STRINGHE E CORSETTI
Diario di viaggio di una Dannata Mente Di Allie Walker
Ed eccomi qui anche stasera, a pensare, come sempre persa dentro la mia mente. Dannata mente. Che non si ferma, sempre in fermento, sempre in cerca di nuove emozioni, di fresche sensazioni, di calde ioni, di assurdi dolori, di piacevoli amori. Macina pensieri, spreme parole. Immagini varie e colorate si susseguono disordinate, flash inconsulti della mente. Dannata mente. Afferro l’ultima immagine, la fermo dentro la mente. Provo a dare una spiegazione, tento di assopire un’emozione, mentre il cuore in tumulto, pompa calore, che pervade le membra… Improvvisamente tutto si sveglia, tutto si allerta, la mente già prima in fermento agita ora anche il corpo, l’anima si scalda e le mani corrono veloci. Pelle infuocata ad accoglierle, liscia e vellutata, profumata di lussuria, odorosa di eccitazione, inebriante aroma che satura i sensi. Pensieri confusi. I miei. Di una… Dannata Mente.
Elucubrazioni di viaggio I miei pensieri nascono spesso durante i miei viaggi in treno, in compagnia del mio IPad e della mia musica, Una playlist scelta, riveduta e corretta con il mio viandare e il mio “crescere”. Mi isolo dal mondo che mi circonda, mi faccio domande e come Marzullo mi rispondo da sola, tanto so che mi darò ragione (eh eh eh). Pensate a quando mi sono chiesta il perché della vita, della mia soprattutto e degli uomini che ho conosciuto sbattendoci, spesso, contro. Ne è venuto fuori uno scritto un po’ strano, come me, ma tanto io non sono normale, lo so…
Da cosa siamo nati? Siamo animali? Deriviamo dalla scimmia? Cosa caspita siamo? Eccole qua le domande , sono solo le prime, non si fermano qui, ne ho tante altre e quasi nessuna risposta. Quello che ho, sono tante parole e di getto voglio sparare tutte le cartucce del caricatore. Occhio a scansarvi se pensate di essere chiamati in causa, provate a fare come l’orso del tiro al bersaglio sui videogiochi di una volta.
Allora… comincio. Da cosa siamo nati? Deriviamo dalle scimmie? Se si, tutto mi sta bene, capisco molte cose (ma anche no), capisco che non ci siamo ancora evoluti del tutto e pecchiamo, spesso, di stupidità, di desideri repressi, di orgoglio smisurato, di “ego” insuperabile, di egoismo, di violenza, di odio; diamo la colpa agli altri dei nostri insuccessi, l’invidia e la gelosia la fanno da padrone. Di tutte le razze degli animali, siamo la peggior specie.
Il problema più grosso, nei miei pensieri, arriva quando torno indietro di qualche anno, tanti per la verità, e ripenso agli insegnamenti biblici e catechistici della mia infanzia. Se siamo stati creati da Dio, che ha piazzato due esseri nel bel mezzo di un paradiso terrestre, ecco che mi vengono subito le ombre. Ho un dubbio: il Signore, quando ha visto come gli era venuto l’uomo, genere maschile intendo, ha preso una costola e ha creato la donna pensando di riuscire a fare di meglio? Vai a saperlo! Comunque, sti due stavano una meraviglia nell’Eden, come si può facilmente leggere nelle scritture, perché è arrivato quel cazzo di
serpente a porgere una mela ad Eva proprio non lo capisco. Non poteva star tranquillo e farsi gli affari suoi, quel cretino invertebrato? Da lì, se così fosse, sono nati tutti i nostri guai e l’uomo, sempre genere maschile, ha avuto la disgrazia di prendere il peggio di tutti i mali che Dio poi ci ha tirato addosso. Hanno provato ad usare il cervello, ma, visto quello che hanno combinato in ato e combinano tutt’ora, non lo hanno usato al meglio. Guerre, vizi, ozi, distruzioni e chi più ne ha più ne metta. Oggi, dopo aver fatto da spettatrice per tantissimi anni, la donna si è emancipata e spesso occupa posti migliori rispetto ai nostri amici uomini, nonostante molte di queste donne all’apice del successo si trovino un uomo solo perché il vibratore non riesce a tosare l’erba.
Premetto che non sono femminista, mi va solo di rompere i coglioni, sono in treno, da sola, e ho solo le parole e l’IPad a farmi compagnia (l’ho detto all’inizio, ma volevo ricordarvelo, non si sa mai). Nella mia vita ho incontrato diversi uomini e, da sfigata come sono, la fortuna sta sempre dietro l’angolo ma io devo ancora trovare quello giusto, ho incontrato il peggio della specie.
Ho tutta una teoria sugli uomini. Molti sono come i parcheggi, i migliori sono già occupati; quelli che non lo sono, preferiscono una vergine, non gradiscono le critiche, permalosi peggio di una checca; se sono carini e gentili hanno già un ragazzo!
Allora mi consolo e rimango da sola ad osservare. Tra quelli che ho frequentato, quasi tutti sbagliavano di continuo, avendo anche il dono di perseverare (io non sono da meno, eh). Sta di fatto che clitoride, anniversario e water per loro erano sempre optional da usare ogni tanto, non centravano mai il momento e il posto giusto.
I preliminari? Secondo loro, mezzora di suppliche, cinque minuti di gemiti e grugniti, e la soap opera sul più bello finisce e riprende alla prossima puntata, alla stregua di una tempesta di neve: non sai quando viene, quanti centimetri ti darà e quanto tempo dura.
Concludo sta parata di scemenze (era solo per rompere il ghiaccio, poi arriva anche di peggio)…
Gli uomini sono come le ciambelle, non sempre vengono perfetti (le donne anche, eh). Io, come già espresso diverso tempo fa, ma lo ribadisco, preferisco i cani, come il mio Ugo per esempio: dopo un anno che sta con me, quando mi vede si eccita ancora e mi fa le feste.
Dal treno in corsa… Baci e abbracci!
Non sono normale
Non sono normale, lo so
Guardo il mondo con occhi diversi
Attraverso un prisma distorto
Ne buio inesplorato da altri
Trovo la mia gioia
Ed è fonte di una velata follia
Non sono normale, lo so
Guardo tutto con gli occhi del cuore
Rivelano a me emozioni
Che occhi adornati da maschere sorridenti non vedono
E allora
Cadono le maschere di fronte ai miei occhi
Quello che rimane è solo fumo
Ma IO, non sono normale!
Pioggia Il buio sta schiarendo Il sole muove tiepido sul suo volto Se guardo oltre l'orizzonte Che vedrà il debole chiarore del mattino. Il terreno è bagnato dalle lacrime che il cielo ha pianto stanotte Forse ha sentito il mio cuore, come ho pensato a te Io posso chiudere gli occhi e sentire la tua presenza La distanza può separarci, ma il vento ti riporta vicino. E' il tuo odore questo odore, o è la miscela di sporco e acqua Mi piace l'odore che rimane dopo la pioggia Sa di freschezza Sa di nuovo
Un angelo Un angelo oscuro mi chiama sconosciuto il viaggio tende la mano le ginocchia tremano il cuore sbatte
Un angelo oscuro mi guida il viaggio inizia il respiro è breve il terreno lieve i i incerti
Un angelo oscuro mi tiene creatura della notte profondo e maestoso prezioso custode della mia mente che vola.
Impalpabile Mi meraviglio di come cresce il mio ato, del tempo che vola, degli istanti che fuggono. Dietro di me profondi vortici, oceani e mareggiate, tutto fugge via. E io non posso arginare questo flusso, ...e aspetto, guardo, osservo le acque are. Mi ritrovo in un torrente, poi un ruscello, per finire in un rivolo di un sogno malinconico. Tutto ciò che ho udito, o visto, tutto quello che ho avuto, è una pista umida, orme mi accompagnano, svaniscono asciugandosi. Rimane il ricordo, impalpabile ed inafferrabile.
Amicizia
Avvolgente fragranza il profumo dell'amicizia. Mi abbandono nella sua essenza, volo. Ammaliante il tepore della tua casa, del tuo splendore. Scivolo ad occhi chiusi portandoti il mio abbraccio, con un dolce soffio di vento. Attraverso spazi lontani, spalanco la finestra e l'aria del mattino fresca è implacabile, si insinua. Nella stanza una musica, agghindata di parole luminose
come oro di zecchino e preziosi pensieri di dolcezza.
“Non vediamo le cose come sono, le vediamo come siamo” Anais Nin
Il viaggio continua, un altro giorno, tutta un’altra storia
Sono confusa, non ho le idee chiare sul perché della vita e, altalenando tra uno stato scherzoso e uno più profondo, vi conduco in un altro viaggio.
Nella vita si fanno delle cose, alcune vorremmo non averle mai fatte, altre avremmo voluto ripeterle un milione di volte nella nostra testa, ma tutto ci rende ciò che siamo. Alla fine, tutte le nostre esperienze formano ogni dettaglio di noi. Se dovessimo invertire qualcosa, non saremmo nel posto esatto dove siamo oggi. Possiamo commettere errori o avere momenti meravigliosi, ma mai, mai, domandarsi chi siamo, dove siamo stati e, soprattutto, dove si sta andando.
L’Universo è in perfetto ordine. Le stelle, la luna e il sole sono tutte operanti in perfetto stato di diritto divino. Vi è un ordine, un ritmo, uno scopo nel loro percorso. Io sono parte dell’Universo, quindi, so che c’è un ordine, un ritmo e uno scopo alla mia vita.
Come me tutti gli altri, siamo tutti essere umani, perfettamente accettabili nel momento che stiamo vivendo, in qualsiasi momento. Siamo validi come qualsiasi altro essere umano, senza dover stare a pensare di dover cambiare un sola virgola di ognuno di noi. Ciò non significa che non ci è permesso vi voler crescere, evolversi e migliorare noi stessi, essere gentili con gli altri, dare la migliore versione di noi, anche nei momenti difficili, anche se non ci sentiamo validi, degni e meritevoli.
In tutto il nostro viandare (ò spesso questa parola, in fondo siamo viandanti del tempo), i pensieri e le emozioni influenzano la chimica del nostro corpo, creando un effetto alcalinizzante nel sangue, lo depurano da tossine. Lo stress, le intense emozioni di rabbia, l’odio, la tristezza e la paura, creano acidosi tessutali
e reazioni chimiche nel corpo. Il nostro corpo diventa un riflesso delle nostre emozioni e dei nostri pensieri. Un esempio: quando una persona ti fa soffrire, è perché soffre profondamente dentro di se, la sua sofferenza è traboccante; non serve a nulla punirlo tenendolo lontano, ha bisogno di aiuto, è un messaggio che ti sta inviando.
Mi ricorderò sempre di un giorno, uno di quei giorni difficili da dimenticare, impossibili da cancellare dalla memoria. Mia madre diceva sempre, e lo dice tutt’ora: fai del male e pensaci, fai del bene e scordatene. Sante parole, persona saggia mia madre, ma non siamo tutti così, purtroppo. Quel giorno una persona me lo ha ricordato, un uomo che soffriva, che in un momento di chiarezza mentale, nonostante una malattia devastante, ebbe un flash pensando a un fatto del ato in cui aveva fatto del male alla sua donna. Mi chiese carta e penna, scrisse un biglietto da consegnare a quella persona, abbozzando un sorriso me lo consegnò e mi disse: se riuscisse a perdonarmi, me ne andrei molto più tranquillo.
Non mi vergognai di versare le mie lacrime, non erano un segno di debolezza, c’era così tanto potere in quelle lacrime. Erano parole eloquenti ed inespresse di emozioni intense. Non dobbiamo temere le lacrime, che siano esse di dolore, gioia, amore, sono sensazioni magiche del nostro essere “umani”
La vita si spezza. Nessuno può proteggerci da questo. Abbiamo bisogno di amare, di sentirci vivi, è la nostra ragione di esistere, di essere su questo mondo. Dobbiamo rischiare i nostro cuore, essere inghiottiti dall’amore, sentimento immenso. Quando si perde l’amore, si è traditi, si è soli. Provate a sedervi sotto un albero di frutti, ascoltateli cadere tutti attorno a voi, sprecando la loro dolcezza. Non sarebbe stato meglio raccoglierli e gustarli? Ovviamente si. Solo in quel caso potrai dire a te stesso di aver assaggiato quella dolcezza come potevi, ma non potrai mai dire di aver avuto paura di amare.
Io penso agli altri come un’estensione di me stessa, ogni singolo amico o
conoscente è una parte di me, siamo un grande puzzle, collegati insieme misteriosamente, e senza ogni singolo pezzo il puzzle non può essere completato.
Voglio prendermi cura dei miei amici, provare tutto, divertirmi, facendo anche pazzie e stranezze. Voglio godermi i miei ultimi anni di “avanzata giovinezza” come meglio posso. Ho imparato diverse cose dai miei errori, ho trovato la causa del mio ato malessere e l’ho eliminata. Non sono perfetta, non voglio nemmeno esserlo, ma sono io e questo mi basta!
Il mondo è giovane, anche in questa nuova primavera alle porte, che porta con se morbidi e seducenti colori, nuove aspirazioni e, a dispetto del tempo che a, continuo a pensarlo: il mondo è giovane!
Anche se un giorno smetterà di funzionare, ora non voglio pensarci, lascio l’ardito compito agli altri, io mi godo il viaggio. Perché la vita si insinua, anche nei luoghi più abbandonati avvolge la strada. La vita si insinua sorprendentemente e dolcemente, casualmente a volte, ma poi non si dice: finché c’è vita c’è speranza?
E allora la lascio respirare, con i suoi scopi e i suoi dilemmi, e lascio la fantasia infiltrarsi. Anche con gli oscuri desideri che difficilmente la massa esprime.
Sarà bellissimo ascoltare i suoni della vita, un coro di voci e ogni canto fine a se stesso e allo stesso tempo propedeutico. Una melodia battente a volte, dal significato incerto, che ti porta in alto, fino a un fragile bordo, con il respiro corto e i sensi in frantumi, poi in caduta libera, come pura estasi, ano attraverso le ombre, in balia di tuoni e saette. E infine il silenzio, una moltitudine che invade la mente, che ti spinge a sognare, dove solo il battito del cuore da il ritmo alla danza della vita.
L’Universo Il mondo intero è dentro di noi
Basta saper guardare
La porta da aprire è ferma lì
La chiave nelle nostre mani
La gioia Un cuore coraggioso canta
Sopporta tutte le ferite
Cammina attraverso il fuoco
Per ritrovare il sole
Annega nei fiumi
Per saziar la sete
Un cuore coraggioso canta
Vive di gioia
Un giorno, un fiore Sto camminando lungo un sentiero, non guardo ne a sinistra ne a destra, distratta da pensieri che si affollano premono incessanti, quando ad un tratto sbatto in un fiore. Mi fermo a guardarlo, una bellezza infinita, un profumo inebriante, la testa gira in un vortice, poi leggera come una piuma, e prima che possa capirlo, sto volando in alto, guardo il cielo sopra di me e capisco come sono piccola in questo mondo immenso.
Credo Credo nelle mani che parlano, nel cervello che pensa, nei cuori che amano. Credo nel sole, nella luna e le stelle, nell'amicizia, nei pensieri che volano nell'aria fresca e arrivano fino a me a calmare il mio animo sempre in fermento
Acqua Acqua sulla mia anima assetata, sulla mia pelle arsa, sui desideri setosi, acqua che si mischia a lacrime e sudore. Acqua che ha la chiave dell’universo, acqua che diffonde beatitudine, acqua che si tuffa in spirali avvolgenti. Acqua che scivola, acqua che nutre, che calma le arsure, ….acqua: fonte di vita.
Tenebre Ho abbandonato le mie vesti lontano, nel silenzio delle tenebre, nuda davanti all’acqua, immobile, non potevo immaginare, di arrivare sull’orlo, e aver paura della quiete.
Lacrime Lacrime… come la pioggia, come il mare, grandi fiumi senza senso, ma libertà assolute del proprio Io.
Spirito della notte Un fantasma, ogni notte, trasparente ed effimero, cerco di trattenerlo, carpire il suo messaggio, fugge ogni volta. Nei miei sogni, è così convincente e reale, che all'imbrunire, lo cerco e lo chiamo. Sa muoversi con i miei mostri, usa le sue arti oscure, è abile e furbo, lenisce le mie pene, si culla dei miei lamenti, mi trascina nel buio, mi vorrebbe all'inferno, mi mostra l'oblio dell'impalpabile. Lotto con lui,
poi lo affianco, mi inebrio del suo caldo respiro, diventa poi freddo, etereo, mi chiama a lui, pavento il suo appello, mi vorrebbe al suo fianco, tento di affondarlo e lui ritorna impavido. Ma si sa, un fantasma non teme la morte.
Ci sono modi peggiori per trascorrere una serata
Si dice che il silenzio è d’oro, io ho sempre pensato che fosse più vicino alla tonalità dell’argento. L’oro è troppo morbido e saturo, sempre espressione ostentata di quel qualcosa che simboleggia, per sua natura mai sommesso. L’argento ha la stessa natura del silenzio, sempre gravido, in un modo o nell’altro, ricolmo di pensieri e voci inespresse, tenue e freddo il colore, un composto di scale di grigi infinito.
Nella mia stranezza, provo a immaginare un bavaglio, una spilla d’argento che chiuda la mia bocca, una misura preventiva per evitare un discorso che posso ascoltare ma non sentire, per attutire i suoni e privare l’orecchio di parole che non arriverebbero dove dovrebbero essere: nella testa. Come se i pensieri che esprimo a voce alta non siano degni dell’aria che occupano e l’inquinamento acustico inutile. Mi specchio con quell’assurdo bavaglio, e pur essendo un immagine della mente mi aiuta.
Senza una voce per dare aria ai miei pensieri, mi colmo di loro, anche i pori ne sono pieni, fino a che non fermentano e fomentano e diventano ampi e intimi. Fino a quando divengo il pensiero stesso e, circondata da un silenzio d’argento, con niente altro che il sussurro bianco delle mie parole, la penna scivola veloce sulla carta. Ho trovato il modo di esprimere il mio silenzio e i miei pensieri.
Buffi, dunque, gli interruttori dei pensieri, spesso non funzionano quando c’è confusione attorno, nel silenzio godono di una vita tutta loro. Impertinenti a volte. Pensi di essere chi li comanda, gli interruttori, invece sei solo il loro oscuro schiavo, portatore insano di condensati di parole e idee e confusione e tutto il resto. E tutto il resto, sono i sapori, anche se inodori: piccanti, dolci, salati, sapidi e assapori, ti inganni, ti sazi, ti colmi. Alla fine li vomiti tutti, i pensieri, indigesti condensati di una relazione instabile con un click.
E allora il viaggio comincia, nonostante non sia in viaggio, nel silenzio della mia casa, il cane ai miei piedi, presenza costante e amorevole.
Che cosa cerchiamo, perché voliamo verso tutto ciò che è facile e comodo? Ci insegnano le favole da bambini, sono morbide storie, donano sicurezza in una mente ancora senza malizia, dove le donne non hanno nulla di carnale e gli uomini sono senza paura e puri di cuore.
I bambini imparano presto, ma è duro scoprire che le fiabe non esistono nella realtà e per quanto amino scoprire verità, per quanto siano puri e per quanto corrano verso abbracci benevoli e primordiali (l’amore di una madre), sbatteranno anche contro la paura primordiale: in un mondo dove non esistono fate, maghi, principi, regine e le uniche magie a cui possono assistere sono le luci del giorno e della notte che cambiano.
Poi si cresce. In un attimo. Ci si getta verso l’ignoto, verso terrificanti verità, quasi assente la dolcezza, la protezione è pari allo zero e i mostri sono li che ci aspettano dietro la porta e a ogni svolta.
E nonostante tutto arriva l’amore. Si l’amore! Ci protegge, ci illumina, ci governa, ci massacra, ci fa soffrire, ci fa fremere e godere, ci fa bagnare, ci fa lottare e ci fa vincere. E poi? Poi niente. Hai vissuto!
Semplicemente Dimmi ti amo, semplicemente
Non nel modo in cui lo dici sempre
Ogni giorno che a
Ma come una volta
Come la prima volta
In cui ogni briciola della tua mente
Era avvolta di meraviglia
Come il sogno che ero
Dove io ero tua per sempre
E tu eri mio
Dimmi ti amo, semplicemente
Ricordamelo lentamente
Ogni momento
Fammi capire che è vero
Dimmi che sono il tuo tesoro
E poi
Io ti dirò ti amo, semplicemente.
Sogno Ti muovi in me dolcemente alla deriva in stretto contatto nel profondo. La luce soffusa si riflette pelle su pelle anima su anima. Un destino luminoso mai cercato ci ha trovato salutato e canta con noi.
Essenza di Noi Siamo note di una stessa canzone quando la melodia abbraccia il nostro cuore siamo rose dello stesso roseto che profuma dell’essenza di noi ogni nostro o siamo l’eterno abbraccio che non conosce confini ne spazio… ne tempo… Siamo Noi..
L’uomo, questo sconosciuto, spesso è bene rimanga tale! In un momento particolarmente negativo della mia vita, ho “partorito” due scritti molto ironici, qualcuno sul web li ha giudicati anche troppo irriverenti e cinici, ma tant’è che ormai sono li e mi piace condividerli e riderci su, adesso. Adesso ci rido su, ma in quel momento ero sull’incazzato andante.
Visto il lavoro che faccio, ho molto tempo per rimanere a osservare e leggere quello che si scrive sul web, mi tiene compagnia, nonostante stia bene anche da sola, ne sono venuti fuori due scorci di “vita virtuale” particolarmente attenti; parlo con molte persone che mi contattano su facebook, non sono mai la prima a salutare o a cercare, vengono da me, appaiono dal nulla e pretendono di fare i padroni della mia vita. Eh no, cari ragazzi, non sapete ancora con chi avete a che fare, non avrete vita facile con me. Il più delle volte è gentaglia e come son venuti… pfff spariscono.
Ma inutile continuare a scrivere delle apparizioni più o meno lunghe di fatiscenti individui, vengo al dunque pur sapendo benissimo che tutti quelli che usano facebook sanno che cosa si trova in giro: principi e principesse, regine e re, dei dell’olimpo, volturi, vampiri, licantropi e quant’altro di fantastico la mente umana possa creare e partorire. E poi loro: padroni, master, maestri e cazzi vari.
Ed ecco a voi i masteronzoli del web e di quegli uomini che si nascondono dietro un video!
Ecco, si. Parliamo di uomini. Esistono ancora uomini in grado di guardarsi allo specchio e non sputarsi contro? Si che esistono, hanno la faccia come il culo, se lo esponessero a me non troverei differenza. Adesso mi investirete di epiteti, lo so. Fatelo pure, non mi interessa, ho le spalle grosse e se volete sputarmi contro, negli occhi non mi prendete, mi sto parando con gli occhiali (sulla mia foto profilo sul web sono con occhiali appositi per gli sputazz inconsulti).
Ovviamente siete forniti di palle, la natura ve le ha concesse, ma non vedo utili usi. Continuate a mandarmi foto di peni più o meno grandi, o membri eretti che sembrano finti, pensate che sia un’asta a far suscitare interesse nei vostri confronti? Siete ridicoli, con quell’affare penzoloni tra le gambe ricoperto di peli, pure fastidiosi da ritrovarsi in bocca; provate a soffrire con una ceretta, tanto non ce la fate, la paura vi fa cacare sotto. Ma ritorniamo al punto... uomini. Non riesco a comprendere il perché siete sempre alla ricerca di nuove avventure, quando tra le mani avete un diamante, prezioso e raro, di incomparabile bellezza e lucentezza, con sfaccettature insolite e inebrianti. Una volta dissi:” perché accontentarsi di un cesso pubblico per pisciare quando siete proprietari del più bel bagno del Taj Mahal?”
Lo so io il perché! Perché, nonostante il cervello, che si trova nella calotta cranica, per chi non lo sapesse di voi, che vi ha fornito vostra madre, ragionate ancora con quella testa (di cazzo) che vi penzola fra le gambe.
La sincerità non è il vostro forte, la correttezza non sapete nemmeno dove sta di casa, l'onestà pensate che sia un optional da pagare, il rispetto per l'altro sesso, femmina, donna, genere femminile, sempre per chi non avesse ancora appreso questa informazione, ve lo mettete sotto le suole delle scarpe (e noi dovremmo venire a leccarle? seeeeee, col caxxo!).
Poi alla fine, quando non vedete spiragli con la persona che vi ha amato, che si è rotta i coglioni di sentire bugie, scuse, dei vorrei ma non posso, che vi ha donato momenti indimenticabili, che vi ha servito e riverito, che vi ha offerto cuore e anima, tornate indietro e vi trasformate in checche piagnucolanti in cerca di dolcezza, dando una impressione piuttosto patetica del vostro essere maschio.
Non parliamo poi di padroni, master e quant'altro. Nomi altisonanti per dire cosa? Per dire che: con questo nick sono padrone di xx, con quest'altro master di
xy, con quest'altro ancora sono in cerca e via discorrendo. Ma siete sicuri di essere padroni di qualcuna? Siete certi del vostro essere master? Vi riempite la bocca di ordini, vi colmate il cervello del vostro ego smisurato, promettete e comandate. Per che cosa? Per sentirvi grandi? Per mostrare agli altri che siete qualcuno? Ma se non riuscite nemmeno a comandare il vostro pene, guarda come sono pulita, cosa caspita volete comandare?
Siete al pari delle troie ninfomani, cercate la sorellina, mamma mia che parolaccia, da affiancare alla vostra "schiavetta", perché una da sola non vi accontenta. Ma chi cazzo siete? Rocco Siffredi?
Non siete nessuno e non siete padroni nemmeno dei vostri coglioni, ops, scappata, che vi penzolano fra le gambe, visto che non riuscite a centrare nemmeno un buco largo 40 cm. Ricordatevi, invece, che siete una cacchetta, ops, scappata pure questa, come tanti, che in qualsiasi momento può essere calpestata!
Ricordatevi pure che non si fa sotto la neve, tanto prima o poi, se non viene l'era glaciale, la neve si scioglie. Un consiglio: se non siete sicuri di accontentare una Donna, andate a puttane, metteteci pure la sorellina troia, se vi piace, ve la danno, la pagate, andate via soddisfatti e non avete un peso da portarvi dietro, tanto è così che considerate le donne. BENE, ME SO SFOGATA, STO MEJO, NON ROMPETEMI LE PALLE (tanto ne ho più io di tanti maschi qui in giro)
Uomo un consiglio: coprirti di ridicolo non ti riparerà dal freddo!
Ovviamente non posso fare di tutta un’erba un fascio, esiste ancora qualche Uomo integro e rispettoso del nostro essere Donna. Non posso, nemmeno, non
parlare delle donne, perché anche qui ce ne sarebbero da dire tante.
E visto che non sono femminista, per par condicio... le Donne
E allora daje, tanto stasera è partito lo sfogo, e sfogo sia, verso tutti e chiunque mi ha rotto il cazzo. Parliamo delle donne, minuscola voluta, è la mia categoria, dovrei conoscerla a menadito.
Invece no, mi stupisco spesso di come si comportano certi elementi del mio stesso genere.
Andiamo per gradi. C'è la donnina tutta casa e chiesa, dedita al focolare domestico, che si scandalizza pubblicamente per una foto o un libro un pochettino più spinto; sono le prime ad essere le più porche maiale, davanti hanno le mani giunte e dietro il lato b sfondato, mi sono contenuta con i termini, i loro mariti o fidanzati hanno una cornificazione pari a quella dei cervi adulti.
Dopo di questa si a alla fidanzatina di altri tempi, viene spontaneo accostarla alla precedente; ella non si concede, vuole tenersi illibata per l'abito bianco, ma gliel'ha detto qualcuno che in una vita intera la sua patonza non si consuma nemmeno quanto una sfoglia di cipolla? No, ovviamente, perché ha una mamma casa e chiesa, che si bada bene dal dirglielo, visto che di soppiatto di scopa il fidanzato, tanto il marito è impegnato a guardare la partita in tv, con la scusa di mantenere integra la verginità della figlia.
Poi c'è quella che in casa non fa una beata minchia, comanda a bacchetta marito o compagno che dir si voglia, tutta protesa verso l'estetica e la magrezza assoluta, sempre a dieta nonostante pesi 40 chili con il sacco, se le tocchi si
smontano, sempre imbellettata perché deve essere pronta ad ogni evenienza, non si sa mai, la vita le riservi una sorpresa tipo "ho conosciuto il principe azzurro ricco così lascio quello stronzo di mio marito che non ha un centesimo in tasca"; guai a toccarla anche solo con un dito, soprattutto un po’ più giù dell'ombelico, toh ho fatto anche la rima; costantemente tutta in tiro, a letto cova sempre un mal di testa, fuori dal letto fa la "modella guardami ma non mi toccare"; insomma quel povero marito le pippe si deve fare o a puttane deve andare, eh eh eh un’altra rima.
In contrasto con la magrezza, abbiamo l'opulenza, la donna formosa, tutto burro e fossette, e qui i casi sono due: o si mette pastrani addosso in modo da coprirsi così non la guardano perché si vergogna della sua condizione, o mette in mostra più di quello che dovrebbe risultando, a volte, una sgualdrina; la donna morbida da quel senso di calore, sempre! Oh, almeno io la penso così visto che ne faccio parte, pacioccona non aspetta altro che coccole, ama il sesso in tutte le sue forme, ha una troia dentro che la spinge a soddisfare il suo partener prima di se stessa, gode del piacere del suo compagno.
Non posso non parlare delle lesbiche, ci sono anche loro, o sono dolcissime o tutto il contrario; in loro c'è la donna e l'uomo, il bianco e il nero, non hanno sfumature, o tutto o niente; il sesso con loro non ha vie di mezzo, o non la smettono più di leccarti o ti si inculano con uno strap-on da negro superdotato.
Infine ci sono le troie, puttane, zoccole, sgualdrine, a volte ninfomani, spesso a caccia dell'uomo impegnato, ancora più spesso invidiose, bugiarde, gelose, ma soprattutto mercenarie del sesso, se fossi un uomo col caxxo che pagherei per farmi una scopata. Sul web gira la donna schiava, gira pure nella realtà, ma mi preme parlare del virtuale adesso, tremila profili, con cui si mette impegnata con diversi malcapitati master, e che di schiava non ha proprio un cazzo; spesso sono profili fake che mettono zizzania tra le coppie, altrettanto spesso sono le casalinghe annoiate che se le metti in ginocchio al primo colpo, nella realtà, fuggono a gambe levate; molte volte sono solo donnette invidiose dello stato di "impegnata" dell'amica del cuore e allora tentano in tutti i modi di essere al pari
creandosi un "master ad hoc" con un profilo falso; queste ultime non hanno capito niente della vita, la vita non è su facebook o su altri siti nel web, ma fuori dove puoi riempirti i polmoni di aria pulita, dove puoi respirare il profumo del tuo uomo e assaporare il suo gusto, ma questa è un'altra storia.
Queste sono le donne, mi sono scordata sicuramente qualche categoria che adesso non mi viene in mente, ma si può sempre integrare, le parole non mi mancano.
Ah scusate, adesso si, mi son ricordata, ci sono anche le donne false e disoneste, le irrispettose, le prodomme, mercenarie pure loro, le mistress, le mistress sadiche, e chi più ne ha più ne metta.
Se poi vogliamo aggiungere i difetti facciamolo pure: gelose, possessive, impetuose, invadenti, permalose, orgogliose, egocentriche, egoiste e continuate voi. Ma che ci volete fare? Siamo Donne, oltre le gambe c'è di più!!!!
Come avrete capito, non sono una persona molto normale, mi distinguo tra la folla e non per il mio aspetto, ma per le idee e per la mia mente, che i più, quelli che si credono integri e moralisti, giudicano “malata”.
Si, sono una schiava, una schiava con una mente, dannata ma sempre mente, e funziona alla perfezione, nonostante i miei periodi bui. Una schiava che ha il dono della parola, che tende a farsi rispettare e rispetta di rimando chi se lo merita.
Durante il mio girovagare per il web e nella realtà, mi sono chiesta spesso se molte donne, come me, fossero insoddisfatte del loro status di coppia. Io ero
praticamente apatica, insofferente, sessualmente limitata. Mi sono messa a pensare, a cercare di capire, a spiegarmi alcuni sintomi di indifferenza per tutto e tutti, soprattutto verso quello che, allora, era mio marito. Ho valutato e chiesto ad alcuni amici, ho sentito le mie amiche e sono uscite fuori ancora domande che nel mio cervello frullavano come un mixer a tutta velocità.
Ho scavato a fondo nel mio sentire, studiato quello che vedevo e quello che mi raccontavano, ho indossato panni che non erano nelle mie corde, ho tentato, provato, conosciuto, incontrato, e alla fine ho capito che potevo “inventarmi” di nuovo, potevo tornare a esser Donna, femmina. E oggi, nonostante l’aver sofferto alcune situazioni assurde e irripetibili, sono soddisfatta di quello che sono, ma rimangono ancora quelle domande.
Perché continuo ad essere sorpresa quando sento o leggo di donne che sono insoddisfatte, annoiate o semplicemente infelici sessualmente nelle loro relazioni? Che siano con uomini che non possono essere disturbati? Uomini che non fanno il minimo sforzo per mantenere vivo un rapporto? Uomini che danno per scontati certi atteggiamenti? Ma come è possibile? Ma come si può esistere e vivere senza spargere un po’ di pepe e sale nei momenti condivisi? La maggior parte della mia vita ho pensato che ci fossero uomini con pulsioni sessuali molto spiccate e donne che semplicemente non erano soddisfatte nemmeno da questo. E pensavo fosse naturale: Marte e Venere, Yin e Yang, semplici rapporti sessuali che hanno il loro perché, ma non è abbastanza. Ho scoperto di amare il sesso tanto quanto un uomo, frequente, sensuale, spigoloso, “sporco”… chi lo avrebbe mai pensato? E’ stato una vera illuminazione quando ho capito di provare piacere nell’eseguire ordini, nell’essere umiliata verbalmente e fisicamente, nell’essere redarguita nei miei errori di lurida schiava e di serva sottomessa. Provo piacere nel dare e nel ricevere, ma quello che più mi sorprende è la serenità e la naturalezza di questo tipo di rapporto. Vivo tutto senza costrizioni, mi offro liberamente, offro il mio corpo che è mio non solo perché ci vivo dentro, è una crescita interiore difficile da spiegare, ma ho capito che il mio
compito è regalare piacere a chi mi possiede e ricevere di conseguenza altrettanto… e se il piacere viene da una cinta, da una frusta, dalla cera che cola calda… ben venga. Penso anche di essere egoista nel cercare costantemente il benessere personale, la felicità interiore, il piacere perverso e tutto quello che fa da contorno. Ma… mi metto al posto di quell’uomo che vive pacatamente, cerco le ragioni per cui il suo vivere scorre tra TV, Bar, calcetto, divano e la scopata con la propria moglie, quando non ha di meglio da fare... e mi chiedo: ma la tua donna ha la soddisfazione che le spetta nel convivere con te? Si sente Donna veramente? Oppure è cosi annoiata che prima o poi trova di meglio? La risposta è ovvia e scontata nella mia testa: Idiota di omuncolo testa di cazzo, certo che trova di meglio!
Nessuna sfumatura Il bene o il male
Il buio e la luce
Tutto ciò che vuoi
Ogni giorno, ogni notte
Posso essere tutto e niente
Soddisfare i tuoi bisogni
Esaudire ogni tuo desiderio
Posso estinguere ogni arsura
O incendiare la tua anima
La tua amante
La tua puttana
La tua cagna
Quale vuoi che sia oggi?
Come mi vedi?
Cattiva o buona
Bella o brutta
Piccante o dolce
Cosa vuoi scegliere?
Incontrerò le tue esigenze
Sono qui per servirti
Il giocattolo per i tuoi vizi
E quando hai finito
Mi limito a scivolare via
Non posso rimanere al tuo fianco
Per nessun altro mi inginocchio
Nessun altro chiamo padrone
Non supplico nessun altro che te
Io sono solo io e tu sei con me
I regali che mi elargisci
Sono pillole di benessere
Che sento e che mostro
Anche se spesso mi chiedo
Merito questo?
Merito le tue azioni e le tue parole?
Voglio Voglio la pelle come una tela
Voglio sentire il morso del dolore
La pelle pulsare e vibrare
Voglio i segni della proprietà
Sfumature dal roseo al rosso
Come colpi di vernice
Sulla mia pelle
Nella mia anima
Sul mio cuore
E poi amami
Con delicato ardore
Angelo e Diavolo Posso essere il tuo angelo luminoso
Una piccola bambina che non è mai cresciuta
Pura di cuore e invincibile
Posso essere il tuo angelo nero
Come il nero dei petali di una rosa
Un’insaziabile anima lussuriosa
Posso essere il tuo angelo
Semplicemente
Per portarti nell’eden
O trascinarti all’inferno
Schiava tua La mia mente è aperta
Ti invito a eggiarci dentro
A fugare le mie paure
A scoprire i miei desideri
Immergiti in me
Profondamente
Da farmi sentire il fuoco
La mia anima a nudo
Come le mie carni deboli
Sono la tua schiava
E tu il mio rifugio sicuro
Avido La mano è morbida e delicata, dita che accarezzano, una luce, un tocco amorevole, labbra che sfiorano, accendono il desiderio. Poi l’oscurità…. ed il sogno più vivo, si trasforma, diventa possesso, dolore misto a piacere, gemiti e urla, in un amplesso travolgente, impetuoso, perverso….. In questi momenti, il nucleo carnale, esplode, grondante piacere, avido di potere
Striscia Lo sento
Stai strisciando nel mio cervello
Provochi scosse di beatitudine e dolore
Un freddo veleno liquido che si spande
Si infiltra nei miei pensieri
Infetta la mente
Sei un dolce e vile serpente
Che vive tra le emozioni e il pensiero
Imploro Non ho paura di essere la tua puttana. La mia lingua non ha mai paura di implorare. di esplorare i tuoi confini, lingua su pelle, persa tra le tue ginocchia, colma della tua carne fino a quando i miei polmoni, implorano un sol respiro. E poi finire di respirare e implorare il tuo.
Respiro Ricordo un bisbiglio Tra mugolii e gemiti Tra i suo baci Qualcosa che non ho dimenticato Che mi rifiuto di dimenticare Ma poi il mio corpo ha tremato Fusa tra le sue braccia La mia mente Improvvisamente Ha dimenticato le parole E ho dimenticato come respirare
Voglie Sei nella mia mente, il pensiero di te scivola dentro di me anche quando dovrebbe concentrarsi su qualcos'altro. Sei nella mia mente, e poi, ti sento scivolare sotto la mia pelle, con una parola maliziosa, con il tuo volere. E scorre all'interno, prende possesso di me. I pensieri si spostano tra le dita, come avessi un rosario da sgranare tra le mani, comincio a implorare, realizzo le tue voglie e MI SENTO ... Sono felice di questo, mi piace giocare con il mio corpo, mi piace lasciar scorrere anche le mie voglie.
Mi Ama Mi ama dentro, mi ama fuori. Mi ama, in entrambi i casi. Tra qui e là, sulla mia pelle. Mi ama quando imploro, mi ama quando colpisce. Mi ama quando mi prende, Mi ama quando mi lascia. Ama il mio peccato, ama la mia lussuria. Ama il mio volto, ama la mia mente. Nascosta tra le mura, o libera per le campagne. Quel tipo di amore, che muore tra i respiri, che vive tra i rantoli,
e continua ad andare, anche quando è lontano.
La perversione. In agguato attorno alla mia mente viva, mi irrigidisco, tengo a freno il mio desiderio di toccare, di gustare. Insaziabile, è solo una parola, ma è una storia continua, un sussurro e un brontolio continuo, mi chiama, si agita in me. Una porta aperta ai tuoi capricci.
Sollevami Quanto sei forte Padrone? Sei così forte da rischiare il cuore per me... Quanto sei forte Mio Signore? Sei così forte da rischiare il dolore e la sofferenza.. Quanto sei forte Padrone mio? Sei coraggioso abbastanza da vedere la bambina rannicchiata e impaurita,
così forte anche quando non voglio vedere il mondo attorno? Sarai così forte da risollevarmi?
Nutrimento Dalle tue mani sono stata nutrita. ho raccolto la forza del tuo amore Nei tuoi baci ho trovato aria per respirare. Il mio corpo uno con il tuo. Mi hai guidato verso la Donna che ero. La bellezza nascosta sbocciata di nuovo. Ho bevuto avidamente dalle tue mani. Mai sazia di Te.
Oblio Mi stordisce il calore, si accende il desiderio, soffoca il mio corpo, stringe il torace, in bocca sapori eccitanti. Trovo finalmente un filo fluido di sudore e piacere, lenisce il fuoco, nel corpo l'oblio.
Domani, domani
Mi basta pensare a te per apprezzare il domani. Sei un richiamo costante, spezzi la monotonia del silenzio, anche quando l'unica mia ricompensa è il solo suono della tua voce distante. Mi dispiace quando il mio cuore si rompe e la mia anima va in frantumi ma sto cercando di insegnare a me stessa la parola bellezza. Spesso sono un disastro di amarezza, mi manca la volontà di lasciar andare un ato. I demoni si aggrappano alle mie spalle vivo e brucio con loro rinuncio a scrollarmeli di dosso. E se stasera, la tua voce, non riuscirà ad abbracciarmi,
avrò sempre un domani, per tornare a dire: ci sono, sto bene.
Segni Sei invitato a lasciare segni, macchie, morsi, graffi. Qualche livido fino a raggiungere il tuo capolavoro. Il mio corpo è la tela, tu il creativo. Utilizza il blu, il grigio, il viola, un po’ di giallo. Infine il rosso. non mi lamenterò, attendo il tuo pennello, la matita, il tuo gesso.
Self pleasure Sorge in me una marea Non mi sforzo di reprimerla Si impiglia Onda dopo onda Tutto quello che voglio E' farla durare Prima che mi scivoli dalle dita La testa si infiamma Il corpo brucia La ione grida Vuole essere liberata Il viso contro il cuscino Le gambe piegate Le mani fra le cosce Scorre il mio demone E' dentro di me Quando mi rendo conto Finalmente Che è il mio nome
Che sto ripetendo Potrebbe sembrare triste Invece diviene il suono Di una melodia d'amore
Mi piace il modo in cui mi sento
Non è freddo eppur rabbrividisco, non c’è fiamma ma brucio, Non ho paura ma tremo. Nessuna tempesta eppure sento tuoni, debole e senza fiato ma sto una meraviglia. Mi sento cadere, chiudo gli occhi, scorri attraverso il mio corpo, un fiume di sorprese, sensazioni che si risvegliano, segreti che si svelano, nuovi sentimenti, ancora insicuri, ma mi piace il modo in cui mi sento. Gli occhi ancora chiusi,
continuo a vederti accanto a me, la pelle lucida e umida dal caldo, la luna che risplende tra tuoi fili argentei, gli occhi che brillano di gioia, il tuo fascino di Uomo. Tutto comincia con Te e con il modo in cui mi fai sentire, importante, curata, il tuo oggetto prezioso. Sei... la mia guida, il mio amante, il mio Padrone, il mio cruccio, la mia gioia, il mio dolore, le mie ansie, la mia ione, la mia perversione, il mio tutto, la mia lussuria, il mio oblio.
Essenza di te Ho chiuso gli occhi, lasciato la mia mente volare, libera di tutto quello che non serviva, mentre la tua presenza nella stanza era sempre più imponente. Ti ho sentito slacciare la cintura, ascoltato i tuoi i poi un attesa. Ho atteso le tue mani, i tuoi morsi, il cuoio pungente, il tuo membro, la tua forza, i miei fianchi tra le tue mani ho atteso. Era quello che bramavo.
Silenzi Non servono parole o promesse,
sento i tuoi respiri e ascolto i tuoi silenzi. I tuoi tocchi raccontano una storia, sono il coro dei nostri sospiri. Non servono parole d'amore, sono scritte nei tuoi occhi. Intere conversazioni, che si imprimono nel mio cuore. Adesso parla con me, senza pronunciare una parola, saranno le frasi più dolci io possa sentire.
Inutile Nascondi il tuo cuore che batte per me, se mi avvicino posso sentirlo. Nascondi la tua mente che sogna di me, la vedo come un paradiso nei tuoi occhi. Nascondi il desiderio che hai per me, lo sento, un dolce profumo che inebria anche l'anima. Se nasconderti è la tua difesa...
Questa è la mia vita, il mio percorso. Altri potranno camminare assieme a me, ma nessuno potrà mai camminare per me.
Osservare Mi capitava spesso, in ato, di camminare guardando, ma di non notare i dettagli di ciò che era intorno a me. Ogni giorno era la stessa cosa, le stesse facce, gli stessi luoghi, la stessa routine e nel mio viandare sereno, bugiarda con me stessa, mi bastava vedere una macchia nel programma previsto per la giornata, per irritarmi.
Mi capitava di guardare una rivista, un libro, il computer portatile, un giornale: guardavo solo.
Poi un giorno, in negozio, mi sono messa a parlare con un bambino, affascinante il suo modo di fare, aveva una visione fresca su tutto quello che gli chiedevo, notava tutto, e quando dico tutto, dico che scrutava ogni piccolo dettaglio, togliendo la noia anche al tran tran della sua vita divisa tra casa e scuola, da genitori iperprotettivi e da compagni che a me sembravano anonimi.
Tutti noi abbiamo bisogno si un approccio simile alla vita, siamo qui per così poco tempo, perché ripetere la stessa noiosa giornata? Perché non guardare fino in fondo alle cose e alle persone?
Proprio nei dettagli ho trovato la parte sensuale, una mente come la mia non poteva far altro, e ho trovato un nuovo modo di “vivere”, un modo per byare la noia e il grigio scorrere del tempo. Guardo le piccole cose. Guardo le persone che mi circondano, le loro azioni, i loro movimenti, come sono vestiti. Cosa si nasconde sotto i loro abiti?
Noto il luccichio degli occhi, le scarpe scelte con cura, le dita dei piedi dipinte, le unghie perfette, un livido, un graffio, il pizzo di un reggiseno che si delinea
sotto una camicetta.
Guardo il loro modo di fare, le rotondità dei fianchi di una donna, il modo in cui si tira indietro i capelli dal collo, il loro modo di guardarsi in un autobus affollato, il loro modo di sedersi e di incrociare le gambe.
Osservo il modo di fare di un uomo quando nelle vicinanze hanno una bella donna, il loro sorriso ammiccante, il loro aggiustarsi la cravatta, il modo si sedersi distaccato da tutti ma attento ai dettagli di quella donna che gli sorride.
Tutti suggerimenti nascosti, ma reali.
E nella gioia dei dettagli, mi lascio andare alle fantasie, cambiando strada ogni giorno per arrivare al lavoro, sforzandomi di distogliere lo sguardo dalla routine. Da qui è iniziato il mio scrivere, da qui sono iniziati i miei racconti e le mie poesie.
Questo ho fatto negli ultimi tempi e mi sono sorpresa di dove sono arrivata.
Felice e soddisfatta sono giunta anche a una conclusione: non si sa mai, se osservate bene, potreste vedere qualcun altro guardare i vostri stessi dettagli.
Donna Bella
Delicata e complessa
Ingenua e scaltra
Tesoro nella mente dell’Uomo
Un capolavoro riccamente adornato
O semplicemente abbigliato della sua sola pelle
Ogni battito del suo cuore sentimento sincero
Lunghe battaglie, grandi sconfitte
Meravigliose vittorie
Freddi silenzi, calde parole
Tutto e niente
Mente, corpo e anima
Unicamente e soprattutto
Donna
Uomo Ti guardo
E la sensazione del tatto scorre nella mente
Ti guardo
E un desiderio ardente si accende nel corpo
Ti guardo
E riesci a lenire la mia anima tormentata
Ogni volta che
Ti guardo
Mi lasci senza fiato
Ogni volta
Credi Apri i tuoi occhi
E guarda la bellezza che ti circonda
Apri la tua mente
E scopri le meraviglie della vita
Apri il tuo cuore
E ama chi ti ama
Ma soprattutto apriti
E credi in te stesso
Amo Mi hai legata al tuo sguardo
Sorriso con gli occhi
Ho riconosciuto il desiderio
Guidata dai tuoi occhi
Dagli echi silenziosi delle labbra
In una profonda armonia
Mi son trovata nel tuo cuore
Melodie In quel momento C'è tempo per respirare Per sentire l'attrazione Ogni grammo di ione Ad alimentare la fiamma Ogni respiro E cominciare di nuovo In cadenza Chiaro il suo ritmo Una coreografia da sogno Per una melodia del destino
Alla finestra, in attesa Ho trascorso molti anni dietro una finestra, guardavo are la gente senza farmi vedere e mi riflettevo nella sua fragilità. Finché un giorno il vetro si ruppe e le lacrime che scendevano non erano più sole, ma esposte ai anti.
Ogni giorno diversi volti avano, si fermavano a guardare la finestra rotta e la donna che ero, visibile a tutti. Prima di proseguire il loro cammino, qualcuno si fermava a sussurrare un flebile “ciao” senza attendere risposta, intrappolata dietro quei cocci rotti, nella speranza che qualcuno potesse rimanere qualche minuto in più tentando di divenirne amica. Pochi si sono fermati, ma quei pochi mi bastano, sono amici fedeli e, anche se lontani, mi aiutano e si accostano al mio cammino.
Ci sono stati molti giorni tristi nella mia vita, giorni bui e silenzi, giorni che avo da sola con la mia mente, chiedendomi che senso avesse il mio vivere. Giorni che hanno visto il dolore, l’assenza di una persona che era stata con me per molti anni, gente che mi girava attorno senza sfiorarmi, forse perché pensavano di fami ancora più male.
Tutto questo mi ha portato a vivere in simbiosi con la solitudine, ho una profonda intimità con essa, con la tristezza e tutte le cose che sono considerate oscure. Ho combattuto e vissuto con loro, ci ho persino giocato. Sono così intrecciati in me, che ho un senso di vuoto senza il peso del vuoto.
E’ un rapporto strano: ho trovato amici in un luogo senza amici e spesso più cerco di collegarmi con il mondo e più mi sento sola.
Vedo solo una folla impertinente attorno, insensibile alle sofferenze, pronta ad
additarmi, a guardarmi e non vedermi, tutti presi nel loro apparire.
E allora, è facile rinchiudersi dentro il proprio mondo, a cullarsi nel dolore, chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare nel nulla, perché le emozioni più potenti sono difficili da affrontare, ci si sente a disagio in mezzo alla gente.
Sono fuggita sia dalla gioia che dalla disperazione, negandomi i colori della vita, ritirandomi in un mondo grigio e monotono. Ho portato me stessa all’insensibilità, fuggendo da quello che ero realmente, era più facile reprimere emozioni che avere a che fare con esse. Le ho mascherate con alcool, cibo, dolci, shopping inconsulto, tentando di intorpidire il mio cuore.
Mi sembrava normale cercare distrazioni temporanee per far fronte alle emozioni intense, paralizzando me stessa, impedendomi di affrontare problemi e situazioni che non mi piacevano, senza cercare soluzione e pace. Quando si è intorpiditi non c’è dolore e impotenza, ma nemmeno gioia e guarigione, è una situazione di stallo che mantieni per non soffrire.
Addormentare e paralizzare queste situazioni diminuisce la qualità della vita, non c’è bisogno di provare emozioni intense, ma meno senti e meno ti senti vivo.
Mi sono rimboccata le maniche e anche nei momenti di più profonda disperazione, nei momenti in cui tutto sembrava arido e glabro, ho capito che dovevo cercare uno spiraglio di vita.
Mi sono messa a lottare, a cercare, con pazienza e speranza, mi sono creata un obiettivo: ritrovare una fonte di vita nuova in un deserto assetato di gioia e serenità, mi sono reinventata. Qualcuno mi ha giudicata insensibile, altri mi
hanno ammirato, altri ancora si sono allontanati, ma il mio comportamento non era essere crudi, senza sentimenti… anzi, tutto il contrario
Tentavo di raggiungere un equilibrio appena perso, un o stabile da seguire su una strada da aprire ai miei figli, con loro e per loro, le uniche persone che mi erano rimaste.
Le emozioni si sono susseguite e pervadono ancora la mia anima, il dolore è stato grande e tutt’ora difficile da controllare, impossibile respingerlo ogni volta che riaffiora, ma come tutti gli avvenimenti, erà.
Impossibile dimenticare la metà della mia vita ata, il segno rimarrà indelebile, le ferite si chiuderanno, dopo un lento sanguinare; rimarranno cicatrici, in una mappa dove una croce non segna un tesoro, ma una grande perdita.
Il nostro corpo è composto essenzialmente di acqua e tutte le lacrime che ho versato serviranno ad innaffiare il deserto, e ne verserò ancora, se necessario, per far rifiorire il più bell’albero della vita. Sorrido ai miei figli, continuo a dire che sto bene, è più facile proseguire il cammino, non voglio far perdere a loro quello che io avevo perso: la gioia di vivere.
Quando il dolore sembra l'unico compagno, il vuoto si estende in tutte le direzioni, ti attrae nell'oscurità. La vita può essere molto di più di una marcia funebre senza fine, di una morte lenta dell'anima, della bocca dello stomaco che si occlude, deve esserlo! E allora arriva, dal nulla, quel morbido soffio di vita, come una piuma si posa e ci sfiora, attraversa l'aria della morte, addolcisce i nostri pensieri, si ferma, ci guarda. Quel tocco stravagante galleggia sul vento caldo, riscalda il nostro
gelido respiro. All'ombra della notte comprendi che l'alba di un nuovo giorno deve ancora venire e vale la pena di correre il rischio di VIVERE.
Volo allo specchio Sto prendendomi il mio tempo
Farmi una ragione
Del male che ho dentro
Vado allo specchio
Provo a sorridermi
Guardarmi negli occhi
Nessuna teoria
Nessun pensiero felice
Solo amaro in bocca
Mentre mi dico
Che i sentimenti non contano
Tento di convincermi
Che è meglio evitare qualsiasi affetto
Qualsiasi contatto per non soffrire
E allora inizio il mio volo
Arrivo alla luna e ne faccio ritorno
Ma niente
Non serve a nulla
E’ dentro di me
Corrode il mio stomaco
Sento il bisogno di esplodere
Di urlare il mio male
Fuggire dalla mia fragilità
Viaggio
I pensieri seguono una mappa
Non riesco a trovare una meta
Mi spingo attraverso un aggio
Raggiungo l’ignoto
Lascio una scia
Un segnale che sto tenendo duro
Che chi mi conosce può seguire
Per riportarmi sulla giusta via
Presto la luna
Potrà tornare
E le stelle
Ricomparire
Il vento Certe notti il vento urla
E’ ossessionante
Si ostina a gemere
A fischiare
A urlare
Sembra stia strappando
Tutti i demoni dall’inferno
E guida la mia mente insana
Mi vengono i brividi
Mentre il vento pensa di aver vinto
Tanta la mia paura
E il sangue si gela nelle vene
Ho freddo
Ma il vento non sa
Che di altre correnti gelide si tratta
Solitudine In un costante stillicidio
Si infiltra il silenzio
E piange lacrime
Più nere dell’inchiostro
Nella pace
Trovo nascosta
Un’accoglienza insperata
La culla della solitudine
La rosa malata Vedo una luce al di la del buio Ma ho timore del desiderare Paura di sbagliare E nell’immobilità di un cuore a lungo assopito Nella luce si staglia un’immagine Mi appare il “volto” di una rosa malata Indecisa fra il profumo e la morte
Solitudine La solitudine ha un profumo diverso Per ognuno di noi. Per me sa di erba Di terreno ricco e umido Di foglie sotto i miei piedi nudi Del gelo della caduta Del profumo della brezza pulita che mi avvolge L'aroma della solitudine è pulito, chiaro Ma ha anche il gusto delle lacrime.
Mi sono risollevata, dai sorridete con me
Ciò che cerco non si vende, non è un oggetto, per cui il denaro non mi sarà d’aiuto. Quello che vorrei, non si trova facilmente, non è a portata di mano, la ricerca è ardua, ma io ho pazienza e soprattutto non ho fretta. Conto i pensieri, ad uno ad uno metto un punto, così non si intrecciano, li registro anche in un file sul mio pc. Un casino il mio portatile, un sacco di icone sul desktop e nessuna che abbia un senso logico!
Ma tant’è che faccio un mucchietto dei miei sogni, scorro le immagini, si accartocciano una sopra l’altra, mischiando i colori e le sfumature di nero. Si, ho detto nero, non grigio, anche il nero ha i suoi toni. Continuo a guardarmi attorno, fino a che gli occhi potranno guardare. La sera ripongo tutto in frigo, so già che consumerò un sacco di corrente, perché lo terrò sempre aperto, tutta la notte, seduta a terra, gambe incrociate, per capire che non c’è niente da vedere, niente da fare, ma solo aspettare.
Aspettare che la vita dia i suoi frutti, dopo i cambiamenti, attendere che tutto torni a risplendere. Certo ci sono ancora quei giorni neri, in cui dici “chi cazzo me l’ha fatto fare”, quei giorni in cui tutto ti rema contro. Dopo la mia tanta sofferenza ho imparato a sorridere, a fare buon viso a cattivo gioco, perché, si, a un certo punto della vita, ti rendi conto che non te ne frega “na mazzabubu” il dover giustificare o spiegare cosa fai e cosa non fai.
Le idee e i gesti sono i miei e nessuno ha il diritto di chiedere spiegazioni. Ognuno di noi, nell’arco di tempo della nostra esistenza, merdosa o buona che sia, fa ciò che crede e quello che più gli aggrada. Non esiste il giusto, come non esiste lo sbagliato, è tutto molto semplice e naturale.
La rabbia e l’impotenza, il rancore e l’odio non fa affatto bene, il trascorrere gran parte della giornata in questa maniera corrode, ti fa mancare il respiro, pensi che tutti gli altri ti guardano e ti additano come persona sbagliata e da allontanare. Non è vero un cazzo.
Questa gente gode nel vederti ombrosa e negativa, e allora: fanculo!
Non sono ne migliore ne peggiore di tanti, ho un tantino l’ego smisurato, questo si, ma oramai son così, sopportatemi, non do fastidio a nessuno, rompo le palle solo a me stessa; tento di vivere al meglio delle mie possibilità, non mi creo aspettative, la felicità sta nelle piccole cose, il sorriso di mia figlia è una di quelle, ed è abbastanza.
Mi danno noia le persone che cercano l’originalità a tutti i costi, l’essere superiori agli altri e lo sottolineano ogni volta rendendoti un moscerino da schiacciare e spremere sui muri.
La normalità non è detto che sia sempre accontentarsi o adagiarsi sulla monotonia della giornata, per esempio andare a prendere il pane tutti i giorni, serve pure quello, la bocca e lo stomaco mamma me l’ha fatta. Se poi per fare tutto devo prendere l’auto, perché si sa, nel mio paese non c’è un cazzo, giuro che, per il benessere psicologico di quel cretino che continua a rimbrottarmi contro, potrei correre anche il rischio di prendere la bicicletta.
Ho un mondo tutto mio, fatto di belle cose e anche di brutte, fatto di noia e anche di gioia, sono autonoma e indipendente, non devo dar conto a nessuno di ciò che faccio e di quello che mi piace e se voglio indossare una maschera, è un mio cazzo di diritto e se voglio invece toglierla è un mio cazzo di diritto lo stesso.
Oh, ritrovo inaspettata, nel mezzo del cammin della mia vita, un po’ di più ma qui posso barare sull’età, la spontaneità.
Tante cose ho da raccontarvi ancora, decidete voi, adesso, il vostro ruolo: spettatori silenti, comparse dormienti, attori, primedonne. Tutti troveranno il loro posto, un’unica platea, solo posti in prima fila.
Ora Non guardare Se non vuoi vedere. Non nasconderti Se hai bisogno di correre e scappare. Non vagare Se il viaggio ti sembra troppo. Non esitare Il tempo di vivere è ora.
Come un acquerello
La tristezza si manifesta nelle parole cristalline frasi dal cuore nero scorrono come una cascata dalla mia penna accidentata.
La mia gioia è ridotta ad un sorriso sornione ridacchio impertinente giusto per far compagnia a una manciata di persone che ho qui per adozione.
Poi un timore minaccia il cielo oscuro pende sulla mia testa un temporale
mi porgeranno mai un ombrello o mi scioglierò come un acquerello?
Tempo
Cos'è questa cosa chiamata Tempo? Sembra essere qualcosa di devastante. Eppure non ne abbiamo mai abbastanza. E' prezioso quando vola via Noioso quando si trascina. Ci rende vecchi. E' un ladro. E' un dono. Non è nulla di certo. E' la nostra essenza. La nostra maturazione. Basta usarlo con saggezza.
Per te
Voglio scrivere per te Voglio scrivere quelle parole Che si dissolvono Prima di are per le labbra Come il fuoco affamato di ossigeno Che non riesce ad esprimer calore Una bellezza mascherata Da fluttuante insicurezza Voglio scrivere per te Su di te Ma tu non so chi sei E non conosco me stessa Sarà così per sempre E non saprai mai Quello che ho scritto per te.
E il viaggio prosegue (quella brutta bestia è sempre in agguato)
Premessa: A volte mi sento come se fossi sul tetto del mondo. Sento di dover sporgermi sul bordo e guardare oltre, vorrei vedere se c'è un seguito a tutto quello che sto conoscendo e vivendo, ma vedo solo cielo e una quiete silenziosa che urla nella mia testa. Il vuoto attorno a me è così perfetto che mi sento una parte di esso, ma molto meglio il vuoto che il pieno di nulla!
Quello che segue è il diario di un anno, o poco più, scritto raccattando qua e la pezzi del mio diario, che tengo ben nascosto in un file del mio pc. Sul desktop c’è un icona e sotto un titolo: bestia immonda la falena.
Ho ucciso la falena
Febbraio 2012 Il cambiamento non è sempre necessario nella nostra vita, ma quando tutto va a puttane il cambiamento non solo è necessario, diviene la nostra ragione di vita. La mia vita è cambiata notevolmente, in peggio, il dolore enorme, la ferita immane. Resto qui a discernere tra rabbia e dolore, fra la paura e le scelte, smentita continuamente dal comportamento degli altri. Vivo costantemente in una coltre di nebbia che striscia sulla mia vita, come fosse un campo di battaglia, cosparsa del sangue de morti. La mia vita è cambiata, come quella di molti d'altronde, sopraffatta dagli eventi. Con coraggio devo radunare le mie forze, muovendomi avanti nella nebbia, sperando di non calpestare la vita degli altri e che loro non facciano altrettanto. Confido nelle anime giuste, i miei figli, la mia famiglia, quelli che seguono le mie orme. Ma questa nebbia è così fitta, oggi, che nessuno osa disegnare un singolo respiro.
Marzo 2012 Un volto coperto di stoicismo, il mio, solido come pietra compressa, spinta in una terra asciutta, pressurizzata all’interno della mia anima, tentando di perfezionarmi nel vivere, reprimendo la rabbia e, non posso negarlo, erodendo il mio cuore. Un cuore ormai contaminato, che continua a battere in un turbinio di emozioni che gridano ritmicamente, che mi spingono fino al punto più debole. Il sangue che vi scorre dentro si trasforma, sembra diventare vapore, poi si trasforma ancora e brucia, brucia nella rabbia, non si contiene, sembra dover esplodere da un momento all’altro. Brucia e si vaporizza, si scioglie e si raddensa, accompagna la mia caduta, così profondamente, che sento l’afrore della mia carne morta. Poi divengo di nuovo pietra, solo per essere liberata da quella rabbia che esplode come il fuoco al centro del sole. E tutto tace di nuovo.
Aprile 2012 Sono in quei giorni in cui tutto mi nuota in testa con le immagini e le storie che desidero scrivere. Non riesco a trovare la chiarezza di pensiero o il tempo di sedermi e svuotarlo e, prima di sapere che la mia mente si è spostata su quelle storie, mi sento come se fossi nella risacca, spinta e tirata dalla marea Quella marea che mai si trasforma in qualcosa di sostanziale. Sto nuotando nel mare agitato e sento davvero il bisogno di navigare in altri lidi. Tutto mi sta stretto, tutto mi appare inutile, tutto è perversamente succube del mio dolore. Anche le parole mi si rivoltano contro, la tecnologia diventa mia nemica, non funziona nulla o, forse, sembra a me non voglia funzionare a dovere. Ma tanto, parlare con la gente, non mi servirebbe a nulla.
Maggio 2012 Mi adatto allo scorrere del tempo, mi adatto ai cambiamenti, mi adatto anche al dolore. Lo chiamano dolore, ma nessuno è mai morto di dolore e nessuno mai potrà; comunque il dolore che sento è una parte di me e deve per forza avere una fine. Sono ata dalla fase “incredulità e vuoto” alla fase “rabbia” molto velocemente, nonostante ancora ino avanti e indietro contro di me, come se fossero ali di una falena che non mi vogliono toccare. Tento di liberarmene. Non è una bella farfalla, ma una falena, che lascerà un residuo di polveroso schifo su
di me, è quasi senza colore, ma questa immagine mi permette di deridere le mie emozioni, mentre sto negoziando con me stessa. Continuo a dirmi che presto andrà tutto meglio, che merito una vita migliore e, in una sorta di equilibrio, continuo a mantenere il mio cuore nel nero… il rosso sarebbe un appiglio ancora troppo pesante a cui aggrapparsi e mi tirerebbe nel profondo del mare, dove tu ti sei perso egoisticamente. I colori mi danno il senso della vita, ma in questi giorni continuo a vedere il grigiore di quella brutta e polverosa falena, li vedo anche sopra il mio corpo che sembra si sia adeguato ai miei pensieri e abbia preso lo stesso colore. La mano scende sul fianco, la trascino fino al ginocchio, per risalire fino all’interno delle cosce e mi permetto di pascolare lì, accarezzandomi intimamente, come se volessi mutare lo stato delle cose e dei colori. Chiudo gli occhi, cerco i colori dentro il buio, ma spunta di nuovo quella falena che ama il buio, forse attirata dai miei lampi di luce che appaiono timidi. Smetto di toccarmi, quel grigio non mi appartiene… mi addormento, meglio immergersi nella nebbia e stordirsi.
Giugno 2012 Dormo troppo, sono spesso sola, ma mi piace immergermi nella solitudine. Lì trovo la mia pace. Gli altri possono fare anche senza di me: “Possono aspettare…” mi dico e il telefono che vibra, che mi chiama, continuo a farlo vibrare. Non parlo quasi con nessuno, o il mio tempo con me stessa, le parole divengono il mio rifugio segreto, mentre la falena continua a girarmi attorno, fastidiosa e irriverente. Sembra essere eterna, immortale. Eppure le farfalle sono fragili. Lei continua a sussurrarmi le storie degli altri, dialoga con me e il suo grigio non finisce mai. I nostri sguardi si incontrano, mi sfida, mescolando leggiadre volute a polverosi battiti di ali che sembrano essere i suoi ultimi. Così continuo a contrattare con me stessa una rinascita, non mi importa del tempo che sta scorrendo, questa mia fase è la via di mezzo, il mio aggio attraverso il dolore, ed è la cosa più divertente che ho nelle mani. Non importa di quello che dicono gli altri, delle colpe che mi danno. Io merito tutto il mio tempo, lo considero ben investito e la falena continua a dirmi che devo farlo, che devo discutere con le sue ali grigie. Mi nascondo? Forse si. Ma devo evolvermi ancora, sopravvivere alle difficoltà del cambiamento, quello che lascia il residuo polveroso e disgustoso, ma che è la grinta che ritrovo tra le mie dita e me ne sono ricordata adesso che lo scrivo.
Luglio 2012 Sono dura, qualcuno mi ha detto che sono senza sentimenti, qualcuno che sarebbe meglio che taccia per sempre (ma questa è un'altra storia). Nulla mi tiene giù, vado dritta per la mia strada e raccolgo sulla via piccole soddisfazioni personali. Ma alcuni giorni, quella brutta bestia della depressione, che si nasconde dentro di me, trova il modo di farsi viva, all’improvviso. La tv è una di quelle cose che la istiga. Ultimamente ai tg si parla solo di morti; gente che non ce la fa più ad andare avanti e allora compie il gesto estremo, donne violentate, bambini defraudati della loro innocenza, vecchietti malmenati per poche lire, incidenti d’auto dove spesso muoiono giovani. Ed ecco che il grigiore delle nubi riappaiono e la falena torna a trovarmi. Il dolore degli altri mi tocca profondamente, forse per averlo provato sulla mia stessa pelle, e quando mi guardo in giro vedo dolore ovunque, permea l’aria caldo-umida, preme sul fango della mia anima, si inerpica con le unghie sulla mia schiena… ascolto la mia stessa agonia. Forse è un male necessario, per apprezzare di più i colori e la luce, quando riappaiono. Continuo a lasciar scorrere la mia vita, come sulle note di un valzer per ora moderato.
Agosto e Settembre 2012 Mi sono mancate le parole, ho perso molto. Ho allontanato persone per qualcuno che non meritava nemmeno l’ombra di un mio sorriso. Gli occhi si sono spenti, le lacrime affiorate, poi scese copiose. Il dolore di nuovo il mio Padrone. Tento di ritrovare la via giusta, allontanarmi da tutti, non mi può far altro che bene. Rintanata nelle quattro mura di casa mia, come compagno il mio cane, torno a riflettere su me stessa. Contratto ancora con il buio e il grigiore della falena e finalmente riappaio. Una flebile luce all’orizzonte mi appare. Ecco, era solo apparenza (anche qui l’ho capito troppo tardi).
Ottobre 2012 Il silenzio è una lingua che la maggior parte di noi non conosce molto bene. Il silenzio la dice lunga senza proferir parola. Il silenzio può dire con amarezza:
“Ti odio.” Può parlare di rammarico, può parlare di tutto e di niente. La cosa più importante che il silenzio può dire, sono i “Ti amo.” Quando il silenzio dice “Ti amo”, se la persona a cui viene indirizzata non parla correntemente la lingua del silenzio, non potrà mai prendere atto del calore nascosto in quelle parole invisibili. O, anche peggio, si risentirà del tuo silenzio. E mentre la mia voce, nel silenzio, urla, dubito che l’amore dell’altro veramente esista. E continuo a dirmi: “se non riesci a comprendere i miei silenzi, non riuscirai a capire nemmeno le mie parole.” Tuttavia, continuo a seguire la mano che mi è stata tesa, uno spiraglio di miglioramento è alle porte.
Novembre 2012 Continuo a parlare con il silenzio, richiede la mia attenzione. Ascolto il mio cuore e tento di capire perché le mie parole spesso affondano nelle sabbie mobili dove sono sepolti i miei segreti. Mi apro, spiego, parlo, racconto, scrivo… sto imparando la lingua del silenzio, lentamente, ma sto imparando da lei. Il silenzio è a disagio, sia quando si trova e quando si trova, ma ho scoperto che c'è sempre qualcosa da dire sul silenzio, a volte vuol dire, "ti amo." A volte vuol dire, "Mi manchi. "Di solito, per me, vuol dire:" Io sono una pazza." Il silenzio, adesso, non mi lascia mai soddisfatta, sento sempre un vuoto e il mio cuore soffre per qualcosa. Io non so nemmeno quello che dovrebbe essere, e affogo quel sentimento con un'altra tazza di caffè. Il silenzio mi fa sentire stupida. L'amore mi fa sentire stupida. Sto imparando la lingua del silenzio, che è un po' come il linguaggio dell'amore.
Dicembre 2012 Immagino di fare le cose che mi chiedi. Ti immagino che mi aspetti nella camera d’albergo, gli accordi sono quelli. Immagino tutto prima di arrivare da te. Ma mai avrei potuto immaginare quello che è accaduto dopo. Ho fatto una doccia calda prima di arrivare, voglio la mia pelle calda e duttile, da impastare, come la più morbida pasta del fornaio: calda, malleabile e profumata. Naturalmente sono nervosa, desiderosa di compiacerti. Mi attengo ai tuoi desideri. Entro nella camera e tu sei lì, che mi aspetti. Mi chiedi di spogliarmi, lo faccio riluttante, non mostro facilmente le mie cicatrici. Il silenzio attorno, non parli e non parlo.
Nel gioco di sguardi prende il via la nostra notte. Nell’illusione di averti donato il mio corpo e l’anima, ripartiamo assieme al mattino. Due treni diversi, due pelli che mai più si sfioreranno. Vane le promesse e le parole, era molto meglio il silenzio.
Gennaio 2013 Quando si tratta di dolore, si parla di accettazione, come se fossero solo lettere consecutive, con il loro suono particolare, unico. Poi ci sono tutte le altre lette, quelle che causano tanto rumore nella testa quando si chiudono gli occhi. La parola dolore è una di quelle, una di quelle che fa più rumore di tutte, ma ha dei buoni compagni. Ho ato questo ultimo anno con il dolore, con il vuoto, con i ti amo,con le bugie, con le false promesse, con i vorrei ma non posso, con il cambiamento, in un turbinio di emozioni negative e positive. Tutto ha causato tanto rumore, specialmente il mio cuore andato in frantumi. Ma stavolta non ho mollato, ho cacciato la falena, tutti i giorni. Ho ridotto a un muscolo il mio cuore, lasciandomi tenere in vita. Mi sono rimboccata le maniche e ho fatto quello che non credevo mai potessi fare. Mi sono vendicata e non me ne vergogno. Il tempo mi darà ragione.
Febbraio 2013 Con il mio cuore in pezzi ho iniziato il mio nuovo viaggio, il sole e la luna testimoni dei miei giorni, le stelle piccoli astri che sono apparsi pian piano nel mio personale universo. E’ un processo lento e nulla posso fare per accelerarlo. Faticosamente mi sono ripresentata agli altri, ho rasentato il cinismo, a dire di qualcuno, mi sono rimessa in gioco, inizialmente, al pari dell’altro sesso: di tutti e di nessuno. Come le maree mi sono data e rilasciata, ad ogni rotazione dei corpi celesti. Alla fine tutte le rugosità sono state lisciate, la pietra che rivestiva la mia essenza (parola grossa, ma c’è) scalfita e ho accettato il mio dolore.
Marzo 2013 Ho fatto un grosso o avanti, rilasciato tante cose, pensieri ed emozioni.
Come le gocce di pioggia che evaporano dalle pozzanghere dopo un temporale, come le foglie che naturalmente cadono dagli alberi in autunno, ho lasciato andare le mie emozioni verso il naturale processo di cambiamento. Non sono i miei vestiti, non sono i beni che posseggo, non sono il posto di lavoro che occupo, ne il colore dei miei capelli, ne il modo in cui mangio. Non sono la mia auto, ne il caffè che bevo. Sono molto di più, questa la mia nuova convinzione. Posso portare nel mio viaggio, verso il benessere, ciò che voglio, quello che ho costruito nel mio cuore, quello che risiede nella mia anima. Attendo che il grigiore scompaia del tutto.
Aprile 2013 Ora chiudo gli occhi e mi riguardo tutto. Tutto il bagaglio superfluo del vecchio, lo lascio alle spalle. Chiudo la porta di quella stanza che risiede nella mia memoria e la faccio divenire cenere, grigia come la falena, senza bellezza, senza colore e senza calore. Si, mi sento esposta, messa a nudo, ma non mi sono mai sentita così pronta a lasciarmi tutto alle spalle come adesso. Sento già i violini in sottofondo, strumenti a corda che tirano le mie stese corde. Ho aperto gli occhi e sono pronta a scoprire quello che la vita mi offre, la mia prossima evoluzione. Il dolore mi toccherà ancora, nessuno può fuggirlo e nemmeno io, ma il suo potere su di me è minore, il mondo mi sembra persino bello. … E il viaggio continua, in un moto perpetuo come le maree e tutto l’universo che ci appartiene e a cui apparteniamo.
Maggio 2013
Il sole si deposita all'orizzonte e attendo il blu di un cielo punteggiato di stelle. Scherzo, chatto, sorrido alle stronzate della gente, tutto sembra essere lieto in questa serata dove nulla è dolore e grigiore. Siedo tranquilla, viaggio con le parole, descrivo un desiderio, attendo di seguire un orma... una promessa. Una brezza leggera entra dalla finestra aperta, il miagolio dei gatti del vicino, l'abbaiare di un cane in lontananza... tutto è normale. Ascolto una canzone, poi
un'altra e un'altra ancora. Una farfalla notturna entra dalla finestra, sbatte le ali, non conosce la propria fragilità. Se solo avessi saputo la mia... Una doccia prima di infilarmi sotto le coperte... l'acqua evapora, la pelle di seta, mi crogiolo nella morbidezza di un asciugamano, prolungo l'abbraccio pensando sia tu a farlo. Poi parole, ancora parole tra noi. Tutto scorre e si infiamma nelle vene, diviene calore e colora la prime ore della mia notte. E poi cado, improvvisamente, nel buio più nero di una notte senza luna, senza un suono, senza un motivo apparente. Sento sussurrare il mio demone, rifiuto di ascoltarlo, ma insiste e si gode il mio malessere. A nulla valgono le parole, le tue. Rannicchiata su un fianco, afferrando il mio stomaco dolorante, cerco una ragione e non la trovo. o così la mia notte, con gli occhi sbarrati a guardare le ombre, cercando una ragione per rialzarmi. Le ore ano lente, la notte sembra non finire mai, attendo impaziente la luce del giorno e quando arriva comprendo che devo farcela da sola, il mio fardello deve essere svuotato, solo così potrò dire di aver vinto di nuovo su quel demone oscuro e prepotente.
Il silenzio
Sento la necessità del silenzio, per proteggermi ed evitare crepe, per temprare le emozioni. Il silenzio è un rifugio, per prevenire errori, per una tregua che aiuti a sondare l’anima. E’ necessario un silenzio,
come unico rifugio, dal caotico vivere quotidiano, per vedere chiaramente nelle nostre menti. Come quando si legge un libro, si ha bisogno di una pausa, le parole possono divenir rumore, si ha bisogno di un armistizio. Così indosso un’armatura, difendo il silenzio, nascondo le mie ferite, lecco le mie cicatrici. Nel silenzio lascio scorrere le mie lacrime, sotto un peso angosciante, respiro e... respingo pian piano la tristezza. Nel silenzio ritrovo me stessa, mi preparo ad accogliere l’amore, a ricevere dolcezze inaspettate, ad ascoltare parole ristoratrici. Con un sorriso ritrovato, riprendo la via della serenità,
ricomincia il viaggio!
Dolore
Come posso fermare le emozioni, questo dolore che urla nel mio petto vorrei gridare, urlare al mondo la mia sofferenza, invece mi chiudo nei miei pensieri, mi incateno alla mia mente, in pensieri e flussi immagini altalenanti. Non ne esco!
La rosa malata Vedo una luce al di la del buio, ma ho timore del desiderare, paura di sbagliare, e nell’immobilità di un cuore a lungo assopito, nella luce si staglia un’immagine, mi appare il “volto” di una rosa malata, indecisa fra il profumo e la morte…
La morte nell’anima Davanti a me un precipizio. Rimasi vicino al bordo, lo temevo e lo ammiravo. Guardavo verso il basso, i miei occhi come fossero ciechi, nulla appariva, appollaiata su quel cornicione fatiscente. Non so per quanto rimasi cosi, in piedi, se fossero state ore o giorni, il viso impietrito, il sangue gelido, con una voglia matta di riparare, ma con la morte nell'anima. Una piccola inclinazione in avanti, potrebbe finire il mio dolore, il volo finale attraverso il nero, cosi da diventar sorella con la mia amata notte. Eppure ho sentito un richiamo, da qualche parte e' affiorata una tregua, ho alzato gli occhi al cielo,
miliardi di occhi mi stavano guardando. Tra le stelle ho rivisto la vita, la mia, quella dei miei figli, degli amici, ho chiamato anche il tuo nome nella mente. Un o indietro e quel precipizio si è allontanato, ho percorso a ritroso i miei ultimi due anni, ho immagazzinato i ricordi, stabilizzato le immagini. Adesso sono li, in un angolo della mia mente, posso voltare le spalle, riprendere a camminare, la via è lunga e tortuosa, rinascerò, risorgerò dal buio, tornerò a spiegare le ali, come una crisalide spiccherò il mio volo più alto, anche senza di te.
Il suono La ferocia del suono è il silenzio. Echeggia, risuona, è un fulmine nel cielo terso. è l'abisso di un mare piatto, è il vuoto che senti attorno, è il cumulo di pensieri grigi, è la nebbia dove tutto scompare, è il ricordo pungente di un ato, è attesa. Ma intanto respiri, sul tuo letto, sul bordo, tra il sonno e la veglia, tra la terra e lo spazio, affronti il tuo demone nero, l'assenza di luce, fluttui nei ricordi, sanguini lacrime amare. Ti senti insignificante, distante mille miglia
dal mondo che ti circonda, senti il peso del fardello che ti porti addosso. Poi ascolti il tuo cuore, lo senti vibrare, note che solo tu puoi modulare, solo tu puoi guidare, solo tu puoi comandare. Tutto di nuovo scorre, nel coraggio che hai cercato, nella forza che hai trovato, e il silenzio diventa pulviscolo, nella luce del mattino, nell'alba di un sole che cresce. E in un volo di farfalle, ritrovi la vita.
Rosso inganno Il rosso è ionale e caldo è l'amore che ci circonda. E' instancabile. Il rosso è l'amore e la lussuria ma anche la rabbia e la sfiducia. E' inganno. Nel rosso ci si perde è un morso carnale. E' un imbroglio. Il rosso è tra le lenzuola ma niente è come sembra. E' malizia. Il cuore è rosso, il sangue è rosso l'amore da romanzo è rosso. E' una frode. Il rosso è sulle mura dipinti cremisi dal cielo rimbalzano. E' una manovra. Il rosso è il dolore
non è un colore che ammiro E' bugiardo. Il rosso è lussuria è l'amore, è la rabbia, è il pericolo. O forse il rosso non è così bugiardo... Non c'è amore senza desiderio non c'è rabbia senza pericolo non c'è dolore con la fiducia. Una donna ferita sanguina tinge di rosso le emozioni satura di rosso l'anima graffia di rosso la pelle. Il sangue è rosso l'ho visto uscire dalle mie vene e tutto mi scorre attraverso il tempo, la vita, la morte, è tutto quello che vuoi che esso sia.
Inspiro e Respiro Metto la morte tra le labbra Prendo una lunga boccata E’ solo come vivere Quando si sta morendo. Una boccata di vita Il fumo tra le labbra Scrivo per sfuggire al ato E scrivo per vivere il presente Mi stuzzica il labbro Mentre espello la morte Spunta un sorriso Scrivo per dimenticare il ato Scrivo per vivere nel presente Scrivo per evitare un futuro Che ancora non sento Soffoca la morte Mezza consumata Nel mio petto si stringe Scrivo per creare
Scrivo per soddisfare Sento la mia carne bruciare Il mio cuore palpitare E’ solo piacere se si riconosce il dolore Scrivo per non distruggere gli altri Scrivo per non distruggermi Soffio fuori il fumo Accarezzo la mia carne Scrivo per ricordare Cose che non voglio dimenticare La lingua sulle labbra Assaporo il gusto della morte Ogni bacio sulla pelle Non scrivo per vivere Non vivo per scrivere Il gusto acre Il gusto dolce Scrivo per liberare i demoni Scrivo per aprire la mente Mi ingoia la morte Ingoio la morte
Scrivo per la vita Fino a quando la vita mi avrà Aggiunge la morte il fuoco Lo pone sulle labbra Un’ultima boccata Ma è solo come vivere Quando si sta morendo
Fedele amico In piedi, sul bordo della ragione Appena ato il punto di non ritorno Converso con le tante voci In cerca di un luogo in cui correre Cascate cremisi Inondano l’arida terra Cerco di scalare il muro Ma affondo nella sabbia Persa nel luogo mio più familiare Vedo persone are Ma più urlo, più sprofondo Nessuno ascolta le mie grida Dannata a una vita di solitudine Con l’unico amico che sarà con me Il mio cane, fino alla morte.
Vita La vita va avanti Onda su onda Sfida su sfida
Cavalchiamo le creste Amiamo il calore del sole Respiriamo aria fresca
Cediamo al ritmo Assaporiamo ogni gusto Il tempo senza confini
Amiamo la danza Sempre a cavallo Sulle ali del vento
Viaggio nel cuore e con il cuore Che cosa è il cuore? Un muscolo? Forte e perfetto batte il suo ritmo, rassicurante anche se in trappola. E' un'idea? Un sogno in movimento? Un semplice contenitore di romantiche fantasie? E' un sentimento? La cura disinteressata della madre per il figlio, fratello per la sorella, il marito per la moglie, l'amico per l'amico? E' il nucleo dell'anima? Quello che so è che funziona anche nel dolore, è saggio, parla sempre a bassa voce, nonostante sanguini facilmente.
Nelle mani il cuore offerto all’altro. È terrificante non sapere cosa ne farà. Sorriderà? Lo accetterà? E se scuotesse la testa, girandoti le spalle? O peggio ancora… lo prendesse solo per abusarne, giocandoci? La paura dell’ignoto ci impedisce di essere felici. Il cuore è forte, come è necessario che sia. L’amore ha il suo destino: darsi. Se poi in cambio ne riceviamo alcun dolore… ne è valsa la pena. Un cuore preservato non conosce la gioia, un cuore nascosto non conosce la luce. Un cuore condiviso sa volare… senza limiti. Un cuore che ama, vive la sua libertà.
Il mio cuore è spesso un bastardo, è durante la notte che si fa sentire incessante. La notte è sempre troppo lunga per me, nonostante ami il buio e il silenzio, nonostante ci sia il cane a farmi compagnia. Spesso sto bene con me stessa. E' quando si affollano i pensieri, che tutto fa rumore, persino il mio stesso respiro; il battito del cuore diventa un tonfo, un rumore cupo che detesto. E nel silenzio della notte... tutto è tutto e niente è niente. Ogni cosa si amplifica, il troppo diventa eccessivo e il niente diventa il vuoto. Sempre colpa della mia Dannata
Mente e del mio dannatissimo cuore.
Che cosa cerco, perché volo verso tutto ciò che è facile e comodo? Perché mi sono innamorata dell’amore? Mi hanno insegnato le favole da bambina, erano morbide storie, donavano sicurezza in una mente ancora senza malizia, dove le donne non avevano nulla di carnale e gli uomini erano senza paura e puri di cuore. I bambini imparano presto, ho imparato presto, ma è duro scoprire che le fiabe non esistono nella realtà e per quanto amiamo scoprire verità, per quanto siamo puri e semplici e per quanto corriamo verso abbracci primordiali, sbatteremo anche contro la paura primordiale; in un mondo dove non esistono fate, maghi, principi e regine e le uniche magie a cui possiamo assistere sono le luci del giorno e della notte che cambiano. Poi si cresce. In un attimo. Ci gettiamo verso l’ignoto, terrificanti verità, quasi assente la dolcezza, la protezione è pari allo zero e i mostri sono li che ci aspettano dietro la porta e a ogni svolta. E nonostante tutto arriva l’amore: ci protegge, ci illumina, ci governa, ci massacra, ci fa soffrire, ci fa gioire, ci fa fremere e godere, ci fa vibrare, ci fa bagnare, ci fa lottare e ci fa vincere… e poi? Poi niente. Hai vissuto!
E si continua il proprio vivere altalenando tra momenti magici, dove il cuore comanda tutto: sofferenze e gioie. A volte è orribile essere innamorati, ti rende vulnerabile. Si apre il petto e si apre il cuore, questo significa che se qualcuno entra dentro di te può ridurti in briciole e cibarsi delle stesse. Allora tenti di costruire delle difese, una specie di armatura, in modo che nessuno possa farti del male. Inutile!
Quando dai spazio a persone stupide, non sono diverse da tutte le altre persone stupide e si aggira nella tua vita stupidamente, e tu stupida glielo lasci fare. Si da un pezzo di se stessi senza chiedere nulla in cambio. L'amore ti prende in ostaggio, ti entra dentro, a volte vorresti gridare, mentre il tutto si trasforma in una scheggia di vetro che trafigge il cuore. Fa male, non solo nella mente e al cuore, l'anima è ferita e si odia l'amore. Ma giocare secondo le regole non fa altro che costringerci a vivere creando confini che portano via tutto ciò che c’è di buono nella vita. Quindi: spazio all’amore e al cuore!
E te l'ho detto. L'amore è stupido. L'amore è folle. L'amore è tutto. L'amore è niente. L'amore rende stupidi. L'amore fa fare cose stupide. E io stupidamente vivo... tiè!
Citando Shakespeare Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana.
Oh no! Amore è un faro sempre fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai. Amore non muta in poche ore o settimane, ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio; se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato.
E quando dici “ti amo”? Io non so quando gli altri dicono queste due parole magiche, perfette, il loro suono come una melodia che incanta, cosa vogliano dire. Per me "Ti amo" significa accettarti per la persona che sei, non voglio cambiarti. Vuol dire che non mi aspetto la perfezione da te, come tu non te la aspetti da me. Vuol dire che io ti amo e starei con te anche nel peggiore dei momenti. Vuol dire amarti anche quando si è in uno stato d'animo disperato o quando sei a letto troppo stanco per fare le cosa che voglio fare io. Significa amarti anche quando sei giù, non solo quando ci si è diverte. "Ti amo" significa che io conosco i tuoi segreti più profondi e non ti giudico per quelli, chiedendo in cambio solo che tu non si giudichi i miei. Significa aver cura di te, combattere per ciò che abbiamo e che amiamo. Vuol dire pensare a te, sognarti, avere costantemente bisogno di te, sperando che tu ti senti allo stesso modo per me.
E in tutto questo mio scrivere sarebbe facile scrivere della ione, del modo in cui le tue labbra si appoggiano alle mie, o della tua virilità che prende possesso di ciò che è suo, ma il desiderio, il desiderio come faccio a descriverlo? Come faccio, poi, a scrivere dell’amore? Come faccio a spiegare di come la tua voce si insinua nella mia mente, una voce che mi tormenta anche la notte, e non è folle se qualche lacrima spunta timida, mi manchi. Rannicchio attorno a me tutti i cuscini che ho nel letto, arriva un po’ di calore, il cane ai miei piedi è già qualcosa, è pur sempre un'altra forma di vita, che non
chiede mai nulla e non mi abbandonerà mai. Al buio conto i minuti, le ore, ano lente quando gli occhi non si chiudono. E oggi, ogni parola la scrivo per Te, ogni immagine che vedo, la vedo per Noi, sorrido stupidamente quando mi dici che ti piace ciò che ho scritto, che ti ha fatto pensare a noi insieme, cerco questi piccoli segni e li tengo cari, ma come faccio ad esprimere la cosa più importante? La tengo con me, la coccolo e ne traggo beneficio... e poi, dai, si… ti amo e posso dirlo!
Amore Ho notato che stare insieme a te, mi fa sorridere un po’ di più la mia rabbia è sempre meno, il sole splende mi riscalda come mai prima, e la vita è molto più dolce. Essere insieme a te, mi fa stare in un posto diverso un luogo chiamato Amore.
Da “Istinto & ione” C'era una volta l'amore, bello come la marea del mattino, brillante come i riflessi del sole, ero protetta, immersa nel suo calore e luminosità. Poi apparvero le nuvole, il sole oscurato, tetro sopra l'amore che fu, strappato in due. I cuori spezzati e persi, rotti dalla perdita del sole, persi i calori degli abbracci. Condannata a camminare da sola, ho dato un pugno al cielo era troppo tardi. Il mio cuore aveva messo già catene. Rimase una flebile fiamma, solo una comparsa della luce che fu, tenue e cagionevole,
esposta a qualsiasi soffio, a qualsiasi tempesta la possa far morire del tutto.
Etereo
Entri nei miei sogni, con tutto il tuo essere, con le mani e con le labbra, con i sussurri e con le parole, con i silenzi e con il tuo buio. Attraversi il vuoto, diventi il mio amante demonio, mi possiedi. Mi nutro della tua eterea presenza, dei miei vapori infuocati. Mi tieni in bilico tra la beatitudine del sonno e lo smaniare del dormiveglia, e quando mi sveglio, solo per un momento, sarai accanto a me, avvolto tra le mie braccia, fino a quando il sonno svanisce
nelle polverose luci del primo mattino e con esso il mio amore fantasma.
Essenza
Sei la dolce malinconia che stilla gocce d’ Amore ad idratare il mio cuore Sei il dolce avvolgersi di pensieri silenziosi che scorrono dentro con l’impeto di un uragano Sei il silenzio, mai assenza a cullare la mia essenza…
Noi Siamo note di una stessa canzone quando la melodia abbraccia il nostro cuore siamo rose dello stesso roseto che profuma dell’essenza di noi ogni nostro o siamo l’eterno abbraccio che non conosce confini nè spazio… nè tempo… Siamo Noi..
Istanti Non è sempre fuoco. a volte è solo il calore. Ed è quella sensazione di sicurezza e di "casa" che trovo fra le tue braccia. Un posto a cui appartengo... si sta costruendo, delineando, come i pezzi di un puzzle che erano destinati a stare insieme. Devo solo respirare... Devo solo essere... Devo solo credere... Ad un sol cuore... Ad una sola mente... Ad una sola anima. Insieme... Istanti che uniti diventano...Vita.
Ai confini del mondo Ricordo i nostri baci, le nostre labbra, che tu mi hai dato colmi d'amore, con tutto quello che avevi, come io ti ho offerto ciò che era rimasto di me. Ricordo la nostra stanza, la flebile luce che si rifletteva sui nostri corpi, le nostre giornate, le nostre notti. i nostri corpi distesi. Le piccole correnti che ci trasmettevamo petto contro seno, gamba contro gamba, mani intrecciate, braccia avvolgenti, il tuo sorriso e il tuo calore, la tua risata, i tuoi bronci. Ricordo tutto di Te anche il giorno che ci siamo trovati qui…
ai confini del mondo.
Lui Vede dentro di me Ogni brutto pensiero Ogni sogno lordo
Quelli che possiedo Quelli dimenticati Quelli mai pensati
Nel buio della memoria Al di là di ciò che è semplice Al centro del mio essere
Le perversioni Le più dolci emozioni Le mie latenti voglie
La mia libertà Le mie catene Il mio orgoglio
Sopra ogni cosa La mia ione E il mio animo buio
Voglio Voglio chiudere gli occhi, vedere il sole da dentro, vivere del suo calore. Voglio buttare la testa all'indietro, fino a perdere ogni senso di equilibrio, liberando le mie catene inibitorie. Voglio guidarmi su di te, toccare la tua anima con la mia. Voglio nel buio, lasciar spazio al tuo amore, le menti all'unisono, la mia anima danzar con la tua. Voglio lasciarmi andare, liberare il mio amore, in un sussurro, una flebile voce, suonar parole mai dette. Voglio dirti: Ti amo, come i petali di un fiore amano il suo stelo.
Desiderio Chiudo gli occhi... sento le tue morbide carezze le tue labbra dolci la tua lingua in cerca della mia il tuo tocco morbido sulla pelle il tuo odore che mi inebria il tuo abbraccio caldo le tue gambe intrecciate alle mie sento il tuo desiderio che è anche il mio. Chiudo gli occhi e non serve altro.
Pulsa E anche se il cuore è blindato, continua a battere, a pulsare calore, ascolta ogni versetto, ogni rima, ogni suono, ogni sillaba, ogni silenzio
Fame Che cosa è il peccato se non un frutto proibito da suggere con le labbra da mordere con i denti da cui nutrirsi. Un banchetto prelibato per una fame insaziabile che divora la mente che ruba i pensieri e riempie l'anima.
Iride Chiuse gli occhi dipinse arcobaleni la sua risata il suo viso le mani gli occhi le labbra ognuno con un colore quando li riaprì tutti i colori erano in piedi davanti a lei.
Libertà è esprimere la propria sessualità. Siamo nati attrezzati per sperimentare una complessità di emozioni e sensazioni. Molti di noi, io per prima, ci sentiamo a disagio quando dobbiamo affrontare le nostre emozioni più potenti. Molte volte si fugge sia dalla gioia che dalla disperazione, negandosi i colori della vita, ritirandosi in un mondo grigio e monotono. Ci si porta all’insensibilità, fuggendo da ciò che realmente siamo: è più facile reprimere emozioni che avere a che fare con esse. Possiamo mascherarle con alcool, cibo, dolci, shopping inconsulto, tentando di intorpidire il nostro cuore e le nostre emozioni. E’ normale cercare distrazioni temporanee per far fronte alle emozioni intense, paralizzando noi stessi, impedendoci di affrontare problemi e situazioni che non ci piacciono, senza cercare soluzione e pace. Quando si è intorpiditi, non c’è dolore e impotenza, ma nemmeno gioia e guarigione. è una situazione di stallo che mantieni per non soffrire ed è reprimere la propria libertà di esprimersi. Addormentare e paralizzare queste situazioni diminuisce la qualità della vita, non c’è bisogno di provare emozioni intense, ma meno senti e meno ti senti vivo. I sentimenti aggiungono vitalità alle nostre esperienze, ci servono per collegare il mondo che gira attorno a noi. Mi è capitato di frenare le mie emozioni, di fermarmi a ragionare chiedendomi perché volevo attenuarle, non ho trovato la risposta. Allora ho preso coraggio e sono entrata in un ambiente diverso, l’ho raccontato anche su alcune di queste pagine, ho provato a capire, ho anche sperimentato e sono giunta alla conclusione che vivere la propria sessualità, al riparo della mura domestiche senza invadere gli spazi degli altri, è una delle più alte forme di libertà dell’era moderna. Non tutti riusciranno a comprendere le mie parole, adesso, spesso gente come
quella di cui andrò a parlare viene additata e giudicata come malata, perversa e depravata. Intendo parlare della sottomissione e del conseguente dipendere in tutto e per tutto dal proprio uomo, dominante o padrone o master che dir si voglia, o il contrario se si parla di mistress/slave. Non è un "disturbo" essere sottomessi, ma è semplicemente avere una mente cablata diversamente rispetto alla gente che si crede "normale". Forse è più facile capire il bisogno di un uomo di dominare una donna, nonostante abbiamo lottato per centinaia di anni per i diritti e le libertà femminili. Tutto diviene un paradosso, lo so, ma proprio come una donna ha il diritto di dire di no, lei ha anche il diritto di cedere le sue scelte ad un altro, volontariamente. E' la libertà di scegliere, che permette di servire, è un bisogno interiore del sentirsi bene. Ed è questo stesso diritto, la stessa sofferta libertà che permette di scegliere i legami dell’altro sesso tramite il suo dominio, che ci fa ritrovare la libertà di esprimere voglie magari un tempo represse, per paura di cadere nella perversione, giudicata come un atteggiamento deviato, ossia un comportamento distorto rispetto al senso comune del vivere. Invece è una scelta per soddisfare il bisogno di compiacersi, sempre. Non pensate sia semplice lasciarsi comandare. La cosa più difficile, oltretutto, per un sottomesso, è imparare che nella vita non sempre si trova la corrispondenza a ciò che si da. Sin dalla più tenera età, questo tipo di persone è consapevole della diversità della propria anima, sanguina onestà anche quando non lo vuole, dà senza pensare, ama senza limiti, indossa il suo cuore e le sue ioni, in modo crudo e reale. Il mondo non vede il valore in questo, la maggior parte degli uomini non vede il valore, e, quando iniziano a comprenderlo, li spaventa, li mette fuori dai giochi, non sanno come accettare o restituire l'intensità. Dal momento che spesso sono in possesso di qualche elemento di intelligenza e creatività, la natura del problema diventa ancora più acuto. Essere se stessi diventa così la cosa più spaventosa che si possa immaginare, hanno paura di essere feriti, e se è così allora meglio nascondere, alzare le pareti e tenere il cuore lontano dal pericolo dell'amore, per cui è difficilissimo trovare la persona adatta. Non tutti lo sanno fare, dominare intendo, e mettersi nelle mani di un incompetente potrebbe essere alquanto pericoloso. Nonostante ciò, la lotta per la forza di vivere autenticamente non finisce mai, quello che il sottomesso/a cerca è la cosa più bella che si possa immaginare, è la libertà di amare.
Non c'è dubbio, non c'è paura, è un luogo dove tutti possono vivere e respirare, dove si vive intensamente e liberamente. Qualcuno potrebbe pensare che una donna sottomessa sia debole e, spesso, anche attualmente, nel mondo del genere umano è il maschio il dominante, il maschio alfa, che è il più potente e travolgente, il più intimidatorio, che irradia sicurezza come l'aria che respiriamo. Una donna sottomessa non solo ha il coraggio di avvicinarsi a un uomo, ma ha anche la forza di abbassare la guardia, completamente, sapendo che la bestia che vive in ogni uomo, vive con ancora più forza in questo tipo di rapporti e si rifiuta di nascondersi, lui sarà il suo tormento, la sua paura, con emozioni selvatiche e ione incontrollata. Lei non sarà in grado di nascondersi, a sua volta, si aspetta da lui inflessibile onestà, libera di servirlo e amarlo, avvolta dal piacere e dalla beatitudine di un sentimento forte e corposo, liberi, entrambi, di esprimere le proprie perversioni, in sicurezza e consapevolezza. E’ una sorta di gioco di ruolo, un modo di vivere la schiavitù moderna e un ulteriore modo per riversare i propri istinti animali senza per questo arrecare del male al prossimo. La presentazione di tale uomo a una donna sottomessa, trova, effettivamente, la sua terra fertile, la donna ha il coraggio di affrontare tutto ciò che capita. Vuole viaggiare per i luoghi più oscuri, affrontare le sue paure più profonde e non solo farà questo, ma lo lascerà guidare… non è libertà questa? Lei ha il coraggio di fidarsi. Una donna debole non avrebbe mai potuto fare questo. La sottomissione è quindi un paradosso e un tipo di saggezza, un modo di abbandonare il potere e mettersi nelle mani di un altro essere, il vero potere lo si ottiene rinunciandovi, ma non per questo ci si deve far male. Non è violenza gratuita o sadismo allo stato puro, è un modo di sentire diverso la propria sessualità, con una punta di masochismo e sadismo, perverso appunto. Secondo alcuni psicologi c'è perversione quando un atteggiamento o un comportamento sono volti esclusivamente a fare del male a qualcuno: perverso è chi trovandosi in una situazione di superiorità approfitta del suo status per infliggere umiliazioni al più debole. Perverso è chi approfitta della debolezza dell'altro per farlo intenzionalmente soffrire. Ribaltando il concetto perverso è chi, in situazione di debolezza ed essendo oggetto di umiliazione o violenza, ne gode. Estendendo il concetto, perverso è chi accetta una situazione perversa senza
intervenire, potendo farlo (ribellandosi ad esempio) e senza che questo gli procuri un danno o di chi l'accetta su sé stesso non riconoscendone gli effetti negativi, ne trae invece piacere. I soggetti che si solito si apprestano a questi “giochi” sono adulti e consenzienti, vivono alcune situazioni più o meno realistiche in cui vengono espresse liberamente le loro perversioni. Tali situazioni sono più o meno accettate a seconda delle culture: le culture considerate più evolute e tolleranti accettano tali giochi nel privato in quanto solitamente non nocive al comportamento sociale, anche se esiste l’esibizionismo, che, per me, è ledere la libertà altrui. L'uomo in grado di sapere che esiste anche l'amore, oltre il dolore e la sofferenza, è quella persona a cui ci si può affidare senza paure, con la libertà delle catene e delle corde che imprigionano, che lasciano segni indelebili nell’animo, ma in qualsiasi momento liberi di decidere di scioglierle e di abbandonarle. Non esiste una strada semplice da completo abbandono, non è mai tutto bianco o tutto nero, è ricco di sfumature, più o meno piacevoli, è un viaggio, con brutti e impervi ostacoli ma anche tranquilli prati pacifici. E' bello, ma nessuno ha mai detto che sia facile. "Brava ragazza". La frase che spesso coniano per i "sottomessi" e sembra che sia l'ultima e la prima che bramino sentire. Ho visto con i miei stessi occhi, donne a capo di aziende floride e importanti, sottomettersi, nell’intimo, al proprio uomo e trarne beneficio. Ho visto anche il contrario, uomini ritenuti irreprensibili e potenti, lasciarsi “frustare” e “usare” da donne dominanti. E, naturalmente, ci si sforza di essere quei bravi ragazzi, slaves, ci si mette alla prova, si superano limiti oltre i quali non si sarebbe mai pensato di andare. E sembra assurdo, si sbaglia molte volte, e si viene puniti, come un bambino che non ha ancora imparato la lezione, gli istanti si ripetono intensi in attese interminabili, ci si libera dell’aver sbagliato sottoponendosi alla correzione. Questi rapporti vengono fatti rientrare nella sfera del BDSM, dove si danza ai margini delle tenebre, in un legame così profondo da trascendere il semplice piacere carnale. E' un o a due che richiede un grandissimo coinvolgimento da entrambe le parti e se non si è complementari, la fiamma diventa flebile e il o verso la luce si allontana, lasciando due gusci vuoti. L’acronimo BDSM racchiude un insieme di pratiche relazionali e preferenze sessuali basate sulla dominazione e sottomissione: Bondage/Disciplina, Dominazione/Sottomissione, Sadismo/Masochismo. Queste pratiche, che considerate fuori da un contesto di piena consensualità sono generalmente e di fatto spiacevoli e del tutto indesiderabili, molto di nicchia e spesso tenute nascoste alla massa, diventano,
all'interno del BDSM, fonte di soddisfazione reciproca nonché stimolo per la costruzione di un più profondo rapporto interpersonale. L’umiliazione, le punizioni, le costrizioni con corde e catene o accessori fetish, solo alcune delle pratiche dai più considerate perverse, ma tutto concentrato in un accordo preventivo fra le parti, in cui lo/a slave si dona liberamente al proprio dominante riconoscendolo tale: è l’accettazione consensuale dei ruoli e la libertà di esprimere quello che si sente di essere.
Ovvero ci si inginocchia, liberamente, di fronte al proprio dominante, ed è la più alta forma di umiliazione e riconoscimento del potere dell’altro, perché lo si vuole, perché se ne ha bisogno. Non perché viene ordinato o perché si è obbedienti. Ci si inginocchia per rispetto, per mostrare la resa, si osservano le regole perché fanno parte del desiderio di piacere a colui che le pone, non perché fa seguire ciecamente gli ordini. E’ racchiusa in queste frasi la libertà, si sceglie di liberare il proprio istinto animale (siamo tutti animali) senza, per questo, far del male agli altri. Inutile dire che in tali giochi esiste il pericolo, per cui si stabilisce inizialmente una “safe word”, con la quale il sottomesso, in qualsiasi momento, può esprimere di sentirsi in pericolo e il dominante, a sua volta, è obbligato a fermarsi. Si parla allora di “SSC” (Safe, Sane, Consensual), che tradotto significa Sano, Sicuro, Consensuale. Lo scopo di questo tipo di legami, è un’interazione bidirezionale positiva per entrambi, ossia la soddisfazione reciproca morale, psicologica e fisica. Il piacere tratto da questo tipo di rapporti, è legato allo scambio di potere che intercorre fra sottomesso e dominante, dove l'umiliazione del sottomesso esalta il dominante, gratificato dalla sensazione di potere; il sottomesso invece viene gratificato dall'assenza di potere, cioè dalla sensazione di impotenza e dall'assenza di scelta, sottolineate e dimostrate dagli stimoli che il dominante infligge o elargisce. E nella maggior parte dei casi ci sono sempre dei momenti di grande tenerezza in cui non c'è né dolore né tensione emotiva ma solo grande rilassamento per entrambi i partner.
Il dominante è forte, ma il sottomesso lo è ancor di più, conosce profondamente la sua mente e la sua natura, la tiene a freno per compiacere l’altro. In tutto c’è tanta disciplina, dove il sottomesso combatte contro i propri demoni e si trova nell’altro un angelo che compensa dolore e sofferenze, amandolo. La sensualità è di casa, la donna è dolce e arrendevole come una geisha se necessario, senza
cadere nell'ordinario, ogni giorno diverso. L’obbedienza è obbligo, avendo fatto liberamente le proprie scelte, il sottomesso può tremare ai piedi del proprio dominante, ma è il posto in sui si sente più al sicuro. La costanza con cui la donna dedica al suo uomo ogni parte del giorno e della notte, è alimentata dal vento delle emozioni e della ionalità. Si vive la vita come un’avventura, con il cuore aperto e libero, orgogliosi di appartenere uno all’altra e viceversa. Il “piacere” è tutto, si vive per “l’orgasmo” mentale, fisico ed emotivo e per la libertà di assaporarlo in qualsiasi maniera ci è più congeniale!
Imploro
Non ho paura di essere la tua puttana. La mia lingua non ha mai paura di implorare. di esplorare i tuoi confini, lingua su pelle, persa tra le tue ginocchia, colma della tua carne fino a quando i miei polmoni, implorano un sol respiro. E poi finire di respirare e implorare il tuo.
Della lussuria Sto affogando, immersa in una follia, che non conosce scampo. Sei il calore e la luce, sei ione da prendere al volo. Tocca la mia pelle e il mio cuore, fammi salire da te, e soddisfare la tua chiamata. Figlia della lussuria, mi inchino a te, sono nata per ballare e sanguinare per te
Perdersi Ricordo un bisbiglio Tra mugolii e gemiti Tra i suo baci Qualcosa che non ho dimenticato Che mi rifiuto di dimenticare Ma poi il mio corpo ha tremato Fusa tra le sue braccia La mia mente Improvvisamente Ha dimenticato le parole E ho dimenticato come respirare
Montagne russe Scivolo lungo la pelle morbida, apro e scopro un tesoro, un giardino segreto pieno di delizie. Gioco ed esploro, movimenti solitari, succhi scintillanti prima nascosti, ora si mostrano in bagliori inebrianti. La pressione costante dentro di me, fuochi d'artificio nella testa, vorrei seppellirti dentro, in profondità, con necessità. Salgo in alto in una corsa lenta, dolce, scorrevole, una ripida salita di delizie. E quando sono sulla vetta, sospesa al punto di non ritorno, sono li ferma, pregustando la sfrenata discesa. prendendo fiato, appena sufficiente per un urlo liberatorio finale. La corsa inarrestabile,
e quando sono sul fondo, mi tengo ancora forte, lancinante dolore, colma di adrenalinico piacere, vorrei non scendere mai.
Utilizzami Sono la tua tela vuota, un telaio di ossa robuste, pelle liscia e pallida imprimere, ...puoi dipingere i tuoi desideri oscuri. Sono il tuo pezzo di argilla, con cuore, mente e anima, affamata di forme, ...puoi creare ciò che desideri. Sono una pergamena sbiadita, un vuoto disteso da riempire, assetata delle tue parole insane …puoi scrivere le tue fantasie. Sono una lastra di marmo, una pietra fredda da riscaldare, linee fluide da seguire, ...puoi scalfire anche le ultime barriere. Voglio essere la tua musa, la tua ispirazione, il nucleo della tua lussuria,
...utilizzami!
Ti voglio Pensieri attraversano la mente In sentieri già esplorati.
Dove i vorrei erano desideri Adesso fioriscono i miei voglio.
Voglio che strappi le mie vesti Non servono ostacoli tra noi.
Voglio intrecciare il mio corpo al tuo Per averti dentro di me.
Voglio sussurrare il tuo nome Solo per averlo sulle labbra.
Voglio sentire il tuo respiro Rubarlo e farlo mio.
Voglio sentire le tue mani
Morbide e dure assieme.
Voglio che mi sbatti al muro E dove non mi hai preso.
Voglio rimanere senza parole E ascoltare suoni diversi.
Voglio guardare i tuoi occhi Per perdermi dentro.
Voglio vedere l'amore E un pizzico di disperazione.
Voglio... Ti Voglio!
Bloccata allo specchio Guardo l'immagine riflessa Guardo me Vedo l'altro lato di me La parte debole di me La parte che supplica La parte che implora Quella che chiede sicurezza Guardo te Giochi con il mio corpo Prendi quello che vuoi E' semplice lasciarti fare E non servono parole Leggo nel tuo sguardo Cerco la tua approvazione Mi guardo ancora Cerco la mia Dolore Piacere Esplodo
Mi perdo Mi ritrovo Bloccata allo specchio
Appartenenza Ho bisogno che tu mi porti in profondità più di quanto pensi di ottenere, vorrei tu fossi vicino più di quanto puoi essere, più duro, come mai prima, non amo la morbidezza, disdegno la lentezza, ho necessità della tua forza, di sentirmi scavare dentro, in profondità. Bramo i tuoi segni, che non lasciano dubbi, mostrano la mia appartenenza, ciò che è giusto che sia. Domani sentirò dolore, il dolore fisico di appartenere a te, di essere Tua, il dolore che si trasforma, piacere nella mia anima.
Ardori Apro i miei petali, di bellezza fragrante, di ione vibrante, di morbida seta, rosato il colore, per un invito al piacere, di erotico ardore...
Striscia
Lo sento, stai strisciando nel mio cervello, provochi scosse di beatitudine e dolore. Un freddo veleno liquido che si spande, si infiltra nei miei pensieri, infetta la mente. Sei un dolce e vile serpente, che vive tra le emozioni e il pensiero.
Yin e Yang Chi vuoi che sia oggi? La tua Signora o la tua puttana? Ohhhh, che imbarazzante alleanza.... Due poli in guerra, eppure vanno a braccetto. Yin e Yang di una realtà interiore, si mescolano e divengono uno. Da entrambi sento la forza, entrambi hanno la loro saggezza, entrambi vivono e servono, entrambi hanno il loro momento di esistere...
L’istante Se questo momento durasse per sempre varrebbe più della mia stessa vita. Adoro perdermi in quello che vivo. Non voglio essere trovata lasciatemi nel mio oblio. E' una dolce illusione un sogno continuo. Non cercatemi nella nebbia non soffiate via il miraggio. Potrei dissolvermi esalare il mio ultimo respiro. Non può essere solo un abbaglio è molto di più di un amore. Se questo momento durasse per sempre varrebbe più della mia stessa vita. Ma non esiste il "per sempre" e allora vivo l'istante.
Attese E nel gioco delle menti le emozioni prendono il sopravvento. Diventi la mia ossessione, invadi i miei spazi, rimuovi la noia. Respiro il mio esistere, note profumate di ardore. Un dolce sentire, questa attesa impaziente.
Sensi Sdraiata qui, a fissare il soffitto, galleggio nella ricchezza dei sensi. Riesco a sentire la tua voce, lenitiva e ionale. Posso sentire i tuoi occhi, dallo sguardo vorace e affamato. Assaggiare il tuo tocco, piccante come un peperoncino. Sento le mani, che scavano calde. Inalo il mio aroma, ricordo il tuo. E resto a guardare il soffitto, in questa notte senza senso. Nella ricchezza dei sensi nella pienezza dei ricordi. Gremita di pensieri e fantasie volo da te e faccio ritorno
Porcellana Voglio che sia tu a raccogliermi come una deliziosa rosa dai petali odorosi. Voglio che sia tu a tenermi insieme come una bambola di porcellana screpolata ma preziosa. Voglio che sia tu sfiorarmi con un'infinità di baci che sfiniscano i pensieri.
La mia dose Sei la mia dipendenza, la mia ossessione, la mia droga, ho bisogno di te. Invadi la mia mente, spontaneamente rubi e attraversi i miei pensieri, rimuovi la monotonia della giornata, sostituendola con carnali ioni. Sono insonne, sfrenata, pronta, in attesa. Ho bisogno, voglio e non posso avere. Desidero il tuo tocco, la tua bocca. Il ricordo del suono di te mi lascia eccitata, necessariamente bisognosa di godere, disperata. Ho il panico al pensiero di non essere con te, nuvole oscurano i miei pensieri. E poi, una luce brilla attraverso i miei occhi, un desiderio che inalo, forte, pervade le mie narici. Vera ione, desiderio totale, sento il mio calore, esploro, assaggio, mordo le mie mani. Sono nella bocca, il mio sapore, nutro la mia dipendenza. Gemiti escono dalla bocca, esprimo il mio desiderio, la mia voglia, il corpo coperto di sudore, le labbra appiccicose. Poi mi fermo ad ascoltare il mio ardore placarsi, la mia dipendenza temporaneamente sazia.
Sussurro il mio amore, il mio volerti a fianco, il desiderio di odorarti. E poi la linea si interrompe di nuovo, torno con le mani li, eroticamente ossessionata, felicemente drogata, leggermente pazza, pensando alla mia prossima dose. E potrei smettere, naturalmente, ma non lo faccio, il piacere della dipendenza è troppo forte, la richiesta dal mio cuore pulsante troppo insistente, il mio amore per la mia piccola troppo reale. E io lì da sola, in attesa che il sonno mi prenda e la mia prossima dose di te nei miei sogni arriva, sapendo che sarò sempre dipendente da te.
Parole di seta Una magia tra noi Di parole di seta Di pelle su pelle Legate insieme Da un filo comune In spazi già visti In luoghi toccati E io ora Verso parole Dal sapor del miele Affondo, mi invischio Con un sorriso Sul volto
Ninna nanna So di essere qui E dove non sono Dove sono tutto E la metà di un intero Sono nelle ombre Avvolta dalle tenebre Il buio preme Si infiltra nell’anima Si aggrappa alla pelle Come faresti tu Se fossi qui E penso a te Si accende una fiamma Per una ninna nanna Ha una ragione di esistere Come ogni stella Che brilla nel cielo.
Perdermi Ho sentito un alito di vento Fresco sulla pelle Ho pensato a te Ho sentito le tue dita Un morbido tocco Mi ha riscaldato Ho chiuso gli occhi E mi sono persa
Toccami
Non importa dove Non importa come. Ho bisogno di sapere che sono viva Che qualcuno mi tocchi ora. Stringimi la mano Dimmi ciao, Una mano sulla schiena Un bacio sulla guancia Toccami Fammi sentire che ci sono. Schiaffeggiami Tira i miei capelli, Scava le tue unghie sulla mia pelle Fammi sanguinare. Portami via da questa' insensibilità Anche il dolore diverrebbe sublime Ma toccami Non importa dove
Non importa come.
Nel silenzio impenetrabile Nessuno ascolta. Nessuno sente. Parlo nel silenzio vellutato della notte. La verità è nuda e non importa. Posso esprimere l'inesprimibile. Dare voce alla mia dimensione. In un regno tutto mio. Chiudo gli occhi. Sono fuori nel buio. Nel territorio del silenzio. Circonda tutte le cose. Vedo la sua pienezza. Piuttosto che il suo vuoto. Così all'improvviso appare. Lo vedo muoversi nel buio. Nutre la mia anima errante. Si accoppia con la mia fragilità. Carne su carne. Compagno del mio buio. Ombra e luce dei miei sogni.
Custode della mia dimensione. Femmina e schiava dei tuoi progetti.
Pennelli e colori
Voglio la pelle come una tela. Voglio sentire il morso del dolore La pelle pulsare e vibrare Voglio i segni della proprietà Sfumature dal roseo al rosso Come colpi di vernice Sulla mia pelle Nella mia anima Sul mio cuore Con vigore E poi amami Con delicato ardore
Toccami Mi tocca quando chiedo silenziosa. Quando ho paura di chiedere, lui mi tocca ... In luoghi segreti che nessuno ha mai raggiunto prima Nei luoghi silenziosi dove le parole vibrano e si infuocano Nei luoghi in cui sussurro perfettamente quel sottile velo di sensualità E con ogni traccia, ogni colpo, mi fa sentire completa Rimuove il telo di raso che mi copre E mi rivelo liberamente Tutto ciò che posso fargli vedere, non è più un'illusione Espongo il mio dolore, lo scopro anche a me La mia schiena si inarca ad ogni tocco Graduale e completo, tutto si risveglia Il mio corpo si protende verso il suo La mia anima lo segue Lui mi tocca e io sono libera Per sentirmi Per respirami Per vivermi
Mi scorre dentro Un desiderio avvolgente Mi scorre dentro Ti sento in ogni piega dell'anima Avverto una carezza che non c’è
Vorrei immergermi in te Assaporare ogni pezzetto Inebriarmi del tuo profumo. Bearmi del tuo potere
Il desiderio di te si fa largo In gocce di piacere In spasmi di ardore. In tumulti del cuore
Vorrei sentire il tuo corpo sul mio Sentirti tra le mie cosce calde Sentirmi tua nella carne Nella mente e nell'anima.
E’ un desiderio che brucia Mentre il corpo trema Un profondo bisogno Di averti accanto
Affamata della tua pelle Del tuo gusto Delle tue mani che scavano Che affondano e forti mi attirano a te
Possiedimi fino alle lacrime Ma tieni a bada la tempesta Coprimi e stringimi Fino a divenire una parte di te Ascolta la mia anima Vibra note che solo tu sai capire E poi guardami Il respiro che cerca il tuo
Filtra nella mia pelle
Bagna le mie cosce di seta Prendimi e sbattimi Lasciami gridare il tuo nome.
E poi amami. Se puoi.
Tu Sei la mia fine Il mio inizio Le miei intenzioni più belle La mia grande soddisfazione Rapisci i miei pensieri Insinui in me le tue voglie Sei la prova delle mie allucinazioni Corrompi il mio essere piacevolmente Sei il mio porto sicuro La mia fissazione più esaltante La mia luce Il mio carceriere La mia correzione La mia guida Sei tutto ciò che bramo E tutto il resto sta in mezzo.
Ti sento parlare Sai che ti sento parlare con me, anche quando non ci sei? Ho sentito le tue parole prima, e sai che cosa ho fatto? Ho pensato a quelle cose che dici, a quello che mi dici. E sai una cosa? Le tue parole mi liberano e si chiudono dentro di me. Intrappolate nel mio essere mi fanno vivere. E ora quelle parole, giocano nella mia testa. E’ il futuro che nel presente ricomincia, con altre parole Mi fai toccare il cielo. Si riempie la mia mente con le tue parole lussuriose. E da quelle parole, ho imparato ad avere fiducia. E dalla fiducia, ho imparato a respirare. E a ogni nuovo respiro, divento più forte, ho meno paura di partire per il mio lungo viaggio verso il tuo calore e colore. Mentre guardo in questa anima mia, la voce si riflette e scopre di chi sono. I miei occhi vedono chiaro, di chi sono e quello che sono. Hai toccato il mio cuore E io ti inalo e trabocco di te. Le parole che sento, mi danno equilibrio, una meravigliosa armonia. Quando la mia giornata si conclude e la notte ha inizio, tu mi tieni fra le tue
braccia, di nuovo, stretta a te. Sono felice di questo, il buio è arrivato e io ti troverò, nei miei sogni, stanotte
Resa Mi arrendo, non volevo ammetterlo a me stessa, ma ho sentito un boato dentro. L'ho riconosciuto ed era reale, di fronte a me, avrei potuto allungare una mano e sfiorarlo. Dire che non ho sentito nulla, sarebbe come dar credito alle persone che non credono nell'istante. Ho accettato la bellezza del momento, convinto me stessa che non era solo un'onda eggera, non l'ho ignorata, la perdita sarebbe stata troppo grande. Lentamente mi sono trovata faccia a faccia con la verità, l'ho ammesso a me stessa, ma non volevo dirlo agli altri, parlare ad alta voce a volte potrebbe ferire. Mi sono aperta a te, anche se rischio di farmi male, ti ho dato anche questo potere, ho aperto a te la mia vulnerabilità.
Ho ammesso al mio cuore che potevo farti entrare, ma ho lasciato un angolo al buio, non posso ancora darti tutto, annegherei in un mare di emozioni... Poi una voce, nella mia testa, mentre mi hai detto, hai sorriso, un soldo per i tuoi pensieri... nessuna parola è uscita dalla mia bocca, solo un gesto. Ti ho consegnato una corda ed i miei polsi per legarmi a Te.
Baciami Baciami come non mai, Baciami con forza, che non possa che sottomettermi, Mordi le mie labbra, forza la tua lingua nella mia bocca. Donami la tua ione. Prenditi il mio desiderio, ma baciami e non smettere mai.
Un filo tra noi Mi piace sentire il tuo respiro, i tuoi baci come piume. Adoro scrivere poesie con il mio corpo sul tuo. Amo immergermi sulla tua pelle, un diario di emozioni, Gradisco sentire un filo teso, tra il tuo cuore e il mio. Ogni tanto mi allontano, ad ogni strappo capisco chi comanda.
Il buio
Pelle che filtra ione, ansiosa nel silenzio, rotolo sui fianchi, gli occhi bruciano, alloggiano nelle tenebre, tentano di rompere il buio, le membra intorpidite dall'attesa. Momenti che sembrano durare per sempre. Fiamme e fuoco nell'aria domande senza risposta si affollano nella mente, fenomeno irrinunciabile di eccitazione, nessuna vergogna ai sogni della mente. Il mio respiro dimenticato, fino a cadere in un rantolo. Provo ad alzarmi, camminando sulle punte delle dita, come una ballerina insicura ai primi i di una nuova melodia. Cado, mi rialzo,
ceco di afferrare ciò che mi sta davanti, il nulla, poi un soffio sulle labbra. Le tue parole, flusso potente che batte la mia carne, amo la lingua parlata in un soffio, non serve gridare, non a te. Tutto quello che è, tutto ciò che sarà, in eterna attesa, il tuo tocco finalmente arriva. Respiri nel mio orecchio, stringi le mie braccia, mi tieni vicina. Come faccio a non sentire questo tocco, sulla pelle disperata e dolorante? Spingo via il dolore. Silenziosamente lavo le mie ombre, nella beatitudine del piacere. Rincorro questi momenti, forti come il tuono, potenti come un maremoto.
Poi mi lasci ancora, sei intorno a me, con me come puoi essere così presente, in questo buio più nero del buio, come puoi essere così tanto, così immenso. Ancora domande, ancora risposte, di nuovo al sicuro con lui.
Persa
Inizia, un palpito lento, noioso e distante, diventa veloce, rumoroso, scalpitante come zoccoli di un cavallo in corsa, in silenzi rombanti, ansimo sulla tua pelle, una smorfia, un sorriso, persa, profondamente, ancora una volta...
I sogni sono ali di farfalla “E’ la vita stessa che ci porta a sognare, uno stimolo per alzarsi la mattina e dire: oggi sarà una giornata magnifica, sono io e il mio sogno. E fai di tutto per inseguirlo, per trarne beneficio, per sviluppare positività, perché i sogni ad occhi aperti sono sempre bellissimi. E Io volo alta nel mio sogno.” A.W.
Purtroppo i sogni, quelli a occhi aperti, spesso sono irraggiungibili e di solito sono quelli legati alla materialità delle cose. Chi non ha mai sognato di avere una casa da sogno, o un auto d’elite, o vacanze da mille e una notte? E’ la società che ci sbatte contro la moda del momento, contro il benessere e tutto quello che ne consegue, tutti i giorni. E’ pur vero che si diventa vecchi senza sogni e spesso ci si ritrova colmi di rimpianti, senza alcuna ragione di vivere. Allora perché non trasformare la nostra vita in funzione di quello specifico sogno, di quello che ci fa dire: oggi la mia anima è piena perché il mio sogno presto diverrà realtà. I sogni sono piccoli miracoli che ci fanno stare meglio, che ci stimolano a “crescere”, che mandano avanti il tran tran quotidiano, sono quei desideri che una volta realizzati, con le proprie forze, puoi dire di esserne padrone e sventolarli al mondo intero.
E i sogni più profondi? Una famiglia felice, un amore intenso, un figlio, un lavoro gratificante. Chi mai non ha sognato di avere tutto questo? Credo nessuno. Per assurdo, si sogna anche la donna strafiga al proprio fianco, o l’uomo, a seconda di chi sogna; alcuni sognano anche il proibito e il perverso. E i sogni sulle lotterie? Chi mai non ha sognato di vincere una somma stratosferica?
Un uomo che dice “io non ho sogni” è un uomo senza fantasia e senza anima.
I sogni a occhi aperti sono così totalizzanti che ti dimentichi delle cose che stai facendo. Le fai in automatico, come camminare stando attenti al traffico ma non
noti le persone o le vetrine, rimangono uno sfondo su cui dipingere il nostro sogno, ambientandolo nella realtà. Inconsciamente cogli certi aspetti che trasferisci nel sogno, mentre immagini l'uomo o la donna che desideri, la vedi volteggiare, lieve sui tacchi a spillo se quelli ti sono appena ati vicini, oppure su quelle ballerine, così giovanile e desiderabile, e la persona che sembrava ostile si rivela accondiscendente, sorridente, la linea Maginot sta crollando. Ma è solo un maledetto, magnifico, fottuto, incredibile sogno. La realtà è diversa e vuoi fuggire, il sogno ha un sapore così dolce nel cuore e nella mente che torni a vagheggiare.
Io sogno, vivo costantemente immersa nei sogni ad occhi aperti, mi aiuta e mi sento di dare alcuni consigli ai giovani, che in questo momento di crisi tendono a essere insoddisfatti, con difficoltà riescono ad entrare nel mondo del lavoro, spesso i loro sogni sembrano chimere. Sognare fa bene, raggiungere e coronare il proprio sogno non può che essere positivo: “Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni” Eleanor Roosvelt
Inseguite il vostro sogno con tenacia, ragazzi, scoprite il talento per cui siete portati e fatene il vostro sogno personale e se il talento corrisponde esattamente alle vostre ioni, tanto meglio. Dovete essere onesti e spietati anche con voi stessi, dedicando tutto il tempo necessario per attuare il progetto/sogno che volete realizzare, anche se non risolve i problemi attuali di lavoro o di vita sociale.
Trasformare i sogni in una scala di obbiettivi per raggiungerli, rende tutto più semplice. Bisogna tener duro, abituarsi alla fatica, con lo spirito di sopportazione altissimo, elevarci in alto e supplire ai momenti negativi con un sorriso, sicuramente affronterete meglio gli intoppi della vita e con energia ritrovata potrete tornare a sognare. Ci vuole pazienza, occorre seminare per raccogliere e ogni giorno vedrete il vostro sogno avvicinarsi: la costanza produce risultati. E ancora non basta, ovviamente. Sbatterete contro la realtà. La perseveranza nelle cose e nelle idee in cui si crede non deve mai essere abbandonata, semmai limata e corretta a seconda di come si sviluppano i progetti.
Il tempismo è una opportunità da cogliere al volo, dovete guardarvi in giro per afferrare il momento giusto e quando l’occasione arriva bisogna approfittarne, anche accettando compromessi, dovete farvi trovare pronti. Bisogna essere elastici, cogliere le sfumature, accettare i cambiamenti e nel caso modificare l’atteggiamento e i comportamenti. Nulla è impossibile da raggiungere; Walt Disney disse: se puoi sognarlo, puoi farlo. Prendete esempio dalle sue parole.
Confrontatevi con gli altri, essere aperti può portare solo vantaggi. Fuggite dal pessimismo, sorridete sempre anche al nemico. E’ una questione di atteggiamento: ansia, delusione, irritazione non possono portare lontano. Difendete i vostri ideali, affrontate la vita con ironia, ma non abbassatevi al cinismo. Non perdete mai la vostra luce negli occhi, il vostro sogno, vi trovereste immersi nei rimpianti. Non sognate cose impossibili, siate umili anche nei sogni, ma… ragazzi sognate, potete farlo, anzi dovete farlo. Un sogno non costa nulla e nessuno può rubarvelo. “Preferisco essere un sognatore fra i più umili con visioni da realizzare, piuttosto che un principe di un popolo senza sogni e né desideri.” Kahlil Gibran.
I sogni che facciamo quando dormiamo, quando il sonno è in fase REM, sono tutt’altra cosa e molto più complessi.
Secondo la teoria psicoanalitica classica (Freud) il sogno sarebbe la realizzazione allucinatoria durante il sonno di un desiderio inappagato durante la vita diurna. (cit)
La maggior parte degli studiosi è d'accordo sull'idea che i sogni sono un punto particolarmente importante al fine di mantenere l'equilibrio della persona, inutile e dannoso tentare di sopprimerli.
Dopo Sigmund Freud molti altri si sono cimentati nell’analisi dei sogni, contributi interessanti sono stati portati da Ronald Fairbaim, secondo il quale il sogno sarebbe un fenomeno schizoide, da interpretare secondo l’aspetto simbiotico della personalità di ogni singolo individuo. Altri invece propongono teorie basate sulla concezione che il sogno sia autoinganno, in modo da preservare e rafforzare un modello di vita.
In questa ultima concezione, il sogno, diviene uno dei mondi possibili, in cui le aspirazioni e le voglie segrete oppure le anticipazioni delle realtà prendono corpo. Nei sogni, alcune volte, le persone antipatiche, si addolciscono oppure si incarogniscono a seconda dello sviluppo del sogno, la trama si svolge in modo apparentemente casuale ma è guidata dalla psiche e disegna traiettorie esistenziali diverse. A seconda dell'umore si orienta la storia e la si guida inconsciamente (anche se la realtà smentisce il tutto… spesso) e allora l’individuo che ti rifiuta e ti sta trattando male, magari si materializza in un incontro fortuito e chiarificatore e il mattino dopo perdi tempo a immaginarti la scena, i suoi vestiti, come reagirà (non reagisce mai come ti saresti atteso e lo sai, ma fingere talvolta è necessario!) e finisce a tarallucci e vino (nella migliore delle ipotesi)… poi realizzi che sei in mezzo a una strada, o in una stanza e che la realtà è tutt’altra cosa. Altre volte sono solo l'anticipazione o il ricordo di ciò che si vive; spesso i sogni sono influenzati dagli eventi che segnano la nostra vita. Si rivivono situazione angosciose, che alcune volte sfociano in incubi, dove le nostre paure sono messe alla prova. Ti trovi immerso in un mondo orribile, annaspando tra il sonno e la veglia, cercando di aprire gli occhi e tornare a vivere nella realtà. Ho scritto una poesia, Spirito della notte, nella quale esprimo proprio questa sensazione di affondare nel buio, dove un fantasma tutte le notti mi chiama a se, gioca con i miei mostri e le mie paure, divenendo un gioco effimero e per certi versi perverso: nei miei sogni è così convincente e reale che riesce a muoversi e usare le sue arti oscure, abile e furbo, lenisce le mie pene e si culla dei miei lamenti, mi trascina nel buio, mi mostra l’oblio dell’impalpabile… Durante il sogno il cuore batte all’impazzata e le onde celebrali sono simili a
quelle di una persona sveglia; tuttavia, nel sogno il cervello non è in grado di analizzare in maniera lucida le impressioni, accettando senza stupore tutto ciò che è bizzarro, assurdo ed improbabile. I ricordi di un sogno sono spesso confusi e aggrovigliati; la persona che sogna non è altro che uno spettatore ivo del proprio mondo interiore. Tramite un'accurata analisi e di interpretazione del sogno è possibile portare alla luce il significato psichico oscuro che si cela al suo interno. In particolare, Freud sosteneva che il sogno è un puro prodotto della psiche, cioè uno dei tanti modi che essa ha di manifestarsi ed esprimersi. Nella psicoanalisi i sogni e le nevrosi trovano la loro spiegazione nelle situazioni respinte e rimosse dall'inconscio, ma non definitivamente cancellate. Il punto di vista di Freud venne respinto da Carl Jung, psichiatra svizzero, che invece sosteneva che i sogni rappresentavano uno sforzo dell'inconscio verso le perfezione. Tuttavia, anche se con delle divergenze, sia Freud che Jung consideravano i sogni come un linguaggio simbolico, che poteva aiutare nella spiegazione dei gesti e delle azioni umane. Secondo Jung, inoltre, il sogno poteva avere una funzione di compensazione, un punto di vista che il sognatore non aveva preso in considerazione nella vita reale, permettendo allo stesso di arricchire e integrare la posizione cosciente dello stesso riguardo a una persona o a un fatto. Molto rari i sogni premonitori, capaci di gettare luce in eventi futuri. Infine i grandi sogni, capaci di donarci una rilettura del senso della nostra esistenza o di una buona parte, permettendoci di orientarci nel cammino della vita, facilitandoci nel processo evolutivo. Gli antichi greci consideravano i sogni come emissari divini e loro stessi figli di Gea la terra, figli della notte e fratelli del sonno (Euripide). Sognare, nell’antica Grecia, veniva considerato importante soprattutto per la sua funzione profetica e risanatrice. Le “grotte dei sogni” erano luoghi in cui vivere un’esperienza estrema, nel buio e nella solitudine gli ammalati rimanevano a lungo a sognare e quando venivano riportati nella luce, seduti su una sedia, che chiamavano “del ricordo”, potevano raccontare ai sacerdoti i loro sogni allo scopo di aiutarli a rinascere. Un metodo che appariva come una rudimentale psicoterapia, terminava con insegnamenti che avevano lo scopo di aiutare l’individuo ad apprezzare la realtà, percependola con occhi diversi. Veniva messo in rilievo l’aspetto della trasformazione, la possibilità di rinnovamento e strumento
terapeutico. Gli Egizi furono i precursori della interpretazione psicoanalitica del sogno e nella antica Babilonia il sogno era considerato espressione peculiare della natura diabolica dell’uomo. Nell’antico Israele il sogno era considerato l’espressione della volontà di Dio. L’oniromanzia fu la sola arte divinatoria non ripudiata dall’Islam. Per gli indiani il sonno e i sogni che ne scaturivano erano elevati a una dignità tale che dovevano situarsi come parte integrante della teoria generale dell’anima. In Cina e in tutto l’Oriente, si nota una abbondante letteratura suoi sogni e sul loro significato. Interpretare i sogni è molto difficile, attualmente si tenta di accostare gli studi antichi a quelli moderni e sulla scia di questo, alcuni studiosi hanno scritto delle guide alle quali attingere per capire che cosa ci voglia comunicare il nostro sogno. Difficilmente se ne trova beneficio, per cui il sogno, se ce lo ricordiamo, rimane quello che è: un sogno! E infine, come posso non ricordare loro: gli accaniti delle lotterie e di tutti i giochi abbinati ai numeri, quelli che non aspettano altro che un parente morto (ah ah ah) arrivi in sogno e gli spari una cinquina da giocare con annessa ruota! Eh si, perché vogliamo bene ai nostri cari e viviamo nel loro ricordo, li preghiamo, portiamo i fiori al cimitero, li ricordiamo nelle messe e nelle feste comandate. Speriamo che loro, dall’aldilà, si ricordino di noi e ricambino il nostro bene! “I sogni sono ali di farfalla, fragili, colorati, leggeri, cristallini si librano nell’aria e nella mente, saltano di fiore in fiore, si nutrono della nostra anima e ci colmano di calore.” Allie Walker “Preferisco essere un sognatore fra i più umili con visioni da realizzare, piuttosto che un principe di un popolo senza sogni e né desideri.” Kahlil Gibran.
Sogno Io viaggio, mente e materia. Mi aggiro, carne e sangue. Rifletto, con il cuore in fiamme. Sono un'anima senza speranza. Ti dipingo nella mia mente, ti respiro con la mia anima, ti accarezzo con il cuore. Sono una sognatrice, volo sulle ali dei sogni, ne traggo beneficio.
Un viaggio Stasera metterò un post-it sotto il cuscino a cui ho confessato un segreto. Un segreto che duri nel tempo, che vuole durare nel tempo. Questa sera non avrà limiti e il segreto giungerà a te sulle ali del tempo, sulla brezza che ti sfiora, a bordo di un treno d'altri tempi. Ti porterò nel centro del tempo, con un solo tocco invisibile, attraverso lo spazio, al primo sguardo, sul nascere della prima goccia che brillerà sulla tua pelle, dal primo momento. Urlerà il mio grembo, aggrappato al tuo. Ti porterò dove il tempo è solo pelle, e mani, e braccia, e gambe, un intreccio di corpi e due follie, imprigionati in questo istante senza limiti e senza tempo. Diventeremo i tirapiedi del tempo, dannatamente immortali, in questo spazio senza tempo.
Respirare Ho spento la luce Mi sono svegliata in un sogno Ho lasciato tutto Speranze Desideri. Nostalgia Per volare lontano Ho respirato Senza svegliare il silenzio.
Keilani Sogno con il vento sul viso, sto volando in alto, libera nei miei sogni, libera di urlare al mondo che amo, libera di ridere a tutti i sapori della vita. In questi momenti di libertà, sono solo io e il mio sogno!
Parole nel cassetto
E poi ci sono quelle parole che non leggerai mai, sono tante, custodite in un cassetto. La chiave ben nascosta, un tesoro da custodire, prezioso e fragile. Parole come foglie d’autunno, leggere e in balia del vento. Parole come il sole d’estate, calde e brillanti. Parole come fiori di mandorlo in primavera, delicate, dalle tinte pastello. Parole come il gelido inverno, fredde e dure. Parole che ho dipinto e le tengo per me.
Ti amo, come solo un poeta saprebbe descrivere, e il mio stesso amore nessuno potrà mai comprendere. Eppure mi siedo qui a cercare di scrivere la prossima riga, sapendo che nessuna parola potrebbe mai narrare quello che provo, sapendo che sono solo un altro poeta perduto, in amore, sola e sempre non compresa, nemmeno ricambiata.
E ti amo ancora, sapendo che i tuoi occhi non leggeranno mai le parole che sto scrivendo. E’ fragile questo amore, scritto sulle cicatrici della mia stessa pelle, raccontano una storia, la mia.
Penso a te, si proprio a te. Al tuo modo di incedere, alla tua risata, alla tua brillante fiamma ardente, al luccichio dei tuoi occhi… e mi mordo le labbra di ciliegia, non posso nascondere la mia voglia. Non sento il tuo tocco, sono sola e non sei accanto a me, nudo, come vorrei che fossi. Sento il mio, di tocco, le mie sole mani che giacciono lì, solitaria e fremente ascolto la mia nenia.
Intrecciata nella notte, guardo la flebile luce che arriva da fuori, una luce che cade sulla pelle, su sentieri nascosti di un dono notturno: un sogno, dove il tuo spirito mi aspetta, per condividere un amor supremo, quello che solo nei sogni si incontra, al di la della portata dei mortali regni.
Riporto con me, dal sogno, un dolore perpetuo che si intensifica ad ogni parola che scrivo per te. Si gonfia come un’onda di oceano, lentamente si slancia, sotto il silenzio del mio pianto d’inchiostro, si consuma nella realtà di ogni parola che non ho mai detto. Ho nuotato per oceani, nel sonno, fluttuato fra le stelle ti ho raggiunto e trovato il silenzio e, poi, un sorriso si è rivolto alla tristezza. Strato dopo strato si è dissolta, l’ho guardata cadere in un mare piatto, raccolta come nel ventre di una mamma ho ritrovato il mio esistere. Ho raggiunto ricordi, ho scavato nella sabbia, ho pianto lacrime di sangue, ma ho drenato i pensieri per un futuro migliore e nella volontà di continuare ad esistere ho raggiunto una luce. La luce del mattino, brillante e assolata, calda e viva.
Dietro ogni ombra c’è la luce e l’esperienza insegna: il sole sorge ogni giorno e la vita continua, anche se nulla veramente cambia. Luoghi comuni, ben impressi nella mente di chiunque.
Vivo confrontando e accarezzando le mie cicatrici, alle frenetica ricerca dell’altro, di te, non dimenticherò il ato né te lo farò vedere ancora, e questo amore vivrà con me, nulla e nessuno potrà infrangerlo, solo io potrò leggerlo, nascosto qui, tra i cassetti della memoria.
Sono parole nel cassetto, che nessuno leggerà, nessuno le ascolterà, nessuno mi sentirà sfogliare le pagine imbrattate d’inchiostro. Oppure no!
I giorni si susseguono, inesorabili, come il giorno segue la notte e la notte segue il giorno, in un moto perpetuo in cui tutto scorre. Parlo nel silenzio di velluto della notte, lacerante la sua pace, nessun suono del mio cuore inascoltato. Questa la nuda verità e non importa, non importa se nessuno sente, se nessun altro essere possa testimoniare le mie parole. L’unica cosa che mi importa sono i miei pensieri, il mio scrivere di te, dell’amore ritrovato, del mio parlarti anche se tu non senti e non leggi.
E mi rendo conto che per amare non sono necessari colori e pennelli per dipingere, tutto quello che serve sono mani e labbra e sussurri e sospiri e parole… parole che mai udirai.
Mi fai paura, anche. Sono una flebile scintilla nel buio, nata dalla luce dell’amore e del fuoco portato sulle ali di un gabbiano, annaffiata dalle onde del mare e guidata dalla brillantezza del sole. Mi fai paura, perché stai raggiungendo la turbolenza del mio cuore, che vibra forte e infiamma il mio viso. Non sono abituata all’amore, è una terra straniera, cammino con o incerto, inciampo e cado spesso.
Perché le tue braccia si protendono ad abbracciarmi e sento come se mi strangolassi? Perché sto cercando di amare ciò che sfugge ai miei baci? Lasciami esistere nel mio silenzio, nella solitudine della mia notte, con le stelle impresse nel cielo scuro, nelle mani del tempo, che segue ogni tonfo del cuore. Per favore, ti prego, lasciami nella mia ignoranza, nel mio dolore. Preferisco sentire il dolore, piuttosto che il nulla. Perché è questo che avrò, come sempre, ogni volta. L’amore non mi ama, l’amore non mi vuole, l’amore mi sfugge e io ti amo ancora.
I legami del ato possono causare un sacco di confusione nel presente, così grande che è sempre sul filo di Ora, dell’istante che si vive. Il ato, mi ricorda ogni volta che sto imparando dalle mie esperienze, anche se la mente spesso rasenta la follia. Quando si spegne la fiamma di una candela, che è simile alla luce dell’amore, emette un gemito silenzioso, un sottile filo di fumo che svanisce come il respiro di un fantasma, che istantaneamente appare. Tutti i grandi fuochi si lasciano dietro fluttuanti nuvole color cenere, che rimangono a lungo anche dopo che l’incendio è stato domato. Allo stesso modo, ci sono persone, nella nostra vita, le cui assenze lasciano alle spalle nubi oscure, che incombono sul resto dei nostri giorni. E non è la tristezza che restituisce quei giorni, ma la grandezza della loro memoria, che esige essere ricordata.
Ma io, oggi, voglio vivere in diretta, in balia del vento, alla luce del sole, nel profumo delle magnolie del mio giardino, con le parole che ho per te e che non leggerai mai.
Non mi aspetto niente. Non ho intenzione di fare altro, lascio che la vita mi scorra attraverso, non voglio nemmeno chiedere cosa mi porterà il domani, perché quando verrà domani sarà la stessa identica cosa: il mio amore lo porterò con me. E se oggi scrivo, scrivo per sentire, per sentirmi viva.
Adesso, però, allunga la tua mano e riempi i miei spazi tra le dita, dove mi piacerebbe averti e nel cuore dove già sei.
Sussurrami un sorriso Amo tutti i sorrisi, da quello appena accennato a quello a trentadue denti, da quello gioioso e brillante a quello che lampeggia timido. Ma il sorriso che amo di più è quello che si sceglie di dare quello che boccheggia vicino alle labbra quello che respira il mio stesso respiro quello che sussurra: ancora.
Scoprirsi Ricordo le parole che abbiamo detto. Le parole che eravamo la loro mutazione scritte su vetro appannato sbiadite dal tempo. Ricordo come ci siamo scoperti l'uno nell'altra nel disgelo invernale nel calore del respiro ancora e ancora.
Amare La prima volta che ho visto il tuo volto ho pensato che il sole sorgesse nei tuoi occhi ho visto anche la luna e le stelle ho visto il buio e il cielo azzurro.
La prima volta che ho baciato la tua bocca ho sentito battere il tuo cuore vicino al mio un cuore tremante come un tenero erotto che era li per farmi sentire il suo amore.
La prima volta che ho fatto l'amore con te ho sentito di nuovo il tuo cuore sapevo che la nostra gioia avrebbe riempito la terra durerà fino alla fine del tempo il mio amore.
Morire e rinascere
Il sapore di te mi inebria, un desiderio fantastico fondermi con la tua pelle, mi emoziona al punto di desiderare quasi un abbraccio mortale Il profumo che ti avvolge ubriaca i miei sensi ed ottenebra la mia mente, sono preda del tuo potere. Desidero morire nel fascino delle tue forme, per poter rinascere al contatto delle tue carezze Bramo perdermi nell'ammirare le tue labbra socchiuse è il preludio del desiderio di accarezzarle con le mie. La magia del tuo sguardo avvolge la mia anima nel desiderio di te, la tua presenza, fascino che mi travolge. E' la leggerezza del sogno più dolce quella che solleva il desiderio dell'istante in cui lo si vive. Amplifichi i miei sogni, ne cogli l'essenza
e li trasporti nella realtà, nessuno può rubarmi i sogni.
Vola libero Stasera mi amerò, ti amerò Ti porterò nella mente E lì ti terrò Immaginerò il tuo sorriso Lentamente Traccerò il contorno Delle labbra Ricorderò ogni tua parola La tua pelle Ogni respiro Mi darò senza riserve Al calore del tuo abbraccio Farò finta che tu stia facendo La stessa cosa che faccio io Che ci sia un posto Per me nel tuo mondo Come tu sei nel mio
Immaginerò l’impossibile Quello che non sarà mai Stasera crederò Che sia tu ad avermi amato Come io ho amato te E domani Ti lascerò andare…
Attimi e istanti che colorano le giornate
Quegli spazi di tempo dove mi dedico a me stessa, forse fuggendo una realtà che non mi piace. Quegli attimi che sono piccoli gioielli tra tante pietre grezze. Quegli istanti che vorrei durassero per sempre. Sono parole che scrivo di getto, ma forse le più intense.
Pulsioni
E’ stato un capriccio, un piacevole atempo, una sorpresa dopo la giornata vissuta tra alti e bassi. E’ apparsa all’improvviso, devo ancora capire da dove è venuta, ma era così palpabile che ho dovuto farlo ed è stato un piacevole “imprevisto”. Allora ho sostituito tutto il mio malessere e sono andata dritta per quella strada irresistibile, seguendo quel sussurro che si faceva sempre più insistente e indisciplinato. Ho preso un bel respiro, mi sono completamente rilassata e ho pensato a me, al mio corpo, alle sensazioni lussuriose che prendevano il sopravvento e diabolicamente colmavano la mia testa, prima di tutto il resto. Credo di aver dato il mio meglio già dalla prima volta… la seconda è stata paradisiaca. Ma tu lo sai, non sono una brava persona… non mi sono fermata. Ho aperto l’acqua della doccia e mi sono infilata sotto l’acqua bollente, continuando ad affondare le mani, scavando tra le labbra con un’urgenza che ha meravigliato anche me. E stavo così fottutamente bene, il piacere così grande, che quando avevo finito ero incerta sul continuare. Perché non è mai abbastanza? Perché anche ansimate e gocciolante ho voluto continuare ancora? E’ una linea così sottile da oltreare, quando penso a te, in bilico tra l’incertezza e la voglia, che sorrido e l’impulso prende il sopravvento.
Scena di (stra)ordinario piacere.
Sarebbe stato facile descrivere il momento, le azioni, i movimenti delle mani sul corpo. Altrettanto facile dirti cosa ho usato e dove. Il difficile viene quando devo descrivere quella marea di sensazioni ed emozioni che si affacciano alla mente, quelle immagini che sono stagliate nella memoria e che difficilmente dimenticherò. Ecco… quello che è ato per la mia testa, oggi pomeriggio, è stato come rivedere immagini impresse su una pellicola di un film muto, scene a rallentatore, fotogrammi di istanti vissuti intensamente, spezzoni di attimi. Ho chiuso gli occhi, il mondo attorno a me è scomparso. E quando tutto è diventato silenzio, ho iniziato il mio “viaggio”… ed ero solo io e la tua voce, io e le tue
parole, io e il tuo sguardo. Ho navigato verso lidi conosciuti, nuotato nelle maree, sono arrivata fino a te e non importava quanto eri lontano. Eri così vicino da sentire il tuo odore, il tuo tocco e il tuo respiro, abbastanza vicino da sentirti dentro di me. Il desiderio si è diffuso, il respiro prima lento è divenuto tonico, vibrante, brividi hanno percorso la pelle, gli aromi e i profumi affondati nei polmoni. Colma di lussuria, fili dolci di ambrosia hanno vagato liberi sulle cosce. Scosso il corpo in movimenti sinuosi in una danza di gitani desideri. Fluidi di piacere che ho lambito e raccolto, per portarli alle labbra e assaporare anche questo ultimo attimo prima di tornare a immergermi nell’ordinario scorrere del tempo.
L'universo oscilla. Una serie di movimenti, di atomi, di materia, in espansioni e contrazioni. Vengo sopraffatta a volte nel pensare alla portata di tutto, all'immensità. Questa è una delle ragioni per cui ci hanno "disegnato". Come l'acqua, il mare, i laghi, i fiumi. L'acqua è l'essenza dell'universo, è un microcosmo, la sua natura è ciclica, il suo flusso e riflusso, onde e maree, tutto diviene causa e la sua conseguente reazione.
Una bellezza tranquilla, un ritmo che conforta e offre la speranza che anche un minuscolo granello dell'universo come me, potrebbe causare increspature nell'esistenza di un altro, che forse tutti noi possiamo giocare un ruolo nel movimento della vita. Trovo la speranza nella costante della sua natura. Posso sedermi accanto a un fiume al tramonto e ascoltarlo, toccarlo, guardarlo cominciare a prendere fuoco e bruciare con colori, rossi, gialli, rosa, mentre il sole scompare sotto l' orizzonte. So che andrà avanti. Era qui prima di me, continuerà dopo, e mi sento beata (non beota) di essere una parte di esso, anche se questa parte è solo un breve momento, anche se questa parte è un unico respiro.
Lo voglio. Non tanto per amore, non tanto per l'illusione dell'amore che fiorisce nella mia mente. Non tanto per vanità... per avere qualcuno che mi lusinga. Tanto il cuore batte comunque, tanto i pensieri bruciano la mente e le immagini si susseguono perfette nella mia fantasia. E continuo a sognare. I sogni non si pagano, i sogni non rubano, vivo in un sogno continuo e costante: questo è il mio amore segreto. E' lui, il sogno... vive con me. Quel sogno che inseguo, dove sono una meravigliosa donna, quella che vorrei essere, dove continuo a scoprire l'altra me. E' quel qualcuno che conta per me, che non mi abbandonerà mai, con cui posso crescere, attraversare la vita. E' saggio e non lascia mai nulla di intentato e indicibile. E' una costante, non un amore fugace... E' chiaro il sogno, mi ama... lo amo. Mi cattura, è corrisposto, ma non riesco mai a sfidare la sua intensità, brucia il sangue mentre scorre nelle vene, c'è la ione, c'è il colore e il calore, c'è tutto... e non c'è niente!
Piove E' una lenta, morbida, dolce pioggia, quel tipo di pioggia che... Ti fa irritare perché hai appena lavato l'auto. Quel tipo di pioggia che ti fa diventare i capelli crespi e si insinua tra le ossa.
Ma è anche il tipo di pioggia che fa venire voglia di coccole sul divano e guardare film in tutto il pomeriggio. E' quel tipo di pioggia che ti fa venir voglia di leggere romanzi erotici e poi scrivere le proprie fantasie. Quel tipo di pioggia che ti fa venir voglia di saltare sul letto e fare tutte quelle cose che hai appena letto e scritto. E' il tipo di pioggia che fa venire voglia di entrare in cucina e creare una nuova torta. Ma è il tipo di pioggia che ti rende anche pigra e ci si accontenta di una ciambella alla soia (per chi non mi conosce sono a dieta e le ciambelle alla soia non mancano mai nella mia dispensa). Quel tipo di pioggia che dura tutto il giorno e la notte, che ti culla e dormi con il suo suono tranquillo e canta una dolce ninna nanna mentre ti addormenti. Giorni come oggi mi fanno amare anche la pioggia.
Miscugli di parole e di anime Mi piace la parola “bisogno”, il bisogno di averti accanto, il bisogno di sentire il tuo odore, il bisogno di assaporare la tua pelle, il bisogno di respirarti. Quanto può durare? Un’ora, due… un giorno, una settimana… Mi piace la parola “erotismo”, quella sorta di voglia, di piacere, di dolore. C’è qualcosa di meglio? Mi piace la parola “esplorare”, toccare la mente prima del corpo, il flusso e il riflusso di pensieri e desideri. Mi piace la combinazione bisogno-erotismo-esplorare, semplicemente per essere, per stare bene… semplicemente. Tutto comincia dalla mente e termina con uno stato di beatitudine fremente, sensato, docile… è semplice accontentare la mente, il corpo arriva dopo, semplicemente. La perversione non è un peccato, presa a piccole dosi diviene un'abitudine di cui non puoi fare a meno, ti fa continuare a vivere quando tutto ti rema contro, ti fa rinascere e morire tutte le volte. E ogni volta la aspetti, e sei li che brami, e vuoi, e cogli, e afferri, ti colmi, e poi di nuovo il vuoto. Un vuoto che ha una ragione di esistere. Il desiderio si crea nello spazio vuoto, nel silenzio. In quel momento di pausa, la mente si concentra e anticipa il dolore e il piacere, fa stringere lo stomaco, fa brillare la pelle di gocce scintillanti. Le parole non sempre sono necessarie, l’abilità sta nel creare quegli spazi vuoti in modo che l’altro voglia riempirli con i propri desideri nascosti. Poi è vero, ci sono quei momenti in cui il desiderio fisico supera tutto e si agisce, è facile cedere al bisogno fisico e reagire istantaneamente. Creare e vivere nelle attese richiede uno sforzo di volontà immane, vorresti toccare, ma scegli di non farlo, si aspetta in silenzio e fai attendere, solo gli sguardi comunicano il desiderio interiore. E’ una realtà perversa che lascia
un’impronta nella mente dell’altro. L’uomo e la donna sono due sostanze chimiche, un esplosione di reazioni che si mescolano, pura adrenalina che si spande nei nostri corpi, le anime si uniscono nel piacere reciproco, in estasi inspiegabili. Si mescolano i prpri prodotti alla follia, misteriosamente sedotti da endorfine. Ma siamo ciò che vogliamo essere, siamo quello che molti pensano sia impossibile, e in questo gioco di impegni intenzionali, bruciamo le nostre ioni, e gli animi infuocati si placano. Diventiamo quello che nessun alchimista ha mai scoperto, siamo il risultato dei nostri desideri, che sono semplicemente perversioni assopite dell’anima. E’ allora, quando mi tiro indietro e mi lascio cadere, ancora tremante, lascio il corpo placarsi, quando sono esausta fisicamente ed emotivamente, che mi giro. Alzo lo sguardo per incontrare il tuo, ma sei lì ad occhi chiusi, il petto ansante, recuperi il tuo respiro, la pelle leggermente arrossata e una patina brillante; so che rimarrai così ancora per qualche istante, tentando di recuperare l’orientamento. Attendo, i pensieri in corsa pazza, il bisogno di averti è sempre così inesauribile. Momenti come questi sono colmi di gioia, nuda accanto a te, sapendoti sazio e soddisfatto, ogni tensione allentata. Sono in pace anche con me stessa, e sai quante volte mi aggroviglio con il mio IO. Sono esplosioni di ione che rimarranno impresse nella mente, qualsiasi esito abbia questo nostro convulso e sofferto vivere, anime e menti affini che si uniscono e condividono istanti… questo sei, questo sono, questo siamo.
E mi piace farti conoscere la mia follia, renderti partecipe del mio pazzo pensiero, della più folle delle ioni. Il vuoto si colma di suoni, è una musica che riempie gli spazi, sono note che vibrano sotto pelle e affiorano prepotenti, mentre le mani imprimono, scavano, sondano, giocano e mi permettono di “amare” il tuo sentire. Siamo due menti, aggrappate l’una all’altro in un’estasi quasi disperata, completamente persi in una splendida nebbia di eccitazione.
Desiderio rabbioso Ho un desiderio rabbioso dentro di me che ha bisogno di essere alimentato, è avido e mi consuma, ma non importa quanto si nutre della mia anima, cresce esigente ogni giorno, ogni ora, ogni istante, è vigile e attento. Non è pura lussuria, è molto di più, molto più complesso e primordiale, è profondo, si annida nell’oscurità. Quando si risveglia, quando quella fiamma brucia dentro di me, ha bisogno di pronunciarsi, di esprimersi, di elevarsi e “servire”. E’ il cuore di un sole che deve essere strappato da un buco nero, una energia che brucia e divora e, tuttavia, mentre gli atomi si strappano e si distruggono, alimentano i pensieri e i desideri, in una fame oscura e senza fine. Mi spinge a strisciare verso di te, dentro di te, per diventare una parte di te attraverso le parole e le azioni. Nessuna distinzione tra noi, nessuna linea che ci separi, solo un mucchietto spiegazzato di emozioni primordiali e ansimanti avidità; voglio perdermi nel nulla e nell’infinito, nel buio e nelle fiamme di quel demone che ci fa tremare, che balla sulla nostra pelle, per sentirsi bruciare profondamente, completamente, senza lasciare nulla dietro la sua carezza che incendia. Le parole non mi bastano per descrivere quello splendido e oscuro desiderio che si annida, non riescono a descrivere quella serpe che scivola, che si insinua sotto pelle, che mi circuisce. E’ dentro di me. E queste parole sono solo una debole ombra della rabbia e della ione che bolle e ribolle.
Caos Non temo la tempesta, ne apprezzo la vista e il suono. I lampi mi illuminano, il tuono fa rotolare il mio cuore, il ruggito del vento mi scompiglia i capelli, la pioggia mi disseta. E' il suono dell'universo, e di tutta la sua orchestrale gloria. Il silenzio è inquietante, il silenzio è assordante, urla nella mia testa, il mio cuore si ferma, il mio respiro rallenta. Dammi la cacofonia, porgimi il caos, regalami l'urlo del cielo. Almeno so che tutto vive, che è tutto come dovrebbe essere,
come è stato concepito per essere. La realtà non dovrebbe mai rimanere in silenzio. La vita non deve mai essere messa in dubbio. E se prima adoravo i silenzi, oggi voglio il rumore!
Inno alla vita Se devo pregare, pregherò, per vivere sempre come una bambina che gioca, per strappare ogni oncia di forza, di questa vita e di ogni giorno che a. Se devo morire, morirò, senza rimpianti, nessuna melodia sconosciuta, con il gusto della vita persistente, ricco e fresco sulla mia lingua.
Sentire Ma si può (ancora) sentire l'oceano? il modo in cui si deposita sulla pelle e rimane lì, così tranquillamente, ora dopo ora, giorno dopo giorno, dopo il modo in cui il sole (e tu) ha colorato il mio viso, come se fosse bello, come se fosse qualcosa che merita di essere toccato, che vale la pena di essere baciato... e le onde continuano e continuano, in un moto perpetuo di vita.
Tua
Una donna, con il corpo imperfetto. Un'età, non più verde come un tempo. Indosso le mie smagliature come fossero un marchio, le mie rotondità non mi vanno a genio, ma ci sono e devo accettarle. Le mie imperfezioni, i miei difetti... sono il mio orgoglio oggi. Non sempre è stato così, odiavo quello che ero... davo troppa importanza all'aspetto esteriore, adesso mi sono resa conto che non conta un cazzo essere belli se dentro sei un mostro. Sono arrivata a questa conclusione per merito di una persona, di un Uomo che sa come prendermi, come volermi bene,
come farmi amare per quello che sono. Cammino con fiducia accanto a Lui, sorrido alle mie curve morbide, sorrido alla gente... e vedo che mi rispondono con piacere con altri sorrisi allettanti. Il mio cuore è ripartito, la mia anima sta tornando serena, il respiro si affanna solo alla Sua presenza....amo sentirmi cosi! Non sono niente di speciale, ma sono io, con il mio essere sottomesso, con la mia rinata obbedienza, con la mia rafforzata devozione, una donna cresciuta che ha capito cosa significa godersi la vita, consapevole delle proprie scelte. Sono una figlia, una madre, una sorella, un'amica, una moglie, a volte una Padrona,
una Donna, ma soprattutto Tua, quella che hai sempre voluto, quella che ho sempre voluto essere, senza costrizioni, liberamente offerta a Te, spontaneamente prostrata ai Tuoi piedi, per essere usata e violata, carne da segnare con il Tuo marchio, pelle da imprimere con le Tue mani, mente da riempire. Tua, ancora una volta
Pensando a te
Pensando a te Così lontano e silenzioso e mi chiedo ... Sono io il motivo? Sono io la causa? Sono io il rimpianto? E poi...
Devo chiamarti? Devo raggiungerti? Devo provare di nuovo? O devo solo stare qui ... E aspettare ... e sperare. La distanza non ci aiuta... E la distanza tra i cuori e' anche peggio. Ma tu lo sai altrettanto bene come me ... Non è vero? Quindi, credo che mi limiterò a stare qui ... E aspettare... E sperare... e pensare... A Te... E forse ... solo... forse anche tu stai pensando a me.
Vuoto
Si, sono io, quella da cui vieni perché sai che ti dirò di si. Sono diventata Tua e Ti sentivi grande, mentre io ero nulla, tu lasciavi il tuo marchio e tornavi alle tue cose, mi umiliavi e ti ritiravi nei tuoi spazi, raccoglievo i pezzi e tornavo sola, ma doveva per forza essere così, non potevi diversamente. Non ti biasimo, ho permesso io che accadesse, ti ho incoraggiato, ti ho voluto. Sei venuto da me, i tuoi occhi pieni di necessità, volevi, ordinavi, pretendevi. Mentre facevo finta di crederti, eseguivo, eri felice, almeno lo credevi, lo pensavo…. ma eri vuoto come il tuo cuore. Mi guardo indietro… vaffanculo. So che io non sono quello che vuoi, so che io non sono quello che ti serve,
so che io non sono tua, che tu non sei mio… e adesso torni. Siamo esattamente ciò che vogliamo e di cui abbiamo bisogno? Io sono tua e tu sei mio? Cosi, vieni da me, stillicidio di parole colpiscono la mente, gli occhi si riempiono, le emozioni si aggrappano, si svuota tutto, paura… odio…. brama… rancori… nel corpo una spinta. Mordo le mie labbra e torno alla realtà, gli occhi annebbiati, mi alzo e me ne vado. Rimango nella stanza a guardare fuori, ma gli occhi non vedono nulla di interessante, la mente segue i propri pensieri,
la fantasia galoppa… un immagine, un flash, e mi trovo contro un muro. Evitando il mio sguardo, mi sbatti li, ma scelgo di esserci, scelgo di essere utilizzata, di essere usata e violata, perché tanto è solo un momento, il nostro momento, sarò sul tuo piedistallo, e tu solo mio. Entrambi ricorderemo, momenti di disperazione che consumano, ma niente di più. Vedo il marchio, il tuo marchio, ma sei veramente tu che voglio?
Calma
Sono al centro della stanza, esposta alla sua vista, brividi affiorano alla mia pelle, mentre lui mi cammina intorno. Tento di respirare calma, cerco di contenere la mia frenesia, mentre una mano gentile si appoggia alla mia testa. Calma....sussurra la testa al mio corpo. mentre lui mi solleva il capo e appoggia le labbra alle mie. Prosegue il cammino intorno a me, chiedendomi se conosco quello che mi merito, chiedendomi se so cosa voglio, chiedendomi di cosa ho bisogno. Mentre tento di seguirlo con lo sguardo, si ferma dietro di me, si appoggia con il suo bacino al mio corpo esposto... che cosa vuoi? ....mi chiede Te....
perché? Sono stata brava... me lo sono guadagnato. Come? Ho obbedito... Queste ultime parole cadono nell'aria, mentre afferri i miei fianchi e strappi via anche l'ultimo lembo di stoffa rimasto. Sento il mio corpo arrostire, il mio centro vitale pulsare, le mie cosce bagnarsi spudoratamente, mostrando le mie voglie di Cagna in calore. Lui affonda le dita nel mio essere, Ne vuoi ancora? Si... Perché? Perchè me lo merito... Ancora? Ne ho bisogno... Quanto? Più di ogni altra cosa... La voce si spezza di nuovo, un piccolo gemito esce,
le sue dita esplorano... in fondo. Calma... ordino alla mia testa, mentre il corpo trema, la sua virilità ora a nudo contro il mio corpo Calma… tento di calmarmi, smetto di respirare, riprendo a respirare, mentre le sue dita scavano, frugano. Poi con una mossa improvvisa, afferra i miei capelli, tirando, la sua voce potente all'orecchio... Io ti scopo solo come meriti, fino a che posso, farò in modo di farti capire che sei mia, ora, sempre... Un'ultima rapida occhiata ai suoi occhi, al suo volto tirato e perverso, poi il buio negli occhi, ma una luce accecante nella testa... Sua... la Sua Cagna La Sua puttana.
Elucubrazioni di viaggio 3
Non sono normale 5
Pioggia 6
Un angelo 6
Impalpabile 7
Il viaggio continua, un altro giorno, tutta un’altra storia 9
L’Universo 11
La gioia 11
Un giorno, un fiore 12
Credo 12
Acqua 13
Tenebre 13
Lacrime 13
Spirito della notte 14
Ci sono modi peggiori per trascorrere una serata 15
Semplicemente 18
Sogno 19
Essenza di Noi 19
L’uomo, questo sconosciuto, spesso è bene rimanga tale! 20
Nessuna sfumatura 25
Voglio 26
Angelo e Diavolo 27
Schiava tua 27
Avido 28
Striscia 28
Imploro 29
Respiro 29
Voglie 30
Mi Ama 30
La perversione. 31
Sollevami 31
Nutrimento 31
Oblio 32
Domani, domani 32
Segni 33
Self pleasure 33
Mi piace il modo in cui mi sento 34
Essenza di te 35
Silenzi 35
Inutile 36
Osservare 37
Donna 38
Uomo 38
Credi 39
Amo 39
Melodie 39
Alla finestra, in attesa 40
Volo allo specchio 42
Il vento 43
Solitudine 44
La rosa malata 44
Solitudine 44
Mi sono risollevata, dai sorridete con me 45
Ora 46
Come un acquerello 47
Tempo 47
Per te 48
E il viaggio prosegue (quella brutta bestia è sempre in agguato) 49
Ho ucciso la falena 49
La rosa malata 57
La morte nell’anima 58
Il suono 59
Rosso inganno 60
Inspiro e Respiro 61
Fedele amico 62
Vita 63
Viaggio nel cuore e con il cuore 64
Amore 67
Da “Istinto & ione” 67
Etereo 68
Essenza 68
Noi 69
Istanti 69
Ai confini del mondo 70
Lui 71
Voglio 72
Desiderio 72
Pulsa 73
Fame 73
Iride 74
Libertà è esprimere la propria sessualità. 75
Imploro 79
Della lussuria 80
Perdersi 80
Montagne russe 81
Utilizzami 82
Ti voglio 83
Bloccata allo specchio 84
Appartenenza 85
Ardori 85
Striscia 86
Yin e Yang 86
L’istante 87
Attese 87
Sensi 88
Porcellana 88
La mia dose 89
Parole di seta 90
Ninna nanna 90
Perdermi 91
Toccami 91
Nel silenzio impenetrabile 92
Toccami 93
Mi scorre dentro 94
Tu 95
Ti sento parlare 96
Resa 97
Baciami 98
Un filo tra noi 98
Il buio 99
Persa 100
I sogni sono ali di farfalla 101
Sogno 105
Un viaggio 105
Respirare 106
Keilani 106
Parole nel cassetto 107
Sussurrami un sorriso 110
Scoprirsi 110
Amare 111
Morire e rinascere . 112
Vola libero 113
Attimi e istanti che colorano le giornate 114
Pulsioni 114
Scena di (stra)ordinario piacere. 114
L'universo oscilla. 115
Lo voglio. 115
Piove 116
Miscugli di parole e di anime 117
Desiderio rabbioso 118
Caos 119
Inno alla vita 120
Sentire 120
Calma 125