"L'unità della natura si è perduta
nella solitudine di un laboratorio"
Haeckel
Prima edizione - luglio 2013
Introduzione
Ho iniziato ad avere dei sospetti sulla pericolosità dei forni a microonde mentre studiavo per un lavoro sull’acqua. L’acqua è l’elemento naturale che, assieme alla luce, interviene più di ogni altro nei processi vitali, ed è per questa ragione e per le sue proprietà straordinarie che si può ben definire “liquido sacro”.
Chi conosce la struttura dell’acqua, ed ha una minima conoscenza sui processi chimico biologici e i sofisticati, delicatissimi potenziali d’azione cellulare, sa che l’acqua è estremamente ricettiva ai campi elettrici polarizzatori; pertanto è facile intuire che il processo di riscaldamento delle molecole all’interno dei forni a microonde, interagendo profondamente con le capacità dielettriche delle sostanze sensibili alle polarizzazioni, non è compatibile con gli equilibri naturali. In effetti, non esistono in natura fonti di emissioni che interessano i gigahertz, eccettuate quelle, trascurabili, di origine cosmica.
Malauguratamente i forni a microonde sono oggi così diffusi e il loro utilizzo un’abitudine consolidata, che sembra assurdo dubitare di questa tecnologia. Ormai si sa, è il piacere e la comodità che determina le scelte. Eppure, bisognerebbe convincersi che nel tema della salute le precauzioni sono molto più importanti della comodità e del tempo risparmiato.
Anzitutto ci si dovrebbe convincere che il riscaldamento a microonde è quello che dicevo poc’anzi: completamente innaturale. Se pensiamo al riscaldamento come un semplice effetto termico “normale”, dobbiamo assolutamente convincerci che nel microonde l’effetto termico non ha nulla a che fare con il riscaldamento naturale, cioè quello che la scienza definisce “per convezione”.
La potente azione del capo elettromagnetico che è generato dai magnetron, che sono il cuore dei forni a microonde è causa di processi e modificazioni molecolari anche profonde. Ne risulta che l’equilibrio naturale di sostanze e alimenti ne risulta sconvolto. Secondariamente, esistono altri fenomeni, sui quali bisogna prestare attenzione.
Dunque, il riscaldamento a microonde non è un’alternativa al riscaldamento convenzionale; chi ne è convinto cade in un grossolano errore di sottovalutazione. Un po’ come quando si pensa all’energia elettrica senza sapere che tensione e corrente sono due aspetti ben distinti dell’ elettricità.
Un’ altra convinzione errata è ritenere che l’unico pericolo sia il campo a radiofrequenza, e che quindi se un forno è spento non esistano pericoli. Eppure, questo non è esatto, infatti le sostanze estratte dal forno proseguono la loro reazione elettro-chimica ancora per qualche tempo, e questo aspetto è stranamente poco valutato e studiato.
Purtroppo, tutto questo argomento è assai poco considerato anche dalla scienza. E nonostante una lunga ricerca, non ho trovato risposte esaustive a tutte queste considerazioni. Inoltre, non esiste in commercio nessun testo che ne parli. Tranne ovviamente gli autori dei libri di cucina, che sembrano tutti d’accordo a raccontare la favola che il forno a microonde è pratico, igienico, sicuro; quindi la gente ci crede, e ne fa un oggetto necessario, quasi di culto. I fautori più accaniti a esaltare le possibilità dei microonde si trovano proprio nei siti-web e nelle trasmissioni tanto alla moda dedicati a cucina e concorsi di master chef, . E’ un mondo particolare quasi magico: guai a non crederci, guai a dubitare dell’apparenza.
Nel caso del forno a microonde (MW) i sospetti sono d’obbligo perché tutti sanno che le microonde possono essere molto dannose, anche alle basse
potenze di un qualsiasi telefono cellulare. Figuriamoci dunque la pericolosità di un forno che lavora sempre con una potenza di almeno mille watt. Togliendo l’assorbimento della ventola, delle parti elettroniche ecc. la potenza reale in radiazioni è sempre da un minimo di 600 a 800 watt. Per far capire cosa significano questi valori, basti sapere che sulla lunghezza d’onda delle microonde esistono dei sistemi di rice-trasmissione straordinariamente efficaci; ebbene, una potenza di trasmissione di soli 10-20 milliwatt è sufficiente per assicurare un collegamento su una distanza da 300 a 500 Km!
Su queste frequenze le radioemissioni hanno dunque una capacità di diffusione enorme (1), e costituiscono fonte di serio pericolo, anche perché non tutti i forni a microonde sono schermati e protetti efficacemente, come dimostrerò in seguito (vedi capitolo “Un banale esperimento. ”)
Tornando al tema dei particolari effetti delle microonde sulle sostanze, è possibile cercare notizie nel web, ed è facile scoprire alcuni video postati su Youtube, che mostrano gli effetti dell’acqua, scaldata al microonde ed utilizzata su delle piante.
Questi esperimenti casalinghi ricordano più o meno le osservazioni di un noto ricercatore, già scopritore di straordinari effetti dell’acqua, il giapponese Masaru Emoto (2), il quale sostiene che l’acqua ed i liquidi possiedono delle misteriose capacità di reagire a situazioni ambientali, ed a stress fisici, mantenendone la” memoria”. E’opportuno fermarsi a riflettere, poiché se l’acqua non è un semplice composto chimico ma possiede la sua vitalità (meglio definirla organizzazione vitale) che tutto permea e trasforma, sarebbe molto utile ammettere che è nostro interesse non sconvolgere il suo equilibrio naturale.
In questi video rintracciabili in internet le esperienze si dimostrano subito approssimative, ma la questione ha stimolato la mia curiosità, ed ho voluto verificare. L’esito positivo di un primo rudimentale esperimento mi ha indotto ad approfondire ulteriormente, e mi ha portato ad iniziare uno studio
partendo dalle scarne notizie reperibili, e successivamente a realizzare una lunga serie di esperienze. E’ stato come ricomporre un puzzle. Un tassello alla volta, e i primi dubbi sono diventati realtà. Dopo l’osservazione diretta di quanto era accaduto con la prima serie di sperimentazioni, ho cercato tutte le notizie disponibili in rete.
All’inizio non è stato facile, perché alcuni siti riportano le notizie con il copiaincolla, e non sempre da fonti verificate; solo dopo diverso tempo ho rintracciato fonti bibliografiche di una certa importanza, in modo particolare quando ho deciso di indagare in siti stranieri, e in particolare su ricerche provenienti dai laboratori di igiene ambientale e degli alimenti; e qui ho trovato decine e decine di studi accademici: tanto da rimanere allibiti, perché confermano le mie supposizioni !. Successivamente ho iniziato a pormi una serie di interrogativi.
1) Sono molti anni che si studiano gli effetti delle radiofrequenze sulle sostanze organiche, e su tessuti vitali, e ormai si è acquisita una consapevolezza di base, e cioè che sono sufficienti anche piccole dosi, (purchè prolungate o ripetute) per ottenere reazioni significative. Proprio grazie a questi effetti, si sono potute mettere a punto cure particolari, come ad esempio la magnetoterapia, che è sempre più utilizzata per le pratiche riabilitative e la rigenerazione ossea. Perché allora non essere molto più cauti con l’uso di microonde ad alta potenza?
2) Una delle applicazioni tecnologiche più importanti usate in campo medico è oggi la RMN, risonanza magnetica nucleare, che sta velocemente soppiantando la tecnica ormai obsoleta delle TAC. Le immagini perfette ottenute con la RMN, anche in 3D, permettono una diagnostica molto efficiente. Ma questo tipo di tecnologia usa proprio un certo tipo di radiofrequenza. In pratica si usa un forte campo magnetico e una serie di radiofrequenze a piccola potenza, grazie alle quali si induce una risonanza dei liquidi cellulari negli organi del paziente da ontrollare. Le risonanze, emettendo a loro volta frequenze, che permettono ad un dispositivo ricevitore di ottenere l’immagine degli organi interni. Si tratta dunque di frequenze emesse dagli organi umani, cioè dai liquidi cellulari interni, frequenze che vanno decrescendo progressivamente anche dopo che tutti
i campi magnetici e frequenziali sono stati spenti. Questo avviene grazie ad un processo naturale (rilassamento di spin-reticolo e spin-spin), perché le molecole che hanno ricevuto un surplus di energia dall’esterno, cercano di ritrovare l’equilibrio restituendo l’energia in eccesso. Un comportamento analogo, con emissione di frequenze, avviene anche negli alimenti e nelle sostanze trattate al microonde?
Possiamo esserne (quasi) certi.
3) Gli effetti terapeutici della medicina omeopatica sono ormai stati dimostrati, grazie anche alla scoperta, e poi alle prove sperimentali, che le molecole d’acqua (dominii di coerenza e cluster) sono in grado di acquisire, mantenere, e trasmettere informazioni energetiche (3). Secondo le evidenze ormai accertate, basterebbero quindi poche molecole d’acqua per interagire con gli ambienti cellulari. Se queste poche molecole contengono informazioni dannose, magari derivanti da inquinamento e da processi chimico-fisici che ne alterano l’equilibrio, il pericolo di contaminazione è effettivo. Dato che l’acqua è l’elemento principale contenuto in ogni alimento, perché non cautelarsi per verificare, ed eliminare tale eventualità?
4) A sconfessare al cento percento ogni affermazione che esalta la sicurezza, gli effetti profondi delle microonde e le alterazioni delle sostanze sono ben conosciuti nei laboratori di tutto il mondo, tanto è vero che esistono valanghe di pubblicazioni in questo senso, e sono già migliaia le applicazioni industriali disponibili grazie alla sintesi di composti e molecole ottenuti con processi di riscaldamento con MW. In effetti molti studi e conferme li ho acquisiti da materiale scientifico di provenienza universitaria, per programmi di ricerca, ma anche da decine di tesi per dottorati in medicina e chimica. In tutti questi lavori, molti dei quali reperibili senza alcuna difficoltà nel web, è evidente una certa euforia degli autori, che descrivono le esperienze di laboratorio alla ricerca di nuovi farmaci e per la realizzazione di nuove molecole; il tutto sempre con l’ausilio delle MW, poichè negli ultimi anni si è affermato come metodo insostituibile per ottenere in breve tempo delle sintesi organiche rapide ed
economiche.
Peccato veramente, perché i docenti e i loro studenti saranno anche ottimi ricercatori e chimici, ma tutti i loro sforzi sembrano tesi alla ricerca di sempre nuove sostanze utilizzabili per terapie mediche, oppure per nuove tecniche di conservazione, e sembrano disinteressarsi alle possibili conseguenze di questa tecnologia, conseguenze che costituiscono un rischio potenziale per quella stessa salute che dovrebbe essere l’unico scopo di tanto lavoro.
Questa amara considerazione non è esclusivamente personale, infatti molte perplessità emergono anche tra gli stessi ricercatori. Per esemplificare, uno dei più blasonati ricercatori italiani (F. Caponio) ha effettuato decine di studi sulle degradazioni ossidative ed idrolitiche indotte dalle MW sugli olii e su conservazione di alimenti (4), ma nonostante il prestigio dello studioso, e l’importanza delle sue ricerche, sembra che le sue evidenze non siano tenute in debita considerazione. A pagina 10 della relazione di una dettagliatissima ricerca effettuata nel 2011 in Portogallo (5), dopo aver esaminato in laboratorio decine di sostanze alimentari trattate a MW, e averne riscontrato notevoli trasformazioni chimiche, tra le quali la la formazione di composti polimerici, i ricercatori scrivono testualmente: “Nonostante l’importanza di questi composti, pericolosi dal punto di vista sanitario, l’informazione sulle quantità di composti polari e loro componenti negli olii vegetali riscaldati a microonde è scarsa". Questo studio è stato pubblicato in e-book, ma una sintesi è anche reperibile gratuitamente in formato pdf, nel sito annotato nella bibliografia al termine di questo capitolo (5).
La natura, per ottenere nuove trasformazioni, adotta strategie morbide, le cosidette energie deboli, che servono da chiave per ottenere i processi vitali. L’essere umano che frequenta i centri di ricerca anzichè studiare la Natura e adottarne il metodo armonioso, preferisce invece le forzature, i meccanicismi e le alte energie distruttive (6).
Ma torniamo alla mia ricerca. Dopo aver acquisito una montagna di informazioni, sono ato alla verifica sul campo. Quasi tutte le mie sperimentazioni hanno confermato che nelle sostanze riscaldate al microonde accade veramente qualcosa da non trascurare. Tengo a precisare che tutti questi studi li ho realizzati con semplici, metodiche, realizzabili eventualmente anche dal lettore seguendo le istruzioni che accompagneranno tutte le sessioni illustrate in questo lavoro. Infine, vorrei anche puntualizzare che prima di iniziare la stesura di questo saggio, ho iniziato a spedire lettere a vari enti di ricerca, istituzioni, associazioni e organi di stampa (7) che ritenevo potessero essere interessati, se non altro per iniziare un dibattito su un argomento misconosciuto. Al momento attuale, e cioè trascorsi alcuni mesi da questi invii, non ho ottenuto nessuna risposta. Non sono certo stupito: il mondo della scienza e della ricerca è un mondo chiuso, una vera lobby, e come diceva il dottor Di Bella in una lontana intervista a Bruno Vespa, “Se non sei dei loro, non sei nessuno, nemmeno ti guardano!”.
Nei prossimi capitoli, espongo una sintesi di alcuni articoli e ricerche di dominio pubblico. Nella seconda parte del saggio riporto la descrizione di tutto lo studio sperimentale.
(1) La diffusione nell’atmosfera non deve essere confusa con la penetrazione nei corpi, che fortunatamente è poco più che superficiale.
(2) Lo scopritore della risposta dell’acqua che congela in forme più o meno armoniche a seconda di sollecitazioni mentali, luminose, ed elettromagnetiche,
(3) Studi di Emilio Dal Giudice e Giuliano Preparata
(4) Professore associato per il settore scientifico – Scienze e Tecnologie alimentari presso la Facoltà di Agraria di Bari - Responsabile scientifico di Unità
Operativa di progetto di ricerca di rilevante interesse nazionale (COFIN-PRIN 2004 e 2006), oltre che di altri progetti di ricerca finanziati dal MIUR e dal CNR Referee di autorevoli riviste scientifiche internazionali.-Socio fondatore della Società Italiana di Scienze e Tecnologie Alimentari (SISTAL) – Bibliografia::
F. CAPONIO, A. Pasqualone, T. Gomes. Effects of conventional and microwave heating on the degradation of olive oil. Eur. Food Res. Technol. 215, 114-117 (2002).
F. CAPONIO, A. Pasqualone, T. Gomes. Changes in the fatty acid composition of vegetable oils in model doughs submitted to conventional or microwave heating. Int. J. Food Sci. Tech. 38, 481-486 (2003).
F. Caponio, A. Pasqualone, M.T. Bilancia, D. Sacco, D. Delcuratolo, T. Gomes “Misura della termo-ossidazione in oli vegetali riscaldati mediante micro-onde in sistemi modello”. Industrie Alimentari, 40, 628-632 (2001).
(5) Ricardo Malheiro, S. Casal, E. Ramalhosa e J.A.Pereira – facoltà di farmacia Università di Porto, e Facoltà di Agraria del Politecnico di Braganca: “Riscaldamento a microonde: una tecnologia saving time o un modo per indurre l’ossidazione negli olii vegetali?” (2011). Microwave Heating: A Time Saving Technology or a Way to Induce Vegetable Oils Oxidation? Available from: http://www.intechopen.com/books/advances-induction-and-microwave-heatingof-mineraland- Advances in Induction and Microwave Heating of Mineral and Organic Materials Edited by Prof. StanisÅ‚aw Grundas - ISBN: 978-953-307522-8, InTech,
(6) Cfr “La struttura nascosta del mondo” di Luca Chiesi – Andromeda editrice – 2006
(7) Università di Padova, Prorettore - Facoltà di scienze dell’alimentazione – Dipartimento di Medicina Clinica e sperimentale “G.Patrass” – Faoltà di Agraria, Dipartimento di Scienze e tecnologie alimentari - Fondazione ricerca biomedica avanzata – Fondazione Cariparo – Editoriale Associazione Altroconsumo – Editoriale del settimanale Oggi – Redazione RAI UNO tuttobenessere -
Cenni storici
La costruzione del dispositivo a microonde risale al 1921, per opera di Albert Wallace Hall. Inizialmente il prototipo non destò molto interesse. Le cose cambiarono alla vigilia dello scoppio della seconda guerra mondiale, quando le esigenze militari costrinsero i governi a mettere in atto un grande progetto per dotare le forze armate di
dispositivi radar. L’industria bellica inglese fu la prima a costruire un prototipo di magnetron, grazie alle ricerche del professor John Randall e del fisico M.L.Elwin Oliphant, presso i laboratori di Birmingham. Questo primo dispositivo era in grado di superare tutti i prototipi di tubi elettronici precedenti testati perché non aveva problemi a funzionare ad altissime frequenze di lavoro.
Con l’aumento delle frequenze aumentano anche le frequenze parassite e i malfunzionamenti degli elettrodi. Il problema fu superato con l’invenzione dei magnetron, ovvero particolari cavità circolari con all’interno dei magneti che generano un campo elettromagnetico in grado di guidare gli elettroni secondo le leggi di Lorentz, e con frequenze che superano il Giga Hertz. Questo campo elettrico inverte la sua polarità molti milioni di volte al secondo, a seconda della frequenza.
A differenza dei radar militari, che hanno un regime impulsivo e potenze di almeno 20-30 KW, queste emissioni sono in continuo, e questo permette di lavorare con potenza stabile ma limitate, entro 1 KW. Al termine del conflitto, quasi per caso ci si accorse che le emissioni a microonde, grazie all’effetto di scuotimento indotto nelle molecole, erano in grado di riscaldare le sostanze.
Fu così che alla fine degli anni 40 l’industria americana Raytheon che deteneva il brevetto del primo prototipo iniziò la produzione di dispositivi da utilizzare in ambito domestico per il riscaldamento dei cibi.
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Il funzionamento dei forni e le interazioni delle alte frequenze con la materia
Se parliamo di fisica e interazioni elettroniche, un dato di fatto èincontrovertibile, l’esposizione a campi RF di elevata potenza possono interagire con la materia.
Qualcuno oserà dire che però, nel caso dei forni a microonde, le frequenze non sono così elevate da poter interferire a livello molecolare.
Ebbene, molti scienziati erano di questo avviso, fino a pochi anni fa. Con i più recenti studi, si è però realizzato che questa convinzione era abbastanza infondata, perché la realtà supera il calcolo teorico.
Pertanto non mi soffermerò per ora su questo punto, e non starò nemmeno a speigare cosa siano le microonde. Il lettore potrà farsene un’idea con la lettura, e la riflessione sui capitoli che seguono.
"Se il nucleo dell’atomo acquisisce energia per assorbimento di un fotone, cambierà la struttura del campo gravito-magnetico generato e, quindi, i punti di equilibrio in cui gli elettroni possono esistere e muoversi. Per questo talvolta la massa degli elettroni si squaglia in energia elettromagnetica fino ad un nuovo punto d’equilibrio, in cui si generano di nuovo le spirali o riccioli che compongono la massa dell’elettrone.
La stabilità dell’elettrone influirà sulla configurazione degli orbitali
nell’atomo, dato che ritarderà gli aggiustamenti elastici dell’insieme, si potrebbe dire che questa caratteristica degli elettroni contribuisce ad un maggior margine spaziale della forma sferoide delle orbite elettroniche.
Come sappiamo per l’effetto fotoelettrico, l’elettrone avrà più velocità e più energia cinetica, quanto più grande sia l’energia del fotone assorbito dall’atomo.
Un esperimento recente sui limiti dell’effetto fotoelettrico, compiuto da scienziati tedeschi, mostra che un fotone assorbito può provocare l’espulsione di più di un elettrone; in altre parole, sembra che in questo caso il fotone lo assorbe il nucleo dell’atomo e non l’elettrone. “
(da “La meccanica globale. Gravità-massa-energia” di M. Josè e T. Molina – Ebook Molvwickpedia)
Trasformazione delle sostanze
La possibilità che con il riscaldamento a MW si modifichino le caratteristiche delle sostanze e che si formino nuovi composti è dimostrata ampiamente nei laboratori in ogni parte del mondo. Infatti, per progettare e sviluppare nuovi composti chimici nonché farmaci si utilizzano proprio le trasformazioni chimiche subite dalle molecole biologiche sottoposte all’azione di solventi, reagenti ecc. in presenza di fonti energetiche elettrostatiche e di calore estreme.
“Librerie di composti, quindi, possono essere rapidamente sintetizzati in modo sia parallelo che sequenziale, permettendo un uso più efficiente di risorse costose e limitate, ed uno studio più veloce della structure-activity relationship (SAR). Inoltre le microonde spesso facilitano la scoperta di nuove tipologie di reazioni, in quanto le drastiche condizioni di reazioni raggiungibili dal riscaldamento mediante microonde, a volte, portano a reattività inusuale che non può essere duplicata con il riscaldamento convenzionale”.
Il testo appena riportato è quanto appare a pagina 4 di una pubblicazione di tesi di dottorato della scienza del farmaco (Università Federico II di Napoli) dal titolo “OTTIMIZZAZIONE DELLE PROCEDURE DI SINTESI PEPTIDICA E PEPTIDOMIMETICA MEDIANTE MICROONDE” a cura del Dr. Aquino, e facilmente rintracciabile sul web. (1)
Di seguito riporto invece una pagina tratta da una pubblicazione dell’ENEA Italiana, che è molto, molto significativa. E ci fa capire a che livello è la ricerca industriale su questo tema.
Le nuove sostanze sintetizzate con i processi a microonde possono essere dunque utilizzate nell’industria, ma anche in medicina. In questo caso i nuovi composti potrebbero avere la capacità di legarsi a geni e ad altre molecole biologiche regolatrici, e possono determinare:
-l’attivazione o l’inibizione dei processi naturali di crescita, duplicazione, e probabili iterazioni con il DNA,; -la modifica degli accoppiamenti di sostanze cheto-enoliche (iterazioni di stacking); -la modifica alle geometrie CIS e trans.
Esiste poi la possibilità ampiamente dimostrata di formazione di sostanze radicali, sostanze citotossiche e altre sostanze che sono il prodotto di cristallizzazioni, mineralizzazioni, polimerizzazioni, cicloaddizioni, decomposizioni ecc.
Queste trasformazioni biochimiche possono essere rivelate e confermate solo da molteplici analisi approfondite. Ho quindi studiato e realizzato sperimentazioni analizzando acqua sottoposta a MW per verificarne i valori con densitometria, capillarità, cromatografia, impedenzometria, conduttività e phmetria.
A queste analisi si sono aggiunte anche alcune verifiche su effetti e latenza di condensazione, dopo aver constatato che il calore delle MW incide
significativamente perfino sui processi di aggregazione igroscopica.
(1) Vedi anche:
- Tierney, J. P. & Lidström, P. (eds) Microwave AssistedOrganic Synthesis, 2005 Blackwel , Oxford
- Hayes, B. L. Microwave Synthesis: Chemistry at the Speed of Light 2002, CEM Publishing, Matthews.
- Kappe, C. O. Control ed microwave heating in modern organic synthesis. Angew. Chem. Int. Ed. 2004, 43 , 6250–6284.
Un banale esperimento con due cellulari per dimostrare la scarsa protezione dei forni
Uno dei principali problemi dei magnetron a cavità risonante consiste nella produzione di oscillazioni armoniche indesiderate. Queste devono essere eliminate, in modo che al termine dei aggi nelle cavità di risonanza, ci sia solo l’oscillazione fondamentale Si cerca di eliminare queste oscillazioni indesiderate, che sono in quantità pari alla metà di quelle generate, con l’ausilio della cosidetta “tecnologia a sole”. Pakhomov et al. (1998) ritengono che nonostante la tecnologia sia in miglioramento, il problema delle armoniche rimanga di difficile soluzione L’altro problema è la possibilità che per scarsa protezione o errata progettazione, il campo a radiofrequenza vada ad aumentare l’inquinamento elettromagnetico.
In tutte le pubblicazioni che descrivono le caratteristiche e il funzionamento dei forni, si fa riferimento alla tecnica di schermatura, a “gabbia di Faraday” per impedire la fuoriuscita delle microonde. Tale precauzione è necessaria, poiché le potenze in gioco sono relativamente alte.
Ma vediamo cosa dice in proposito l’enciclopedia on-line Wikipedia:
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Con questo tipo di costruzione si dovrebbe riuscire a rispettare le norme di legge sulla sicurezza che impongono limiti e tolleranze molto basse, e i costruttori si sentono tranquilli e garantiscono sulla sicurezza. A sentire questi signori, e
fidandosi dei loro tecnici, all’esterno del forno non ci dovrebbero essere campi a radiofrequenza…
In effetti, se il forno è una vera e propria gabbia di Faraday, l’effetto di schermatura dovrebbe essere totale. Ebbene, possiamo verificare che non è sempre così.
Ragionando sul fatto che la schermatura, se ben realizzata, isola al cento percento l’ambiente del forno, sarebbe logico aspettarsi che nessuna radiofrequenza possa uscire… Ma neppure entrarci!
Facciamo una semplice verifica utilizzando due banalissimi cellulari. I cellulari funzionano sempre con frequenza a microonde, su bande vicine a quelle che ci interessano. Dopo esserci accertati che ci sia una ricezione normale, poniamo uno dei due cellulari all’interno del forno, con il display rivolto verso il vetro dello sportello, per poterlo osservare. Una volta chiuso lo sportello, effettuiamo una chiamata utilizzando l’altro cellulare.
L’autore ha effettuato questa prova con una ventina di modelli di forni, appurando che nel 60 percento dei casi il cellulare riceveva le chiamate, e questo ha dimostrato che la schermatura di quei forni non era totale. Chiedendo spiegazione ad un paio di esperti, mi è stato risposto che ciò si deve alla schermatura sul vetro, che sarebbe garantita per impedire la fuoriuscita sulla specifica frequenza d’onda delle microonde del forno, che è poi quella che interessa.
Tali signori hanno però dimenticato che le emissioni all’interno del forno sono centrate sulla frequenza principale dei 2,4 gigahertz, ma che poi esistono tutte le armoniche, che sono frequenze con multipli e sottomultipli della frequenza d’onda principale. Quindi, che dire a questo punto? La conclusione è
che le perdite di microonde sono più frequenti di quanto ci si aspetta.
Ma se dovessimo credere ciecamente ai costruttori, potremmo stare tranquilli, poiché gli sportelli dei forni subiscono test severissimi (vedi nota che segue). E comunque i campi elettromagnetici residui dovrebbero essere quasi nulli. Ma purtroppo, come sempre più spesso accade, la teoria e le promesse, non si trasformano in realtà.
Ora esistono in commercio dei rivelatori di fughe di microonde con una eccellente sensibilità, che riescono a segnalare se un forno è anche a 40 metri di distanza. Quindi, le microonde escono, escono!
All’interno del forno, nel ciclo di un normale funzionamento, avviene una quantità di fenomeni scatenati dalla generazione di microonde ad altissima potenza, effetti definiti dalla scienza “non termici”, che si sommano ad ulteriori emissioni a radiofrequenze diverse dalle microonde.
Non c’è da stupirsi: il tutto fa parte di un processo naturale. La natura sollecitata da forze artificiali così importanti, reagisce cercando di ritrovare il proprio equilibrio, e quindi risponde in modo altrettanto significativo liberando energia, con processi altamente energetici che sono conosciuti da anni e sfruttati in varie tecnologie. Tratterò in seguito questi aspetti.
Per il momento, divertiamoci a leggere quanto segue, in tema di sicurezza “all’italiana”, testo tratto dal sito dell’ IMQ – Istituto Italiano del Marchio di Qualità.
Il mito (falso) della cottura ottimale
In cerca di notizie attendibili, e prima ancora di approfondire sulla ricerca scientifica, ho consultato varie fonti librarie. Poi ho fatto ricorso alla letteratura di gastronomia, e nello specifico ad alcuni testi che sono stati predisposti a scopo didattico per gli istituti di formazione professionale. Spiccava tra questi il corposo "Laboratorio di cucina", autore Paolo Gentili, ed edito in due volumi da Edizioni Calderini, 1998. Il testo non è tra i più recenti, ma è scritto bene e contiene un interessante capitolo dedicato alla cottur a MW. Però in oltre mille pagine non c'è nemmeno un riferimento bibliografico. Naturalmente, anche in questo caso l'autore spende molte parole in favore dei forni a MW, definiti "amici dei cuochi". Tra le solite conclusioni scontate, ce ne sono però alcune che mi hanno lasciato perplesso, come il dichiarare che i cibi non subiscono alterazioni, anzi, secondo il sig. Gentili, i principi nutrivi sono salvaguardati.
Un’affermazione del genere, senza produrre le fonti scientifiche, non ha alcun valore. Inoltre, a pagina 39 del secondo volume si legge testualmente <Si tratta di una cottura per concentrazione senza rosolatura superficiale, perché l’alimento può raggiungere solo i 100 gradi, limite determinato dalla temperatura massima dell’acqua a pressione ambiente>.
Però, che preparazione!
Dichiarare quanto sopra è completamente errato e fuorviante in quanto l’acqua è un solvente polare, e come tutti i solventi polari bolle a temperatura più elevata di 100 gradi, per due ragioni: perchè la pressione interna nel forno è superiore al normale, e quindi la formazione di centri di nucleazione che danno il via
ll’ebollizione è ritardata, e perché il riscaldamento non è omogeneo (*).
Allora, c’è da fidarsi di quanto ci viene raccontato?
(*) fenomeno detto “superbollitura” vds pubblicazione “Didattica della fisica” 2008 prof. Umberto Buontempo – Università Degli studi del ’Aquila
Le notizie allarmanti che circolano nel web
Nell’introduzione ho accennato che in internet non è semplice trovare notizie approfondite. Quasi tutte le informazioni riportano alle vicende sulle esperienze di un certo dottor Hans Hertel e del suo collaboratore B.Blanc. La storia di questo ricercatore svizzero, il primo che avrebbe scoperto effetti nocivi ed allarmanti sugli alimenti (1), è spesso riferita anche dai paladini del microonde, gente che insiste sulla sicurezza dei forni, e vorrebbe far credere che il dottor Hertel non avrebbe eseguito studi adeguati, o addirittura che non sarebbe mai esistito. In realtà il dottor Hertel non è una leggenda, ed anche recentemente ha rilasciato un’ennesima intervista.
L’unica disattenzione che gli si può attribuire è di aver pubblicato il suo studio in una rivista non di caratura scientifica.
Fin troppo facile per i suoi detrattori! Tale è ad esempio l’articolo “Microonde – miti e credenze” inserito nel suo sito dalla dottoressa Cristina Bargagli (2) che demolisce tutto l’argomento sostenendo che ogni timore deriva esclusivamente dalla mente malata di personaggi fantasiosi. La dottoressa prosegue negando che ci siano studi scientifici che ne sostengano le tesi. Veramente inaudito per una studiosa di tale importanza e celebrità. Mi chiedo come faccia a sostenere tali ipotesi dato che se avesse fatto delle ricerche avrebbe trovato molto materiale, come ha fatto il sottoscritto!
Un piccolo esempio: la dottoressa Bargagli evita di citare il famosissimo studio che lancia l’allarme sulla distruzione di sostanze nutrienti per effetto delle MW (vedi nota “Il forno a microonde può distruggere le sostanze nutritive degli alimenti?). Questo studio ha avuto risonanza internazionale, tant’è che tutte le maggiori testate giornalistiche ne hanno parlato, vedasi articolo di Segni O’Neil
e John Vitali apparso nel New York Times del 21 ottobre 2003, consultabile gratuitamente ancora oggi dal sito del quotidiano americano. Io ritengo invece che questo espediente sia un ingenuo tentativo per nascondere la verità, visto e considerato che in alcuni anni, un poco alla volta, le notizie si sono fatte sempre più precise.
Ritengo quindi giusto inserire in questa panoramica l’articolo completo, in modo da dare al lettore l’informazione più completa possibile. ( vedasi inserto nel capitolo “effetti termici”).
(1) “Comparative study of food prepared conventional y and in the microwave oven” – Drs Hans Hertel and Bernard Blanc – Ram & Zelt, (1992)“ H.ANDE WEG VOM MIKROWELLENHERD!”-RAUM & ZEIT SPECIAL NR. 6, EHLERS, SAUERLACH.
(2) Laureata in Scienze biologiche, specialista in Scienza del 'alimentazione e Tecnologie degli alimenti, consulente per varie istituzioni pubbliche, emittenti televisive, aziende ecc..
La sconcertante verità scientifica
Agli assertori irriducibili della sicurezza dei forni, io rispondo che la sicurezza assoluta non può esistere. Non sono un fisico nucleare, non sono un docente di chimica ed elettronica, ma credo di essere in grado di indagare. Non occorre essere un plurilaureato per essere in grado di leggere, ed estrapolare utili considerazioni dalle esposizioni teoriche, e dalle ricerche che sono effettuate con criteri altamente scientifici.
Prima di approfondire questo tema, è utile ricordare quelli che sono i punti “cardine”, ovvero le questioni legate alla tecnologia costruttiva dei forni a MW, sui quali bisogna focalizzare l’attenzione:
-sebbene i forni prevedano una regolazione di potenza di cottura, il magnetron funziona sempre al massimo della sua potenza: l’efficienza di cottura si ottiene infatti regolando il rapporto tra periodi di accensione e spegnimento;
-l’effetto di riscaldamento/cottura delle MW è ottenuto principalmente grazie all’azione delle radiazioni sulle molecole d’acqua, che compongono la maggior parte degli alimenti. Le radiazioni costringono le molecole d’acqua (molecole d’idrogeno) ad invertire la loro polarità (in modo asimmetrico) due miliardi e mezzo di volte al secondo, che è la frequenza delle microonde (2,45 Ghz).
Ovviamente, tali effetti si verificano anche a livello micromolecolare, e macromolecolare dei tessuti e delle sostanze che li compongono, essendo ogni composto suscettibile ai liquidi in essa contenuti. Uno tra i fenomeni più interessanti che subisce l’acqua in queste condizioni è la super-bollitura. Questo fenomeno consiste in un ritardo della bollitura anche se si è superata la temperatura normale per ottenerla, in quanto le condizioni fisiche interne al forno subiscono delle variabili a seconda dei contenitori, e della pressione.
Di seguito vado a descrivere gli effetti più importanti riconosciuti dalla scienza, classificati a seconda della tipologia.
Effetti non termici (Effetti dovuti a pressione)
L’aumento rapido di temperatura risultante dall’assorbimento di energia dal segnale a microonde, crea un’espansione termoelastica della sostanza trattata. Questa espansione crea a sua volta un’onda acustica di pressione.
Non è il caso che riguarda direttamente i forni domestici, ma non si può escludere che effetti analoghi possano influire sulle sostanze organiche alimentari. Comunque sia, gli effetti non termici sono stati attentamente rilevaio ed analizzati negli studi che riguardano gli effetti biologici di queste radiazioni sulle cellule vive, e tipicamente delle emissioni a bassa potenza dai cellulari sul corpo umano.
Una curiosità: in queste ricerche si è osservato che la materia cerebrale è particolarmente sensibilizzata, per un effetto di risonanza dalla coclea al cervello, attraverso la conduttività ossea. La sensazione che ha un soggetto, è un chiaro e distinto “click”…
Effetti termici
La scienza ha sempre riconosciuto che gli effetti delle alte temperature sugli alimenti costituiscono una effettiva degradazione dei principi nutritivi Nel caso delle rasformazioni dovute a microonde, i pareri degli studiosi sono molto contrastanti. C’è chi sostiene che le differenze con i sistemi di riscaldamento convenzionali siano minime. Altri fanno osservare che bisogna fare molti distinguo.
Tra i principali effetti troviamo: la polimerizzazione delle sostanze grasse, l’idrolisi, la glicolisi, la caramellizzazione, la racemizzazione, la formazione di furani (composti cancerogeni). Vediamoli nel dettaglio:
1. la polimerizzazione è un fenomeno grazie al quale le sostanze diventano più viscose, e si imbruniscono, mentre diminuisce la digeribilità;
2. l ’idrolisi e quel fenomeno che. grazie all’acqua e alte temperature, conferisce alle sostanze le condizioni favorevoli al formarsi di rancidità idrolitica, cioè la formazione di acidi grassi liberi;
3. la glicolisi è un processo catabolico in cui molecole più complesse ed energetiche vengono trasformate in altre più semplici, meno energetiche;
4. la caramellizzazione dei cibi, dovuta alla cosiddetta reazione di Maillard, cambiamenti chimici che si manifestano in presenza di carboidrati e aminoacidi a temperature superiori ai 150°;
5. la racemizzazione delle proteine (azione suglii aminoacidi ), cioè la morte delle proteine: parte degli amminoacidi si trasforma da levogira in destrogira fino a quando il rapporto tra i due emantiomeri non è di 1:1. A questo punto il processo di racemizzazione giunge all'equilibrio;
6. l’ isomerizzazione degli aminoacidi.è il fenomeno per il quale due o più composti chimici aventi proprietà diverse hanno la stessa formula grezza ma diversa formula di struttura, oppure hanno la medesima formula di struttura ma diversa configurazione spaziale G.Lubec, CHR Wolf, B.Bartosch – “The Lancet” 31 marzo 1990, pag. 792
Altri cambiamenti chimici sono:
a--la pectina dei vegetali tende a trasformarsi in acido pectico;
b--l’aria presente nel forno favorisce i fenomeni di ossidazione e la perdita di vitamine negli ortaggi. Questo fenomeno non si verifica nella bollitura classica, perché l’acqua allontana la presenza di aria nei cibi (da “Laboratorio di cucina” di Paolo Gentili, edizioni Calderini 1998);
c--la formazione di furani (TCDF-PCDF). Queste sostanze si formano spesso nei cibi durante il processo di cottura. Tuttavia si è riscontrato che nei processi di cottura tradizionale, a fiamma libera e con contenitori aperti, l’evaporazione facilita l’espulsione dei composti. Nei forni a MW questi composti hanno invece molte più possibilità di persistenza, soprattutto se si usa riscaldare il cibo in contenitori chiusi (Roberts 2008 - Fromberg ed altri – 2009) EFSA Journal 2011; 9(9):2347
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Il Forno A Microonde Può Distruggere Le Sostanze Nutritive Degli Alimenti?
Articolo di Stephen Strauss - 26 aprile 2004 Introduzione di Steve Klein:
Secondo un nuovo studio: “Usare il forno a microonde per i broccoli crudi e per altri cibi diminuisce drasticamente, e in alcuni casi elimina quasi del tutto, alcune del e sostanze salutari”.
La cottura a vapore porta invece al a minore perdita possibile di sostanze nutrienti. Afferma un recente studio che usare il forno a microonde per i broccoli crudi diminuisce, e in alcuni casi elimina quasi completamente, alcune sostanze chimiche naturalmente salutari. Di rilevanza particolare nella ricerca è stata la scomparsa quasi totale – del 97 percento – dei flavonoidi, in seguito al ’uso del forno a microonde. I flavonoidi, sostanze che spesso si trovano in gran parte del a frutta e del a verdura dai colori luminosi, si ritengono collegati alla riduzione del rischio di coronaropatie, infarti e cancro ai polmoni.
Usare il forno a microonde riduce la presenza d’altre sostanze chimiche ugualmente desiderabili, e normalmente presenti nei broccoli, secondo una percentuale compresa tra il 74 e l’87 percento. Alcune di queste sostanze sono state associate col ral entamento degli effetti del ’invecchiamento, la riduzione del rischio di cardiopatie, la prevenzione del ’Alzheimer, del diabete di tipo 2 e d’alcune forme di cancro. lo studio pubblicato oggi dal Journal of the
Science of Food and Agriculture (N.d.T.: la Rivista sul a Scienza del Cibo e del ’Agricoltura(*)) — condotto da un gruppo di scienziati del governo spagnolo a Murcia, in Spagna – ha rivelato che la bollitura rimuove solo il 66 percento dei flavonoidi dai broccoli freschi crudi, mentre la cottura nel a pentola a pressione ne dissolve soltanto il 47 percento).
La perdita quasi completa dei flavonoidi nei broccoli cotti a microonde ha impressionato i ricercatori spagnoli. “Siamo rimasti sorpresi da quel i che sembravano essere dei risultati stupefacenti”, ha affermato Francisco Tomas-Barberan, un coautore del a nuova ricerca. Lui e i suoi connazionali ricercatori hanno suggerito che la cottura a microonde generi del e temperature inaspettatamente alte nei broccoli crudi, le quali distruggono le sostanze chimiche in grado di combattere le malattie ….. La conclusione è che non si riesce mai ad ottimizzare tutto”, ha asserito la professoressa. David Jenkins, direttore del centro per la nutrizione clinica e la modifica del fattore di rischio del ’ospedale St. Michael di Toronto, ha sostenuto che, data la dipendenza di molte famiglie a doppio reddito dai forni a microonde, è importante che i risultati siano ripetuti ed estesi ad altri cibi. Il direttor Jenkins ha affermato che “A questo punto bisogna ammettere che non abbiamo idea se ciò sia collegato soltanto alla questione dei broccoli, cotti a microonde e in queste condizioni, e se questo risultato abbia una validità generale. Tuttavia, data l’importanza del a cottura a microonde nel a preparazione moderna dei cibi, speriamo che la sua validità non sia troppo generale”.
(*)
-F. Vallejo, F.A. Tomás-Barberán, C. García-Viguera “Phenolic compound contents in edible parts of broccoli inflorescences after domestic cooking”. Journal of the Science of Food and Agriculture, Nov. 2003, Volume 83, # 14, pages 1511-6
-Tom Valentine “The Proven Dangers of Microwaves”. NEXUS Magazine (April-May '95). Volume 2, #25
(April-May '95). Volume 2, #25
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Effetti citotossici delle alte temperature sulle cellule vive
Da un testo sull’uso delle MW (a 434 MHz) per i trattamenti in ortopedia si legge testualmente:
<Evidenze strumentali dimostrano che il calore agisce soprattutto sulle proteine nucleari e citoplasmatiche, favorendone la denaturazione, mentre non ha un effetto diretto sulle molecole del DNA. Provoca quindi alterazioni del metabolismo cellulare, della sintesi delle macromolecole e nel trasporto dei precursori (tRNA), della struttura del citoscheletro, cambi conformazionali nella struttura delle membrane (interferenza nel flusso dei cationi e dei metaboliti che trasmettono l’informazione tra cellule, ed alterazione dello stato redox della cellula) e rilascio di idrolasi>
(in “Primi risultati clinici del ’applicazione del ’ipertermia in ortopedia” a cura di vari autori de l’università la Sapienza di Roma, L’ENEA e il reparto Ricerche SMA di Firenze).
In un altro lavoro che tratta sempre l’impiego delle MW in terapia medica:
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(In: EFFETTI BIOLOGICI DELLE RADIAZIONI NON IONIZZANTI - P. Calvini - Dip. di Fisica, Università di Genova, marzo 2009)
Per quanto riguarda la enorme capacità di sintesi organica, tenendo presente che i generatori MW utilizzati nei laboratori si limitano in genere a potenze contenute tra 100 e i 400 Watt, si può citare l’accelerazione nella reazione chimica dei Sali di fosfonio: bastano pochi minuti di trattamento a MW, contro i 14 giorni necessari con i metodi tradizionali (Daniele Paganel i-Reazioni chimiche in microonde – 2008).
(Samuele Zanatta - Università di Padova – gennaio 2008 in “Sintesi di nuovi inibitori del a topoisonebasi II e del a proteinchinasi CK2 con potenziale attività antitumorale”
Azione delle microonde
Le microonde sono formate da un campo elettrico e da un campo magnetico, ma solo quello elettrico trasferisce energia scaldando la sostanza, mentre quello magnetico non interviene nello svolgimento della reazione chimica.
Le microonde provocano particolari oscillazioni in molecole che possiedono momento dipolare non nullo: tali movimenti determinano un riscaldamento elevatissimo e immediato. Tale riscaldamento si esplica attraverso due meccanismi: la rotazione dipolare e la conduzione ionica. Nel fenomeno di rotazione dipolare, molecole dipolari sottoposte ad una radiazione elettromagnetica tendono ad allinearsi con il campo elettrico quindi assumono movimenti oscillatori, che producono energia sotto forma di riscaldamento.
Tali movimenti dipendono dalla viscosità del mezzo in cui sono immerse e dalla frequenza del campo applicato. Se le frequenze sono troppo elevate, le molecole non hanno tempo sufficiente per rispondere al campo elettrico, non riescono a ruotare e quindi non c’è transfer di energia né riscaldamento; se le frequenze sono troppo basse, le molecole ruotano perfettamente in fase con il campo elettrico, ma l’energia sviluppata è bassa e non si produce calore. Se la frequenza applicata è dell’ordine delle microonde, le molecole hanno tempo di ruotare senza però essere completamente in fase con il campo elettrico, quindi tendono a riallinearsi continuamente con il campo che a sua volta continuamente oscilla.
Questa differenza di fase provoca collisioni e comporta riscaldamento. L’entità del riscaldamento è funzione della grandezza del momento dipolare e anche della viscosità, che varia la possibilità di rotazione delle molecole. In un mezzo gassoso le molecole sono lontane e libere di oscillare in fase, perciò non si avrà
riscaldamento.
Nel fenomeno di conduzione, particelle cariche (ioni) in soluzione si muovono sotto l’influenza del campo elettrico con aumento delle collisioni tra le molecole, con conversione dell’energia cinetica in riscaldamento. Liquidi contenenti ioni si riscalderanno maggiormente di liquidi deionizzati.
Esiste quindi una correlazione diretta tra momento di dipolo di una molecola e la sua capacità di assorbire le microonde. Infatti l’aumento di temperatura dipende fortemente dalla polarità della miscela di reazione. Per questo principio la scelta del solvente assume notevole importanza: più polare è il solvente, maggiore è l’aumento di temperatura che ne risulta. In base alle considerazioni fatte sui meccanismi d’azione delle microonde, questa tecnica può essere applicata anche in assenza di solvente, nel caso in cui i reagenti abbiano proprietà dielettriche opportune.
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Poche ricerche, ma molto significative e poco pubblicizzate
Dopo il caso del dottor Hertel, altre notizie allarmanti hanno iniziato a circolare nel mondo scientifico e nel web. Si tratta di importantissime conclusioni su vere ricerche ufficiali. Purtroppo non hanno avuto una buona diffusione, hanno tuttavia contribuito a dare un’idea sulle alterazioni subite da varie sostanze prese in esame, e ovviamente dai cibi.
Alcune di queste notizie sono anche abbastanza particolari. Per esempio, è noto il caso di un paziente che nel 1991 in un ospedale di Tulsa, Oklahoma, è morto per crisi anafilattica dopo una trasfusione di sangue che era stato scaldato in forno a microonde.
L'irradiazione sembra avere alterato il sangue, causando il decesso del paziente (1). Una buona parte di queste ricerche ha evidenziato che molti problemi sono correlati all’utilizzo errato del forno a MW, altre all’uso di contenitori, cellophane, involucri cerati studiati per l’uso nel microonde, ma con l’effetto delle radiazioni rilasciavano i composti chimici e gli additivi (sostanze BADGE, antigelo ecc) che finivano nei cibi (2-3).
Infine, bisogna sottolineare che la maggior parte degli studi più recenti sono orientati alla verifica degli effetti delle MW sui processi di sterilizzazione, pastorizzazione ecc. degli alimenti. In effetti le microonde sono in grado di sterminare i parassiti ed i microrganismi presenti negli alimenti , e grazie al
tempo ridotto di esposizione al calore, si afferma che le caratteristiche organolettiche non vengono compromesse . In questo senso si sono svolti molti congressi internazionali. Sembra che ci sia una gara tra istituti scientifici per adottare sempre nuove tecniche e direi quindi per compiacere l’industria alimentare.
Effetti sul latte
Riscontrate modifiche alle proteine del latte, causando in tal modo tossicità o cambiando il valore nutritivo del latte stesso.(4) Una ricerca più approfondita, condotta a Vienna ha rilevato che la proteina D prolina e la cis D idrossidoprolina erano in quantità significative, mentre di solito solo la L prolina si trova nel materiale biologico. (L sta per levogiro, D per destrogiro, riferendosi alla direzione di rotazione degli elettroni sul piano di polarizzazione ottica). Lubec ed i suoi colleghi misero in guardia per il fatto che "la conversione di forme da trans a cis può essere pericolosa perché quando i cis-aminoacidi sono incorporati in peptidi e proteine invece che nei loro transisomeri, ciò può portare a cambiamenti strutturali, funzionali ed immunologici" (5). Infine, il riscaldamento, o lo scongelamento del latte materno con le MW causa un diminuzione del livello di fattori anti infettivi del latte (98% degli antibiotici naturali), anche se si usano basse temperature (6), ricerca effettuata da John A.Kerner e collaboratori alla Stanford University di California e confermata da più studi. Ancora, studi su prodotti lattiero-caseari ed in particolare sulle perdite di vitamina B2-B12 ed acido ascorbico sono stati condotti in Egitto (7), in Germania (8-9-10-11), in Giappone (12-13). Altri studi su perdite di vitamine A in Germania (14)
Effetti sulle carni
Ricerca effettuata nel 2009 Presso la facoltà di scienze animali dell’Università di Kaposovar-Ungheria. Sono state analizzate polpette di carne e loro contenuto di vitamina B, vitamina C,acido D-aspartico e acido D-glutammico. E’ emerso che dopo due minuti di riscaldamento a MW la vitamina C subisce una perdita del 20%, e del 50% dopo dieci, le vitamine B1.B2 subiscono una perdita poco significativa nei primi minuti, e di un 30% dopo quindici minuti. Perdite e mutazioni considerevoli dopo dieci minuti anche per l’acido aspartico e glutammico (con un 15% e 5% che si trasforma in D-emantiomeri (15)
Effetti sugli oli vegetali
Molti studi su olii d’oliva, arachidi, girasole e soia hanno evidenziato degradazione dei lipidi con effetti che comprendono idrolisi, ossidazioni e polimerizzazioni. E’ stata rilevata anche ossidazione e perdita degli acidi grassi (Cossignani, Caponio, Adam Merrick) e un aumento di viscosità con formazione di monomeri ciclici, dimerizzazione e polimerizzazione che interessa aumento di radicali liberi (Albi ed altri-1997) e formazione di perossidi tale da superare i valori massimi consentiti. Inoltre perdita della colorazione (verde negli olii d’oliva) connessa a distruzione termo-labiale dei pigmenti di clorofilla e dei carotenoidi. Come ulteriore effetto della idrolisi termica, si verifica liberazione di acidi grassi dal loro legame estere. Le trasformazioni dipendono molto dal tipo di olio, e dalla temperatura di trattamento. La polimerizzazione (tendenza a formare molecole più grandi) si verifica con condizioni estreme di durata e temperatura e si ritiene che dipenda dalla formazioni di legami-carbonio o ponti di ossigeno tra gli acidi grassi. Da segnalare che la formazione di queste ultime sostanze tossiche raggiunge la percentuale del 10-12%, quando si ritiene che il limite accettabile per le fritture sia del 25%.(16-17-18-19-20).
Effetti su altri alimenti vegetali
Nell’ambito dello studio di processi di conservazione con trattamenti di blanching, De Ancos ed altri (1999) hanno studiato gli effetti delle microonde in campioni di puree di fragola, papaya e kiwi. E’ emerso che i processi di perossidasi sono soddisfacenti per brevi trattamenti. Per quanto al colore, è stato riscontrato che le MW causano un marcato peggioramento. Cano ed altri (21) hanno analizzato la conservazione di banane e altra frutta, riscontrando che il blanching a microonde, inoltre, risulta essere poco soddisfacente anche analizzando il contenuto in fenoli, in perossidasi e polifenolossidasi; infatti, i campioni pretrattati a microonde presentano, in linea generale, un contenuto di fenoli minore anche rispetto ai campioni di controllo, mentre il pretrattamento con vapore risulta essere migliore.
Krokida et al [22] (2000) hanno confrontato l’effetto del blanching per osmosi, microonde (810 W per 1 min), solfito, acqua (90°C per 3min), vapore sul colore di patate, mele, banane e carote essiccate (essiccamento in tunnel con aria a 70°C). In questo caso, i campioni non trattati e quelli pretrattati a microonde mostrano un aumento dell’imbrunimento (ossidazione) durante l’essiccamento, a differenza di quelli trattati per osmosi, con solfito, con acqua e vapore che preservano la matrice dall’imbrunimento durante il processo di essiccamento.
Effetti sulla pasta
La cottura a microonde ha portato ad aumento dello strato gel, e della colorazione gialla. Non segnalati peggioramenti della qualità (23)
Effetti sui cibi precotti
Ryynänen e Ohlsson (1996) hanno studiato la ripartizione del calore in forno a microonde su piatti precucinati con hamburger di carne trita, carote saltate e patate lesse, alternando la disposizione geometrica dei singoli componenti sul piatto. Dai risultati ottenuti è emerso che il calore si fraziona irregolarmente sul piatto tanto che le temperature raggiunte in aree distanti anche pochi centimetri l’una dall’altra possono variare di oltre 30°C. Inoltre, il bordo del piatto esercita un effetto “antenna” particolare per cui a quel livello la temperatura può essere di oltre 30° superiore rispetto al centro del piatto. Gli AA. sottolineano che tra carote e patate, le più refrattarie a trasmettere il calore del microonde sono queste ultime, concludendo che proprio queste verdure dovrebbero sempre essere posizionate lungo i bordi del piatto, dove la temperatura può facilmente raggiungere i 100°C. Anche i materiali utilizzati per confezionare i piatti precucinati possono influire sulla corretta distribuzione del calore nell’alimento durante il riscaldamento in microonde: quelli pluricomposti contenenti anche alluminio, ad esempio, sembrano assicurare una distribuzione più omogenea del calore rispetto alle pellicole di sola plastica (Ryynänen e Ohlsson, 1996).
Effetti su involucri e confezioni alimentari
Ricercatori dell’ente di controllo alimentare europeo hanno eseguito protocolli di studio sul contenuto di furano negli alimenti trattati termicamente. In generale, i livelli di furano non diminuivano se gli alimenti erano riscaldati in un forno a microonde, rispetto allo stesso cibo riscaldato in un pentolino. Livelli di furano sono risultati diminuiti nella maggior parte dei casi dopo il riscaldamento in una casseruola. Il furano è leggermente diminuito negli alimenti mescolati e lasciati nel piatto. Kim et al. (2009) hanno studiato il possibile effetto di cottura e di gestione delle condizioni e consigliato di riscaldare i pasti in scatola fino a
50-70° C per una riduzione dei livelli di furan.del.26-46%.(24).
Per quanto riguarda i contenitori plastici, la ricerca ha evidenziato aggio di BPA dai contenitori di policarbonato usati anche per riscaldamento cibi per neonati (25), e migrazione di xenoestrogeni da involucri in pvc (26). I composti BPA e gli xenoestrogeni sono composti con effetti cancerogeni riconosciuti ovunque.
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(1) Journal of Natural Sciences, 1998; 1: 2,7.
(2) Food Additives and Contaminants, 1994; 11 : 231- 40
(3) AB Badeka, MG Kontominas, 1996; citato da Ashton e Laura,1999, pag.68
(4) Journal of the American Col ege of Nutrition, 1994; 13 : 209 -10
(5) The Lancet, 1989; 9 : 1392-3
(6) “Effects of Microwave Radiation on Anti-infective Factors in Human Milk”, Journal of Pediatrics, vol. 89, no. 4, April 1992.
(7) IA Abd El-Gawad, MA El-Aasar ed altri--Journal Science of Alimentazion n° 16 (1988), pagg 175-192
(8) I.Andersson, R.Oste, Milchwissenschaft, n° 47 (1992), pagg. 233-234 - ); in quest’ultima analisi si è anche constatata la perdita del contenuto di ossigeno
(9) JO Bosset,P.Eberhard, U.Butikofer. Parte 1:Vitamina C, Mitteilungen aus demGebeite Lebensmitteluntersuchaug und der Hygiene N° 82 (1991) pagg 433456
(10) S.Demel, I.Steiner,J.Washuettl,G.Kroyer – Chimica e microbiologia “Studio sul latte trattato al microonde”- N° 29 (1990) pagg. 299-303
(11) G.S.Haddad, M.Loewenstein “Effetto di trattamenti termici e congelamento in tiamina, riboflavina e acido ascorbico contenuti nel latte”– J.Dairy Sci n° 66 (1983) I.Andersson, R.Oste, Milchwissenschaft, n° 47-1992, pagg. 233-234
(12) ST Chen, Wu SH,KT Wang – Intenational Research peptid protein n° 33 (1989) p. 73-75
(13) ST Chen,SH Chiou,YHChu,KT Wang – L’idrolisi rapida del e protein per mezzo di tecnologia a microonde e sue applicazioni per l’analisi degli aminoacidi – Intenational Research peptid protein n°30 (1987) pag. 572-582
(14) K.Wagner,H.Graf.GSchaarmann,Flackowsky G.- Vitamine und weitere Zusatstoffe bei Mensch und Tier 4.Symposium, Jena (Thuringen University)
1993 – 49-52
(15) Acta Univ. Fondazione Sapientiae Alimentaria 2, 1 (2009) pagg. 81-88
(16) R.malheiro,S.Casal,E.Ramalhosa,J.A.Pereira Facoltà di AgrariaBraganca-Portugal – Food and Chemical Toxicology 47 (2009) 92–97
(17) Albi, T., Lanzón, A., Guinda, A., Pérez-Camino, M.C., Léon, M., 1997b. Microwave and conventional heating effects on some physical and chemical parameters ofedible fats. Journal of Agriculture and Food Chemistry 45, 3000– 3003.
(18) Caponio, F., Pasqualone, A., Gomes, T., 2003. Changes in fatty acid composition of vegetables oils in model doughs submitted to conventional or microwave heating. International Journal of Food Science and Technology
(19) Cossignani L., Simonette, M.S., Neri, A., Damiani, P., 1998. Changes in olive oil composition due to microwave heating. Journal of American Oil Chemists’Society 75, 931–937.
(20) Yoshida, H., Hirooka, B.N., Kajimoto, G., 1990. Microwave energy effects on quality of some seed oils. Journal Food Science 55, 1416–1421.
(21) B. de Ancos, M. Pilar Cano, A. Hernandez and M. Monreal, Effects of microwave heating on pigment composition and colour of fruit pureest , Journal of the Science of Food and Agriculture, 79(5), 663- 670, (1999)
(22) M. K. Krokida, C. T. Kiranoudis and Z. B. Marinos-Kouris, Effect of pretreatment on color of dehydrated products , Drying Technology, 18(6), 12391250, (2000)
(23) Cocci E., Sacchetti G., Val icel i M., Angioloni A., Dal a Rosa M. (2008). Spaghetti cooking by microwave oven: cooking kinetics and product quality. Journal of Food Engineering , 85 (4): 537-546.
(24) EFSA Journal 2011; 9 (9): 2347 27
(25) D.ssa Barbara Mary Thomson – University of Canterbury New Zeland “ Human health implications of exposure to xenoestrogens from food” 2005
(26) c University of California
PARTE SPERIMENTALE
Le trasformazioni biochimiche possono essere rivelate e confermate solo da una serie di analisi metodiche ed approfondite.
Ho quindi realizzato sperimentazioni sull’acqua, che è l’elemento base delle sostanze e degli alimenti. Ovviamente ciò non toglie che si possano eseguire test anche su elementi complessi, come ad esempio il latte e i suoi composti, ma è necessario avere a disposizione un’attrezzatura e una preparazione non indefferenti.
In particolare ho analizzato acqua distillata sottoposta a microonde per alcuni secondi, e comparandola con acqua non trattata, per verificarne i valori di densitometria, capillarità, cromatografia, impedenzometria, conduttività e phmetria.
A queste analisi si sono aggiunte alcune verifiche su effetti e latenza di condensazione, dopo aver constatato che il calore delle MW incide significativamente perfino sui processi di aggregazione igroscopica.
Infine, ho realizzato prove biologiche su piante acquatiche, in modo da verificare che incidenza ha l’acqua sottoposta a MW sui processi vitali.
TEST SULL’ACQUA RISCALDATA AL MICROONDE
1 - Prove di conduttimetria e ph
Materiali:
acqua distil ata,
2 becher in vetro, pipette,
Multimetro- conduttimetro,
termometro digitale a due canali
Svolgimento. Ho riempito i due becher con circa 20 ml di acqua distillata. Uno deibecher l’ho posto nel microonde, per una quindicina di secondi. Poi ho lasciato che la temperatura tornasse ai valori d’ambiente. lo strumento ho atteso che si stabilizzasse in lettura, ed entro trenta minuti ho effettuato una sessione di verifiche con diverse temperature, comparandole con l’acqua non trattata. L’ultima verifica l’ho realizzata trascorse oltre 24 ore.
Risultato- In tutte le verifiche i valori PH dell’acqua trattata al microonde sono superiori all’acqua normale. Al contrario, i valori di conduttività risultano inferiori. La quarta verifica, effettuata trascorse oltre 24 ore dalla precedente, non presentava differenze, come se con la decantazione, l’acqua abbia riacquistato il suo equilibrio naturale, probabile effetto di assorbimento di CO2. E’ notorio che a pressione ambiente l’acqua distillata o neutra è in grado di assorbire bene l’anidride carbonica.atmosferica, e questo fenomeno potrebbe incidere notevolmente nel riequilibrare le forze ioniche che in precedenza avevano subito cambiamenti per opera delle MW.
Terrò conto di questo fatto nel proseguio delle altre esperienze, in particolare nei test biologici, provvedendo a sostituire periodicamente i liquidi.
Osservazioni.
Conduttività (EC) L'acqua ad elevata purezza ha una conducibilità elettrica estremamente bassa. In presenza di sostanze ionizzate o dissociate si verifica un aumento della conducibilità elettrica proporzionale alla loro concentrazione. La misura della conducibilità elettrica di un'acqua, pertanto, permette di ottenere una informazione circa il suo grado di mineralizzazione. La conduttanza si manifesta attraverso il moto degli ioni in soluzione. I fattori che agiscono sui meccanismi di conduzione sono:
1. Cariche ioniche: a parità di concentrazione, uno ione bivalente trasporta una carica doppia rispetto ad uno monovalente, per cui χ aumenta all'aumentare della carica ionica
2. Velocità di migrazione: a parità del campo elettrico applicato, la velocità di migrazione di uno ione dipende anche dal rapporto carica/raggio, dalla sua massa, dalle interazioni con gli altri ioni e con il solvente e dalle viscosità del solvente. La velocità di migrazione degli ioni, a sua volta, è una funzione abbastanza complessa delle loro dimensioni, del loro stato di idratazione e della concentrazione della soluzione
3. Temperatura
4, Concentrazione ionica della soluzione : il trasporto di carica in soluzione è dovuta alla migrazione degli ioni dell'elettrolita all'elettrodo di segno opposto; è proprio questo trasporto che chiude il circuito e consente il aggio di corrente. E' quindi evidente che al diminuire della concentrazione ionica, cioè all’aumentare della diluizione 1/C (dove C in questo caso è la concentrazione dell’elettrolita), si registrerà una proporzionale diminuzione di conducibilità.
Potenziale redox (mV) I cationi, ioni positivi, circondano gli elettrodi negativi producendo acqua catodico (acqua ridotta). Gli anioni, ioni negativi, circondano gli elettrodi positivi producendo acqua anodica (acqua ossidata).
L'acqua del rubinetto possiede un potenziale di riduzione da +100 a +150mV e dunque un’elevata capacità di catturare elettroni, e quindi di ossidare altre molecole. L'acqua ridotta ha un potenziale di riduzione di circa -250 à -350mV e dunque un'alta concentrazione d'elettroni, è capace di rendere innocuo l’ossigeno
attivato e gli altri radicali liberi.
Riducendo l'ossigeno attivato, essa riduce i danni che le molecole biologiche possono subire. Di conseguenza, le molecole biologiche sono molto meno esposte ad infezioni e malattie.
Risultato- Dalle note sopra esposte, ed osservando che tutti i valori di acqua trattata a MW hanno una conduttività più alta e un potenziale redox più basso dell’acqua non trattata, se ne deduce che quest’acqua ha subito un notevole peggioramento della qualità.
2 - Prove di adsorbanza-cromatografia
Materiali:
N. 2 contenitori in plastica graduati, uno etichettato
Pipetta
Diverse coppie di carta adsorbente
i per carta, etichettati
Pennarello marcatore
Svolgimento: dopo aver riempito i due contenitori con egual misura di acqua distillata, ho riscaldato il contenitore N. 2 nel microonde per una decina di secondi. Poi ho atteso che la temperatura tornasse ai valori d’ambiente. Ho quindi preso una coppia di striscioline di carta e vi ho depositato una goccia di inchiostro dal pennarello, quindi ho sistemato le cartine adsorbenti nei i, e poi le ho posizionate entro i contenitori con il liquido. Ho ripetuta l’esperienza per le sette coppie di striscie di carta a disposizione.
Risultato-
Come si rileva dalle foto, in ogni striscia di carta inserita nei contenitori con
acqua riscaldata a MW, i valori d’’adsorbanza sono nettamente inferiori a quelli riscontrati in acqua normale, che sono molto più elevati.
Nelle foto n. 2 è ritratta la coppia di striscie n. 2, e nella foto n. 3 il relativo grafico.
3- Tensione superficiale, e una strana esperienza con la condensazione
Materiali:
Macchina fotografica digitale Canon
Campionatore digitale di temperatura a due canali
N. 4 becher in vetro
Svolgimento: dopo aver riempito due contenitori con egual misura di acqua distillata, ho riscaldato il contenitore N. 1 nel microonde mentre il contenitore N. 2 con utilizzo di fornelletto elettrico. Come dimostrato in foto i liquidi avevano quindi identica temperatura. Ho successivamente coperto i contenitori con altri due.
Trascorsi alcuni minuti ho potuto osservare la formazione di condensa in entrambi i contenitori. Come è dimostrato nelle foto, questa condensa appariva diversa tra i due contenitori evidenziando che il processo di aggregazione non era identico. Nel contenitore n. 1 (contenitore a sinistra etichettato MW) l’aggregazione delle molecole d’acqua risulta molto meno omogenea. Avendo ripetuto varie volte l’esperienza, anche utilizzando contenitori con forma diversa, si evince che i processi di condensazione sono visibilmente molto diversi.
Osservazioni - Quando si applica un aumento di temperatura ad un liquido, questo reagisce in modo di eliminare lo stimolo e ritornare in equilibrio. Pertanto il liquido trasforma parte delle proprie struttura solida in vapore (effetto endotermico) In sostanza l’evaporazione si rende possibile quando nel liquido diminuisce la forza attrattiva tra le molecole. Questo processo dipende dalla natura del liquido, dalla temperatura, e dalla pressione, e la sua velocità dipende dalla capacità definita “tensione di vapore”, misurabile con un barometro in unità di mm Hg. Successivamente il vapore si deposita nelle pareti dei contenitori tornando allo stato liquido. L’adesione delle goccioline di vapore risulta dipendere dalla bagnabilità della superficie: il liquido si deposita alla superficie solida in modo maggiore o minore a seconda della natura del liquido (legami idrogeno) e del solido stesso. Le forze fisiche interessate in questo caso sono il risultato di un equilibrio fisico tra adesione, coesione e tensione superficiale del liquido.
Normalmente le goccioline di vapore si depositano assumendo tutte una forma circolare, che è la risultante della configurazione fisica di energia minima peri i corpi sottoposti ad iterazione reciproca. Nel caso in esame si nota invece che nel vapore formatosi nelle pareti del contenitore N. 1 (acqua distillata trattata a MW) si è verificato un eccezionale fenomeno di aggregazione disomogenea delle goccioline di vapore, che tendono ad auto-inglobarsi in un processo di cannibalismo dinamico. Questo non si verifica affatto nel contenitore N. 2, che come evidenziato dal risultato grafico molto regolare, si presenta con una superficie coperta da goccioline di vapore di piccolo raggio molto omogenee
e disposte simmetricamente tra loro.
Essendo che i contenitori utilizzati sono sempre in vetro, è ovvio che la differente adesione non dipende dalla bagnabilità della superficie in vetro ma da una apparente forma di dinamismo delle gocce di liquido proveniente dal contenitore N. 1, dinamismo che le rende abili ad aggregarsi tra loro con forme disomogenee, come se il liquido subisca una rottura marcata dei legami intermolecolari che si manifesta con la disposizione in superfici molto ampie. Queste goccioline di vapore hanno evidentemente un angolo di contatto diverso. Può essere riconducibile alla forza di tensione superficiale dell’acqua ivi contenuta,forma di energia che è ben più elevata dell’acqua non riscaldata con il microonde.
Per comprendere bene il fenomeno bisogna ricordare gli assunti della Legge di Laplace: a parità di tensione superficiale, più è piccolo il raggio di una goccia, maggiore è la differenza di pressione necessaria a mantenerla in equilibrio. In alternativa alla tensione superficiale presente nelle goccioline di vapore già depositatesi nel vetro, la diversa disposizione potrebbe essere il risultato di un disequilibrio/asimmetria tra goccioline di vapore che è già presente allo stato gassoso, di aerosol, prima di depositarsi nella superficie del contenitore e ritrasformarsi in acqua. Ma questo può verificarsi solo nel caso di diversa pressione-vapore all’interno del contenitore in vetro. Una diversa pressione e saturazione possono accelerare o diminuire la formazione di embrioni di goccioline-vapore, e incidere nel loro raggio
Nel disegno precedente: rappresentazione del a deposizione di una goccia su un substrato. Il valore del a tensione superficiale del ’acqua (72 dine/cm) è conseguenza del a sua CED molto alta e pari a 550 cal/cm3 (22000 atm). Ciò induce una tendenza a minimizzare la superficie di contatto tra l’eventuale soluto idrofobico (organico) e le molecole d’acqua.
-
Risultato- L’esperienza fa supporre che nell’acqua trattata si sia verificato un qualche cambiamento delle forze intermolecolari. Si tratta perciò di approfondire il tema della tensione superficiale, Giova ricordare che la maggior parte dei fisici (Owens, Wendt, Good-Van-Oss-Chaudhury ed altri) attribuisce la differenza di tensione alle forze elettrodinamiche e dispersive polari.
4 – Verifica dell’osmosi
Materiali:
Bilancina digitale con risoluzione 0,01 gr.
provette,
contenitore in plastica graduato,
due pipette,
n. 4 carote
Svolgimento. L’esperienza precedente con lo strano effetto verificato durante il processo di condensazione dell’acqua irradiata con MW mi ha dato l’idea di effettuare un’altra verifica nella quale entrasse ancora in gioco la tensione superficiale del liquido. Ho quindi preparato con un attrezzo da cucina N. 4 carote, tagliandole e portandole allo stesso peso, e poi le ho inserite nelle provette, tenendone la parte superiore in alto. Ho poi versato 20 ml in ciascuna delle due provette con l’etichetta MW (1-2), e 20 ml di acqua non trattata nelle altre provette (3-4). Dopo circa 18 ore, ho verificato che le carote avevano assorbito tutte una certa quantità d’acqua, riscontrando che le carote con acqua normale ne avevano incorporato una quantità maggiore. Ho ripetuto due volte lo stesso procedimento, con un risultato analogo: l’acqua assorbita in più dalle carote nelle provette con acqua non trattata era di circa 2 ml, cioè il 10 percento del liquido.
Osservazioni- L’osmosi è il fenomeno di trasferimento di molecole d’acqua da una soluzione con potenziale idrico maggiore a una soluzione con potenziale minore. Dunque l’acqua si muoverà da una regione con concentrazione minore, verso la concentrazione maggiore. La diffusione dell’acqua è influenzata da quanto è in essa disciolto, cioè dalla concentrazione del soluto molecole e ioni.
Risultato-
Nell’esperienza si è verificato che l’acqua non trattata si trasferiva in misura maggiore verso la carota, dimostrazione che l’acqua non trattata era meno concentrata (ipotonica) rispetto a quella trattata. Dunque il potenziale osmotico dell’acqua trattata a micrronde è diverso.
5 – Verifica della tensione superficiale
Materiali:
Bilancina digitale con risoluzione 0,01 gr.
Contagocce in vetro
1 becher o contenitore in plastica trasparente
Acqua distil ata a temperatura ambiente
Svolgimento. Il risultato delle esperienze precedenti mi hanno indotto la necessità di effettuare una verifica della tensione superficiale.
La determinazione della tensione superficiale di un liquido viene effettuata sfruttando una legge che mette in relazione il peso medio di una goccia caduta da un contagocce con una costante K valida solo per quel contagocce. Conoscendo quindi la tensione superficiale di un liquido di riferimento e il peso medio di una goccia di liquido si può stabilire la K di un contagocce da utilizzare nella legge
P = K y
dove γ è la tensione superficiale del liquido che si utilizza per la taratura, cioè
0,0726,
per acqua distillata a 20 gradi.
Pertanto, con l’ausilio di un contagocce in vetro, ho effettuato tre serie di misurazioni, pesando con la bilancina 40 gocce alla volta di acqua precedentemente trattata al MW per una decina di secondi, e comparandole con tre serie di altrettanta acqua non trattata.
A partire dai dati sperimentali si calcola il peso medio P di una goccia di liquido che cade dal contagocce
P1 =3,13/40 =0,078 P2=3,24/40 =0,081 P3=3,19/40= 0,079g
P = P1+P2+P3/3 = 0,078+0,081+0,079/3 =0,238/3 = 0,079g
Ora con i dati raccolti si calcola il K del contagocce .
Sapendo che P = k y
K = P / y cioè K = 0,079/0,0726 = 1,088
Ora si può determinare la tensione superficiale del ’acqua trattata:
Peso medio di acqua trattata:
P1=2,98/40 =0,074 P2=3,03/40 = 0,075 P3 =2,96/40 = 0,074g
P = 0,074+0,075+0,074/3 = 0,0743g
Sapendo che P = k y
Y = P / K cioè y = 0,0743/1,088 = 0,0683.
Risultato-
La tensione superficiale dell’acqua distillata trattata a microonde è 0,0683, mentre l’acqua non trattata è 0,0726.
Osservazioni. Come già scritto nei due paragrafi precedenti, la tensione supeficiale è uno dei parametri fondamentali dell’acqua. La loro modifica comporta cambiamenti profondi sulla qualità dell’elemento vitale. La vita di tutte le cellule animali e vegetali è regolata da questi semplici, ma basilari parametri. Un esempio, tanto per rendere l’idea: la traspirazione, la nutrizione, l’evaporazione di ogni pianta nel mondo dipende dalle forze di coesionetensione delle molecole d’acqua.
6 – Verifica della viscosità
Materiali:
Contagiri digitale a tre cifre. Tol eranza 4%
Viscosimetro
Bilancina digitale con risoluzione 0,01 gr.
Pipetta
N. 2 becher o contenitori in plastica trasparente
Acqua distillata a temperatura ambiente
Preparazione Per l’esecuzione di questo esperimento, non avendo a disposizione un apparato da laboratorio, ho dovuto autocostruirmi uno strumento idoneo.
L’idea era quella di verificare la viscosità delle acque distillate campione, misurando la resistenza meccanica offerta al moto di un corpo in esse immerso. Più o meno come da principio dei viscosimetri tipo Brookfield, ma misurando la risposta ai giri di un motore, e non la coppia.
Ho quindi assemblato lo strumentino, che si compone essenzialmente di un motorino con applicato allo statore un piccolo magnete, che serve da generatore di impulsi. Il motorino e il magnete li ho posizionati sopra un piccolo contenitore plastico, in modo che faccia corpo unico a tenuta stagna. Come sensore e rilevatore di impulsi ho utilizzato un pick-up magnetico alimentato da una batteria 9V, posizionato su un o alla stessa altezza del magnete posto dentro il contenitore, in modo da leggere correttamente l’impulso. Come lettore di misura ho utilizzato un piccolo contagiri digitale, precedentemente tarato con l’ausilio di un generatore di bassa frequenza e di un oscilloscopio.
.
Svolgimento
Per prima cosa, dopo aver verificato il corretto posizionamento dello strumento, ho effettuato una lettura “a vuoto”, ottenendo una lettura di 70 Hz, cioè 70 rpm. Quindi ho preparato i soliti campioni di acqua distillata, uno dei due trattato per alcuni secondi al MW. Atteso che la temperatura tornasse ai valori ambiente, ho effettuato una piccola serie di test, inserendo nel bicchierino dello strrumento una quantità di liquido precedentemente verificata con la bilancina, di 17 ml per campione, in modo che, il magnete interno ne fosse appena bagnato.
Tale quantità si è dimostrata quella più idonea al funzionamento dello strumento, e per contenere eventuali perdite durante il moto vorticoso di statore+magnete. Ogni sessione di test aveva una durata di 40/50 secondi, appena sufficiente per dar modo al motore di stabilizzare il moto. Ho anche tenuto conto che una durata meggiore avrebbe riscaldato sicuramente il motorino stesso, e il liquido, falsando le misurazioni.
Le misurazioni ottenute (rpm) sono le seguenti:
.
Osservazioni
Effettuare una verifica di questo genere sulla viscosità di un liquido come la semplice acqua distillata, mi è sembrato per molto tempo un giochetto inutile. Poi però, notando che in letteratura esistono molte prove di laboratorio per liquidi di tutti i generi, ma non per l’acqua, ho pensato di non seguire il convenzionale, e che forse valeva la pena di effettuare il tentativo. Infatti non si deve mai dare per scontato un risultato, e i pregiudizi nella ricerca sono la negazione della ricerca stessa. Quindi ho pensato di costruire questo strumento che avrebbe dovuto sfruttare le forze dell’attrito tra la fase solida, costituita dalla parete del bicchierino e il magnete, e la fase liquida, costituita dall’acqua in esame. Durante il moto che il motorino/magnete inducono all’interno del bicchierino, si è generato un aumento di pressione che ha portato alla formazione di aumento temporaneo di volume del liquido, e formazione di vortici che si sono stabilizzati dopo alcuni secondi, permettendo una lettura utile. La scienza definisce “resistenza allo scorrimento” la forza che misura l’attrito interno del liquido e si oppone allo scorrimento delle molecole le une rispetto alle altre. L’indice di questa resistenza intermolecolare è la viscosità, o meglio viscosità cinematica, e viene espresso in una serie di unità stabilite internazionalmente, a seconda del metodo di misurazione (stockes, o centipoise ecc.)
Il valore di viscosità dipende infine da alcuni fattori, primo tra tutti la temperatura, poi la densità. A 20 gradi l’acqua distillata ha valore di 1,0 .
Risultato- Dopo una serie di 2 test, eseguiti a varie temperaature, ho constatato che l’acqua trattata a MW oppone più resistenza rispetto all’acqua normale, e quindi ha un indice di viscosità più elevato Per il terzo test la misura si è dimostrata quasi identica. In questo caso ho però utilizzato la stessa acqua campione del test precedente, e quindi trattasi di un liquido che avendo “subito” un trattamento che l’ha posta in forte agitazione, ha sicuramente avuto uno scambio gassoso con l’ambiente, e questo ha ripristinato il suo equilibrio
naturale; fenomeno che ho osservato, e già fatto rilevare anche in alcune esperienze precedenti.
Conclusioni
Il risultato dei test prova che l’acqua trattata ha un indice di viscosità superiore. Cercando di spiegarmene la ragione, e ragionando sulle curve di viscosità di altri elementi, ho dovuto concludere che tutto dipende dal gradiente di scorrimento che si sviluppa nel fluido, e che si oppone alla resistenza o sforzo energetico che il fluido deve sopportare per essere mosso. Esiste cioè un legame tra sforzo e condizioni di flusso. Questo legame è costante nei liquidi come l’acqua, ed è rappresentato graficamente da una retta. Ne consegue, secondo le leggi fisiche dei liquidi Newtoniani, che all’aumentare del moto, cresce il gradiente di viscosità.
L’interrogativo finale è: perché, dunque, se l’acqua trattata a MW ha aumentato questo gradiente, e cioè la viscosità, perché non è stato un fenomeno temporaneo?
Credo di poter azzardare una risposta, che illustrerò ampiamente nei tre capitoli finali.
PROVE BIOLOGICHE
1 Pianta acquatica - Rotundifolia
Famiglia: Lythraceae
Altezza media: oltre i 40 cm.
Temperatura media: 22°-27° C
Illuminazione: medio-intensa
Crescita: medio-veloce
pH medio dell’acqua: 5,5-7,5 pH
Descrizione: pianta acquatica dal 'aspetto sottile e al ungato, molto elegante e decorativa.
Pianta con stelo ascendente che non cresce oltre la superficie dell'acqua. Le
foglie sono piccole,
opposte, sottili e al ungate, con margine liscio. La peculiarità di questa pianta è la caratteristica
colorazione che varia dal verde olivastro-gial astro a tonalità rosate.
Propagazione: per stoloni o per talee.
Materiali:
quattro talee, provette sterilizzate, acqua distil ata
Svolgimento Ho preparato quattro talee di rotundifolia, prelevandole da stessa pianta
matrice contenuta in acquario (Fig. 1). Le talee sono state tagliate con identica lunghezza
e inserite nelle provette, con acqua distillata a temperatura ambiente. Le provette N° 1 e
2 contenevano l’acqua precdentemente riscaldata in forno a MW per una
quindicina di
secondi. Al momento di inizio esperimento il PH dell’acqua normale era 8, mentre
l’acqua trattata misurava 9. Successivamente ho sostituito l’acqua nelle provette ogni
4/5 giorni, inserendo sempre acqua trattata nelle provette n° 1 e 2. Dopo circa una
settimana si poteva osservare una certa crescita delle talee nelle provette N° 3 e 4,
mentre le talee n° 1 e 2 non presentavano segni apparenti. Trascorsi altri 3 giorni, ho
invertito la posizione delle talee, inserendo quelle che erano cresciute nelle provette N° 1
e 2 con acqua trattata. Da quel momento, ho potuto osservare l’inversione del fenomeno
di crescita. Le talee che prima avevano dato segni di crescita si sono bloccate, mentre le
altre hanno mostrato un chiaro segno di ripresa.
Osservazioni. Nella Fig. 3 si osserva la situazione dopo 16 giorni di esperimento. Le
talee nelle provette N° 1 e 2 hanno perso vitalità, e si denota perdita di clorofilla e
perfino l’affondamento, segnale molto chiaro di evidenti difficoltà vitali, cosa ancor più
evidente in Fig. 4, dove ho posto le talee N° 1 (vissuta in acqua normale) e 3 (vissuta in
acqua trattata). La foto N° 6 ritrae tutte le talee dopo 22 giorni .La necrosi delle talee N° 1
e 2 è evidentissima. Da segnalare che nonostante i cambi d’acqua, nelle provette con
acqua trattata si notava sempre un principio d’intorbidamento.
Conclusioni Dopo aver ripetuto due volte tale esperienza, sempre con i medesimi
risultati, ritengo di poter affermare che la riduzione delle capacità vitali delle talee è
causata dalla cattiva qualità dell’acqua trattata a MW.
2 Pianta acquatica Lemna minor lenticchia d’acqua
Famiglia: Lemnacee -
Difficoltà di coltivazione: facile
Altezza media: 1-3 cm.
Temperatura media: 22°-28° C
Illuminazione: medio-intensa
Crescita: velocissima-quasi infestante
pH medio dell’acqua: 5,5-7,5 pH
Descrizione: piccola pianta acquatica gal eggiante con apparato radicale sottile e al ungato.
Ha una crescita velocissima, soprattutto nelle acque ristagnanti. La sua capacità di assorbire
sostanze inquinanti è tale che sono stati condotti degli studi per utilizzare piantine di Lemnia come
depuratori ecologici per abbattere gli inquinanti zootecnici.. Le foglie sono piccole, quasi sempre
inferiori a 5 mm di lunghezza e crescono a gruppi da 1 a 4 foglioline, le radici sono a peduncolo.
Questa specie acquatica è un ottimo modello per determinare la crescita della popolazione
(Clatworthy e Harper, l962; Harper, 1977).
Propagazione: per via vegetativa. Ogni 2-3 giorni la pianta adulta emette un tal o da cui si
sviluppa una nuova piantina completa. Il ciclo ha una velocità esponenziale, fino al riempimento
dello spazio, poi si stabilizza, ed ogni nuovo tal o copre un vecchio, che muore.
Svolgimento. Ho preparato due becher di vetro con 25 ml di acqua distillata
ciascuno. Poi ho riscaldato uno dei becher al microonde per circa dieci secondi.
Quando la temperatura dei liquidi era tornata ai valori ambiente, ho posto nei becher
due colonie di Lemnia, con 10 piantine per contenitore. Successivamente, ho effettuato
cambi d’acqua ogni 2 giorni,
Conclusioni. Premesso che non ho aggiunto all’acqua alcun nutriente, già dopo
pochi giorni si poteva osservare una netta differenza nella crescita delle fronde. In
particolare, la colonia n° 2 si riproduceva molto più lentamente della colonia n° 1,
inoltre si poteva osservare una notevole differenza nella grandezza stessa delle fronde,
stranamente molto più accentuata nella colonia n° 2, che apparivano quasi deformate,
inoltre dal sesto giorno, e nonostante i ri cambi, l’acqua si presentava torbida . La
colonia n° 1 manteneva invece le caratteristiche originali, la popolazione era molto
omogenea, e l’acqua limpida.
Conclusioni finali
Tutte le esperienze sopra descritte, comprese alcune altre che per brevità non ho inserito in questo saggio, hanno portato ad identico risultato: l’acqua trattata con le microonde modifica le proprie caratteristiche in modo molto significativo: non è più la stessa acqua! E i test biologici sulle specie vegetali hanno evidenziato che quest’acqua ostacola la traslocazione corretta delle sostanze.
Arrivato a questa conclusione, dopo due anni di studi ed esperienze stavo per chiudere la stesura di questo saggio. Ma come spesso accade nella vita, quando meno ci si aspetta interviene un fatto nuovo e clamoroso. Mentre ordinavo il materiale per il capitolo finale, ho trovato una nuove fonte scientifica, estremamente interessante.
In essa vi ho trovato quanto non sono riuscito a reperire in mesi e mesi di ricerche: una conferma alle mie sperimentazioni, e cioè che pure la semplice acqua subisce veri traumi, se mi si consente il termine, dalle microonde.
In effetti c’è una quantità di studi già effettuata sugli effetti termici, dato che la ricerca in questo campo non incontra grossi problemi organizzativi, anzi, gode dell’incoraggiamento e dei finanziamenti di grandi apparati ed istituzioni anche .internazionali.
Per gli effetti non termici il discorso è completamente diverso perché molti studiosi pensavano che il trasferimento di energia da MW non fosse così elevato da superare certe leggi fisiche conosciute tali da modificare la materia (forze di Wan Der Waals) o danneggiare il DNA poi perché le variabili che gli studiosi devono prendere in esame sono numerosissime.
Anzitutto è necessario che nelle prove di laboratorio ci siano dei riscontri e risposte ai testi sufficentemente misurabili, cosa non facile se non si possono
avere modelli strumentali. Si pensi che perfino la composizione e la forma della sostanza, nonché del substrato dove poggia, sono in grado di modificare i risultati dei test .
Tuttavia, alcuni ricercatori russi si sono proprio concentrati su questi effetti “non termici” sull’acqua: Fesenko e Gluvstein (1995) hanno notato anomalie in campioni di acqua distillata contenuta in capillari di vetro e irraggiata da MW., e poi anche in soluzioni fisiologiche .L’irraggiamento a MW causava l’apertura e chiusura dei canali ionici di membrana, e l’effetto rimaneva anche al termine dell’esperimento.
Per giustificare queste anomalie Fesenko e Gluvstein (1-2) hanno perfino ipotizzato l’effetto memoria. Altri studi hanno preso in esame acqua e plasma irraggiati da MW ad alta frequenza, che presentavano anomalie inconcepibili, data l’esiguità del cambiamento termico subito Berezhinskii et al. (1993), e Litvinov et al. (1994). Zavizion et al. (1994) e Kudryashova et al. (1995) hanno invece fatto notare che l’assorbimento delle MW è influenzato dalla presenza di aminoacidi.(3)
(1) Fesenko E. E., Gluvstein A. Y., 1995, “Changes in the state of water, induced by radiofrequency electromagnetic fields”, FEBS Lett 367(1): 53-55.
(2) vFesenko E. E., Geletyuk V. I., Kazachenko V. N., Chemeris N. K., 1995, “Preliminary microwave irradiation of water solutions changes their channelmodifying activity”, FEBS Lett 366(1): 49-52.
(3) V Berezhinskii L. I., Gridina N. Y., Dovbeshko G. I., Lisitsa M. P., Litvinov G. S., 1993, “Visualization of the effects of mil imeter radiation on blood plasma”, Biofizika 38(2): 378-384.
Ma cosa succede nei liquidi all’interno dei forni?
In tutti i trattati che descrivono quanto accade ai liquidi (solventi polari) sottoposti
alla polarizzazione forsennata dei campi RF delle microonde, appare un disegnino
molto chiaro, che spiega il fenomeno che ho anticipato nel capitolo 8 La sconcertante
verità scientifica:.. “Le radiazioni costringono le molecole d’acqua (molecole d’idrogeno)
ad invertire la loro polarità (in modo asimmetrico) due miliardi e mezzo di volte al
secondo, che è la frequenza delle microonde nei forni (2,45 Ghz)”.
Il disegnino sopra riportato spiega visivamente quanto accade alle molecole.
Nella fase A, le molecole d’acqua sono disposte in modo casuale. Quando però
vengono
sottoposte a polarizzazione, fase B, tendono ad orientarsi tutte allo stesso modo,
seguendo il campo magnetico polarizzante. E tra molecola e molecola si formano dei
legami grazie alle molecole d’idrogeno. E’ come se ogni molecola agganciasse la vicina,
e questa si unisse alla precedente e così via, formando delle linee che seguono le linee
del campo magnetico (Un po’ come la limatura di ferro che posizionandosi nel modo
caratteristico ci permette di capire come agiscono le calamite). Al termine del processo,
fase C, le molecole ritornano al punto di partenza, o quasi. Secondo le teorie correnti
l’acqua dovrebbe infatti tornare allo stato caotico, che rappresenterebbe lo stato
naturale.
Ma alla luce di quanto abbiamo visto con le esperienze descritte, siamo sicuri
che sia proprio così? E’ evidente che che se l’acqua trattata non ha più le caratteristiche
originarie, DEVE essere accaduto qualcosa, e proprio a livello molecolare. Credo che al
termine dell’irraggiamento da radiazioni, non tutte le molecole tornino effettivamente
ad essere governate da leggi casuali, ma alcune di esse conservino in qualche modo una
forma energia acquisita durante il trattamento, e questo si spiegherebbe con i fenomeni
osservati sulla memoria dell’acqua che sono stati scoperti da pochi anni, e che stanno
rivoluzionando tutte le teorie sulla dinamica dei fluidi
Bisognerebbe anche indagare cosa accade meccanicamente durante il moto
subito dalle molecole durante il processo di polarizzazione nel liquido.
Qualcuno ha ipotizzato che i cambiamenti sarebbero causati dall’ iterazione
dei liquidi con i gas che si sviluppano all’interno delle sostanze, e questo connubio,
unito ad una serie di variabili impazzite caebbe lo snaturamento delle sostanze
sottoposte a MW, anche a bassa potenza.
Una serie di variabili oltremodo ardue da ipotizzare e studiare. Sappiamo ad
esempio che se si imprime un moto vorticoso nell’acqua si formano le cosidette celle di
Taylor-Couette. Se invece l’acqua viene sottoposta a vibrazioni, si formano le celle di
Bernard. Ancora, se all’acqua si imprime una forza centrifuga, si ottiene una
strana
conformazione, come se il liquido si dividesse in piani paralleli, definita “frattura da
scorrimento”. Ancora. se l’acqua è bombardata da ultrasuoni, si ha un rilascio di
energia chiamato luminesceza. Insomma, moltissimi fenomeni ancora misteriosi, sui
quali la scienza ha appena iniziato ad indagare.
A questo punto, bisognerebbe essere in grado di illustrare le teorie
quantistiche, le sole che possono aiutarci a capire il perché dei comportamenti anomali
della materia in generale, e dell’energia in particolare. Ma non è questa lo scopo del mio
saggio, e mi limiterò a concludere sul nostro argomento di studio, e cioè l’acqua.
Ora, dato che l’acqua è il principio costituente di tutti gli esseri, nonché degli
alimenti, e del nostro stesso organismo, è obbligatoria una attenta riflessione: l’acqua
stessa dovrebbe essere la nostra prima medicina, e pertanto dovremmo fare veramente
molta attenzione a non ingerire liquidi e composti privati dell’equilibrio naturale.
Sapendo che le MW iniziano ad agire profondamente nelle sostanze a partire
da unità temporali, e che questo processo di risposta nell’acqua inizia dopo pochi
secondi, ritengo opportuno consigliare il lettore a non utilizzare il forno a microonde per
il riscaldamento di liquidi. Per quanto ai cibi semiliquidi e semisolidi, limitare
l’accensione a 20-30 secondi per ottenere un riscaldamento minimo, che nella maggior
parte dei casi è già sufficiente.
Invito a comprendere l’acqua
Che cos’è la materia? Se qualcuno dovesse porci questa domanda, saremmo portati d’istinto a riferire quanto appreso fin dai banchi di scuola, e cioè che il mondo fisico è l’ insieme di microcosmi e macrocosmi, che formano materia, mondo, cosmo ecc., che a loro volta sono costituite da atomi, molecole ecc. che a loro volta sono costituite da altre particelle e così via. Anche se non si è in possesso di un microscopio, è facile credere in questo tipo di realtà perché risponde ad un concetto facilmente accettabile.
Tuttavia, quando l’uomo si è dotato di mezzi d’indagine più potenti, tale realtà ha iniziato ad essere messa in discussione, perché ci si è accorti che la vera materia rappresenta un misero 0,0000…1% del reale, perchè, tra una particella e l’altra c’è uno spazio vuoto che rappresenta ben il 99,9999…%.
Per avere un’idea delle dimensioni che sono in gioco, possiamo immaginare un atomo della dimensione di uno stadio di calcio; i suoi elettroni avrebbero la grandezza di chicchi di riso che svolazzano all’infinito nelle loro orbite. Però, anche questa credenza che la materia sia come tanti sistemi di matrioscke una dentro all’altra, è completamente errata, in quanto, se uno scienziato misura una particella, vede la sua particella ma non percepisce l’essenza della particella.
Se un altro scienziato vuol invece misurare l’energia, trova l’energia. Il risultato è che per cercar qualcosa ci si pone sempre dei limiti, e questo è uno dei paradossi che è emerso dalla fisica quantica. Infatti, anche le cosidette particelle sono molto lontane dall’essere solide, e non possono essere assolutamente individuate, né misurate, perché molto spesso assomigliano più ad onde che non a particelle (1).
Bisogna quindi superare i modelli tradizionali di ricerca e andare oltre, allargando l’orizzonte delle possibilità senza timore di sconfinare. L’uomo non conosce l’origine della materia, può però cercare di comprendere come la materia si manifesta, e cioè le forme di energia che non solo ne costituiscono la manifestazione, ma anche l’origine.
Questo significa abbandonare il concetto molto banale che la materia vivente e l’essere umano sono un ammasso di sostanze chimiche, e ritrovare un’armonia partendo dal concetto che la vita è manifestazione energetica, e riconoscere nell’acqua il principio vitale.
Si deve assolutamente riscoprire questo elemento!
Nonostante quello che si pensa comunemente, molte delle caratteristiche e delle proprietà fisiche dell’acqua sono ancor oggi un mistero. Ci sono reazioni fisiche, chimiche ed energetiche particolari che gli studiosi non riescono ancora a spiegare. Certe reazioni cambiano nel tempo e nello spazio, e a seconda della pressione. Ad esempio, se la pressione è elevata, il punto di ebollizione è molto più alto del normale anche oltreando i 250°. Secondo le leggi fisiche normalmente il punto di ebollizione di un corpo varia a seconda del peso molecolare; considerando che l’acqua ha un peso molecolare pari a 18, la sua temperatura di ebollizione dovrebbe quindi essere intorno ai 26°, ma sappiamo che in realtà bolle a 100 gradi.
Un’altra caratteristica molto strana, è il comportamento di particolare instabilità dell’acqua a temperature comprese trra i 30 e i 40°. A queste temperature è come se si addensasse, e non si decompone facilmente, ma solo sotto l’azione di certi stimoli, soprattutto vibratori, ed elettromagnetici.
Studiando queste particolarità, due eminenti fisici, von G.Caroli e J.
Pichotka hanno affermato già molti anni fa che l’acqua è particolarmente influenzabile dalle onde elettromagnetiche di natura cosmica, con tutte le variabili del caso, prima tra tutte, la variabilità quotidiana in base alla posizione del nostro pianeta, e all’orario. Se consideriamo che l’organismo umano è composto da una grandissima percentuale di acqua, possiamo comprendere l’enorme importanza che assumerebbe uno studio accurato su questi effetti, e alle iterazioni organico-elettromagnetiche.
Alcuni scienziati che hanno dedicato una vita allo studio dell’acqua (Pauling, Picardi, Gias ed altri) ritengono che se ogni forma di vita terrestre dipende dalla costituzione dell’acqua, e questa dalle fenomenologie cosmiche, anche tutti i processi biologici e psicologici ne devono risultare influenzati. Ne deriva che una conoscenza di questi fenomeni potrebbe effettivamente stravolgere tutte le terapie mediche attuali. Ma se le proprietà fisiche dell’acqua possono cambiare notevolmente, alcune caratteristiche della composizione chimica possono essere più stabili. Questo effetto è molto sfruttato in medicina e in tecnologia. Sapendo che l’acqua possiede una struttura molto regolare, e sapendo che le forze magnetiche iteragiscono con l’ordinamento molecolare, possiamo combattere la formazione di impurità e i depositi impedendone la stabilizzazione in microcristalli, e questo si ottiene facendo are l’acqua attraverso un campo elettrico.
In un’opera sulla magnetoterapia (Magnetotherapy – Dr. Basal, di Nuova Dheli) è spiegato un semplice metodo per ottenere acqua magnetizzata: basta avvicinare anche per pochi istanti un contenitore d’acqua tra due magneti. Si ottiene così un’acqua dalle capacità rivitalizzanti, che però riesce a conservare questa proprietà per non molto tempo. A seconda degli autori, l’effetto dei campi magnetici sull’acqua può durare da un minimo di 20 ad oltre 200 ore (studi di Coey, Kobe, Fathi ed altri).
Questa proprietà curativa è paragonabile a quanto si ottiene assumendo acqua pura di sorgente, che ha acquisito naturalmente le sue caratteristiche per il aggio su rocce minerali che hanno proprietà paramagnetiche. Anche la
sensazione che si prova
stando vicino ad un corso d'acqua pura è qualcosa di particolare, se poi si è vicini ad un salto d'acqua, o meglio ad una cascata, sembra quasi di respirare un'aria più leggera, un'aria completamente diversa dal resto del mondo. Effettivamente c'è qualcosa di molto diverso, che andiamo subito a spiegare.
L’acqua pura, allo stato naturale, è molto ionizzata, per la continua reazione tra le diverse molecole che si scambiano ioni d’idrogeno (un alto numero di protoni idrogeno determina il livello del PH), e queste concentrazioni favoriscono una certa conduttività.
Anche l'aria nelle immediate vicinanze è ionizzata. E' un effetto che si verifica quando una molecola gassosa riceve una quantità di energia sufficiente ad emettere un elettrone che poi si unisce ad un'altra molecola atmosferica formando uno ione negativo. In natura l'aria si ionizza anche per effetto delle scariche elettriche temporalesche, o per frizione, con i movimenti dell'acqua stessa; quindi nei corsi d'acqua, e anche sulle scogliere.
Nel corpo umano questa situazione è di grande efficacia terapeutica. Tutti gli studi affermano che la ionizzazione negativa produce un aumento di seratonina ed istamina, che favoriscono il rilassamento e la concentrazione. Essendo ionizzata, con basso livello d’acidità, l’acqua assume anche capacità antiossidanti, con un potenziale di effettivo ringiovanimento cellulare. All’analisi di risonanza magnetica (NMR), questo tipo d’acqua (potenziale elettrico da -200 a -350mV) mostra d’avere una dimensione del cluster ridotta al 50% rispetto alla comune acqua potabile (potenziale elettrico da +100 a +150mV). Questo significa che l’ossigeno dell’acqua normale “è troppo potente”, e determina fenomeni di ossidazione (può esssere descritto come un furto di elettroni ai danni delle cellule).
Purtroppo l’acqua che arriva nelle nostre case non ha queste caratteristiche.
Anche se depurata, e filtrata dagli elementi inquinanti, è un liquido devitalizzato, morto,
molto spesso acido, con molti sali in sospensione. La formazione di calcari (microcristalli) è un’evidenza di questa particolarità innaturale. La cristallizzazione è la precipitazione dei Sali di calcio e solfati sotto forma amorfa, che poi aderisce alle tubazioni, soprattutto se in presenza di alte temperature. Per fortuna questo non accade nel corpo umano dove, invece, sembra che un certo effetto di aderenza possa essere imputabile all’azione di alcune proteine….
L’acqua ha pure una sua entrinseca capacità di auto-ionizzarsi, e questo accade quando due molecole d’acqua reagiscono per produrre un catione ossiono e un anione idrossido. Questo fenomeno, noto anche come auto-dissociazione, produce una leggera conduttività elettrica, che è rilevabile però solo da strumenti piuttosto sensibili.
Come accennato prima, la costante dell’equilibrio ionico, dipende molto dalla temperatura e dalla pressione, e quindi anche le reazioni elettriche sono variabili.
Un’altra proprietà dell’acqua è la sua di-polarità accentuata, che le permette di essere un potente solvente, ma contemporaneamente di poter costruire molti legami chimici (legami d’idrogeno), legami proteici e costruire acidi nucleici. In chimica questi fenomeni si definiscono in modo molto semplice: ossidazione=emissione d’elettroni;
riduzione =assorbimento d’elettroni.
Si può quindi affermare che ogni qualvolta nell’acqua si rompe un legame ionico nel ponte costituito dai due atomi di idrogeno (ad esempio nel fenomeno della solvatazione), si genera un campo elettrico. Questo fenomeno è oggi abbastanza usato da ritrovati tecnologici di svariato tipo, e anche nel tentativo di produrre energie a baso costo. Parlando delle spettacolari proprietà dell’acqua si deve fare anche un accenno alla capacità di immagazzinare informazioni: un effetto memoria di straordinaria ed immensa portata. Precisiamo bene: non intendo quella serie di aspetti molto evidenti e di estrema bellezza scoperti dal famoso Masaru Emoto (risposta dell’acqua), di cui tutti hanno saputo grazie ai mass media, perché ha colpito l’immaginario collettivo, ma di tanti altri aspetti legati alla chimica energetica che rendono l’acqua sostanza vivente.
Le acque sono immensi contenitori d’informazioni, dovute alle concentrazioni, anche infinitesimali, di miliardi e miliardi di molecole diverse. Per avere un’idea dell’enormità di questo fenomeno, e dell’infinità dell’ interazione e dello scambio elettronico, si può pensare ad una semplice esperienza che deriva da uno studio matematico di laboratorio. In un bicchiere d’acqua da 1/10 di litro ci sono poco meno di 3,5*10 ²³ molecole. Se potessimo colorare tutte queste molecole, per poi spargerle omogeneaamente negli oceani, e poi con lo stesso bicchiere ripeschiamo acqua dal mare, ritroveremmo nel bicchiere almeno 2000 molecole colorate (2).
Al concetto appena espresso, si aggiunga che per quanto riguarda il mondo vivente, solo l’1% è costituito da biomolecole, proteine, grassi ecc, e il rimanente 99% è acqua. Un ruolo essenziale, quindi, che però non è pienamente compreso, perché ci si ferma ad esaminare solo le evidenze degli organismi viventi, come se fossero sistemi chiusi a sé stessi. Invece, il 99% di acqua ha un significato preciso: i cicli organici della materia vivente sono potenzialmente interessati allo scambio con le infinite interazioni coinvolgenti quel 99% di molecole d’acqua, con tutto il loro carico di informazioni, energie, frequenze sempre in continua evoluzione.
(1) Peter Russell, The Mystery of Consciousness and the Meaning of Light (Il mistero della coscienza e il significato della luce), 12 ottobre 2000.
(2) Forneris G.-Pascale M.-Zaccaria P.-Lezioni di idrobiologia – Crest - Torino
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Per contattare l’autore:
[email protected]
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Copyright Lorenzo Guaia - luglio 2013
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