Rita Rucco
Sensi per Versi
Abel Books
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Nihil est in intellectu quin prius non fuerit in sensu
Biografia
Rita Rucco è nata a Lecce, dove vive e lavora. Laureata in Filosofia, è titolare della cattedra di Materie letterarie presso l’ITC A. Olivetti di Lecce. Ha pubblicato le sillogi poetiche SENSI tra VERSI per Agorà 2006,(LE) con cui ha vinto il Primo Premio “Città di Fucecchio” 2008, Fondazione Montanelli, (FI), e SENSI di VERSI per Il FILO, 2008 (Roma), opera più volte premiata in vari concorsi nazionali. Con l’opera SENSI per VERSI, che completa la trilogia, è tra i vincitori del concorso “In Lapis” 2010 (Bergamo), per gli inediti e tra i Finalisti del concorso Jacques Prevert 2012. È inserita in numerose antologie letterarie, con opere premiate, sia per la poesia che per la narrativa: “I giardini dell’anima”, Roma 2007, “ Ad Haustum Doctrinarum”, Napoli 2007, “ Voci di donne”, Savona 2007,“ad Haustum Doctrinarum”, Napoli 2008, “ Città della Spezia”, 2008, “Borgo Ligure”, La Spezia 2008 , “ Parole in fuga”, Aletti ed., 2009, “Poesiaèrivoluzione”, Palermo 2010, “I colori delle donne”, Montedit ed. 2010, “Non proprio così”, Perrone ed. 2011, “Il Federiciano”, Aletti ed. 2011, “Rosso da camera”, Perrone ed. 2012. È vincitrice del Primo Premio A. Merini 2010 ( Le) con il racconto “SETTE P”. Ha pubblicato articoli di opinione per il Quotidiano di Puglia. Cura recensioni letterarie di autori contemporanei. Ha realizzato conferenze sulla poesia di Rina Durante e Alda Merini.
LA TRISTEZZA CANTA
La tristezza canta e si accompagna al vivere Eleva suoni per occultare il vuoto Disperde colori negando il non-ascolto quando l'incomprensione è un coro che stordisce
La tua malinconia si espande dissolvendo un corpo di dolore che si confonde (strano) con la vita
MUOVIMI IL SOLE
Per i Negramaro
Muovimi il sole con parole ondulate nel vento sereno.
Dai muovimi il sole Confondi – addolcisci le linee di dentro offuscane il limite certo regalami schegge di luce a raggiera dorata
Su muovimi il sole Decentrami ancora Sospendi le usate certezze Imbrigliami i sensi
Non voglio capire
Voglio ascoltare-annusare-toccare-assaporare-vedere d’un fiato e in un attimo che vale una vita
Dai muovimi sole a confondere piano il mondo là fuori
SE TI BISBIGLIA UN FRUSCIO IN MENTE
Se ti bisbiglia un fruscio in mente e non l'annoti ti spegni la finestra al mondo Ti neghi a quella voce che non dice ma che diviene canto dolcemente
Se ti bisbiglia piano un verso che non fermi è buio di pensieri È àncora che disincaglia il mare non si sofferma all'oggi Non accarezza l'attimo già gravido del sempre
Se ti bisbiglia un fruscio in mente e non è tuo Allora
perdi la tua storia nel suo farsi
È UN SUONO BIONDO-RAMATO
È un suono biondo-ramato che abita gole festose Si apre di testa trattiene novelle emozioni
Si acconcia grazioso con toni intriganti Cinguetta nell’etere
Ri-emozionando
UN ROMBARE VIOLENTO
Un rombare violento arrota le viscere gonfia le vene arrossandole Scoppia nel cuore si libera un grido
Alto lungo stridulo grido o canto impudico che sale dal fondo nascosto intriso di cattivi (o buoni) pensieri
Controllati finora ordinati silenti Cenere che si riattiva al soffio
Ed un refolo lieve appena udibile
in sordina ha ridato vita al languore nascosto Ora rabbia scomposta poi greve lamento e libertà di dire
Rivolta cosciente Oramai
BOSCHI CASUPOLE PASCOLI
Boschi casupole pascoli Di parole mistero Di parole famiglia Di parole vita
Variopinta è l’esistenza delle parole (combinazioni infinite) Annebbia le cose (imitazioni immobili)
La verità è allora nei fatti o nelle parole?
Boschi casupole pascoli
COSì
Così inaspettato un lembo freme
Piacere sordo che la mente indaga
Così senza motivo corre un brivido insinuante agli occhi inarrestabile velati e persi
Così nel tuo silenzio già si compie un attimo di vita
che preme agli argini remoti
Già da tempo
TORNERANNO PAROLE
Torneranno parole contorte ripiegate su sé a cercare radici nascoste
Torneranno più magre-più forti a segnare pensieri scolpiti
Torneranno contente di sé dei segni marcati denudando dolori segreti
E sarà tardi allora
per sperare una vita
NELLA PARENTESI TONDA IL RACCONTO DIRETTO
Nella parentesi tonda il racconto diretto il pensiero profondo l’eccesso semantico il superfluo pensato
Come spezzare l a fluidità del dire
Nella parentesi quadra la minuzia non detta la precisione più fina l’approfondimento più netto il taglio chirurgico
Come segmentare il superfluo ato
Nella parentesi graffa la minuzia più esatta il filo più stretto l’angolo acuto di più la superflua necessità
Come sprofondare nel buio più profondo
E riandare con occhi stregati al mistero cercato
PICCHIAVO I MATTI PER SALVARLI DAL SUICIDIO
In ricordo di Alda Merini
Picchiavo i matti per salvarli dal suicidio usavo le mie ali fendenti dritte in fronte al cielo Volevo stimolare i loro sensi e farli crescere alla vita piano
Picchiavo i matti per salvarli dalla morte di un non-senso ai margini di sbarre di indifferenza ed odio per anime bambine e per chi vede chiaro quello che non c’è oppure non c’è ancora
Picchiavo i matti per salvarli ricorda con dolore Alda
E lei con loro in quella triste immensità di assenza
LE DONNE DI QUI
Le donne di qui al vento sinuose movenze frastuono di foglie argentate teste scomposte di ulivi remoti
Le donne di qui languore nascosto nei corpi ma non sulle morbide labbra vermiglie
Le donne di qui fragranze più nuove e più antiche trattengono il tempo tra il prima ed il poi
Le donne di qui radici intricate di sotto a saldare la terra
in un unico pugno serrato
Le donne di qui tra il vermiglio ed il nero generose-fluttuanti attraversano il tempo
Ammaliando
SU SPILLO ROSSI E GONNA BLU
Su spillo rossi e gonna blu attraversi la notte cantando Non il timore del nero né del silenzio che turba Sei una scia fiammeggiante che solca sicura pestando la strada È dal basso che imponi te stessa perché è lì che si compie la vita sul lastrico grigio-sudato da millenni presenti e lontani È sui sampietrini sbeccati che si narra la Storia nel Tempo E il rimbombo più rosso nel nero
ricalca pensieri più liberi adesso nel canto di donna
UN BRUSIO
Un brusio sottostante al ringhiare di onde sbattute con schiuma furente e coriandoli neri
Narici confuse da fiotti di acuti di verde e di bianco
Il corpo schiacciato a carpire nascosta la vita La mente intrigata da ricordi recenti
Qui
in un angolo acuto di mare
LE TUE PAROLE SONO VENTO
Le tue parole sono vento Nell’aria vagano fondendosi ai suoni e agli odori di vita
Le tue parole sono frange cangianti senza casa ma adornano l’aria vezzose
Le tue parole non mi toccano rimbalzano gonfie Nulla più dicono confuse in orchestre variabili
Le tue parole sono vento viaggiano altrove E non le cerco
TRASOGNATA-REMOTA
Trasognata-remota una voce raccolta dagli inferi sale una scala di note Diviene più tersa tintinna si sfila chiudendosi al suono-vestendo le ombre per aprirsi al sussurro E acquietare Quietandosi
LA VITA È ADESSO
La vita è adesso È quest’attimo di brezza di parola questo spazio tra due eventi È questo correre al pensiero mai sicuro e certo
La vita è adesso E non è più È un alitare blando È un’ansia che ti prende nel respiro corto dell’andare
La vita è fluida solo in apparenza perché ogni istante è corpo che respira Vive di carne e sangue nel mistero La vita è l’attimo che attende l’attimo e lo insegue
La vita è pagina sfogliata nel suo spostare l’aria È polvere annidata sui ricordi È sorpresa occultata e poi splendente
al sole di occhi interroganti sempre
Perché quest’ora sarà poi e ancora allora In un filo di perle ognuna sola incastonata nella storia Ma tintinnanti insieme In un adesso appena appena nato
LANCE DI FUOCO
Per “Il cielo sopra Berlino”, Win Wenders
Lance di fuoco dal cuore della terra al cielo nel vuoto a fondare spirito e materia in una sola traccia rosso-arancio
Intenso il volo come la storia di uomini ed angeli nascosti sopra i tetti di inceneriti centri cittadini
Un’ala colorata quasi avvolge un angolo di mondo or più vecchio riassaporando storie e sentimenti atavici e presenti Vivacizzando il bianco e il nero di morte e di non vita
Il rosso-arancio si accompagna al vento che sfrangia che merletta l’aria intorno densa e il tempo
E non è più la vita che sappiamo
MILLE E PIU’ MILLE LE LUCI
Mille e più mille le luci di strade contorte ed assorte-disperse Mille e di più le voci stonate le gambe svettanti le borse pesanti Di nulla oramai
Mille e più mille le braccia parlanti di gesti più vuoti e pensieri arruffati Di vortice in vortice più chiaro-più scuro Più luci più niente Il silenzio per occhi ed orecchi ritorna padrone su strade più sole Oramai
SE NON FOSSE NATALE OGNI ANNO
Se non fosse natale ogni anno e pasqua e carnevale Se amore redenzione e perdizione fossero ogni istante ed ogni ora non per tradizione ma per scelta e per piacere Se guardarsi per poi amarsi non fossero doveri Allora natale pasqua e carnevale sarebbero un tutt'uno
E in ogni istante
CONOSCO IL TEMPO
Conosco il tempo delle anse larghe e delle nude risacche Il tempo dei pieni istantanei e degli eterni vuoti Del calore e del gelo dei doni e delle perdite Delle attese irreali e dei sogni infranti
Lo so che il punto evolve nella felicità cercata E so che quella lunga linea sa di disperazione
Lo so Conosco il tempo
TRA ANGELI E DEMONIO
Tra angeli e demoni Tra luci per poco e il nero più fitto Tra regole e assetti di una vita normale si innalza imprudente una forza divina Sconquassa poi libera Tracima impetuosa sghignazza e delira impudica oltraggiosa Dirimente e violenta Si squarcia nel petto poi deposita piano i sorrisi come fili sfilati in disordine sparso ricreando norme intriganti Ravvivando la ragione smarrita con le luci e gli assetti del sempre
Dirompente bellezza creatrice
È follia
TRACCIARE QUADRATI
Tracciare quadrati di linee spezzate a occultare parole sprecate nel dire il già detto
Frattali geometrici arricchiscono il verso Compongono spazi riedificando aree sguarnite
La parola è abusata mai più nuova Il punto è il suo farsi in logiche sequenze di potenza molteplice
Disegnare quadrati di punti che inseguono punti
in linee spezzate per dare un verso inverso Per capire parole ormai vane
Per riempire lo spazio di senso ormai perso
AL CENTRO
Al centro tra anima e corpo Linea impalpabile-bordi sfumati
Al centro tra mani e pensieri corrotti e sublimi
La vita mi scorre turbata ed attenta
SE IL VERSO È TUTTO
Se il verso è tutto è l’estasi assoluta è il canto che sublima l’essere e la vita che ammanta e che denuda ragioni e sentimenti Che innalza sprofondandoci nel nulla di un pensiero o di un’idea
Se il verso è ciò che siamo e che vogliamo senza plateali infingimenti Allora forniamoci di lenti per leggere il mistero Per vivere con una chiarità
d’intenti ciò che nell’aria in alto già cammina senza però le scarpe della vita
SENSI PER VERSI
Sensi che attraversano versi Sensi per versi Sensi perversi
Per-versione segno di natura mai deformata in me Vigile resto ai primi sospiri del mondo custoditi nel corpo e nell’anima
Il vento di dentro li mescola piano alitando-addolcendo Poi si adagiano in fondo E nuove radici hanno vita riproponendo la vita
Estroflettendosi
SE TRACCIO UN SEGNO OBLIQUO
Se traccio un segno obliquo che insegue le parole storte non seguo l’ordine dettato per volontà non mia
Se mi disseto all’acqua del mio caos è perché so della fiamma che crescerà in incendio
E verrà il fuoco purificante per parole storpie prive d’arcobaleno
E verrà cenere svolazzante senza peso nell’aria fosca e greve Per un disegno anarchico che sa soltanto di rifondazione
CALME MOVENZE
Calme movenze in luci scomposte e voci assonnate
Il nulla d'intorno è nutrito di segni più blandi-più vuoti-più niente
Sono linee assordanti frante in colori dispersi
TRA ME E LA MIA OMBRA
Tra me e la mia ombra una vita distratta una frase volgare una mano violenta
Tra me ed il buio è un o soltanto intriso di rosso scarlatto poi grumi scuriti dal tempo
Tra me e il mio sorriso un ricordo sepolto un presente di tonfi di cuore assaltato
La mia ombra mi guarda-mi scruta i suoi occhi cerchiati
mi gridano piano mi invitano al salto
Frasi volgari-mani violente-sorrisi tirati occhi blasfemi-grida silenti
Poi un urlo si alza a squarciare il silenzio La mia ombra sorride lucente offrendomi i seni
In un balzo fugace-inesperto fuori dall’angolo oscuro allatterò bambina rinascendo dal ventre dell’ombra alla vita
SI SPEZZA IL PENSIERO
Si spezza il pensiero in brevi frammenti Ognuno lineare a suo modo ciascuno pulito-lucente
È il tutto che spegne la vita (o parvenza) di schegge
L’insieme è il dolore come ardua montagna o abissi sfrenati
È il cieco che avanza piagandosi È il sordo che nega ai segnali esistenza È il muto che spegne i colori
nei segni poi suoni
Si spezza il pensiero in frammenti lineari
Ciascuno a suo modo
SCAGLIE DI GHIACCIO
Scaglie di ghiaccio arroventano scalzi i piedi adagiati per poco su terreni franosi quando ricerca di infinito mulinello al vento varca d’impeto le soglie di un’anima
Fitte di gelo e vampe di fuoco vestono con lucida veemenza carni arrossate e fragili all’esistere
E la vita ci chiama con acuti stridenti e il cielo ci chiede attenzione Noi novelli galli silvestri aspiriamo alla sintesi oscura tra il sopra e il sotto mentre il gelo e il fuoco quaggiù e la luce accecante oltre il cielo richiedono versi dolenti
La parola non cresce È lo sguardo che sposta barriere È il dolore di corpo e di soul che conosce in profondo che verseggia oltre i ghiacci ed i fuochi Ancora più in su di cieli stellati e splendenti
Ancora più inside Superstite al mondo
TRA SPUMA D’ARGENTO
Tra spuma d’argento e fondali più blu si agita un sogno novello Speranze di terra promessa di approdi di storie più umane amiche di stenti e di fughe
Tra ricci salati e mani piagate una luce d’azzurro e di sole di rossi più bruni e di verdi più incolti
Una lacrima calda è ricordo di terre ed umori sepolti
È l’ attesa di terre ed umori futuri
Tra la spuma d’argento e i fondali più blu la lacrima calda si sparge Si insinua cambiando gli eventi
E l’azzurro è più dolce da lì
NULLA TRA LE MANI BIONDE
Nulla tra le mani bionde resta di gesti di ricordi
Acqua che deborda lentamente annega l’utopia ferita
E il nuovo che s’avanza timore ha adesso di mostrarsi nudo
TOCCAMI I PENSIERI
Toccami i pensieri urlando sentimenti e pianti Toccami le idee Ti prego affonda le tue mani nelle fibre più vivaci della mia creatività Raccontami la vita e le sue storie Toccami la mente confidami i percorsi più tortuosi Risveglia dal torpore e dai dolori antichi le cellule nascoste Appropriati delle mie profondità
E tutto poi sarà…
INCANTANO I CANTI DI ORFEO
Incantano i canti di Orfeo preghiere ammalianti alla notte che preme esondando nel giorno che segue Ammantano ancora di luce più fioca i mostri di dentro virili i pensieri impudichi svettanti le voglie represse più oscene La coltre del canto di Orfeo ricopre gentile
l’abisso ridona il pudore smarrito per poco
È scavo poi luce se solo lo sguardo è più in là
PAROLE ARRICCIATE RISUONANO DENTRO
Parole arricciate risuonano dentro Tra un’ansa più morbida e un’altra più acuta anche il suono è più grave o più stridulo Accarezzano piano i pensieri annodandoli Confondendoli ancora e ancora di più qui in fondo
Si son perse le linee sicure - dirette Avvolgendosi ora in lini sdruciti in attesa di un fresco alla mente rovente i preziosi pensieri ricurvi si guardano dentro con luci riflesse di un bianco più estremo Dal bianco al dorato che apre alla gioia le parole ricamano scorci di vita qui e oltre ma le forme esaltanti custodiscono scheletri vivi
E più non avverto
CATTEDRALI DI SUONI
Cattedrale di suoni onde maestose Muro a conoscere Tra guglie più aguzze e ori lucenti nel nero lamenti dell’anima segnano dentro e di più
Ordinati e scomposti si affollano dentro e fuori di me
IL CRINALE S’INCRINA
Il crinale s’incrina la notte va verso l’incanto del nero Ed è mistero nel buio più denso ormai privo di sole
Poi una luce lontana timorosa sfavilla
ALLARGARE LE DITA ALL’ESTREMO
Allargare le dita all’estremo fino a comprendere il mondo dei tasti infiniti nel bianco e nel nero Fino a coprire milioni di scale maggiori o minori
E sentire- tastare la vita che scorre
IL PIACERE SCOMPONE-DILATA
Il piacere scompone-dilata disordina ridiscute la vita nell’attimo stesso in cui si compie E pezzi di luce si inseguono a caso Poi roteano nel vortice stretto dell’io affogando anche il sole e il mare e la sbronza e l’amore Sono treni veloci che lasciano scie solo a tratti sicure E poi? Poi ritorna l’oblio mentre il logos si compie
con sguardo vincente sul caos
Ancora una volta sicuro del sé
PENSIERI
Sull’orlo dei pensieri tra l’abisso e il cielo si aprono varchi all’esistere
ACCADONO
Accadono sogni e colori più caldi più freddi spazzati da venti più quieti e maestosi su terre serene o più dolci dai bulbi dai fiori dai tronchi scavati con dita felici da artista
Accadono incubi atroci su terre malate assetate che invocano acqua e giustizia piegate su sé a tutelare oscure radici mentre parole senza anima agitano cattivi pensieri
Accadono
canti e orazioni preghiere e poesie che sgorgano candide da cuori sospesi con sguardi protesi su in alto lì dove nulla si avvera ma a tutto si assiste
Accadono storie e tormenti al di sotto di nuvole e astri di azzurro e di grigio di lune e di soli Ma il cielo che guarda si staglia si stacca da gioie e lamenti che connotano il qui
TRA ANGELI E DEMONI
Tra angeli e demoni Tra luci per poco e il nero più fitto Tra regole e assetti di una vita normale si innalza imprudente una forza divina Sconquassa poi libera Tracima impetuosa sghignazza e delira impudica oltraggiosa Dirimente e violenta si squarcia nel petto poi deposita piano i sorrisi come fili sfilati in disordine sparso ricreando norme intriganti Ravvivando il logos smarrito con le luci e gli assetti del sempre
Dirompente bellezza creatrice
È follia
SE LE MIE MANI FOSSERO SCINTILLE
Se le mie mani fossero scintille intorno a me sarebbe sempre luce a macchie colorate fluorescenti a ravvivare la tua triste sera
Se le tue mani fossero di vetro mi guarderesti di lontano piano Privo di slanci di furore o pianti disincantati ormai sul farsi della sera
ED È SOGNO
Le fessure abbassate rinnovano sogni di panna Ed è dolce la notte nascosta in palpebre e fremiti È qui ciò che vorrei-che farei ma non posso Qui nel non-luogo degli spazi infiniti del tempo a ritroso del tutto possibile del logico caos E così la vacanza mi attende
Ogni sera tiro giù le mie luci e corro incontro al non-mondo gioioso e perenne
IL BIANCO OLTRE
Il bianco oltre le righe parallele e strette Luce opaca e densa Latte rappreso È dolore il aggio dall’oltre al qui C’è un muro e non filtra la voce Né il canto né l’anima
LUNGO
Lungo l'abbandono all'inerzia Sacro il pensiero che corre tra rive diverse sposate da ponti superbi
Placido l'andare su barche di carta alla brezza di umori salati
Attesa del sonno del poi Nel riposo di eventi di dolori incipienti
Fin qui
A VENT’ANNI SI PUO’
A vent’anni si può A vent’anni si deve È a trenta che si tentenna un po’ A quaranta ci si meraviglia dell’acqua stagna in cui ci si consola e a cinquanta ci si ricorda che a vent’anni si è potuto- si è dovuto disintegrare in mani forti e bionde i destini più belli e colorati strappare a pezzi i sogni ancora amati Così Senza rimorso con il sicuro orgoglio di quell’ora
Di quell’ora e di quella gioventù cui per fortuna e ahimè tutto è concesso
DI PIOGGIA PIÙ LIEVE
Di pioggia più lieve si veste lo scorcio di cielo da qui Appena fumosa l'aria si spegne a colori del Sud che attende paziente il suo sole
Le cose le case le piante scintillano appena di un lucido grigio ferroso La vita sonnecchia nell'umido mondo più ricco di azzurro e di verde
Si nutre di pianto e di umori stasera la vita
MI SENTO SOLA CHE È UNA BELLEZZA
Mi sento sola che è una bellezza come una strada qui sulla via
Con sguardi persi mi sento altrove ogni qualvolta il silenzio è in me
ALONG
Along your walls around the streets beyond your dreams my long blue shadow trembles in the night In the deep black night like a stranger little song
HO VISTO LA MIA GIOVINEZZA
Ho visto la mia giovinezza guardarmi dritto dentro gli occhi con un sorriso triste ma leggero Era di fronte a me lì in fondo con lucidi capelli e bocca tonda
L’ho vista amareggiata tra la folla attenta silenziosa e l’ho capita ora con un sobbalzo e una ferita Le ho detto grazie per avermi fatta
Anche se allora io non l’ho compresa
QUESTA È LA CASA
Questa è la Casa Qui è l’incontro di venti impetuosi e soffi leggeri Qui è la madre delle madri e il padre dei padri In queste mura affollate di gesti e pensieri dolori e ricordi gioie e schiaffi alla vita desideri contorti e soavi respiri arte e sogni si accordano
Qui è il tutto di noi così scomposti-sfilati. È qui che si tracciano strade maestre e si ricamano vesti di gioia Gravida è ancora di tutto la Casa Ci partorisce ogni giorno e ci allatta
È qui che siamo sempre bambini
SILENZIO
Nello spazio del nostro silenzio si annida il tuo dolore innocente
E le parole muoiono