L’ANALISI STRUTTURALE E FUNZIONALE
Copyright 2012 - Andrea Scordino
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dedicato ad un chicco di grano
che ha visto crescere la sua spiga
“Se osserviamo e ascoltiamo le persone possiamo vederle cambiare a vista d’occhio. Si tratta di un mutamento completo che interessa simultaneamente l’espressione del volto, il lessico, il gestire, l’atteggiamento e le funzioni fisiche e che può provocare rossori al volto, palpitazioni cardiache o una maggiore frequenza respiratoria.
Questi mutamenti improvvisi si possono notare in chiunque: il bambino che scoppia in lacrime quando non riesce a far funzionare un giocattolo, l’adolescente il cui viso triste si illumina quando squilla finalmente il telefono, l’uomo che impallidisce e si mette a tremare quando gli giunge la notizia di un insuccesso commerciale, il padre che ‘impietrisce’ in volto allorché suo figlio lo contraddice.
L’individuo che subisce tali mutamenti rimane sempre la stessa persona, parlando di struttura ossea, pelle e abiti. Quindi, cosa cambia dentro di lui ? E quali sono i punti di partenza e di arrivo, nel cambiamento ? Thomas A. Harris “Io sono OK, tu sei OK”
“Se due persone si incontrano, prima o poi l’una si metterà a parlare e darà qualche segno di aver percepito la presenza dell’altra: questo è uno stimolo transazionale. “L’altra persona farà o dirà qualcosa in relazione a quello stimolo: questa è una risposta transazionale”. Sono le parole usate da Eric Berne, medico e psicoterapeuta americano, ideatore di una teoria della personalità, elaborata sulla base di una semplice e chiara analisi, della suddivisione dell’IO in tre stati e dello studio delle possibili transazioni tra due o più persone. Analisi transazionale è il nome dato da Berne, ma la si potrebbe anche definire Analisi delle comunicazioni interpersonali, poiché tende a rendere migliori e più costruttivi i rapporti con il prossimo. E’ un metodo razionale con il quale analizzare e studiare il proprio comportamento, che permette di essere coscienti della nostra mancanza di elasticità e, quindi, di porvi rimedio attraverso un più razionale uso dell’autocontrollo, significa mettere l’essere umano in contatto con quella parte di sé che gli è sconosciuta. L’attenzione viene tutta concentrata sulle qualità creative e non distruttive dell’uomo. Eric Berne, utilizzando un linguaggio estremamente semplice e quotidiano, ci ha offerto la possibilità di evitare l’identificazione affannosa, ossessiva, irrimediabile con il ruolo occupato nella vita. Tutti noi giungiamo ad un momento nel quale ci sentiamo spinti a voler dare una definizione di noi stessi; appunto per questo momento l’AT offre uno schema di riferimento che è facile comprendere ed utilizzare. Scopo di questo manuale è presentare l’AT e come essa consenta di prendere la nostra vita nelle nostre mani.
L'analisi strutturale
I cambi da uno stato ad un altro si manifestano nell’attitudine, nell’aspetto, nelle parole e nei gesti
questo sarà il tema o il principio che dovremo tenere durante tutta la lettura di questo manuale riflettiamo, intanto, sulla seguente domanda:
Chi sono io ?
e sulla difficoltà che riscontriamo nel conoscerci e definirci se ne abbiamo la possibilità, rivolgiamo la stessa domanda ad una terza persona: “chi sei tu?” e preghiamola di rivolgerci, a sua volta, tale domanda
per adesso una persona la disegneremo così; poi vedremo il perché
per analizzare la struttura della personalità secondo l’analisi transazionale, riflettiamo sul vocabolario e sul linguaggio corporale utilizzati da un genitore, soprattutto nei confronti dei figli, da un bambino e da una persona adulta rispondiamo, mentalmente, alle seguenti domande: quali parole e frasi tipo usa un “genitore” ? quali gesti o atteggiamenti adotta un “genitore”? quale è il tono di voce di un “genitore”? quali sono le espressioni del viso adottate da un “genitore”? quali sono le parole e frasi tipo di un “bambino”? quali i suoi gesti e atteggiamenti? quali le sue espressioni facciali? quali parole e frasi tipo adotta un “adulto”? quali sono i suoi gesti e atteggiamenti? quale é il tono della voce di un “adulto”? quali le espressioni del viso?
abbiamo visto sicuramente che c’è una parola, una attitudine o una condotta che possiamo definire da “genitore”, e così altrettanto per l’”adulto” o per il “bambino” possiamo, allora, iniziare a dare dei contenuti alla rappresentazione della persona che prima abbiamo disegnato
ai fini del manuale che andiamo leggendo, diremo che la personalità di un individuo è formata da tre parti differenti: GENITORE – ADULTO – BAMBINO
ciò lo esemplificheremo graficamente con le iniziali e emo i tre termini con la iniziale maiuscola per differenziarli da ciò che, normalmente, intendiamo per “genitore”, “adulto” e “bambino”
pertanto, ogni qual volta ci riferiremo ad una persona, emo questo diagramma:
ogni essere umano ha dentro di sé tre parti o persone: un Genitore, un Adulto e un Bambino
chiameremo queste parti Stati dell’Io: esse consistono in coerenti sistemi di pensiero e di sensazioni che si manifestano attraverso corrispondenti modelli di comportamento
esaminiamo i tre stati analizzandoli per le loro singole caratteristiche e peculiarità
L’Io Genitore
in questo stato dell’Io, noi pensiamo, agiamo, parliamo e reagiamo proprio come faceva uno dei nostri genitori quando eravamo piccoli il Genitore è un insieme enorme di registrazioni, contenute nel cervello, di eventi esterni, indiscussi o imposti, assorbiti da una persona durante gli anni dell’infanzia, un periodo che possiamo far coincidere all’incirca con i primi cinque anni di vita nel Genitore è registrato, come su di un “nastro magnetico”, tutto ciò che il fanciullo ha visto fare o udito affermare dai propri genitori, dalle persone che lo circondavano, dalla TV, ecc. tutti hanno un Genitore, poiché tutti hanno assorbito stimoli esterni nei primi cinque anni di vita ed è specifico di ognuno perché è la registrazione di quell’insieme di esperienze infantili unico di quella persona le informazioni presenti nel Genitore sono state assorbite e “in diretta”, senza alcuna mediazione le condizioni di dipendenza del bambino e la sua incapacità di elaborare significati tramite il linguaggio gli hanno impedito di apportare modifiche, correzioni o spiegazioni
nel Genitore sono tutte le ammonizioni, regole e norme di comportamento che il bambino ha raccolto dai propri genitori e che ha visto mettere in pratica da loro
vanno dalle primissime comunicazioni dei genitori, interpretate in modo non verbale attraverso il tono della voce, l’espressione del volto, la presenza o meno di vezzeggiamenti, alle regole e norme verbali più elaborate seguite dai genitori quando il piccolo è stato in grado di comprendere il significato delle parole dentro questo assieme di percezioni si incontrano le migliaia di “NO” rivolti al bambino, le occhiate di dolore o di orrore della madre quando il piccolo disegnò una casa sul migliore mobile della cucina, ruppe un vaso di valore, o “giocava” con un gatto furioso, ecc.
parimenti sono nel Genitore le moine compiaciute di una madre felice e le occhiate di gioia di un padre orgoglioso
in seguito vengono, e sono anch’esse , le osservazioni più complicate: “ ... non dire mai bugie ... “ “ ... un bravo omino finisce sempre il suo piatto ... “ “ ... non fidarti mai di un uomo ... “ “ ... che tu faccia o no, sarai sempre e comunque giudicato male ... “ “ ... frega per non essere fregato !! “ “ ... Il tempo è denaro ... “
“ ... mi è sembrata un’ottima idea fargli provare il rancio della caserma, così si abitua da piccolo a quello che lo aspetta !! “
la cosa importante è che tali norme, buone o cattive alla luce di una morale ragionevole, sono come assolute VERITA’ provenienti dalla fonte di ogni sicurezza, da quelli “alti due metri”, in un periodo in cui il piccolo, alto poco più di mezzo metro, ha tutto l’interesse ad essere buono ed ubbidiente si tratta di registrazioni permanenti ed incancellabili che sono pronte per il riascolto in ogni momento della vita
L’Io Bambino
in questo stato dell’Io, noi sentiamo, agiamo, parliamo e reagiamo proprio come quando eravamo di fatto un bambino o una bambina il Bambino non deve essere considerato “puerile” o “immaturo”, che sono aggettivi usati dal Genitore, ma proprio e solo “bambino”, cioè come un bambino di una data età, laddove l’età è il fattore determinante; è, quindi, di importanza fondamentale, per ognuno di noi, cercare di capire il proprio Bambino, non solo perché di accompagnerà per tutta la vita, ma anche perché costituisce la parte più preziosa della nostra personalità mentre venivano registrati gli avvenimenti esterni sotto la forma di quell’insieme di dati che abbiamo chiamato il Genitore, ha luogo simultaneamente un’altra registrazione, la quale fissa gli avvenimenti interni, le reazioni del piccolo a ciò che vede ed ode
questo insieme di dati visivi, uditivi, emotivi ed intellettuali è ciò che definiamo come “Bambino” dato che il piccolo non è in possesso di un dizionario durante le sue prime esperienze più critiche, la maggioranza delle sue reazioni consiste in stati d’animo dobbiamo tener presente la situazione del piccolo in questi suoi primi anni di vita il bambino corre, ride, gioca, si diverte, vive molte fantasie nel Bambino sono le innumerevoli, meravigliose “prime volte” della vita del piccolo: la prima volta che ha bevuto dall’idrante del giardino, che ha accarezzato un gattino, che ha afferrato il capezzolo della madre, che le luci si sono accese quando ha premuto l’interruttore, che ha ripescato la saponetta nella vasca da bagno.
Vale a dire tutte quelle cose che lo hanno fatto
STAR BENE
però il piccolo si sente, nel contempo, minuscolo, alla mercé degli altri, inabile, goffo, ecc. ravvisa la costante esigenza di chi lo fa rinunciare, specialmente i genitori, a quelle stesse soddisfazioni primarie: la ricompensa è l’approvazione dei genitori stessi anche uno sguardo “burbero” diretto verso la sua persona può produrre degli stati d’animo che vanno ad aggiungersi al suo bagaglio di impressioni negative che egli ha di sé stesso. “E’ colpa mia”; “Di nuovo!”; “E’ e sarà sempre così!”; “Non finirà mai”
Nei primi anni di vita si forma nel bambino l'idea che ha di se stesso e degli altri, tale idea costituirà l'impronta del suo destino a meno che non ne prenda consapevolezza e riesca almeno in parte a rettificarla. In tal caso aumenterà lo spazio di autonomia dai condizionamenti interni. La sua costruzione è derivata dai messaggi consci ed inconsci dei genitori e dal modo in cui il bambino ha reagito ad essi.
L’Io Adulto
in questo stato dell’Io, noi giudichiamo oggettivamente il nostro ambiente, valutiamo le nostre possibilità e probabilità di riuscita in base all’esperienza ata come il Genitore risponde automaticamente, così l’Adulto analizza; è la parte interna che arriva a conclusioni partendo dai dati e non dalle convinzioni o sensazioni l’Adulto è un computer di dati provenienti da tre fonti: il Genitore, il Bambino e i dati che l’Adulto stesso ha raccolto o sta raccogliendo
il bambino, nei suoi primi mesi di vita, non è in grado di scegliere tra le proprie reazioni, di manipolare il mondo circostante, gradualmente inizia a sperimentare diversi poteri: quello di piangere per ottenere qualcosa, di camminare, di parlare, di farsi capire, ecc. scopre di essere in grado di compiere qualcosa frutto della sua coscienza e di un pensiero originale attraverso il suo Adulto, il piccolo incomincia a distinguere le differenze tra la vita come gli è stata mostrata o insegnata (Genitore)
la vita come la sente, desidera o l’immagina (Bambino)
e la vita come la vede da sé stesso (Adulto)
la revisione dei dati del Genitore da parte dello Adulto incomincia molto presto
se scopre che i dati del Genitore sono degni di fiducia, si sente molto più sicuro se gli insegnamenti ed i consigli avuti dai genitori si basano sulla realtà, il piccolo, attraverso l’Adulto, inizierà a sperimentare un sentimento di integrità: quello che è stato sottoposto a verifica ha evidentemente superato la prova un’altra delle funzioni dell’Adulto è il calcolo delle probabilità
l’Adulto, in definitiva, funziona nella seguente maniera:
senza un genitore fisico il piccolo correrebbe molti rischi e senza il Genitore interno potrebbe rischiare la vita in più occasioni; questi lo difende contro numerosi pericoli che, non avendo alcuna esperienza, potrebbero anche causargli la morte
il pericolo, dal punto di vista del piccolo, risiede nel fatto che il padre lo picchierà o lo sgriderà; il pericolo reale sta, invece, nel giocare con medicinali che possono essere tossici o mortali per lui il piccolo, però, non possiede i dati necessari; in tal modo l’assimilazione degli ordini dei genitori può essere un indispensabile aiuto per la sopravvivenza tanto fisica che sociale del bambino riassumendo, possiamo dire che nel Genitore sono registrati i messaggi sulla vita così come essa deve essere vissuta (i valori); nell’Adulto le informazioni sugli elementi concreti e misurabili del mondo che ci circonda e sul modo di organizzarli (le procedure); nel Bambino le reazioni emotive naturali o apprese di fronte agli avvenimenti che sopravvengono (i sentimenti)
Tutti e tre gli aspetti della personalità hanno un grande valore per la sopravvivenza e per l’esistenza;solo quando l’uno o l’altro turba il sano equilibrio dell’individuo bisogna ricorrere all’analisi e alla riorganizzazione.
Altrimenti, Genitore, Adulto e Bambino hanno tutti diritto alla stessa considerazione ed hanno il loro legittimo posto in una esistenza piena e produttiva
Eric Berne
“Ciao! ... e poi?”
Aspetti positivi e negativi di ciascun stato dell'Io
abbiamo visto finora un modo di rappresentare la personalità dell’essere umano. Abbiamo anche detto che essa è formata da tre parti o stati differenziati e che ognuno di essi ha un modo tipico di sentire e comportarsi spesso, però, i tre stati si trovano in disaccordo, dato che una parte desidera una cosa e un’altra ne desidera una differente e, magari, la terza sconsiglia sia una cosa che l’altra.
Una delle finalità che ci proponiamo è quella di far lavorare le tre parti in piena armonia Sia chiaro: è necessario il Genitore è necessario l’Adulto è necessario il Bambino ciascuno di questi tre stati ha i suoi aspetti positivi e i suoi aspetti negativi esaminiamoli:
Genitore una delle caratteristiche negative è la mancanza di coerenza: i genitori dicono una cosa e ne fanno un’altra; dicono che fumare fa male, però essi fumano, ecc.
Bambino vediamo, ora, gli aspetti positivi e negativi dello stato dell’Io Bambino
caratteristica del Bambino “negativo” è quella di porsi domande a cui non cerca risposta o, per contro, acconsentire sempre senza porre domande altro comportamento è quello di ritenere soltanto gli altri come “validi” e considerarsi nullità ovvero non apprezzabile in tutte le occasioni
il Bambino “positivo” esprime fiducia in sé stesso, è aperto, riesce a gioire di piccole cose, è spontaneo e creativo, sa e vuole vivere con gli altri, ne sa apprezzare i lati positivi e coglie tutte le occasioni per rafforzare la sua presenza positiva nel gruppo, si affeziona e lo manifesta
in quanto allo stato dell’Io Adulto, diremo che il suo cattivo funzionamento o un suo mancato intervento possono essere considerati come NEGATIVI è infatti l’unico adatto quando si tratta di ragionare, di dedurre, di organizzare, di prevenire
Ricorda:
Le tre parti sono te stesso
Tutte e tre sono importanti
forse il Bambino è la più importante di tutte. Tu non puoi prescindere dal Bambino che è in te. E, d’altra parte, neppure ti conviene perché il Bambino è il più allegro. Il compito dell’Adulto consiste nel cercare di soddisfare le necessità del tuo Bambino senza crearsi dei problemi con il suo Genitore
Tecniche per riconoscere gli stati dell'Io
per riconoscerli: > osserva la tua condotta questo include il tuo atteggiamento, il modo in cui ti metti in piedi, seduto o cammini, la tua voce, le parole che usi, ecc. > osserva come ti comporti con gli altri il tono con il quale ti rivolgi loro, lo sguardo, il livello della voce, l’espressione del viso, la gestualità, ecc.
> investiga i tuoi primi anni, la tua infanzia ricorda il modo in cui parlavi, quando eri piccolo, e anche quello in cui parlavano i tuoi genitori. A volte ti renderai conto che stai parlando nello stesso modo in cui parlavi da bambino: in tal modo saprai che in quel momento sta parlando il tuo Bambino. In altre occasioni ti sentirai ripetere esattamente le stesse frasi che dicevano tuo padre o tua madre: e allora saprai che parli come Genitore
> analizza i tuoi sentimenti questa è la prova più importante: tu potrai sentire realmente quale tua parte è attiva in quel momento nel tuo interno
Contaminazioni Esclusioni Simbiosi
CONTAMINAZIONI
tutti siamo costituiti da tre parti che dobbiamo mantenere separate, altrimenti avremo dei problemi, anche gravi: una delle perturbazioni che si producono quando queste tre parti non restano separate la chiameremo “contaminazione dell’Adulto”
osserviamo in particolare il caso b)
questa zona di sovrapposizione della figura rappresenta la contaminazione dell’Adulto per dati in possesso e imposti dal Genitore, peraltro antiquati, non sottomessi a critica e che escono all’esterno come certi è quello che nell’Analisi Transazionale viene definito come “pregiudizio” (ad esempio: “usare la mano destra è meglio che essere mancino”, “gli operai quello che non desiderano mai è lavorare”, ecc.)
i pregiudizi nascono dalla prima infanzia, quando viene chiusa la porta alla sana curiosità su determinati temi, per opera di quei genitori che pretendono così di dare sicurezza ai loro figli: il piccolo non si azzarderà ad aprire quella porta per paura della ramanzina paterna
tutti sappiamo come risulta difficile ragionare con persone che hanno pregiudizi; dato che in queste persone il Genitore domina parte del loro Adulto ed esse arricchiscono di tutta una serie disparata di argomentazioni i loro pregiudizi per avvalorarne la consistenza per illogico che possa sembrare tale atteggiamento ubbidisce a rigide ragioni di sicurezza per conseguenza è impossibile eliminare il pregiudizio mediane un ragionamento da Adulto sul tema stesso della controversia l’unico modo per eliminare il pregiudizio consiste nel tener presente che non è più pericoloso essere in disaccordo con i propri genitori ed aggiornare il Genitore con i dati intervenuti dell’attuale realtà così dunque il trattamento consiste dopo tutto nel separare il Genitore dall’Adulto e ritornare a determinare i limiti tra di loro
osserviamo in particolare il caso c)
la zona di sovrapposizione rappresenta la contaminazione dell’Adulto da parte del Bambino: due dei sintomi più ricorrenti di questo tipo di contaminazione sono le “illusioni” e le “allucinazioni”
una illusione si basa sul timore. Una persona dice: “il mondo è brutto”; descrive il mondo tale e quale lo immaginava quando era piccolo: un bambino che abbia vissuto la propria infanzia temendo costantemente di subire maltrattamenti da parte di un genitore irritabile
“Niente da fare
Tutto è contro di me !!“
le allucinazioni sono un altro tipo di contaminazioni dell’Adulto da parte del Bambino una allucinazione è un fenomeno dovuto ad uno stato di angustia e tensione estrema nel quale, in qualche occasione del ato, è stata sperimentata una sensazione di abbandono, rifiuto o critica e che si è risolta in una sensazione interna del tipo “non hai nessuno” le illusioni e le allucinazioni si possono eliminare soltanto prendendo atto che le originarie minacce contro il bambino non esistono più: solo quando l’Adulto è stato decontaminato è possibile analizzare correttamente i dati della realtà
osserviamo in particolare il caso d)
si possono anche verificare doppie contaminazioni, vale a dire contaminazioni dell’Adulto sia da parte del Genitore che da parte del Bambino
in questi casi la situazione è davvero pregiudicata e la decontaminazione è davvero problematica
ESCLUSIONI
oltre alle contaminazioni, si può verificare che uno dei tre stati dell’Io permanga al controllo per un tempo eccessivo: in questo caso, la persona agirà “costantemente come Genitore” o “costantemente come Adulto” o “costantemente come Bambino”, in luogo di realizzarsi come un essere umano completo
questo problema viene definito come “Esclusione”; ciò si verifica, quindi, allorché vengano eliminati o esclusi uno o due degli altri stati dell’Io
un esempio tipico di Adulto contaminato dal Genitore e con il Bambino “escluso” è quello di un uomo ossessionato dal dovere, che rimane sempre a lavorare oltre l’orario, sempre occupato dagli affari, che si arrabbia con i componenti della sua fami glia che vorrebbero essere presi in considerazione
ciò si è verificato perché, nella sua esperienza, ogni volta che ha lasciato andare il suo Bambino a briglia sciolta si sono verificati problemi del tipo “Va in camera tua !” o “Quante volte te lo devo dire .... “ se poi il piccolo è stato premiato per il suo perfetto comportamento, il suo sforzo, il suo adempimento del dovere o per aver fatto esattamente ciò che gli era stato detto, allora la via della saggezza e della prudenza gli apparirà quella della totale conformità con il Genitore e del blocco completo degli impulsi infantili questo tipo di persona consente poca felicità al proprio Bambino.
Probabilmente nulla riuscirà a scatenare il suo Bambino libero, perché ne possiede uno molto piccolo però può essere aiutato a comprendere che la sua condotta con i suoi familiari non è giusta
se il suo Adulto glielo propone fermamente può andare a so con la famiglia, diminuire le ore di lavoro, ascoltare con attenzione e affetto (una caratteristica dell’Adulto) le fantasie dei suoi figli e partecipare alla vita della famiglia non riuscirà a cambiare il carattere del suo Genitore, né può crearsi un Bambino felice che non possiede, però può acquisire la comprensione, la visione chiara che gli consentiranno di costruirsi una vita soddisfacente
un Adulto contaminato dal Bambino e con il Genitore del tutto “escluso” costituisce un problema molto grave, particolarmente per la società. Questa posizione si verifica nelle persone i cui genitori, ovvero quelli che esercitarono tale funzione, furono tanto brutali e minacciosi o, all’estremo opposto, tanto stupidamente indulgenti, che l’unico modo di sopravvivere si dimostrò per il piccolo quello di “rigettarli fuori di sé” o di bloccarli. Escludere il Genitore che provoca dolore, significa peraltro escludere anche quello di buono che c’è nel Genitore. Questa persona non ha a disposizione, per la sua vita attuale, nessuna “incisione” che gli fornisca dati sulla condotta sociale, su quello che si “deve” o “non si deve” fare, norme culturali né in generale, tutto ciò che si riferisce alla coscienza, Un modo per determinare se una persona possiede un Genitore consiste nel determinare l’esistenza di sentimenti di calore, di rimorso, di turbamento, di colpevolezza. Questi sentimenti, che esistono nel Bambino, appaiono quando il Genitore “sgrida” il Bambino. Se tali sentimenti non esistono è probabile che il Genitore sia “escluso”
le persone che hanno l’Adulto “escluso” non sono in grado assolutamente di funzionare e, pertanto, non sono in contatto con la realtà (è il caso dei psicopatici).
SIMBIOSI
una forma particolare, assimilabile alle esclusioni, piuttosto frequente nell’ambiente lavorativo, è la SIMBIOSI Se i superiori gerarchici agiscono costantemente utilizzando i loro stati dell’Io G ed A (con esclusione del B), l’utilizzazione di questi due stati da parte dei loro subordinati viene ad essere scoraggiata: il risultato è la nascita di una “relazione simbiotica”, che possiamo rappresentare con un diagramma simile
notate come il superiore ed il subordinato formano insieme ciò che noi abbiamo considerato normalmente come una persona nella sua totalità: G, A e B, però nessuno dei due è intero: il superiore non dispone di un B ed il subordinato del G e dell’A In una realtà burocratica, si può addirittura arrivare alla formazione di rapporti in cui le persone si trovano spinte a comportarsi (e si autoconfermano) con un unico stato dell’Io:
è ciò che si chiama CATENA SIMBIOTICA e che, in forma umoristica, si può rappresentare così:
uno dei vantaggi dell’Analisi transazionale è quello di determinare e analizzare le eventuali catene simbiotiche del nostro ambiente di lavoro e fornire gli strumenti per far prendere coscienza a tutti i suoi membri dell’esigenza di agire autonomamente, rompendo tali catene.
Influenza degli stati dell’IO sulla condotta
Una persona che possiede un Genitore costante, un Adulto costante o un Bambino costante, che esclude le altre due parti della sua personalità reagisce ai fatti che lo tormentano in maniera fissa e prevedibile La maggior parte di noi cambia umore secondo quale parte del nostro G A B domina la nostra maniera di pensare o di comportarsi.
ci sono giorni che sentiamo di “star bene” e altri no; generalmente se lo sentiamo possiamo verificare le ragioni della nostra esaltazione o della nostra depressione. A volte queste ragioni sono irreali e non sembrano avere alcun riferimento con alcun indizio specifico del momento presente Molte persone cambiano umore in occasione dei cambi di stagione. L’arrivo dell’autunno produce gioia a molte persone, perché si riproducono in loro le vecchie sensazioni del ritorno a scuola, e “ritornano a sentire” gli odori gradevoli delle scatole di matite colorate o del gessetto o della lavagna Questi stessi odori possono produrre depressione in altre persone, secondo il ricordo rimasto loro degli anni della scuola. Molti dei nostri cambiamenti di umore dipendono dal “riascolto” di tale tipo di antiche “registrazioni”; la maggioranza di noi allontana i sentimenti melanconici e gode di quelli gradevoli, perché l’Adulto domina la situazione e mantiene il nostro comportamento in una attitudine adeguata Esiste una convinzione nella quale questi cambiamenti di umore sono esagerati e producono come risultato un comportamento parimenti esagerato, sul quale l’Adulto non riesce ad esercitare alcun dominio. L’Adulto non può governare il comportamento sino a che non è capace di scoprire la causa del cambiamento di umore Finora abbiamo visto le differenze che esistono all’interno di una persona in virtù delle differenti disposizioni strutturali del Genitore, dell’Adulto e del Bambino: si arriva all’equilibrio mentale quando l’Adulto prende i dati del Genitore, del Bambino e della realtà e arriva ad una decisione su quello che si deve fare
il bambino le cui esperienze infantili, incluse le esplorazioni negli armadietti della cucina, il fango unito con le margherite, i piccoli animali domestici, gli amici, le partenze per le vacanze, le feste di tipo tradizionale, i giocattoli da maneggiare, i dischi da ascoltare, le conversazioni aperte ed amichevoli con i genitori che non hanno fretta, avrà accumulato un banco di dati nel suo Genitore molto più ricco e dei sentimenti molto più positivi nel suo Bambino
riassumendo gli stati dell’IO contribuiscono alla condotta:
INFLUENZE DEGLI STATI DELL’IO SULLA CONDOTTA
il Genitore educa, critica, pone limiti, giudica, censura, stimola, appoggia FONTE: la relazione tra l’individuo ed i genitori l’Adulto valuta le informazioni, intraprende un’azione, pensa e poi agisce, organizza, pianifica, risolve problemi, calcola i rischi, indaga supposizioni FONTE: il sorgere del pensiero indipendente in una fase della vita e il suo sviluppo sub cosciente il Bambino inventa, esprime la sua curiosità, agisce per impulso, agisce egoisticamente, ama, immagina idee, agisce aggressivamente, si lamenta FONTE: il meglio e il peggio dell’essere giovanile di un individuo
per mezzo della comprensione del nostro G A B possiamo arrivare a capire non solo ciò che c’è nel Genitore e nel Bambino, ma anche ciò che non c’è Ciò che è importante comprendere è che abbiamo una possibilità di scelta
Io posso
essere
DIFFERENTE
dire: “io sono così”, non risolve niente dire: “io posso essere differente”, invece sì
L’Analisi Funzionale
abbiamo già identificato gli atti, i sentimenti e i pensieri che caratterizzano l’aspetto tipico di ciascuno dei tre stati dell’IO; esploriamo più a fondo il funzionamento ed il comportamento di questi stati
GENITORE
Quando i genitori aiutano i loro figli a svilupparsi con tenerezza, disponibilità e protezione, noi chiameremo questo comportamento NUTRITIVO Quando impongono loro delle regole, delle critiche o delle punizioni che servono a controllarli, lo chiameremo CRITICO Dato che i piccoli vedono costantemente i loro genitori comportarsi in questi due modi, essi riproducono inconsciamente queste attitudini e, più tardi, il loro stato dell’IO Genitore si svilupperà secondo questi due grandi aspetti
Il Genitore critico è quello che fissa la scala dei valori, accettata in un gruppo o in una data società, è il depositario della coscienza morale; critica, per l’appunto, le persone e le cose, agisce in maniera autoritaria
Il linguaggio gestuale è caratterizzato da sopracciglia corrucciate, braccia incrociate, mento in avanti, dita tese, braccia al cielo; voce fredda, autoritaria, intimidatrice, enfatica, piena di collera contenuta, sentenziosa
Il linguaggio verbale è caratterizzato dall’impiego di parole definitive (mai, sempre, niente, solamente, si deve, ve l’ho detto cento volte … è così e non altrimenti, ecc. ) e da frasi brevi, secche e troncanti ovvero lunghe, sentenziose e moralizzatrici
È attivo quando noi critichiamo, giudichiamo, apprezziamo, trasmettiamo le nostre norme e i nostri valori. E’ positivo quando protegge instaurando e facendo rispettare delle regole di sopravvivenza per il gruppo o per l’individuo; è negativo quando critica gli altri e impone i suoi punti di vista abusando del suo potere
Il Genitore nutritivo è quello che fornisce le “ricette”, il modo di fare le cose, protegge, manifesta attenzione per gli altri, aiuta, riconforta, consola
Il linguaggio gestuale è caratterizzato dalle braccia sulle spalle altrui, pacche sul dorso, braccia aperte, gesti che mimano quelli del protetto, da segni di incoraggiamento; da sorrisi, espressioni di comione, attenzione, comprensività; da voce dolce, a volte mielosa
Il linguaggio verbale è caratterizzato dall’impiego di espressioni come: questo è bene, prova, ce la farai, ti aiuterò, mio povero piccolo, come vi comprendo, non ti preoccupare, lascia, me ne occupo io, non è niente, non è grave
E’ positivo quando consente permessi e sostiene le iniziative verso l’autonomia; è negativo quando soffoca l’altro e inibisce le sue possibilità di iniziativa, sotto il pretesto di aiutarlo
BAMBINO
come lo stato dell’IO Genitore, anche il Bambino si esprime sotto differenti aspetti. Secondo la teoria dell’AT, questo stato si divide in tre parti:
# Bambino libero # Bambino piccolo professore (o creativo) # Bambino adattato (sottomesso o ribelle)
Il Bambino libero è energico, emotivo, curioso, amante e non inibito
E’ la parte di noi che si sente libera, che ama il piacere. Se avete già provato una sensazione di benessere, una certa eccitazione in presenza di qualcuno, voi avete comunicato senza dubbio con il suo Bambino libero
Noi siamo tutti nati Bambini liberi
In questo stato, noi comunichiamo facilmente con gli altri, siamo naturali, ma non senza difetti: in effetti, possiamo mostraci egoisti, impazienti o avidi
Il Bambino libero è quello che reagisce immediatamente e spontaneamente a ciò che gli accade. E’ soverchiato dalle sue emozioni primarie che egli esprime direttamente
Il linguaggio gestuale, molto ricco ed espressivo, è caratterizzato da pianti e risate spontanee, battute di mani, salti, mancanza di pudore fisico, balli, stiramenti, danze; sguardo vivo e brillante, diretto, che riflette le emozioni vissute, espressione libera e spontanea dei sentimenti che prova (gioia, collera, tristezza, ecc.); voce alta, libera, energica, modulata, vibrante Il linguaggio verbale è caratterizzato dall’impiego di espressioni come: io adoro, io detesto, uffa!, amoruccio, oilà!, io voglio, io non voglio, subito; da frasi brevi, anche ridotte ad una parola, linguaggio infantile, giochi di parole, esclamazioni
Il Bambino piccolo professore o creativo (chiamato anche Adulto nel Bambino) è la parte del Bambino che reagisce intuitivamente alle situazioni sulla base, non di un’informazione Adulta, ma di un pensiero prelogico che può essere pieno di creatività e/o di distorsioni
E’ la parte del Bambino che “riflette”, ma la sua riflessione non si basa, come abbiamo visto, su dati sufficienti
E’ creativo, intuitivo e manipolatore; grazie al Piccolo professore il bambino riesce a risolvere le situazioni, così che egli sembra avere una attitudine innata per:
# trovare nuove soluzioni # sentire intuitivamente che cosa si deve fare, come per magia # indovinare il filo che porta al risultato sperato
Può avere idee del tutto originali, ristrutturate delle cose familiari, immaginare nuovi prodotti, delle soluzioni inattese; è in grado di manipolare gli altri per portarli a fare ciò che vuole senza che se ne accorgano
Il linguaggio gestuale e verbale è simile a quello del Bambino libero
il Bambino adattato è la parte dell’IO che ha appreso a reagire alle domande ed agli ordini dei genitori (siano essi naturali che altre figure di autorità percepite come genitoriali)
Queste reazioni di adattamento possono manifestarsi sia mediante la sottomissione e, allora, sotto il profilo funzionale, si parla di Bambino adattato sottomesso, sia mediante una ribellione di fronte alle richieste dei genitori ed è così che si forma il Bambino adattato ribelle Si sviluppa in noi man mano che apprendiamo ad adattare i nostri sentimenti e il nostro comportamento al mondo che ci circonda
I sentimenti di colpevolezza, di ansietà, di depressione e di invidia che abbiamo acquisito sono caratteristiche del Bambino adattato, così come il senso di fierezza che proviamo quando qualcuno si felicita con noi
E’ attraverso molti adattamenti che noi diveniamo “socievoli”, capaci di cooperare con gli altri e di vivere in gruppo
Noi apprendiamo ad attendere il nostro turno, ad essere amichevoli, a parteggiare, ecc. Noi dobbiamo piegarci a questi condizionamenti per riuscire nella nostra vita sociale; è il nostro Bambino adattato che dice “per favore” e “grazie”
Per contro, il Bambino adattato può divenire l’aspetto più problematico della nostra personalità e intralciare il nostro sviluppo
è lui che non si sente OK se noi siamo: # in difficoltà per parlare in pubblico # depressi quando il nostro lavoro viene criticato # avviliti di vedere il nostro punto di vista contestato nel corso di una riunione # angosciati da un incarico da portare a termine
Il linguaggio gestuale è caratterizzato da sguardo sfuggente, spalle curve, alzate di spalle, espressione timida; voce poco sicura, poco udibile, ecc.
Il linguaggio verbale da espressioni come: mi piacerebbe, può essere … non lo so, non è il mio caso, io non ce la farei, ho fatto del mio meglio, non avete il diritto, non potete forzarmi a … ; frasi impersonali, frasi poco chiare, che non finiscono, compiacimenti o recriminatorie
ADULTO
Non sono stati classificati sottostati particolari.
E’ nel suo complesso il più adatto quando si tratta di ragionare, di dedurre, di organizzare, di prevedere
Si individua un Adulto esclusivo che disconosce l’importanza dei valori e delle emozioni sia per sé stesso, che per gli altri.
Egli tratta i fatti e le cifre con la maniera fredda e astratta di un calcolatore
Il linguaggio verbale è caratterizzato da espressioni sul tipo di: dove, come, quando, quanto, si, no, io penso, probabilmente, relativamente, io comprendo, io non comprendo, i fatti, i risultati, i dati; frasi chiare e concise, tecniche, informative, che hanno un contenuto preciso; i fatti sono distinti dalle opinioni
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A chi fosse interessato ad un approfondimento dei temi e delle materie trattate, si consiglia la seguente bibliografia:
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