Sergio Sabbadini e Lei Chen
una fragranza nell’aria
Piccola raccolta di poesie di Li Qingzhao
Youcanprint Self-Publishing
Titolo | Una fragranza nell’aria
Autore | Sergio Sabbadini e Lei Chen
ISBN | 9788891170378
Prima edizione digitale: 2014
© Tutti i diritti riservati all’Autore
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Sergio Sabbadini, che appartiene alla prateria dei poeti contemporanei italiani, ha ideato il libro e ne ha curato l’introduzione e la versione italiana delle poesie.
Lei Chen è una scrittrice e sceneggiatrice televisiva cinese e ha curato in particolare la revisione dei testi cinesi e la ricerca storica sulle poesie.
La copertina e le figure delle pagine 4 e 8 sono tratte da pitture dell’artista cinese Cao Yan, per gentile concessione dell’Autore.
Le fotografie delle pagine 22-23 e 36-37 sono del fotogiornalista Andrea Sabbadini e quella della pagina 50 di sca Droghini, per gentile concessione degli Autori.
pittura di Cao Yan
LI QINGZHAO
Li Qingzhao, la più grande poetessa della Cina imperiale dell’epoca Song e probabilmente di tutta la letteratura poetica classica cinese, nacque in una famiglia di letterati e funzionari verso la fine dell’ XI secolo della nostra era.
Il padre era allievo e amico di Su Shi, uno dei letterati e poeti più importanti della storia cinese, e così, in un periodo in cui la poesia era considerata il culmine dell’arte e del prestigio personale, Li crebbe in un’atmosfera particolarmente favorevole allo sviluppo dei suoi talenti naturali.
Già da adolescente fu riconosciuta come poetessa di grandi prospettive e nel 1100 fu ammessa, a soli 16 anni, nei circoli poetici di Pechino. L’anno dopo sposò Zhao Mingcheng, figlio di un alto funzionario del governo imperiale che sarebbe divenuto presto primo ministro. Zhao era di pochi anni più grande e come Li era amante dell’arte e delle lettere.
Si sfidavano a scrivere poesie e vivevano spensierati in uno dei momenti di massimo splendore della prima dinastia Song. Terminata l’Accademia, il marito assunse incarichi sempre più impegnativi nell’amministrazione pubblica che lo obbligarono a frequenti viaggi e missioni e a lunghe assenze da casa.
Nella poesia di Li, languida e già tendenzialmente malinconica, si accentuarono così i sentimenti del desiderio e della nostalgia.
Oltre l’amore e la poesia, un altro forte legame con il marito era l’interesse per la storia e le epoche antiche, che li portò a una ione comune di ricerca sulle
radici del patrimonio culturale e linguistico cinese. Ad essa dedicarono ogni risorsa finanziaria, riuscendo a creare un’estesa raccolta di reperti storici ed epigrafici anche di duemila anni prima.
Poi d’improvviso, si era ormai nel 1126, dovettero affrontare la prima grande tragedia della loro vita: l’invasione delle tribù Jurchen, prime avvisaglie della successiva invasione mongola, con la morte dell’imperatore e la fuga verso il sud. La loro casa fu incendiata e solo con coraggio e determinazione riuscirono a salvare una parte del loro tesoro. Si stabilirono temporaneamente a Nanchino e poi nella nuova capitale della dinastia Song del Sud.
Purtroppo nel viaggio stesso che lo avrebbe condotto alla nuova sede di lavoro, il marito si ammalò e in pochi mesi morì: tragedia personale che segnò Li per il resto della sua vita e che accentuò gli aspetti malinconici e introspettivi della sua poesia.
La scrittrice assunse su di sè tutta la responsabilità della collezione e degli studi portati avanti insieme, e ne curò la pubblicazione in 30 volumi. Vi aggiunse una lunga postfazione nella quale descrisse gli anni sereni dell’adolescenza e del primo periodo matrimoniale e poi lo sconvolgimento dela vita sociale con l’arrivo degli Jurchen e la caduta dell’imperatore.
La data della sua morte è incerta ma è probabile che abbia vissuto fino a circa 70 anni.
Li Qingzhao raggiunse la sua massima fama come autrice di liriche nello stile Ci, un genere di recente affermazione allora, più libero rispetto a quello tradizionale Shi, soprattutto perché basato su varie centinaia di strutture metriche differenti, anche se ugualmente fisse, derivate per la maggior parte da antiche composizioni musicali.
Proprio a lei è dovuto il primo approfondito studio critico su questo genere di poesia di cui è rimasta interprete insuperata. Nel complesso pubblicò 6 volumi di poesie Ci e circa altrettanti del genere Shi, ma della sua ampia produzione poetica rimangono solo un centinaio di liriche Ci, alcune poesie del genere classico e il poemetto Dama Fu (Il gioco dei cavalli).
Anche da queste poche note si capisce che il ruolo di raffinata poetessa che la storia attribuisce a Li Qingzhao è limitativo. Dovrebbe almeno esserle riconosciuto il contributo dato alla critica e alla innovazione letteraria, così come quello dato al rinnovamento della critica storica attraverso il confronto delle fonti e le ricerche epigrafiche - merito questo attribuito solo al marito.
pittura di Cao Yan
Poesie
[01]
rú mèng lìng zuó yè yǔ shū fēng zhòu nóng shuì bù xiāo cán jiǔ shì wèn juǎn lián rén què dào hǎi táng yī jiù zhī fǒu? zhī fǒu? yīng shì lǜ féi hóng shòu
zuó - ieri; yè - notte; yǔ - pioggia; shū - disperso; fēng - vento; zhòu improvviso; nóng - denso; shuì - dormire; bù - non; xiāo - dissipare; cán residuo; jiǔ - alcol, vino; shì - provare; wèn - chiedere; juǎn - avvolgere, arrotolare; lián - cortina; rén - persona; què - però; dào - parlare; hǎi táng - melo selvatico in fiore; yī - conformarsi; jiù - ato; zhī - sapere; fǒu - no; zhī sapere; fǒu - no; yīng - dovere; shì - essere; lǜ - verde; féi - grasso; hóng - rosso; shòu - magro.
schema metrico: “come un sogno”
Una spruzzata di pioggia stanotte¹
e un brusco vento.
Dopo un sonno profondo,
nei fumi ancora persistenti del vino,
interrogai l’ancella delle tende.
Rispose ritraendosi:
Il melo selvatico in fiore è come ieri.
No, non sai? Non sai?
Il rosso dovrebbe esser smagrito
e grasso il verde.
1. Le prime due poesie di questa raccolta risalgono alla prima giovinezza della poetessa, sono di tono brioso e giovanile. È circa il 1100, Li ha sedici anni e da un anno, seguendo la famiglia nella capitale, ha iniziato il suo ‘studio della poesia per 30 anni’.
[02]
diǎn jiàng chún cù bà qiū qiān qǐ lái yōng zhěng xiān xiān shǒu lù nóng huā shòu bó hàn qīng yī tòu jiàn yǒu rén lái wà chǎn jīn chāi liū hé xiū zǒu yǐ mén huí shǒu què bǎ qīng méi xiù
cù - calciare, calpestare; bà - fermare, finire; qiū qiān - altalena qǐ lái - levarsi; yōng - noncurante; zhěng - riordinare; xiān xiān - sottile, fine; shǒu - mano lù rugiada; nóng - denso; huā - fiore; shòu - magro bó - sottile; hàn - sudore; qīng lieve; yī - abito; tòu - penetrare. jiàn - vedere; yǒu - avere, esserci; rén - persona; lái - venire wà - calze; chǎn - ridurre; jīn - oro; chāi - spillone; liū - scivolare. hé qui con senso di hán - nutrire; xiū - vergogna; zǒu - camminare,correre yǐ appoggiarsi; mén - porta; huí - voltare; shǒu - testa què - però; bǎ - afferrare; qīng - verde; méi - susina; xiù - annusare.
schema metrico: “dare il rosso alle labbra”
Punta i piedi, ferma l’altalena
si leva e poi con noncuranza
le fini mani strofina.
Densa è la rugiada
sciupato il fiore -
il leggero vestito
svela un lieve sudore.
Vede venire un giovane
le scivolano le calze
le sfugge la forcina d’oro.
Sente vergogna e fugge,
s’appoggia alla porta,
volta il capo e poi
coglie una susina verde
e ne annusa l’odore¹.
1 Prugna o susina, sinonimi; susina verde, simbolo dell’adolescenza e del primo amore. Secondo un’interpretazione corrente il giovane era probabilmente la persona che Li avrebbe sposato l’anno dopo.
[03]
yuàn wáng sūn hú shàng fēng lái bō hào miǎo qiū yǐ mù hóng xī xiāng shǎo shuǐ guāng shān sè yŭ rén qīn shuō bú jìn wú qiόng hǎo lián zǐ yǐ chéng hé yè lǎo qīng lù xǐ píng huā tīng cǎo mián shā ōu lù bù huí tóu sì yě hèn rén guī zǎo
hú - lago; shàng - su; fēng - vento; lái - venire; bō - onda; hào - grande; miǎo – lontano; qiū - autunno; yǐ - già; mù - tramonto; hóng - rosso; xī - scarso; xiāng profumo; shǎo – poco; shuǐ - acqua; guāng - luce; shān - collina, monte; sé colore; yŭ - partecipare; rén - persona; qīn - caro; shuō - parlare; bú jìn incompleto; wú qiόng - sconfinato; hǎo - buono, bene; lián zǐ - seme di loto; yǐ già; chéng - completo; hé - loto; yè - foglia; lǎo - vecchio; qīng - verde; lù rugiada; xǐ - lavare, bagnare; píng - lemna; huā - fiore; tīng - banco di sabbia; cǎo – erba; mián - dormire; hā - sabbia; ōu - gabbiano; lù - egretta; bù - non; huí - girare; tóu - testa; sì - sembrare; yě - anche; hèn - odiare; rén - persona; guī tornare; zǎo - presto.
schema metrico: “odiare il nipote del re”
S’alza il vento sul lago, onde alte lontano,
finisce ormai l’autunno, rossi loti sparsi
un debole profumo.
Acque lucenti verdi colline così partecipi
della nostra esistenza
un parlare inadeguato
per questo bene sconfinato.
Maturo già il seme di loto
mentre le foglie invecchiano,
la verde rugiada bagna fiori di lemna
e l’erba ai bordi del lago.
Gabbiani ed egrette assopiti sul lido
non voltano la testa,
sembrano anche rammaricati
del nostro pronto partire.
Questa poesia, fra le prime scritte da Li Qingzhao, descrive immagini autunnali senza i sentimenti di nostalgia spesso presenti nelle composizioni successive.
[04]
huàn xī shā xiǎo yuàn xián chuāng chūn yǐ shēn chóng lián wèi juǎn yǐng chén chén yǐ lóu wú yǔ lǐ yáo qín yuǎn xiù chū shān cuī bó mù xì fēng chuī yǔ nòng qīng yīn lí huā yù xiè kǒng nán jīn
xiǎo - piccolo; - yuàn cortile; xián - in ozio; chuāng - finestra; chūn - primavera; yǐ - già; shēn - inoltrato; chóng - ripetuto, doppio; lián - tenda; wèi - ancora non; juǎn - arrotolare; yǐng - ombra; chén chén - buio; yǐ - appoggiarsi; lóu - palazzo; wú - non; yǔ - parola; lǐ - gestire, rimettere in ordine; yáo - prezioso, giada; qín strumento musicale; yuǎn - remoto; xiù - monte, picco; chū - uscire; shān montagna; cuī - affrettare; bó mù - al crepuscolo; xì - debole; fēng - vento; chuī soffiare; yǔ - pioggia; nòng - fare; qīng - leggero; yīn - principio negativo, freddo, nuvoloso; lí - pero; huā - fiore; yù - desiderare, stare per; xiè - declinare, apire; kǒng - temere; nán - difficoltà; jīn - resistere.
schema metrico: “lavare con la sabbia del ruscello”
Un piccolo cortile finestre in ozio¹
primavera inoltrata,
nella penombra,
con le pesanti tende ancora svolte,
sto reclinata e senza dir parola
mentre nella casa risuona
il qin² di preziosa giada.
Remoto un picco sopra la collina
il crepuscolo affretta
la debole brezza e gli sbuffi di pioggia
flirtano in un tempo uggioso;
il pero in fiore ha voglia di apire:
è difficile, temo, che resista.
1. Anche questa poesia risale al 1100 circa. Li sta ora nella capitale e le sue poesie hanno già riscosso grande sorpresa nell’ambiente letterario, dove si dubita che non siano scritte da grandi maestri.
2. “qin” (pronuncia cin) antico strumento musicale a 7 corde.
[05]
huàn xī shā dàn dàng chūn guāng hán shí tiān yù lú chén shuǐ niǎo cán yān mèng huí shān zhěn yǐn huā diàn hǎi yàn wèi lái rén dòu cǎo jiāng méi yǐ guò liǔ shēng mián huáng hūn shū yǔ shī qiū qiān
dàn - poco denso; dàng - oscillare; chūn - primavera; guāng - luce; hán - freddo; shí - vivande; tiān - giorno; yù - giada; lú - fornello; chén shuǐ - sommerso, un tipo di incenso; niǎo - voluta, spirale; cán - residuo; yān - fumo; mèng - sognare; huí - tornare; shān - monte; zhěn - cuscino; yǐn - nascondere; huā - fiore; diàn incrostato d’oro; hǎi - mare; yàn - rondine; wèi - ancora non; lái - arrivare; rén persona; dòu - lottare; cǎo - erba; jiāng - fiume; méi - susino; yǐ - già; guò ato; liǔ - salice; shēng - crescere; mián - lanugine; huáng hūn - crepuscolo; shū - scarso; yǔ - pioggia; shī - bagnato; qiū qiān - altalena.
schema metrico: “lavare con la sabbia del ruscello”
Un’aria primaverile leggera mutevole
i Giorni del Cibo Freddo¹:
residue volute di fumo
dal bruciatore di giada dell’incenso².
Mi risveglio dal sogno,
un fiore, il mio fermaglio d’oro,
nascosto tra la montagna di cuscini.
Le rondini non sono ancora arrivate dal mare
e la gente si sfida nel gioco delle erbe³.
Al fiume i susini sono fuori stagione
sui salici cresce la lanugine:
è il crepuscolo,
una sparsa pioggia bagna l’altalena.
1. Una festa, circa all’inizio di aprile, che si protraeva anche fino al maggio lunare, in cui per tre giorni erano proibiti i fuochi e si mangiavano soltanto cibi freddi. Ciò in memoria dell’eremita Jie Zhitui che si era lasciato bruciare vivo piuttosto che cedere alle richieste del duca di Jin che aveva fatto incendiare le foreste dove si era rifugiato.
2. “chen shui” un incenso prezioso fatto con un legno resinoso indiano.
3. “dou cao” o la sfida delle cento erbe, nella quale i partecipanti rivaleggiavano nel trovare le più belle metafore o attributi per le giovani piante e i fiori di primavera.
[06]
huàn xī shā jì zǐ shāng chūn lǎn gèng shū wǎn fēng tíng yuàn luò méi chū dàn yún lái wǎng yuè shū shū yù yā xūn lú xián ruì nǎo zhū yīng dǒu zhàng yǎn liú sū tōng xī hái jiě bì hán wú
jì - chignon; zǐ - piccolo oggetto di metallo; shāng - sentirsi triste; chūn primavera; lǎn - indolente; gèng - ancora più; shū - pettinare; wǎn - sera; fēng vento; tíng yuàn - cortile; luò - cadere; méi - susino; chū - inizio; dàn - leggero; yún - nuvola; lái - venire; wǎng - andare; yuè - luna; shū - distante, noncurante; yù - giada; yā - anatra; xūn - erba aromatica; lú - fornello; xián - in ozio, non in uso; ruì nǎo - un tipo di incenso; zhū - vermiglio; yīng - ciliegio; dǒu - misura; zhàng - velo del letto; yǎn - chiudere; liú sū - nappa, fiocco; tōng - forato; xī rinoceronte; hái - ancora; jiě - sciogliere; bì - esorcizzare; hán - freddo; wú - no.
schema metrico: “lavare con la sabbia del ruscello”
La treccia il fermaglio¹,
triste per la primavera morente
e ancor più indolente a pettinarmi;
la brezza a sera muove nel cortile
i primi fiori di prugno caduti;
leggere nuvole vengono vanno
la luna distante, negligente.
La bella anatra di giada col suo fornello
per l’erba aromatica è in ozio;
il leggero velo del letto
con le vermiglie ciliegie ricamate
è ben chiuso dal fiocco;
il corno di rinoceronte² può ancora liberarci
da queste fredde giornate?
1. Poesia che ricorda lo stile lirico e ricco di immagini del secondo periodo Tang.
2. Un corno di rinoceronte portato come dono all’imperatore Tang dal Vietnam che secondo la tradizione diffondeva intorno tepore.
[07]
huàn xī shā mò xŭ bēi shēn hŭ pò nόng wèi chéng chén zuì yì xiān rόng shū zhōng jǐ yìng wǎn lái fēng ruì nǎo xiāng xiāo hún mèng duàn bì hán jin xiǎo jì huán sōng xǐng shí kōng duì zhú huā hόng
mò - non; xŭ - permettere; bēi - bicchiere; shēn - profondo; hŭ pò - ambra; nόng - denso, vivo; wèi - ancora non; chéng - diventare; chén - immergersi; zuì ubriaco; yì - coscienza; xiān - prima; rόng - sciogliersi; shū - disperso; zhōng campana; jǐ - già; yīng - corrispondere; wǎn - tardi; lái - venire; fēng - vento; rui - propizio; nǎo - cervello; xiāng - profumato; xiāo - svanire; hun - spirito; mèng sogno; duàn - interrompere; bì - evitare; hán - freddo; jīn - oro; xiǎo - piccolo; jì - chignon; huán - crocchia; sōng - sciogliere; xǐng - riacquistare coscienza; shí tempo; kōng - vuoto; duì - affrontare; zhú - candela; huā - fiore; hόng - rosso.
schema metrico: “lavare con la sabbia del ruscello”
Non permettere o coppa di ricca ambrosia¹
che si sciolga l’umore armonioso²
che precede la completa ubriachezza,
mentre la brezza serale
porta l’eco di sparse campane.
Svanisce il profumo che inebria la mente³
finisce l’atmosfera sognante,
il piccolo fermaglio dell’oro che non ama il freddo⁴
s’apre e lascia sciolte le ciocche dei capelli -
ora cosciente mi confronto invano
col rosso fiore del cero.
1. Traduzione letterale: “di un forte colore ambrato”. La poesia è stata scritta intorno al 1104. Il padre è coinvolto in una lotta politica ed è accusato di tradimento. Li deve tornare al paese natale; chiede aiuto al suocero ma senza risposta.
2. Quel momento che fa dimenticare gli affanni della quotidianità.
3. Venivano usate varie fragranze d’incenso, alcune molto pregiate come l’ambra grigia e l’essenza di Aquilaria, in genere con una funzione calmante e rilassante.
4. Allusione all’uccello che non amava il freddo e che sputava grani d’oro, donato al re di Wei. Con i grani si facevano decorazioni e fermagli per capelli per le dame di corte.
[08]
zuì huā yīn bό wù nόng yún chόu yǒng zhòu ruì nǎo xiāo jīn shòu jiā jié yòu chóng yáng yù zhěn shā chú bàn yè liáng chū tòu dōng lí bǎ jiǔ huáng hūn hòu yǒu àn xiāng yíng xiù mò dào bù xiāo hún lián juǎn xī fēng rén bǐ huáng huā shòu
bό wù - leggera nebbia; nόng yún - nuvole dense di pioggia; chόu - preoccuparsi; yǒng zhòu - tutto il giorno; ruì - propizio; nǎo - cervello; xiāo - scomparire; jīn oro; shòu - bestia; jià jié - bella festa; yòu - di nuovo; chóng - doppio; yáng principio positivo; yù - giada; zhěn - guanciale; shā - velo; chú - letto a baldacchino; bàn yè - mezza notte; liáng - fresco; chū - inizio; tòu - penetrare; dōng - est; lí - siepe, recinto; bǎ - tenere; jiǔ - liquore; huáng hūn - crepuscolo; hòu – dopo; yǒu - esserci; àn - tenebroso; xiāng - profumo; yíng - riempirsi; xiù maniche; mò - non; dào - dire; bù- non; xiāo - svanire; hún - anima; lián cortina; juǎn - arrotolare; xī - ovest; fēng - vento; rén - persona; bǐ - paragonare; huáng - giallo; huā - fiore; shòu - magro, esile.
schema metrico: “ubriacarsi all’ombra dei fiori”
Una leggera nebbiolina e nuvole cariche di pioggia¹
un’intera giornata di malinconia
mentre la fragranza propizia alla mente
si consuma nell’anatra d’oro.
Ecco ancora la bella festa del doppio yang²;
tra i cuscini di giada e i veli del letto
comincia a insinuarsi il fresco di mezza notte.
ato il crepuscolo bevo il liquore
accanto alla siepe a oriente
e un tenebroso profumo riempie le vesti.
E non dire che non si cade in deliquio.
Poi il vento dell’ovest avvolge le tende
e mi scopre più esile d’un crisantemo.
1. Anche questa poesia è stata scritta nel 1104. Dopo i primi anni di matrimonio trascorsi lietamente, il marito deve partire improvvisamente per un incarico in una sede lontana. Cominciano le sofferenze della poetessa per la sua vita solitaria. Gli ultimi tre versi sono famosi per la forte suggestione lirica.
2. La festa del doppio yang si svolge il 9 settembre per augurare longevità agli anziani. Secondo la tradizione si sale in collina, si beve il liquore al crisantemo e si esprimono apprezzamenti sui nuovi fiori di crisantemo.
[09]
diǎn jiàng chún jì mò shēn guī róu cháng yī cùn chóu qiān lǚ xī chūn chūn qù jǐ diǎn cuī huā yǔ yǐ biàn lán gān zhǐ shì wú qíng xù! rén hé chù lián tiān shuāi cǎo wàng duàn guī lái lù
jì mò - solo, solitario; shēn guī - stanza privata, boudoir; róu - tenero; cháng intestino; yī - uno; cùn - pollice; chóu - preoccuparsi; qiān - mille; lǚ - filo, ciocca; xī - curare teneramente, custodire gelosamente; chūn - primavera; qù andare; jǐ - qualche; diǎn - goccia; cuī - sollecitare, premere; huā - fiore; yǔ pioggia; yǐ - appoggiarsi a; biàn - ovunque; lán gān - ringhiera, balaustra; zhǐ shì - solamente, semplicemente, però; wú - senza; qíng xù - condizione d’animo; rén - persona; hé - chi, che; chù - luogo (hé chù - dove); lián - collegare; tiān - cielo; shuāi - debole; cǎo - erba, paglia; wàng - guardare in lontananza; duàn rinunziare; guī - ritornare; lái - venire; lù - strada.
schema metrico: “dare il rosso alle labbra”
Tutta sola nella segreta stanza
e nel cuor mio
già mille fili di malinconia.
Oh preziosa primavera,
primavera che già te ne vai,
e tante gocce di pioggia che premono
sui deboli fiori.
Guardo alla balaustra inutilmente:
vieppiù insicuro è il mio cuore¹.
In quale luogo stai dolce persona?
L’erba apita si lega all’orizzonte,
scruto, poi smetto,
la via del tuo ritorno.
1. La poetessa ha circa 35 anni. Negli ultimi dieci anni ha vissuto una vita relativamente tranquilla e felice, interessandosi di storia antica e di antiche iscrizioni cinesi. Ora il marito ha avuto un importante incarico in una sede lontana dove dovrà restare a lungo.
[10]
dié liàn huā lèi shī luó yī zhī fěn mǎn sì dié yáng guān chàng dào qiān qiān biàn rén dào shān cháng shān yòu duàn xiāo xiāo wēi yǔ wén gū guǎn xī bié shāng lí fāng cùn luàn wàng liǎo lín xíng jiǔ zhǎn shēn hé qiǎn hǎo bǎ yīn shū píng guò yàn dōng lái bú sì péng lái yuǎn
lèi - lacrime; shī - bagnare; luó yī - vestito di garza; zhī fěn - belletto; mǎn pieno; sì - quattro; dié - sovrapporre; yáng - sole; guān - o chàng - cantare; dào - fino a; qiān qiān - migliaia; biàn - volte; rén - gente; dào - dire; shān monte; cháng - lungo; shān - monte; yòu - ancora; duàn - rompere; xiāo xiāo mormorio; wēi - esiguo; yǔ - pioggia; wén - sentire; gū - solitario; guǎn - albergo; xī - rammarico; bié - separarsi; shāng - ferita; lí - lasciare; fāng cùn - cuore; luàn - disordine, guerra; wàng - dimenticare; liǎo - interamente; lín xíng - prima della partenza; jiǔ - alcol; zhǎn - piccola coppa; shēn - profondo; hé - o; qiǎn - poco profondo; hǎo - buono; bǎ - prendere; yīn - notizia; shū - lettera; píng - contare su; guò - ato; yàn - oca; Dōnglái - luogo vicino Shandong; bú - non; sì - come; Pénglái - isola delle fate; yuǎn - distante.
schema metrico: “la farfalla è innamorata del fiore”
Il vestito di garza di seta è bagnato di lacrime¹
e tutto sporco del rosso per il viso,
canto fino a mille e mille volte
la canzone del o del sole²,
la gente dice che la montagna resta a lungo
ma la montagna si può anche spezzare,
ascolto lo stillicidio della pioggia
dalla mia stanza solitaria.
La pena del lasciarsi e la ferita del distacco
hanno lasciato sgomento il mio cuore³,
così ho dimenticato
se prima della mia partenza
l’alcol nel calice era tanto o poco.
È bello avere notizie per lettera
solo affidandosi all’oca selvatica,
Dong Lai non è poi così lontana come Peng Lai⁴.
1. Poesia scritta nel 1121, in un periodo in cui i rapporti col marito sono molto tesi, in una sosta del viaggio che fa per incontrarlo.
2. o lungo la via della seta che separava il popolo Han (cinese) dai Tartari. La canzone, ispirata alla solitudine, era detta dei quattro ritornelli.
3. La pena che sente per la separazione dalla famiglia rappresenta anche la sofferenza per la solitudine dovuta alle lunghe assenze del marito.
4. Riferimento alla lettera che scrive alla sorella: Dong Lai, luogo dove vive la sorella; Peng Lai, mitica isola degli immortali.
[11]
pú sà mán guī hóng shēng duàn cán yún bì bèi chuāng xuě luò lú yān zhí zhú dǐ fèng chāi míng chāi tóu rén shèng qīng jiǎo shēng cuī xiǎo lòu shǔ sé huí niú dǒu chūn yì kàn huā nán xī fēng liú jiù hán
guī - ritornare; hóng - oca selvatica; shēng - suono; duàn - rompersi; cán residuo; yún - nuvola; bì - azzurro; bèi - alle spalle; chuāng - finestra; xuě - neve; luò - cadere; lú - camino; yān - fumo; zhí - diritto su; zhú - candela; dǐ - sfondo; fèng - fenice; chāi - fermacapelli; míng - chiaro, luminoso, brillante; chāi fermaglio; tóu - capo; rén - uomo; shèng - vittorioso; qīng - leggero, frivolo; jiǎo - corno; shēng - suono; cuī - affrettare; xiǎo - alba; lòu - gocciolamento; shǔ aurora; sé - colore; huí - tornare; niú dǒu - stelle di due costellazioni; chūn primavera; yì - idea, desiderio; kàn - vedere; huā - fiore, bocciolo; nán - difficile; xī - occidente; fēng - vento; liú - rimanere; jiù - ato; hán - freddo, rigido.
schema metrico: “Bodhisattva barbaro”
Le oche sono tornate, le loro strida ora cessate¹,
le ultime nuvole sono come di giada,
fuori la finestra scende la neve,
il fumo dell’incenso sale su diritto.
Brilla il fermaglio-Fenice al lume di candela
e attaccate al fermaglio e ai capelli
le frivole figure dell’uomo vittorioso².
Il suono del corno affretta la discesa dell’alba
e al color dell’aurora si partono le stelle dell’Orsa³.
Vano è il mio desiderio di primavera, di scorgere fiori,
il vento dell’ovest è ancora freddo
come nei giorni ati.
1. Poesia scritta all’inizio del 1129 a Jankang (Nanchino) dove la poetessa ha raggiunto da quasi un anno il marito sindaco della città. Hanno dovuto superare il duro periodo dell’invasione delle tribù nordiche che ha spazzato via la prima dinastia Song e ha distrutto anche la loro casa. Con la ricostituzione della dinastia al Sud, è un breve periodo di relativa tranquillità..
2. Riferimento alla festa del renri, giorno della creazione dell’uomo; tradizionalmente si tagliavano figurine d’oro, di seta o di carta colorata che si mettevano come decorazioni tra i capelli o attaccate ai paraventi.
3. Il gocciolare dell’alba fa riferimento all’antica misura del tempo con clessidre ad acqua; invece di stelle dell’Orsa sarebbe più corretto dire stelle del Capricorno e del Sagittario.
[12]
pú sà mán fēng róu rì bó chūn yóu zǎo jiá shān zhà zhuó xīn qíng hǎo shuì qǐ jué wēi hán méi huā bìn shàng cán. gù xiāng hé chù shì wàng liǎo chú fēi zuì chén shuǐ wò shí shāo xiāng xiāo jiǔ wèi xiāo
fēng - vento; róu - molle, dolce; rì - sole; bó - sottile; chūn - primavera; yóu proprio come; zǎo - primo mattino; jiá shān - indumento foderato; zhà all’improvviso; zhuó - indossare; xīn qíng - stato d’animo; hǎo - buono; shuì coricarsi; qǐ - alzarsi; jué - svegliarsi, percepire; wēi - piccolo, esiguo; hán freddo; méi huā - fiore di susino; bìn - tempia; shàng - su; cán - mancante; gù xiāng - paese natale; hé - che; chù - luogo; shì - giusto; wàng - dimenticare; liǎo - finire; chú fēi - eccetto che; zuì - ubriaco; chén shuǐ - un incenso pregiato; wò giacere; shí - tempo; shāo - bruciare; xiāng - aroma; xiāo - svanire; jiǔ - alcol; wèi - ancora non; xiāo - scomparire.
schema metrico: “Bodhisattva barbaro”
Che piacevole stato d’animo¹
con questo sole mite e dolce vento
primavera come un primo mattino
e indossare di nuovo il vestito leggero.
Mi sono coricata mi alzo e svegliandomi
un po’ di freddo ha fatto apire
il fiore di susino tra i capelli.
Dov’è il paese della mia infanzia²?
Dimenticato, se non sono ubriaca.
L’incenso prezioso³ ha bruciato
tutta la notte,
il suo profumo ora è svanito,
gli effetti dell’alcol non ancora.
1. La poetessa ha circa 45 anni. Quando scrive questa poesia, all’inizio della primavera, Li e il marito si stanno accingendo ad un nuovo trasferimento al sud dove egli assumerà un nuovo incarico, ma sarà proprio in questo viaggio che il marito si ammalerà e morirà.
2. La nostalgia è proprio anche per l’epoca felice della propria patria a cavallo tra undicesimo e dodicesimo secolo.
3. Un incenso fatto con legni resinosi di alberi del genere Aquilaria originari dell’India.
[13]
zhè gū tiān hán rì xiāo xiāo shàng suǒ chuāng wú tόng yīng hèn yè lái shuāng jiǔ lán gèng xǐ tuán chá kǔ mèng duàn piān yí ruì nǎo xiāng qiū yǐ jìn rì yóu cháng Zhόng xuān huái yuǎn gèng qī liáng bù rú suí fèn zūn qián zuì mò fù dōng lí jú ruǐ huáng
hán - freddo; rì - sole; xiāo xiāo - fischiare, desolato; shàng - salire; suǒ chiudere a chiave; chuāng - finestra; wú tóng - albero parasole; yīng - dovere; hèn - odiare; yè - notte; lái - venire; shuāng - gelo; jiǔ - alcol; lán - esausto; gèng - ancora più; xǐ - piacere; tuán chá - tè solido; kǔ - amaro; mèng - sogno; duàn interrotto; piān - inclinato; yí - adatto; ruì - propizio; nǎo - cervello; xiāng fragranza; qiū - autunno, tempo del raccolto; yǐ - già; jìn - finito; rì - giorno; yóu - tuttora; cháng - lungo; Zhόngxuān - nome proprio; huái - pensare; yuǎn lontano; gèng - ancora più; qī - afflitto; liáng - deluso; bù - non; rú - come; suí seguire, conformarsi; fèn - doveri; zūn - suo; qián - davanti; zuì - ubriaco; mò non; fù - perdere, portare il peso; dōng - est; lí - siepe; jú - crisantemo; ruǐ stame, pistillo; huáng - giallo.
schema metrico: “il cielo e il francolino”
Un sole freddo sale tetramente¹
sulle finestre serrate
gli alberi parasole devono aver odiato
queste notti gelate.
Dopo l’alcol ora mi piace l’amaro del tè tuan²
e sono incline col sogno svanito
a fragranze propizie alla mente.
Il tempo del raccolto è già finito
ma le giornate ancora lunghe e lente,
ed io sono afflitta e delusa più di Zhongxuan³
e della sua nostalgia per la patria lontana.
Allora preferisco ubriacarmi davanti al calice
liberamente
e non deludere i crisantemi dal pistillo giallo⁴
della siepe a oriente.
1. Questa poesia e le seguenti sono successive alla morte del marito.
2. TuanCha: tè nero compresso dello Yunnan, arrotolato in foglie di palma in modo da formare cinque palline, ciascuna sufficiente a preparare 1,5 litri di tè. Si presenta anche in forma di biscotto, in questo caso per preparare la tisana.se ne rompe un pezzetto.
3. Poeta del 200 d.C., uno dei sette maestri dello stile Shi detto Jian An, noto per un poemetto in cui esprime tutta la sua nostalgia per la patria lontana.
4. Il crisantemo simbolo di gioia e festa nella cultura cinese.
[14]
nán gē zǐ tiān shàng xīng hé zhuǎn rén jiān lián mù chuí liáng shēng zhěn diàn lèi hén zī qǐ jiě luó yī liáo wèn yè hé qí cuì tiē lián péng xiǎo jīn xiāo ǒu yè xī jiù shí tiān qì jiù shí yī zhǐ yǒu qíng huái bú sì jiù jiā shí
tiān - cielo; shàng - su; xīng - stella; hé - fiume; zhuǎn - ruotare; rén - persona; jiān - in mezzo; lián - tenda; mù - velo, cortina; chuí - abbassarsi; liáng - freddo; shēng - nascere; zhěn - guanciale; diàn - stuoia di fibre intrecciate; lèi - lacrime; hén - traccia; zī - creare; qǐ - alzarsi; jiě - slacciare; luó - garza di seta; yī vestito; liáo - semplicemente; wèn - domandare; yè - notte; hé - chi, che; qí esso; cuì - verde smeraldo; tiē - appiccicare; lián péng - capsula del fiore di loto; xiǎo - piccolo; jīn - metallo, oro; xiāo - fondere; ǒu - radice di loto; yè - foglia; xī - diradato; jiù - ato; shí - tempo; tiān qì - tempo (meteorologico); jiù ato; shí - tempo; yī - abito; zhǐ - solo; yǒu - avere; qíng - sentimento; huái - nostalgia; bú - non; shì - simile; jiù - ato; jiā - famiglia; shí - tempo.
schema metrico: “canto del Sud”
In cielo ruota il fiume delle stelle¹
qui tra noi le cortine son legate.
S’insinua il freddo nella stuoia intrecciata
e nel cuscino di lacrime rigato.
Mi alzo e slaccio il vestito di seta,
pigramente mi chiedo a che punto è la notte.
La piccola capsula del fiore di loto
è colorata di verde smeraldo
le sparse foglie hanno riflessi d’oro².
Il cielo e l’aria son come nel tempo antico
gli abiti come nel tempo ato
ma solo sentimenti e nostalgia
non son più simili
al tempo famigliare del ato.
1. La poetessa ha circa 45 anni, è notte e ripensa alla sua antica casa, alla sua famiglia.
2. Riferimento ai ricami del vestito che si è appena tolto.
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yì qín é lín gāo gé luàn shān píng yě yān guāng bό yān guāng bό qī yā guī hòu mù tiān wén jiǎo duàn xiāng cán jiŭ qíng huái è xī fēng cuī chèn wú tóng luò wú tóng luò yòu huán qiū sè yòu huán jì mò
lín - vicino, di fronte; gāo - alto; gé - padiglione; luàn - disordine; shān montagna; píng - pianura; yě - selvaggio; yān - foschia; guāng - luce; bό - sottile; yān - foschia; guāng - luce; bό - sottile; qī - appollaiarsi; yā - corvo; guī ritornare; hòu - dietro; mù - tramonto; tiān - giorno; wén - sentire; jiǎo - corno; duàn - rompere; xiāng - aroma; cán - rimanente; jiŭ - alcol; qíng - sentimento; huái - nutrire; è - malvagio; xī - occidente; fēng - vento; cuī chèn - affrettare; wú tóng - platano cinese; luò - cadere; wú tóng - platano cinese o parasole cinese; luò - cadere; yòu - di nuovo; huán - ancora; qiū - autunno; sé - colore, scenario; yòu - di nuovo; huán - ancora; jì mò - solo, solitario.
schema metrico: “ricordando la bella Qin”
Di fronte all’alto padiglione¹
monti in disordine e pianure selvagge
in una sottile lucente foschia.
In una sottile lucente foschia
tornano i corvi al loro nido
e s’ode il corno al tramontar del giorno.
Residua la fragranza scarso il profumo²
in petto ho sentimenti malvagi,
il vento d’occidente si affretta
e il parasole perde le sue foglie.
Il parasole perde le sue foglie,
di nuovo ancora l’autunno si colora
di nuovo ancora la quieta solitudine.
1. Salita sull’alto padiglione, la poetessa riprova i contrastanti sentimenti di amore e odio per l’autunno che ritorna.
2. La fragranza dell’incenso che sta finendo di bruciare, il profumo del vino che scarseggia. In una prima versione del testo cinese si ripeteva xiāng nelle due accezioni di fragranza e profumo.
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sù zhōng qíng yè lái chén zuì xiè zhuāng chí méi è chā cán zhī jiǔ xǐng xūn pò chūn shuì mèng duàn bù chéng guī. rén qiāo qiāo yuè yī yī cuì lián chuí gēng nuó cán ruǐ gēng niān yú xiāng gēng dé xiē shí
yè - notte; lái - venire; chèn zuì - ubriaco; xiè - rimuovere; zhuāng - trucco, ornamenti; chí - tardi, lento; méi - susino; è - gambo e calice; chā - infilare, inserire; cán - incompleto, rimanente; zhī - ramoscello; jiǔ - alcol; xǐng riprendere coscienza; xūn - affumicato; pò - rotto; chūn - primavera; shuì dormire; mèng - sogno; duàn - spezzare; bù - non; chéng - riuscire; guī ritornare; rén - persona; qiǎo qiǎo - in quiete; yuè - luna; yī yī - riluttante a partire; cuì - verde smeraldo; lián - cortina; chuí - pendere; gēng - rintocco; nuó muovere; cán - rimanente; ruǐ - stami, pistillo; gēng - rintocco; niān - prendere con le dita; yú - residuo; xiāng - aroma, profumo; gēng - rintocco; dé - ottenere; xiē - un po’; shí - tempo.
schema metrico: “raccontare sentimenti intimi”
Viene la notte e oramai ubriaca
tolgo lentamente il mio trucco
e il ramoscello incompleto
dei fiori di susino dai capelli.
Mi riprendo dall’alcol ma i suoi fumi
disturbano il sonno di primavera
anche il sogno è interrotto
e non può più tornare.
Gli uomini sono in quiete
la luna indugia a partire
e la tenda smeraldo
pende giù a terra.
Rintocco¹ - prendo ciò che rimane del fiore;
rintocco - lo carezzo con le dita,
ne rubo il profumo;
rintocco - cerco di guadagnare
un breve lasso di tempo.
1. è il suono del aggio dell’ora, che il messo comunale diffondeva nelle ore notturne, percuotendo un pesce di legno.
[17]
tān pò huàn xī shā bìng qǐ xiāo xiāo liǎng bìn huá wò kàn cán yuè shàng chuāng shā dòu kòu lián shāo jiān shú shuǐ mò fēn chá zhěn shàng shī shū xián chŭ hǎo mén qián fēng jǐng yŭ lái jiā zhōng rì xiàng rén duō yùn jiè mù xī huā
bìng - malattia; qǐ - riprendersi; xiāo xiāo - desolato; liǎng - coppia; bìn - tempie; huá - chiaro; wò - distendersi; kàn - guardare; cán - mancante; yuè - luna; shàng - salire; chuāng - finestra; shā - mussola; dòu kòu - cardamomo; lián - unire; shāo - seme; jiān - bollire; shú - cotto; shuǐ - acqua; mò - non; fēn - diviso; chá tè; zhěn - cuscino; shàng - su; shī - poesia; shū - libro; xián - tempo libero; chŭ trovarsi; hǎo - bene; mén - porta; qián - davanti; fēng jǐng - panorama; yŭ pioggia; lái - venire; jiā - eccellente; zhōng rì - tutto il giorno; xiàng - direzione; rén - persona; duō - molto; yùn - fermentare; jiè - tappeto; mù xī - osmanto; huā - fiore.
schema metrico: “lavare con sabbia di corrente”
(nuova versione)¹
Mi sto riprendendo dalla malattia,
desolata scopro fiori nelle mie tempie²
mi rilasso a guardare la luna crescente
che sale sulla mussola della finestra.
Oggi cardamomo³
tisana di semi in acqua bollente,
e fare a meno del tè.
Mi fa bene are il tempo libero
distesa sui cuscini con un libro di poesie,
il panorama fuori della porta
dopo la pioggia è magnifico,
e tutto il giorno davanti a me
il tappeto inebriante
dei fiori⁴ d’osmanto.
1. Con aggiunta di un quarto verso breve alla fine della strofa.
2. Qualche capello bianco (fiori è una piccola licenza).
3. Erba medicinale utilizzata per alleviare disturbi di stomaco le cui proprietà sono ridotte dall’assunzione di tè.
4. Piccoli fiori con un profumo molto intenso.
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qīng píng lè nián nián xuě lǐ cháng chā méi huā zuì nuó jìn méi huā wú hǎo yì yíng dé mǎn yī qīng lèi jīn nián hǎi jiǎo tiān yá xiāo xiāo liǎng bìn shēng huá kàn qǔ wǎn lái fēng shì gù yīng nán kàn méi huā
nián nián - anno dopo anno; xuě - neve; lǐ - dentro; cháng - spesso, di solito; chā - infilare; méi huā - fiore di susino; zuì - ubriaco, inebriato; nuó - accarezzare; jìn - al massimo; méi huā - fiore di susino; wú - senza; hǎo - buono; yì - umore; yíng dé - ottenere, guadagnare; mǎn - pieno, intero; yī - abito; qīng - trasparente; lèi lacrima; jīn nián - quest’anno; hǎi - mare; jiǎo - angolo; tiān - cielo; yá - confine; xiāo xiāo - fischiare del vento; liǎng - entrambi; bìn - tempia; shēng - crescere; huá - chiaro; kàn qǔ - giudicare; wǎn - sera; lái - venire; fēng - vento; shì tendenza; gù - per cui; yīng - consentire; nán - difficile; kàn - vedere, curarsi; méi huā - fiore di susino.
schema metrico: “gioia della tranquillità e della pace”
Per anni e anni nella neve¹
spesso infilavo tra i capelli fiori di susino
e ne restavo inebriata.
Dopo insensatamente
stringevo fiori di susino
e l’intero abito era trasparente di lacrime.
Da ogni angolo del mare ai confini del cielo²
fischiano i venti quest’anno,
sulle mie tempie crescono capelli bianchi.
Se guardo la tendenza
dei venti serali in arrivo
difficilmente credo mi sarà possibile
curarmi ancora dei fiori di susino.
1. Questa poesia riassume tutta la vita della poetessa, dai primi anni felici agli anni della solitudine, al crollo dell’impero e agli ultimi incerti anni della sua esistenza. Nello stesso tempo è una testimonianza della levatura civile e culturale di Li Qingzhao che dai semplici atti della vita quotidiana sa alzare lo sguardo fino al livello dei destini del proprio Paese: nelle ultime due strofe sono adombrate le ulteriori difficoltà che dovrà patire in futuro.
2. Fin dagli angoli più remoti della Terra. È interessante notare che xiao xiao significa anche nitrire dei cavalli. Si potrebbe dire quindi che quasi si sente arrivare dai più lontani confini dell’impero il fremito dei cavalli degli invasori.
Alcune poesie di diverso stile
Come accennato nell’introduzione Li Qingzhao aveva scritto anche molti volumi di poesie nello stile classico Shi, ma queste in gran parte sono andate perdute.
Nelle pagine seguenti Lei Chen ne presenta alcune delle poche giunte fino a noi nelle quali si può gustare il differente tono e anche differente contenuto associati al genere Shi. C’è meno flessibilità nel verso che ha un numero di caratteri fisso e nella strofa che ha otto o sedici versi. Le poesie Shi trattano poi per lo più di temi filosofici, o storici, o patriottici.
Si può dire che l’importanza raggiunta dal genere Ci nella letteratura cinese sia dovuto in gran parte proprio alla grandezza, alla perfezione stilistica e all’eleganza massima della poetessa Li Qingzhao che seppe renderlo uno strumento, flessibile e nello stesso tempo rigoroso, attraverso il quale innovò profondamente, nella forma e nei contenuti, la poesia classica.
Una particolarità delle poesie Ci è che riportano all’inizio del testo il riferimento allo schema metrico utilizzato, essendo questo scelto tra diverse centinaia.
Di questo diverso stile Shi si riportano tre esempi: un verso singolo rimasto in una citazione e due piccoli componimenti nella metrica detta della ”frase tronca”.
1.
Le emozioni della poesia sono come la gazza di notte, dopo aver fatto tre giri ancora non si acquieta.
2. chūn cán hé shì kǔ sī xiāng bìng lǐ shū tóu hèn fà cháng liáng yàn yǔ duō zhōng rì zài qiáng wēi fēng xì yì lián xiāng
Oltre che per la primavera che finisce come mai
si soffre tanto per la patria lontana?
Come per la persona malata pettinarsi i capelli, l'odio è
un sentimento che dura a lungo.
Le rondini sul tetto sussurrano tutto il giorno,
la brezza porta profumo di rose attraverso la tenda.
3. shēng dāng zuò rén jiè sǐ yì wéi guǐ xióng. zhì jīn sī ziàng yǔ bù kěn guò jiāng dōng
Vivo, devi essere eccellente tra gli uomini¹,
morto, devi essere eroe tra i fantasmi.
Fino ad oggi ancora penso a Xiang Yu²
che rifiutò di are sulla riva est del fiume.
1. Poesia vigorosa in cui non appare la femminilità sempre presente nelle poesie Ci di Li Qingzhao. La metrica è , “strofa tronca”, utilizzata anche da Meng Haoran e Libai.
2. XiangYu (232-202 a.C.) guidò la sollevazione contro la tirannia Qin e fondò il regno di Chu. Sconfitto da un altro generale, rifiutò di fuggire attraversando il fiume Azzurro e si suicidò con la sua spada. È rimasto simbolo di dignità. Il vincitore, Liu Bang, che fondò poi la prospera dinastia Han, è invece rimasto soprattutto simbolo di scaltrezza.
Questo volumetto ha preso spunto dall’invito che mi era stato rivolto dal Gruppo “Saffo e le altre” di presentare la poetessa cinese Li Qingzhao nel reading tenuto all’interno del NettunoFotoFestival 2014. Ringrazio per questo in particolare Dona Amati, ideatrice del Gruppo “Saffo e le altre”, Sandra Collauto, curatrice del reading e referente locale del Gruppo, e Lisa Bernardini, ideatrice e curatrice del FotoFestival. SS
INDICE
Poesie di stile Ci
01 - - Una spruzzata di pioggia
02 - - L'altalena
03 - - S'alza il vento
04 - - Un piccolo cortile
05 - - I giorni del cibo freddo
06 - - Primavera morente
07 - - Non permettere
08 - - Una leggera nebbiolina
09 - - Tutta sola
10 - - Il vestito di seta
11 - - Le oche son tornate
12 - - Un piacevole stato d'animo
13 - - Un sole freddo
14 - - Il fiume delle stelle
15 - - Sull'alto padiglione
16 - - Viene la notte
17 - - Convalescenza
18 - - Per anni e anni
Alcune poesie di stile Shi
Questo Volumetto