Gerassimos Flamotas: Un Giorno Di Ordinaria Follia + Alta Tensione 6q1a2a

a cura di sco Spagnuolo

Gerassimos Flamotas: un giorno di ordinaria follia + Alta tensione

di Simon Clark

Traduzione di Annarita Guarnieri

ISBN versione ePub: 9788867751549 © 2012 Simon Clark Titolo originale: Gerassimos Flamotas: A day in the Life, Live Wire Traduzione: Annarita Guarnieri Edizione ebook © 2014 Delos Digital srl Piazza Bonomelli 6/6 20139 Milano Versione: 1.0 gennaio 2014

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Indice

Colophon

Simon Clark

Gerassimos Flamotas: un giorno di ordinaria follia + Alta tensione

Introduzione a Gerassimos Flamotas: un giorno di straordinaria follia

Gerassimos Flamotas: un giorno di straordinaria follia

Introduzione ad Alta tensione

Alta tensione

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Simon Clark

Simon Clark, nato a Doncaster in Inghilterra, è un affermato scrittore dell'orrore. Tra le sue opere più celebri: Il Regno del sangue (King Blood), La città dei vampiri (Vampyrrhic), Il lago dei vampiri (Vampyrrhic Rites) e il romanzo – inedito in Italia – Night of Triffids, seguito autorizzato del romanzo Il giorno dei Trifidi di John Whydam. Clark ha ottenuto nomination al Bram Stoker Award, al World Fantasy Award e al British Fantasy Award. Nel 2001 ha ottenuto il British Fantasy Award per il miglior racconto breve Goblin City Lights e il già menzionato Night of Triffids.

Introduzione a Gerassimos Flamotas: un giorno di straordinaria follia di Simon Clark

Simon Clark sta per ingoiare un sasso! Venite tutti a vedere!

Avevo cinque anni, e volevo darmi delle arie sul campo di gioco. Per scherzo, dissi a un paio di amici che avrei ingoiato un sasso, e immediatamente la notizia si diffuse come un incendio boschivo per tutto il cortile di gioco. Bambini fra i quattro e i sette anni di età si radunarono intorno a me in una grande folla eccitata. Io avevo scherzato riguardo al voler ingoiare un sasso, non avevo nessuna intenzione di raccogliere un ciottolo sporco da terra e di mangiarlo davvero, ma come capita a molte altre persone che hanno catturato l’attenzione di una folla, fui travolto da una sorta di follia. Con un gesto elegante degno di un prestigiatore, raccolsi un ciottolo nero (lo ammetto, non era più grosso di un fagiolo cotto), lo mostrai alla folla… e fu a quel punto che vidi le espressioni di stupore cominciare a trasformarsi in orrore. Mi resi conto, però, che tornare indietro era impossibile. Se avessi deluso il mio pubblico, esso si sarebbe trasformato in una folla furibonda e mi si sarebbe rivoltato contro. Per di più, essere al centro di tanta attenzione mi dava una meravigliosa sensazione inebriante. GULP… il ciottolo mi scivolò lungo la gola. Riesco ancora a ricordare la sensazione di freddo e di durezza che quel sasso mi diede nello scivolarmi lungo il petto e nello stomaco. Per un momento, il mio pubblico mi fissò incredulo, poi scoppiò il pandemonio. – Simon ha inghiottito un sasso! Morirà!

Cento bambini cedettero al panico. Alcuni fuggirono via per andare ad avvertire gli insegnanti, altri trovarono impossibile distogliere lo sguardo dal mio volto, in attesa che qualche sorte orribile si abbattesse su di me. E sì, il cinquenne Simon Clark adorava ciò che aveva fatto. L’attenzione! La reazione! L’orrore! L’orrore! Se il pubblico fosse stato composto da persone più mature, la reazione non sarebbe stata tanto drammatica. Non ci sarebbe stato il panico, il nudo terrore. Bambini più grandi avrebbero magari scrollato le spalle e commentato fra loro che Simon avrebbe finito per vomitare, o che entro un paio di giorni il sasso avrebbe trovato una diversa via di uscita. Il mio particolare pubblico era troppo giovane per arrivare a quel genere di conclusione. Per loro, inghiottire una pietra era un viaggio verso l’ignoto, con conseguenze forse magiche. Dall’espressione su alcuni di quei volti, era chiaro che si aspettavano di veder verificarsi qualche tipo di misteriosa trasformazione, solo perché avevo inghiottito quel ciottolo. Avrei magari sviluppato un assurda ione per il mangiare pietre? O magari sarei impazzito e avrei cominciato a staccare a morsi grossi pezzi di muro dalle pareti della scuola? Quando ai in mezzo a quella folla, ovunque bambine e bambini pieni di tensione si ritrassero da me. Ero diventato il divoratore di rocce. Può darsi che qualcuno di quei bambini abbia avuto gli incubi, dopo la mia irresponsabile bravata, ma io non riportai nessuna conseguenza. Naturalmente, è possibile che quel ciottolo nero stia ancora rimbalzando dietro le mie costole mentre scrivo queste parole, ma non mi sono trasformato nel Ragazzo Masso (anche se è possibile che da bambino abbia sognato a occhi aperti di fare proprio questo). Forse ciò che mi è rimasto dentro è stato il ricordo di quell’incidente con il ciottolo e della violenta reazione che ero riuscito a scatenare nel mio pubblico, perché arrivato ai dieci anni di età, ho scoperto di avere il talento di intrattenere e perfino di sorprendere amici e insegnanti con la mia immaginazione… anche se adesso era del tutto limitata alle cose che scrivevo e non si estendeva più al trangugiare sassi. E così eccomi qui, molti anni più tardi, ancora impegnato a scrivere storie, e ancora compiaciuto quando elaboro un’idea che i lettori trovano divertente. Una

delle mie prime storie ad attirare l’attenzione del pubblico è proprio qui nelle vostre mani, e mi ha notevolmente aiutato a lanciare la mia carriera nell'orbita degli autori di romanzi dell'orrore. Gerassimos Flamotas: un giorno di straordinaria follia è apparso per la prima volta nell’antologia Britannica Dark Voices 5 nel 1993. L’ispirazione per scriverla mi è venuta da una visita all’isola greca di Cefalonia, uno di quei luoghi dall’atmosfera potente, dove idee per nuove storie crescono sul suo suolo roccioso, abbondanti quanto gli antichi e nodosi alberi di olivo. Annidate in quello splendido scenario ci sono chiese pittoresche antiche di oltre un migliaio di anni, vigneti che producono vini inebrianti e perfino una misteriosa città fantasma che un tempo potrebbe essere stata la dimora di uomini come Gerassimos Flamotas, che una mattina si svegliò per sperimentare un giorno di un genere mai vissuto prima… quel genere di giorni che non si dimentica più.

Gerassimos Flamotas: un giorno di straordinaria follia

Quando si avviò sul suo motorino… un vecchio aggeggio cosparso di ruggine… per attraversare le montagne dell’isola, Gerassimos Flamotas aveva speranza, o almeno si aggrappava alla speranza come un uomo invaso dal tumore si aggrappa al sogno di una cura miracolosa. Era partito di buon’ora, in parte per evitare il torrido sole greco e in parte per potersi fermare a ogni cappelletta lungo la strada, farsi piamente il segno della croce e sussurrare una preghiera che gli sembrava essere assolutamente sincera. Era ancora abbastanza buio da meravigliarsi del modo in cui le lampade a olio pervadevano di una sommessa luce ambrata le cappellette dalle pareti di vetro, del modo in cui essa si rifletteva sulle icone e i crocifissi dorati. I ritratti del santo da cui prendeva il nome, San Gerassimos, lo contemplava con i suoi occhi gentili da martire. Da qualche parte, lui se ne stava seduto a contemplare la Terra torturata, pensò Gerassimos il mortale. Una volta, quella tortura era consistita in carestie, terremoti, epidemie, chiodi arrugginiti conficcati nella carne o baionette naziste che sventravano i suoi connazionali. Adesso quelle torture si erano fatte più sottili, e infinitamente più prolungate. Imposte fondiarie non pagate, i pagamenti arretrati del mutuo sulla sua fattoria: aveva accumulato una quantità di debiti alta quanto il Monte Ainos, che si levava davanti a lui, a traare con la sua solida roccia la nebbia dell’alba. E tuttavia, Gerassimos Flamotas continuava a sperare. Arrivò ad Argostoli entro le dieci. Alle undici era seduto sui gradini di marmo della banca, e ogni speranza se ne era andata. Peggio ancora, qualsiasi barlume di speranza avesse posseduto era stato infranto, schiacciato, frantumato. La speranza e anche il suo spirito. Infranti. Perduti per sempre. Il sole gli faceva bruciare la testa quasi calva. Perché non si era portato un

cappello? Perché non aveva capelli? Ricordava come era stato vent’anni prima. Sicuro si sé, avvenente, di ritorno dal servizio nell’esercito greco, con i gradi di sergente maggiore e una piccola fortuna in tasca. Ricordava le eggiate serali nella piazza cittadina di Argostoli, godendo degli sguardi pieni di ammirazione delle ragazze più graziose. Oh, quanti piani aveva avuto. Adesso era pieno di amarezza. Essa gli trafiggeva la lingua e gli faceva lacrimare gli occhi, tanto che non notò neppure i turisti che tanto detestava aggirarsi senza meta su e giù lungo la strada. Risalì sul motorino per ripercorrere la lunga strada fino a casa. Vent’anni prima si era detto che entro i quarant’anni sarebbe stato milionario. Adesso aveva cinquantuno anni, era un ometto rinsecchito dal sole ed era povero, povero, povero. Quando era a due chilometri da casa, si fermò lungo il lato della strada. In lontananza, poteva vedere la sua abitazione da contadino che pendeva di traverso lungo il fianco della collina. Là era dove aveva avuto intenzione di coltivare viti, fare il vino e diventare il più grosso produttore di tutta Cefalonia. Adesso, il più grosso produttore era Calliga. Bevete Vini Calliga, annunciavano dozzine di cartelli lungo la strada. I vini Calliga rispettano una tradizione di vinificazione antica di 3000 anni. – Calliga, Calliga, Caliga. Accidenti… – sputò. I suoi vini sarebbero stati più dolci, i suoi rossi più scuri e il rosé? Ah, il rosé avrebbe avuto quel tenue colore rosato proprio di una rosa primaverile. Anche da lì poteva vedere le sue viti soffocate dalle erbacce. Cento acri di puro dolore. Puro dolore concentrato. Il fratello di sua moglie era stato un imbecille. Le viti normali non potevano crescere su quel tipo di terreno. Crescevano in qualsiasi altra parte di Cefalonia, ma non lì. Non lì!

Imprecò. L’amarezza minacciava di cancellare la sua razionalità, e per un momento ebbe voglia di prendere a calci il motorino, di strapparsi i vestiti e di gettarsi in mare urlando e bestemmiando, per porre fine una volta per tutte alla sua miserabile vita in quelle acque salmastre. Dall’altra parte della strada, San Gerassimos se ne stava nella sua cappelletta di vetro e lo fissava con quei suoi grossi occhi da mucca. Quei ridicoli occhioni dolci. Aveva pregato là mille, duemila volte. E per cosa? Per niente, Gerassimos, per niente. Com’era quella frase che aveva sentito sulle labbra di un Inglese ubriaco? Andassero tutti a farsi fottere. Allungò la mano e raccolse una pietra delle dimensioni di una pallina da tennis, poi il suo braccio scattò in avanti e la pietra lasciò le sue dita. Il vetro esplose in una miriade di schegge che scintillarono al sole. Sentendosi emotivamente svuotato, Gerassimos si avvicinò alla cappelletta. San Gerassimos era caduto nella polvere, e la sua comionevole faccia da martire era spaccata in due.

– Sono morto – disse Gerassimos Flamotas a sua moglie. Lei era intenta a smuovere con un piccone il terriccio opaco in cui coltivavano aglio e cipolle, e non sollevò lo sguardo. – Sono morto – ripeté lui, in tono piatto. – La banca esproprierà la fattoria. Non abbiamo niente, neppure dove vivere. Sono morto. Sua moglie smise di colpire il terriccio duro come cemento e lo guardò. – Sapevamo che sarebbe successo. – Non c’era traccia di sorpresa nel suo tono pratico. – Le banche! – ringhiò Gerassimos. – Le banche sono state buone con noi. Ci hanno ridotto i pagamenti, ci hanno dato più tempo. Non potevamo chiedere altro. E adesso… – continuò lei,

battendo le mani per liberarle dalla polvere… – sei disposto ad accettare il lavoro che mio fratello ti ha offerto? – Servire a tavola i turisti? – Gerassimos imprecò e si allontanò attraverso il boschetto di olivi, diretto alla spiaggia. Come sempre era deserta, nessun turista veniva su quel tratto roccioso di costa. La sua unica figlia, Rose, lo seguì. Diciannovenne, goffa nel suo vestito nero, con la bocca rilassata… e stupida. Non aveva mai pronunciato una singola parola, neppure un “mamma”. E lo seguiva come un’ombra. Gerassimos la detestava. Non si sarebbe mai sposata. Non si sarebbe mai guadagnata di che vivere. Era inutile. Morta. Un uomo morto, con la sua famiglia morta, nella loro fattoria morta. Si avviò lungo la spiaggia, spingendo a calci i ciottoli in mare, poi sedette su una roccia e si accese una sigaretta. Sua figlia gli si sedette accanto e gli posò una mano sul braccio in un silenzioso gesto di affetto. Gerassimos si liberò di quel contatto con una scrollata, come se lei fosse stata un insetto, irritante ma priva di importanza al confronto delle altre sue preoccupazioni. Il sole gli premeva sulla testa scoperta come metallo rovente. Si sarebbe dovuto portare il cappello. Ah, vent’anni prima aveva avuto i capelli, folti, nerissimi… – Quanto vuoi per la ragazza? La voce lo colse di sorpresa. Si guardò intorno, ma alle sue spalle la spiaggia era deserta e alla sua sinistra sedeva Rose, intenta a togliersi steli di erba secca dai piedi nudi. – Quanto vuoi per la ragazza?

Quasi stordito, Gerassimos Flamotas socchiuse gli occhi per difenderli dal bagliore del sole. Una forma si mosse. Era senza dubbio un uomo, forse uno straniero. Gerassimos sollevò una mano a ripararsi gli occhi dalla luce intensa: l’uomo era alto e magro, ma ancora non riusciva a vederlo in faccia. Nonostante tutto, riportò un’impressione di ricchezza, grande ricchezza, quasi nobiltà. – Quanto vuoi per la ragazza? – chiese ancora l’uomo. Gerassimos si alzò faticosamente in piedi, sforzandosi di assumere un atteggiamento di indignazione paterna. – Mia figlia non è una prostituta. Vattene, prima che ti riduca in poltiglia! L’uomo alto non sussultò neppure. – Non hai bisogno di denaro? – chiese con disinvoltura. – Credevo che tutti ne avessero bisogno. Improvvisamente, Gerassimos si trovò a pensare che forse quell’uomo era un turista che aveva bisogno di una cameriera. Sì, aveva frainteso. Un uomo sano di mente non avrebbe mai cercato di comprare i favori sessuali di una ragazza rivolgendosi a suo padre. – Signore… – replicò, riflettendo in fretta, – mia figlia è muta e non è intelligente, ma sa lavare i pavimenti, cucinare un poco… L’uomo sollevò una mano. – No, niente del genere. Tutto quello che voglio è la sua… compagnia. Solo per poche ore. Fino alle cinque, per la precisione. Gerassimos era sconcertato. – Mi dispiace, signore, non capisco – disse. Quanto meno, stava fingendo di essere sconcertato, perché era stato nell’esercito abbastanza a lungo da sapere cosa intendessero in realtà gli uomini quando affermavano di volere la compagnia di una ragazza.

L’uomo accennò con la testa in direzione del mare, dove uno yatch era ancorato nella baia. Gerassimos socchiuse gli occhi per vedere qualcosa nonostante il bagliore accecante del sole. L’imbarcazione era grande, la nave di un milionario… e forse a causa dell’angolazione, sembrava essere nera. – Voglio solo che rimanga con me durante il pomeriggio. Gerassimos quasi chiese il perché, ma era troppo astuto per commettere un errore del genere. – Eh… ha detto che… – tentennò, poi si lanciò a capofitto: – Quanto? Ha detto che avrebbe pagato. – Sì, infatti. – L’elegante gentiluomo esibì un pacchetto avvolto in carta marrone. – Un milione di euro. Il sangue prese a pulsare negli orecchi di Gerassimos. – Un milione? – Quello era più denaro di quanto ne avesse mai visto in tutta la sua vita. – Dunque… – Lo straniero accennò alla ragazza, che sedeva iva sulla spiaggia, intenta a guardarli. – Il mio uomo ci porterà a bordo con la scialuppa e eremo là il pomeriggio. Non si preoccupi, le riporterò sua figlia tutta intera. Come si chiama? – Rose – borbottò Gerassimos, in un tono da sonnambulo. Di colpo, il padre che era in lui cercò di farsi valere. – Non le farà del male, vero? – Non sia mai. Gerassimos si fece esitante. Rose era brutta, e stupida… ma faceva affidamento su di lui per essere protetta, e non voleva che le fero del male, la spaventassero o la… la violassero. – Non saprei. Io… io… – Scosse la testa calva. Lo sconosciuto protese il pacchetto. – Un milione di euro. Senza tasse. Senza domande. Tutto suo.

Gerassimos prese il pacchetto, quasi strappandolo dalle mani dell’uomo, e lacerò la carta marrone in un angolo. Dentro, compressi, c’erano rotoli di banconote. Avevano un odore così buono! – D’accordo – assentì in fretta. – Prenda la ragazza, ma la riporti per le cinque. – Tutta intera – ripeté l’uomo, quasi facendo le fusa. – Tutta intera. Gerassimos ordinò a Rose di andare con lui. Obbediente, lei seguì fino alla scialuppa l’uomo con il viso in ombra. Il rematore aveva le spalle così curve da dare l’impressione di essere senza testa. Gerassimos Flamotas rabbrividì. Poi il rematore senza testa, il gentiluomo senza faccia, e Rose che continuava a guardare fiduciosamente verso suo padre si allontanarono in direzione dello yatch nero. Gerassimos si rassicurò dicendo a se stesso che sarebbe andato tutto bene, che non le avrebbero fatto del male. Entro cinque ore sarebbe tornata, tutta d’un pezzo. Inoltre, qualsiasi cosa fosse successa, lei non sarebbe comunque mai stata in grado di dirlo a nessuno, visto che non era in grado di parlare e non sapeva scrivere. Gerassimos risalì la spiaggia fino al punto in cui il tronco nodoso di un albero sporgeva dalle pietre e dal terriccio; là si distese all’ombra offerta dalla pianta, si mise comodo, con il pacchetto del denaro appoggiato sullo stomaco, e pianificò il suo futuro, sentendo un piacevole calore diffonderglisi in tutto il corpo. Con quel denaro avrebbe potuto assumere una squadra di lavoranti per rimuovere le erbacce dai campi e piantare altre viti, piante coltivate in modo speciale in modo da poter prosperare nel suo terreno sassoso. In un vertiginoso susseguirsi di immagini vide tutto quanto: una nuova auto, una bella villa, supermercati che esponevano il suo vino, la cui etichetta recava una fotografia della sua faccia. Ecco un uomo ricco e felice, avrebbero commentato gli invidiosi. Ma prima di tutto, per primissima cosa, avrebbe riparato la cappelletta di San Gerassimos che aveva danneggiato. Sarebbe stato lieto di sostituire il vetro e di comprare una nuova icona del santo. Sì, l’avrebbe restaurata, avrebbe fatto di quella cappelletta un monumento alla sua fortuna. Si svegliò un minuto dopo le cinque. La scialuppa con il rematore senza testa stava già lasciando la spiaggia per

tornare allo yatch nero. Ma dov’era Rose? Poi la vide. Giaceva sulla spiaggia. Bastardi! L’avevano uccisa. No. No. Di certo non potevano aver fatto una cosa del genere, giusto? Stringendo con forza il pacco del denaro, si diresse in fretta verso la spiaggia. Cosa dirò a mia moglie se le hanno fatto del male? pensò, in preda al panico. Quando si avvicinò a sua figlia, però, rallentò il o. Il suo aspetto non era normale. Rose giaceva nuda, ma non si trattava solo dell’assenza dei vestiti. In qualche modo, appariva alterata. Gerassimos era ancora a una cinquantina di metri di distanza, quindi non ne poteva essere certo, ma… Poi vide cosa avevano fatto alla sua povera, muta ragazza. Si raggelò. – La riporterò tutta intera – aveva detto l’uomo. Oh, lo aveva fatto, certo, era intera. La bile nello stomaco gli fece salire un sapore orribile in bocca. Aveva bisogno di una sigaretta. – Tutta intera. Lei era intera, solo che l’avevano… Gerassimos scosse il capo, incredulo… l’avevano cambiata. Il suo sguardo assorbì i dettagli del loro operato. Lei era morta, decisamente morta… e che fosse ringraziato Dio per quella misericordia. In quelle cinque ore l’avevano fatta a pezzi, poi quel pazzo, pazzo bastardo aveva ricucito insieme i pezzi. La testa, recisa dalle spalle, era stata cucita sul

ventre flaccido. Quando si avvicinò maggiormente, con riluttanza, Gerassimos poté vedere le centinaia di minuscoli punti che sigillavano ogni taglio. La faccia appariva illividita e gonfia. Inorridito, guardò con maggiore attenzione e notò che le palpebre erano cucite insieme. Cosa ne avevano fatto dei suoi occhi? Le orbite apparivano vuote sotto la pelle sigillata. Gli arti erano stati amputati e poi riattaccati al corpo, le braccia ai fianchi e le gambe alle spalle. Questo dava a Rose l’aspetto di un ragno a quattro zampe, un grosso ragno bianco girato a pancia in su sulla spiaggia sassosa, con una testa che gli sporgeva dallo stomaco. Non riusciva a distogliere lo sguardo dalla sola persona rimasta al mondo che avesse il suo stesso sangue. Torturata. Violata. – Mia figlia – sussurrò piano. Poi lei si mosse. Dapprima le sue mosse furono incerte, poi si sollevò e girò la faccia verso di lui, come una persona cieca che avesse sentito chiamare il proprio nome. Quella vista tolse il respiro a Gerassimos, che indietreggiò incespicando con un grido soffocato. – No… Non sapeva come avessero fatto a creare quella cosa. Gli arti cominciarono a muoversi, dapprima in modo incerto e privo di coordinazione, poi trovando un loro equilibrio, e sollevarono nell’aria il torso della ragazza, due braccia e due gambe che lavoravano all’unisono. Simile a un gonfio ragno bianco, lei prese ad avanzare verso di lui con i palmi delle mani e le piante dei piedi che percuotevano ritmicamente i ciottoli. – No… no… per favore… – Gerassimos si girò e fuggì, tenendo stretto al petto il prezioso pacchetto con il denaro. Alle proprie spalle, sentì il rapido, ripetuto impatto delle mani e dei piedi. Buon Dio. Lei poteva correre. Poteva correre.

Gerassimos continuò a fuggire lungo la battigia, con i ciottoli che rotolavano, scivolavano e stridevano sotto i suoi sandali. Una volta, si fermò per guardarsi alle spalle. La carne sobbalzava e la testa priva di occhi fissata sul torso continuava a girarsi a destra e a sinistra come la torretta di un carro armato. Buon Dio. Quella cosa poteva sentirlo… e forse poteva anche fiutarlo. Il respiro di quella creatura scaturiva irregolare e rumoroso dall’ano, dove la pelle era rossa come un pomodoro a causa dello sforzo che i vasi sanguigni stavano facendo per accogliere il sangue ossigenato. Il torso, dall’aspetto ora chiazzato, ebbe un tremito, poi lui vide sua figlia urinare. La nuova disposizione degli organi interni spinse l’urina verso l’esterno e verso l’alto con una pressione terribile. Essa schizzò in aria come l’acqua dallo sfiatatoio di una balena, in un velo di gocce che sotto i raggi del sole del tardo pomeriggio avevano lo stesso colore dorato della birra. Gerassimos Flamotas si girò e riprese la fuga, con i piedi che scivolavano sui sassi smossi, sui quali non riuscivano più ad avere una buona presa. In qualche modo, tuttavia, riuscì ad allontanarsi, senza osare di soffermarsi di nuovo a guardare. Se quella cosa lo avesse raggiunto, se lo avesse toccato… Oh, dolce San Gerassimos. Salvami… salvami… Mentre correva, si ricordò della cappelletta. Quella mattina… il sasso… la sua furia. Il vetro rotto e la statua di San Gerassimos che giaceva a terra, nella polvere. Quegli occhi scuri, spirituali che attraversavano Gerassimos Flamotas con il loro sguardo rivolto al cielo, come se quell’ometto calvo fosse stato trasparente quanto il vetro che aveva racchiuso la cappelletta. Continuò a correre. Finché non riuscì più a farlo. Crollando al suolo, si raggomitolò su se stesso sulla spiaggia, gli occhi serrati, stringendo a sé il denaro e pregando che il mostro lo lasciasse stare. Sentì le mani e i piedi che si avvicinavano, solo che adesso procedevano lentamente. Nell’andatura c’era qualcosa di riflessivo. Poi sentì una mano (o

forse era un piede?) accarezzargli con gentilezza la schiena. Alla fine, dovette guardare. Aprì gli occhi e si girò verso sua figlia. Il buco lasciato dalla rimozione della testa era stato ricucito a formare una sorta di groppa. Il volto senza occhi appariva imibile, quasi come quello di una bambola, e il respiro rantolante continuava a provenire dal dietro della creatura, più rumoroso che mai. Dov’erano i suoi occhi, i suoi begli occhi? Poi li vide. La repulsione si abbatté su di lui a ondate. Chi aveva fatto questo, chiunque fosse, doveva disprezzare l’umanità più di quanto Dio l’avesse mai amata. Gli occhi. I seni erano stati aperti all’altezza dei capezzoli, un singolo taglio per ciascuno, grande abbastanza da ospitare un occhio. I seni pendevano come sacche vuote nel punto in cui erano stati cuciti al corpo, e il ragno bianco doveva sollevare il torso perché gli umidi occhi castani potessero vedere il volto tormentato di Gerassimos. Gli occhi-capezzoli ammiccarono lentamente, e una singola lacrima cadde da uno di essi per infrangersi sulla spiaggia. La muta Rosa parlò per la prima volta nei suoi diciannove anni di vita. – Ti voglio bene, papà. – La voce era quella di una bambina. Gerassimos rotolò prono sulla spiaggia. La voce da bambina risuonò ancora. – Papà, perché hai permesso loro di farmi questo? Perché? Gerassimos Flamotas scoppiò a piangere. Avrebbe sentito quelle parole in eterno.

FINE

Introduzione ad Alta tensione di Simon Clark

Caro lettore, ricordi quella storia di come ho inghiottito un sasso? Quel gesto giunse come un’assoluta sorpresa per i miei amici, sul campo da gioco della scuola… ecco, forse fu più uno shock che una sorpresa. E adesso ecco un’altra sorpresa. Una storia che è un Uovo di Pasqua, con un dono segreto che spero ti aiuterà a scivolare nel giusto spirito di Halloween. Alta tensione è una delle mie primissime storie, scritta intorno al 1989, e come nel caso di Gerassimos Flamotas parla di trasformazione fisica. Come appare chiaro, questo è un argomento che mi affascinava oltre vent’anni fa (credo mi affascini ancora), e Alta tensione può essere visto come un naturale compagno per la storia precedente, in quanto condivide un tema simile. Trattandosi di un racconto di così tanto tempo fa, mi sono sentito tentato di apportare dei cambiamenti per questa sua nuova edizione. Ho avuto questo stesso problema quando ho ripubblicato il mio primo romanzo, Blood Grit, con il titolo Blood & Grit 21, nel 2011. Dovevo limare frasi poco scorrevoli, cambiare alcune cose, rimuovere le parole di slang dello Yorkshire? Poi però mi sono reso conto che dovevo essere fedele al testo originale delle storie. D’accordo, in certi punti possono apparire molto crude e decisamente sanguinarie, ma esse erano i miei primi i sulla strada per diventare uno scrittore. I lettori mi dicono quanto le abbiano apprezzate, e come esse crepitassero di energia. Quindi ecco qui Alta tensione… ho fatto del mio meglio per non rimaneggiarlo troppo, correggendo solo gli errori che apparivano evidenti. Alta tensione può essere considerato una vera rarità, e mi fa piacere che le brave persone di Cemetery Dance mi abbiano dato l’opportunità di renderlo di nuovo disponibile.

Alta tensione

Prova 1: Registrazione Audio - Caso: Markham, John Stephen

Lo farò. Ho pensato a tutto nei dettagli. Ora mi alzerò, e oltreerò quella porta. Nel peggiore dei casi, posso solo morire. Loro sono là fuori. Stanno aspettando. Se mi giro, posso sentirle premute contro l’altro lato della finestra della cucina. Oh… lei mi amava, un tempo. Forse mi perdonerà. Non mi farà del male, so che lei… lo so… Bene… sto bene… ho bevuto un boccale di vodka, sono calmo. Ora vi dirò cosa è successo. Ascoltate. Mi chiamo John Markham, e ho trentaquattro… no, trentacinque anni… lo vedete, ho i nervi in tilt. E sono qui, solo, nel mio cottage da ferroviere, nel bel mezzo del dannato nulla, a parlare nel microfono di un dannatissimo computer. Sarei riuscito a mettere in rete questo… come vogliamo chiamarlo? Monologo? Sarei riuscito a caricare questo monologo su un sito web se le linee telefoniche non avessero smesso di funzionare un’ora fa. Così adesso sono qui in questa baracca che è a chilometri da qualsiasi cosa. Sono un segnalatore sulla linea Leeds-Londra, tiro le leve che fanno in modo che i treni espressi raggiungano le città giuste. Che altro avete bisogno di sapere su di me? Sono alto un metro e ottanta. Ho smesso di credere in Dio quando avevo vent’anni. Riesco a mangiare barrette di Mars fino a farmele uscire dagli orecchi. Una volta suonavo la chitarra elettrica in una rock band.

Oh… e tre settimane fa ho assassinato mia moglie. Perché? Semplice. Per un’altra donna. Quando commettono un adulterio, all’inizio gli uomini si sentono così dannatamente astuti. Improvvisamente cominciano a imbrogliare, pianificare, si sentono le persone più intelligenti del mondo. Ebbene, io ho ingannato me stesso, credendo che la vita con Suzie sarebbe stata il paradiso in terra. E così ho ucciso Louise. È parso così facile. Ho manomesso i cavi dell’alta tensione che alimentano le locomotive, e in men che non si dica, tutti quei cavi ferroviari hanno cominciato a riversare la loro potenza… venticinquemila abbaglianti volt… nella maniglia del cancello del giardino. Vedete, la ferrovia corre vicino al giardino e non ci sono altre case nelle vicinanze, nessun vicino ficcanaso che venga a spiarmi. Così una sera, mentre Louise stava potando le rose, mi sono presentato con due sacchi della spesa pieni di alimentari, e le ho detto con disinvoltura: – Louise, questi sacchi pesano una tonnellata. Aprimi il cancello. In qualche modo, pensavo che sarebbe stata una cosa pulita, come addormentarsi. Non ero pronto per quello che successe. Sorridendomi, lei allungò la mano verso la maniglia di metallo del cancello. BANG! Tutto il suo corpo fu pervaso di uno scintillio come le immagini di quei vecchi film muti… un bagliore fra il bianco e l’azzurro che mi ferì gli occhi. Lei mi fissò per tutto il tempo, mentre la faccia le si copriva di vesciche, ribolliva e anneriva, mentre la lingua le sporgeva dalla bocca, rigida e violacea, come un dito puntato verso di me che mi accusasse di ogni crimine della creazione. E per tutto il tempo i denti continuarono a serrarsi, mordendo quella lingua finché non si divise in due. Bene… e il verdetto dell’inchiesta?

Suicidio. Si era arrampicata sul traliccio e aveva toccato i cavi della corrente… così hanno detto. E chi ero io, un musicista fallito e una parodia di ferroviere, per discutere? Ieri sono tornato al lavoro per la prima volta dalla morte di mia moglie. Non mi sentivo bene, e neppure male. Soltanto vuoto. Freddo. Ho svolto il mio lavoro, e basta. E Suzie? La donna per cui ho ucciso? Che ne è stato di lei? Ha trovato un altro amore ed è fuggita al sud. Buffo… non me ne è importato niente. Bene. Una splendida giornata. Un sole caliginoso. Temperatura mite. Me ne stavo seduto in alto nella mia cabina di segnalazione, il re del mio castello. I treni avano, i contatti generavano scintille nei cavi, in alto. A volte i macchinisti mi facevano un cenno di saluto. Poi giunse un periodo di calma. Guardai i cavi, e le rotaie che si allontanavano verso l’orizzonte. Di solito, i cavi hanno una lucentezza argentea. Quel giorno, assumevano un colore rosa. Avrei dovuto saperlo. Avrei dovuto. E invece no. – Uno scherzo della luce, John – dissi a me stesso. – Solo uno scherzo della luce. Mi preparai un caffè, usando la caffettiera elettrica, un aggeggio antiquato con la serpentina sporca. Adesso il cavo di alimentazione era coperto a sua volta da una qualche schifezza. Attaccati al suo rivestimento di plastica, da un’estremità all’altra, c’erano chiazze gelatinose rosa. Grandi quanto chicchi di riso, erano di un rosa umido, e per qualche motivo non erano per niente gradevoli a vedersi.

Non ricordo di aver pensato, Che cosa sono? Il mio cervello si era come intorpidito da quando ero diventato vedovo. Invece di chiedermi cosa fossero, mi limitai solo a controllare se ce n’erano altre. C’erano. Erano attaccate a ogni singola apparecchiatura elettrica presente. Gli interruttori della luce erano resi appiccicosi da piccole chiazze rosa. Esse correvano come uno sfogo della pelle lungo tutti i cavi di alimentazione, erano raggruppate intorno al microfono e all’auricolare del telefono, come quegli anemoni di mare che si attaccano alle rocce, sulla spiaggia. Quanto più guardavo, tanto più sentivo che avrei dovuto cercare di capire cosa fossero. Rabbrividii. Non era una bella cosa. Il mio cervello intorpidito riuscì a capire almeno questo. E registrò anche il fatto che si stavano ingrandendo. Adesso somigliavano a piccole stelle marine: rosa, umide, con quattro zampe e… Cristo… conoscete quella sensazione che mi pervase? Quel riuscire quasi a capire. Quella comprensione indefinita. Come nuotare nell’oceano, dove l’acqua è tanto profonda da apparire nera, e guardare in basso per vedere una forma pallida simile a un siluro che punta verso di te. Non sai cos’è, ma… hai paura? Sì. Hai tanta paura da fartela addosso. Non pensi, dici a te stesso di non pensare a quella parola: SQUALO. Perché se ci pensi, cedi al panico. Sei morto. Fuori. I cavi dell’alta tensione che alimentavano il motore dei treni elettrici si stavano inspessendo. Voglio dire che l’intero cavo era rivestito di uno spesso strato umido e rosa. Squalo. SQUALO.

Ecco, l’avevo detto. Ora dovevo guardare. Dovevo sapere. Cercai la lente d’ingrandimento che il vecchio Porter usava per leggere le pagine sportive quando era di turno qui nella cabina di segnalazione, poi con l’unghia del pollice staccai una singola chiazza rosa dal telefono. Guardai attentamente. Guardai fino ad avere il respiro ansimante, a sudare e ad avere la testa che mi girava. Oh, lo giuro su Dio, era là, nel palmo della mia mano. Era lei. Louise. Con gli occhi chiusi. Immobile. Due seni minuscoli. Peli pubici neri delle dimensioni di una virgola. Sembrava addormentata, come in centinaia di altre occasioni in cui l’avevo vista dormire in ato… sdraiata supina sul nostro letto matrimoniale. La mia Louise. Sta tornando. Poi qualcosa cedette dentro di me e mi accasciai sulla sedia, privo di sensi… beatamente, dolcemente, innocentemente svenuto. Sapete, questo mondo è un bastardo crudele. Non mi permise di morire nel sonno. Invece, mi svegliai circondato dal rosa. Chiazze rosa ricoprivano il telefono. I comandi dei segnali erano rosa. Tutto ciò che era elettrico era rivestito di quella disgustosa gelatina… rosa e umida. Tremolante. Avevo dormito due ore. Dov’erano i treni? Gli allarmi avrebbero dovuto spaccarmi i timpani. C’era soltanto silenzio. Quel silenzio rosa. L’orologio elettrico si era fermato alle 12:14. Provai ad azionare gli interruttori rivestiti di gelatina rosa. Niente. Ma certo! Quella roba rosa stava risucchiando l’energia direttamente dai cavi

principali, alimentandosene, crescendo per diventare qualcosa che non volevo vedere. Sapevo di dover guardare fuori. Dovevo vedere cosa era successo ai cavi di alimentazione delle locomotive che erano percorsi da venticinquemila volt di energia pura. Oh, Gesù, dolce Gesù… Mentre dormivo, un branco di pazzi aveva usato i cavi dell’alta tensione come corde del bucato. Questo fu ciò che mi dissi, per impedire che lo shock di quanto stavo vedendo mi spaccasse il cuore in due come un’anguria. Loro… i pazzi, i pazzi… avevano appeso una fila di tute rosa. Un chilometro dopo l’altro di tute rosa, appese in una fila ordinata che si perdeva all’orizzonte. Le gambe oscillavano appena sotto la brezza come fa il bucato appeso a una corda, le maniche erano fissate al cavo, e tutto era rosa, un rosa carne, di quel colore di cui si tinge la pelle dopo un bagno troppo caldo. Ed erano ancora umide, appena uscite dalla lavatrice del pazzo. Scesi sui binari, e là infine accettai la verità. Le tute erano corpi… migliaia di corpi… provate a immaginare!... corpi femminili nudi e rosa, tutti identici, tutti appesi per le mani al cavo dell’alta tensione come in un massacro da parte dei Nazisti, e tutti con la schiena rivolta verso di me. Non li potevo vedere in faccia. Però ciascuno di essi aveva una voglia a forma di C sul gluteo sinistro. Louise ne aveva avuta una. E ciascuno aveva i capelli scuri. Come Louise. Non urlai, e neppure cercai di sbattere la testa contro il terreno. Mi limitai a guardare.

E mentre li osservavo, essi girarono lentamente il loro migliaio di teste per guardarmi. Oh, quell’espressione. Il dolore che ne trapelava. Louise. Poi, a uno a uno, i corpi caddero dal cavo, come morbidi frutti maturi che si staccassero dal ramo. In qualche modo, riuscii a rientrare a casa e a sprangare le porte, e cercai di costruirmi intorno una fortezza inespugnabile ricorrendo alla vodka. Ah, quella stupida idiota. Tutti gli assassini confessano. O così si dice. Io sto confessando su questo computer. La batteria non si è ancora esaurita, quindi sembra essere tutto a posto. E così eccomi qui, un ratto in trappola. Senza Dio, senza neppure un fottuto santo da quattro soldi che intervenga a salvarmi. Merda… Fuori… Ecco, i campi sono tinti di rosa da Louise. Lei mi ha seguito a casa. Non ho dove fuggire. Mentre parlo, quelle chiazze rosa si stanno diffondendo sul frigorifero, sui fornelli, sul microonde… una dozzina di mani rosa stanno spegnendo la luce al neon applicata al soffitto. Sembrano mammelle di mucca gonfie. Sì, Louise sta entrando in casa. Un po’ per volta. Già… Sono arrivato alla fine. Non c’è altro da dire. Mi alzo. Apro la porta. Sono qui, Louise. Sono…

(La registrazione prosegue per altri trentadue minuti. Rumori identificabili: nessuno.)

Prova 2: Busta Marrone Strappata Con un Messaggio Scritto a Matita.

MI HA PREMUTO CONTRO IL CAVO DELL’ALTA TENSIONE. ADESSO SONO MOLTIPLICATO PER MIGLIAIA LEI CI TORTURERÀ PER SEMPRE MI DISPIACE DIO PER FAVORE DIO PERMETTICI DI MORIRE

FINE

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Halloween Nights in questa collana

Kealan Patrick Burke, Sepolto vivo Al risveglio non si trovò nel suo letto, come si era aspettato, ma chiuso in una bara di pino... ISBN: 9788867750962 Ronald Malfi, La casa in Cottage Lane La vecchia casa si levava davanti a noi, più cupa di una caverna sotto la luce della luna, accasciata verso il terreno quasi soffrisse di uno sfinimento letale. ISBN: 9788867751068 Lisa Morton, La leggenda di Halloween Jack L’Inferno aveva cercato Jack per la prima volta mentre lui giaceva disteso in un vicolo vicino a un bar malfamato di Baton Rouge. ISBN: 9788867751273 Simon Clark, Gerassimos Flamotas: un giorno di ordinaria follia + Alta tensione Un'offerta tanto allettante quanto incredibile, ma con risvolti a dir poco sconvolgenti ISBN: 9788867751549

Gli ebook rapidi ed emozionanti

Erotismo

Claudette Marceau, Io, Elisabeth Lo scoppio della Rivoluzione se sorprende Elisabeth, costretta a un percorso di emancipazione attraverso il sesso e l'amore, che non sempre convivono Senza sfumature ISBN: 9788867750443 Letizia Draghi, La sala delle punizioni È possibile progettare i luoghi delle fantasie erotiche altrui? E' questo il dilemma di Alessia Delfino, alle prese con il progetto della Sala delle Punizioni richiestole da un affascinante imprenditore Senza sfumature ISBN: 9788867750450 Ledra, Il ladro Una storia d’amore e di sesso tra due amici, che si scoprono innamorati loro malgrado Senza sfumature ISBN: 9788867750528 Macrina Mirti, Il dolce sapore della vendetta Una donna giovane, bella e in carriera torna in Italia e riscopre emozioni e sentimenti che aveva cercato di dimenticare. Ma anche un ato che credeva morto per sempre. Senza sfumature ISBN: 9788867750849 Emiliana De Vico, Incontri protetti Come può, Vivienne, fidarsi di Alex, un uomo forte e affascinante ma imbrigliato in una storia di responsabilità con un’altra donna? Senza sfumature ISBN: 9788867750542 s Shepard, Il suo gioco Lilian ha ceduto alla ione e sposato l’uomo che le ha fatto perdere la ragione: il principe Leonardo Alberto De Biagi. Ma lui custodisce un segreto nel suo ato, qualcosa che è finalmente pronto a condividere con lei Senza sfumature ISBN: 9788867750559 Emiliana De Vico, Zona d'ombra Vivienne incontra il tenebroso Oliver Di Nardi, perso in brutti ricordi, e gli offre il suo corpo, la sua conoscenza, la sua forza per riportarlo al qui e ora, tra le sue braccia, tra le sue gambe... Senza sfumature ISBN: 9788867750535 Letizia Draghi, La guardia del corpo Alessia conosce una giovane guardia del corpo russa: sarà vero amore o solo una piccante storiella estiva, in cui il sesso conta più tutto? Senza sfumature ISBN: 9788867750856

Fantascienza

Franco Forte, Chew-9 Il Chew-9 è la sostanza più preziosa della galassia. Un potente allucinogeno capace di fare interagire l’immaginazione con la realtà, manipolando la materia per ottenere effetti sconvolgenti. Una droga che solo i ricchi e i potenti possono permettersi. A costo di annientare intere civiltà... Chew-9 ISBN: 9788867751228 Franco Forte, La guerra coi Rems Perché gli umani sono in guerra con la razza aliena dei Rems? Che cosa nasconde, in realtà, di così prezioso il loro pianeta natale? Chew-9 ISBN: 9788867751303 Franco Forte, Sole giaguaro Ma quando Roxie viene ingaggiato per comandare una spedizione di soccorso, non può immaginare quello a cui si troverà di fronte: un buco nero sta per inghiottire la sua astronave… Chew-9 ISBN: 9788867751471 Franco Forte, Sentenza Capitale Riuscirà il detenuto Cash La Rocca a sopravvivere all’atmosfera letale di Mephistopheles, un gigante ghiacciato ricoperto da oceani di metano e ammoniaca da cui nessuno è mai tornato vivo? Chew-9 ISBN: 9788867751501 Franco Forte, Morte dell'Agglomerato Questa è la sua storia. La storia di come uccise l’Agglomerato... Chew-9 (in preparazione) ISBN: 9788867751518 Dario Tonani, Mechardionica Il primo capitolo delle nuove storie di Mondo9 Mechardionica ISBN: 9788867750436 Dario Tonani, Abradabad Qualcosa di nuovo lacera l'immobilismo di Mondo9: volare salverà gli uomini dalla schiavitù delle navi? Mechardionica ISBN: 9788867750610 Dario Tonani, Coriolano Dai deserti alla giungla pluviale, sono sempre la ruggine e il metallo in cima alla catena alimentare… Mechardionica ISBN: 9788867751006 Paul Di Filippo, Il demolitore di astronavi Una grande astronave ormai in disarmo nasconde segreti impensabili. Ma ciò che si troverà Klom sarà il tesoro più inaspettato. E imprevedibile. Robotica ISBN: 9788867750504 Robert J. Sawyer, Mikeys Come l'astronauta dell’Apollo 11 Michael Collins il loro destino era quello di restare indietro, mentre i loro compagni conquistavano lo spazio. Robotica ISBN: 9788867750511 Barbara Baraldi, Paziente 99 L'umanità è ormai condannata a vivere nelle viscere della Terra. Ma le cose non sono come sembrano, e il piccolo mondo sotterraneo nasconde segreti sconvolgenti. Robotica ISBN: 9788867750627 Robert J. Sawyer, Sherlock Holmes e l'enigma definitivo Nel lontano futuro, un mistero eccezionale richiederà un investigatore eccezionale: Sherlock Holmes Robotica

ISBN: 9788867750931 Nancy Kress, I fiori della prigione di Aulit Su Mondo chi commette un delitto è condannato all’esclusione dalla Realtà. E Uli vuole tornarvi a ogni costo. Premio Nebula 1996 Robotica ISBN: 9788867750948 Paul Di Filippo, Bleb L’amore al tempo degli elettrodomestici intelligenti. Lui. Lei. E i bleb. Robotica ISBN: 9788867750955 Valentino Peyrano, Il castello e il viandante In un mondo sconvolto dall'apocalisse gli uomini sono costretti a vivere chiusi in castelli isolati. Solo i Viandanti, depositari dell'antica scienza, mantengono i contatti tra gli ultimi baluardi dell'umanità. Tecnomante ISBN: 9788867750467 Valentino Peyrano, Bema Esteban il Viandante era stato accolto con tutti gli onori in quello strano castello, ma qualcuno tramava alle sue spalle. Tecnomante ISBN: 9788867750597 Valentino Peyrano, La strada verso nord C'è una speranza per l'umanità? Forse sì, se riusciranno a non affidarsi completamente ai Viandanti e a ritrovare la sete della conoscenza Tecnomante ISBN: 9788867750917 Valentino Peyrano, Il resoconto di Karl Per Esteban la minaccia della vendetta dei Viandanti è sempre più vicina. Tecnomante ISBN: 9788867750924 Valentino Peyrano, Korman Esteban il Viandante sta per trovare il suo destino, e svelare finalmente le origini del mondo distrutto e popolato da mostri nel quale agonizza ciò che resta dell'umanità Tecnomante ISBN: 9788867751280 Valentino Peyrano, Il monaco apocrifo Le prove a cui deve sottoporsi Esteban sono quasi insostenibili, ma ciò che lo attende al termine del percorso è qualcosa che nessun uomo sperimentava da secoli. Tecnomante ISBN: 9788867751495

Fantasy

Carlo Vicenzi, La fortezza Le leggende sulla fortezza dei Cento Blasoni sono davvero affascinanti. E tante sono le avventure che il padre gli ha raccontato. Fantasy Tales I Cento Blasoni ISBN: 9788867750818 Carlo Vicenzi, Il prezzo del mercenario Le leggende sulla fortezza dei Cento Blasoni sono davvero affascinanti. E tante sono le avventure che il padre gli ha raccontato. Fantasy Tales I Cento Blasoni ISBN: 9788867751334 Simonetta Fornasiero, Il figlio dell'unicorno Quando la magia e il coraggio si incontrano, le anime degli uomini si forgiano per combattere il male Fantasy Tales Il Necromante ISBN:

9788867750979 Simonetta Fornasiero, L'abisso di Khantara Chi è Kanthara? E perché da un paese lontano hanno chiamato proprio Selidor il Necromante, per trovare una soluzione a una minaccia così temibile? Fantasy Tales Il Necromante ISBN: 9788867751402 Scilla Bonfiglioli, Specchi d'acqua C'è un mondo nuovo e affascinante, dietro i riflessi dell'acqua. Ma attenti a ciò che si nasconde oltre la soglia... Fantasy Tales L'ultima soglia ISBN: 9788867750986 Liudmila Gospodinoff, Nessuno è più ombra di me Nella Città delle Ombre, maghi, spie, ladri, nobili e guerrieri tessono i loro oscuri intrighi… Fantasy Tales La città delle ombre ISBN: 9788867751204 Luca Di Gialleonardo, La daga di bronzo Konor è un "rinato" e il suo destino è essere reclutato nella Fratellanza della Daga. Che lo voglia o meno. Fantasy Tales La Fratellanza della Daga ISBN: 9788867750801

Giallo

Maurice Leblanc, L'arresto di Arsenio Lupin Il ladro gentiluomo alla sua primissima avventura: una sfida forse troppo audace anche per un genio del travestimento come Arsenio Lupin Arsenio Lupin ISBN: 9788867751075 Maurice Leblanc, Arsenio Lupin in prigione Lupin è chiuso in prigione e sorvegliato a vista. Ma allora chi è che ha mandato una lettera al barone Cahorn preannunciandogli il furto delle sue preziose opere d'arte? Arsenio Lupin ISBN: 9788867751457 Luca Martinelli, Sherlock Holmes e il tesoro di Sir Francis Drake Le intuizioni di Watson e le deduzioni di Sherlock Holmes alla ricerca della mente geniale del crimine che ha lanciato la sfida. Sherlockiana ISBN: 9788867750368 Samuele Nava, Sherlock Holmes e la sfida dell'astrologo Un sedicente operatore dell’occulto, un astuto ingannatore, una sfida irrinunciabile per Sherlock Holmes. Sherlockiana ISBN: 9788867750382 Luca Sartori, Sherlock Holmes e l'ultimo preraffaellita In questo romanzo breve, un’acuta indagine di Sherlock Holmes tra i segreti della vita, dell’arte e della morte! Sherlockiana ISBN: 9788867750399 Enrico Solito, Sherlock Holmes e l'avventura del Carro di Tespi Sherlock Holmes e William Shakespeare: un'abbinata affascinante Sherlockiana ISBN: 9788867750405 Luca Martinelli, Sherlock Holmes e l'avventura della corsa Londra-Brighton Lanciato a folle

velocità nella corsa automobilistica Londra-Brighton, Sherlock Holmes deve risolvere il mistero del furto ai Lloyd’s. Sherlockiana ISBN: 9788867750412 Enrico Solito, Sherlock Holmes e il mistero delle Dodici tavole Pergamene e misteri nella biblioteca di Padre Jorge Sherlockiana ISBN: 9788867750900 Gianfranco Sherwood, Sherlock Holmes e l'avventura dell'enigma da Krakatoa Sherlock Holmes tra le pieghe di un'indagine al limite del sovrannaturale... Quale terribile segreto cela l’oggetto rinvenuto a Krakatoa? Sherlockiana ISBN: 9788867750894 Samuele Nava, Il trovatello di Baker Street Un bimbo misterioso tra le braccia, e sotto la lente, di Sherlock Holmes! Sherlockiana ISBN: 9788867750887 Enrico Solito, Sherlock Holmes Christmas Carol Natale a Baker Street: indagini sotto l'albero... Sherlockiana ISBN: 9788867751211 Patrizia Trinchero, Il gioco è cominciato, Holmes! Tutta Londra è a caccia di Sherlock Holmes. Sarà stato lui a commettere il tremendo delitto di cui è accusato? Sherlockiana ISBN: 9788867751266 Enrico Solito, Sherlock Holmes e il caso del giocatore di scacchi Una morte violenta, una torbida vicenda risolta dal grande investigatore. Sherlockiana ISBN: 9788867751358 Luca Martinelli, Sherlock Holmes e il caso dei fidanzatini sfortunati Quando le apparenze indicano una soluzione, la logica di Sherlock Holmes dimostra che esiste un’altra verità. Sherlockiana ISBN: 9788867751389 Enrico Solito, Sherlock Holmes e l'avventura della tredicesima porta Un'avventura mozzafiato tra le fogne di Londra e un piccolo grande uomo Sherlockiana ISBN: 9788867751396

Horror

Kealan Patrick Burke, Sepolto vivo Al risveglio non si trovò nel suo letto, come si era aspettato, ma chiuso in una bara di pino... Halloween Nights ISBN: 9788867750962 Ronald Malfi, La casa in Cottage Lane La vecchia casa si levava davanti a noi, più cupa di una caverna sotto la luce della luna, accasciata verso il terreno quasi soffrisse di uno sfinimento letale. Halloween Nights ISBN: 9788867751068 Lisa Morton, La leggenda di Halloween Jack L’Inferno aveva cercato Jack per la prima volta mentre lui giaceva disteso in un vicolo vicino a un bar malfamato di Baton Rouge. Halloween Nights ISBN: 9788867751273 Simon Clark, Gerassimos Flamotas: un giorno di ordinaria follia + Alta tensione

Un'offerta tanto allettante quanto incredibile, ma con risvolti a dir poco sconvolgenti Halloween Nights ISBN: 9788867751549

Romance

Mariangela Camocardi, Un angelo per me Bella, affascinante, un tempo cover girl di successo, Lisa Angeli è da sempre innamorata di Damiano, e sogna di sposarlo... finché nella sua vita entra Andrea Ruffini... ioni Romantiche ISBN: 9788867751259 Paola Picasso, Questione di pelle Stefano ancora non sa bene cosa abbia spinto sua moglie a lasciarlo. Sa solo che l'ama ancora e che farà di tutto per riconquistarla... ioni Romantiche ISBN: 9788867751242 Roberta Ciuffi, L'amore fa così La prima volta che lo vede lui indossa dei jeans al ginocchio, è sporco di calce e ha l'aria decisamente troppo virile ed energica, per una come Veronica, che non vuole più avere niente a che fare con gli uomini... ioni Romantiche ISBN: 9788867751464 Ledra, L'abete perfetto Vanessa ha il cuore infranto. Ma la ricerca di un albero di Natale la farà ricredere sul fatto che l’amore esiste… basta tenere aperta la porta del cuore. ioni Romantiche ISBN: 9788867751488

Spionaggio

Stefano Di Marino, Peccati mortali Rock, il pornodivo del momento, è un agente sotto copertura. Il suo mondo è fatto di sesso e malavita, rischio e lusso sfrenato... Sex Force ISBN: 9788867750481 Stefano Di Marino, Affari proibiti Seduzione e azione sono le specialità di Rock, agente segreto e pronodivo, ma in questo caso dovrà sbrogliare un intrigo in cui il sesso è un’arma a doppio taglio Sex Force ISBN: 9788867750498 Stefano Di Marino, L'isola delle mantidi Rock

segue la pista dei soldi e sfida sul loro stesso terreno una banda composta solo da donne, in un paradiso del sesso tropicale, caldo, umido e avvolgente... Sex Force ISBN: 9788867750580 Stefano Di Marino, Femmine carnivore Sesso e avventura per uomini d’azione. Ce la faranno Rock e Casey, splendida escort australiana, a vincere la lotta contro il tempo e a superare le insidie inaspettate dei tropici? Sex Force ISBN: 9788867750603 sco Perizzolo, Hamburg Connection Una missione mortale tra le pornostar della fiera dell'eros di Amburgo per Kiko Dias, agente della Hot Dreams... Sex Force ISBN: 9788867750870 Romano De Marco, Chris Lupo: sesso e fuoco Entra in scena Chris Lupo, capitano dei marines sempre affamato di azione, sesso e avventura! Sex Force ISBN: 9788867751181 Stefano Di Marino, La preda Per Rock ei suoi amici dell'agenzia Hot Dreams un tour de force di sesso, sparatorie e coltellate Sex Force ISBN: 9788867751310 Stefano Di Marino, Mercanti di schiave L'avventura più pericolosa di Rock, aiutato da Raissa e Oxana, due escort dalle abilità variate, a letto e sui campi di battaglia Sex Force ISBN: 9788867751525

Steampunk

Roberto Guarnieri, Il Circolo dell'Arca Chi avesse posseduto l’Alborg non avrebbe mai conosciuto la sconfitta. Ed era compito di John Fox fare in modo che nessuno vi riuscisse. Il circolo dell'Arca ISBN: 9788867751037 Roberto Guarnieri, La macchina delle vite perdute Una nuova avventura per John Fox e i suoi colleghi del Circolo dell'Arca, alle prese con una cospirazione che minaccia di riempire Londra di zombie assassini Il circolo dell'Arca ISBN: 9788867751341

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Carlo Mazzucchelli, Tablet: trasformazioni cognitive e socio-culturali Una disamina socio-culturale sull'avvento del Tablet e sull'evoluzione della tecnologia TechnoVisions ISBN: 9788867750993 Carlo Mazzucchelli, Internet e nuove tecnologie: non tutto è quello che sembra Il mondo digitale sta cambiando e nel farlo cambia anche noi. Stiamo rischiando di essere imprigionati all’interno di una bolla piena di filtri idee della realtà lontane dai fatti reali e dai bisogni. Per evitare di esservi richiusi per sempre è necessario riflettere su temi quali la privacy, la cittadinanza, la relazione sociale, la democrazia, la ricerca di benessere e felicità personali, ecc. TechnoVisions ISBN: 9788867751440

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Andrea Franco, Lo sguardo del diavolo: Jeffrey Dahmer Entra nella mente di Jeffrey Dahmer, il cannibale di Milwaukee... Serial Killer ISBN: 9788867750474 Fabio Oceano, La quarta vittima Il serial killer che rapisce e sevizia i bambini di New York: Albert Fish, detto il cannibale... Serial Killer ISBN: 9788867750573 Umberto Maggesi, Io, il mostro Andrei Chikatilo detto il mostro di Rostov, è forse uno dei più sanguinari serial killer della storia dell’umanità, certamente quello che ha potuto agire impunito per più tempo... Serial Killer ISBN: 9788867750566

Zombie

Franco Forte, Stazione 27 Siamo nella metropolitana di una città non precisata. Il mondo finisce mentre Milo si trova a bordo di un treno. Riesce a fuggire

inseieme a un gruppo di sopravvissuti, ma... cosa troveranno alle prossime fermate? E perché, una volta giunti al capolinea, la metropolitana sembra non finire mai? The Tube ISBN: 9788867750429 Ilaria Tuti, Carlo Vicenzi, La fame e l'inferno Mentre Milo, Marika e Ivan lottano per sopravvivere nel vagone della metropolitana che pare diretto verso il nulla, in superficie un nuovo personaggio si aggira fra i morti viventi: è Tea, una donna che custodisce un segreto terribile The Tube ISBN: 9788867750863 Antonino Fazio, Alain Voudì, Giorno Zero Mentre l'orda di non morti dilaga, lasciandosi dietro una scia di devastazione, una squadra dei reparti speciali inviata in missione di soccorso scopre che gli zombie non sono che l'avanguardia di un pericolo ancora più letale... The Tube ISBN: 9788867751020 Ilaria Tuti, Ceneri Mentre Milo, Marika e gli altri sono nel vagone e cercano di stabilire un contatto con le creature, sopra, nella città devastata, qualcuno sta rischiando la vita per raggiungere la metropolitana... The Tube ISBN: 9788867751082 Scilla Bonfiglioli, Progetto Bokor Il treno ferma alla stazione 28, dove Milo, Marika, Amina e Ivan incontrano i sopravvissuti della metropolitana. Ma qualcosa va storto... The Tube ISBN: 9788867751198 Antonino Fazio, Alain Voudì, Il bacio della morte Erano addestrati per le situazioni più pericolose, ma l'orrore del Centro Ricerche della dottoressa Calandra forse era troppo anche per loro The Tube ISBN: 9788867751327 Fabio Pasquale, Michela Pierpaoli, Legame di sangue Se stai facendo la chemio, gli zombie non ti mordono. E se sei un ladro d'auto, perché dovresti interessarti a una bambina che vaga per la città infestata dai morti viventi? The Tube ISBN: 9788867751433 Luigi Brasili, Il lupo Il lupo si aggira nei meandri della metropolitana, invisibile come un fantasma. Ma quando il mondo di sopra incontra da vicino quello di sotto, possono scatenarsi eventi che nessuno dei due mondi avrebbe voluto conoscere... The Tube Exposed ISBN: 9788867751051 Roberto Zago, L'antro di Jona Quando l'orda di zombie travolge il mondo, solo un uomo ha la forza per risalire in superficie. Ma cosa troverà ad attenderlo? The Tube Exposed ISBN: 9788867751105 Diego Lama, Il cacciatore Mentre l'orda di non morti dilaga nella città, all’interno della stazione della metropolitana solo pochi esseri umani riescono a sopravvivere... Attenti al cacciatore... The Tube Exposed ISBN: 9788867751235 Camilo Cienfuegos, I ripulitori In un mondo dove il morbo sembra prendere il sopravvento, ci si deve inventare qualunque cosa per sopravvivere. Magari improvvisarsi ripulitori di zombie... The Tube Exposed ISBN: 9788867751419 Diego Matteucci, Il tempio della notte Un’antica costruzione celata all’interno di un parco nel cuore stesso della città assediata dagli zombie nasconde un mistero terribile The Tube Exposed (in preparazione) ISBN: 9788867751426