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NEL CUORE DI OZ

Nel cuore di Oz Giovanni Rabito

Edizione digitale: ottobre 2012

ISBN: 9788867552573

Edizione digitale realizzata da Simplicissimus Book Farm srl

1) ANDATA

Una mattina gelida di luglio, e’ l’otto, la landrover freelander rossa come una ciliegia, partiamo io e mia moglie soli per le terre del Nord l’eco del mondo nel palmo della mano Se ho vissuto invano finora non m’importa mi consola l’idea del tempo che m’e’ dato ancora non consumato ------

La strada per le Montagne Blu prendiamo dove le tre sorelle stanno assorte nella profondita’ della foresta Umida l’aria e nebbia aleggia attorno la vasta distesa di fogliame Fonde radici a pietre piatte attorte incise un tempo coi disegni strani

della gente nera che vide arrivare James Cook dalla rotondita’ del mare ------

Da Lithgow scendiamo nella valle rossa di cavalli al pascolo mentre il vento nella pianura contadina sembra cantare una canzone senza rima: “Siamo noi che arammo la terra, che tosammo la lana per le filande della Regina…” sembra proprio che dica “siamo noi i padroni del Nuovo Galles i figli prediletti della bianca Inghilterra!” ------

Verso Nyngan tra i campi di cotone andando in cerca del fiume che non c’e’ per strade strette e bianche d’ovattati gomitoli giungiamo al freddo magistero della sera Rosso il cielo nell’acerbo

tramonto invernale rosse le vene delle tempie e doloroso il cuore

Dritta e’ la strada come la riga in testa a Rodolfo Valentino lungo la piana di Wilcannia gia’ tiepido e’ il mattino Emu in fila indiana lungo i recinti canguri schiacciati sull’asfalto nero aquile ferme sui pali del telegrafo e finalmente Broken Hill colore del vino ------

D’improvviso a lato della strada che scorre grigia fino a Port Augusta un tempietto di fiori a decorare la lapide di Tatum bambina morta quivi d’incidente un giorno di gennaio del novantanove

Fran la madre afflitta pose e John il padre per Tatum impossibile da dimenticare ------

Non lontano da Woomera affollata di afghani disperati appena fuori dalla Stuart Highway campeggiamo sulla terra rossa tra alberi senza foglie e arbusti fioriti d’origano spinoso mentre il finch uccello s’infila nei cespugli con un rapido battito d’ali

Davanti al fuoco del bivacco la mente ferma come una montagna qua’ dove il mondo e’ sempre stato penso che niente va perduto soltanto dimenticato mentre la cappa delle stelle posa

un mantello di ghiaccio sopra le cose e si consuma lentamente il ceppo delle termiti bianche

Coober Pedy e’ il paese avido e inquieto dei minatori in cerca d’opale colorato

Cumuli di polvere bianca sopra la pianura e fossi dove infilarsi speranzosi Poi c’e’ il pub il supermercato e vicino lo spaccio dei liquori e del vino dove aborigeni morti di sete spuntati dal deserto aspettano incantati la benedizione del primo sorsino ------

Insopportabili le mosche appiccicose e tenaci di Alice Springs e della piana di Uluru il pietrone rosso dove al tempo dei sogni comincio’ il mondo oggi conosciuto Nella roadhouse del signor Stewart invece

proprio al centro della Stuart Highway gli emu eggiano impettiti dentro il recinto e al bar dove gli aborigeni non possono entrare c’e’ frescura di birra e di cocacola ------

Il volo concentrico d’una dozzina d’aquile ai pozzi polverosi di Tilmouth Girano piano a volte o posano planando sullo spiazzale della roadhouse ”Sono qui da giorni” dice serio il gestore un vecchio triste e solo che zoppica anche un poco e ha un figlio che vive a Stanmore nell’Inner West di Sydney ma non si sentono mai ------

Un falco seduto su un termitaio rosso e tozzo come un obelisco spezzato le penne arruffate dal vento mi guarda nel deserto di Tanami senza paura

Lento e cauto m’avvicino tra i ciuffi tondi della spinafex E’ il falco Horus lo riconosco il forte e generoso protettore della gente nomade

La strada piatta e polverosa s’allunga ora fino a Rabbit Flat dove una vecchia se vende benzina solo tre volte alla settimana gli altri giorni li a a meditare una figlia dei fiori degli anni sessanta che e’ stata a Timbuctu’ e a Puna e che ha deciso infine di apire nel bel mezzo del Tanami desert.

2) THE KIMBERLEY

A Balgo il giorno dopo la festa la gente s’accalca davanti al supermercato dove vendono crocefissi di plastica e specchi Per strada le ragazzette scalze dai capelli arruffati tengono per mano bambini mocciosi e i ragazzi a sei a sette seduti dentro macchine scassate parlano di birra e di benzina da sniffare Cani pelosi piccoli sgangherati rossi neri pezzati girano con la coda per aria

All’Art Centre invece Bessie Doonday dipinge in continuazione il lago Gregory della sua infanzia L’acqua del lago blu e’ circondata da piccoli pallini bianchi e tanti waterholes azzurri con tutt’attorno semi gialli e rossi da trasportare nel coolamon

insieme allo yam e alle cipolle di bosco ------

Le pecore sembrano ciuffi di spinafex che camminano penso’ Freda Tjemma la prima volta che vide un gregge Quando invece vide una vacca si prese paura e disse: “Questo e’ un Kukurr, uno spirito con le corna!” e scappo’ di corsa verso Pimpinyu ------

Nel canyon di Echidna Chasm la luce del sole giunge appena le palme allungano il collo verso il cielo nella mattinata liscia e tonda come un ciottolo di fiume si sente solo il respirare leggero del vento

A Frog Gorge invece il waterhole e’ secco e la sabbia e’ fine e bianca sembra farina

Per attirare la sua bella l’uccello Bower fa un arco di frasche intrecciate e lo pavimenta di pietre colorate poi si mette ad aspettare “ Ecco dove ti portero’ dopo sposati!” sembra voler dire a colei che lo scegliera’

“Kra!” continua a dire il corvo furbo e assassino tra la stoppia gialla di Purnululu davanti alle sagome tonde e corrose dei Bangle Bangle mentre finalmente scende la sera dopo un caldo pomeriggio sonnolento

ato a pensare a niente di complicato ------

A Mary’s Pool convergono gli uccelli dai quattro punti cardinali il Kingfisher vispo come un fringuello il bianco Corella il Cormorano l’Aquila e il Kukabarra Il baccano e’ assordante nel pomeriggio morente Quando assetate giungono le vacche dalla campagna rovente il mio cuore e’ gia’ sazio di meraviglia

Willie Wagtail nero come l’inchiostro cerca formiche nere sulla sabbia rossa E’ piccolo e gentile Willie Wagtail ed ha una coda lunga

che muove ritmicamente come un metronome -----

Two boys della Road Mining Maintenance vengono a fermarsi davanti a noi sul prato del camping di Fitzroy Crossing Seduti accanto al loro piccolo track rosso bevono allegramente da una cassa di birra poi alticci s’infilano nei sacchi a pelo e s’addormentano sotto le stelle ------

Ng Guang Ge detto “Jimmy” morto per un embolo al polmone diving for pearls nel mare piatto di Broome qualche decennio orsono al cimitero cinese

ha una lapide di pietra piantata nel cielo azzurro come un coltello di giada ------

Piatto e’ il mare a Capo Leveque nell’Arcipelago dei Bucanieri e a Capo Bertholet dove forse ho visto una tartaruga allontanarsi nell’acqua bassa I calanchi di terra s’infiammano di rosso di blu cobalto brillano i boschetti di mangrovie nel tramonto tropicale

Mezzogiorno sotto la povera ombra di un albero scortecciato aspettando di buttarci dentro l’Oceano Indiano tanto per rinfrescarci E’ ato uno stamane dalla spiaggia con un cappello floscio soltanto

a coprire le sue nudita’ Il membro piccolo e penzoloni sembrava un’appendice senza importanza

I fiumi del Kimberley piatti e gentili nella stagione secca, tumultuosi e perversi nella stagione umida: Il Drysdale, il Durack, il Chamberlain, il Pentecost, il possente Fitzroy… e pure questo ramo nascosto del King River che spunta all’improvviso a Emma Gorge sorgente cascata conca d’acqua e che cosi tanto somiglia alla fonte Aretusa

Il pellicano morto sulla rena dell’isolotto guardato da due compagni che i corvi non s’avvicinino cuoce lento al sole tra le acque del Margaret River mentre il tempo a a stento

nella contea di Halls Creek lento come un funerale

Un vecchio toro grigio con la gobba si dirige verso la pozza d’acqua camminando incerto sulla sabbia del fiume Ogni tanto si ferma e si guarda intorno poi continua zoppicando da una gamba Una giovenca giovane lo raggiunge lo annusa lo sora e va a bere senza aspettarlo ------

A Wyndham citta’ d’acqua il porto solo e salato dove sfociano cinque fiumi ci fermiamo a dormire con la macchina in panne Sul prato del Motel uno Jabiru’ eggia piano

il collo blu le gambe lunghe piu’ che altro sembra una gru’

A Kununurra citta’ nata negli anni ’60 per via della diga sul fiume Ord un vecchio aborigeno occhi e capelli bianchi dice “Good Morning” a tutti quelli che incontra Un giovane alto e slanciato invece un guerriero Miriwoong sicuramente tira calci a un carrello del supermercato con la rabbia confusa e disperata di chi non ha nulla da dire

Lunga e noiosa domenica d’Agosto nel backpackers hotel di Kununurra in attesa domani che il meccanico metta apposto la macchina Poi due birre al pub la sera nel cortile fresco e ventilato mentre fuori due aborigeni ubriachi stesi per terra vengono raccolti

come stracci dalla polizia ------

Due Wandjina coi capelli ritti e ricci (spaventati o spaventosi spiriti dell’acqua) a Chamberlain Gorge aspettano i turisti La ranger spiega: gli aborigeni (forse una ex professoressa di Liceo) credono che un canoro uccelletto del bosco di nome Thrush si ruppe il becco contro la roccia una volta al tempo dei sogni e col suo sangue dipinse le figure ------

“Ci sono fiumi enormi e pascoli immensi a sud delle montagne, qualcosa come 25 milioni di acri di buona terra!” disse Alexander Forrest al ritorno dal suo viaggio Cosi gli Emanuels portarono i loro greggi dal West Australia e i Duracks e i McDonalds le mandrie dal Queensland e dal New South Wales

cosi i vari Nat Buchanan e Robert Button si fecero padroni del Kimberley

The Gibb River Road comincia o finisce a Derby dove un tempo i bianchi portavano i giovani aborigeni rapiti nell’entroterra del Kimberley per guardare il bestiame sopratutto Chiusi nel boab tree, la sacra casa degli spiriti, i blackbirds parlavano tra loro di Wangkatjungka e di Muludja o del favoloso Jillkar ------

Jandamarra e compagni imboscarono tre bianchi una mattina a Windjana Gorge Ne uccisero due e i corpi li buttarono nel Lennard River I coccodrilli quest’oggi prendevano il sole immobili sulla sabbia

dello stesso fiume, sembravano copertoni di camion scoppiati

Pigeon il fuorilegge aborigeno Jandamarra della gente Bunuba a Lillimilura Police Station sparo’ nel sonno a P.C.Richardson e libero’ i suoi compagni Poi si nascose per anni tra le rocce taglienti di Tunnel Creek fino a che non fu ucciso da un altro Bunuba piu’ di lui dotato di poteri magici ------

A Hangman Creek impiccarono tanti Kija senza contare tutti quelli sparati da Pilmer e da Booty o quelli bruciati vivi nella cava di Lirranggani Cosi i bianchi Gardiya ammazzavano i poveri blackfella dell’Upper Fitzroy Ce n’erano che scappavano

piu’ forte che potevano, certi persino a cavallo di un emu o di un canguro

Era furbo Patrick Quilty, il primo dei Quilty di Bedford Downs. Una volta mando’ tanti Kija a cogliere legna nel bosco poi la sera gli porto’ in regalo un carro pieno di carne avvelenata, di te’ e di pane Quando i Kija moriroro li brucio’ sopra la legna che loro stessi avevano raccolto, tutto questo perche’ due giorni prima gli avevano ammazzato una vacca

Fu a Jarda che Joe Condren rubo’ la donna a Murnawinja, la bellissima Wibi, e per questo si prese una pallottola nella schiena Lui e quel poveretto di Danny che non c’entrava niente

Poi a Murnawinja lo scovarono

nascosto dietro un grosso termitaio e lo scannarono peggio di un cane ------

Mula Bulla era un posto del Governo dove i bianchi portavano la gente dal Nord dal Sud dall’Est dall’Ovest a guardare le vacche e ad imparare il valore dei soldi. A Mula Bulla c’erano donne bambini e uomini che parlavano Kija, Jaru o Walmajarri, che venivano dalle parti di Halls Creek o di Springvale o di Alice Downs

Era pieno di gente Mula Bulla c’era la scuola e c’era la chiesa e davano le razioni per mangiare Tanti ci sono nati a Mula Bulla Poi il Governo decise di venderlo la gente ritorno’ a vagare e trovo’ che niente era rimasto lo stesso,

che la pioggia aveva lavato via per sempre la faccia della terra

A due anni tolsero Nora Perris alla madre naturale e la diedero a Mr. And Mrs. Brians per farla crescere come una bambina bianca Mr. Hovenden il pastore le insegno’ l’inglese e la Bibbia poi la mando’ a servizio da Mr. And Mrs. Toohey fino a che non scoppio’ la guerra e allora Nora dovette tornare tra la sua gente Kija dalle parti di Palm Springs e di Sawpit Gorge dove imparo’ di nuovo l’arte di vivere nel deserto

Poi si sposo’ con uno di Broome ed ebbe figli Da una quarantina d’anni abita a Darwin nel campo 118 di Stuart Park in un container di lamiera Nei primi tempi piangeva sempre perche’ non gli piaceva stare in citta’, finche’ scopri’ l’autobus che va tre volte alla settimana fino a Halls Creek. Ogni tanto ora lo prende

e per un po’ le a la malinconia ------

Rocce vermiglie nell’afosa Mirima in bilico una sull’altra come capitelli d’una citta’ in rovina o tra i sentieri della valle nascosta torri crollate sulle sabbie antiche o tra le stoppie dorate e le formiche Poi a Ivanhoe Crossing una sosta tra le palme nane e i barramundi, pesci giganti dal riflesso di luna

3) TOP END

Entrando nel Territorio piu’ del solito il Boab sembra agitare le sue braccia convulse contro il cielo Albero primitivo magico teatrale ai cui piedi immancabilmente s’alzano puntuti e gai sottili come campanili o gonfi e tondi come barili i cumuli contorti dei termitai ------

Dopo due lunghi giorni di viaggiare al Motel Paravista di Port Darwin albergo in stile quasi coloniale ascoltando finalmente un po’ di musica stanco sul letto mi par di rivedere quei fitti alberetti in cima ai monti la boscaglia bruna

e certi immensi massi tondi lisci e levigati come la luna ------

Color corallo il cielo a East Point mentre il sole lentamente affonda nel mar di Timor come un palombaro Da uno scoglio una ragazza bionda nuda si spoglia e si tuffa nell’acqua semplicemente splendida sirena All’orizzonte una striscia di terra forse Melville l’isola dei Tiwi in lontananza appare appena ------

A Nitmiluk a testa all’ingiu’ singhiozzano le volpi volanti i pipistrelli giganti che sbattono le nere cartilagini dell’ali forse per rinfrescarsi aspettando la sera Scintilla e scorre il Katherine River

nel canyon dove Nabilil il dragone si fermo’ al tempo dei sogni e morendo creo’ il fiume gli animali e il popolo Jawowyn

Odor di nero nella terra di Arnhem d’alberi e di foglie bruciate d’erba selvaggia dal color d’arancia Tra le acacie e gli eucalipti allo stormire del dolce vento di pianura nel silenzio della mattinata il gentile pensiero e il lamento del popolo degli Yolnu uomini antichi dalla mente incantata

Il senso di tutte le azioni e’ contenuto dentro ciascuno di noi, cosi volle Wanarr lo spirito creatore quando mando’ le donne di la’ dal mare dall’isola detta Burralku col dono del Madayin che insegna a vivere, del linguaggio e delle parole, con le canzoni della legge e il commercio,

i pesci gli uccelli le radici degli alberi e il silenzio onnipresente dei morti

Al tempo del Madayin, il tempo della Legge, dal mare di Arafura giungeva la gente di Macassar sopra barche di giunchi portando ami di ferro asce e tabacco da scambiare con gusci di tartaruga, perle e sopratutto il prezioso Trepang. Quando vennero i Balanda da Makarr-Yindi, i bianchi chiamati australiani, il tempo del Madayin fini’ per sempre per gli Yolnu della terra di Arnhem

Noi siamo ancora la terra e gli animali il vento che soffia e la laguna l’acqua ferma e l’acqua che scorre il fulmine la pioggia e le stelle Siamo l’erba il sole la luna gli alberi e le stagioni le rocce tonde e le taglienti e la roccia sacra di Galkama

che riposa in fondo all’orizzonte

Nuvole scure sopra Bulman, alte come pinnacoli nel cielo le guglie del gigantesco termitaio, cattedrale di fango e creta, ricamato di nicchie e di rosoni, coi soldati che entrano ed escono indaffarati dai portoni, nell’afoso grigio tempo che consuma la foresta fino a Dhupuma ------

Finalmente il mare di Arafura dalla cima di Mount Saunders dove un tempo danzava Sugarbag l’uomo-ape fino a che non gli venne sete e allora decise di andare a Galuru per mischiare miele e acqua fresca Poi creo’ la rocca di Dimbukawuy e a forza di pioggia la laguna di Gaynoru dove ando’ a vivere con Baru il coccodrillo

il maranydjalk velenoso e il pitone Wititi ------

Nella spiaggia di Banambarrna, davanti alla foresta di mangrovie e di pandani dal frutto rosso e grosso come un’ananasso, oltre ai coralli e alle lumache di mare, la bassa marea scopre la carcassa d’una vecchia automobile che appare come lo spettro d’una Toyota abbandonata in epoca remota chissa’ per quale misterioso affare.

Tra mosche di sabbia e cicade dal ciuffo rigoglioso, sotto il roccione corroso di Capo Arcobaleno, sacra montagna a picco sul mare sereno, ascolto due curlu’ nel bagnasciuga laggiu’

fischiare senza freno

“L’Oceano e’ chiamato Wulamba quando geme con la sua lunga coda d’onde e appartiene ai Marranu, ai Marrakulu e ai Djapu” mormora il popolo delle nuvole all’orizzonte “solo allo squalo e’ permesso il riposo nelle sue acque profonde!” A Yidinimirri accade questo, il posto dove il tempo non ha mai fine ------

Il concerto degli Yothu Yindi stasera nella piana di Wathawuy. Musica Rock e Reggae a segnare la fine del Garma Festival che ogni anno raduna gli Yolnu della terra di Arnhem. Per 6 giorni la gente accampata nella natura canta e balla incantata

nel miracolo aperto della radura ------

Stretta la pista nella fitta foresta, verso Capo Arnhem estrema punta d’ Australia, quando una duna di sabbia ci sbarra la strada m’incammino nella savana come un antico viandante da solo nel caldo mattino. Dall’alto d’un colle finalmente lo vedo il Golfo di Carpentaria e il mare che splende lontano dietro un grosso pandano attraverso l’erba color zafferano ------

Ho intravisto Baru il coccodrillo, nel fiume qua’ vicino, nudo come un bambino tornato nella tenda prendo la penna e scrivo Il vento muove le bianche nuvole, le stravaganti cicade e i sottili alberelli che sembrano betulle…invece sono

i fili del ragno Walirr, i primi raggi del sole nella foresta ------

Nella mattina senza sole un piccolo canguro grigio saltando attraversa giulivo lo sterrato e si ferma curioso tra gli alberi a guardarci are, le zampe davanti sospese nell’aria come un punto interrogativo ------

Garriwa la tartaruga dal guscio piatto cerca Yathini il fiore galleggiante nelle acque facili di Blue Mud Bay, l’uccello Djambati sorvola pigro le acque sacre e scorrenti di Gapuwaniku, Balin il barramundi

invece naviga silenzioso nelle acque profonde e pericolose di Lutumba ------

“Un pellicano morto nel billabong e uno ferito con l’ala spezzata da una fucilata”. Nella roadhouse di Mainoru il vecchio aborigeno piccolo e corpulento ascolta attento, dietro gli occhiali spessi rimugina chissa’ quali pensieri, il dolce sorriso aperto lo assomiglia a mio padre ------

Ieri per due ore mi son perso in Kakadu’, nelle montagne attorno a Nourlangie, cercando sotto le rocce gli spiriti cacciatori che corrono e tirano lance. Tra le frasche spesse del vallone camminavo a stento

quando all’improvviso, per un attimo, m’e’ parso di vedere l’ombra orrenda di Nabulwinbulwin il mangiatore di femmine

4) RITORNO

Eccola l’Australia dei pastoralisti, l’outback dove il bestiame copre la pianura, dove si scavano pozzi e girano windmills, sulla strada per Tennant Creek, dove gli alberi si fanno sempre piu’ piccoli e la terra diventa sempre piu’ rossa. E’ questa “The tick free country”, la nazione senza zecche! ------

Alle sei del mattino tra le rocce e la tenda, la luna piena tramonta nel bosco qua’ vicino rossa come un bambino, la mente mia rotonda dal sonno appena uscita

piano piano si sgrana come una melagrana ------

Come il jolly swagman della canzone, la pentola a bollire gia’ sul fuoco, all’ombra di un coolabah tree perso a guardare il tenue tremolio del billabong, Waltzing qualche Matilda familiare mentre la sera invade la campagna le stelle scintillanti su’ nel cielo una per una comincio a ricontare ------

A Elliott, un paese senza case, col supermercato il pub e una pompa di benzina, un aborigeno trasandato, un boong, un blackfella, mi mostra la tessera della pensione con la sua foto sopra e mi domanda, in un inglese molto approssimato, un aggio per Daly Waters perche’ dice a Elliott nessuno lo conosce. A Daly Waters io non ci vado

ma gli regalo 20 dollari per l’autobus. I feel sorry per questo umiliato figlio del deserto, gli stringo la mano e lo saluto. “God bless you!” risponde lui tutto compiaciuto.

A Mount Isa, citta’ di ciminiere e luci, ci fermiamo in un Motel pieno di froci. Poi al club RSL dei veterani ceniamo tra anziani guerrieri e giocatori di lotto sotto due baionette e il motto “Lest we forget” ------

Sulla strada per Winton, recintata e gialla, saltando come una palla dall’infinita prateria all’improvviso spunta un giovane canguro

che attraversa con fare sicuro, uno di quelli grossi alti robusti e rossi ------

Un uomo a cavallo e 3 blue heelers, nella prateria senza confine, accompagnano la lenta mandria dalle parti di Barcaldine. Questa e’ la zona di Banjo Paterson, menestrello d’Australia, e di Jackie Howe il tosatore che a Blackall nel ’92 nota: (1892) ripuli’ 321 pecore in meno di ott’ore ------

Da Roma, dove invece del Foro Traiano troviamo tanti silos pieni di grano, iamo nel New England delle mele saporite, delle pecore e persino degli olivi.

Dove imbottiglia il vino anche un certo Antonio Saladino, in una casa rossa coi cancelli lungo una strada d’alberelli snelli

Dopo l’ultima notte ata a Maitland e una breve scappata a Newcastle, cittadina industriale, dall’alto di Milsons Point ecco Sydney finalmente, cattedrale di luce e d’acqua, all’orizzonte splendente di vetro e di metallo contro un cielo di cristallo