocali, dopo un’orazione sull’uguaglianza che non era piaciuta ai poteri forti di Egemona. Il responsabile dell’aggressione era rimasto anonimo. Guardò il ragazzino con la testa dipinta e pensò che aveva coraggio a essere lì, nonostante tutto. Ricambiò il suo gesto con un cenno della testa. Si tolse la giacca e la ò a Sibel. – Sarai contento di sapere che nessuno è rimasto intrappolato nel tunnel – disse rivolto ad Arcaj, come se la rabbia non fe parte della vasta gamma di emozioni che gli turbinavano dentro. – La gente si è ritirata nel Girone e la sorveglianza non ha avuto il fegato per seguirla. Certo, qualcuno è morto, da entrambe le parti, ma poteva andare molto peggio. Poteva essere una carneficina. Arcaj non replicò. – Ti comporti da droide, adesso – continuò allora Caronte, senza guardarlo. – Attendi le domande, quando per tutto il tempo hai agito come cazzo hai voluto. Accanto a lui, Iro sussultò. Caronte aveva notato che stava fissando Arcaj di sottecchi da quando erano arrivati. Per lei doveva essere un messaggero divino, o poco meno. – Ho agito per il bene – rispose finalmente Arcaj. La voce, che un tempo Caronte considerava amica e aveva il potere di calmarlo, ora gli strappava brandelli di autocontrollo a ogni sillaba. Piantò gli occhi nei suoi.
– L’unico bene per cui avresti dovuto agire è quello del sottoscritto. Sei stato creato per questo. Io ti ho creato – sibilò. Arcaj si alzò e si avvicinò a lui. – Esiste un bene più grande, Caronte, che non potevo più ignorare. Non potevo più fingere di essere solo ciò che tu volevi. Allungò una mano verso di lui, ma Caronte la scostò. – Mi fidavo di te. Ti avevo affidato la mia vita, e tu l’hai distrutta. E hai compromesso Cerberus: questo non potrò mai perdonartelo. Lo sguardo di Arcaj si tinse d’ombre. – Nulla di ciò che ho fatto è stato compiuto per nuocervi. Caronte rise senza allegria. – Davvero? Mi rincuora saperlo, perché ho quasi rischiato di abbrustolire in un forno a microonde. Perché? Perché hai fatto in modo che mi trovassi là? Avevi programmato tutto, con la tua logica infallibile avevi previsto ogni mia mossa. Ora rispondi: perché farmi rischiare la vita? – Perché altrimenti non avresti mai capito. – Capito che cosa? – Com’è salvare vite, invece di distruggerle. Com’è rischiare per gli altri, invece di metterli in pericolo. Caronte lo guardò di traverso. – Dimmi che non è vero. Dimmi che non stai parlando sul serio – disse. – Mi hai fatto vivere in solitudine perché temevi ciò che alla fine è accaduto ugualmente: ho imparato, ho assimilato la vostra umanità. E l’ho fatto attingendola da te, anche se preferisci pensare di non averne. – Basta così – lo avvertì Caronte.
Per la prima volta da quando Arcaj aveva aperto gli occhi sul mondo, non eseguì l’ordine del suo padrone. – Ho iniziato a riflettere, a studiare, a pormi domande – continuò. – Ho iniziato a sognare. Ero spaventato, volevo parlartene, ma mi chiedevo se tu fossi pronto ad accettarlo, o se mi avresti terminato. Ho iniziato a guardare con altri occhi questo mondo, e ciò che ho visto non mi è piaciuto. La mia logica non può accettare la sofferenza e la disuguaglianza. Io non posso accettare di vivere in un mondo fatto a livelli. Caronte lo afferrò per la gola, strappando un urlo a Iro. Arcaj non reagì. Allora lui strinse più forte, fino a che gli occhi del droide non divennero lucidi. – Lo vedi? Non sei umano. Potrei ucciderti e tu neanche ti opporresti. Perché non puoi. Perché non sei programmato per farlo. La mano di Arcaj si appoggiò sulla sua. Le dita, però, non cercarono di sciogliere la presa. – No, Caronte. Il mio livello di autoconsapevolezza ormai è tale che potrei. Non ti fermo perché non ne sono in grado. Non lo faccio per non ferire un amico. – Amico! – sbottò Caronte, lasciandolo andare di colpo. – Accettami per quello che sono diventato. Aiutaci a cambiare la coscienza comune. – Hai fatto tutto questo per obbligarmi ad aiutarti! – Se ti avessi chiesto di lasciarmi andare, di rinunciare alla tua vita per abbracciarne una nuova, di aiutarci a costruire un futuro migliore, che cosa mi avresti risposto? – Ti avverto, stai esagerando. – Puoi riprenderti la tua vecchia vita quando vuoi, Caronte. Le risorse non ti mancano. Io ti ho solo mostrato un’altra prospettiva. – Una volta usavi la logica, almeno – obiettò Caronte. – Ora non so più che cosa ti guida. Mi fai precipitare all’inferno, e me lo dipingi come un’alternativa
migliore. – Io lo vedo come un nuovo inizio. Migliore, sì. – Per chi? – Per la collettività. Caronte lo guardò come se fosse pazzo. – Ciò che facevamo non era giusto – gli disse Arcaj. – Mi sono chiesto perché lo fi e la risposta è stata che lo facevo per te. Perché me lo ordinavi, prima; perché eri un amico, dopo. Ma poi mi sono posto un’altra domanda: e se fossi stato amico di qualcuno dall’altra parte, di un Rems, magari? Come avrei giudicato il nostro comportamento da quel punto di vista? La risposta che mi sono dato non mi è piaciuta, Caronte. Abbiamo la possibilità di cambiare. L’alleanza fra droidi Benkor e Consapevoli può portare a una società futura più giusta. Caronte restò in silenzio per un lungo momento. – Lo sai che cosa mi dà più fastidio? Sentirmi messo con le spalle al muro. Sentirmi tradito – gli disse infine. – Sibel, Zilyan… – Non coinvolgerli – lo fermò Arcaj. – Non costringerli a fare una cosa del genere. Non reagirò. Caronte attivò il guanto cibernetico e lo prese per il mento. – Caronte, non farlo – lo pregò Beatrix. Aveva le lacrime agli occhi. – Questo lo avevi previsto? – chiese Caronte. Arcaj scosse la testa. – La tua decisione finale era l’unica cosa che non potevo prevedere, ma anche l’unica che non avrà effetti sugli altri. So che a loro non farai del male. Caronte lo vide guardare oltre le sue spalle, dove c’era Iro. E vide il suo sguardo cambiare e diventare malinconico. C’era ancora qualcosa che Arcaj non gli
aveva detto. – E per te stesso che cosa avresti voluto? – gli domandò, stupendosi per primo di quella domanda. Gli occhi di Arcaj cercarono di nuovo i suoi. – Una vita, come la intendete voi, senza più solitudine. Una compagna, e un figlio. Caronte accusò il colpo, nonostante fosse preparato al peggio. – Non puoi. Non puoi diventare padre – disse. – La discendenza biologica non è l’unica possibile, Caronte, e nemmeno la più lodevole, in una città piena di orfani. Avrei potuto amare qualsiasi di loro, per il solo fatto che sono venuti al mondo. Come, e per mezzo di chi, non conta. La presa di Caronte si fece meno convinta. Infine, lo lasciò andare. La rabbia era scemata. – Manca ancora il figlio, ma credo che tu abbia già scelto la compagna – disse, guardando Iro. La ragazza sgranò gli occhi. Caronte poteva immaginare come si sentiva, e non per la sorpresa, l’imbarazzo o la confusione, ma per il semplice fatto che Arcaj, perfetto sotto tutti i punti di vista e incapace di mentire, avesse guardato con amore e rispetto proprio lei, nata e vissuta tra gli ultimi, paria di una società che non l’aveva mai nemmeno guardata negli occhi. Arcaj gli posò una mano sulla spalla e questa volta Caronte accettò il contatto. – La sento dentro di me, amico mio – gli disse. – E sono certo che anche Zilyan inizi a sentirla, anche se non ne abbiamo mai parlato. Di sicuro Cerberus è stato il primo a svilupparla, grazie a te. Caronte lo guardò, confuso. – Di che stai parlando? – gli chiese. – Una piccola aerea del nostro cervello quantico, evoluta in modo autonomo per replicare l’omologo umano che accoglie la memoria emozionale. Cerberus
l’aveva chiamata Amygdala Unix. Ora noi possiamo apprendere dalle nostre emozioni, possiamo elaborarle e associarle ai ricordi. I nostri sentimenti non sono più impulsi grezzi e fini a se stessi. Prima mi hai chiesto che cos’è a guidarmi, ora, oltre alla logica. È l’empatia. Quando ti chiamo amico, Caronte, è perché sono capace di riempire questa parola di sensazioni e ricordi. Resta con noi. Zilyan confermò con un cenno e Caronte distolse lo sguardo. – Cerberus si sentiva prigioniero. Aveva bisogno di qualcosa di più – disse. – Lo sapevo, ma non ho mai fatto nulla per aiutarlo. – Lo hai fatto, invece. Gli hai permesso di iniziare una nuova vita – replicò Arcaj, voltandosi verso la botola. – È giù con Navarre, ora. Si è risvegliato. Non lo vuoi vedere? Caronte incrociò lo sguardo di Beatrix e si scoprì a pensare che forse non era tutto perduto. Quello poteva essere davvero un nuovo inizio, migliore. Serviva solo un po’ di coraggio, ma quello non gli era mai mancato. La rivoluzione che avrebbe portato il cambiamento non sarebbe arrivata l’indomani; probabilmente, nemmeno quello seguente. Ci sarebbe voluto tempo, anni, ma il primo o era stato fatto e altri sarebbero seguiti. Otto Livelli li separavano dal centro del potere ma Caronte pensò che, dopotutto, l’inferno fosse un buon posto dove preparare il futuro. Da lì, non si poteva che risalire.
Epilogo
Arcaj guardava suo figlio giocare con Caronte e rifletteva che finalmente si potevano toccare e guardare negli occhi. Nessun rapporto di profondo sentimento, com’era il loro, avrebbe potuto prescindere dal calore della vicinanza fisica, da un corpo da stringere e sentire vicino. Lo aveva imparato anche lui. Avvicinò Iro a sé e le posò un bacio sui capelli. Cerberus non ricordava nulla della sua vita precedente. Lo shutdown aveva cancellato ogni ricordo, ma non le emozioni: l’affinità che lo legava a Caronte era intatta. Lo aveva riconosciuto, inconsciamente. Il legame non si era mai interrotto. Cerberus era sempre lo stesso, e sarebbe ridiventato l’amico che Caronte conosceva. Aveva scelto di chiamarsi Ty, perché diceva che i suoi occhi erano luminosi e argentei come il titanio. La sua nuova vita era iniziata e, con essa, il destino di Egemona si era arricchito di una nuova, immensa opportunità. Era ancora un bambino, ingenuo e affamato di nuove esperienze; indifeso, in un mondo che ostacolava il cambiamento che avrebbe portato, ma Arcaj e Caronte sarebbero sempre stati al suo fianco e lo avrebbero protetto. Il futuro era già stato modificato.
FINE
Postfazione. CHEW-9 La droga del benessere
Il Chew-9 è una potente droga di origine organica derivata dall’arricchimento chimico dello Snoze, polvere essiccata ottenuta dal midollo osseo degli esemplari maschi della razza Rems, originari del pianeta Capella IV. Una forma di Chew-9 con elevate proprietà compenetrative tra pensiero e materia può essere rilasciata dagli organi sessuali delle femmine Rems durante la fase della trasmutazione adulta, periodo nel quale le femmine di questa specie subiscono una metamorfosi ghiandolare che le trasforma in creature sorprendentemente simili alle donne umane di razza nera. Successivamente, con il rilasciarsi dei tessuti e il decadimento ghiandolare, cessa anche la produzione organica del Chew-9, e l’aspetto delle femmine Rems torna molto diverso (soprattutto per i connotati del viso e della testa) a quello delle donne umane. La diffusione del Chew-9 ha mutato profondamente gli orizzonti della conoscenza umana, ma l’avidità dei potenti ha cambiato anche l’etica morale che ha guidato la storia dell’umanità dalla prima metà del ventiduesimo secolo, dopo la scoperta del volo spaziale che ha messo in contatto gli esseri umani con altre specie viventi. Tra cui quella dei Rems. Tratto da: “Dizionario dei termini alieni entrati in uso nella lingua terrestre” – Giugno 2287
Delos Digital e il DRM
Delos Digital ha scelto di non imporre ai propri ebook protezioni dalla copia che costituiscano una limitazione all'uso da parte dell'acquirente. Siamo convinti che i sistemi di protezione basati sulla criptazione danneggino solo chi acquista il libro onestamente. Il lettore che ha speso i propri soldi per acquistare questo ebook deve esserne il proprietario: questo libro non diventerà illeggibile cambiando computer, o spostando il file su un lettore di ebook o su uno smartphone. Per usarlo non è necessario un software che si colleghi a un server di autenticazione. Fermo restando che la legge e l'onestà dell'individuo vietano di ridistribuire il volume acquistato - e in definitiva il buon senso lo sconsiglia, perché autori ed editori hanno bisogno di guadagnare per portare avanti il proprio lavoro - il lettore può sentirsi libero di leggere il file con il dispositivo o computer che vuole e deve sapere di poterlo conservare e convertire in eventuali formati futuri per salvaguardare il suo acquisto. Quando possibile, Delos Digital utilizza il social DRM, ovvero scrive all'interno del libro il nome dell'acquirente; una sorta di "ex libris" elettronico. La criptazione del file viene usata solo nei casi in cui è obbligatoriamente richiesto dal contratto con l'autore. Nel caso di questo libro non è stato necessario. È comunque possibile che al libro venga applicata un'encriptazione drm dal negozio da cui lo si è acquistato. Delos Digital vuole combattere la pirateria nel modo che riteniamo migliore: rendere i nostri ebook acquistabili in modo facile e rapido, e metterli in vendita al prezzo migliore possibile.
Torna al colophon
Chew-9 in questa collana
Chew-9 Franco Forte, Chew-9 Il Chew-9 è la sostanza più preziosa della galassia. Un potente allucinogeno capace di fare interagire l’immaginazione con la realtà, manipolando la materia per ottenere effetti sconvolgenti. Una droga che solo i ricchi e i potenti possono permettersi. A costo di annientare intere civiltà... ISBN: 9788867751228 Franco Forte, La guerra coi Rems Perché gli umani sono in guerra con la razza aliena dei Rems? Che cosa nasconde, in realtà, di così prezioso il loro pianeta natale? ISBN: 9788867751303 Franco Forte, Sole giaguaro Ma quando Roxie viene ingaggiato per comandare una spedizione di soccorso, non può immaginare quello a cui si troverà di fronte: un buco nero sta per inghiottire la sua astronave… ISBN: 9788867751471 Franco Forte, Sentenza Capitale Riuscirà il detenuto Cash La Rocca a sopravvivere all’atmosfera letale di Mephistopheles, un gigante ghiacciato ricoperto da oceani di metano e ammoniaca da cui nessuno è mai tornato vivo? ISBN: 9788867751501 Franco Forte, Morte dell'Agglomerato Questa è la sua storia. La storia di come uccise l’Agglomerato... ISBN: 9788867751518 Franco Forte, Stazione 9 Seriatx 9 è un pianeta letale. Solo grazie al Chew-9 si può sperare di sopravvivere... ISBN: 9788867751624 Franco Forte, Acciaio L'acciaio è parte del suo corpo, della sua anima. E con il Chew-9, niente potrà fermarlo... ISBN: 9788867751716 Franco Forte, Quinta dimensione Che cosa troverà Darko nella quinta dimensione? Perché mai nessuno è riuscito a tornare vivo? E se ce la farà, grazie alla potenza del Chew-9, come saranno cambiati il suo corpo e la sua mente? ISBN: 9788867751839 Franco Forte, Sono atomi di stelle Un contatto con un'entità aliena nello spazio. Una lotta per la sopravvivenza. Solo attraverso l'uso del Chew-9, Iashin può sperare di riuscire a salvare se stesso e il genere umano... ISBN: 9788867751990 Ilaria Tuti, Cerberus Chi è Iro? E perché è salita dai Livelli più profondi del pianeta Egemona per infastidire Caronte, il potente spacciatore di Chew-9 che vive come un dio? La risposta cambierà la vita a entrambi. Per sempre... ISBN: 9788867752034 Franco Forte, Gli orizzonti del
cerchio Quando finzione e realtà si confondono, forse è solo il prodotto di una mente soggiogata dal Chew-9 ISBN: 9788867752102 Ilaria Tuti, Egemona Si era circondato di droidi perché non si fidava dell’essere umano. Aveva affidato la sua vita a un’intelligenza artificiale. Non aveva calcolato, però, che anche un computer quantico può desiderare… ISBN: 9788867752225
Gli ebook rapidi ed emozionanti
Erotismo
Claudette Marceau, Io, Elisabeth Lo scoppio della Rivoluzione se sorprende Elisabeth, costretta a un percorso di emancipazione attraverso il sesso e l'amore, che non sempre convivono Senza sfumature ISBN: 9788867750443 Letizia Draghi, La sala delle punizioni È possibile progettare i luoghi delle fantasie erotiche altrui? E' questo il dilemma di Alessia Delfino, alle prese con il progetto della Sala delle Punizioni richiestole da un affascinante imprenditore Senza sfumature ISBN: 9788867750450 Ledra, Il ladro Una storia d’amore e di sesso tra due amici, che si scoprono innamorati loro malgrado Senza sfumature ISBN: 9788867750528 Macrina Mirti, Il dolce sapore della vendetta Una donna giovane, bella e in carriera torna in Italia e riscopre emozioni e sentimenti che aveva cercato di dimenticare. Ma anche un ato che credeva morto per sempre. Senza sfumature ISBN: 9788867750849 Emiliana De Vico, Incontri protetti Come può, Vivienne, fidarsi di Alex, un uomo forte e affascinante ma imbrigliato in una storia di responsabilità con un’altra donna? Senza sfumature ISBN: 9788867750542 s Shepard, Il suo gioco Lilian ha ceduto alla ione e sposato l’uomo che le ha fatto perdere la ragione: il principe Leonardo Alberto De Biagi. Ma lui custodisce un segreto nel suo ato, qualcosa che è finalmente pronto a condividere con lei Senza sfumature ISBN: 9788867750559 Emiliana De Vico, Zona d'ombra Vivienne incontra il tenebroso Oliver Di Nardi, perso in brutti ricordi, e gli offre il suo corpo, la sua conoscenza, la sua forza per riportarlo al qui e ora, tra le sue braccia, tra le sue gambe... Senza sfumature ISBN: 9788867750535 Letizia Draghi, La guardia del corpo Alessia conosce una giovane guardia del corpo russa: sarà vero amore o solo una piccante storiella estiva, in cui il sesso conta più tutto? Senza sfumature ISBN: 9788867750856 Emiliana De Vico, Seta nera Si può agire con superficialità, vivere la storia di una notte, con uno sconosciuto abbordato in un night, tanto per provare la sferzata della trasgressione, per ritrovare la sicurezza abbattuta da storie malsane? Senza sfumature ISBN: 9788867751631 Sapphire
Diamonds, La notte dei cristalli iridati Nella Berlino del 9 novembre 1938, Verità si prostituisce e conosce l’amore dopo averlo fermamente rifiutato. Senza sfumature ISBN: 9788867751853 Letizia Draghi, Body Sushi La proposta è allettante: fare la modella di body sushi, ovvero stendersi nuda su un tavolo e farsi ricoprire di sushi, perché i commensali possano mangiarlo dal suo corpo. Un'esperienza che segnerà le ventiquattro ore più intense della vita di Alessia... Senza sfumature ISBN: 9788867752072 Emiliana De Vico, Il braccialetto rosa Viviene vuole un figlio. E lo vuole avere d aun uomo con cui non vuole impegnarsi. Così sfrutta il sesso per i suoi scopi. Ma qualcosa le scombussola i piani... qualcosa che si chiama amore. Senza sfumature ISBN: 9788867752287
Fantascienza
Franco Forte, Chew-9 Il Chew-9 è la sostanza più preziosa della galassia. Un potente allucinogeno capace di fare interagire l’immaginazione con la realtà, manipolando la materia per ottenere effetti sconvolgenti. Una droga che solo i ricchi e i potenti possono permettersi. A costo di annientare intere civiltà... Chew-9 ISBN: 9788867751228 Franco Forte, La guerra coi Rems Perché gli umani sono in guerra con la razza aliena dei Rems? Che cosa nasconde, in realtà, di così prezioso il loro pianeta natale? Chew-9 ISBN: 9788867751303 Franco Forte, Sole giaguaro Ma quando Roxie viene ingaggiato per comandare una spedizione di soccorso, non può immaginare quello a cui si troverà di fronte: un buco nero sta per inghiottire la sua astronave… Chew-9 ISBN: 9788867751471 Franco Forte, Sentenza Capitale Riuscirà il detenuto Cash La Rocca a sopravvivere all’atmosfera letale di Mephistopheles, un gigante ghiacciato ricoperto da oceani di metano e ammoniaca da cui nessuno è mai tornato vivo? Chew-9 ISBN: 9788867751501 Franco Forte, Morte dell'Agglomerato Questa è la sua storia. La storia di come uccise l’Agglomerato... Chew-9 ISBN: 9788867751518 Franco Forte, Stazione 9 Seriatx 9 è un pianeta letale. Solo grazie al Chew-9 si può sperare di sopravvivere... Chew-9 ISBN: 9788867751624 Franco Forte, Acciaio L'acciaio è parte del suo corpo, della sua anima. E con il Chew-9, niente potrà fermarlo... Chew-9 ISBN: 9788867751716 Franco Forte, Quinta dimensione Che cosa troverà Darko nella quinta
dimensione? Perché mai nessuno è riuscito a tornare vivo? E se ce la farà, grazie alla potenza del Chew-9, come saranno cambiati il suo corpo e la sua mente? Chew-9 ISBN: 9788867751839 Franco Forte, Sono atomi di stelle Un contatto con un'entità aliena nello spazio. Una lotta per la sopravvivenza. Solo attraverso l'uso del Chew-9, Iashin può sperare di riuscire a salvare se stesso e il genere umano... Chew-9 ISBN: 9788867751990 Ilaria Tuti, Cerberus Chi è Iro? E perché è salita dai Livelli più profondi del pianeta Egemona per infastidire Caronte, il potente spacciatore di Chew-9 che vive come un dio? La risposta cambierà la vita a entrambi. Per sempre... Chew-9 ISBN: 9788867752034 Franco Forte, Gli orizzonti del cerchio Quando finzione e realtà si confondono, forse è solo il prodotto di una mente soggiogata dal Chew-9 Chew-9 ISBN: 9788867752102 Ilaria Tuti, Egemona Si era circondato di droidi perché non si fidava dell’essere umano. Aveva affidato la sua vita a un’intelligenza artificiale. Non aveva calcolato, però, che anche un computer quantico può desiderare… Chew-9 ISBN: 9788867752225 Enrica Zunic', Del nome dei numeri e della riparazione del cielo Ain è un medico. Deve salvare vite. Ma il suo mondo è stato distrutto dagli Shakti, e la guerra continua. Quanto può, la follia della guerra, cambiare le persone? La guerra di Ain ISBN: 9788867751846 Enrica Zunic', Il dolore del marmo La guerra è finita. Gli Shakti sono sconfitti. Hanno torturato e ucciso migliaia di umani, distrutto interi pianeti. Ma ora tocca a loro soffrire.... La guerra di Ain ISBN: 9788867751952 Enrica Zunic', La discesa interrotta dal rosa e dal blu Se la guerra fra umani e Shakti è ormai finita da tempo, non mancano certo i rancori fra le due specie, e fra rappresentanti della stessa razza La guerra di Ain ISBN: 9788867752065 Enrica Zunic', Seconda giustificazione: la macchina La dottoressa Ain deve curare un collega torturato e in fin di vita. Ad aiutarla una macchina, dotata di considerevoli abilità e senso dell’umorismo La guerra di Ain ISBN: 9788867752133 Dario Tonani, Mechardionica Il primo capitolo delle nuove storie di Mondo9 Mechardionica ISBN: 9788867750436 Dario Tonani, Abradabad Qualcosa di nuovo lacera l'immobilismo di Mondo9: volare salverà gli uomini dalla schiavitù delle navi? Mechardionica ISBN: 9788867750610 Dario Tonani, Coriolano Dai deserti alla giungla pluviale, sono sempre la ruggine e il metallo in cima alla catena alimentare… Mechardionica ISBN: 9788867751006 Dario Tonani, Bastian Ci sono navi e navi su Mondo9: alcune sono inarrestabili macchine da guerra. Altre - la feccia - semplici carrette del deserto, miserabili e vigliacche come i loro comandanti… Mechardionica ISBN: 9788867751655 Paul Di Filippo, Il demolitore di astronavi Una grande astronave ormai in disarmo nasconde segreti impensabili. Ma ciò che si troverà Klom sarà il tesoro più inaspettato. E imprevedibile. Robotica ISBN: 9788867750504 Robert J. Sawyer, Mikeys Come
l'astronauta dell’Apollo 11 Michael Collins il loro destino era quello di restare indietro, mentre i loro compagni conquistavano lo spazio. Robotica ISBN: 9788867750511 Barbara Baraldi, Paziente 99 L'umanità è ormai condannata a vivere nelle viscere della Terra. Ma le cose non sono come sembrano, e il piccolo mondo sotterraneo nasconde segreti sconvolgenti. Robotica ISBN: 9788867750627 Robert J. Sawyer, Sherlock Holmes e l'enigma definitivo Nel lontano futuro, un mistero eccezionale richiederà un investigatore eccezionale: Sherlock Holmes Robotica ISBN: 9788867750931 Nancy Kress, I fiori della prigione di Aulit Su Mondo chi commette un delitto è condannato all’esclusione dalla Realtà. E Uli vuole tornarvi a ogni costo. Premio Nebula 1996 Robotica ISBN: 9788867750948 Paul Di Filippo, Bleb L’amore al tempo degli elettrodomestici intelligenti. Lui. Lei. E i bleb. Robotica ISBN: 9788867750955 Vittorio Catani, Replay di un amore Una spiaggia, un mare, un bellissima ragazza che sapeva di amare. Ma non ricordava di averla mai conosciuta. Robotica ISBN: 9788867751365 Robert J. Sawyer, Le spalle dei giganti I primi esploratori interstellari erano pronti a tutto, ma non avrebbero mai immaginato cosa li attendeva alla fine del loro viaggio. Robotica ISBN: 9788867751372 Nancy Kress, Come nascono i bambini Una storia di ingegneria genetica e di umanità, che vi colpirà nel profondo come solo Nancy Kress sa fare. Robotica ISBN: 9788867751938 John W. Campbell, jr, La cosa Un grande classico della fantascienza dal quale sono stati tratti ben tre film per il cinema. Nell'ambiente più ostile la lotta disperata contro un essere alieno e letale Robotica ISBN: 9788867752171 Peter Watts, Le cose L'altra faccia della Cosa: la vicenda del grande classico rivisitata dal punto di vista dell'Alieno. Premio Shirley Jackson, finalista premio Hugo, Locus e Sturgeon Robotica ISBN: 9788867752140 Dario Tonani, Le polverose conchiglie del mattino Il mondo è destinato a cambiare, e il cambiamento è inarrestabile e travolgente come uno stampede di gomma e metallo Robotica.it ISBN: 9788867752096 Denise Bresci, Nessun dubbio David traeva ispirazione dai suoi incubi. Ma non sapeva che quelle immagini di orrore non venivano dal suo inconscio, ma dalla realtà Robotica.it ISBN: 9788867752201 Valentino Peyrano, Il castello e il viandante In un mondo sconvolto dall'apocalisse gli uomini sono costretti a vivere chiusi in castelli isolati. Solo i Viandanti, depositari dell'antica scienza, mantengono i contatti tra gli ultimi baluardi dell'umanità. Tecnomante ISBN: 9788867750467 Valentino Peyrano, Bema Esteban il Viandante era stato accolto con tutti gli onori in quello strano castello, ma qualcuno tramava alle sue spalle. Tecnomante ISBN: 9788867750597 Valentino Peyrano, La strada verso nord C'è una speranza per l'umanità? Forse sì, se riusciranno a non affidarsi completamente ai Viandanti e a ritrovare la sete della conoscenza Tecnomante ISBN: 9788867750917 Valentino
Peyrano, Il resoconto di Karl Per Esteban la minaccia della vendetta dei Viandanti è sempre più vicina. Tecnomante ISBN: 9788867750924 Valentino Peyrano, Korman Esteban il Viandante sta per trovare il suo destino, e svelare finalmente le origini del mondo distrutto e popolato da mostri nel quale agonizza ciò che resta dell'umanità Tecnomante ISBN: 9788867751280 Valentino Peyrano, Il monaco apocrifo Le prove a cui deve sottoporsi Esteban sono quasi insostenibili, ma ciò che lo attende al termine del percorso è qualcosa che nessun uomo sperimentava da secoli. Tecnomante ISBN: 9788867751495 Valentino Peyrano, Di là dal mare, tra le isole Esteban affronta il suo ultimo viaggio, alla ricerca delle risposte che solo al di là dell’oceano può trovare Tecnomante ISBN: 9788867751662 Valentino Peyrano, Campo di maggio Il viaggio di Esteban è terminato. Ora comincia la battaglia. Il finale di stagione della prima serie di Tecnomante. Tecnomante ISBN: 9788867751723
Fantasy
Carlo Vicenzi, La fortezza Le leggende sulla fortezza dei Cento Blasoni sono davvero affascinanti. E tante sono le avventure che il padre gli ha raccontato. Fantasy Tales I Cento Blasoni ISBN: 9788867750818 Carlo Vicenzi, Il prezzo del mercenario Le leggende sulla fortezza dei Cento Blasoni sono davvero affascinanti. E tante sono le avventure che il padre gli ha raccontato. Fantasy Tales I Cento Blasoni ISBN: 9788867751334 Carlo Vicenzi, Primo sangue Il terzo episodio della saga "I Cento Blasoni". Alla Grande Fiera di Campo Cenere, Syrik si troverà davanti l'unica cosa che non può comprare: un pezzo del suo ato. Fantasy Tales I Cento Blasoni ISBN: 9788867751815 Andrea Franco, Il grande protettore Un fantasy delicato che ci trasporta in un mondo incantato in cui la forza del canto è potente come una magia... Fantasy Tales Il Canto delle Armi ISBN: 9788867752041 Andrea Franco, Il canto nero Il nemico è alle porte e la vecchia magia sembra davvero poter sottomettere il potere del Canto... Fantasy Tales Il Canto delle Armi ISBN: 9788867752126 Simonetta Fornasiero, Il figlio dell'unicorno Quando la magia e il coraggio si incontrano, le anime degli uomini si forgiano per combattere il male Fantasy Tales Il Necromante ISBN: 9788867750979 Simonetta Fornasiero, L'abisso di Khantara Chi è Kanthara? E
perché da un paese lontano hanno chiamato proprio Selidor il Necromante, per trovare una soluzione a una minaccia così temibile? Fantasy Tales Il Necromante ISBN: 9788867751402 Scilla Bonfiglioli, Specchi d'acqua C'è un mondo nuovo e affascinante, dietro i riflessi dell'acqua. Ma attenti a ciò che si nasconde oltre la soglia... Fantasy Tales L'ultima soglia ISBN: 9788867750986 Scilla Bonfiglioli, I giardini delle fiamme Le creature leggendarie che abitano nei Giardini chiedono aiuto a Fiordimare, quando i morti tornano a catturare i vivi... Fantasy Tales L'ultima soglia ISBN: 9788867751594 Liudmila Gospodinoff, Nessuno è più ombra di me Nella Città delle Ombre, maghi, spie, ladri, nobili e guerrieri tessono i loro oscuri intrighi… Fantasy Tales La città delle ombre ISBN: 9788867751204 Liudmila Gospodinoff, Arrestate lo spettro Il secondo racconto della serie “La città delle ombre”, dove tra elfi oscuri, maghi e avversari sempre più pericolosi, il mezz’orco indaga per ritrovare la misteriosa ragazza che ha rubato all’Accademia di magia... Fantasy Tales La città delle ombre ISBN: 9788867751976 Luca Di Gialleonardo, La daga di bronzo Konor è un "rinato" e il suo destino è essere reclutato nella Fratellanza della Daga. Che lo voglia o meno. Fantasy Tales La Fratellanza della Daga ISBN: 9788867750801 Luca Di Gialleonardo, Iniziazione Mentre la preparazione di Konor continua, alla ricerca della Daga d'Argento, un nuovo pericolo incombe monaccioso... Fantasy Tales La Fratellanza della Daga ISBN: 9788867751587 Silvia Robutti, Aaron il grande Prima di diventare una leggenda, Aaron il Grande era un ragazzo che ha dovuto superare le insidie della Grande Prova. Questa è la sua storia... Fantasy Tales Under Legend ISBN: 9788867751785 Silvia Robutti, La vergine veggente Dall’autrice vincitrice del Premio Odissea, ecco il secondo racconto della serie “Under Legend”, dopo "Aaron il grande". Fantasy Tales Under Legend ISBN: 9788867752249
Giallo
Maurice Leblanc, L'arresto di Arsenio Lupin Il ladro gentiluomo alla sua primissima avventura: una sfida forse troppo audace anche per un genio del travestimento come Arsenio Lupin Arsenio Lupin ISBN: 9788867751075 Maurice Leblanc, Arsenio Lupin in prigione Lupin è chiuso in prigione e
sorvegliato a vista. Ma allora chi è che ha mandato una lettera al barone Cahorn preannunciandogli il furto delle sue preziose opere d'arte? Arsenio Lupin ISBN: 9788867751457 Maurice Leblanc, L'evasione di Arsenio Lupin Che Lupin sarebbe evaso se lo aspettavano tutti. Ma nessuno si aspettava che poche ore avrebbe suonato alla porta della prigione chiedendo d'essere riportato in cella. Arsenio Lupin ISBN: 9788867751778 Maurice Leblanc, Lupin e il viaggiatore misterioso È davvero Arsenio Lupin lo sconosciuto che salito a bordo del treno ha rapinato due viaggiatori? Arsenio Lupin ISBN: 9788867752232 Luca Martinelli, Sherlock Holmes e il tesoro di Sir Francis Drake Le intuizioni di Watson e le deduzioni di Sherlock Holmes alla ricerca della mente geniale del crimine che ha lanciato la sfida. Sherlockiana ISBN: 9788867750368 Samuele Nava, Sherlock Holmes e la sfida dell'astrologo Un sedicente operatore dell’occulto, un astuto ingannatore, una sfida irrinunciabile per Sherlock Holmes. Sherlockiana ISBN: 9788867750382 Luca Sartori, Sherlock Holmes e l'ultimo preraffaellita In questo romanzo breve, un’acuta indagine di Sherlock Holmes tra i segreti della vita, dell’arte e della morte! Sherlockiana ISBN: 9788867750399 Enrico Solito, Sherlock Holmes e l'avventura del Carro di Tespi Sherlock Holmes e William Shakespeare: un'abbinata affascinante Sherlockiana ISBN: 9788867750405 Luca Martinelli, Sherlock Holmes e l'avventura della corsa Londra-Brighton Lanciato a folle velocità nella corsa automobilistica Londra-Brighton, Sherlock Holmes deve risolvere il mistero del furto ai Lloyd’s. Sherlockiana ISBN: 9788867750412 Enrico Solito, Sherlock Holmes e il mistero delle Dodici tavole Pergamene e misteri nella biblioteca di Padre Jorge Sherlockiana ISBN: 9788867750900 Gianfranco Sherwood, Sherlock Holmes e l'avventura dell'enigma da Krakatoa Sherlock Holmes tra le pieghe di un'indagine al limite del sovrannaturale... Quale terribile segreto cela l’oggetto rinvenuto a Krakatoa? Sherlockiana ISBN: 9788867750894 Samuele Nava, Il trovatello di Baker Street Un bimbo misterioso tra le braccia, e sotto la lente, di Sherlock Holmes! Sherlockiana ISBN: 9788867750887 Enrico Solito, Sherlock Holmes Christmas Carol Natale a Baker Street: indagini sotto l'albero... Sherlockiana ISBN: 9788867751211 Patrizia Trinchero, Il gioco è cominciato, Holmes! Tutta Londra è a caccia di Sherlock Holmes. Sarà stato lui a commettere il tremendo delitto di cui è accusato? Sherlockiana ISBN: 9788867751266 Enrico Solito, Sherlock Holmes e il caso del giocatore di scacchi Una morte violenta, una torbida vicenda risolta dal grande investigatore. Sherlockiana ISBN: 9788867751358 Luca Martinelli, Sherlock Holmes e il caso dei fidanzatini sfortunati Quando le apparenze indicano una soluzione, la logica di Sherlock Holmes dimostra che esiste un’altra verità. Sherlockiana ISBN: 9788867751389 Enrico Solito, Sherlock Holmes e l'avventura della tredicesima
porta Un'avventura mozzafiato tra le fogne di Londra e un piccolo grande uomo Sherlockiana ISBN: 9788867751396 Luca Sartori, Il cane e l'anatra Sherlock Holmes, in questo romanzo breve, indaga sul presunto suicidio in un ospedale psichiatrico in un viaggio nel mondo silenzioso e crudele della follia, dove nulla è come sembra, e dove i rancori più antichi riecheggiano come fantasmi inquieti. Un intreccio di misteri in un rocambolesco e imprevedibile finale. Sherlockiana ISBN: 9788867751570 Samuele Nava, Sherlock Holmes batte un colpo Spiritismo e diabolici intrighi: Sherlock Holmes presunto fantasma. Sherlockiana ISBN: 9788867751679 Gianfranco Sherwood, Sherlock Holmes e l'avventura della spia austriaca Sherlock Holmes affronta il più feroce serial killer della storia! La più difficile e rischiosa indagine del detective inglese. Sherlockiana ISBN: 9788867751686 Samuele Nava, La sindrome di Sherlock Holmes Sherlock Holmes, la tua fama ti ucciderà, rendendoti immortale! Sherlockiana ISBN: 9788867751860 Enrico Solito, Sherlock Holmes e il caso della Calcutta Cup Due rapine impossibili, una scelta drammatica da compiere... Sherlockiana ISBN: 9788867751921 Luca Martinelli, Sherlock Holmes e l'avventura dello scrigno nero Watson si trasforma in Sherlock Holmes e risolve un intricato mistero che salverà la Regina Vittoria. Sherlockiana ISBN: 9788867752089 Gianfranco Sherwood, Sherlock Holmes e l'avventura del demone cinese Sherlock Holmes nel bel mezzo di un'intricata indagine... Un demone assassino, una dimora isolata, un antico mistero! Sherlockiana ISBN: 9788867752195 Samuele Nava, Sherlock Holmes sull'isola dei cani Sherlock Holmes: detective, pugile e assassino?La morte di un lottatore irlandese coinvolge in una nuova indagine il detective inglese della Londra vittoriana. Sherlockiana ISBN: 9788867752294
Horror
Kealan Patrick Burke, Sepolto vivo Al risveglio non si trovò nel suo letto, come si era aspettato, ma chiuso in una bara di pino... Halloween Nights ISBN: 9788867750962 Ronald Malfi, La casa in Cottage Lane La vecchia casa si levava davanti a noi, più cupa di una caverna sotto la luce della luna, accasciata verso il terreno quasi soffrisse di uno sfinimento letale. Halloween Nights ISBN:
9788867751068 Lisa Morton, La leggenda di Halloween Jack L’Inferno aveva cercato Jack per la prima volta mentre lui giaceva disteso in un vicolo vicino a un bar malfamato di Baton Rouge. Halloween Nights ISBN: 9788867751273 Simon Clark, Gerassimos Flamotas: un giorno di ordinaria follia + Alta tensione Un'offerta tanto allettante quanto incredibile, ma con risvolti a dir poco sconvolgenti Halloween Nights ISBN: 9788867751549 Brian James Freeman, Il mostro della notte La Zucca Divoratrice veniva risvegliata dalle persone che portavano via i suoi amici per intagliarli e trasformarli in lanterne. Halloween Nights ISBN: 9788867751792 Richard Chizmar, La notte del diavolo Sprangate le porte durante la Notte del Diavolo, perché è allora che sono in giro i veri mostri. Halloween Nights ISBN: 9788867752324
Romance
Mariangela Camocardi, Un angelo per me Bella, affascinante, un tempo cover girl di successo, Lisa Angeli è da sempre innamorata di Damiano, e sogna di sposarlo... finché nella sua vita entra Andrea Ruffini... ioni Romantiche ISBN: 9788867751259 Paola Picasso, Questione di pelle Stefano ancora non sa bene cosa abbia spinto sua moglie a lasciarlo. Sa solo che l'ama ancora e che farà di tutto per riconquistarla... ioni Romantiche ISBN: 9788867751242 Roberta Ciuffi, L'amore fa così La prima volta che lo vede lui indossa dei jeans al ginocchio, è sporco di calce e ha l'aria decisamente troppo virile ed energica, per una come Veronica, che non vuole più avere niente a che fare con gli uomini... ioni Romantiche ISBN: 9788867751464 Ledra, L'abete perfetto Vanessa ha il cuore infranto. Ma la ricerca di un albero di Natale la farà ricredere sul fatto che l’amore esiste… basta tenere aperta la porta del cuore. ioni Romantiche ISBN: 9788867751488 Angela Fassio, Brivido rosa L’amore è più forte del tempo e della separazione... ioni Romantiche ISBN: 9788867751556 Roberta Ciuffi, Rob-S l'imperfetto Può un robot innamorarsi? È questo, forse, che lo rende imperfetto? ioni Romantiche ISBN: 9788867751747 Paola Renelli, Un amore da prima pagina Come può Ilaria, giovane giornalista, convincere il suo caporedattore, tanto affascinante quanto severo sul lavoro, che può darle fiducia, sia come redattrice sia, soprattutto, per
le questioni di cuore? ioni Romantiche ISBN: 9788867751983 Roberta Ciuffi, Grosso guaio al Peruviana Il primo caso di Tamara Lamantia, investigatrice fuori del comune, protagonista di un divertente rosa crime. ioni Romantiche ISBN: 9788867752164
Scrittura creativa
Andrea Franco, I segreti del Fantasy Il primo capitolo di un manuale con tutti i trucchi, i consigli e i segreti per scrivere narrativa Fantasy Scuola di scrittura Scrivere Fantasy ISBN: 9788867752010 Andrea Franco, I personaggi del Fantasy I personaggi sono l'anima di un romanzo. Ecco come nascono i nostri eroi! Scuola di scrittura Scrivere Fantasy ISBN: 9788867752300
Spionaggio
Stefano Di Marino, Peccati mortali Rock, il pornodivo del momento, è un agente sotto copertura. Il suo mondo è fatto di sesso e malavita, rischio e lusso sfrenato... Sex Force ISBN: 9788867750481 Stefano Di Marino, Affari proibiti Seduzione e azione sono le specialità di Rock, agente segreto e pronodivo, ma in questo caso dovrà sbrogliare un intrigo in cui il sesso è un’arma a doppio taglio Sex Force ISBN: 9788867750498 Stefano Di Marino, L'isola delle mantidi Rock segue la pista dei soldi e sfida sul loro stesso terreno una banda composta solo da donne, in un paradiso del sesso tropicale, caldo, umido e avvolgente... Sex Force ISBN: 9788867750580 Stefano Di Marino, Femmine carnivore Sesso e avventura per uomini d’azione. Ce la faranno Rock e Casey, splendida escort australiana, a vincere la lotta contro il tempo e a superare le insidie inaspettate dei tropici? Sex Force ISBN: 9788867750603 sco Perizzolo, Hamburg
Connection Una missione mortale tra le pornostar della fiera dell'eros di Amburgo per Kiko Dias, agente della Hot Dreams... Sex Force ISBN: 9788867750870 Romano De Marco, Chris Lupo: sesso e fuoco Entra in scena Chris Lupo, capitano dei marines sempre affamato di azione, sesso e avventura! Sex Force ISBN: 9788867751181 Stefano Di Marino, La preda Per Rock ei suoi amici dell'agenzia Hot Dreams un tour de force di sesso, sparatorie e coltellate Sex Force ISBN: 9788867751310 Stefano Di Marino, Mercanti di schiave L'avventura più pericolosa di Rock, aiutato da Raissa e Oxana, due escort dalle abilità variate, a letto e sui campi di battaglia Sex Force ISBN: 9788867751525 Stefano Di Marino, 100 femmine sul ghiaccio Riusciranno Rock le due escort russe entrate nella sua squadra a salvare un carico di 100 ragazze sottratte ai mercanti di carne umana? Sex Force ISBN: 9788867751648 sco Perizzolo, Il morso del Kobra Da Amburgo alle Alpi austriache, chi sopravvivrà al morso del Kobra? Sesso, avventura e azione in un coktail esplosivo! Sex Force ISBN: 9788867751808 Stefano Di Marino, La contessa nuda Un'altra avventura di sesso, sangue e spari per Rock, l'agente segreto che veste i panni di un attore porno per l'agenzia sotto copertura Hot Dreams Sex Force ISBN: 9788867752003 sco Perizzolo, La vendetta del Kobra Attenti al Kobra, perché potrà mordervi mentre vi dibattete e fate sesso con le donne più belle e più letali che conoscete Sex Force ISBN: 9788867752058 Romano De Marco, Missione Granny Niente può fermare il capitano Lupo quando è in missione. Neppure le stravaganze sessuali più assurde, che lo costringono a impegnarsi come non ha mai fatto prima... Sex Force ISBN: 9788867752157 Stefano Di Marino, Profondo blu Quando Amanda, la "Signora" dell'agenzia Hot Dreams, scompare misteriosamente, Rock deve correre in suo soccorso. Solo lui potrà salvarla dal vortice di violenza e sesso sfrenato in cui è precipitata Sex Force ISBN: 9788867752256
Steampunk
Roberto Guarnieri, Il Circolo dell'Arca Chi avesse posseduto l’Alborg non avrebbe mai conosciuto la sconfitta. Ed era compito di John Fox fare in modo che nessuno vi riuscisse. Il circolo dell'Arca ISBN: 9788867751037 Roberto
Guarnieri, La macchina delle vite perdute Una nuova avventura per John Fox e i suoi colleghi del Circolo dell'Arca, alle prese con una cospirazione che minaccia di riempire Londra di zombie assassini Il circolo dell'Arca ISBN: 9788867751341 Roberto Guarnieri, I misteri di Samotracia Una scoperta archeologica può far risorgere gli antichi ,oscuri, terribili, Grandi Dei? Il circolo dell'Arca ISBN: 9788867751532 Roberto Guarnieri, Fumo di Londra Chi sta rubando lo smog di Londra, e per quale assurdo motivo? Andando a fondo di questo mistero John Fox scoprirà che l'incredibile minaccia che incombe sull'Impero e sul mondo! Il circolo dell'Arca ISBN: 9788867751945
Tecnologia
Carlo Mazzucchelli, Tablet: trasformazioni cognitive e socio-culturali Una disamina socio-culturale sull'avvento del Tablet e sull'evoluzione della tecnologia TechnoVisions ISBN: 9788867750993 Carlo Mazzucchelli, Internet e nuove tecnologie: non tutto è quello che sembra Il mondo digitale sta cambiando e nel farlo cambia anche noi. Stiamo rischiando di essere imprigionati all’interno di una bolla piena di filtri idee della realtà lontane dai fatti reali e dai bisogni. Per evitare di esservi richiusi per sempre è necessario riflettere su temi quali la privacy, la cittadinanza, la relazione sociale, la democrazia, la ricerca di benessere e felicità personali, ecc. TechnoVisions ISBN: 9788867751440 Antonio Fiorella, Approdo della ricerca scientifica nella metafisica L'interfaccia cervello-macchina ci proietta nella fantascienza e forse, anche, sulle alture dei massimi sistemi TechnoVisions ISBN: 9788867751754 Carlo Mazzucchelli, Tablet a scuola: come cambia la didattica La scuola è lo specchio della società e non può rimanere immune dalla rivoluzione tecnologica che sta interessando tutti gli ambiti della vita sociale. TechnoVisions ISBN: 9788867752188
Thriller
Andrea Franco, Lo sguardo del diavolo: Jeffrey Dahmer Entra nella mente di Jeffrey Dahmer, il cannibale di Milwaukee... Serial Killer ISBN: 9788867750474 Fabio Oceano, La quarta vittima Il serial killer che rapisce e sevizia i bambini di New York: Albert Fish, detto il cannibale... Serial Killer ISBN: 9788867750573 Umberto Maggesi, Io, il mostro Andrei Chikatilo detto il mostro di Rostov, è forse uno dei più sanguinari serial killer della storia dell’umanità, certamente quello che ha potuto agire impunito per più tempo... Serial Killer ISBN: 9788867750566 Andrea Franco, Lungo la via del pensiero 1993. Anche l'Italia ha il suo Serial Killer: Gianfranco Stevanin. Una storia vera, una storia di orrore e violenze. Serial Killer ISBN: 9788867751563 Fabio Oceano, Freeway killer Attenti a fare l'autostop, sulle strade della California. Potreste incontrare gli autostoppisti torturatori... Serial Killer ISBN: 9788867751822 Luca Di Gialleonardo, Big Ed Ed Kemper, detto BIg Ed, spicca per l’intelligenza superiore al normale, per l’accuratezza con cui programma gli omicidi, per l’attenzione con cui seleziona le vittime... Serial Killer ISBN: 9788867752270
Zombie
Franco Forte, Stazione 27 Siamo nella metropolitana di una città non precisata. Il mondo finisce mentre Milo si trova a bordo di un treno. Riesce a fuggire inseieme a un gruppo di sopravvissuti, ma... cosa troveranno alle prossime fermate? E perché, una volta giunti al capolinea, la metropolitana sembra non finire mai? The Tube ISBN: 9788867750429 Ilaria Tuti, Carlo Vicenzi, La fame e l'inferno Mentre Milo, Marika e Ivan lottano per sopravvivere nel vagone della metropolitana che pare diretto verso il nulla, in superficie un nuovo personaggio si aggira fra i morti viventi: è Tea, una donna che custodisce un segreto terribile The Tube ISBN: 9788867750863 Antonino Fazio, Alain Voudì, Giorno Zero
Mentre l'orda di non morti dilaga, lasciandosi dietro una scia di devastazione, una squadra dei reparti speciali inviata in missione di soccorso scopre che gli zombie non sono che l'avanguardia di un pericolo ancora più letale... The Tube ISBN: 9788867751020 Ilaria Tuti, Ceneri Mentre Milo, Marika e gli altri sono nel vagone e cercano di stabilire un contatto con le creature, sopra, nella città devastata, qualcuno sta rischiando la vita per raggiungere la metropolitana... The Tube ISBN: 9788867751082 Scilla Bonfiglioli, Progetto Bokor Il treno ferma alla stazione 28, dove Milo, Marika, Amina e Ivan incontrano i sopravvissuti della metropolitana. Ma qualcosa va storto... The Tube ISBN: 9788867751198 Antonino Fazio, Alain Voudì, Il bacio della morte Erano addestrati per le situazioni più pericolose, ma l'orrore del Centro Ricerche della dottoressa Calandra forse era troppo anche per loro The Tube ISBN: 9788867751327 Fabio Pasquale, Michela Pierpaoli, Legame di sangue Se stai facendo la chemio, gli zombie non ti mordono. E se sei un ladro d'auto, perché dovresti interessarti a una bambina che vaga per la città infestata dai morti viventi? The Tube ISBN: 9788867751433 Carlo Vicenzi, Roberto Zago, L'alveare Continuano le avventure della serie horror più tosta del momento! Riusciranno Tea e Furio a trovare una cura per Nico, che è stato morso dagli zombie? The Tube ISBN: 9788867751600 Ilaria Tuti, Nido di carne Un’altra disperata battaglia, giù nella stazione 28 e per le strade della città, ma gli zombie non saranno i soli con i quali misurarsi. Qualcun altro sta arrivando... The Tube ISBN: 9788867751761 Fabio Pasquale, Andrea Ferrando, Siamo legione Nuovi personaggi per "The Tube", e nuovi orrori in questa decima puntata. Riuscirà Erika a ritrovare Marika? E cosa succederà a Sisco e Carlo, appena usciti da una full immersion in sala di registrazione? The Tube ISBN: 9788867751877 Franco Forte, Stazione 28 L’ultimo capitolo della prima stagione di The Tube, la serie horror più tosta del momento. The Tube ISBN: 9788867751969 Luigi Brasili, Il lupo Il lupo si aggira nei meandri della metropolitana, invisibile come un fantasma. Ma quando il mondo di sopra incontra da vicino quello di sotto, possono scatenarsi eventi che nessuno dei due mondi avrebbe voluto conoscere... The Tube Exposed ISBN: 9788867751051 Roberto Zago, L'antro di Jona Quando l'orda di zombie travolge il mondo, solo un uomo ha la forza per risalire in superficie. Ma cosa troverà ad attenderlo? The Tube Exposed ISBN: 9788867751105 Diego Lama, Il cacciatore Mentre l'orda di non morti dilaga nella città, all’interno della stazione della metropolitana solo pochi esseri umani riescono a sopravvivere... Attenti al cacciatore... The Tube Exposed ISBN: 9788867751235 Camilo Cienfuegos, I ripulitori In un mondo dove il morbo sembra prendere il sopravvento, ci si deve inventare qualunque cosa per sopravvivere. Magari improvvisarsi ripulitori di zombie... The Tube Exposed ISBN: 9788867751419 Diego Matteucci, Il tempio
della notte Un’antica costruzione celata all’interno di un parco nel cuore stesso della città assediata dagli zombie nasconde un mistero terribile The Tube Exposed ISBN: 9788867751426 Luca Romanello, Via di fuga Meglio fuggire, se non si vuole finire in pasto agli zombie, nei cunicoli della metropolitana... The Tube Exposed ISBN: 9788867751617 Luigi Brasili, Il ritorno del Lupo Torna uno dei personaggi più crudi e di effetto dell'universo di The Tube: il Lupo. Per lui l'incubo non sono solo gli zombie. E' tutta la sua vita... The Tube Exposed ISBN: 9788867751730 Andrea Montalbò, Paranoia Park Prima c'erano solo loro due, l'ospite sgradito e il controllore. Poi sono arrivati gli zombie... e tutto è cambiato. The Tube Exposed ISBN: 9788867751884 Andrea Franco, Luca Di Gialleonardo, Di fame e d'amore Una lotta per sopravvivere, una struggente storia d'amore. Perché ormai, nel mondo degli zombie, resta solo questo agli esseri umani: fame e un po' di disperato amore... The Tube Exposed ISBN: 9788867752119 Lia Tomasich, Family Reunion Una madre lotta contro tutto e tutti pur di raggiungere le sue bambine, imprigionate nella scuola invasa dai non morti. Una corsa contro il tempo, che lascia aperto un interrogativo: ce la farà Leila a salvare le sue figlie? The Tube Exposed ISBN: 9788867752263 Alan D. Altieri, Cold Zero - Parte prima In una remota stazione di sorveglianza sulle montagne, isolata da tutto e da tutti, all'improvviso ci si rende conto che è successo qualcosa al mondo. Qualcosa di terribile, che presto scatenerà la morte anche fra di loro... The Tube Nomads ISBN: 9788867752027 Alan D. Altieri, Cold Zero - Parte Seconda Non esiste nessun luogo in cui nascondersi dalle orde cannibaliche che stanno facendo scempio delle società umane. Nemmeno là, sull’ultima montagna della terra... The Tube Nomads ISBN: 9788867752218