Copyright © 2012 Youcanprint Self-Publishing Via roma 73 - 73039 Tricase (LE) Tel. 0832.1836509 Fax. 0832.1836533
[email protected] www.youcanprint.it
Titolo | Pensieri e Parole scorrono ... Autore | Simone Leandrini Illustrazione di copertina a cura dell’autore ISBN | 9788867514434 Prima edizione digitale 2012
Questo eBook non potrà formare oggetto di scambio, commercio, prestito e rivendita e non potrà essere in alcun modo diffuso senza il previo consenso scritto dell’autore. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata costituisce violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla legge 633/1941
Pensieri e parole
scorrono....
Premessa
Questa pubblicazione è fondamentalmente un insieme di alcuni scritti personali fatti nel corso del tempo; amante di un certo tipo di scrittura, mi è sempre piaciuto poter incidere i miei pensieri su qualcosa che restesse vivo e vero nel tempo; scrivere per me rappresenta il modo di poter esprimere ciò che al proprio interno riusciamo a percepire.
Perchè delle volte quando le parole vengono messe su carta, esse restano nel tempo; ma se l'inchiostro con le quali si scrivono proviene dal nostro cuore, allora assumerà il colore del nostro sangue e quelle parole resteranno impresse non solo nella mente ma anche nel nostro cuore; ecco perchè ho scelto la penna ad inchiostro come copertina di questa piccola pubblicazione.
Alla mia vita......
Più dell'amore può esservi ?
Parea che negli ultimi tempi il mio pensiero cerchi congiura contro di me, forse tutto frutto del mio cuor alleatosi al pensiero. A lungo e per lungo andar ho cercato confronto con altre menti, ma, tant’è che strana dev’essere l’idea, che nessuno la riconosce anche sua. Ch’io sia pazzo allora? Forse senza capire nel mio conscio qualcosa è mutato, e, fino ad un tal delirio mi ha accompagnato; un delirio del quale trovar risposta e spiegazione potrebbe comportar di diverse tesi la propria negazione. Chiedo a te buon Padre, visto che oramai a più nessun so chiedere; esiste, è esistito o esisterà, un sentimento che possa essere più grande dell’Amore?! Perchè nelle ultime tornate tra sole e luna, quando essa accompagna i miei pensieri, e rende omaggio agli innamorati, sostengo di aver osato più che l’Amore da. Che non sia una sacrilegio codeste mie parole, ma in te buon Padre, vorrei capire se possibile potea esser quel mio sentimento, se realmente può esistere, o se innocente error del mio cuor.
A tutto il mondo e le sue cose spiegazione cerchiamo di dar, così io faccio a questa vicenda, per quanto astratta possa sembrar.
Nel mio cuor risiede forte e leggiadra la massima secondo cui l’Amore che unisce due persone trovi nell’Atto la sua completa realizzazione ed espressione; ch’io sia pazzo, ch’io abbia perso la mia idea, ch’io rifiuti l’Atto, ma giuro Padre mio che, dinanzi al tal momento io lo rifiutai. Ebbi rifiuto di tal gesto secondo il qual per il mio cuor avrei scalfito una purezza in fronte a me tanto bella e tanto magnificente, che non si potea sfiorar col tatto della mano, ma, piuttosto adorar con la propria anima. Ella Padre mio non parea solo di bellezza, e tra noi non movevamoci solo d’Amore, quella purezza in lei non avrei potuto infrangerla attraverso l’Atto, che agli occhi miei è divenuto fine e mezzo non di massimale espressione dell’Amore. Al cospetto di codeste parole, dimmi almeno te Padre se io poscia aver osannato un tal sentimento più grande dell’Amore.
Istinto e ragione...amore del sapere, meraviglie della vita!
Sembra che istinto e ragione non possano andar d’accordo, e ammetto che io stesso lo sostengo; in queste brevi righe voglio però portarvi a riflettere che forse proprio non è così; e che magari qualcuno riesce pure a legar in se e con altri, creando un qualcosa di assolutamente meraviglioso alla e per la vita.
Uomo, e lo si è perché si pensa; e difatti codesto è un mio pensiero, certo non ritengo che dalla ragione mi dispensa, mi piacerebbe però accostare al razionale, dell’istinto, di quello vero. Ardua impresa, cosciente che sia forse impossibile, ma di fatto se non si vive di semplice respiro, perché mai non voler e non poter far ciò che tutti credono inammissibile, la storia insegna di chi di tanto pensiero viveva, io stesso li ammiro. Non è forse dir verità nel sostenere che coloro i quali si sono spinti oltre la comune credenza, han potuto trovare cose agli altri inimmaginate, o anche solo ipotizzate, eppur costoro qual si voglia volte son stati persino accusati, come di loro demenza, ma avete mai avuto sentore che le loro anime si siano a tutto ciò piegate? Ecco che porto alla luce il mio pensiero, unisco istinto e ragione,
o perlomeno provo in questa avventura, ala fine non dovrò che ascoltar quel che testa e cuore mi pone, ma signori miei, laddove fallissi, prego di non mettermi sotto tortura, magari è stata solo una sventura! Mi soffermai a rifletter della pienezza della vita, delle cose e dei valori di cui essa si nutre, difficile riuscire a dire come essa sia concepita, pensate specialmente a come descrivere quelle persone tanto neutre, che ci accorgiamo subito come non si debba cercar tale concezione, ma piuttosto, una linea di guida che sia di rivelazione. Ammetto che nemmeno sapei da dover partire, un punto di inizio veniva a mancare, ma non potevo certo cominciare adesso a soffrire, nemmeno un o mosso e già cominciavo ad arrancare. La questione poneva una difficile soluzione, ed al più presto immediata, prima che mi assalissero i demoni della depressione, non avevo certo intenzione di combattere una guerra a tutti i costi scongiurata. Così pensai, se un punto d’inizio non avrei trovato, tanto valeva osservare ciò che non avevo, perché delle volte quando non si trova qualcosa è bene soffermarsi su ciò che non si ha piuttosto che rimettersi al fato,
che per quello, allo mio modo di pensar, nessuno dovrebbe essergli allievo. Se non trovavo ciò che riempe la vita, beh, era il caso di cercar in ciò che la svuota, in ciò che più delle volte l’ha addirittura zittita, per coloro che credono che essa sia un semplice girare di una ruota. Riflettei dell’amor e dell’amicizia, di cose buone e di quelle al palato fragorose come una primizia, di quelle tanto desiderate e di quelle così tanto osannate, di ciò che la comune credenza le proprie anime renderebbe tranquillamente dannate. Non riesco ad essere abbastanza ipocrita da smentire del piacere in me in questi pensieri, non nascondo certo che essi possano portare un qualcosa, ma soffermandosi a fondo capisci che in realtà non li veneri, ed è semplice il perché, tutto ciò nella tua vita niente di pesante in realtà posa.
Certo che si può godere di tante cose, farlocche e non, gioiose e tristi, belle e brutte, delle volte ci si può pure adagiar sugli allori o su una nube priva del senso, ma ad un certo momento la vita chiede altro, come lo stomaco che non va avanti di sole pastasciutte, anch’essa presenta il proprio conto; almeno, io lo penso. Se però non si ha mai dato alle cose più vere adito,
come potremmo andar pari alla vita ed essere soddisfatti, anche solo in parte, e tu che leggi, è inutile che nasca in te senso di infastidito, menti a tutti e chi vuoi, ma non pensar, mentir a se stesso è la peggior delle carte. Dal momento che odio dover are una vita di normalità, dal momento che desidero vivere nella pienezza ciò che è possibile, non son qua per spiegare il giusto o lo sbagliato, o sia mai un’abilità, ma piuttosto penso nel porre istinto e sentimento come qualcosa di infallibile. Mai esisterà, certo nessuno lo potrà essere, nessuno mai avrà certezze in simili sfere del pensiero, ma posso assicurarvi che di cose ne ho viste, concrete e vere, mai però vidi fare all’amore il sapere di due persone nel loro desiderio. Il confronto e l’analisi, la parola e l’ascolto, due persone che avendo vissuto e vivendo, a pochi centimetri dal loro volto, e nemmeno rendersi conto di ciò che stava accadendo. Una meraviglia siffatta è difficile da trovare, e quando la si ha davanti agli occhi nostri, non ci credi, dovresti cercar di scongiurare, come se tu combattessi contro i mostri. Mostri non sono però, e lo si sa bene,
vogliamo come essi dipingerli perché il senso delle cose vere e belle abbiam perso, e vediamo in ciò delle cose oscene, quando invece abbiamo davanti a noi qualcosa in grado di mandare aventi un intero universo. Il parlar tra le persone, lo scambio del loro sapere, chiunque potrebbe farlo, ma in pochi vi si dedicano, altri invece vi fanno l’amore e non crediate, non ho commesso errore di confondere; ho veduto veramente le loro culture che di amore si assalivano. Questo è il pieno delle cose e delle questioni, che ti riempono nella vita ma soprattutto nell’anima, non pensate che siano impressioni, vi garantisco io, che queste sono del vuoto della vita la nemica più acerrima. Così domando a lor signori, se due persone di siffatta elevatura arrivano a far il loro sapere amoreggiare, di quale altri poteri non oso immaginare possano essere detentori, certo è che, istinto e ragione almeno un poco debbono saper come tra loro legare.
Sulla via della perdizione incontrai cosa e persona che smosse i miei pensieri dalla loro tristezza
Camminavamo in due, lasciando dietro di noi orme a quattro, sentivamo la vita in noi, per noi, più alti di tutto, uniti affrontavamo ogni possibile spettro, vivevamo la vita con l’agilità che nel cader ha un gatto; le cose e le persone ci ruotavano attorno, e noi, incoscienti, andavamo avanti, senza saper di esser per una strada buia a fari spenti. L’amor carpiva occhi, mente e cuore, la vita era in me per te e per noi senza altro, non il tempo, ma i battiti del cuore a scandir il are delle ore, legati insieme da cosi tanto forte ed inscalfibile come l’alabastro; vedevamo un futuro, il nostro futuro, non vedevamo però quanto intorno fe scuro. Viandante solitario su questa strada che percorrevo ora sono, no Signore, non c’è altri al mio seguito, ma non fraintenda il mio pensiero, non vado a cercar perdono, ne credo di aver errato in quel che per tempo ho concepito; non ho e non do colpe all’avvento del dolore,
si sa dai tempi dei tempi che solo nei libri d’Amore si muore. Piuttosto lei, che la mia strada incrocia, se ne stava li su del ciglio come ad attendere, posso chiederle chi o cosa attenda per questa via, non ano in molti per quel che la mia esperienza mi ha fatto vedere; anche lei si è fermato, dopo tanto esser stato amato? No caro mio, o si, in realtà, se sono qui fermo è perchè ho altro a cui pensare, nelle tue parole si scorge tanto di bontà, ma si capisce che non sai dove andare; la tua strada è questa che hai intrapreso, e porti con te di qualche fardello il peso. Il mio fardello Signore è la paura, in me sempre più forte, dopo tanto luce la mia vita si è fatta oscura, e l’aria in essa fredda come la morte; se il pensiero si ferma e vede più in la di questo sentiero, vorrei esser tanto dove prima ero.
Prostrati a me, apri la tua mente ma non il cuore,
da ciò che dici e porti, sai bene che esso non muore, di sentieri la vita ne offre, e quanti, son storti; essendo su questo non vedo perchè tu debba lasciarlo, dovresti riuscir tutto questo a vederlo. Signore lei parla bene e di gradite parole, ma se capisse e comprendesse ciò che ho sarebbe del mio avviso, se desidera le dirò ciò che mi duole, ma egli fece di una strana espressione il primo viso; non una risata, quanto piuttosto gesto di sapienza, come quando ha già la soluzione al problema l’uomo di scienza. ùFigliolo caro, che vuoi dire e sprecar fiato, io son fermo qua su di questa strada da tempo, e come te ero amato e beato, dopo molto però capii che qua avrei lasciato il mio stampo; se non fossi tornato a capire ho imparato, di quelle cose in cui a lungo ho sbagliato. Non me ne voglia Signore, non è mia intenzione offendere il suo pensiero, ne vorrei alludere al suo onore, ma dica lei se ciò che dico io e forse vero;
dopo cotanto vivere ed aver toccato il cielo con un dito con quella persona, non potrò mai trovarne altra che fino a tanto mi sprona. Sorrido perchè so, ma in ato non avrei saputo, e ammetto che, si, corretto è il tuo pensiero che mi hai narrato, certo che per te son dispiaciuto, ma non credere che sia il meschino giuoco del fato; piuttosto no capisco perchè tu voglia toccar di nuovo il cielo, e su tutto il resto stendi un pietoso velo. C’è un intero mondo da toccare, ogni persona che incontri te ne darà possibilità, chi la terra, chi il fuoco, chi la natura e chi il mare, e non è fatto in te di abilità;quanto capire in costoro quanto potranno offrire, ma se preferisci, io non te lo impedirò, di continuar lentamente a morire.
Pensieri di un anno che se ne va
Come tutti gli anni giunge il tempo in cui ci ritroviamo a pensare tutto ciò che abbiamo ato; gioie e e dolori, amori e amarezze, felicità e tristezza; cercando di fare un po’ il punto e dare un giudizio a questo anno che se ne va. Io voglio lasciare un breve pensiero, ed è rivolto a tutti, perchè ognuno nelle sue sfaccettature potrà rivedervisi dentro; cercherò di farlo in maniera poetica, dando ritmo e parole belle a sentirsi quanto a leggerle.
Signore lei mi chiede se in me felicità vi sia, difficile darle risposta su due piedi, dovendo rimembrare un anno che fra poco tempo se ne andrà via, però cercherò di accontentare quel che mi chiedi. Dove incominciar non saprei davvero, ma di buon tono erei per i momenti migliori, quelli che mi han reso sorridente e dinanzi ad altri fiero, quelli che porto in me belli come fiori. Ammetto la mia felicità di quei momenti, ammetto la mia paura nel poterli perdere, ammetto che li persi per eventi assai a me imponenti, ammetto che mi ò la voglia di ridere.
Mi han detto così va la vita, mi han detto vedrai che erà, ammetto di aver pensato che fosse finita, ammetto di essermi messo ad una finestra ed aver detto, poi ci si penserà…
Oh signore caro lei mi chiede giudizio di questo anno, mi pare cosa ovvia che sia solo una parte del mio cammino, e non voglio certo trarvi in inganno, penso solo che ho avuto e avrò chi mi sta vicino. Delle volte ho perso per strada queste persone, delle volte invece le ho trovate sul ciglio come ad aspettarmi, dal cuore le tolsi e non senza minar la mia ione, altre volte le accolsi pronto a di loro innamorarmi. E mentre io ricordavo e parlavo lei signore mi interruppe, caro mio, non ti giocar della tua anima e del tuo cuore, o la disperazione in te schiererà a gran voce le sue spietate truppe, e non cercar risposte in quello che è il tuo umore. Hai sentito il canto degli uccelli, e le campane della perdizione, ti sei rialzato come la musica si intona con i violoncelli, e di nuovo a terra sei caduto nella frustrazione.
Hai assaporato la vita ed hai visto come impera, hai chiesto ad essa sollievo, ma ti ha insegnato che ella non ti chiede cosa si desidera, e ti è venuto da dire che io solamente volevo….
a un altro anno, e altri eranno ancora, ma capisci bene figliolo che è solo una frazione, un singolo momento fino a quell’ora, in cui di te sarà fatta distruzione. Vivi la vita, nelle gioie e nei dolori, non darti mai per perso anche nei tempi più oscuri, troverai e perderai altri amici ed altri amori, ma tieni sempre viva la tua anima per sperare nei giorni futuri.